Polito: ingegneria informatica
Ciao a tutti. Sono orientato verso ing. Informatica al polito, ma volevo prima avere pareri da altri iscritti. Com'è lo studio al polito? È difficile ing. Informatica? Mi descrivete una vostra giornata tipica? Grazie a tutti.

Risposte
"Flamber":
http://www.amazon.it/Algebra-lineare-geometria-Esercizi-desame/dp/8874884222/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1368816273&sr=8-1&keywords=baldovino+lanza
Con questo ci ho passato l'esame, ed anche decisamente bene!
Grazie Flamber.
Tale libro è in linea con il programma e le prove d' esame del Poli? Ti è stato consigliato da un professore?
http://www.amazon.it/Algebra-lineare-ge ... vino+lanza
Con questo ci ho passato l'esame, ed anche decisamente bene!
Con questo ci ho passato l'esame, ed anche decisamente bene!
E per geometria? C'è qualche eserciziario scritto per il PoliTo(magari proprio da prof del Polito)?
Il Deitel l'ho utilizzato per un esame di informatica generale, niente di troppo approfondito, quindi mi è sembrato più che soddisfacente abbinato alle spiegazioni.
Mentre il Taylor l'ho utilizzato non per prepararci un esame intero, ma per fare un preludio di un paio di settimane a Fisica 1, in cui sono stati introdotti errori ed incertezza, quindi, per accompagnare qualche esperimento di laboratorio e il corso di Fisica 1, l'ho trovato più che completo, anzi in alcuni casi andava anche oltre. Poi magari non sarà suficiente per l'esame di misure dell'anno prossimo.
Avevo dimenticato il Serway (ho consultato tutti i libri in bliblioteca prima di decidere quale acquistare, dato che secondo me è una selta molto importante, ed avere un libro completo è la base non solo per preparare l'esame, ma anche per capire la materia), che probabilmente è il peggiore, già il Mazzoldi è su un altro livello, mentre il Mencuccini, almeno per il mio corso di Fisica 1, è assolutamente impeccabile, e non sono certo io a doverlo dire. Stessa cosa si può ire per il focardi massa uguzzoni, non l'ho mai utilizzato, madei miei amici che lo usano per seguire il corso raramente hanno avuto lanecessità di integrarlo con qualcos'altro (dispense del professore / videolezioni).
Comunque mi pare che siamo ampiamente OT, mi scuso
Mentre il Taylor l'ho utilizzato non per prepararci un esame intero, ma per fare un preludio di un paio di settimane a Fisica 1, in cui sono stati introdotti errori ed incertezza, quindi, per accompagnare qualche esperimento di laboratorio e il corso di Fisica 1, l'ho trovato più che completo, anzi in alcuni casi andava anche oltre. Poi magari non sarà suficiente per l'esame di misure dell'anno prossimo.
Avevo dimenticato il Serway (ho consultato tutti i libri in bliblioteca prima di decidere quale acquistare, dato che secondo me è una selta molto importante, ed avere un libro completo è la base non solo per preparare l'esame, ma anche per capire la materia), che probabilmente è il peggiore, già il Mazzoldi è su un altro livello, mentre il Mencuccini, almeno per il mio corso di Fisica 1, è assolutamente impeccabile, e non sono certo io a doverlo dire. Stessa cosa si può ire per il focardi massa uguzzoni, non l'ho mai utilizzato, madei miei amici che lo usano per seguire il corso raramente hanno avuto lanecessità di integrarlo con qualcos'altro (dispense del professore / videolezioni).
Comunque mi pare che siamo ampiamente OT, mi scuso

"Flamber":
il Taylor per analisi degli errori
[ot]A me è sembrato un po' troppo semplicistico e "magico". L'ho integrato con il perfetto Loreti. Per il resto concordo, ed aggiungo che ho amici ingegneri a cui è stato proposto lo studio della Fisica sul Serway, testo poco più che liceale: infatti l'hanno abbandonato subito, essendo del tutto insufficiente per l'esame.[/ot]
"Flamber":
apparte il Deitel-Deitel, ma l'informatica è un'altra cosa
Ma solo perché l'esame di informatica in italia è generalmente una farsa di esame. Il D-D è carente sotto ogni punto di vista, forse anche sbagliato su alcune cose. Non ho ancora visto nessuno che abbia imparato il C dal D-D che sappia davvero usarlo...
Detto questo confermo quanto detto da te per i libri undergraduate, mentre di libri graduate ce ne sono vari di pregevoli (almeno in matematica).
Eppure, a parte l'Atkins-Jones di Chimica Generale che ho trovato eccellente sotto ogni punto di vista, e il Taylor per analisi degli errori, tutti gli altri testi anglosassoni che mi sono passati per le mani sono sempre stati insufficienti ai fini dell'esame (apparte il Deitel-Deitel, ma l'informatica è un'altra cosa). Ad esempio ho avuto modo di vedere il Tipler-Mosca, l' Halliday-Resnick e lo Young-Freedman (questo meno conosciuto oltreoceano, negli USA è il testo maggiormente utilizzato da quello che mi è parso di capire), per quanto riguarda fisica. Di certo non ho studiato tutti i libri, ma nessuno mi è sembrato lontanamente al livello del Mencuccini Silvestrini, che è l'unico con il quale riesco a tenere traccia di tutte le lezioni.
E dico questo perchè tutta la dinamica rotatoria, le accelerazioni apparenti, la legge di Gauss, il moto armonico (e di conseguenza oscillatore e pendolo), vengono spiegati semplicemente fornendo le formule, e senza nessuna dimostrazione, con qualche esempio, senza considerare per nulla la geometria differenziale, la derivazione dei vettori, le equazioni differenziali ecc.
E dico questo perchè tutta la dinamica rotatoria, le accelerazioni apparenti, la legge di Gauss, il moto armonico (e di conseguenza oscillatore e pendolo), vengono spiegati semplicemente fornendo le formule, e senza nessuna dimostrazione, con qualche esempio, senza considerare per nulla la geometria differenziale, la derivazione dei vettori, le equazioni differenziali ecc.
"Anisocoro":
Mi sono espresso male, volevo dire che il Politecnico di Torino è più selettivo delle università americane ritenute "terribili", certamente questi numeri per l'esame di Fisica 1 fanno impressione. Sarebbe interessante vedere qualche esercizio d'esame degli anni passati,perchè a Genova, dove hanno frequentato Ingegneri che conosco, la situazione sembra molto diversa.
Consideriamo che per accedere al Politecnico occorre superare un esame di ammissione per il quale i ragazzi si preparano fin da quando hanno 17 anni, e che verte sugli stessi argomenti d'esame di Fisica 1
Gli USA hanno dei corsi undergraduate più blandi e, per certi versi con un approccio molto più teorico, di quelli italiani sotto molti aspetti. La selezione, negli USA, viene fatta per l'accesso al graduate.
Detto questo bisogna dire che in alcuni stati esteri ogni studente possiede un ‘mentore/referente’ che ti segue durante il corso di studi e ti aiuta a preparare al meglio gli esami e capire i tuoi problemi in tempo (come avviene nella normale e similari). In Italia si è lasciati a se stessi e il primo anno bisogna spesso trovare il proprio ritmo. Per molti poi ci sono i primi anni fuori casa e i divertimenti da campus che possono distrarre un po'.
Il test d'ingresso non è che faccia poi questa grande selezione, i posti non sono pochi, di certo non è la selezione della LUISS, ma non è nemmeno un test d'ingresso a medicina.
Nel test d'ingresso c'è una parte di logica ch epersonalmente ho trovato facile, una parte di matematica che non richiede chissà quale abilità, ed una parte di Fisica che verte non solo sulla meccanica, ma anche su termodinamica ed elettromagnetismo.
Ma la fisica universitaria, come saprai meglio di me, non ha nulla a che fare con la fisica delle superiori. Essere bravi a fare queli esercizi con quattro formule appiccicate in mente, delle quali non si conosce l'origine, è ben diverso da un corso universitario, che non è solo (ovviamente) più difficile, ma ha un approccio completamente diverso, quindi magari chi non era troppo bravo in Fisica a scuola, potrebbe trovarsi meglio con una trattazione più completa, che giustifica ogni passaggio (Appesantendo notevolmente la trattaione), ed avere ottimi risultati universitari.
La grande selezione avviene dopo, durante il primo ed il secondo anno, come ricorava bene prima vict85, è una cosa che accade in misura più o meno accentuata in tutte le facoltà scientifiche.
Per ogni anno, qualsiasi indirizzo si scelga, comunque ci sono gli esami critici che hanno medie del genere, anche se con l'avanzare degli anni, le medie diventano sempre più "incoraggianti", un po' perchè sono rimasti i migliori (o anche i più interessati/ appassionati), un po' perchè ormai ognuno ha trovato il proprio metodo di studio ed ha capito bene le meccaniche universitarie, ed un po' perche avvicinandosi alla laurea, che non sembra più una meta così inarrivabile, la voglia di finire cresce, gli esami si fanno sempre più attinenti alla propria passione, e quindi c'è un normale risollevamento di quelle statistiche.
Ad esempio per ingegneria informatica, l'esame critico del secondo anno è "algoritmi e programmazione" che ha medie simili a quello di Fisica 1.
Nel test d'ingresso c'è una parte di logica ch epersonalmente ho trovato facile, una parte di matematica che non richiede chissà quale abilità, ed una parte di Fisica che verte non solo sulla meccanica, ma anche su termodinamica ed elettromagnetismo.
Ma la fisica universitaria, come saprai meglio di me, non ha nulla a che fare con la fisica delle superiori. Essere bravi a fare queli esercizi con quattro formule appiccicate in mente, delle quali non si conosce l'origine, è ben diverso da un corso universitario, che non è solo (ovviamente) più difficile, ma ha un approccio completamente diverso, quindi magari chi non era troppo bravo in Fisica a scuola, potrebbe trovarsi meglio con una trattazione più completa, che giustifica ogni passaggio (Appesantendo notevolmente la trattaione), ed avere ottimi risultati universitari.
La grande selezione avviene dopo, durante il primo ed il secondo anno, come ricorava bene prima vict85, è una cosa che accade in misura più o meno accentuata in tutte le facoltà scientifiche.
Per ogni anno, qualsiasi indirizzo si scelga, comunque ci sono gli esami critici che hanno medie del genere, anche se con l'avanzare degli anni, le medie diventano sempre più "incoraggianti", un po' perchè sono rimasti i migliori (o anche i più interessati/ appassionati), un po' perchè ormai ognuno ha trovato il proprio metodo di studio ed ha capito bene le meccaniche universitarie, ed un po' perche avvicinandosi alla laurea, che non sembra più una meta così inarrivabile, la voglia di finire cresce, gli esami si fanno sempre più attinenti alla propria passione, e quindi c'è un normale risollevamento di quelle statistiche.
Ad esempio per ingegneria informatica, l'esame critico del secondo anno è "algoritmi e programmazione" che ha medie simili a quello di Fisica 1.
Mi sono espresso male, volevo dire che il Politecnico di Torino è più selettivo delle università americane ritenute "terribili", certamente questi numeri per l'esame di Fisica 1 fanno impressione. Sarebbe interessante vedere qualche esercizio d'esame degli anni passati,perchè a Genova, dove hanno frequentato Ingegneri che conosco, la situazione sembra molto diversa.
Consideriamo che per accedere al Politecnico occorre superare un esame di ammissione per il quale i ragazzi si preparano fin da quando hanno 17 anni, e che verte sugli stessi argomenti d'esame di Fisica 1
Consideriamo che per accedere al Politecnico occorre superare un esame di ammissione per il quale i ragazzi si preparano fin da quando hanno 17 anni, e che verte sugli stessi argomenti d'esame di Fisica 1

Il dato, in media è questo, considerando 3 appelli, Questi 3 sono solo un esempio, ci sono sia corsi con un numero di passaggi più alto, sia quelli con numero più basso, in mendia comunque, si parla di 15/20 persone ad appello su 300.
Si certo, ho detto chè è decisamente selettivo come ateneo, ma non ho mica detto che le altre facoltà scientifichè non lo sono.
Parti in classi da 350 persone, ed arrivi a frequentare corsi in stanzette con altre 20 persone, ora si può chiamare difficoltà, si può chiamare alto tasso di abbandono nei primi anni, si può chiamare selettività, ma il dato è questo.
Il dato sui passaggi di fisica si riferiva comunque al singolo appello, considerando che ce ne sono 3, comunque i passaggi annuali sono circa 60.
Parti in classi da 350 persone, ed arrivi a frequentare corsi in stanzette con altre 20 persone, ora si può chiamare difficoltà, si può chiamare alto tasso di abbandono nei primi anni, si può chiamare selettività, ma il dato è questo.
Il dato sui passaggi di fisica si riferiva comunque al singolo appello, considerando che ce ne sono 3, comunque i passaggi annuali sono circa 60.
"Flamber":
in riferimento a quanto detto da Vict85 è vero che con ostinazione prima o poi si passa tutto, però c'è anche un altro dato. il 60% della gente che frequenta il PoliTo è del primo anno, nel restante 40% si ammassano gli altri 4 anni, con una grande prevalenza del secondo anno, quindi effettivamente c'è una grossa selezione, visto e considerato che comunque, gli appelli annuali sono solo 3, e non c'è alcuna possibilità di fare esoneri o esami parziali, quindi, come dovrebbe essere per tutte le università, ti giochi tutto il semestre in un solo appello.
L’alto abbandono nei primi due anni è una caratteristica comune a tutte le facoltà scientifiche.
"Flamber":
Il primo semestre presenta solo due esami. Analisi Matematica e Chimica, quindi le giornate sono meno "affollate", in più però c'è la difficoltà di essere appena entrato nel mondo dell'università.
Non è possibile definire una giornata tipo, innanzi tutto perchè non tutti studiano lo stesso tempo, e poi perchè dipende molto dai professori che ti ritrovi.
Se ti dovessi parlare della mia pesonalissima giornata tipo, si compone di 4 ore almeno di lezione, più 5 ore di studio, poi per me l'importante è capire, all'inizio quali lezioni si possono non frequentare, generalmente prendo questa decisione quando il professore segue perfettamente il libro (in alcuni casi scritto da lui stesso).
L'impegno ci vuole, e nei primi anni ci vuole anche molta pazineza perchè si fanno molte materie poco attinenti con il tuo percorso studi, o comunque che non ti serviranno eccessivamente nel tuo eventuale lavoro. Se sei un tipo troppo pratico, che vuole arrivare subito alla programmazione avanzata, ti sconsiglio il PoliTo, e penso che la stessa cosa valga per tutti gli altri atenei, perchè non vedrai programmazione avanzata prima del terzo anno, prima di allora ti tocca matematica, fisica, elettortecnica, chimica ecc., abbinate a qualche corso di programmazione.
La difficoltà è relativa all'impegno che uno ci mette, e a quanto è portato per quella materia, qualcuno più portato può ottenere risultati molto più alti di qualcuno meno portato che studia e si impegna di più, ma generalmente vale il contrario.
Tuttavia in linea generale, se mi chiedessero di un sare un aggettivo, di certo non userei "facile". è un ateneo molto selettivo, e ti basta guardare le statistiche di superamento esami per capirlo. al primo anno l'esame con più successi è informatica, si parla di circa il 40% di passaggi. Il più ostico, almeno da questo punto di vista è Fisica 1. Nel mio corso, nel 2012, lo hanno passato in 15 su 300 che frequentavano il corso.
Diciamo che questo è l'unico metro per isurare la difficoltà.
Poi dipende dal docente di Fisica I: io sono stato più fortunato perché col mio nei 4 appelli annuali siamo passati in un centinaio su 350 circa. La tua doveva essere la Iotti, perché è piuttosto nota per statistiche così drammatiche.
Anisocoro, probabilmente faremo meno ricerca, e le nostre facoltà saranno meno rinomate in quelle classifiche di dubbia utilità (anche se il dipartimento di elettronica del Polito, risulta, dalla classifica più consultata, essere il 30° al mondo, ed escluse poche eccezioni, tutte le università che lo precedono, dal Mit a Princeton, da Cambridge a Caltech, sono private, e costano circa venti volte il PoliTo, per ogni anno, stessa cosa si può dire in altri dipartimenti del PoliMi) ma di certo non si può dire che le nostre facoltà siano più facili di quelle americane. Saranno probabilmente meno formanti dal punto di vista lavorativo, almeno questo è il dato, ma ti assicuro che in motissimi casi i testi che in america sono considerati vere e proprie Bibbie, per molti corsi italiani non sono sufficienti.
in riferimento a quanto detto da Vict85 è vero che con ostinazione prima o poi si passa tutto, però c'è anche un altro dato. il 60% della gente che frequenta il PoliTo è del primo anno, nel restante 40% si ammassano gli altri 4 anni, con una grande prevalenza del secondo anno, quindi effettivamente c'è una grossa selezione, visto e considerato che comunque, gli appelli annuali sono solo 3, e non c'è alcuna possibilità di fare esoneri o esami parziali, quindi, come dovrebbe essere per tutte le università, ti giochi tutto il semestre in un solo appello.
Tuttavia, non è nulla di impossibile se c'è la voglia e la passione, il mio non voleva essere una risposta scoraggiante, era semplicemente realista, e presentava chiaramente la situazione.
Se vuoi studiare Ingegneria seriamente il PoliTo è il posto giusto, e i dati lavorativi ne danno conferma, basta farsi un giro su almalaurea.
in riferimento a quanto detto da Vict85 è vero che con ostinazione prima o poi si passa tutto, però c'è anche un altro dato. il 60% della gente che frequenta il PoliTo è del primo anno, nel restante 40% si ammassano gli altri 4 anni, con una grande prevalenza del secondo anno, quindi effettivamente c'è una grossa selezione, visto e considerato che comunque, gli appelli annuali sono solo 3, e non c'è alcuna possibilità di fare esoneri o esami parziali, quindi, come dovrebbe essere per tutte le università, ti giochi tutto il semestre in un solo appello.
Tuttavia, non è nulla di impossibile se c'è la voglia e la passione, il mio non voleva essere una risposta scoraggiante, era semplicemente realista, e presentava chiaramente la situazione.
Se vuoi studiare Ingegneria seriamente il PoliTo è il posto giusto, e i dati lavorativi ne danno conferma, basta farsi un giro su almalaurea.
"Anisocoro":
I numeri riportati sul sul superamento degli esami sono davvero preoccupanti, 15 promossi su 300 significa 1/20, è un rapporto peggiore rispetto a quelli di molte facoltà americane. Viene da chiedersi in quanti, in pproporzione, raggiungano l'agognata laurea
È un corso che si lascia spesso indietro soffermandosi di più sugli altri. Non direi che descrivere bene la difficoltà della facoltà. In tutti i corsi di laurea ci sono dei corsi che, inizialmente, fanno stragi. Ma poi la passano tutti, anche se in vari tentativi.
I numeri riportati sul sul superamento degli esami sono davvero preoccupanti, 15 promossi su 300 significa 1/20, è un rapporto peggiore rispetto a quelli di molte facoltà americane. Viene da chiedersi in quanti, in pproporzione, raggiungano l'agognata laurea