Il libro di testo: chi è costui?
E' un po' che rifletto su questi due temi:
1. l'evoluzione multimediale dell'editoria scolastica
2. il reale uso che si fa a scuola del libro di testo (mi riferisco a matematica e fisica)
Vorrei qui esporre le mie riflessioni e chiedere un parere a chi ha esperienza "sul campo" della scuola.
La prima riflessione è che, in base alla mia esperienza con i ragazzi a cui do ripetizioni, il libro di testo è praticamente inutilizzato. Mi capita spesso di verificare che uno studente non abbia mai nemmeno sfogliato il libro di testo e quindi le sue conoscenze di teoria si limitano al "ricordo" di ciò che ha sentito dire dall'insegnante in classe.
Non mi è mai capitato che uno studente mi facesse una domanda su qualcosa che aveva letto sul libro ma non aveva capito. A volte ho provato a far leggere e poi a farmi spiegare qualche passo del libro di testo ed ho verificato che la comprensione di quanto letto è spesso scarsa.
Ora, è vero che il mio "campione di studio" non è rappresentativo poiché si tratta comunque di ragazzi che prendono lezioni private per cui in genere hanno un'insufficienza, tuttavia a volte ho anche studenti con votazioni sufficienti ed anche in questi casi il testo non è molto usato.
Molti mi dicono che non lo leggono perché il loro insegnante non vi fa riferimento, e basa le proprie lezioni su appunti personali o altri testi (mi chiedo: è un buon motivo per non leggerlo?).
L'altra riflessione è che oggi, per legge, i testi devono avere anche l'estensione multimediale, con ulteriori contenuti digitali.
A me sembrano due tendenze contraddittorie: da una parte testi sempre più ricchi e complessi (e quindi più costosi...), dall'altra una vera e propria fuga dal libro di testo, sia da parte degli studenti che, a volte, dell'insegnante.
E' una mia errata impressione, o c'è qualcosa di vero in questa analisi? Ripeto che mi riferisco ai testi di matematica e fisica.
EDIT: In particolare, le estensioni multimediali online, vengono usate? Voi che insegnate alle superiori, le usate/fate usare?
1. l'evoluzione multimediale dell'editoria scolastica
2. il reale uso che si fa a scuola del libro di testo (mi riferisco a matematica e fisica)
Vorrei qui esporre le mie riflessioni e chiedere un parere a chi ha esperienza "sul campo" della scuola.
La prima riflessione è che, in base alla mia esperienza con i ragazzi a cui do ripetizioni, il libro di testo è praticamente inutilizzato. Mi capita spesso di verificare che uno studente non abbia mai nemmeno sfogliato il libro di testo e quindi le sue conoscenze di teoria si limitano al "ricordo" di ciò che ha sentito dire dall'insegnante in classe.
Non mi è mai capitato che uno studente mi facesse una domanda su qualcosa che aveva letto sul libro ma non aveva capito. A volte ho provato a far leggere e poi a farmi spiegare qualche passo del libro di testo ed ho verificato che la comprensione di quanto letto è spesso scarsa.
Ora, è vero che il mio "campione di studio" non è rappresentativo poiché si tratta comunque di ragazzi che prendono lezioni private per cui in genere hanno un'insufficienza, tuttavia a volte ho anche studenti con votazioni sufficienti ed anche in questi casi il testo non è molto usato.
Molti mi dicono che non lo leggono perché il loro insegnante non vi fa riferimento, e basa le proprie lezioni su appunti personali o altri testi (mi chiedo: è un buon motivo per non leggerlo?).
L'altra riflessione è che oggi, per legge, i testi devono avere anche l'estensione multimediale, con ulteriori contenuti digitali.
A me sembrano due tendenze contraddittorie: da una parte testi sempre più ricchi e complessi (e quindi più costosi...), dall'altra una vera e propria fuga dal libro di testo, sia da parte degli studenti che, a volte, dell'insegnante.
E' una mia errata impressione, o c'è qualcosa di vero in questa analisi? Ripeto che mi riferisco ai testi di matematica e fisica.
EDIT: In particolare, le estensioni multimediali online, vengono usate? Voi che insegnate alle superiori, le usate/fate usare?
Risposte
C'è qualcosa di verissimo. Fai bene a chiedertelo ed essendo "nel giro" vedi bene la situazione e la verifichi sui tuoi alunni.
I testi sono quasi inutilizzati. E non "quasi" ma "del tutto" in moltissimi casi.
Io che son studente di scientifico ti faccio l'esempio: di libri di testo, per scuola ne ho circa una decina.
Ne uso 2 (quelli di inglese che sono esercizi alla fine).
Solo per il fatto che nutro qualche interesse in più per qualche materia mi vado a leggere i libri, che altrimenti sarebbero intonsi.
Ad esempio quello di fisica (Amaldi) è stato adottato praticamente solo come un eserciziario. Sono io che mi sono ri-andato a rileggere le parti precedenti (e le parti successive
) per voglia mia. Idem per chimica, matematica, filosofia. Altrimenti erano nuovissimi, tolte le spunte degli esercizi.
Gli altri alla fine non sono "indispensabili" perchè il prof ovviamente spiega e con gli appunti chi vuole "cavarsela" se la cava.
Ci sono perfino libri (esempio storia dell'arte) che non vengono usati e non trattano nemmeno gli argomenti fatti in classe. Insomma prendere un libro di greco antico non farebbe differenza. Sempre lì a far polvere è (per noi).
Insomma si dividono nelle diverse scale (peggiorando):
•Libri usati regolarmente in classe (pochissimo)
•Libri necessari nello studio a casa per un voto più buono
•Libri usati solo come eserciziari
•Libri che trattano gli argomenti spiegati ma non vengono usati
•Libri che non trattano nemmeno gli argomenti spiegati
Poi c'è da dire che tutte queste nuove edizioni, miglioramenti, digi-cosi etc aumentano il prezzo, ma non aumentano la qualita.
(e se viene usato il libro non vengono usati i contenuti digitali).
Insomma, non è un mistero che la geometria da scuola superiore sia la stessa da molto tempo. Eppure escono libri nuovi annualmente. Un nuovo postulato di Euclide?
Recentemente ho preso in mano un libro scolastico di mio padre. Si, non aveva la parte digitale e il dischetto, aveva certamente qualche immagine in meno, ma i contenuti a livello di indice erano uguali. Se non di più.
Sono assolutamente contraddittorie queste cose. Sono sicuro che possa esistere (teoricamente) una realtà (praticamente utopica) in cui, detto che il libro migliore di fisica per lo scientifico sia quello, quello si possa passare da padre a figlio e venire riusato.
Insomma niente titoli ma materie. "Fisica per lo scientifico", "Filosofia per lo scientifico", "Letteratura per il classico" e via così con i vari indirizzi.
Non bisogna lamentarsi se allora i ragazzi non sono più abituati a leggere un testo tecnico (in alcuni casi nemmeno un testo in generale ma stiamo parlando dell'ideale studente di scuola superiore).
A furia di avere sempre 'sta pappetta mi rendo conto che troppi purtroppo fanno fatica a ragionare, troppo abituati ai procedimenti premasticati dal prof.
Non so, ho scritto tante cose. Se avete domande per un punto di vista "interno" sono disponibile
I testi sono quasi inutilizzati. E non "quasi" ma "del tutto" in moltissimi casi.
Io che son studente di scientifico ti faccio l'esempio: di libri di testo, per scuola ne ho circa una decina.
Ne uso 2 (quelli di inglese che sono esercizi alla fine).
Solo per il fatto che nutro qualche interesse in più per qualche materia mi vado a leggere i libri, che altrimenti sarebbero intonsi.
Ad esempio quello di fisica (Amaldi) è stato adottato praticamente solo come un eserciziario. Sono io che mi sono ri-andato a rileggere le parti precedenti (e le parti successive

Gli altri alla fine non sono "indispensabili" perchè il prof ovviamente spiega e con gli appunti chi vuole "cavarsela" se la cava.
Ci sono perfino libri (esempio storia dell'arte) che non vengono usati e non trattano nemmeno gli argomenti fatti in classe. Insomma prendere un libro di greco antico non farebbe differenza. Sempre lì a far polvere è (per noi).
Insomma si dividono nelle diverse scale (peggiorando):
•Libri usati regolarmente in classe (pochissimo)
•Libri necessari nello studio a casa per un voto più buono
•Libri usati solo come eserciziari
•Libri che trattano gli argomenti spiegati ma non vengono usati
•Libri che non trattano nemmeno gli argomenti spiegati
Poi c'è da dire che tutte queste nuove edizioni, miglioramenti, digi-cosi etc aumentano il prezzo, ma non aumentano la qualita.
(e se viene usato il libro non vengono usati i contenuti digitali).
Insomma, non è un mistero che la geometria da scuola superiore sia la stessa da molto tempo. Eppure escono libri nuovi annualmente. Un nuovo postulato di Euclide?
Recentemente ho preso in mano un libro scolastico di mio padre. Si, non aveva la parte digitale e il dischetto, aveva certamente qualche immagine in meno, ma i contenuti a livello di indice erano uguali. Se non di più.
Sono assolutamente contraddittorie queste cose. Sono sicuro che possa esistere (teoricamente) una realtà (praticamente utopica) in cui, detto che il libro migliore di fisica per lo scientifico sia quello, quello si possa passare da padre a figlio e venire riusato.
Insomma niente titoli ma materie. "Fisica per lo scientifico", "Filosofia per lo scientifico", "Letteratura per il classico" e via così con i vari indirizzi.
Non bisogna lamentarsi se allora i ragazzi non sono più abituati a leggere un testo tecnico (in alcuni casi nemmeno un testo in generale ma stiamo parlando dell'ideale studente di scuola superiore).
A furia di avere sempre 'sta pappetta mi rendo conto che troppi purtroppo fanno fatica a ragionare, troppo abituati ai procedimenti premasticati dal prof.
Non so, ho scritto tante cose. Se avete domande per un punto di vista "interno" sono disponibile

Da studente delle superiori studiavo sul libro di fisica, ma non su quello di matematica dove appunto si prendevano giusto gli esercizi. La colpa però non era dell'insegnante che anzi ci invitava a leggere e studiare il libro di mate, semplicemente mi veniva bene ascoltare, prendere gli appunti, intervenire e fare gli esercizi. Successivamente però quei libri li ho studiati.
I libri delle altre materie: storia - storia dell'arte - filosofia ... li studiavo (non proprio sempre...)
Anche quelli li ho rivisti in seguito.
A scuola ad ogni modo non si leggeva il libro di testo: l'insegnante spiegava, noi si prendeva appunti e a casa si studiava sul manuale.
@Mathbells: tu come ti comportavi da studente?
I libri delle altre materie: storia - storia dell'arte - filosofia ... li studiavo (non proprio sempre...)
Anche quelli li ho rivisti in seguito.
A scuola ad ogni modo non si leggeva il libro di testo: l'insegnante spiegava, noi si prendeva appunti e a casa si studiava sul manuale.
@Mathbells: tu come ti comportavi da studente?
"Дэвид":
Recentemente ho preso in mano un libro scolastico di mio padre. Si, non aveva la parte digitale e il dischetto, aveva certamente qualche immagine in meno, ma i contenuti a livello di indice erano uguali. Se non di più.
Non so quanti anni abbia tuo padre, probabilmente la mia età circa (una cinquantina). Per la geometria non ci sono stati grossi cambiamenti, ma per il resto sicuramente sì. Di certo nel tuo testo la discussione dei sistemi misti è ridotta all'osso, se non addirittura assente, mentre nel testo vecchio ci sono una marea di esercizi risolti soprattutto algebricamente con il metodo di Tartinville. Di contro nel tuo testo si parla di funzioni a partire dal primo anno, e le funzioni plurivoche sono considerate delle non-funzioni, inoltre con la riforma si trattano anche i numeri complessi, le equazioni differenziali, la statistica, la probabilità, ... In mezzo c'è stato prima il periodo d'oro della geometria analitica, con la risoluzione dei sistemi misti per via grafica, e poi quello degli esercizi con alta complessità di calcolo, perché la calcolatrice aveva superato l'uso delle tavole per calcolare logaritmi e funzioni goniometriche. Adesso vanno alla grande i libri con esercizi di matematica applicata a situazioni reali.
Insomma non sono d'accordo con i libri di padre in figlio: la didattica dovrebbe evolversi, ma non sono neanche d'accordo con la variazione dei testi ogni 4 o 5 anni, un buon libro dovrebbe restare tale anche dopo 10 anni.
Mi trovi in disaccordo anche con i testi unici, in un paese come il nostro sarebbero scritti dall'amico di qualche politico e sarebbero inutilizzabili.
Con la prima parte del tuo discorso, invece, sono d'accordo. Credo di aver trovato il modo per fare almeno leggere il testo ai miei studenti, non tutti ovviamente. Quando assegno i compiti per casa do sempre da studiare un paio di paragrafi in più di quelli che ho spiegato in classe e assegno esercizi anche su quelli. La lezione successiva sono disponibile a spiegare quegli argomenti solo attraverso domande specifiche dei miei studenti, altrimenti li do per fatti e compresi. Quando ho delle classi nuove questo crea un po' di scompiglio e, talvolta, i genitori vengono a dirmelo, ma dopo un paio di mesi mi pare che le cose funzionino.
"@melia":
...
Si, probabilmente hai ragione. Credo di aver un po' esagerato esprimendo il concetto, una via di mezzo fra ciò che accade e la mia "visione utopica" (che ora rinnego), sarebbe la cosa migliore. Evoluzione della didattica ma niente prese in giro.
Fai bene ad assegnare lavoro a casa. Per curiosità: quanti studenti (naturalmente ognuno è diverso ma pretendiamo di dividerli in categorie) fra i tuoi vedi fare fatica a comprendere qualcosa di "ragionamento" e al contrario invece se la cavano bene sui "procedimenti preparati"?
È per te una cosa normale che alcuni (o più) abbiano queste difficolta o trova una causa nelle brutte abitudini di oggi (di qualsiasi tipo)?
"Дэвид":
Poi c'è da dire che tutte queste nuove edizioni, miglioramenti, digi-cosi etc aumentano il prezzo, ma non aumentano la qualita.
(e se viene usato il libro non vengono usati i contenuti digitali).
Дэвид, mi interessa molto la tua opinione sui digicosi, se ti va di fare una riflessione

"Дэвид":
Ad esempio quello di fisica (Amaldi) è stato adottato praticamente solo come un eserciziario.
Vi ha spiegato l'insegnante il motivo per cui non segue il libro di testo? E perché non usa le estensioni multimediali?
"gio73":
@Mathbells: tu come ti comportavi da studente?
Io lo usavo tantissimo. Il libro mi ha sempre dato una maggiore impressione di completezza e organicità rispetto alla spiegazione del prof. Anche perché, per come c'ho la testa io, non sono mai stato bravo a prendere appunti.
"@melia":
Credo di aver trovato il modo per fare almeno leggere il testo ai miei studenti, non tutti ovviamente. Quando assegno i compiti per casa do sempre da studiare un paio di paragrafi in più di quelli che ho spiegato in classe e assegno esercizi anche su quelli. La lezione successiva sono disponibile a spiegare quegli argomenti solo attraverso domande specifiche dei miei studenti, altrimenti li do per fatti e compresi. Quando ho delle classi nuove questo crea un po' di scompiglio e, talvolta, i genitori vengono a dirmelo, ma dopo un paio di mesi mi pare che le cose funzionino.
Hai mai pensato di basare una parte dell' interrogazione proprio sui paragrafi assegnati senza spiegare, in modo tale da verificare le capacità di capire quanto studiato autonomamente? Pensi possa essere un buon metodo?
"jitter":
[quote="Дэвид"] Poi c'è da dire che tutte queste nuove edizioni, miglioramenti, digi-cosi etc aumentano il prezzo, ma non aumentano la qualita.
(e se viene usato il libro non vengono usati i contenuti digitali).
Дэвид, mi interessa molto la tua opinione sui digicosi, se ti va di fare una riflessione

Lo sforzo maggiore è guardare video su youtube e usare i pennarelli digitali al posto del gesso. Insomma le potenzialità sono infinite ma poco sfruttate--->fosse per me le toglierei e tornerei ai gessetti.
Probabilmente i prof sono pratici e/o non hanno voglia/tempo materiale per dedicarsi a questi approfondimenti che spesso e volentieri si tramutano in un ora di ingegnieria da parte di tutta la classe smontando e cambiando opzioni per far funzionare la dannata baracca.
E per qualità intendo soprattutto parte teorica. Per gli esercizi devo ammettere che alcuni libri li fanno molto meglio di altri.
Altra risposta:
Usiamo l'Amaldi perchè ha esercizi meno banali di altri. Il testo (almeno per me) è ottimo, si capisce bene. La prof lo usa poco perchè conviene di più che spieghi lei senza far leggere il libro in classe perchè il tempo è poco e il programma ampio.
Insomma l'unico modo per farlo usare sarebbe dare cose a casa da leggere o pretendere lo si studi ma è un utopia ed è una persona realista.
"Дэвид":
La prof lo usa poco perchè conviene di più che spieghi lei senza far leggere il libro in classe perchè il tempo è poco e il programma ampio.
"Usare" un libro di testo da parte dell'insegnante non mi pare significhi farlo leggere in classe...non è mica il libro di lettura delle elementari!

"mathbells":
[quote="@melia"]Credo di aver trovato il modo ... altrimenti li do per fatti e compresi.
Hai mai pensato di basare una parte dell' interrogazione proprio sui paragrafi assegnati senza spiegare, in modo tale da verificare le capacità di capire quanto studiato autonomamente? Pensi possa essere un buon metodo?[/quote]
Scusa se ti rispondo con tanto ritardo.
Quando scrivo "li do per fatti e compresi", significa che sono oggetto di compiti e interrogazioni.
Siccome nelle interrogazioni lascio sempre iniziare con un argomento a piacere, i più furbetti hanno capito che apprezzo molto e sono più comprensiva se l'argomento è uno di quelli che non ho spiegato, per cui spesso iniziano parlarlando proprio di quello.
Ciao Andrea, scusami se non tu ho risposto dopo averti chiesto le tue idee.
In effetti ci si riferisce genericamente a "prodotti digitali", ma ce ne sono una grandissima varietà. Alcuni sono fatti malissimo, altri hanno buone potenzialità. Se ti riferisci ai video su youtube ti capisco!
"Дэвид":
Lo sforzo maggiore è guardare video su youtube e usare i pennarelli digitali al posto del gesso. Insomma le potenzialità sono infinite ma poco sfruttate--->fosse per me le toglierei e tornerei ai gessetti.
In effetti ci si riferisce genericamente a "prodotti digitali", ma ce ne sono una grandissima varietà. Alcuni sono fatti malissimo, altri hanno buone potenzialità. Se ti riferisci ai video su youtube ti capisco!
Nessuno degli insegnanti di matematica che ho avuto fanno usare il libro di testo, se non come eserciziario. Onestamente la trovo una cosa assolutamente controproducente: ci sono miei compagni di classe che dopo aver saltato una spiegazione perché assenti, o perché non l'hanno compresa, si tuffano direttamente sugli esercizi assegnati, e vi lascio immaginare i risultati (e magari incolpano pure il professore di essere incompetente...).
Un'unica eccezione che ho visto fino ad ora è la mia professoressa di fisica, che quasi non fa fare esercizi e compiti scritti, ma solo interrogazioni orali sulla teoria, e quindi tutti a studiare dal libro di testo
(per fortuna lei è un caso più unico che raro)
Per quanto riguarda le altre materie, in genere usiamo i libri, ma più per le cose che l'insegnante ha spiegato in classe o ha detto di voler sapere, che come approfondimento.
Un'unica eccezione che ho visto fino ad ora è la mia professoressa di fisica, che quasi non fa fare esercizi e compiti scritti, ma solo interrogazioni orali sulla teoria, e quindi tutti a studiare dal libro di testo

Per quanto riguarda le altre materie, in genere usiamo i libri, ma più per le cose che l'insegnante ha spiegato in classe o ha detto di voler sapere, che come approfondimento.
Premessa: Studente all'ultimo anno di superiori, liceo scientifico.
Fino a questo punto dell'anno avrò aperto il libro di matematica forse una decina di volte. Non perchè non abbia voglia di studiare (anzi) ma proprio perchè è controproducente. Vi illustrerò brevemente quello che voglio dire
1. Ogni buon insegnante dovrebbe dare un'esauriente spiegazione in classe, se si è attenti e si prendono appunti il libro può servire solo per puntualizzare qualcosa. Per capirci se il tuo insegnante ti spiega solo il teorema di La Grange non dimostrandolo, non pretenderà mai che tu lo sappia fare o almeno non nelle conoscenze basilari.
2. La suddivisione in capitoli. Sinceramente trovo la disposizione del mio libro orrenda. Non ti permette di avere un buon quadro di insieme ma ripete e riprende i concetti nei vari capitoli creando solo sconpiglio
3. Le enormi risorse disponibili sul web. Tramite una breve ricerca trovai e stampai cerca 200 esercizi svolti sui vari tipi di limiti (furono di grande aiuto). L'insegnante non può dedicare metà lezione alla correzione di esercizi altrimenti si arriverebbe a fine anno con metà programma ancora da svolgere
4. Gli errori. Forse saranno nuove edizioni... mah spero possano rimediare per le generazioni future
5. Espansioni online. Non le voglio nemmeno commentare
In generale trovo molto più interessante navigare in internet, leggendo vari "articoli" sullo stesso argomento con la possibilità in qualsiasi momento di richiamare un concetto precedente. Mi sono ritrovato molte volte in classe a sentire dopo mesi qualche conseguenza di una cosa precedentemente vista che però il libro aveva deciso di non approfondire per non so quale oscuro motivo.
Fino a questo punto dell'anno avrò aperto il libro di matematica forse una decina di volte. Non perchè non abbia voglia di studiare (anzi) ma proprio perchè è controproducente. Vi illustrerò brevemente quello che voglio dire
1. Ogni buon insegnante dovrebbe dare un'esauriente spiegazione in classe, se si è attenti e si prendono appunti il libro può servire solo per puntualizzare qualcosa. Per capirci se il tuo insegnante ti spiega solo il teorema di La Grange non dimostrandolo, non pretenderà mai che tu lo sappia fare o almeno non nelle conoscenze basilari.
2. La suddivisione in capitoli. Sinceramente trovo la disposizione del mio libro orrenda. Non ti permette di avere un buon quadro di insieme ma ripete e riprende i concetti nei vari capitoli creando solo sconpiglio
3. Le enormi risorse disponibili sul web. Tramite una breve ricerca trovai e stampai cerca 200 esercizi svolti sui vari tipi di limiti (furono di grande aiuto). L'insegnante non può dedicare metà lezione alla correzione di esercizi altrimenti si arriverebbe a fine anno con metà programma ancora da svolgere
4. Gli errori. Forse saranno nuove edizioni... mah spero possano rimediare per le generazioni future
5. Espansioni online. Non le voglio nemmeno commentare
In generale trovo molto più interessante navigare in internet, leggendo vari "articoli" sullo stesso argomento con la possibilità in qualsiasi momento di richiamare un concetto precedente. Mi sono ritrovato molte volte in classe a sentire dopo mesi qualche conseguenza di una cosa precedentemente vista che però il libro aveva deciso di non approfondire per non so quale oscuro motivo.
Ciao Alex, grazie per l'intervento. Faccio alcune osservazioni, a difesa del libro, sui punti da te esposti:
1) sono d'accordo, ma il problema sta in quel condizionale "dovrebbe ". Non sempre il prof spiega e non sempre lo fa bene. In questi casi, il libro è una guida indispensabile.
2) non so che libro hai...in genere non è così
3) il web è una risorsa fantastica, ma bisogna sfruttarla con attenzione e senso critico, selezionando le fonti autorevoli: sai bene che si trovano tante porcherie. Un libro ti garantisce contenuti controllati e scritti da persone competenti.
4) nessuno è perfetto. Comunque, anche se qualche errore può esserci, non invalidano certo l'integrità dell'intero libro
5) tranne qualche eccezione, sono d'accordo con te.
In generale, la mia idea è che i libri di testo sono poco sfruttati, purtroppo. L'insegnante deve spiegare, certo, ma il testo va studiato e meditato a fondo, perché in genere permette un maggiore approfondimento e una maggiore organicità.
Ho inviato questo messaggio tramite smartphone. Scusatemi per eventuali refusi, mancanza di formattazione o eccessiva sintesi.
1) sono d'accordo, ma il problema sta in quel condizionale "dovrebbe ". Non sempre il prof spiega e non sempre lo fa bene. In questi casi, il libro è una guida indispensabile.
2) non so che libro hai...in genere non è così
3) il web è una risorsa fantastica, ma bisogna sfruttarla con attenzione e senso critico, selezionando le fonti autorevoli: sai bene che si trovano tante porcherie. Un libro ti garantisce contenuti controllati e scritti da persone competenti.
4) nessuno è perfetto. Comunque, anche se qualche errore può esserci, non invalidano certo l'integrità dell'intero libro
5) tranne qualche eccezione, sono d'accordo con te.
In generale, la mia idea è che i libri di testo sono poco sfruttati, purtroppo. L'insegnante deve spiegare, certo, ma il testo va studiato e meditato a fondo, perché in genere permette un maggiore approfondimento e una maggiore organicità.
Ho inviato questo messaggio tramite smartphone. Scusatemi per eventuali refusi, mancanza di formattazione o eccessiva sintesi.
"xAle":
Espansioni online. Non le voglio nemmeno commentare
Mi pare che il fronte "contro" le espansioni online e a favore del cartaceo sia compatto. Ma sono proprio così da buttare le espansioni digitali? Non ho mai sentito nessuno che le usa con profitto. Mi chiedo se sia per una scelta dell'insegnante, per una sorta di "tradizionalismo", di fedeltà al libro, o perché proprio non sono efficaci. Sono prodotti in via di sviluppo e sperimentazione: appunto, mi chiedo se si tratta di una sperimentazione destinata a fallire oppure se entreranno nella "cultura didattica". Ai posteri l'ardua sentenza.

io, in realtà, le espansioni on line le uso, soprattutto quelle del docente, ci sono approfondimenti, prove scritte, attività per il recupero. Non so esattamente che cosa c'è per gli studenti oltre a qualche esercizio, ma non ci faccio molto affidamento perché so che chi dovrebbe utilizzarle ha sempre la connessione che non va, il computer rotto, la stampante in disuso.
"mathbells":
In generale, la mia idea è che i libri di testo sono poco sfruttati, purtroppo. L'insegnante deve spiegare, certo, ma il testo va studiato e meditato a fondo, perché in genere permette un maggiore approfondimento e una maggiore organicità.
Non credo che chi produce i libri delle superiori abbia questo obiettivo in mente, altrimenti avrebbe la decenza di eliminare riquadrini, riquadretti, titolini e titoletti colorati e stampare in b/n... non so tu, ma io farei fatica a mantenere la concentrazione per ore su un libro tutto colorato... senza contare che questi elementi grafici inutili, uniti al tipo di carta, spesso rendono difficile evidenziare/appuntare a matita il libro. Un libro in bianco e nero magari sarà più triste, ma ha il vantaggio di essere più personalizzabile da parte dello studente e più neutro nella lettura. O forse ho gusti strani?

"friction":
Non credo che chi produce i libri delle superiori abbia questo obiettivo in mente, altrimenti avrebbe la decenza di eliminare riquadrini, riquadretti, titolini e titoletti colorati e stampare in b/n... non so tu, ma io farei fatica a mantenere la concentrazione per ore su un libro tutto colorato...
Io non mi trovo d'accordo. L'abbellimento grafico, anche attraverso il colore, non mi pare inversamente proporzionale alla qualità del contenuto, e non vedo come esso possa interferire negativamente con l'efficacia dell'esposizione. Anzi, pensa che mi stavo proprio chiedendo se i libri di matematica, anche per l'università, potrebbero essere migliorati attraverso un uso didattico e strategico del colore. Non intendo un uso "infantile" del colore, naturalmente; e didattico non vuol dire "per deficienti", ma semplicemente per chi apprende. Per fare un esempio, io nelle dimostrazioni a volte non trovo immediato riconoscere a colpo d'occhio termini equivalenti, e allora mi capita di colorarli, così quando ci torno sopra li ritrovo subito. O se sostituisco x a y, li coloro allo stesso o modo. Non è la stessa cosa che colorare il titolo (e comunque, non ci trovo niente di strano nell'"estetica" dell'impaginazione).
Insomma, non ci trovo nulla di "disonorevole" nell'utilizzare strategie di facilitazione all'apprendimento. In un certo senso apprezzo alcuni docenti americani, che non si "vergognano" di essere il più didattici possibile. Il non volerlo essere, a volte, lo trovo inutilmente snob (ora parlo in generale, non mi riferisco a questa discussione sulla grafica).
Ma ti deconcentra la distrazione estetica, o la trovi semplicemente inutile? da inutile a controproducente c'è un bell'abisso...
"jitter":
[quote="friction"] Non credo che chi produce i libri delle superiori abbia questo obiettivo in mente, altrimenti avrebbe la decenza di eliminare riquadrini, riquadretti, titolini e titoletti colorati e stampare in b/n... non so tu, ma io farei fatica a mantenere la concentrazione per ore su un libro tutto colorato...
... mi stavo proprio chiedendo se i libri di matematica, anche per l'università, potrebbero essere migliorati attraverso un uso didattico e strategico del colore. Non intendo un uso "infantile" del colore, naturalmente; e didattico non vuol dire "per deficienti", ma semplicemente per chi apprende. Per fare un esempio, io nelle dimostrazioni a volte non trovo immediato riconoscere a colpo d'occhio termini equivalenti, e allora mi capita di colorarli, così quando ci torno sopra li ritrovo subito. O se sostituisco x a y, li coloro allo stesso o modo. Non è la stessa cosa che colorare il titolo (e comunque, non ci trovo niente di strano nell'"estetica" dell'impaginazione).
Insomma, non ci trovo nulla di "disonorevole" nell'utilizzare strategie di facilitazione all'apprendimento. In un certo senso apprezzo alcuni docenti americani, che non si "vergognano" di essere il più didattici possibile. Il non volerlo essere, a volte, lo trovo inutilmente snob (ora parlo in generale, non mi riferisco a questa discussione sulla grafica).
Ma ti deconcentra la distrazione estetica, o la trovi semplicemente inutile? da inutile a controproducente c'è un bell'abisso...[/quote]
Io non sono uno studente, ma ho studiato, come uno studente, libri di matematica. Ma vale anche per altre materie. Per me i colori, la 'distrazione estetica', sono controproducenti. Hai una stimolazione visiva che interferisce con il tuo pensiero, provo le cose che dice friction. Una cosa è colorare le cose da sé, se lo si trova utile, una cosa è l'imposizione esterna. Ciò che leggo lo devo organizzare secondo i miei principi, non passivamente con i colori e i riquadretti stampati. Sono naturalmente cose soggettive. Io, paradossalmente, ho una memoria fortemente visiva, e il colore mi rende difficile, perché mi crea confusione, proprio quel memorizzare 'fotografando' la pagina, ciò che è scritto nella pagina, in primo luogo le formule.
"jitter":
Per fare un esempio, io nelle dimostrazioni a volte non trovo immediato riconoscere a colpo d'occhio termini equivalenti, e allora mi capita di colorarli, così quando ci torno sopra li ritrovo subito. O se sostituisco x a y, li coloro allo stesso o modo. Non è la stessa cosa che colorare il titolo (e comunque, non ci trovo niente di strano nell'"estetica" dell'impaginazione).
Penso che evidenziare, sottolineare, cerchiare e scrivere brevi appunti sia parte del processo di apprendimento: se qualcun altro lo fa al posto tuo tu sicuramente fai meno fatica, ma credo che facendo lo sforzo da te impari di più e meglio; in questo senso può essere anche controproducente. Poi comunque ognuno ha un modo di ragionare diverso, e avere i passaggi logici di un altro evidenziati graficamente sul libro potrebbe diventare anche molto fastidioso. Comunque di solito quando studio una dimostrazione mi doto di un foglio di carta (bianco) e lavoro su quello, al più se ci sono dei passaggi "scontati" per l'autore (di solito ce ne sono!) o punti che trovo particolarmente delicati mi scrivo un breve appunto accanto (da quel che ricordo molti editori dei licei usano una carta che sembra "plastificata" e risulta molto difficile scriverci sopra, oppure vedi punto ii. sotto).
"jitter":
Ma ti deconcentra la distrazione estetica, o la trovi semplicemente inutile?
- i. mi trovo meglio a leggere su bianco che su verde/giallo/rosa/azzurro;
ii. trovo scomodo evidenziare su uno sfondo già colorato, e se si scrive qualcosa a matita sullo sfondo colorato e poi si cancella di solito viene fuori una roba indecente

iii. se passi parecchie ore sopra a un libro tutto sfondini e titoletti colorati dopo un po' inizi a rotolare sul pavimento

(iv.) dal punto di vista estetico trovo molto più elegante il nero su bianco[nota]Dopotutto è un evergreen, non so se mi spiego


"friction":
e avere i passaggi logici di un altro evidenziati graficamente sul libro potrebbe diventare anche molto fastidioso
"gabriella127":
Hai una stimolazione visiva che interferisce con il tuo pensiero
"friction":
se passi parecchie ore sopra a un libro tutto sfondini e titoletti colorati dopo un po' inizi a rotolare sul pavimento
Allora mi sa che è davvero soggettivo. Io se i colori non li trovo utili non ci bado. Forse è per quello, allora, che entrando in casa dei miei non avevo notato il grosso albero di Natale proprio davanti a me

"friction":
sarò snob
hehe, è una cosa mooolto snob! o forse all'antica? reazionario? minimalista?