"Dio è un matematico"
Sto leggendo il libro "Dio è un matematico" di Mario Livio.
E' ben scritto, quando l'ho finito darò il giudizio finale.
E' ben scritto, quando l'ho finito darò il giudizio finale.
Risposte
lo voglio leggere!
"Je_tresor":
lo voglio leggere!
Lo consiglio anche per chi trova interesse per gli spunti filosofici..
Io non so se lo leggerò...però volevo farvi notare una differenza macroscopica tra la copertina inglese e quella italiana.
Pensate un pò al gioco delle sette differenze di un noto settimanale enigmistico...in questo caso però manca un solo simbolo
che cambia "leggermente" il senso della frase...
Qual è lo scopo secondo voi di questa scelta editoriale? Attirare più lettori religiosi piuttosto che agnostici/atei?
Mi piacerebbe sapere il vostro parere.
Mah...
Pensate un pò al gioco delle sette differenze di un noto settimanale enigmistico...in questo caso però manca un solo simbolo
che cambia "leggermente" il senso della frase...
Qual è lo scopo secondo voi di questa scelta editoriale? Attirare più lettori religiosi piuttosto che agnostici/atei?
Mi piacerebbe sapere il vostro parere.
Mah...

"Alien":
...
in questo caso però manca un solo simbolo
che cambia "leggermente" il senso della frase...
...
Forse il punto interrogativo... ?
Esatto!

"Alien":
Esatto!
Bè, era da aspettarselo!
Avran voluto risparmiare inchiostro nel rispetto del protocollo di Kyoto
Certo però che c'è differenza rispetto alla versione inglese; con quest'ultima si esprime un dubbio...con quella italiana una certezza.
Chissà ora se anche il contenuto del libro cambia...

Certo però che c'è differenza rispetto alla versione inglese; con quest'ultima si esprime un dubbio...con quella italiana una certezza.
Chissà ora se anche il contenuto del libro cambia...
Mi domando perché l'autore abbia accettato questo.
"Alien":
Avran voluto risparmiare inchiostro nel rispetto del protocollo di Kyoto![]()
Certo però che c'è differenza rispetto alla versione inglese; con quest'ultima si esprime un dubbio...con quella italiana una certezza.
Chissà ora se anche il contenuto del libro cambia...
In effetti il punto interrogativo mi sembrerebbe più opportuno!
"Fioravante Patrone":
Mi domando perché l'autore abbia accettato questo.
Dobbiamo vedere meglio: è una scelta che riguarda solo l'edizione italiana?
Mi domando perché l'autore abbia accettato questo.
Vero! Ma l'avranno interpellato e reso partecipe di una scelta simile?
Forse esagero ma dalla sola copertina del libro mi viene sempre più il sospetto che il nostro è un paese che ha solo certezze e sempre meno dubbi...forse è anche per questo che cresciamo poco e male...
E una scelta di mercato? Il ruolo del titolo è importante nel momento in cui si acquista il libro: esso è esplicativo e ci dice già qualocsa sul suo contenuto.
Per esempio franced l'avresti comprato con il titolo ben tradotto?
Gli ho mandato un mail. Vediamo se ci chiarisce il "mistero".
"Alien":
Per esempio franced l'avresti comprato con il titolo ben tradotto?
Certo, su questo non ho punti interrogativi..
"franced":
[quote="Alien"]
Per esempio franced l'avresti comprato con il titolo ben tradotto?
Certo, su questo non ho punti interrogativi..[/quote]
Ahahaha ottima risposta!
Intanto attendiamo risposte, facci sapere Fioravante!
Contrariamente alle mie aspettative, l'autore ha risposto alla mia mail.
Anche se non sa l'italiano [pensavo di sì, dal nome!], ha comunque compreso il sugo della discussione sul forum.
Riassumo e traduco.
Il vero significato del titolo originario (in inglese) è costituito dalle due domande:
- la matematica è una scoperta o una invenzione?
- come è successo che la matematica sia diventata così potente nello spiegare l'universo?
Lui nel titolo ci voleva il punto interrogativo.
Non è contento che il titolo italiano abbia perso il punto interrogativo, ma la casa editrice afferma che l'editore americano ha approvato il titolo.
Senza dubbio il titolo originale riflette molto meglio i contenuti del libro, ma a questo punto non può farci nulla col titolo italiano.
Spera che il libro sia stato comunque apprezzato (enjoyed).
Comunque, i miei vivissimi "complimenti" alla casa editrice Rizzoli per la "professionalità" e per il rispetto mostrato per le idee dell'autore.
Anche se non sa l'italiano [pensavo di sì, dal nome!], ha comunque compreso il sugo della discussione sul forum.
Riassumo e traduco.
Il vero significato del titolo originario (in inglese) è costituito dalle due domande:
- la matematica è una scoperta o una invenzione?
- come è successo che la matematica sia diventata così potente nello spiegare l'universo?
Lui nel titolo ci voleva il punto interrogativo.
Non è contento che il titolo italiano abbia perso il punto interrogativo, ma la casa editrice afferma che l'editore americano ha approvato il titolo.
Senza dubbio il titolo originale riflette molto meglio i contenuti del libro, ma a questo punto non può farci nulla col titolo italiano.
Spera che il libro sia stato comunque apprezzato (enjoyed).
Comunque, i miei vivissimi "complimenti" alla casa editrice Rizzoli per la "professionalità" e per il rispetto mostrato per le idee dell'autore.
"Comunque, i miei vivissimi "complimenti" alla casa editrice Rizzoli per la "professionalità" e per il rispetto mostrato per le idee dell'autore."
Mi meraviglio della tua meraviglia, le risposte che ha dato l'autore erano già implicite nel titolo: solo uno specchio per le allodole (forse è meglio per gli allocchi).
Vogliamo comprendere una volta per tutte che la stampa non ha alcuna attendibilità e che tutto si muove solo per denaro o interessi di parte, e che attualmente l’unico strumento valido (per chi non ha paraocchi e un po’ di elasticità mentale) è internet.
Mi meraviglio della tua meraviglia, le risposte che ha dato l'autore erano già implicite nel titolo: solo uno specchio per le allodole (forse è meglio per gli allocchi).
Vogliamo comprendere una volta per tutte che la stampa non ha alcuna attendibilità e che tutto si muove solo per denaro o interessi di parte, e che attualmente l’unico strumento valido (per chi non ha paraocchi e un po’ di elasticità mentale) è internet.
Non sono d'accordo con te (tanto per cambiare).
Non capisco perché parli di stampa. Qui si tratta di editoria.
E perché specchio per gli allocchi? E' evidente che normalmente un titolo viene concordato fra autore ed editore (ad esempio, la Kluwer mi chiese di modificare il titolo dei proceedings del convegno di GE del '98, in modo che comparisse "game theory"). E' anche chiaro che talvolta si cerca un titolo ad effetto. E sicuramente il titolo originale aveva anche questo scopo.
Non vedo però ragione di deformare così pesantemente un titolo in una traduzione: tra da "FP è un allocco?" e "FP è un allocco" c'è una differenza chiaramente percettibile.
Non credo, aggiungo, che l'autore non avesse voce in capitolo sul titolo. Se uno ne ha voglia, riesce a fare abbastanza rumore da dissuadere l'editore (soprattutto se si parla di traduzione) dal compiere una mistificazione simile.
Non capisco perché parli di stampa. Qui si tratta di editoria.
E perché specchio per gli allocchi? E' evidente che normalmente un titolo viene concordato fra autore ed editore (ad esempio, la Kluwer mi chiese di modificare il titolo dei proceedings del convegno di GE del '98, in modo che comparisse "game theory"). E' anche chiaro che talvolta si cerca un titolo ad effetto. E sicuramente il titolo originale aveva anche questo scopo.
Non vedo però ragione di deformare così pesantemente un titolo in una traduzione: tra da "FP è un allocco?" e "FP è un allocco" c'è una differenza chiaramente percettibile.
Non credo, aggiungo, che l'autore non avesse voce in capitolo sul titolo. Se uno ne ha voglia, riesce a fare abbastanza rumore da dissuadere l'editore (soprattutto se si parla di traduzione) dal compiere una mistificazione simile.
"Fioravante Patrone":
Contrariamente alle mie aspettative, l'autore ha risposto alla mia mail.
Anche se non sa l'italiano [pensavo di sì, dal nome!], ha comunque compreso il sugo della discussione sul forum.
Questa è proprio una cosa inaspettata.
Be', ovviamente da "Is God a mathematician?" a "God is a mathematician" c'e' una grande differenza.
Devo dire che in effetti avevo trovato strana un'affermazione filosoficamente cosi' perentoria come da titolo italiano: poco da matematico e da scienziato (a parte Zichichi
)
Mi spiace che si possano compiere simili giochetti. Spero che non si trovino simili alterazioni anche nella traduzione. Ad ogni modo io leggero' l'edizione inglese.


Mi spiace che si possano compiere simili giochetti. Spero che non si trovino simili alterazioni anche nella traduzione. Ad ogni modo io leggero' l'edizione inglese.
Contrariamente alle mie aspettative, l'autore ha risposto alla mia mail.
Anche se non sa l'italiano [pensavo di sì, dal nome!], ha comunque compreso il sugo della discussione sul forum.
Pensa che io mi sono accorto della differenza nella copertina proprio a causa di un "altro mistero":
sono entrato nel sito per sapere quale fosse il suo nome...giusto per capire se fosse mio omonimo o meno (e non l'ho nemmeno capito, ma penso sia Mario) e mi sono reso conto del titolo diverso...il resto è storia che già conosci.

Ti ringrazio per aver mandato l'email (io non l'avrei nemmeno potuto fare perchè il mio inglese è decisamente penoso).
Ti segnalo qui, pur andando fuori tema, che nella puntata di oggi a Radio3Scienza c'erano ospiti due colleghi a te molto vicini per i temi che tratti:
http://www.radio.rai.it/radio3/view.cfm?Q_EV_ID=280289 ...sicuramente domani se non stasera potrai già ascoltare qualcosa...anche se erano più che altro nozioni biografiche.
Tornando al libro sarebbe bene che chi facesse un'eventuale recensione magari per il giornale di matematicamente indicasse la scelta fatta dalla Rizzoli (meglio ancora se si possono effettuare confronti con la versione inglese).