NON REALIZZERO MAI IL MIO SOGNO

Ho 24 anni, sogno sin da bambino diventare un docente universitario o liceale di matematica, ma mio padre non voleva che io mi iscrivessi a Matematica, nè ke insegnassi.
Ora mi manca un anno dalla triennale di Ingegneria TLC, e non potrò mai realizzare il mio sogno.
Oltre ad avercela a morte con mio padre per questo, studio ing a fatica, senza stimoli nè interesse.
Vi supplico di consolarmi:
a) trovando un escamotage per insegnare Matematica lo stesso;
b) GIURARMI ke nn ci sono cattedre libere nè all'uni nè a scuola, così mi rassegno a fare un lavoro ke odio.
PREGO I DOCENTI UNIVERSITARI E SUPERIORI DI RISPONDERMI AL + PRESTO, ALTRIMENTI SCOPPIO, MI DISPERO E FACCIO DELLE FESSERIE!!! AIUTATEMI!!!
Risposte
Infatti conosco diversi ingegneri che insegnano questa disciplina. Non mi sembra male.
Certo il cammino per abilitarti è lungo, devi fare le selezioni per la SIIS, seguire due anni di corso più o meno intenso e così via. Il primo passo è quindi decidere dove partecipare alle selezioni per la SIIS.
In bocca al lupo.
Certo il cammino per abilitarti è lungo, devi fare le selezioni per la SIIS, seguire due anni di corso più o meno intenso e così via. Il primo passo è quindi decidere dove partecipare alle selezioni per la SIIS.
In bocca al lupo.
crepi, admin!

@ mysterium
A distanza di tre anni, se ne hai voglia perchè non ci racconti che cosa fai e se sei soddisfatto delle scelte ?
A distanza di tre anni, se ne hai voglia perchè non ci racconti che cosa fai e se sei soddisfatto delle scelte ?
"Camillo":
@ mysterium
A distanza di tre anni, se ne hai voglia perchè non ci racconti che cosa fai e se sei soddisfatto delle scelte ?
Caro Camillo, sono riuscito a laurearmi e con un voto piuttosto basso, ma sono sempre più frustrato ed incazzato perché il mio cuore batte solo per la matematica e per il mio sogno sarà sempre quello di insegnare matematica alle superiori.
" ....il mio sogno sarà sempre quello di insegnare matematica alle superiori."
Non credo che il tuo 'sogno' sia impossibile da realizzare, l'importante, viste le premesse, è non far danni agli ... allievi.
Non credo che il tuo 'sogno' sia impossibile da realizzare, l'importante, viste le premesse, è non far danni agli ... allievi.
"GIBI":
" ....il mio sogno sarà sempre quello di insegnare matematica alle superiori."
Non credo che il tuo 'sogno' sia impossibile da realizzare, l'importante, viste le premesse, è non far danni agli ... allievi.
aaaaaaaaaaaah... simpatico...

Ma quali danni?! Guarda che tutti i miei allievi privati, persino quelli che mi hanno pagato bene, mi hanno mostrato una tale gratitudine da offrirmi persino una cena al ristorante. Ho portato moltissimi dal quattro all'otto, senza il mio intervento moltissimi miei ex allievi non avrebbero mai passato analisi 2, e ancora adesso mi ringraziano per quanto ho dato a loro.
Sarà forse il mio "antiaccademismo", che io stesso disprezzo così tanto, a farmi volere così bene da tanti ragazzi.
Ribadisco la mia massima stima per i matematici (tant'è vero che sarei voluto diventare uno di loro...), per la loro profondità e la loro precisione estrema, per il loro ineguagliabile senso della didattica, ma penso, seppur menomato nell'algebra astratta, nella topologia algebrica e nelle varietà differenziali, di poter dare tanto agli alunni della ex 48/a divertendoli con la matematica che si vede (ossia l'approccio della professoressa Emma Castelnuovo), anche se non è la mia preferita. Visto che le ssis sono chiuse, aspetto quella decina d'anni necessaria allo smaltimento delle graduatorie ad esaurimento: in quel momento si rischierà l'importazione degli insegnanti dall'estero. Nel frattempo continuo a lavorare, mi formo professionalmente, mi raffino in modo da poter offrire una formazione umana ai miei alunni e studio la matematica superiore per conto mio, magari conseguendo proprio la laurea in matematica e facilitandomi l'ingresso nella scuola. Sarò un professore di serie B, ma il migliore della serie B sarà promosso in serie A, ed uno scudetto del Chievo fa più notizia di uno scudetto della Juve.
Ciao, mi chiamo Domenico, sono un ingegnere, insegno matematica e fisica in un liceo e svolgo anche la libera professione. La tua situazione è difficile ma non priva di via d'uscita per te. Secondo me devi immediatamente cambiare facoltà, iscriverti a matematica facendoti convalidare quanti più esami possibile, iscriverti alla specializzazione per l'insegnamento, e se sei veramente bravo e motivato allora alla fine di tutto il percorso devi ancora "sperare e pregare" per un "miracolo".
"mysterium":
grazie per la tua esperienza.
un ingegnere che ha insegnato matematica per anni ha chiesto spessissimo agli esami di maturità:
"la differenza tra un numero reale e un numero complesso".
io gli rispondo con un giro di parole chilometrico, frequentavo lo scientifico, regno della matematica formale.
"10 e lode, ma io dico che i numeri reali sono i punti di una retta, mentre i numeri complessi sono i punti di un piano.
moltiplicare per un numero complesso significa ruotare. infatti 1 per j fa j, j per j fa -1, -1 per j fa -j, -j per j fa 1. hai notato che moltiplicare per j significa ruotare di un angolo retto in senso antiorario (non conoscevo la formula di de moivre, ndr)? io penso che la matematica dovrebbero insegnarla gli ingegneri, perchè l'ingegneria è la matematica che si vede!"
Scusami, ma questa è una grossa forzatura.
A parte il fatto che la definizione di numero complesso e abbastanza sintetica e quindi non si presta a giri di parole chilometriche (C:= R x R), non dubito che gli ingegneri siano in grado di spiegare chiaramente questo argomento, però, con tutto il rispetto, non credo che siano gli unici ad essere in grado di cogliere il significato geometrico delle operazioni nel campo complesso.
Andiamoci piano quindi con le affermazioni assolute.
Tra l'altro la domanda "differenze fra R e C" è anche piuttosto aperta e non credo affatto che la diversa interpretazione geometrica dei due insiemi sia l'unica differenza importante.
Ad esempio a me la prima differenza importante che viene in mente è che C è algebricamente chiuso, R invece non lo è.
Probabilmente questa è una differenza meno "visibile", ma non per questo non meritevole di attenzione, non solo per il matematico, ma anche per lo studente delle superiori.
Pertanto ti chiedo di evitare certi inutili estremismi.
"enomis":
[quote="mysterium"]grazie per la tua esperienza.
un ingegnere che ha insegnato matematica per anni ha chiesto spessissimo agli esami di maturità:
"la differenza tra un numero reale e un numero complesso".
io gli rispondo con un giro di parole chilometrico, frequentavo lo scientifico, regno della matematica formale.
"10 e lode, ma io dico che i numeri reali sono i punti di una retta, mentre i numeri complessi sono i punti di un piano.
moltiplicare per un numero complesso significa ruotare. infatti 1 per j fa j, j per j fa -1, -1 per j fa -j, -j per j fa 1. hai notato che moltiplicare per j significa ruotare di un angolo retto in senso antiorario (non conoscevo la formula di de moivre, ndr)? io penso che la matematica dovrebbero insegnarla gli ingegneri, perchè l'ingegneria è la matematica che si vede!"
Scusami, ma questa è una grossa forzatura.
A parte il fatto che la definizione di numero complesso e abbastanza sintetica e quindi non si presta a giri di parole chilometriche (C:= R x R), non dubito che gli ingegneri siano in grado di spiegare chiaramente questo argomento, però, con tutto il rispetto, non credo che siano gli unici ad essere in grado di cogliere il significato geometrico delle operazioni nel campo complesso.
Andiamoci piano quindi con le affermazioni assolute.
Tra l'altro la domanda "differenze fra R e C" è anche piuttosto aperta e non credo affatto che la diversa interpretazione geometrica dei due insiemi sia l'unica differenza importante.
Ad esempio a me la prima differenza importante che viene in mente è che C è algebricamente chiuso, R invece non lo è.
Probabilmente questa è una differenza meno "visibile", ma non per questo non meritevole di attenzione, non solo per il matematico, ma anche per lo studente delle superiori.[/quote]
Ma certo che i matematici sanno cogliere l'aspetto grafico dei numeri complessi, ci mancherebbe altro! Io avevo risposto "i numeri complessi sono la somma di un numero reale più $i$ volte un altro numero reale, dove $i$ è quel numero che elevato al quadrato dà meno uno", e l'ingegnere in questione mi ha dato un bel "voto", non ha certo screditato gli aspetti rigorosamente matematici dei numeri complessi, ma ha descritto il suo aspetto preferito (prego rileggere la risposta dell'ingegnere: "10 e lode, ma io dico che...", introduzione molto soggettiva). Non ho affatto affermato che la chiusura algebrica di $CC$ sia meno importante, tant'è vero che una conseguenza importantissima del teorema fondamentale dell'algebra nella teoria dei circuiti è che un circuito di ordine $n$ ammette $n$ poli nella sua funzione di trasferimento, che vanno tutti studiati per l'analisi della stabilità. Pare poco?
Poi mi sembra che la differenza tra $CC$ ed $RR^2$ sia che in $CC$ è definita anche la moltiplicazione $(a,b)(c,d)=(ac-bd,ad+bc)$, quindi $CC$ e $RR^2$ mi sembrano isomorfi piuttosto che uguali.
Pertanto ti chiedo di evitare certi inutili estremismi.
Mi sono limitato ad esprimere un'idea alternativa per l'insegnamento della matematica, non credo di aver fatto chissà quale estremismo né tantomeno di aver detto qualcosa di inutile, perché neanche l'opinione più controversa è inutile ad un proficuo scambio di idee. In un forum democratico e libero non credo di dover evitare proprio nulla. Se ho offeso qualcuno, faccio pubblica ammenda, sebbene in questo forum io abbia subito umiliazioni e offese molto maggiori che, unite alle grandi frustrazioni di cui ho più volte parlato, mi hanno spesso provocato delle vere e proprie crisi di pianto.
"mysterium":
[quote="enomis"][quote="mysterium"]grazie per la tua esperienza.
un ingegnere che ha insegnato matematica per anni ha chiesto spessissimo agli esami di maturità:
"la differenza tra un numero reale e un numero complesso".
io gli rispondo con un giro di parole chilometrico, frequentavo lo scientifico, regno della matematica formale.
"10 e lode, ma io dico che i numeri reali sono i punti di una retta, mentre i numeri complessi sono i punti di un piano.
moltiplicare per un numero complesso significa ruotare. infatti 1 per j fa j, j per j fa -1, -1 per j fa -j, -j per j fa 1. hai notato che moltiplicare per j significa ruotare di un angolo retto in senso antiorario (non conoscevo la formula di de moivre, ndr)? io penso che la matematica dovrebbero insegnarla gli ingegneri, perchè l'ingegneria è la matematica che si vede!"
Scusami, ma questa è una grossa forzatura.
A parte il fatto che la definizione di numero complesso e abbastanza sintetica e quindi non si presta a giri di parole chilometriche (C:= R x R), non dubito che gli ingegneri siano in grado di spiegare chiaramente questo argomento, però, con tutto il rispetto, non credo che siano gli unici ad essere in grado di cogliere il significato geometrico delle operazioni nel campo complesso.
Andiamoci piano quindi con le affermazioni assolute.
Tra l'altro la domanda "differenze fra R e C" è anche piuttosto aperta e non credo affatto che la diversa interpretazione geometrica dei due insiemi sia l'unica differenza importante.
Ad esempio a me la prima differenza importante che viene in mente è che C è algebricamente chiuso, R invece non lo è.
Probabilmente questa è una differenza meno "visibile", ma non per questo non meritevole di attenzione, non solo per il matematico, ma anche per lo studente delle superiori.[/quote]
Ma certo che i matematici sanno cogliere l'aspetto grafico dei numeri complessi, ci mancherebbe altro! Io avevo risposto "i numeri complessi sono la somma di un numero reale più $i$ volte un altro numero reale, dove $i$ è quel numero che elevato al quadrato dà meno uno", e l'ingegnere in questione mi ha dato un bel "voto", non ha certo screditato gli aspetti rigorosamente matematici dei numeri complessi, ma ha descritto il suo aspetto preferito (prego rileggere la risposta dell'ingegnere: "10 e lode, ma io dico che...", introduzione molto soggettiva). Non ho affatto affermato che la chiusura algebrica di $CC$ sia meno importante, tant'è vero che una conseguenza importantissima del teorema fondamentale dell'algebra nella teoria dei circuiti è che un circuito di ordine $n$ ammette $n$ poli nella sua funzione di trasferimento, che vanno tutti studiati per l'analisi della stabilità. Pare poco?
Poi mi sembra che la differenza tra $CC$ ed $RR^2$ sia che in $CC$ è definita anche la moltiplicazione $(a,b)(c,d)=(ac-bd,ad+bc)$, quindi $CC$ e $RR^2$ mi sembrano isomorfi piuttosto che uguali.
Pertanto ti chiedo di evitare certi inutili estremismi.
Mi sono limitato ad esprimere un'idea alternativa per l'insegnamento della matematica, non credo di aver fatto chissà quale estremismo né tantomeno di aver detto qualcosa di inutile, perché neanche l'opinione più controversa è inutile ad un proficuo scambio di idee. In un forum democratico e libero non credo di dover evitare proprio nulla. Se ho offeso qualcuno, faccio pubblica ammenda, sebbene in questo forum io abbia subito umiliazioni e offese molto maggiori che, unite alle grandi frustrazioni di cui ho più volte parlato, mi hanno spesso provocato delle vere e proprie crisi di pianto.[/quote]
La tua precisazione mi soddisfa, dato che hai chiarito dei punti che nel tuo intervento precedente si prestavano ad una diversa interpretazione. In particolare hai parlato di "aspetto preferito" - ed è proprio questo il punto cardine del discorso. In un concetto matematico è possibile cogliere vari aspetti, e il fatto che chi si possa prediligerne uno piuttosto che l'altro dipende inevitabilmente dai gusti e dalla formazione culturale di ciascuno. Non si tratta solo del diverso punto di vista dell'ingegnere rispetto al matematico, dato che anche matematici diversi possono dare maggiore importanza ad aspetti differenti (un analisti, un algebrista o un fisico matematico danno inevitabilmente maggiore risalto a certi aspetti piuttosto che ad altri).
"roma":
Ciao, mi chiamo Domenico, sono un ingegnere, insegno matematica e fisica in un liceo e svolgo anche la libera professione. La tua situazione è difficile ma non priva di via d'uscita per te. Secondo me devi immediatamente cambiare facoltà, iscriverti a matematica facendoti convalidare quanti più esami possibile, iscriverti alla specializzazione per l'insegnamento, e se sei veramente bravo e motivato allora alla fine di tutto il percorso devi ancora "sperare e pregare" per un "miracolo".
Caro ingegnere, sono lieto di dirle che sono già laureato!
Complimenti per la sua professione e per l'insegnamento.