Le domande che non so a chi porre...
Ciao! Sono un appassionato di scacchi, non classificato, non proprio principiante ma siamo lì, che ha deciso di dedicarsi al gioco con costanza. E difatti ho subito acquistato 24 libri di testo, italiani e stranieri. Scherzo. C'è la biblioteca di mio padre: 24 libri italiani e stranieri già sottolineati (così posso leggere subito le parti più importanti, senza perderci troppo tempo). Scherzo di nuovo. Cioè, è vero che ho un padre e che questo padre ha una discreta biblioteca scacchistica, ma non è vero che leggo i suoi libri, sono cose grosse. Calma: mio padre è vivo e vegeto. Se non pongo le domande a lui è perché sono decenni che non gioca più, lo batto facilmente (da ragazzo era seconda sociale). Comunque, chiacchiere a parte (sono logorroico), vi spiego i miei problemi.
1) Mi sono scocciato di giocare contro Chessmaster. Odio Josh anni 8 (1600), ogni tanto vinco, ma ci mette troppo tempo per pensare già alla terza mossa, mi deconcentra e mi induce all'errore. Mi sono scocciato anche di schacchisti.it, tutti giocano al massimo a 15 minuti e questo non mi aiuta a migliorare. Sì, a volte faccio belle partite, ma è una specie di gioco d'azzardo, comincio a pensare più al punteggio che al gioco. VOGLIO TESSERARMI E FARE I TORNEI, così posso fissarmi su un punteggio vero! No, scherzo. Mi voglio tesserare per vivere l'esperienza dei tornei, ma soprattutto per fare un patto con me stesso: se spendo i soldi per la tessera non mollo tutto tra un mese come è successo spesso in passato. Bene: vivo a Bergamo ma l'estate sono a Bari (dove sono nato). A Bari l'accademia non esiste più. Ma un responsabile mi ha detto che tesserandomi a Bari posso partecipare a qualsiasi torneo. DOMANDA: che tessera devo sottoscrivere? DOMANDA: una volta fatta la tessera, che cosa sono di fatto? DOMANDA: i tornei per non classificati ci sono spesso? DOMANDA: con che punteggio elo mi presenterei al primo torneo? DOMANDA: come funziona la scalata all'elo? Ossia, qual è il rapporto vittoria-punto, patta-punto, sconfitta-punto (non è che sto già pensando ai punti, però dai, è innegabile che il fatto di avere un punteggio da coltivare con amore è cosa attraente) -----> INSOMMA: io tutte queste cose non le so e non so a chi cacchio chiederle.
2) Veniamo al discorso tecnico. Ho deciso di approndire le aperture. Ho comprato il libro di Pantaleoni. Veramente ben fatto. Non mangerò per una settimana per via dei 34 euro ma fa niente, per gli scacchi questo e basta (anche perché solo un mese fa ho comprato Vincere con la spagnola di Kasparov che propone le varianti quasi sempre dopo le prime 7 mosse: E IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE è PROPRIO QUESTO!). Ma procedo con ordine: come dice il caro Pantaleoni, ho scelto una apertura: l'Italiana (in realtà l'autore consiglia un'apertura a piacere in base allo stile, possibilmente non particolaramente ricca di varianti e sottovarianti; ma io non sapevo comunque che scegliere, e alla fine ha vinto il patriottismo). Sull'italiana il volume è molto chiaro. In effetti le varianti che propone sono essenzialmente due: o difendo lo scacco col cavallo (dando luogo a tutto l'ambaradan che conduce a quella fighissima colonna con due torri e la donna), oppure con l'alfiere. Conscio, anzi, pseudoconscio che si tratti dei botta e risposta più corretti, mi chiedo: MA CHE SUCCEDE QUANDO IO PARTO CONVINCO DI GIOCARE L'ITALIANA E UNO MI GIOCA 1...c5? ----> Pantaleoni dice: non imparate a memoria ma capite l'idea dietro l'apertura. Io mi metto sull'attenti e dico va bene. Ma se uno mi risponde 1...c5 (oppure anziché 3...Ac5 un'altra cosa) io devo sempre perseguire l'idea che c'è dietro l'italiana (ossia puntare a un rapido avanzamento verso il centro, che mi dovrebbe consentire uno sviluppo dei pezzi più agevole e il controllo del gioco)? E, indifferentemente che si risponda sì o no a questa domanda, ha ancora senso parlare di apertura italiana? INSOMMA: da bravi vecchi volponi super forti quali siete (lo so perché ogni tanto vi leggo), ma per non farvi arrossire riformulo dicendo: da semplici giocatori un tempo principianti ora più preparati ma comunque consapevoli dell'impossibilità di non avere dubbi quali siete, avrete certamente capito la tipologia di ostacolo che sto incontrando nello studio dell'apertura.
Per ora mi fermo qui perché mi sono scordato le altre cose. Spero di cuore che saprete aiutarmi, ho davvero voglia di migliorarmi, con impegno e pazienza, ma da solo o con quel dannato Josh anni 8 punti 1600 (che peraltro non parla!) sento di non potercela fare.
Mi aiutate?
1) Mi sono scocciato di giocare contro Chessmaster. Odio Josh anni 8 (1600), ogni tanto vinco, ma ci mette troppo tempo per pensare già alla terza mossa, mi deconcentra e mi induce all'errore. Mi sono scocciato anche di schacchisti.it, tutti giocano al massimo a 15 minuti e questo non mi aiuta a migliorare. Sì, a volte faccio belle partite, ma è una specie di gioco d'azzardo, comincio a pensare più al punteggio che al gioco. VOGLIO TESSERARMI E FARE I TORNEI, così posso fissarmi su un punteggio vero! No, scherzo. Mi voglio tesserare per vivere l'esperienza dei tornei, ma soprattutto per fare un patto con me stesso: se spendo i soldi per la tessera non mollo tutto tra un mese come è successo spesso in passato. Bene: vivo a Bergamo ma l'estate sono a Bari (dove sono nato). A Bari l'accademia non esiste più. Ma un responsabile mi ha detto che tesserandomi a Bari posso partecipare a qualsiasi torneo. DOMANDA: che tessera devo sottoscrivere? DOMANDA: una volta fatta la tessera, che cosa sono di fatto? DOMANDA: i tornei per non classificati ci sono spesso? DOMANDA: con che punteggio elo mi presenterei al primo torneo? DOMANDA: come funziona la scalata all'elo? Ossia, qual è il rapporto vittoria-punto, patta-punto, sconfitta-punto (non è che sto già pensando ai punti, però dai, è innegabile che il fatto di avere un punteggio da coltivare con amore è cosa attraente) -----> INSOMMA: io tutte queste cose non le so e non so a chi cacchio chiederle.
2) Veniamo al discorso tecnico. Ho deciso di approndire le aperture. Ho comprato il libro di Pantaleoni. Veramente ben fatto. Non mangerò per una settimana per via dei 34 euro ma fa niente, per gli scacchi questo e basta (anche perché solo un mese fa ho comprato Vincere con la spagnola di Kasparov che propone le varianti quasi sempre dopo le prime 7 mosse: E IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE è PROPRIO QUESTO!). Ma procedo con ordine: come dice il caro Pantaleoni, ho scelto una apertura: l'Italiana (in realtà l'autore consiglia un'apertura a piacere in base allo stile, possibilmente non particolaramente ricca di varianti e sottovarianti; ma io non sapevo comunque che scegliere, e alla fine ha vinto il patriottismo). Sull'italiana il volume è molto chiaro. In effetti le varianti che propone sono essenzialmente due: o difendo lo scacco col cavallo (dando luogo a tutto l'ambaradan che conduce a quella fighissima colonna con due torri e la donna), oppure con l'alfiere. Conscio, anzi, pseudoconscio che si tratti dei botta e risposta più corretti, mi chiedo: MA CHE SUCCEDE QUANDO IO PARTO CONVINCO DI GIOCARE L'ITALIANA E UNO MI GIOCA 1...c5? ----> Pantaleoni dice: non imparate a memoria ma capite l'idea dietro l'apertura. Io mi metto sull'attenti e dico va bene. Ma se uno mi risponde 1...c5 (oppure anziché 3...Ac5 un'altra cosa) io devo sempre perseguire l'idea che c'è dietro l'italiana (ossia puntare a un rapido avanzamento verso il centro, che mi dovrebbe consentire uno sviluppo dei pezzi più agevole e il controllo del gioco)? E, indifferentemente che si risponda sì o no a questa domanda, ha ancora senso parlare di apertura italiana? INSOMMA: da bravi vecchi volponi super forti quali siete (lo so perché ogni tanto vi leggo), ma per non farvi arrossire riformulo dicendo: da semplici giocatori un tempo principianti ora più preparati ma comunque consapevoli dell'impossibilità di non avere dubbi quali siete, avrete certamente capito la tipologia di ostacolo che sto incontrando nello studio dell'apertura.
Per ora mi fermo qui perché mi sono scordato le altre cose. Spero di cuore che saprete aiutarmi, ho davvero voglia di migliorarmi, con impegno e pazienza, ma da solo o con quel dannato Josh anni 8 punti 1600 (che peraltro non parla!) sento di non potercela fare.
Mi aiutate?

Risposte
"salvatelefochedelmadagasc":Ehm, semmai non ha la sede.
A Bari l'accademia non esiste più.
... che tessera devo sottoscrivere?Quella della Federazione Scacchistica Italiana (FSI).
... i tornei per non classificati ci sono spesso?Abbastanza spesso che io sappia, controlla i calendari.
... con che punteggio elo mi presenterei al primo torneo?Non classificato: non ha senso parlare di punteggio Elo.
... come funziona la scalata all'elo?Vedi sopra: è un po' prestino se sei NC.
MA CHE SUCCEDE QUANDO IO PARTO CONVINCO DI GIOCARE L'ITALIANA E UNO MI GIOCA 1...c5?Hai detto di voler studiare seriamente: benissimo, studia la Siciliana.
... quel dannato Josh anni 8 punti 1600 ...


Ciao Rggb, ti ringrazio di cuore per avermi risposto. Sei stato cortesissimo. Posso però approfittare della tua gentilezza? Su un paio di punti sei stato un po' troppo sintetico. Lo so, lo hai fatto per dirmi "Ehi, bello, vacci piano; hai appena cominciato e già parli di eli senza peli sulla lingua". -----> In verità non è proprio così. Gioco a scacchi da quando avevo pochi anni, ultimamente ho solo deciso di tesserarmi. Ho chiesto dei punteggi perché - indipendentemente dal mio attuale livello - mi interessa conoscere quelle dinamiche: non so niente a riguardo.
Sulla Siciliana, ok, posso studiarla. Ma Pantaleoni dice di scegliere inizialmente un'apertura d'attacco e una di difesa. Poniamo che avessi scelto l'apertura italiana e la difesa francese, che succede quando gioco la prima e mi si risponde con 1...c5? Ora sono serio e ti prego di avere un po' di pazienza e di non inquietarti. E ti prego anche di non essere cattivo perché sono fragile. Voglio dire, hai capito qual è il mio problema? Gioco l'Italiana consapevole di dovermi espandere progressivamente verso il centro, mi si risponde con 1...c5 e che faccio? Contro quell'abominevole essere telematico che risponde al nome di Chessmaster, nella sua insopportabile veste di fanciullo ottenne meditabondo (sto naturalmente parlando di Josh anni 8 punti 1600) ho addirittura abbandonato per disperazione dopo 1. e5,c5.
Poi, già che ci sono, ti chiedo un'altra cosa: come faccio a giocare centinaia di volte un'apertura (per padroneggiarla) se questa apertura si concretizza alla quarta mossa (1.e4 2.Cf3 3.Ac4 4.c3) e l'avversario - con una qualsiasi altra mossa rispetto a quelle canoniche previste dal manuale - mi impedisce di arrivare a 4.c3? Mi spiego?
Grazie ancora. Sull'accademia barese, ti pare niente? So bene che in teoria esiste ancora, ma ti assicuro che è come se fosse scomparsa del tutto. Sono mesi che non ha sede, al telefono della segreteria non risponde mai nessuno e via mail manco a parlarne. Diciamo che esiste come esiste il chupacabra.
ps: grazie
Sulla Siciliana, ok, posso studiarla. Ma Pantaleoni dice di scegliere inizialmente un'apertura d'attacco e una di difesa. Poniamo che avessi scelto l'apertura italiana e la difesa francese, che succede quando gioco la prima e mi si risponde con 1...c5? Ora sono serio e ti prego di avere un po' di pazienza e di non inquietarti. E ti prego anche di non essere cattivo perché sono fragile. Voglio dire, hai capito qual è il mio problema? Gioco l'Italiana consapevole di dovermi espandere progressivamente verso il centro, mi si risponde con 1...c5 e che faccio? Contro quell'abominevole essere telematico che risponde al nome di Chessmaster, nella sua insopportabile veste di fanciullo ottenne meditabondo (sto naturalmente parlando di Josh anni 8 punti 1600) ho addirittura abbandonato per disperazione dopo 1. e5,c5.
Poi, già che ci sono, ti chiedo un'altra cosa: come faccio a giocare centinaia di volte un'apertura (per padroneggiarla) se questa apertura si concretizza alla quarta mossa (1.e4 2.Cf3 3.Ac4 4.c3) e l'avversario - con una qualsiasi altra mossa rispetto a quelle canoniche previste dal manuale - mi impedisce di arrivare a 4.c3? Mi spiego?
Grazie ancora. Sull'accademia barese, ti pare niente? So bene che in teoria esiste ancora, ma ti assicuro che è come se fosse scomparsa del tutto. Sono mesi che non ha sede, al telefono della segreteria non risponde mai nessuno e via mail manco a parlarne. Diciamo che esiste come esiste il chupacabra.
ps: grazie

"salvatelefochedelmadagasc":
... lo hai fatto per dirmi "Ehi, bello, vacci piano; hai appena cominciato e già parli di eli senza peli sulla lingua".
Per niente: il fatto è che appunto per poter cominciare a calcolare punteggi devi superare le categorie nazionali. Ora cià normalmente avviene facendo punteggio utile in vari tornei validi per tali categorie a livello FSI/FIDE, o anche tornei Open dove sono previste promozioni. Solo quando diventi candidato maestro ha senso parlare di punteggio Elo.
Quindi: non dubito della tua bravura, ma devi fare almeno 4/5 tornei con punteggio utile; ne riparliamo fra qualche settimana, ok?

"salvatelefochedelmadagasc":
mi interessa conoscere quelle dinamiche: non so niente a riguardo.
Il meccanismo non lo conosco perfettamente nemmeno io - sono troppo scarso. Essenzialmente se il punteggio di un giocatore A è maggiore di quello del giocatore B ci si "aspetta" che A vinca più o meno proporzionalmente alla differenza di punteggio fra i due. Il regolamento esatto lo trovi sul sito della FSI e della FIDE.
"salvatelefochedelmadagasc":
... scegliere inizialmente un'apertura d'attacco e una di difesa.
Per uno che veramente è un principiante, nel senso che ha imparato le regole l'altro ieri, può anche andare bene: è utile anche come metodo per imparare lo "spirito" dell'apertura e quindi capire le tattiche che ci sono dietro, per evitare errori grossolani.
Ma se cominci a giocare davvero, imparare almeno le basi delle aperture più comuni - o comunemente giocate, fa lo stesso - diventa essenziale per arrivare a dei risultati.
"salvatelefochedelmadagasc":
Sull'accademia barese, ti pare niente? So bene che in teoria esiste ancora, ma ti assicuro che è come se fosse scomparsa del tutto.
Ma ti puoi spostare? Credo a Barletta ci sia un circolo... Frequenti l'università? In genere c'è sempre qualcuno che gioca - al 99% sono a matematica.
Altrimenti ci sono sempre i tornei online, come quello di matematicamente.it dove il tempo di risposta "lungo" è prassi comune, quasi come i vecchi tornei per corrispondenza.

ciao salvatelefochedelmadagasc,
per quanto riguarda l'elo puoi trovare le risposte su http://www.federscacchi.it/str_faq.php
In pratica al tuo primo torneo ti viene assegnato un punteggio iniziale , credo sia 1440 punti che poi in base ai risultati in quel torneo e ai punteggi elo degli avversari incontrati verrà aggiornato con le solite regole di calcolo. Quindi se incontri un 1500 e pareggi o vinci guadagni dei punti mentre se incontri un 1400 e pareggi o vineni sconfitto perdi dei punti.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, la risposta è già più difficile.
Non basta studiare l'italiana, dovresti provare a dare un'occhiata a tutte le aperture che si potranno originare con 1. e4 qualche partita con 1...c5 , 1...e6 , 1...d6, 1...Cf6 , 1...d5. Se studi solo la variante dell'Italiana con 4.c3 ti troverai spiazzato anche con un giocatore che ti risponderà a 1.e4 con 1...a5. E poi specializzarti in un paio di aperture col Bianco e col Nero.
Il vero problema è capire cosa bisogna fare in apertura. I dogmi dei classici (lasker, tarrasch, steinitz) vanno benissimo: occupare il centro, sviluppare i pezzi e ricatturare coi pedoni verso il centro, non muovere due volte lo stesso pezzo prima di aver completato lo sviluppo, ecc.
Ovviamente non puoi avere tutto e subito. Gioca , gioca e gioca: on line. per corrispondenza, a tavolino, al circolo e da ogni sconfitta (perchè arriveranno) cerca di capirne il motivo.
Col tempo e quello dipende dalla tua costanza e dal talento migliorerai.
In bocca al lupo!
per quanto riguarda l'elo puoi trovare le risposte su http://www.federscacchi.it/str_faq.php
In pratica al tuo primo torneo ti viene assegnato un punteggio iniziale , credo sia 1440 punti che poi in base ai risultati in quel torneo e ai punteggi elo degli avversari incontrati verrà aggiornato con le solite regole di calcolo. Quindi se incontri un 1500 e pareggi o vinci guadagni dei punti mentre se incontri un 1400 e pareggi o vineni sconfitto perdi dei punti.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, la risposta è già più difficile.
Non basta studiare l'italiana, dovresti provare a dare un'occhiata a tutte le aperture che si potranno originare con 1. e4 qualche partita con 1...c5 , 1...e6 , 1...d6, 1...Cf6 , 1...d5. Se studi solo la variante dell'Italiana con 4.c3 ti troverai spiazzato anche con un giocatore che ti risponderà a 1.e4 con 1...a5. E poi specializzarti in un paio di aperture col Bianco e col Nero.
Il vero problema è capire cosa bisogna fare in apertura. I dogmi dei classici (lasker, tarrasch, steinitz) vanno benissimo: occupare il centro, sviluppare i pezzi e ricatturare coi pedoni verso il centro, non muovere due volte lo stesso pezzo prima di aver completato lo sviluppo, ecc.
Ovviamente non puoi avere tutto e subito. Gioca , gioca e gioca: on line. per corrispondenza, a tavolino, al circolo e da ogni sconfitta (perchè arriveranno) cerca di capirne il motivo.
Col tempo e quello dipende dalla tua costanza e dal talento migliorerai.
In bocca al lupo!
Un commento spassionato: i finali sono di gran lunga più importanti delle aperture.
C'è una frase la cui validità si è dimostrata vera con l'esperienza (non ricordo chi la disse): "chi studia le aperture impara a giocare le aperture, chi studia i finali impara a giocare a scacchi". Detto altrimenti: l'inizio della partita si può vedere come un finale di estrema complessità, e i principi che se ne possono trarre derivano dalle posizioni che causano. Portando questo alle estreme conseguenze uno si rende conto che per lo meno non ha senso studiare prima le posizioni complicate e poi quelle lineari. Insomma, all'inizio della partita ci sono troppi pezzi per capirci qualcosa!
C'è una frase la cui validità si è dimostrata vera con l'esperienza (non ricordo chi la disse): "chi studia le aperture impara a giocare le aperture, chi studia i finali impara a giocare a scacchi". Detto altrimenti: l'inizio della partita si può vedere come un finale di estrema complessità, e i principi che se ne possono trarre derivano dalle posizioni che causano. Portando questo alle estreme conseguenze uno si rende conto che per lo meno non ha senso studiare prima le posizioni complicate e poi quelle lineari. Insomma, all'inizio della partita ci sono troppi pezzi per capirci qualcosa!

anche perchè è inutile giocare a teorico fino alle 15esima mossa per poi non saper dar matto con re e torre contro re.
I matti da imparare, in ordine:
_Re e Donna contro Re
_Re e Torre contro Re
_Re e Pedone contro Re (sapere quando è patto e regola opposizione)
_Re e Due alfieri contro Re
I matti da imparare, in ordine:
_Re e Donna contro Re
_Re e Torre contro Re
_Re e Pedone contro Re (sapere quando è patto e regola opposizione)
_Re e Due alfieri contro Re
Sicuramente la propria preparazione non può esulare dalla conoscenza dei finali elementari , ma neanche dalle aperture. Anche perchè da questa fase iniziano tutte le partite , mentre solo una percentuale arriva al finale.
Questo non vuol dire studiare mnemonicamente tutte le possibili varianti, ma sapere cosa fare.
Per ciò, sicuramente meglio un libro completo degli scacchi (tipo il trattato di scacchi di Euwe o apertura, mediogioco e finale di Pachman per citare alcuni dei classici adatti ai principianti e non solo) che monografie di aperture che sono già obselete al momento di andare in stampa.
Quindi, a scanso di equivoci, è inutile sapere a memoria tutta una variante dell'italiana!
Sui finali poi, occhio. La scarsità del materiale non vuol dire che siano semplici.
Per esempio Bianco: Re in d1 e pedone in b4, Nero: Re in f8. Mossa al Bianco che vince.
Se uno non sa cosa fare non vincerà punto e basta.
E' quindi giusto studiare anche i finali , ma non solo quelli.
A mio avviso , bisogna avere prima di tutto uno sguardo di insieme e poi particolareggiare la propria preparazione.
Questo non vuol dire studiare mnemonicamente tutte le possibili varianti, ma sapere cosa fare.
Per ciò, sicuramente meglio un libro completo degli scacchi (tipo il trattato di scacchi di Euwe o apertura, mediogioco e finale di Pachman per citare alcuni dei classici adatti ai principianti e non solo) che monografie di aperture che sono già obselete al momento di andare in stampa.
Quindi, a scanso di equivoci, è inutile sapere a memoria tutta una variante dell'italiana!
Sui finali poi, occhio. La scarsità del materiale non vuol dire che siano semplici.
Per esempio Bianco: Re in d1 e pedone in b4, Nero: Re in f8. Mossa al Bianco che vince.
Se uno non sa cosa fare non vincerà punto e basta.
E' quindi giusto studiare anche i finali , ma non solo quelli.
A mio avviso , bisogna avere prima di tutto uno sguardo di insieme e poi particolareggiare la propria preparazione.
si risolve facilmente, basta sapere la regola dell'opposizione. Secondo me è del tutto inutile prepararsi a studiare un'apertura se non si sanno vincere i finali che ho elencato sopra. Tu li sai giocare?
"Secchi":Beh, non mi pare di aver detto che sono semplici. Il punto è che sono molto più comprensibili delle aperture, e per "comprensibili" intendo in modo esaustivo, non "a occhio". L'apertura dipende dalla particolare disposizione dei pezzi sulla prima e l'ottava linea, il finale no, il finale è "scacchi puri".
Sui finali poi, occhio. La scarsità del materiale non vuol dire che siano semplici.
Mentre l'apertura finisce, il finale "c'è sempre", nel senso che ovviamente non si può sapere a priori se la partita si concluderà al finale o prima, e quindi in ogni momento bisogna "buttare l'occhio" verso il finale. Per come la vedo io la valutazione di ogni posizione "tranquilla" (per esempio, la posizione risultante da una lunga combinazione) si basa principalmente sul decidere quanti finali (tra quelli che vedo essere possibili) mi posso permettere. Per esempio se io ho due pedoni doppiati e lui ha tutti i pedoni belli uniti in molte circostanze mi sarà proibitivo andare al finale.
Questo significa semplicemente che varrà la pena studiare intensivamente le aperture come preparazione al torneo solo finché gli scacchi non verranno sostituiti dal 960 (questo), che ritengo un gioco abbastanza più sano. E fino ad allora sarà necessario farlo, se non altro per la semplice ragione che altrimenti non si inizia a giocare nemmeno.
Ma veramente mi volete far credere che per giocare a scacchi basti studiare i finali? Per giocare sicuramente si , ma non per farlo bene!
La mia poi era una risposta a chi chiedeva se andava bene studiare l'italiana.
Ovviamente, non va bene perchè soprattutto nella prima fase non si può tralasciare nessun aspetto.
Non si può saltare a piè pari lo studio dell'apertura, soprattutto per chi ha deciso, come salvatelefochedelmadagasc
di iscriversi a dei tornei a tavolino.
Quindi se si capisce cosa fare (ribadisco non studio mnemonico delle varianti) saprà cosa fare qualunque sia la scelta dell'avversario o anche giocando a chess960.
Io non mi sento di suggerire ad un principiante di studiare solo i finali. Non si può imparare a giocare a scacchi solo da quelli, perchè i principi che li regolano sono ben differenti rispetto a quelli che si applicano in apertura e nel mediogioco.
Mi sembra poi un po' troppo avanzato parlare della scelta del piano che deve tener conto anche di eventuali difetti della struttura pedonale.
Ps per nato_pigro, si, io li so giocare
L'esempio è semplice, se uno sa cosa fare (appunto!) .
La mia poi era una risposta a chi chiedeva se andava bene studiare l'italiana.
Ovviamente, non va bene perchè soprattutto nella prima fase non si può tralasciare nessun aspetto.
Non si può saltare a piè pari lo studio dell'apertura, soprattutto per chi ha deciso, come salvatelefochedelmadagasc
di iscriversi a dei tornei a tavolino.
Quindi se si capisce cosa fare (ribadisco non studio mnemonico delle varianti) saprà cosa fare qualunque sia la scelta dell'avversario o anche giocando a chess960.
Io non mi sento di suggerire ad un principiante di studiare solo i finali. Non si può imparare a giocare a scacchi solo da quelli, perchè i principi che li regolano sono ben differenti rispetto a quelli che si applicano in apertura e nel mediogioco.
Mi sembra poi un po' troppo avanzato parlare della scelta del piano che deve tener conto anche di eventuali difetti della struttura pedonale.
Ps per nato_pigro, si, io li so giocare

L'esempio è semplice, se uno sa cosa fare (appunto!) .
Secchi, credo che ci siamo capiti un po' male.
Io non sostengo che basti studiare i finali per saper giocare a scacchi. Dico semplicemente che studiare i finali è più importante che studiare le aperture. Questo perché i finali permettono di conoscere i movimenti dei pezzi e abituarcisi in modo molto più efficace che le aperture (dato che in apertura ogni pezzo ha per forza di cose meno possibilità di movimento). Un principiante secondo me non dovrebbe studiare le aperture. Dovrebbe imparare principi generali quali il controllo del centro, lo sviluppo dei pezzi, l'arrocco ed eventualmente altre sottigliezze, ma uno studio più approfondito andrebbe per lo meno posticipato.
Ho fatto l'esempio della struttura pedonale per sostenere la tesi che i finali sono inevitabili dal pensiero in ogni fase della partita. I finali "non finiscono"
Io non sostengo che basti studiare i finali per saper giocare a scacchi. Dico semplicemente che studiare i finali è più importante che studiare le aperture. Questo perché i finali permettono di conoscere i movimenti dei pezzi e abituarcisi in modo molto più efficace che le aperture (dato che in apertura ogni pezzo ha per forza di cose meno possibilità di movimento). Un principiante secondo me non dovrebbe studiare le aperture. Dovrebbe imparare principi generali quali il controllo del centro, lo sviluppo dei pezzi, l'arrocco ed eventualmente altre sottigliezze, ma uno studio più approfondito andrebbe per lo meno posticipato.
Ho fatto l'esempio della struttura pedonale per sostenere la tesi che i finali sono inevitabili dal pensiero in ogni fase della partita. I finali "non finiscono"

"Martino":
SUn principiante secondo me non dovrebbe studiare le aperture. Dovrebbe imparare principi generali quali il controllo del centro, lo sviluppo dei pezzi, l'arrocco ed eventualmente altre sottigliezze, ma uno studio più approfondito andrebbe per lo meno posticipato.
Quoto e aggiungo che se sei un principiante lasci i pezzi in presa, e lo fai, non c'è santo che tenga, altrimenti non sei un principiate e sei una terza nazionale. Ora riuscite a dirmi a cosa serve sapere come sviluppare i pezzi su certe linee della siciliana se una volta che li hai posizionati bene te li mangiano? Oltre al concetto generale dello sviluppo a un principiante non serve nient'altro, gli serve giocare tanto, lasciare pezzi in presa, mangiare pezzi in presa dell'avversario e arrivare ad avere una torre in più e saper dare matto. Se non sai concludere hai vanificato tutto, ti manca la soddisfazione di vincere e ti arrabbi perchè hai una torre in più ma non serve a niente.
In sostanza: non serve leggere "Il mio sistema" se non sai dare matto con la torre.
Martino:
Secchi, credo che ci siamo capiti un po' male.
Si infatti

Il tuo ultimo post è condivisibile.
Ma toglietemi una curiosità: i concetti generali delle aperture da dove li tiri fuori, dai finali?
Io concordo che bisogna sapere i finali elementari e ripeto per l'ennesima volta nessuno ha parlato di studiare le varianti ma di imparare i concetti generali. Per cui leggete il "mio sistema" che vi farà senz'altro bene!
"Secchi":Non tutti, ma molti. Per esempio:
Ma toglietemi una curiosità: i concetti generali delle aperture da dove li tiri fuori, dai finali?
- Se lasci un pedone arretrato su colonna semi-aperta e lui ha ancora le torri non potrai praticamente più cambiare neanche un pezzo.
- Nella siciliana-dragone se sei il bianco non ti conviene in generale cambiare il tuo alfiere camposcuro con un cavallo o con l'alfiere campochiaro, perché spesso poi perdi il finale sulle case nere.
- Nell'est-indiana se sei il nero tipicamente ti trovi col pedone d6 debole e attaccabile, quindi non ti conviene entrare in nessun tipo di finale se prima non ti crei un controgioco credibile.
- in generale nella siciliana il nero può permettersi molti finali, infatti ha una struttura pedonale solida e senza falle, a differenza del bianco che spesso - soprattutto in presenza di arrocchi eterogenei - spingerà molti pedoni molto a fondo, rendendo discutibile l'entrata nella maggior parte dei finali. In generale credo sia vero che i finali che scaturiscono dalla siciliana sono statisticamente per la maggior parte non sfavorevoli al nero. Parlo di partite di livello magistrale naturalmente.
- Sarà trito come argomento, ma ricorderei che una qualsiasi doppiatura di pedoni costituisce potenzialmente un finale inferiore, per esempio nella spagnola dopo 1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ab5 a6 4.Axc6 dxc6 se togliamo tutti i pezzi lasciando solo i pedoni e i re il nero ha un finale perso, quindi dopo tali mosse dovremmo assistere a una partita in cui il nero cercherà l'attività e il bianco starà forse più tranquillo concedendosi volentieri l'opzione di cambiare pezzi.
Potrei andare avanti, eh

Le cose che dici sono sacrosante ma non c'entrano niente con un principiante!
"Secchi":
Io concordo che bisogna sapere i finali elementari e ripeto per l'ennesima volta nessuno ha parlato di studiare le varianti ma di imparare i concetti generali. Per cui leggete il "mio sistema" che vi farà senz'altro bene!
Ma quello che dici è senza sostanza: è ovvio che è meglio studiare i finali elementari e le aperture e il mediogioco e i tatticismi piuttosto che non studiare niente, ma ci sono delle priorità, è questo che -parlo per me- sto cercando di evidenziare.
Leggere "il mio sistema" se lasci pezzi sotto sono parole al vento. Gioca tanto, impara a dare matto con la torre e gioca ancora. Concludere una partita è fondamentale nell'apprendimento, più fondamentale che sapere che il cavallo è meglio svilupparlo in c3 piuttosto che in a3.
Quando tempo ci metto ad imparare a dare il matto con la torre.
E dopo cosa faccio?
Ma va là!
E dopo cosa faccio?
Ma va là!
Secchi,
"Secchi":Lo so bene, infatti non parlavo di principianti, stavo rispondendo a questa tua domanda (che da come e' formulata ha carattere generale):
Le cose che dici sono sacrosante ma non c'entrano niente con un principiante!
"Secchi":
i concetti generali delle aperture da dove li tiri fuori, dai finali?
"Secchi":
Quando tempo ci metto ad imparare a dare il matto con la torre.
E dopo cosa faccio?
Ma va là!
Non mi sembri disposto a discutere... ovviamente il matto con la torre è solo un esempio, parlavo di molti altri tipi di finali, vatteli a leggere, quando uno li sa giocare potrà leggersi "il mio sistema". Non ti pare?
La domanda era di carattere generale ma ovviamente riferita al principiante.
Si sta parlando, o perlomeno il sottoscritto, di come possa un principiante prepararsi per un torneo.
Senza sapere leggere e scrivere non si può pensare di essere in grado di scrivere un libro.
Per cui senza conoscere l'ABC nelle tre fasi della partita non si può giocare una partita a scacchi.
Quindi si ha la necessità di conoscere anche i principi generali dell'apertura, che non si possono trarre dal finale, in quanto sono ben differenti.
Quelli dell'apertura, sono ad esempio il controllo del centro, lo sviluppo dei pezzi, la sicurezza del Re, la comunicazione dei pezzi pesanti, ecc. Non se è giusto o sbagliare entrare in finale o rimanere nel mediogicoco.
Che poi le scelte dell'apertura si ripercuoteranno sul mediogioco e poi sul finale è ovvio, ma non si può parlare di strategia ad un principiante.
Solo dopo che ha superato questa prima fase allora sarà possibile per esempio vedere le interazioni fra le fasi. Ed è naturale poi che più la forza di gioco cresce, più difficile sarà soverchiare il proprio avversario, la partita si allungherà ed acquisirà sempre più importanza il finale.
Quindi prendete un bel libro di carattere generale, dove siano inserite le tre fasi della partita e poi giocate, giocate. Annotate le partite e riguardatele, cercando di capire i motivi dell'eventuale sconfitta.
Si sta parlando, o perlomeno il sottoscritto, di come possa un principiante prepararsi per un torneo.
Senza sapere leggere e scrivere non si può pensare di essere in grado di scrivere un libro.
Per cui senza conoscere l'ABC nelle tre fasi della partita non si può giocare una partita a scacchi.
Quindi si ha la necessità di conoscere anche i principi generali dell'apertura, che non si possono trarre dal finale, in quanto sono ben differenti.
Quelli dell'apertura, sono ad esempio il controllo del centro, lo sviluppo dei pezzi, la sicurezza del Re, la comunicazione dei pezzi pesanti, ecc. Non se è giusto o sbagliare entrare in finale o rimanere nel mediogicoco.
Che poi le scelte dell'apertura si ripercuoteranno sul mediogioco e poi sul finale è ovvio, ma non si può parlare di strategia ad un principiante.
Solo dopo che ha superato questa prima fase allora sarà possibile per esempio vedere le interazioni fra le fasi. Ed è naturale poi che più la forza di gioco cresce, più difficile sarà soverchiare il proprio avversario, la partita si allungherà ed acquisirà sempre più importanza il finale.
Quindi prendete un bel libro di carattere generale, dove siano inserite le tre fasi della partita e poi giocate, giocate. Annotate le partite e riguardatele, cercando di capire i motivi dell'eventuale sconfitta.