Predisposizione agli studi scientifici?
Ciao a tutti!
Sono nuova, mi chiamo sami. Ho da poco finito il liceo e ancora,ahimè, non sono convinta di quello che andrò a studiare. Voglio fare una scelta cosciente, ma mi rendo conto di brancolare nel buio. La scelta "spontanea" mi ha portata a fare il test per ingegneria e quello per matematica. A parte la solita disputa ingegneria vs scienze già abbondantemente trattata, mi sono chiesta se davvero sono in grado di affrontare studi di questo tipo, con profitto e soprattutto con passione. A me piacciono le materie scientifiche ma in fin dei conti come tutte le altre... Ho raggiunto risultati soddisfacenti ma non mi reputo un'eccellenza.
A voi chiedo semplicemente un parere e magari le vostre esperienze (come avete capito che quella che avete intrapreso era la vostra strada)...
Sono nuova, mi chiamo sami. Ho da poco finito il liceo e ancora,ahimè, non sono convinta di quello che andrò a studiare. Voglio fare una scelta cosciente, ma mi rendo conto di brancolare nel buio. La scelta "spontanea" mi ha portata a fare il test per ingegneria e quello per matematica. A parte la solita disputa ingegneria vs scienze già abbondantemente trattata, mi sono chiesta se davvero sono in grado di affrontare studi di questo tipo, con profitto e soprattutto con passione. A me piacciono le materie scientifiche ma in fin dei conti come tutte le altre... Ho raggiunto risultati soddisfacenti ma non mi reputo un'eccellenza.
A voi chiedo semplicemente un parere e magari le vostre esperienze (come avete capito che quella che avete intrapreso era la vostra strada)...
Risposte
Sami, vorrei dirti che non è tutto bianco e nero, in modo tale da essere costretti al proverbiale lancio della monetina. Potresti anche ritrovarti in una situazione di mezzo, come sta succedendo a me.
Studio Chimica Industriale e purtroppo ho una certa difficoltà e lentezza innata con la matematica che adesso mi fa rimanere indietro con gli esami a contenuto matematico. In pratica non me la sento di sostenerli finché non mi sento sicuro. È proprio un problema che si manifesta in fase di preparazione dell'esame solo per le materie che richiedono una rilevante padronanza della matematica. Lo stesso non avviene per gli esami di chimica. Non ho problemi tali da dover considerare il cambio o l'abbandono e probabilmente non li avrò mai, anche perché quello che mi studio mi appassiona e non ho problemi di insicurezza e incertezza con gli altri esami, ma semplicemente non ho ancora la sensazione di poter procedere a un ritmo spedito con gli esami. In pratica, dove gli altri sono capaci di studiare anche la notte nella stessa giornata, io preferisco avere i miei hobby (in futuro spero lavoretti), giocarmi qualche videogioco, andare in palestra e concentrarmi su pochi esami alla volta se si tratta di esami con una notevole richiesta di padronanza matematica come le Analisi, Fisica 2 e Chimica Fisica 1 e 2. Il risultato è che pur essendo indietro adesso posso dire di avere finalmente una discreta padronanza del calcolo differenziale e integrale, esatto e approssimato (quelli come il professor Sherman in "La famiglia del professore matto" verso la fine che vedi fare le radici quadrate/cubiche e così via di quadrati imperfetti giganteschi a mente in realtà conoscono molto bene la formula di Taylor
).
Da un lato voglio dirti che non è tutto facile come sembra con alcuni corsi di laurea soprattutto umanistici, ma dall'altro voglio dirti che anche in caso di difficoltà pur studiando e studiando qualcosa che ti piace non devi subito considerarti fallita e pensare subito di dover mollare. Puoi anche metterci un poco di più a laurearti, l'importante è che la tua esperienza universitaria ti sia utile, e fidati che nello studiare seriamente una disciplina scientifica qualche utilità la trovi sempre. Della serie: se non trovi il lavoro, il lavoro te lo puoi inventare tu con quello che hai appreso.
In genere un'esperienza snervante, quella della tipica faticosissima corsa agli esami, è sintomo di un'esperienza di studio fine a sé stessa e quindi poco utile, che a volte è capace di cambiare i propri pensieri nei confronti della materia. Non devi essere tu a rincorrere gli esami, ma devono essere gli esami a rincorrere te, l'esatto opposto, se mi comprendi
Insomma, se hai fatto tua la materia, quei 7/10 esami che hai indietro da un momento all'altro possono anche diventare 0
Burocrazie varie permettendo...
Questa è la mia modesta opinione maturata in un anno e mezzo di esperienza universitaria.
Studio Chimica Industriale e purtroppo ho una certa difficoltà e lentezza innata con la matematica che adesso mi fa rimanere indietro con gli esami a contenuto matematico. In pratica non me la sento di sostenerli finché non mi sento sicuro. È proprio un problema che si manifesta in fase di preparazione dell'esame solo per le materie che richiedono una rilevante padronanza della matematica. Lo stesso non avviene per gli esami di chimica. Non ho problemi tali da dover considerare il cambio o l'abbandono e probabilmente non li avrò mai, anche perché quello che mi studio mi appassiona e non ho problemi di insicurezza e incertezza con gli altri esami, ma semplicemente non ho ancora la sensazione di poter procedere a un ritmo spedito con gli esami. In pratica, dove gli altri sono capaci di studiare anche la notte nella stessa giornata, io preferisco avere i miei hobby (in futuro spero lavoretti), giocarmi qualche videogioco, andare in palestra e concentrarmi su pochi esami alla volta se si tratta di esami con una notevole richiesta di padronanza matematica come le Analisi, Fisica 2 e Chimica Fisica 1 e 2. Il risultato è che pur essendo indietro adesso posso dire di avere finalmente una discreta padronanza del calcolo differenziale e integrale, esatto e approssimato (quelli come il professor Sherman in "La famiglia del professore matto" verso la fine che vedi fare le radici quadrate/cubiche e così via di quadrati imperfetti giganteschi a mente in realtà conoscono molto bene la formula di Taylor

Da un lato voglio dirti che non è tutto facile come sembra con alcuni corsi di laurea soprattutto umanistici, ma dall'altro voglio dirti che anche in caso di difficoltà pur studiando e studiando qualcosa che ti piace non devi subito considerarti fallita e pensare subito di dover mollare. Puoi anche metterci un poco di più a laurearti, l'importante è che la tua esperienza universitaria ti sia utile, e fidati che nello studiare seriamente una disciplina scientifica qualche utilità la trovi sempre. Della serie: se non trovi il lavoro, il lavoro te lo puoi inventare tu con quello che hai appreso.
In genere un'esperienza snervante, quella della tipica faticosissima corsa agli esami, è sintomo di un'esperienza di studio fine a sé stessa e quindi poco utile, che a volte è capace di cambiare i propri pensieri nei confronti della materia. Non devi essere tu a rincorrere gli esami, ma devono essere gli esami a rincorrere te, l'esatto opposto, se mi comprendi


Questa è la mia modesta opinione maturata in un anno e mezzo di esperienza universitaria.
Ook grazie mille per la disponibilità! Speriamo bene

Potevi dirlo prima... Come difficoltà sono assolutamente equivalenti. L'unica differenza è il peso di corsi prettamente teorico come quelli algebrici e di quelli più ingegneristici come chimica. Il passaggio magistrale tra i due non è complicatissimo ma potrebbe richiedere un paio di esami di debito. Scegli in base all'elenco esami che ti ispira di più. Il maggior problema del cambio in triennale è che corsi uguali potrebbero avere CFU diversi.
No nessun caso
quando mi sentirò pronta (il prima possibile) lancio la monetina per scoprire cosa spero esca.
Comunque ovviamente farei ingegneria matematica.

Comunque ovviamente farei ingegneria matematica.
"vict85":
Insomma puoi anche tirare la monetina.
Scherzi a parte, il consiglio di Vict è molto buono.
Aggiungerei che potresti provare a leggere Idee per diventare matematico, magari ti aiuta, e Idee per diventare scienziato dei materiali, anche se è solo una particolare ingegneria...
Suggerisco anche Idee per diventare informatico, non si sa mai.
"sami95":
Quindi in pratica mi conviene veramente di lanciare la monetina!
Quali sono le ragioni “ragionevoli” per scegliere l'una o l'altra. Fai una lista per entrambe e vedi cosa preferisci davvero. Di ingegnerie ce non sono tante comunque. Puoi anche fare un brain storming per entrambe.
Tieni conto che le paure non sono ragionevoli. Il rischio c'è in ogni scelta. Sapersi prendere il rischio sulle proprie spalle fa parte della crescita. Insomma puoi anche tirare la monetina, basta che se la monetina prende la scelta sbagliata tu non dia la colpa alla monetina o a chi la tirata se non sei stata tu.
@giuliofis, se è indecisa tra due facoltà la monetina formalizza bene, se invece sono più di due meglio il sacchetto della tombola.. o di Laplace.

"sami95":
Quindi in pratica mi conviene veramente di lanciare la monetina!
perchè affidarsi al caso?!..


"sami95":
Quindi in pratica mi conviene veramente di lanciare la monetina!
Sì. Se non ti sentirai soddisfatta del risultato del lancio significa che l'altra opzione era quella a cui tenevi di più.

Quindi in pratica mi conviene veramente di lanciare la monetina!
"sami95":
(come avete capito che quella che avete intrapreso era la vostra strada)...
Sono uno studente del terzo anno di fisica e, ti dirò, i motivi che mi hanno spinto a fisica non sono quelli che mi spingono a rimanerci: ero convinto che avrei voluto tentare la strada della ricerca in fisica della materia (di cui mi avevano appassionato le descrizioni sui siti delle Università ma di cui non sapevo nulla), oggi invece so che voglio tentare di diventare un dirigente fisico in ospedale (l'equivalente dei medici non generici, per capirsi), che è una strada accessibile solo ad un laureato in fisica.
Insomma, credevo di aver capito, invece non era vero!
Certo la vita è diversa, ma sami95 aveva parlato di persona.
Il cambiare tardi quanto ho fatto io è sicuramente difficile. Io comunque ho deciso di cambiare alla fine del secondo anno e 130 cfu dati (avevo dato 65cfu l'anno, da quando ho fatto la scelta ne ho sempre fatti di meno). Per non buttare i due anni ho rimandato il passaggio all'anno successivo. È stato un anno difficile, in cui andavo avanti solo per finire. A matematica ho invece fatto molte scelte sbagliate in termini di organizzazione del tempo e dello studio. Una scelta come la mia richiede, al di là del coraggio iniziale, anche la capacità di saperci convivere quando ti avvicini ai 30 anni. Insomma se rimanevo avevo, al massimo, altri due-tre anni di studio. Ora invece sono a matematica da 7.
Passare invece da matematica ad ingegneria o viceversa, soprattutto nei primi due anni, è una scelta molto più facile. Io ho dovuto di fatto riiniziare tutto da capo.
Il cambiare tardi quanto ho fatto io è sicuramente difficile. Io comunque ho deciso di cambiare alla fine del secondo anno e 130 cfu dati (avevo dato 65cfu l'anno, da quando ho fatto la scelta ne ho sempre fatti di meno). Per non buttare i due anni ho rimandato il passaggio all'anno successivo. È stato un anno difficile, in cui andavo avanti solo per finire. A matematica ho invece fatto molte scelte sbagliate in termini di organizzazione del tempo e dello studio. Una scelta come la mia richiede, al di là del coraggio iniziale, anche la capacità di saperci convivere quando ti avvicini ai 30 anni. Insomma se rimanevo avevo, al massimo, altri due-tre anni di studio. Ora invece sono a matematica da 7.
Passare invece da matematica ad ingegneria o viceversa, soprattutto nei primi due anni, è una scelta molto più facile. Io ho dovuto di fatto riiniziare tutto da capo.
Vict85, però scegliere ingegneria o matematica e poi non aver il coraggio di cambiare scelta (se si capisce che il percorso scelto è "sbagliato") porta ad una vita completamente diversa! Io oggi faccio ing. gestionale e teoricamente quando finirò dovrei lavorare in azienda (produzione, audit, controllo qualità, ottimizzazione) oppure al massimo fare un dottorato che si discosti un pochino e andare a parare sul settore dell'energia ma sempre con un ottica di "ottimizzazione economica" piuttosto che con un ottica di "ottimizzazione-progettuale". Se avessi scelto fisica sicuramente non avrei avuto come sbocchi il lavoro in azienda citato sopra (a meno di non voler completamente abbandonare il percorso scelto) e al massimo mi sarei affacciato sul settore dell'energia ma dal punto di vista fisico-progettuale. Quindi sono due scelte agli antipodi!
Ad ogni modo, dal mio punto di vista, non ci si deve troppo angosciare per la scelta, nonostante capisca benissimo (per esperienza personale) che la decisione da prendere è difficile, proprio per la possibilità, in seguito, di poter cambiare. Il problema è che più si va avanti e più coraggio serve per prendere delle decisioni! La tua scelta di prendere una seconda laurea è proprio esemplificativo della mia tesi, ci vuole coraggio a ricominciare tutto e come puoi immaginare non tutti avrebbero avuto il tuo coraggio nel farlo!
Per il resto, leggendo il topic, quoto in pieno garnak.olegovitc...
Ad ogni modo, dal mio punto di vista, non ci si deve troppo angosciare per la scelta, nonostante capisca benissimo (per esperienza personale) che la decisione da prendere è difficile, proprio per la possibilità, in seguito, di poter cambiare. Il problema è che più si va avanti e più coraggio serve per prendere delle decisioni! La tua scelta di prendere una seconda laurea è proprio esemplificativo della mia tesi, ci vuole coraggio a ricominciare tutto e come puoi immaginare non tutti avrebbero avuto il tuo coraggio nel farlo!
Per il resto, leggendo il topic, quoto in pieno garnak.olegovitc...

"sami95":
Sai cosa penso? Stare sempre in bilico non è il massimo. A questo punto preferisco sbagliare piuttosto che rimandare ulteriormente la scelta. Il mio problema principale non è tanto conoscermi ora, ma capire cosa voglio essere tra qualche anno. Se farò ingegneria in una determinata città sarò una persona, se farò matematica in un'altra città sarò completamente diversa.
Completamente diversa mi sembra eccessivo.
Penso che se il tuo dubbio è “vorrei fare matematica ma non mi sento sufficientemente brava allora faccio ingegneria” allora vai a matematica. Se il tuo dubbio è che matematica sia troppo specialistica e che in fondo matematica non ti piace molto più del resto, allora forse dovresti fare altro. In ogni caso ogni laurea scientifica porta con se una certa specializzazione; le scienze e le ingegnerie non sono come scienze politiche in cui studi un po' di tutto. In sostanza devi scegliere la specializzazione che pensi possa piacerti di più.
Per quanto riguarda me sono una persona che ha sbagliato scelta. Ho una laurea in studi internazionali e ora faccio matematica (ho quasi finito la magistrale).
@Raam, non capisco il tuo discorso... "non occorre conoscere se stessi per scegliere il corso di laurea", vi è "chi ci azzecca" o "chi non ci azzecca" o (nel mio caso) "chi non sa se ci azzecca o meno"
La scelta del corso all'inizio è sempre carica di dubbi e perplessità, sta nella volontà di ciascuno decidere ragionevolmente cosa fare dopo tale scelta..!!



Sai cosa penso? Stare sempre in bilico non è il massimo. A questo punto preferisco sbagliare piuttosto che rimandare ulteriormente la scelta. Il mio problema principale non è tanto conoscermi ora, ma capire cosa voglio essere tra qualche anno. Se farò ingegneria in una determinata città sarò una persona, se farò matematica in un'altra città sarò completamente diversa.
Salve.
Ebbene, io sono in una situazione molto simile alla tua, forse con un paio di differenze. Credo che depressione, ansia e nevrosi, nel mio caso, rendano la scelta molto più difficile del normale.
Comunque la questione fondamentale è: io cosa so di me stesso?
Credo che a questo punto valga la regola: "sbagliando si impara" anche se spesso gli errori, soprattutto in questo caso, possono provocare pesanti conseguenze.
Possiamo fare ragionamenti sopra ragionamenti, pro e contro di ogni corso di laurea, mentalità dell'ingegnere vs quella dello scienziato, per quali materie sono più portato e altro ancora ma non ne verremo mai a capo.
Possiamo prenderci 1, 2, 4 anni sabatici per pensare e ancora saremo punto e a capo.
Sbagliando si impara, quindi, e l'unica cosa che possiamo fare è solo di tenere in considerazione il peggiore scenario possibile e prepararsi in anticipo a rimettere a posto tutto quanto nel caso dell'ipotetico (molto probabile) sbaglio che commetteremo.
Al massimo, se l'indecisione è 50 e 50, si può tirare il vecchio 100 lire.
Per quanto riguarda il timore della mancanza di profitto e passione, tutto normalissimo. Ancora una volta, non ne saremo sicuri se prima non ci troveremo già dentro.
Mi rendo conto di non essere d'aiuto, ma quest'anno ho imparato che nessuno è stato in grado di aiutare me per esempio: scienziati, ingegnieri e psicologi non potranno fare ciò che posso fare solo io; conoscermi.
Ma anche conoscere se stessi è un compito difficile, che spesso dura per tutta la propria vita...
Ebbene, io sono in una situazione molto simile alla tua, forse con un paio di differenze. Credo che depressione, ansia e nevrosi, nel mio caso, rendano la scelta molto più difficile del normale.
Comunque la questione fondamentale è: io cosa so di me stesso?
Credo che a questo punto valga la regola: "sbagliando si impara" anche se spesso gli errori, soprattutto in questo caso, possono provocare pesanti conseguenze.
Possiamo fare ragionamenti sopra ragionamenti, pro e contro di ogni corso di laurea, mentalità dell'ingegnere vs quella dello scienziato, per quali materie sono più portato e altro ancora ma non ne verremo mai a capo.
Possiamo prenderci 1, 2, 4 anni sabatici per pensare e ancora saremo punto e a capo.
Sbagliando si impara, quindi, e l'unica cosa che possiamo fare è solo di tenere in considerazione il peggiore scenario possibile e prepararsi in anticipo a rimettere a posto tutto quanto nel caso dell'ipotetico (molto probabile) sbaglio che commetteremo.
Al massimo, se l'indecisione è 50 e 50, si può tirare il vecchio 100 lire.
Per quanto riguarda il timore della mancanza di profitto e passione, tutto normalissimo. Ancora una volta, non ne saremo sicuri se prima non ci troveremo già dentro.
Mi rendo conto di non essere d'aiuto, ma quest'anno ho imparato che nessuno è stato in grado di aiutare me per esempio: scienziati, ingegnieri e psicologi non potranno fare ciò che posso fare solo io; conoscermi.
Ma anche conoscere se stessi è un compito difficile, che spesso dura per tutta la propria vita...
Mi sa che hai ragione, mi sono già complessata abbastanza! Alla fine bisogna buttarsi, probabilmente neanche esiste "la strada giusta. Tuttavia, vorrei proprio evitare di arrivare a cambiare...
"sami95":ti accorgerai di quanto devi lavorare su te stessa non appena inizierai a frequentare le lezioni
ecco,non saprei da dove partire per lavorare su me stessa!

ecco,non saprei da dove partire per lavorare su me stessa!