Gli strepitosi calcoli di un commerciante!

blulaserstar
Allora, oggi ho avuto una discussione surreale!
Il mio commerciante mi ha detto che seppure sia intelligente non capisco un cacchio in quanto non so calcolare un ricarico!
bene ci può stare... talvolta le cose ovvie non si riescono proprio a vedere però egli sostiene una cosa:
se compro una merce a 100 unità e ci voglio ricavare un 20% devo effettuare questo calcolo: (100*20)/80 ottenendo così un prezzo di vendita di 125 unità! ora che il 20% di 100 unità si calcoli a questa maniera mi è nuovo!
ha un qualche significato per voi questa storia!?!??!

ps
ha anche farfugliato una cosa, che se compra 10 bicchieri pagandoli tutti a 100 unità questa formula serve per guadagnare anche se ne vendi uno!! e li di
nuovo perplessita!

insomma siamo chiari... nel caso in cui io apro un'attività e dimenticandoci di tasse e tutto il resto... ho una cosa che ho pagato 100 e voglio guadagnarci il 20% che calcoli devo fare?

grazie un'immensità a chiunque mi svela l'arcano economico che non comprendo!

Risposte
_Tipper
Solo in questo modo, togliendo il 20% da 125, torneresti a 100 unità.

Se io aggiungo a 100 il suo 20% arrivo a 120, ma se da 120 tolgo il suo 20% non torno a 100.

Forse è questo quello che intendeva.

blulaserstar
uhmm si ok ci siamo era proprio quello che intendeva!!!!!... ma il fatto che in tasca io abbia comunque 20 unità in più di quelle che ho speso non fa si che io abbia guadagnato un 20%?

non capisco dove stia l'inghippo! ok che se da 120 tolgo il 20% i conti nn tornano ma boh nn capisco! allora cosa è giusto fare alla fine della fiera?
quindi per guadagnare un 20% devo ricaricare del 25%? perchè mi sembra strano?

mi sento moooolto idiota!

_Tipper
Ragiona in questo modo: io compro una certa cosa e la pago 100 €, ci voglio guadagnare il 30% (cambiamo percentuale). Questo vuol dire che togliendo il 30% dal prezzo finale si deve tornare a 100€ (la percentuale di guadagno si calcola sul prezzo finale).

Allora, detto $x$ il prezzo finale si ha:

$x-\frac{3}{10}x=100$

$x=\frac{1000}{7}$

Quindi il prezzo finale deve essere circa 142€, ovvero per guadagnare il 30% si deve aggiungere, al prezzo di acquisto, circa il 42%.

blulaserstar
Da questo punto di vista le cose cambiano radicalmente!

Accidenti grazie... anche se un po mi sconforta non averci pensato mah ho una pessima carriera davanti a me vabbeh grazie comunque

Fioravante Patrone1
"ma il fatto che in tasca io abbia comunque 20 unità in più di quelle che ho speso non fa si che io abbia guadagnato un 20%?"

Secondo me sì.
A mio parere è questione di definizione, ma ritengo che l'unica definizione che abbia senso economico sia questa che ora descrivo (e che è quanto dice blueraserstar nella citazione di sopra).

Cosa vuol dire guadagnare il 20% su una operazione di compravendita, una transazione finanziaria, etc.?
Che se io effettuo un esborso di una cifra x e ottengo poi y, questo y deve essere uguale a x più il 20% di x.
Mi sembra dovrebbe essere chiaro che la quantità monetaria rilevante, su cui fare i conti, è la somma x che devo avere a disposizione per intraprendere questa operazione.
D'altronde, prova a portare 100 in una banca che ti dà il 20% di interesse e guarda quanto ti ritrovi alla fine dell'anno.

Nulla vieta, formalmente, di fare i calcoli basandosi su y e quindi ottenere i famosi 125 (come fa Tipper).
Ha il significato di "percentuale di guadagno sul fatturato" (se dico giutso... il gergo ekon lo mastico male).
Ma seguire questa strada più che senso economico direi che ha valore ideologico-autogiustificatorio per il commerciante che facendo un ricarico del 25% pensa di farne uno del 20%.


ciao

Camillo
Tutto dipende se il 20 % di margine è calcolato sul costo di acquisto (=100) o sul fatturato ; in genere lo si intende sul prezzo di vendita e allora se vendo a 125 ho un ricarico del 25 % sul costo di acquisto e un margine sul fatturato del 20%.

blulaserstar
ma come mai si ha questa necessità di calcolarlo sul prezzo di vendita?
in fin dei conti nessuno ci perderebbe!!! e poi.... come potrei dire di avere guadagnato il 20% sul fatturato quando in banca a pari dell'esborso metto un suprlus del 25%?
se sono questioni fiscali lasciamo perdere!

ps
sono tornato in crisi... perchè mi sono divertito a fare un po di calcoletti!
ma se io facessi un ricarico ladro del 300% su 100 non mi tornano più i conti!

ovvero farei $x-3x=100$ otterrei un $x=-100/2$ il che mi complica le cose....

Fioravante Patrone1
chiamo:
$x$ il ricarico unitario "serio" (margine sull'acquisto)
$y$ il ricarico unitario "del commerciante" (margine sul fatturato)

sia $K$ il valore di acquisto e $K'$ il valore di vendita

ho le due relazioni:
$K(1+x) = K'$
$K'(1-y) = K$

da cui:

$K(1+x)(1-y) = K$

dividendo per $K$ (oppure, potevamo considerare $1$ il valore di vendita fin dall'inizio...):

$(1+x)(1-y) = 1$

allora: un ricarico "serio" del 300% vuol dire un ricarico unitario "serio" pari a $3$

ovvero:
$4(1-y) = 1$

quindi $y = 3/4$

pertanto, agli occhi "del commerciante", viene praticato un ricarico percantuale "solo" del 75%
per esempio, vende a 400 quello che ha comprato a 100 (o, il che è lo stesso, vende a 100 quello che ha comprato a 25)
sembra un po' meno ladro...

non esistono ricarichi "da commerciante" maggiori o uguali al 100% (a meno che, ed è l'esempio di blueraserstar, non si parli di un valore d'acquisto negativo...)

_Tipper
Valore d'acquisto negativo... cioè mi pagano quando compro qualcosa... che utopia :-D

blulaserstar
hehehe magari mi pagassero...anche se la mia spasmodica ignoranza matematica a quanto pare mi farebbe fallire in un giorno :lol:
comunque c'è qualche cosa che non mi torna:

1) perchè i commercianti calcolano la percentuale sul prezzo di vendita? mi tormenta il perchè in termini economici si proceda così, visto che ho scoperto che anche in borsa nella compravendita dei titoli le percentuali sono fatet sul prezzo di vendita!!

2) ma perchè attuare un calcolo, o un metodo, scusatemi se non so esprimermi in maniera proprio matematica, ma che non può andare oltre un certo limite!?
se si utilizza una regola deve essere funzionale in ogni caso non che fino ad un certo si fa ad un modo poi perchè non torna più amen si fa a naso!!!

Fioravante Patrone1
"blulaserstar":

1) perchè i commercianti calcolano la percentuale sul prezzo di vendita? mi tormenta il perchè in termini economici si proceda così, visto che ho scoperto che anche in borsa nella compravendita dei titoli le percentuali sono fatet sul prezzo di vendita!!

la mia opinione sulla tua prima domanda l'ho già ampiamnete data
magari qualcun altro ha qualcos'altro di meglio da dire, anche se non mi pare un tema che appassiona (per me è nella sezione "sbagliata")

sulle percentuali in borsa, mi limito a farti notare che le percentuali (penso tu ti riferisca alle percentuali che si trattiene l'agente di borsa o equivalente) sono fatte sul prezzo di compravendita. Non vedo su cosa altro potrebbero essere sensatamente fatte
nel caso del tuo commerciante si confrontano due prezzi di compravendita


"blulaserstar":

2) ma perchè attuare un calcolo, o un metodo, scusatemi se non so esprimermi in maniera proprio matematica, ma che non può andare oltre un certo limite!?
se si utilizza una regola deve essere funzionale in ogni caso non che fino ad un certo si fa ad un modo poi perchè non torna più amen si fa a naso!!!

autocitandomi, io ho fornito poco sopra due approcci diversi allo stesso problema
i due approcci sono equivalenti nel senso che da uno passi all'altro e viceversa (da $x$ ricavi $y$ e viceversa)
sta a te capire quale dei due ti è più comodo da usare (o migliore per la tua coscienza, ribadisco)
ciao

IlCommerciante
E' ora che il commerciante faccia chiarezza.

Io compro dei beni al prezzo unitario di 100. Si da il caso che la legge economica di base sia: RICAVI - COSTI = UTILE.

Ora, se dal mio RICAVO voglio ottenere un 20% di utile, come posso calcolare il mio 20% sul COSTO se il RICAVO, per farmi ottenere un UTILE, dev'essere necessariamente SUPERIORE al costo? Viene da se che se io voglio realizzare un UTILE del 20% sul RICAVO, non sarà certo il prezzo di COSTO il mio riferimento... bensì il COSTO + RICARICO, dato che la somma di questi due fattori mi darà il PREZZO FINALE o di VENDITA.

La domanda dunque è: come trovo la percentuale di RICARICO per il prezzo di COSTO? Ossia: come trovo il valore del RICAVO? Risposta: RICAVO - UTILE = COSTO.

In questo conosciamo il COSTO che è 100, ed il nostro utile che sarà il 20%

L'operazione è la seguente per calcolare il nostro ricarico:

(100*20)/80 = 25

dove 100 è il COSTO del bene, 20 rappresenta il mio UTILE ed 80 la parte del prezzo finale che rappresenta il COSTO.

La prova del 9 è questa: 125 è il prezzo finale. Il 20% di 125 è 25, ossia l'UTILE. L'80% di 125 è il COSTO, ossia 100.

Controprova: se erroneamente avessimo ricaricato il 20% sul COSTO, ossia su 100, la situazione disastrosa sarebbe la seguente:

100 + 20 = 120

Il 20% di 120 è 24... però nelle tasche del commerciante ci sono rimasti 20 e non 24. Il che significa che non ha realizzato il 20% di utile, ma una percentuale inferiore. A fine mese, quando si fanno i conti, il povero disgraziato si ritrova molto meno utile di quello previsto.

Questa, signori, è una delle regole base per stare in commercio. Tutto ciò per dimostrare che non servono quintali di libri universitari se poi la più semplice formula economica che ti serve per stare al mondo non la conosci. La matematica è fatta per semplificare la vita dell'uomo, non per complicarla. Provate pure la formula con tutte le percentuali che vi aggradano maggiormente, approssimando per eccesso il risultato. Molti universitari e studenti a cui ho posto questo buffo quesito si sono incartati miseramente... a testimonianza che vale più la pratica che la grammatica. Saluti dal vostro commerciante di fiducia

;-)

Fioravante Patrone1
grazie, IlCommerciante

hai dimostrato esattamente la tesi che ho sostenuto

cioè che "IlCommeciante" si rigira la frittata in modo che piaccia a lui

non c'è bisogno di libri(*) o di grandi elucubrazioni per capire che quanto dici:
"Viene da se che se io voglio realizzare un UTILE del 20% sul RICAVO, non sarà certo il prezzo di COSTO il mio riferimento"
è, dal punto di vista logico, una tautologia
ma, dal punto di vista pratico, è quello che ho già scitto nei post precedenti e, in particolare, ri-ribadisco:
"sta a te capire quale dei due ti è più comodo da usare (o migliore per la tua coscienza, ribadisco)"

puoi sostenerla per cercare di abbindolare la gente, ma non puoi sperare che qualcuno ti dia ragione solo perché strilli
soprattutto, non puoi sperare che un altro chiami le cose come piace a te!
mai pensato che, forse, questi professoroni hanno mangiato la foglia?
lo sai che se tu dici "costi" la gente capisce, appunto, "costi" e non quello che fa comodo a te?
se una cosa l'hai pagata 80, quello è il tuo costo, PUNTO
vuoi farlo diventare 100 per i tuoi comodi? Padronissimo. Ma non sperare che qualcuno, con un po' di sale in zucca, ti segua
dici: "se dal mio RICAVO voglio ottenere un 20% di utile" padronissimo di farlo, ma nulla toglie al fatto che in realtà il tuo margine di guadagno sarà maggiore di quanto tu vuoi far credere strepitando
il senso di quello che tu intendi l'ha già spiegato Camillo
ma il tuo guadagno (calcolato in termini di differenza fra ricavo e costo) è maggiore
e le persone lo sanno, mi spiace per te :-D
tanto è vero che ho mostrato (cosa banalissima) che da una cosa si può passare all'altra

(*) i libri servono, comunque. Per esempio a far capire che qualcuno sta cercando di imbrogliare qualcun altro, usando i numeri come una clava. Se sei una persona in carne ed ossa e non un "sockpuppet", mi fa un po' impressione pensare che magari sei riuscito sul serio ad abbindolare qualcuno con la foza "vocale" delle tue "argomentazioni". Non sarebbe certo la prima volta che questo accade, come sappiamo dai libri di storia

IlCommerciante
Partendo dal presupposto che io non ho assolutamente strillato...Nessuno qui è venuto per abbindolare la gente. Forse mi sono spiegato male. Io non so che lavoro tu svolga Fioravante ma, se fossi occupato in faccende di commercio, sapresti che se io alla fine della giornata voglio avere il 20% NETTO di utile dentro il "cassetto" devo necessariamente operare come ti ho detto. Non è una questione di disonestà, è semplicemente saper stare al mondo.

Poi mi è piaciuto il pezzo in cui scrivi: "se la cosa l'hai pagata 80, allora 80 è il tuo costo". Evidentemente mi spiego male: la merce, nell'esempio, costa 100, non 80; ottanta rappresenta la percentuale del mio costo nel prezzo finale (125 * 80% = 100 = costo di partenza della merce), come 20% sul prezzo finale, ossia 125, è il mio utile netto (125 * 20% = 25).

Ri-ribadisco io: non è questione di coscienza è questione di saper lavorare. Prova un pò a pianificare un bilancio mensile dove prevedi il 20% di utili (ricavo - costo) alla fine del mese dentro il cassetto e prova a ricaricare la merce al 20% invece che al 25%. Vedrai che bella sorpresa in fondo al mese. Eppure mi sembra anche di averlo dimostrato no? Il discorso di Camillo è giusto... in commercio il guadagno s'intende sul FATTURATO (su cosa pensavi di guadagnare? sul costo del tuo fornitore? Allora altro che libri ci vogliono qui...è logico che il 20% s'intenda sul prezzo di vendita, che non può essere uguale al costo, altrimenti non avresti utile...roba da 5^ elementare)
Non è difficile: 100 paghi la merce. Se la ricarichi del 20% vuol dire che la vendi a 120. Il 20% di 120 è 24. Non hai realizzato il 20% netto sul tuo prezzo di vendita. Inutile girarci intorno.

Riguardo alla questione libri... so benissimo che i libri sono utili (e ci mancherebbe altro), ma tutto è inutile senza esperienza reale. Mi accorgo, ed è un problema non solo dei matematici, ma anche degli altri corsi di studio, che purtroppo i ragazzi vengono fuori dalle università che non sanno fare un cerchio con un bicchiere; li si riempie di nozioni e di cose che imparano a memoria senza capirne il reale funzionamento (salvo rari casi di studenti, che sono però persone brillanti già di per sè), a causa di insegnanti poco vogliosi di lavorare o che non trasmettono la passione come dovrebbero. E' un problema grave quello dell'istruzione in Italia, ma questo lo sapete già da voi (Ho aperto questa brevissima parentesi solo per spiegarvi che non sono qui per rompere... ma ho semplicemente voluto puntualizzare al mio amico blulaserstar la teoria qui sul forum, visto che lo legge spesso).

La oramai famosa "teoria del commerciante" è solo una piccola domanda che mi diverto a fare a chi mi parla 24h su 24 di limiti, funzioni, integrali (ma ho colto in fallo anche qualche studente di economia... e, ahimè, anche qualche laureato), e che mi diverto a far incartare, ma solo a scopo di farci una risata in cima, mica per umiliare o deridere. Prendetela come... un indovinello.

Resta il fatto che mi hai dato, in parole povere, dell'imbroglione senza aver capito che quel che dicevo è realtà, e che ogni gonzo dovrebbe sapere che se vuole guadagnare il 20% netto deve calcolare l'utile sul ricavo... mi meraviglio di come si possa solo pensare di ricavare il 20% di utile dal ricavo caricando il 20% del costo... ma si è capito che il prezzo finale deve essere più alto del costo? Altrimenti non ti da utile? E quindi il 20% del tuo costo non corrisponde al 20% del prezzo finale che è più alto del costo? Se non si capisce neanche così...roba da fantamatematica :)

Fai una cosa: prova ad andare in un negozio qualsiasi (non credo proprio tu sia in commercio...sarai uno studente, un professore od al massimo un impiegato da qualche parte... spero non alla contabilità) e chiedigli se quel che ti dico io è sbagliato.

Chiudo con un'ultima cosa: tristissima la frase sui libri di storia che ti insegnano a diffidare degli imbroglioni (con ovvio riferimento a me)... nei libri di storia leggiti anche la parte di quello che è pieno di se e poi casca contro lo scemo del villaggio. Guarda quante persone sono degli ingegneri, che fanno calcoli su calcoli ma poi sono gli operai con la terza media che gli levano le castagne dal fuoco perchè, a causa della loro inesperienza diretta sul lavoro (ma tante pippe sui banchi universitari), avevano sbagliato le loro considerazioni.

Volevo fare solo una simpatica parentesi ma il saputello di turno si è risentito dandomi dell'imbroglione. (per altro sostenendo che modifico il costo da 80 a 100... roba da chiodi). Questo è il risultato: la prova che, a certi livelli, l'umiltà viene a mancare... e quando manca l'umiltà si sfoderano l'ignoranza (nel senso della maleducazione) e l'aggressività... misto ad un pizzico di odio persino per la più semplice forma di capitalismo aggiungo...non mi stupirei se tu fossi di sinistra (prima di aprire la polemica: non sono di nessun partito politico e non credo che essere di sinistra sia una cosa dispregiativa. Rispetto massimo alle idee di tutti gli esseri umani bianchi, neri, gialli, verdi, blu, rossi. Solo che non vorrei la valutazione di imbroglione venisse anche da un'idea di fondo del partito preso).

Fioravante Patrone1
1.
compro a 100 e rivendo a 125 per me il guadagno è del 25%, per te del 20%
ovvio che ci riferiamo a cose diverse, come avevo dettagliatamente spiegato nel post pecedente che a quanto pare ti sei ben guardato dal leggere

2.
"imbroglione"? Sì, quello era il senso. E lo ribadisco.

cozzataddeo
Follia... :shock: :shock: :shock:
IlCommerciante non ha capito niente... :shock: :shock: :shock:

I suoi calcoletti sono da da terza elementare, neanche da quinta, con tutta probabilità gli studenti che "si sono incartati" come dice lui, secondo me erano agghiacciati dall'aspetto truffaldino del ragionamento, non tanto dall'inesistente difficoltà dei conti...

Patrone ha delineato in modo limpido la questione, non c'è nulla da aggiungere. Se poi, come dice IlCommerciante, in ambito commerciale la pratica comune è quella di calcolare la percentuale di ricarico sul prezzo finale di vendita, ciò non sminuisce per nulla l'aspetto poco pulito del ragionamento e mette in cattiva luce l'intera categoria.
Io credo che se in una trasmissione televisiva si spiegasse in modo chiaro questo aspetto del "ragionamento commerciale" credo che la gente comune (che prende sempre le percentuali di utile come riferite al prezzo di acquisto) non ne sarebbe tanto contenta...

"Fioravante Patrone":

pertanto, agli occhi "del commerciante", viene praticato un ricarico percantuale "solo" del 75%
per esempio, vende a 400 quello che ha comprato a 100 (o, il che è lo stesso, vende a 100 quello che ha comprato a 25)
sembra un po' meno ladro...


...appunto sembra un po' meno ladro... :roll:

P.S.: non sono né per la sinistra né per la destra, sono per la logica. :wink:

cozzataddeo
"IlCommerciante":
Guarda quante persone sono degli ingegneri, che fanno calcoli su calcoli ma poi sono gli operai con la terza media che gli levano le castagne dal fuoco perchè, a causa della loro inesperienza diretta sul lavoro (ma tante pippe sui banchi universitari), avevano sbagliato le loro considerazioni.


Ti auguro che il calcolo strutturale degli stabili dove sono immagazzinate le merci o dove svolgi la tua attività commerciale o, piú semplicemente, dove passi le giornate non sia stato eseguito da operai con la terza media come pure ti auguro che quegli stessi muri non siano stati costruiti materialmente da degli ingegneri...
C'è chi se la cava meglio a calcolare e chi a fare, certo è che se l'ingegnere e l'operaio si mettessero a giocherellare con percentuali e misure come fa un commerciante ben poche strutture rimarrebbero in piedi...
Il fatto è che le leggi fisiche non sono eludibili come quelle morali... :wink:

IlCommerciante
"Fioravante Patrone":
1.
compro a 100 e rivendo a 125 per me il guadagno è del 25%, per te del 20%
ovvio che ci riferiamo a cose diverse, come avevo dettagliatamente spiegato nel post pecedente che a quanto pare ti sei ben guardato dal leggere

2.
"imbroglione"? Sì, quello era il senso. E lo ribadisco.


E daje. Qui c'è un muro di gomma allora. Caro Cozza... ma pure te ti ci metti? Ma lo sai che ogni persona in commercio calcola la percentuale di utile come faccio io? Non si parla di truffa.
Entrambi i ragionamenti son giusti caro Fioravante...però ripeto allo sfinimento: in una qualsiasi azienda gli utili si calcolano sul fatturato. E' qui il punto. Sono d'accordo che se vendi a 120 guadagni 20 che è il 20% di 100... ma non è il 20% del tuo fatturato. Nel mercato si tiene conto delle percentuali di utile sul fatturato... sempre. Non è disonestà per la miseria! I calcoli non sono difficili... e non devono esserlo. Qui mettevo in discussione la logica. Sei tu Cozza che non hai capito niente, non certo io... ripeto: vai da un negoziante di fiducia e chiedigli come fa a calcolare la percentuale di utile...tanto finchè non ci sbattete il naso ;-)

E poi basta con ste botte da imbroglione... visto che non sapete neanche da dove si parte per aprire un'attività e gestire un'azienda... quanti di voi sono in commercio? Risposta: nessuno... siamo di nuovo all'esempio dell'operaio che cava le castagne del fuoco all'ingegnere :wink:
La percentuale di ricarico poi si calcola anche in base a tutte le altre spese che una persona sostiene all'interno dell'attività... se decido di alzare un po' il margine magari è per starci dentro meglio... oppure che ho costi di mantenimento alti (acqua, luce, gas, dipendenti)... come fai a dire che uno imbroglia? Tu calcoli la percentuale di guadagno solo sul costo della merce... ma il costo della merce non comprende certo le bollette e gli stipendi... pensi di starci dentro con un margine calcolato meramente sul costo singolo della merce e non su quello che fatturi? Siete l'esempio lampante del perchè, in questo mondo, i negozi aprono e chiudono in un batter di ciglio... siete tanto bravi coi discorsi... ma all'atto pratico tutte chiacchiere e distintivo... tutti bravi a spiegare teorie a destra e a manca... però quando si parla di questioni pratiche escon fuori i limiti... le vostre considerazioni sono solo dal punto matematico... non dal punto di vista aziendale come io ho proposto....

IlCommerciante
"Tipper":
Ragiona in questo modo: io compro una certa cosa e la pago 100 €, ci voglio guadagnare il 30% (cambiamo percentuale). Questo vuol dire che togliendo il 30% dal prezzo finale si deve tornare a 100€ (la percentuale di guadagno si calcola sul prezzo finale).

Allora, detto $x$ il prezzo finale si ha:

$x-\frac{3}{10}x=100$

$x=\frac{1000}{7}$

Quindi il prezzo finale deve essere circa 142€, ovvero per guadagnare il 30% si deve aggiungere, al prezzo di acquisto, circa il 42%.


Come mai lui c'è arrivato e gli altri no?

blulaserstar
Allora visto che si è riesumata questa "bellissima" conversazione e che non vorrei alla fine passare per semo, vorrei dire alcune cose che spero facciano chiarezza:
è noto che: Prezzo di vendita $x$ Quantità = Ricavo
ed è anche noto che: Ricavi $-$ costi = Utile

Ora se a fronte di un prezzo di acquisto di 100 e un prezzo di vendita di 120 e una quantità unitaria di 1 otterrò un ricavo di 120!
Inoltre facendo ricavi 120 - costi 100 = utile di 20.

Ora che aumentando di una certa percentuale una quantità mi ritrovi poi in totale la quatintà iniziale maggiorata della sua percentuale e che questo mi rappresenti un Guadagno non ci piove!!!! Il "problema" era dato dal fatto del capire di come si potesse quantificare questo guadagno!!!

La cosa che ho sempre contestato al IlCommerciante è che il guadagno dal mio punto di vista era da calcolarsi in rapporto al valore iniziale e non al valore finale, è tutto qui l'inghippo!! e visto che ho sempre calcolato la variazione percentuale come $[("dato finale (o prezzo finale)" / "dato iniziale (o prezzo iniziale)")-1]x100$ ovvero $[(120/100)-1]x100=20$ ho ritenuto giusto pensare che la variazione percentuale applicata producesse un "guadagno"!
Visto che in elettronica, in un amplificatore, il guadagno è il rapporto tra la tensione in uscita e quella in entrata (vi ricorda qualche cosa?) ho pensato che i libri di elettronica esprimessere un concetto di guadagno diverso da quello economico!!!Tutto qui. Senza tirare in ballo concetti di Stupidità o di supremazie nell'eterna gara tra vita vissuta e teoria!

che poi cosa è un guadagno?
1 il guadagnare: pensare solo al g.; ciò che viene guadagnato, profitto, utile: ottenere, realizzare buoni, lauti, scarsi, magri guadagni
2 fig., vantaggio, tornaconto: che g. hai ad aiutare quell’ingrato?

Quindi partire con un esborso di 100 ed avere un ritorno di 120 è comunque sia.... INNEGABILMENTE UN GUADAGNO, e se poi vogliamo essere precisi è un GUADAGNO del 20% rispetto a quanto ho esborsato, a quanto tirato furori preciso!!!! questo mi sembra inconfutabile!

Il che però differisce da quanto dice IlCommerciante ed è ovvio che sia così perchè vengono applicati i medesimi calcoli ma in momenti diversi!!!

Si trattava solo di capire quando applicare questi calcoli, che visto che danno risultati molto diversi poteva fare la differenza!!! non asserire che una persona è stupida solo perchè fa il medesimo calcolo ottenendo concettualmente un risultato valido ma diverso!!!
IlCommerciante poteva anche capire che per chi mastica un po di matematica certe regole sono note, che non c'è bisogno di spiegare l'acqua calda sulle percentuali, se no sarebbe davvero grave la situazione e anche un po un insulto nei nostri confronti che la nostra bella fatica ce la facciamo anche noi... quindi non di farci capire che il 20% di 100 è diverso dal 20% di 120, ma solo il perchè calcolarlo nei tempi e nei modi da lui descritti!!!!

ed è qui che avrei desiderato che si parlasse sui tempi e modi e calcoli in cui l'economia opera e determina i suoi valori non sull'ignoranza delle persone, che magari possono non intendersi di una certa materia!!!!!!!!!!!!!
Quindi IlCommerciante spiegaci come in economia si applicano le percenutali che la matematica(matematica che abbiamo capito in quinta elementare tutti noi:lol:) ci fornisce e facciamo pace perchè di fondo stiamo tutti dicendo che la percentuale a seconda di dove è applicata cambia di significato, un concetto che matematicamente non ha bisogno di alcun chiarimento, ci siamo stra capiti qua! Gia perchè a me questa disccussione sembrava gia sufficientemente chiarita come ha appena detto IlCommerciante citando Tipper!!!



ps
Ti auguro che il calcolo strutturale degli stabili dove sono immagazzinate le merci o dove svolgi la tua attività commerciale o, piú semplicemente, dove passi le giornate non sia stato eseguito da operai con la terza media come pure ti auguro che quegli stessi muri non siano stati costruiti materialmente da degli ingegneri...

Meno male che qualcuno ha ancora piacere che il tetto sotto il quale abita sia stato fatto da ingegnei e muratori che non si sono messi a litigare più di tanto l'uno dei metodi dell'altro ma che abbiano cooperato ognuno facendo ciò che meglio sa fare![/quote]

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