Voto triennale per dottorato
Salve a tutti, per tutti quelli che hanno fatto un dottorato o lo stanno facendo, secondo la vostra esperienza quanto conta il voto di laurea triennale per accedere a un dottorato? Sono un fisico di 25 anni con un voto di triennale relativamente basso (96) mentre sono passato con 110L alla magistrale. Ho qualche possibilità di entrare secondo voi? Come siete stati valutati?
Risposte
"080e73990d22b9e30ee6fddddc45a902d78283e6":
L'ambiente lavorativo italiano e' in preda al pregiudizio (anagrafico, razziale e di genere); se sei vecchio, ne*ro o donna vali meno.
[ot]Ho anche io questa netta impressione, anche per mia esperienza personale (io mai all'università, ma altre persone che conosco sì). Vi faccio un esempio recente, uno tra tanti, che mi ha lasciato quasi allibita, anche perché proveniente da una donna.
L'anno scorso ho fatto un corso al CNR, erano quasi tutti giovani, io tra le poche persone più in là con gli anni.
Una ragazza, circa 28 anni, laureata in ingegneria, ha dato uno sguardo al mio computer e mi ha detto: "Sei in grado di capire che il tuo computer è lento?".
Non le ho dato uno schiaffo per la sorpresa: la vecchia idiota che non capisce se il computer si rallenta.
Credo che se fossi stata giovane o uomo non si sarebbe permessa.
E tenete presente che era un corso non libero, a numero chiuso, ci si poteva accedere solo presentando un curriculum e facendo un colloquio, dove ti chiedevano anche delle abilità informatiche.[/ot]
Tranquilla, e ripeto: non li frequento dal 2015 
Oramai, alcuni e non tutti, li saluto solo per salvare le apparenze e nulla più.
Grazie

Oramai, alcuni e non tutti, li saluto solo per salvare le apparenze e nulla più.
Grazie

"j18eos":
[
L'eroismo c'è stato nell'aver** tenuto duro, anche quando quando mi sentivo dire (a parole) "Tu provaci!" e poi percepivo risate o frasi di commiserazione non dette.
Oppure leggete questa:"Secondo me tu non dovresti fare un dottorato, perché questo costituirebbe una discontinuità nella tua storia; con tutto che hai risolto i tuoi problemi personali che confliggevano coi tuoi studi! Rimani a scuola."
Chiudo con una nota dolce: quando vinsi la posizione di docente a contratto alla "Federico II", dopo qualche tempo che avevo iniziato il corso, pensando a tutto 'sto schifo mi misi a piangere dalla felicità!
Armando, non ti curar di lor! Non frequentare più questa gente! "La discontinutità"!! Ma che vuol dire? "Visto che sei somaro resta somaro"? Ma andasse lui a zappare, vere braccia perse per l'agricoltura.

Comunque non sei l'unico, per chi vuole fare ricerca la strada è tortuosa e pesante.
"gabriella127":
Penso che tu abbia ragione, da quello che ho visto e da cose che mi hanno raccontato.
[ot]A proposito di pregiudizi. Che alle volte sono anche inconsapevoli.
Ho letto che, in non mi ricordo quale grande orchestra sinfonica americana, hanno cominciato a fare le audizioni dei nuovi musicisti nascosti, dietro un paravento, cosicché la commissione non vedesse se erano uomini o donne. Be', dopo un po', mentre prima c'erano pochissime donne, l'orchestra è diventata metà uomini e metà donne.[/ot]
[ot]Gli esami, qui, sono anonimizzati. Non si conosce il genere ne' tantomeno l'identita' dello studente di cui si sta correggendo l'esame.[/ot]
"080e73990d22b9e30ee6fddddc45a902d78283e6":
[quote="j18eos"]Io sono un neo-dottorando a UniRoma3 [e ho 35 anni]! [...]
Per iniziare un dottorato a quell'eta' [...], in Italia, bisogna essere un po' degli eroi. [...][/quote]Ora non esageriamo

L'eroismo c'è stato nell'aver** tenuto duro, anche quando quando mi sentivo dire (a parole) "Tu provaci!" e poi percepivo risate o frasi di commiserazione non dette[nota]Eccezioni per la mia famiglia e i miei amici!



Oppure leggete questa:"Secondo me tu non dovresti fare un dottorato, perché questo costituirebbe una discontinuità nella tua storia; con tutto che hai risolto i tuoi problemi personali che confliggevano coi tuoi studi! Rimani a scuola."
Non dico l'autore, esterno al mondo della didattica, perché se no iniziamo coi luoghi comuni;
ma mi domando se quest'uomo abbia sentito la parte in cui affermavo che non voglio prendermi la responsabilità (tra le tante) di educare a scuola dei minorenni, figli di sconosciuti, i quali (per la maggior parte) mi reputano bla bla bla.
Altro che parón lumbàrd: qua stiamo proprio ai livelli "Che vai a fare a scuola? Ma va' a zappare la terra[nota]E lo scrivo da figlio e nipote di contadini![/nota]!"
Chiudo con una nota dolce: quando vinsi la posizione di docente a contratto alla "Federico II", dopo qualche tempo che avevo iniziato il corso, pensando a tutto 'sto schifo mi misi a piangere dalla felicità!

Penso che tu abbia ragione, da quello che ho visto e da cose che mi hanno raccontato.
[ot]A proposito di pregiudizi. Che alle volte sono anche inconsapevoli.
Ho letto che, in non mi ricordo quale grande orchestra sinfonica americana, hanno cominciato a fare le audizioni dei nuovi musicisti nascosti, dietro un paravento, cosicché la commissione non vedesse se erano uomini o donne. Be', dopo un po', mentre prima c'erano pochissime donne, l'orchestra è diventata metà uomini e metà donne.[/ot]
[ot]A proposito di pregiudizi. Che alle volte sono anche inconsapevoli.
Ho letto che, in non mi ricordo quale grande orchestra sinfonica americana, hanno cominciato a fare le audizioni dei nuovi musicisti nascosti, dietro un paravento, cosicché la commissione non vedesse se erano uomini o donne. Be', dopo un po', mentre prima c'erano pochissime donne, l'orchestra è diventata metà uomini e metà donne.[/ot]
"gabriella127":
[...] Lì hanno più sussidi. [...]
Si' e no. Da alcuni punti di vista l'Italia ha un'impostazione socialdemocratica in stile scandinavo (seppur molto piu' inefficiente), pero' secondo me e' proprio una questione di quanto siano maturi la societa' e gli ambienti lavorativi. L'ambiente lavorativo italiano e' in preda al pregiudizio (anagrafico, razziale e di genere); se sei vecchio, ne*ro o donna vali meno. La societa' svedese e' una societa' (che ha un miliardo di difetti eh, non mi pagano per dire queste cose

"080e73990d22b9e30ee6fddddc45a902d78283e6":
[quote="gabriella127"][...] Può darsi pure che dipenda da un welfare molto più importante che in Italia, non so.
Mmm... anche, ed e' anche una questione di mentalita'. Qui in dipartimento e' appena arrivato un nuovo studente di dottorato. Ha 52 anni (francamente io non l'avrei mai assunto, ma questo e' un altro discorso)[nota]Ma non e' finita qui: anche sua moglie sta facendo un dottorato

Hai ragione, molto è la mentalità, a quello che mi dicono. Danno anche più valore, per tradizione, allo studio.
Per le imprese se hai 25 ani se già fradicio.
Forse conta anche la paura di non trovare lavoro. Lì hanno più sussidi. Io sapevo in Germania di un filosofo-scrittore cinquantenne che viveva di sussidio di disoccupazione,scriveva i suoi libri e nessuno se ne scandalizzava.
"axpgn":
[...] A dir la verità, a me sembra il contrario ... e se c'è una cosa di cui viene spesso accusata la società italiana è proprio di non fare spazio ai giovani ... la nascita del 3+2 e la spinta verso la laurea "in tempo" sono scaturite proprio dai confronti con l'estero ...
Cordialmente, Alex
Francamente non vedo dove le cose confliggano. Far spazio a giovani proprio perche' e' la mentalita' del parón lombardo-veneto ad essere egemone. Vivo in Scandinavia da quasi quattro anni, personalmente non ho mai sentito nemmeno nominare l'espressione "fuoricorso". Non esiste proprio. In Italia era un'ossessione. Bisogna laurearsi in tempissimo per andare a fare lo stage e poi essere assunti col ccnl commercio livello 2. Per non parlare del dottorato, che non e' nemmeno considerato come un "lavoro" (ti danno una borsa di studio ed un calcio nel culo... ti ritrovi a quasi trent'anni senza nemmeno un mese di contribuzione pensionistica versato).
"080e73990d22b9e30ee6fddddc45a902d78283e6":
La societa' italiana - ed il contesto lavorativo dominato dalla mentalita' del parón lombardo-veneto con la fabbrichetta e la terza media - spaventano le persone, fanno credere loro che avere 25 anni equivalga ad essere vecchi e da rottamare.
A dir la verità, a me sembra il contrario ... e se c'è una cosa di cui viene spesso accusata la società italiana è proprio di non fare spazio ai giovani ... la nascita del 3+2 e la spinta verso la laurea "in tempo" sono scaturite proprio dai confronti con l'estero ...
Cordialmente, Alex
"gabriella127":
[...] Può darsi pure che dipenda da un welfare molto più importante che in Italia, non so.
Mmm... anche, ed e' anche una questione di mentalita'. Qui in dipartimento e' appena arrivato un nuovo studente di dottorato. Ha 52 anni (francamente io non l'avrei mai assunto, ma questo e' un altro discorso)[nota]Ma non e' finita qui: anche sua moglie sta facendo un dottorato

"080e73990d22b9e30ee6fddddc45a902d78283e6":
In Svezia sarebbe normalissimo, in Italia, bisogna essere un po' degli eroi. Chapeau.
Non sei l'unico che dice questa cosa degli altri paesi.
Una persona che conosco che ha studiato in Germania per otto anni, ha detto che lì è normale, anche fare l'università in età più avanzata, nessuno si stupisce di trentenni che si iscrivono o di dottorandi più 'maturi'. Non si guarda all'età e al fare in fretta come si guarda qui in Italia in modo scalmanato da quando c'è stata la riforma triennale.
Può darsi pure che dipenda da un welfare molto più importante che in Italia, non so.
"j18eos":
Io sono un neo-dottorando a UniRoma3 [e ho 35 anni]! [...]
Per iniziare un dottorato a quell'eta'[nota]In Svezia sarebbe normalissimo.[/nota], in Italia, bisogna essere un po' degli eroi. Chapeau.
...a volte mi pongo anch'io la domanda:"Ma come ... ho fatto?"
sia nel bene che nel male 
La rabbia resta, però ora sono sulla mia strada, e sto bene così.


La rabbia resta, però ora sono sulla mia strada, e sto bene così.

"j18eos":
Io sono un neo-dottorando a UniRoma3 [e ho 35 anni]!
Ho un percorso universitario travagliato ed ostacolato, da persone esterne all'ambiente universitario... e lascio stare. [punto] Il 110/110 e Lode e i 30/30 e Lode li ho visti "col radioscopio"...
Quando capii il precedente perfido e diabolico giochino (martedì 04/XI/2015, ore 7:00 P.M. circa): non ho voluto più sentire un *** da queste persone: ho spaccato i libri con la testa[nota]E non la testa sui libri...[/nota], ristudiando da 0 la geometria algebrica, con enfasi per il caso complesso;
poi studiai tutto ciò che era inerente all'argomento che non ero riuscito a inserire nella tesi magistrale, finché non sono giunto a un risultato originale e corretto[nota]Dopo molti fallimenti o tentativi a vuoto![/nota]; lo sottoposi al mio ex-relatore, e lui lo approvò!
Da quel momento, il rapporto col mondo accademico si è (letteralmente) invertito: dopo un anno e mezzo circa di diddatica scolastica, vinsi una posizione di docente a contratto presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II"; e fui coinvolto in un altro progetto di ricerca, che sta andando bene.
L'Estate scorsa (era il 2020), mi rigirarono un III bando di concorso[nota]Il primo a Napoli: non ammesso alla prova orale per un punto; il secondo a Udine: vincitore senza borsa, poi divenuto con borsa.[/nota] qui a UniRoma3, senza tasse di concorso; e io mi dissi:"Vabbè: è gratis, è qua vicino, non mi costerà nulla l'essere scartato."
Titoli e progetto di ricerca: 25/30 (a parimerito, al primo posto, con altri 11) ...e io![]()
![]()
"Ditemi ch'è uno scherzo!"
![]()
![]()
Mi organizzo per l'intervista, e ivi fui trattato come Cristo comanda[nota]Unica volta che mi è capitata in un concorso (pubblico), dopo la laurea magistrale![/nota]... e il resto è ovvio: ho accettato, e mi trovo veramente molto bene.
Dopo tutto questo papiello, vorrei dire a @[hl]bb88[/hl] le stesse parole che dissi alle mie ultime studentesse\ai miei ultimi studenti:"Se questa è la strada che tu hai scelto, e in cuor tuo sai che è quella giusta: sii come Ulisse, affronta il canto delle Sirene, ignorandole e superando le loro cattive ammaliazioni!"
Percorso contorto...per pochi mesi allora siamo colleghi (di dipartimenti diversi) a Roma Tre. Devo dire che, anche io, partecipando da esterno, ho visto un concorso corretto.
"Intermat":
... io presi 10 pt ai titoli e non ottenni la borsa mentre la ottenne un ragazzo straniero avente 0.8. Stranamente lui (col suo futuro tutor in commissione) al colloquio prese il massimo del punteggio [...]
Insomma, in molti posti titoli e progetti contano poco. In altri è molto più onesto.
E' proprio così. C'è una persona a me vicina che, parecchi anni fa, pur avendo molti titoli, veniva sempre superata nei concorsi per ricercatore (non di matematica) da cretini e oche giulive. In un concorso, lui alle varie voci, titoli, pubblicazioni etc. aveva un sacco di punti, gli altri pochissimi. Eccetto una voce che si chiamava "Altri titoli", in cui lui aveva poco e chi vinse il concorso moltissimo. Nessuno ha mai capito in che consistessero questi "Altri titoli": cugino del presidente di commissione? Esperto di ippica? Cavaliere della Repubblica?
Alla fine questa persona vinse direttamente il concorso per associato, per cui aveva già abbondanti titoli, meno legato di quelli di ricercatore a consorterie locali.
Questo non vuol dire che però non ci siano tanti concorsi più seri, come quelli che avete vinto tu e Armando.
Io sono un neo-dottorando a UniRoma3 [e ho 35 anni]!
Ho un percorso universitario travagliato ed ostacolato, da persone esterne all'ambiente universitario... e lascio stare. [punto] Il 110/110 e Lode e i 30/30 e Lode li ho visti "col radioscopio"...
Quando capii il precedente perfido e diabolico giochino (martedì 04/XI/2015, ore 7:00 P.M. circa): non ho voluto più sentire un *** da queste persone: ho spaccato i libri con la testa[nota]E non la testa sui libri...[/nota], ristudiando da 0 la geometria algebrica, con enfasi per il caso complesso;
poi studiai tutto ciò che era inerente all'argomento che non ero riuscito a inserire nella tesi magistrale, finché non sono giunto a un risultato originale e corretto[nota]Dopo molti fallimenti o tentativi a vuoto![/nota]; lo sottoposi al mio ex-relatore, e lui lo approvò!
Da quel momento, il rapporto col mondo accademico si è (letteralmente) invertito: dopo un anno e mezzo circa di diddatica scolastica, vinsi una posizione di docente a contratto presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II"; e fui coinvolto in un altro progetto di ricerca, che sta andando bene.
L'Estate scorsa (era il 2020), mi rigirarono un III bando di concorso[nota]Il primo a Napoli: non ammesso alla prova orale per un punto; il secondo a Udine: vincitore senza borsa, poi divenuto con borsa.[/nota] qui a UniRoma3, senza tasse di concorso; e io mi dissi:"Vabbè: è gratis, è qua vicino, non mi costerà nulla l'essere scartato."
Titoli e progetto di ricerca: 25/30 (a parimerito, al primo posto, con altri 11) ...e io
"Ditemi ch'è uno scherzo!"

Mi organizzo per l'intervista, e ivi fui trattato come Cristo comanda[nota]Unica volta che mi è capitata in un concorso (pubblico), dopo la laurea magistrale![/nota]... e il resto è ovvio: ho accettato, e mi trovo veramente molto bene.
Dopo tutto questo papiello, vorrei dire a @[hl]bb88[/hl] le stesse parole che dissi alle mie ultime studentesse\ai miei ultimi studenti:"Se questa è la strada che tu hai scelto, e in cuor tuo sai che è quella giusta: sii come Ulisse, affronta il canto delle Sirene, ignorandole e superando le loro cattive ammaliazioni!"
Ho un percorso universitario travagliato ed ostacolato, da persone esterne all'ambiente universitario... e lascio stare. [punto] Il 110/110 e Lode e i 30/30 e Lode li ho visti "col radioscopio"...
Quando capii il precedente perfido e diabolico giochino (martedì 04/XI/2015, ore 7:00 P.M. circa): non ho voluto più sentire un *** da queste persone: ho spaccato i libri con la testa[nota]E non la testa sui libri...[/nota], ristudiando da 0 la geometria algebrica, con enfasi per il caso complesso;
poi studiai tutto ciò che era inerente all'argomento che non ero riuscito a inserire nella tesi magistrale, finché non sono giunto a un risultato originale e corretto[nota]Dopo molti fallimenti o tentativi a vuoto![/nota]; lo sottoposi al mio ex-relatore, e lui lo approvò!
Da quel momento, il rapporto col mondo accademico si è (letteralmente) invertito: dopo un anno e mezzo circa di diddatica scolastica, vinsi una posizione di docente a contratto presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II"; e fui coinvolto in un altro progetto di ricerca, che sta andando bene.
L'Estate scorsa (era il 2020), mi rigirarono un III bando di concorso[nota]Il primo a Napoli: non ammesso alla prova orale per un punto; il secondo a Udine: vincitore senza borsa, poi divenuto con borsa.[/nota] qui a UniRoma3, senza tasse di concorso; e io mi dissi:"Vabbè: è gratis, è qua vicino, non mi costerà nulla l'essere scartato."
Titoli e progetto di ricerca: 25/30 (a parimerito, al primo posto, con altri 11) ...e io






Mi organizzo per l'intervista, e ivi fui trattato come Cristo comanda[nota]Unica volta che mi è capitata in un concorso (pubblico), dopo la laurea magistrale![/nota]... e il resto è ovvio: ho accettato, e mi trovo veramente molto bene.
Dopo tutto questo papiello, vorrei dire a @[hl]bb88[/hl] le stesse parole che dissi alle mie ultime studentesse\ai miei ultimi studenti:"Se questa è la strada che tu hai scelto, e in cuor tuo sai che è quella giusta: sii come Ulisse, affronta il canto delle Sirene, ignorandole e superando le loro cattive ammaliazioni!"
"bb88":
Se non si valuta in base ad uno scritto, se tutti gli aspiranti dottorandi hanno una base di voti simile e se è praticamente impossibile avere un progetto self-made con cui proporsi, mi chiedo se avere un professore che spinga molto per farti entrare non sia l'unica via...
Considera che ad un bando di dottorato io presi 10 pt ai titoli e non ottenni la borsa mentre la ottenne un ragazzo straniero (di una università dalla quale ogni anno arrivava un nuovo dottorando per lavorare con lo stesso prof, coordinatore del dottorato) avente 0.8. Stranamente lui (col suo futuro tutor in commissione) al colloquio prese il massimo del punteggio come (praticamente) nessun altro. Ovviamente era chiaro che io non avrei avuto la borsa perché il gruppo di ricerca con cui dovevo lavorare aveva avuto un dottorando l'anno precedente e glielo avrebbero ridato solo l'anno successivo (come effettivamente avvenne!).
Insomma, in molti posti titoli e progetti contano poco. In altri è molto più onesto (ho vinto un posto con borsa in 3 su 4 dei concorsi ai quali ho partecipato - tutte università diverse da quella della laurea).
Purtroppo è ciò che spesso accade... è pur vero che oggi le borse di dottorato sono talmente tante che se sei disposto a cambiare aria un posto lo trovi. Quando entrai io era ben diverso, c'erano pochissimi posti, quando feci il concorso a Pavia eravamo quasi 70 allo scritto con 4 posti.
Se non si valuta in base ad uno scritto, se tutti gli aspiranti dottorandi hanno una base di voti simile e se è praticamente impossibile avere un progetto self-made con cui proporsi, mi chiedo se avere un professore che spinga molto per farti entrare non sia l'unica via...