Politecnici= tutto fumo e niente arrosto o il contrario?
Buonasera
Apro il topic per motivi di curiosità e non di interesse personale.
Premetto che sto studiando ingegneria in un ateneo statale che non è né il politecnico di Milano né quello di Torino.
Volevo sapere se secondo voi questi due grandi e storici istituti formativi sono un passo avanti rispetto agli atenei statali di ingegneria.
Qualcuno ha avuto modo di vedere la differenza in persona?
Ovviamente per " passa avanti" intendo vari aspetti:
_ qualità della didattica;
_ servizi offerti;
_docenti e disponibilità;
_ job placement;
Alcuni voci dicono che il politecnico di Milano, nonostante dia una buona preparazione, sia molto disorganizzato e che porti all'esaurimento, sono solo per motivi di carico di studio.
Aspetto una vostra opinione, magari avete qualche conoscenze o amico che li frequenta.
Apro il topic per motivi di curiosità e non di interesse personale.
Premetto che sto studiando ingegneria in un ateneo statale che non è né il politecnico di Milano né quello di Torino.
Volevo sapere se secondo voi questi due grandi e storici istituti formativi sono un passo avanti rispetto agli atenei statali di ingegneria.
Qualcuno ha avuto modo di vedere la differenza in persona?
Ovviamente per " passa avanti" intendo vari aspetti:
_ qualità della didattica;
_ servizi offerti;
_docenti e disponibilità;
_ job placement;
Alcuni voci dicono che il politecnico di Milano, nonostante dia una buona preparazione, sia molto disorganizzato e che porti all'esaurimento, sono solo per motivi di carico di studio.
Aspetto una vostra opinione, magari avete qualche conoscenze o amico che li frequenta.
Risposte
Alcuni dati sui laureati magistrali in ingegneria


Dati su un campione di laureati in ingegneria informatica: un confronto fra le principali facoltà italiane e due "provinciali" scelte a caso (Parma e Pavia). Le fonti Almalaurea e Linkedin sono da prendere con le pinze, in quanto potrebbero non rappresentare un campione rappresentativo dei laureati, sono infatti troppo pochi in laureati in ingegneria informatica nelle università piccole per poter fare un confronto con le università che "producono" la maggior parte dei laureati.

Osservazioni personali:
- I due politecnici del nord "producono" il 27% degli ingeneri italiani e quasi il 60% degli ing. delle regioni del nord.
- Solo il PoliMI produce l'80% degli ingegneri lombardi, PoliMi e PoliTo l'80% degli ingegneri delle regioni del nord ovest. Dunque mi sembra palese che non è che le aziende sono piene di ing. dei politecnici perché li preferiscono, semplicemente sono di più.
- Le prospettive occupazionali sono simili fra le provinciali e le grandi, probabilmente non conta molto l'ateneo , ma il ramo di ingegneria e la corrispondenza coi vantaggi territoriali in un particolare settore: è chiaro che meccanica offre più opportunità a Torino che a Napoli e telecomunicazioni più a Milano che a Roma. In ogni caso, dal punto di vista occupazionale, meglio informatica in una provinciale che biomedica o ambientale in una grande.
- Le possibilità di lavoro all'estero invece variano molto per informatica dalle piccole alle grandi: le grandi sembrano offrire più opportunità, ma non è chiaro se questo dipenda dalla qualità della didattica, dalla lingua di erogazione dei corsi (anche Pavia è in inglese), dalla maggiore possibilità di scambi con altre università straniere o semplicemente dal maggior reddito delle grandi città rispetto alle piccole per cui la famiglia di uno studente delle grandi potrebbe essere maggiormente disponibile ad investire nell'istruzione dello studente, quindi a finanziare soggiorni in altre città italiane care o all'estero.
- I fuori sede che si iscrivono al PoliMi e che vengono da città in cui c'è una facoltà di ing. importante sono effettivamente molto pochi. La regione più rappresentata è la Puglia, con ogni probabilità molti di questi studenti anticipano il loro trasferimento dal sud al nord, infatti solo la metà dei laureati del PoliBa riescono a trovare lavoro nella loro regione di residenza entro un anno dalla laurea (Almalaurea). Quindi potrebbe essere razionale investire in un affitto in quanto si recupererebbe l'investimento grazie ai tempi minori di ingresso nel mondo del lavoro. Un'altra spiegazione potrebbe essere che alcuni provengono da comuni comunque lontani dalla sede universitaria locale, quindi perso per perso scelgono di frequentare in una città che gli offrirà maggiori opportunità lavorative.


Dati su un campione di laureati in ingegneria informatica: un confronto fra le principali facoltà italiane e due "provinciali" scelte a caso (Parma e Pavia). Le fonti Almalaurea e Linkedin sono da prendere con le pinze, in quanto potrebbero non rappresentare un campione rappresentativo dei laureati, sono infatti troppo pochi in laureati in ingegneria informatica nelle università piccole per poter fare un confronto con le università che "producono" la maggior parte dei laureati.

Osservazioni personali:
- I due politecnici del nord "producono" il 27% degli ingeneri italiani e quasi il 60% degli ing. delle regioni del nord.
- Solo il PoliMI produce l'80% degli ingegneri lombardi, PoliMi e PoliTo l'80% degli ingegneri delle regioni del nord ovest. Dunque mi sembra palese che non è che le aziende sono piene di ing. dei politecnici perché li preferiscono, semplicemente sono di più.
- Le prospettive occupazionali sono simili fra le provinciali e le grandi, probabilmente non conta molto l'ateneo , ma il ramo di ingegneria e la corrispondenza coi vantaggi territoriali in un particolare settore: è chiaro che meccanica offre più opportunità a Torino che a Napoli e telecomunicazioni più a Milano che a Roma. In ogni caso, dal punto di vista occupazionale, meglio informatica in una provinciale che biomedica o ambientale in una grande.
- Le possibilità di lavoro all'estero invece variano molto per informatica dalle piccole alle grandi: le grandi sembrano offrire più opportunità, ma non è chiaro se questo dipenda dalla qualità della didattica, dalla lingua di erogazione dei corsi (anche Pavia è in inglese), dalla maggiore possibilità di scambi con altre università straniere o semplicemente dal maggior reddito delle grandi città rispetto alle piccole per cui la famiglia di uno studente delle grandi potrebbe essere maggiormente disponibile ad investire nell'istruzione dello studente, quindi a finanziare soggiorni in altre città italiane care o all'estero.
- I fuori sede che si iscrivono al PoliMi e che vengono da città in cui c'è una facoltà di ing. importante sono effettivamente molto pochi. La regione più rappresentata è la Puglia, con ogni probabilità molti di questi studenti anticipano il loro trasferimento dal sud al nord, infatti solo la metà dei laureati del PoliBa riescono a trovare lavoro nella loro regione di residenza entro un anno dalla laurea (Almalaurea). Quindi potrebbe essere razionale investire in un affitto in quanto si recupererebbe l'investimento grazie ai tempi minori di ingresso nel mondo del lavoro. Un'altra spiegazione potrebbe essere che alcuni provengono da comuni comunque lontani dalla sede universitaria locale, quindi perso per perso scelgono di frequentare in una città che gli offrirà maggiori opportunità lavorative.
"claudio86":
Non è tanto onesto intellettualmente nemmeno fare una generalizzazione come questa
[quote="Intermat"]Però, a leggere i messaggi, quelli che risentono di più di questo bias sono proprio gli studenti del politecnico, non tutti, che sembra vogliano mostrare di far parte di una realtà di elite
che sembra parlare per quasi tutti o comunque la maggioranza degli studenti del politecnico quando in realtà si tratta di un singolo caso. Va beh, lasciamo perdere, che a litigare non si conclude niente.
[/quote]
Accetto la critica perché avrei dovuto generalizzare di meno ma, dato che questi discorsi sulla superiorità del politecnico non è la prima volta che li leggo, ho generalizzato. In ogni caso in questa circostanza mi riferivo ad iSte.
"claudio86":[/quote]
Posso anche condividere che il tono non fosse dei migliori, comunque a me sembra che il succo del discorso di @anonymous_40e072 sia
[quote="anonymous_40e072"]"Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
Ma il fatto è che non è vero. Se lui avesse detto qualcosa del tipo "a mio parere le possibilità sono migliori" lo avrei potuto accettare ma, dentro un discorso che poneva su un podio il politecnico e al di sotto ogni altra università, non mi pare affatto condivisibile. Per trarre delle conclusioni ci vogliono i dati e, fino ad ora, non ne ho visto neppure uno. Tutte le collaborazioni con le "grandi aziende" sono disponibili anche altrove come anche diverse altre funzioni decantate del poliMi. Continuo a ripetere che non metto in dubbio la qualità ma le conclusioni che si traggono, disonestamente e facendole passare per "reali", non conoscendo (come logico che sia) neppure una realtà al di fuori del poliMi.
"claudio86":
Il tuo discorso su Milano invece meriterebbe una discussione a parte: indipendentemente dalla città (anche se quei prezzi mi sembrano esagerati, dal mio limitato campione di amici in affitto) tu non credi sia una buona idea studiare da fuori sede.
Mi sembra ancora un ragionamento superficiale, il tuo principale metro di giudizio sono i soldi (un ipotetico stipendio più alto una volta usciti dai politecnici vs un costo della vita maggiore durante gli studi). Ma vivere da fuori sede è un'esperienza complessa che può valere quei soldi spesi (che non credo siano 1000€/mese, in fondo cibo, trasporti e svago li devi pagare anche se vivi coi tuoi, l'unica grossa spesa extra è l'affitto). E vivere in una grande città costa di più ma può anche offrire di più. Ma ognuno è diverso, ed ha diverse aspettative/priorità.
Certo, qualcuno purtroppo non può permettersi questo investimento. Sarebbe auspicabile un aumento/miglioramento di fondi per borse di studio, in modo da ampliare la scelta. Comunque non c'è niente di male nel considerare una città più economica o restare in famiglia.
Onestamente non mi pare affatto superficiale. Anzi, mi sembra superficiale la tua lettura di quanto ho scritto. Almeno per un paio di motivi:
1) il discorso economico e di nuove esperienze rientra fra tutto quello che io dicevo andasse considerato al di fuori del discorso prettamente universitario:
"Intermat":
Secondo me uno deve valutare il piano di studi, soprattutto per quanto riguarda la magistrale, e poi deve scegliere tenendo in considerazione tanti fattori come ad esempio la necessità di fare un lavoro per mantenersi (non tutti possono fare affidamento sulle tasche dei genitori) o la necessità di dividere un appartamento (o peggio la stanza) e quindi dover limitare il confort nello studio.
Ovviamente io lo portavo come esempio da considerare negativamente, ma era per mettere in evidenza che era da tenere in considerazione. Sicuramente se una persona vuole fare questa esperienza e quindi parte con l'idea di voler studiare fuori sede è libera di farlo e quindi potrebbe essere un punto a favore per andare a studiare al politecnico partendo da un'altra città universitaria. In ogni caso, come vedi, rientra tra le molte cose che uno studente deve valutare di cui parlavo in precedenza
2) oltre ai tanti altri aspetti che si devono considerare, c'è il fatto principale che andare all'università è un investimento notevole e quindi, ripeto, per farlo nel migliore dei modi va analizzato in quanto tale. Andare a fare il fuorisede costa, mediamente, almeno 500/600 € in più rispetto al vivere a casa con i genitori che proiettati per gli almeno 5 anni fanno ben 25/30.000€. Se, per te, gli altri aspetti positivi valgono questo ammontare di denaro allora è giusto andare, genericamente, a studiare fuori sede, altrimenti no. Ora tu dirai: "stai di nuovo valutando tutto a livello economico", il fatto è che per prendere delle decisioni si deve sempre fare un'analisi rischi/opportunità o costi/benefici e per avere un risultato coerente si deve valutare numericamente il tutto. E' lo stesso discorso di quando uno potrebbe andare a lavorare lontano da dove abita e dove, magari, ha famiglia: si fa i conti economici e poi si chiede "ma questi x.000€ in più all'anno valgono la lontananza da casa?". Ovviamente la risposta sarà soggettiva e non ne esiste una giusta ed una sbagliata, la stessa cosa vale per l'università: "andare a studiare a Milano (o Torino o dove vuoi) mi costa circa 25/30.000€ in più per i prossimi 5 anni, mi conviene?" A questo punto uno ragiona e trova la sua risposta.
"claudio86":
Il tuo discorso su Milano invece meriterebbe una discussione a parte: indipendentemente dalla città (anche se quei prezzi mi sembrano esagerati, dal mio limitato campione di amici in affitto) tu non credi sia una buona idea studiare da fuori sede.
Qui o manca il punto interrogativo oppure mi stai attribuendo cose che non ho mai detto. Io non ho mai detto che, in generale, non è una buona idea andare a studiare da fuori sede. Mai. Ho detto che è una cosa che va analizzata e valutata per bene non lasciandosi prendere da discorsi, onestamente, discutibili circa la fama o le migliori possibilità (spacciate per certe) future.
Se invece fosse stata una domanda, una risposta, assolutamente soggettiva, te la do nello spoiler:
Non è tanto onesto intellettualmente nemmeno fare una generalizzazione come questa
che sembra parlare per quasi tutti o comunque la maggioranza degli studenti del politecnico quando in realtà si tratta di un singolo caso. Va beh, lasciamo perdere, che a litigare non si conclude niente.
Posso anche condividere che il tono non fosse dei migliori, comunque a me sembra che il succo del discorso di @anonymous_40e072 sia
La qualità della didattica alla fine conta relativamente. Dubito che la preparazione finale di uno studente dei politecnici sia troppo diversa da studenti di altre università. Dalla mia esperienza il livello di studenti anche solo nella stessa classe ha una varianza notevole, abbastanza da cancellare un'eventuale migliore preparazione. La vedo un po' come una variante del paradox of skill, la preparazione finale media è una campana molto larga, anche fosse centrata più in alto per i politecnici, si farebbe davvero fatica a notarlo. Ma, detto questo, contatti internazionali, offerta formativa, placement e strutture come quelli dei politecnici ne hanno pochi altri atenei.
Il tuo discorso su Milano invece meriterebbe una discussione a parte: indipendentemente dalla città (anche se quei prezzi mi sembrano esagerati, dal mio limitato campione di amici in affitto) tu non credi sia una buona idea studiare da fuori sede.
Mi sembra ancora un ragionamento superficiale, il tuo principale metro di giudizio sono i soldi (un ipotetico stipendio più alto una volta usciti dai politecnici vs un costo della vita maggiore durante gli studi). Ma vivere da fuori sede è un'esperienza complessa che può valere quei soldi spesi (che non credo siano 1000€/mese, in fondo cibo, trasporti e svago li devi pagare anche se vivi coi tuoi, l'unica grossa spesa extra è l'affitto). E vivere in una grande città costa di più ma può anche offrire di più. Ma ognuno è diverso, ed ha diverse aspettative/priorità.
Certo, qualcuno purtroppo non può permettersi questo investimento. Sarebbe auspicabile un aumento/miglioramento di fondi per borse di studio, in modo da ampliare la scelta. Comunque non c'è niente di male nel considerare una città più economica o restare in famiglia.
"Intermat":
Però, a leggere i messaggi, quelli che risentono di più di questo bias sono proprio gli studenti del politecnico, non tutti, che sembra vogliano mostrare di far parte di una realtà di elite
che sembra parlare per quasi tutti o comunque la maggioranza degli studenti del politecnico quando in realtà si tratta di un singolo caso. Va beh, lasciamo perdere, che a litigare non si conclude niente.
Posso anche condividere che il tono non fosse dei migliori, comunque a me sembra che il succo del discorso di @anonymous_40e072 sia
"anonymous_40e072":
"Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
La qualità della didattica alla fine conta relativamente. Dubito che la preparazione finale di uno studente dei politecnici sia troppo diversa da studenti di altre università. Dalla mia esperienza il livello di studenti anche solo nella stessa classe ha una varianza notevole, abbastanza da cancellare un'eventuale migliore preparazione. La vedo un po' come una variante del paradox of skill, la preparazione finale media è una campana molto larga, anche fosse centrata più in alto per i politecnici, si farebbe davvero fatica a notarlo. Ma, detto questo, contatti internazionali, offerta formativa, placement e strutture come quelli dei politecnici ne hanno pochi altri atenei.
Il tuo discorso su Milano invece meriterebbe una discussione a parte: indipendentemente dalla città (anche se quei prezzi mi sembrano esagerati, dal mio limitato campione di amici in affitto) tu non credi sia una buona idea studiare da fuori sede.
Mi sembra ancora un ragionamento superficiale, il tuo principale metro di giudizio sono i soldi (un ipotetico stipendio più alto una volta usciti dai politecnici vs un costo della vita maggiore durante gli studi). Ma vivere da fuori sede è un'esperienza complessa che può valere quei soldi spesi (che non credo siano 1000€/mese, in fondo cibo, trasporti e svago li devi pagare anche se vivi coi tuoi, l'unica grossa spesa extra è l'affitto). E vivere in una grande città costa di più ma può anche offrire di più. Ma ognuno è diverso, ed ha diverse aspettative/priorità.
Certo, qualcuno purtroppo non può permettersi questo investimento. Sarebbe auspicabile un aumento/miglioramento di fondi per borse di studio, in modo da ampliare la scelta. Comunque non c'è niente di male nel considerare una città più economica o restare in famiglia.
Se non sbaglio ingegneria matematica di Tor Vergata nasce da IMS, in pratica hanno cambiato soltanto il nome. In effetti é strutturata meglio a Padova o all'Aquila (oltre ai 2 politecnici).
Rimane un peccato chiudere un corso come quello, a mio parere andava denominato in modo differente oltre a proporre delle novità sul versante didattico.
Rimane un peccato chiudere un corso come quello, a mio parere andava denominato in modo differente oltre a proporre delle novità sul versante didattico.
"civamb":
Per quello che vale il ranking é giusto dire che i politecnici di Milano e Torino sono al vertice. Oltre ai CdL in matematica per l'ingegneria, ingegneria fisica, nucleare, fisica dei sistemi complessi bisogna ammettere che hanno dei corsi "tradizionali" di altissimo livello, alcuni dei quali una spanna sopra agli altri delle varie università. Detto questo, la vera differenza la farà il cervello del singolo.
Io, parlando dei piani di studio che mi ero guardato, posso dire che ing. matematica è enormemente migliore di quella che propongono (ed infatti stanno chiudendo) a Tor Vergata mentre per quanto riguarda ing. Gestionale non mi ha colpito molto, non aveva niente di particolare che non fosse disponibile altrove. Altri cdl non li conosco e, ripeto, non metto in minimo dubbio la loro qualità. La cosa che non condivido, sarò ripetitivo, è concludere che a priori sia la scelta migliore e che dia opportunità uniche che altre sedi non danno.
PS: Il fatto che la differenza la faccia la bravura e l'impegno del singolo lo trovo, ovviamente, condivisibile nonché giusto.
Per quello che vale il ranking é giusto dire che i politecnici di Milano e Torino sono al vertice. Oltre ai CdL in matematica per l'ingegneria, ingegneria fisica, nucleare, fisica dei sistemi complessi bisogna ammettere che hanno dei corsi "tradizionali" di altissimo livello, alcuni dei quali una spanna sopra agli altri delle varie università. Detto questo, la vera differenza la farà il cervello del singolo.
"claudio86":
[quote="Intermat"]Però, a leggere i messaggi, quelli che risentono di più di questo bias sono proprio gli studenti del politecnico, non tutti, che sembra vogliano mostrare di far parte di una realtà di elite
Non prendertela, ma personalmente mi sembra che almeno in questa discussione sia tu l'unico a prenderla così seriamente e a parlare di "semidei dell'ingegneria". Gli altri si sono limitati a dire che sono dei buoni atenei che offrono qualcosa di più degli altri come contatti internazionali, offerta formativa, placement, strutture. Dove "gli altri" non comprende necessariamente "tutti" gli altri atenei italiani, è assolutamente possibile che ci siano università in pari, o anche migliori sotto alcuni aspetti. Ma mediamente sono tra le migliori università per ingegneria.
Inoltre non vedo come gli studenti dei politecnici possano sentirsi un'elite, dato che non è particolarmente difficile essere ammessi. L'università può offrire più possibilità, ma quello che conta maggiormente è impegno e talento personale.
[/quote]
Sinceramente:
"anonymous_40e072":
Non è un post "simpatico", non è mio spirito classificare le persone in base al voto o all'ateneo di provenienza, ma questo è quanto. E mi chiedo il senso di raccontarsela, di fare disinformazione, di tentare di tirare acqua al proprio mulino solo per convincersi di aver fatto la scelta giusta ad essere rimasti nella propria università di paese. "Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
Tutto questo non è nient'altro che rappresentanza di qualcosa che in Italia funziona davvero e sta funzionando di anno in anno sempre meglio. E' un ateneo che comunque ha ancora tanto su cui lavorare, che ha molti difetti, ma che quantomeno assicura un futuro ed è basato su un sistema premiante.
Studiare è per tutti una fatica, ovunque, c'è bisogno in questo paese di realtà come queste, dove la meritocrazia esiste, dove la fatica premia.
Detto questo, la scelta è vostra soltanto, andate a fondo nelle questioni, pensate con la vostra testa, informatevi a dovere.
E non fatevi troppo influenzare da quello che la gente scrive su un forum, me compreso.
Spero soltanto che questo post sia più uno stimolo per chi una scelta la deve ancora prendere e un po' meno materiale di flame, specialmente per quel paio di frustrati seriali che mi aspetto, in tempo zero, si adopereranno a formulare una risposta provocatoria.
Non mi sembra affatto onesto intellettualmente, soprattutto le parti evidenziate. Significa porsi su un piedistallo e mettersi a giudicare in maniera alquanto autoreferenziale, da "semidio dell'ingegneria".
"claudio86":
[quote="Intermat"]Uno dei contro, per dire, è che Milano è una città carissima quindi i, magari, 100€/mese che si possono guadagnare in più uscendo dal politecnico, per essere ripagati necessitano di decine di anni.
Io vengo dall'hinterland, e potrei passare ore a denigrare Milano (che riesce a farsi odiare in molti modi, specialmente quando sei costretto a guidarci). Ma obiettivamente offre possibilità che la maggior parte delle altre città italiane non hanno. Immagino Roma non sia tanto diversa, ma immagino che anche il costo della vita non sia troppo lontano (ma ammetto che è solo un'ipotesi, non conosco assolutamente nulla della capitale, non ci sono mai nemmeno stato). Discorso simile per Torino.[/quote]
Per quel poco che conosco Milano, i costi non sono molto paragonabili con Roma ma magari la differenza non è eccessiva mentre c'è un abisso con Torino. Ad esempio, sentendo quello che mi dice una mia amica che ora lavora a Milano, una singola in periferia, parecchio, e non vicina all'università (lei è li per lavoro) costa attorno, se non oltre, i 500€/mese. Questo prezzo a Roma difficilmente lo raggiungi se non per camere veramente grandi, in case grandi e in zone o abbastanza pregiate o molto vicine all'università (specialmente La Sapienza). In media gli affitti delle stanze, a sentire i miei amici/colleghi fuorisede, stanno sui 350/450€/mese. Insomma, sono già 50/100€/mese di affitto in più. Detto questo io mi riferivo al fatto che, comunque, molti studenti potrebbero studiare in sede e quindi risparmiare direttamente quei circa 1000€/mese che servono per vivere a Milano (o Roma). In pratica, il senso del mio discorso era che non trovo sensato spostarsi da Genova, Parma, Pisa, Siena, Roma, Firenze (o altre città universitarie) a Milano solo per la fama del politecnico. Ha senso farlo solo se il piano di studi proposto è effettivamente più interessante (compresa la eventuale disponibilità di più esami con laboratorio). Capisci che, in questo caso, il risparmio annuo è di circa 10/12000 € ovvero servirebbe una vita per ripagarsi questo investimento pur supponendo che usciti dal poliMi si disponga di quei 100/200€/mese in più!
Sulla qualità del politecnico non sono mai voluto entrare, sicuramente è una ottima università. La cosa che trovo scorretta è dipingerla, come ha fatto iSte, come l'unica soluzione possibile per avere un'istruzione veramente buona e una speranza di entrare in aziende molto grandi e prestigiose o in università top-ranked. Questo è semplicemente non vero.
"Intermat":
Però, a leggere i messaggi, quelli che risentono di più di questo bias sono proprio gli studenti del politecnico, non tutti, che sembra vogliano mostrare di far parte di una realtà di elite
Non prendertela, ma personalmente mi sembra che almeno in questa discussione sia tu l'unico a prenderla così seriamente e a parlare di "semidei dell'ingegneria". Gli altri si sono limitati a dire che sono dei buoni atenei che offrono qualcosa di più degli altri come contatti internazionali, offerta formativa, placement, strutture. Dove "gli altri" non comprende necessariamente "tutti" gli altri atenei italiani, è assolutamente possibile che ci siano università in pari, o anche migliori sotto alcuni aspetti. Ma mediamente sono tra le migliori università per ingegneria.
Inoltre non vedo come gli studenti dei politecnici possano sentirsi un'elite, dato che non è particolarmente difficile essere ammessi. L'università può offrire più possibilità, ma quello che conta maggiormente è impegno e talento personale.
"Intermat":
Uno dei contro, per dire, è che Milano è una città carissima quindi i, magari, 100€/mese che si possono guadagnare in più uscendo dal politecnico, per essere ripagati necessitano di decine di anni.
Io vengo dall'hinterland, e potrei passare ore a denigrare Milano (che riesce a farsi odiare in molti modi, specialmente quando sei costretto a guidarci). Ma obiettivamente offre possibilità che la maggior parte delle altre città italiane non hanno. Immagino Roma non sia tanto diversa, ma immagino che anche il costo della vita non sia troppo lontano (ma ammetto che è solo un'ipotesi, non conosco assolutamente nulla della capitale, non ci sono mai nemmeno stato). Discorso simile per Torino.
"claudio86":
@Intermat
Fai un ragionamento abbastanza superficiale quando dici:
[quote="Intermat"]... molto soddisfatto della disponibilità dei docenti (difficilmente altrove potrebbe essere migliore), soddisfatto del job placement dell'università e in generale della didattica. Sicuramente i servizi potrebbero essere migliori ma non credo che un politecnico mi avrebbe offerto molto di più.
Hai esperienza di un solo ambiente, dove ti trovi bene, e deduci che non ci possa essere di meglio. Ma in realtà non ne hai idea, potresti avere ragione, oppure no.
Purtroppo funziona anche nell'altro verso, quando ti trovi male per certi aspetti, e in un altro ateneo scopri che va anche peggio.[/quote]
Ma infatti io ho sempre parlato della mia esperienza e non ho detto "sicuramente è la miglior università d'Italia", tutt'altro, i suoi problemi li ha e, con gli anni, li ho conosciuti. Ho detto che sicuramente difficilmente può essere migliore perché effettivamente il rapporto con i docenti, la maggior parte (almeno nel mio cdl), è molto stretto. Alle email rispondono sempre, solitamente nel giro di pochi minuti o ore, i ricevimenti sono molto flessibili e, secondo la mia esperienza diretta, durante la tesi, sono veramente molto disponibili. Quando ho avuto problemi ho parlato su Skype col relatore e il correlatore mi ha chiamato al telefono. Non credo lo facciano tutti persino nella mia università, però è un esempio dell'ottimo rapporto fra studenti e docenti. Per quanto riguarda il placement e la didattica ho espresso un giudizio non comparandolo con nient'altro quindi non potrebbe essere superficiale.
Per il discorso piccole società di consulenza, vale un po' ovunque. Ripeto, praticamente ogni volta che aggiungete qualcosa che pensate sia prerogativa del politecnico mi accorgo che sono cose disponibili anche da me.
Il discorso double degree probabilmente, soprattutto qualche anno fa, potrebbe essere un aspetto molto positivo che non c'è ovunque. Ad esempio nella mia università c'è solo per i cdl di Economia ma non per quelli di Ingegneria. Sulle mete erasmus non posso fare confronti perché non conosco quelle del politecnico, da noi solitamente ce ne erano una decina, diverse, per ogni cdl. Per dire, una valutazione di aspetti come questi potrebbe farmi convincere ad andare al politecnico (immaginando di essere una matricola), non la sua fama. Se uno studente vuole fare un double degree e il politecnico glielo offre, magari con una università di prestigio estera, sarei il primo a dire che è una cosa ottima ed interessante. Per questo continuo a dire che la scelta di frequentarlo o meno va fatta analizzando questi aspetti, non basandosi sul preconcetto che se esci da lì sei una sorta di semidio dell'ingegneria.
Per il resto condivido il tuo discorso, anche sul bias verso il proprio ateneo (che fondamentalmente è l'unico o uno dei pochissimi che si conosce). Però, a leggere i messaggi, quelli che risentono di più di questo bias sono proprio gli studenti del politecnico, non tutti, che sembra vogliano mostrare di far parte di una realtà di elite, cosa che è tutt'altro che vera. Nessuno penso voglia giudicare negativamente il politecnico, sicuramente è un'ottima, forse eccellente, università, ma allo stesso tempo nel dare i giudizi si dovrebbe cercare di guardare anche dal di fuori magari notando i pro e i contro. Uno dei contro, per dire, è che Milano è una città carissima quindi i, magari, 100€/mese che si possono guadagnare in più uscendo dal politecnico, per essere ripagati necessitano di decine di anni. Questo, tra l'altro, era proprio uno dei motivi per cui all'inizio dicevo che uno studente dovrebbe andare al politecnico se veramente vede un cdl che lo interessa. Altrimenti continuo a non credere che il gioco vale la candela. Andare all'università è un investimento e, come tale, va giudicato.
In discussioni come queste ognuno ha un bias personale verso la sua università. Me compreso, quindi tenete conto che ho studiato al polimi. Tenete anche conto che, almeno per uno studente, l'impegno personale e il talento sono quanto se non più importanti dell'ateneo.
Sotto un punto di vista sono sicuro che i politecnici abbiano un'offerta migliore di altre università: i contatti con l'estero. Ai miei tempi (2009) polimi e polito erano gli unici atenei italiani ad offrire scambi di doppia laurea TIME (ironicamente, entrambi vantavano di essere l'unico). In un'altra università semplicemente non avrei potuto partecipare. Spesso hanno più scelta anche in altri programmi come Erasmus.
Come già detto, inoltre, mirano a diventare poli internazionali, con studenti e docenti stranieri. Questo porta ad un bacino più ampio per selezionare buoni studenti, ricercatori e professori, e a migliorare contatti internazionali (oltre all'impatto nella vita personale dato da convivere con persone di altre culture).
Inoltre, grosse università potrebbero avere più fondi per (o anche semplicemente abbastanza ricercatori da giustificare) attrezzature e laboratori avanzati. Magari un matematico o un informatico non ci pensano, ma per altre discipline è importante.
Per quanto riguarda aziende che selezionano solo laureati dei politecnici, conosco qualche realtà tramite ex compagni di corso. Alcune aziende di consulenza medio-piccole dove tutti i neolaureati sono dei politecnici (avanti con gli anni conta più l'esperienza lavorativa che quella accademica). Anche se in effetti spesso la differenza è più tra ingegneri e non. Ma in effetti sono piuttosto rare, se un'azienda è furba cercherà impiegati di qualità, indipendentemente dalla provenienza.
Infine, sulla didattica, io ho avuto ottimi professori, buoni professori, professori incompetenti e professori che mi hanno fatto odiare le loro materie. Ho avuto esperienze simili nelle altre università che ho frequentato. Non saprei dire se globalmente fosse meglio o peggio.
@Intermat
Fai un ragionamento abbastanza superficiale quando dici:
Hai esperienza di un solo ambiente, dove ti trovi bene, e deduci che non ci possa essere di meglio. Ma in realtà non ne hai idea, potresti avere ragione, oppure no.
Purtroppo funziona anche nell'altro verso, quando ti trovi male per certi aspetti, e in un altro ateneo scopri che va anche peggio.
Sotto un punto di vista sono sicuro che i politecnici abbiano un'offerta migliore di altre università: i contatti con l'estero. Ai miei tempi (2009) polimi e polito erano gli unici atenei italiani ad offrire scambi di doppia laurea TIME (ironicamente, entrambi vantavano di essere l'unico). In un'altra università semplicemente non avrei potuto partecipare. Spesso hanno più scelta anche in altri programmi come Erasmus.
Come già detto, inoltre, mirano a diventare poli internazionali, con studenti e docenti stranieri. Questo porta ad un bacino più ampio per selezionare buoni studenti, ricercatori e professori, e a migliorare contatti internazionali (oltre all'impatto nella vita personale dato da convivere con persone di altre culture).
Inoltre, grosse università potrebbero avere più fondi per (o anche semplicemente abbastanza ricercatori da giustificare) attrezzature e laboratori avanzati. Magari un matematico o un informatico non ci pensano, ma per altre discipline è importante.
Per quanto riguarda aziende che selezionano solo laureati dei politecnici, conosco qualche realtà tramite ex compagni di corso. Alcune aziende di consulenza medio-piccole dove tutti i neolaureati sono dei politecnici (avanti con gli anni conta più l'esperienza lavorativa che quella accademica). Anche se in effetti spesso la differenza è più tra ingegneri e non. Ma in effetti sono piuttosto rare, se un'azienda è furba cercherà impiegati di qualità, indipendentemente dalla provenienza.
Infine, sulla didattica, io ho avuto ottimi professori, buoni professori, professori incompetenti e professori che mi hanno fatto odiare le loro materie. Ho avuto esperienze simili nelle altre università che ho frequentato. Non saprei dire se globalmente fosse meglio o peggio.
@Intermat
Fai un ragionamento abbastanza superficiale quando dici:
"Intermat":
... molto soddisfatto della disponibilità dei docenti (difficilmente altrove potrebbe essere migliore), soddisfatto del job placement dell'università e in generale della didattica. Sicuramente i servizi potrebbero essere migliori ma non credo che un politecnico mi avrebbe offerto molto di più.
Hai esperienza di un solo ambiente, dove ti trovi bene, e deduci che non ci possa essere di meglio. Ma in realtà non ne hai idea, potresti avere ragione, oppure no.
Purtroppo funziona anche nell'altro verso, quando ti trovi male per certi aspetti, e in un altro ateneo scopri che va anche peggio.
"anonymous_40e072":
Sì, c'è differenza. Studio al Polimi e sto finendo il mio Master of Science in Energy Engineering.
C'è differenza sia per quanto riguarda le possibilità di dottorato all'estero, sia per quanto riguarda le possibilità lavorative.
Alcuni grandi nomi della consulenza (McKinsey e BCG in cima), colossi energetici (Exxon Mobil, Eni, General Electric, Rolls Royce) e alcuni istituti bancari assumono in maniera privilegiata dal Polimi e con criteri del tutto differenti.
In alcuni casi la fonte sono gli stessi consulenti che vengono a fare presentazioni in ateneo (quasi sempre alumni Polimi, in rari casi Polito) o persone che ho conosciuto uscite dal Polimi, che sono entrate in questi macro-sistemi e hanno confermato tutto questo.
Nomi a parte, ogni mese vengono pubblicati decine (se non centinaia) offerte di stage, una decina di queste per l'estero.
Per quanto riguarda le possibilità di tesi e PhD stesso discorso: uscire con un voto sopra il 105 con un anno abbondante di ritardo ti permette comunque di fare domanda per un dottorato e avere ottime possibilità di essere preso. E' il caso di un compagno di classe che molto probabilmente verrà preso all'Imperial College di Londra o all'EPFL.
Una buona metà di compagni sono in giro per il mondo a fare tesi.
Detto questo, le magistrali sono tutte obbligatoriamente (se non poche eccezioni) interamente in lingua inglese. Esami, orali, lavori di gruppo, assignments, tesi. Abbiamo il 10-15% in classe di studenti stranieri (a Gestionale sale quasi a 25%), alcuni studenti Erasmus, altri iscritti all'MSc.
Il Polimi vanta anche il più alto numero di studenti fuori sede d'Italia, sopratutto in magistrale. Nessuno si sposta dal Polimi ad altre parti d'Italia a meno che non sia per motivi di mancati requisiti per accesso alla magistrale o per eccessivo stress.
Non è un post "simpatico", non è mio spirito classificare le persone in base al voto o all'ateneo di provenienza, ma questo è quanto. E mi chiedo il senso di raccontarsela, di fare disinformazione, di tentare di tirare acqua al proprio mulino solo per convincersi di aver fatto la scelta giusta ad essere rimasti nella propria università di paese. "Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
Tutto questo non è nient'altro che rappresentanza di qualcosa che in Italia funziona davvero e sta funzionando di anno in anno sempre meglio. E' un ateneo che comunque ha ancora tanto su cui lavorare, che ha molti difetti, ma che quantomeno assicura un futuro ed è basato su un sistema premiante.
Studiare è per tutti una fatica, ovunque, c'è bisogno in questo paese di realtà come queste, dove la meritocrazia esiste, dove la fatica premia.
Detto questo, la scelta è vostra soltanto, andate a fondo nelle questioni, pensate con la vostra testa, informatevi a dovere.
E non fatevi troppo influenzare da quello che la gente scrive su un forum, me compreso.
Spero soltanto che questo post sia più uno stimolo per chi una scelta la deve ancora prendere e un po' meno materiale di flame, specialmente per quel paio di frustrati seriali che mi aspetto, in tempo zero, si adopereranno a formulare una risposta provocatoria.
Sul numero di stage che sono disponibili sul placement del poliMi non discuto perché non lo conosco. Per il resto hai raccontato una marea di storielle che vuoi far passare per realtà ma che, nella pratica non lo sono necessariamente. Ovviamente io faccio riferimento a quello che conosco, un po' come fai tu, quindi confronto ciò che dici con quello che succede dove studio io. BCG viene ogni anno a fare il career day presso l'università dove studio io, così come anche P&G, Unilever, GSK ed altre multinazionali. Ovviamente le società di consulenza, come Deloitte, Accenture ed E&Y assumono moltissimi neolaureati e spesso vengono a fare presentazioni delle possibilità di stage per la tesi o per dopo la laurea. Pensa che strano, da noi quelli vengono a parlarci sono ex studenti di Tor Vergata, non ti viene in mente che lo facciano per mostrare agli studenti di quel ateneo che è possibile entrare e fare carriera? E' logico che al poliMI mandino un laureato del poliMi, al poliTo uno del poliTo e così via. E' una sorta di pubblicità che dice "mandaci il tuo CV, come vedi ce la puoi fare". E questo lo hanno fatto tutti quelli che sono venuti, da OVS a Equitalia (pure loro sono venuti..

Sul fatto del dottorato/carriera all'estero, non è vero che se non vieni dal politecnico hai difficoltà immani da superare. Un ragazzo che si è laureato ad ing. matematica nella mia università ha fatto il dottorato a "La Sapienza", un post doc all'EFPL di Losanna e ora è ricercatore alla Columbia University. Insomma, la possibilità di fare carriera accademica o di andare all'estero per continuare gli studi ci sono anche uscendo da un "non politecnico". Diversi professori che ho avuto, insegnano da me e fanno ricerca e/o hanno fatto il PhD all'Imperial College di Londra. Insomma, non è che il politecnico è di per se la soluzione ad ogni problema. E' una ottima università ma, secondo me, non giustifica uno spostamento a priori da un'altra sede. Secondo me uno deve valutare il piano di studi, soprattutto per quanto riguarda la magistrale, e poi deve scegliere tenendo in considerazione tanti fattori come ad esempio la necessità di fare un lavoro per mantenersi (non tutti possono fare affidamento sulle tasche dei genitori) o la necessità di dividere un appartamento (o peggio la stanza) e quindi dover limitare il confort nello studio. Alla fine, in ogni caso, la preparazione finale di un laureato dipende, per la gran parte, da quanto lui stesso si è impegnato e da quanto ha studiato, capito e approfondito le materie studiate. Logicamente se uno studia in una università che funziona allora potrà trovarsi meglio e quindi rendere di più e, sicuramente, questi sono aspetti positivi che i politecnici di Milano e Torino tendenzialmente hanno ma che non sono loro esclusiva.
PS: Potrei essere il frustrato seriale, ma non sto facendo alcun flame. Se vuoi rispondere ti ho dato materiale su cui discutere civilmente, altrimenti puoi catalogarmi fra i frustrati seriali e rispondermi auspicando un flame!
Sì, c'è differenza. Studio al Polimi e sto finendo il mio Master of Science in Energy Engineering.
C'è differenza sia per quanto riguarda le possibilità di dottorato all'estero, sia per quanto riguarda le possibilità lavorative.
Alcuni grandi nomi della consulenza (McKinsey e BCG in cima), colossi energetici (Exxon Mobil, Eni, General Electric, Rolls Royce) e alcuni istituti bancari assumono in maniera privilegiata dal Polimi e con criteri del tutto differenti.
In alcuni casi la fonte sono gli stessi consulenti che vengono a fare presentazioni in ateneo (quasi sempre alumni Polimi, in rari casi Polito) o persone che ho conosciuto uscite dal Polimi, che sono entrate in questi macro-sistemi e hanno confermato tutto questo.
Nomi a parte, ogni mese vengono pubblicati decine (se non centinaia) offerte di stage, una decina di queste per l'estero.
Per quanto riguarda le possibilità di tesi e PhD stesso discorso: uscire con un voto sopra il 105 con un anno abbondante di ritardo ti permette comunque di fare domanda per un dottorato e avere ottime possibilità di essere preso. E' il caso di un compagno di classe che molto probabilmente verrà preso all'Imperial College di Londra o all'EPFL.
Una buona metà di compagni sono in giro per il mondo a fare tesi.
Detto questo, le magistrali sono tutte obbligatoriamente (se non poche eccezioni) interamente in lingua inglese. Esami, orali, lavori di gruppo, assignments, tesi. Abbiamo il 10-15% in classe di studenti stranieri (a Gestionale sale quasi a 25%), alcuni studenti Erasmus, altri iscritti all'MSc.
Il Polimi vanta anche il più alto numero di studenti fuori sede d'Italia, sopratutto in magistrale. Nessuno si sposta dal Polimi ad altre parti d'Italia a meno che non sia per motivi di mancati requisiti per accesso alla magistrale o per eccessivo stress.
Non è un post "simpatico", non è mio spirito classificare le persone in base al voto o all'ateneo di provenienza, ma questo è quanto. E mi chiedo il senso di raccontarsela, di fare disinformazione, di tentare di tirare acqua al proprio mulino solo per convincersi di aver fatto la scelta giusta ad essere rimasti nella propria università di paese. "Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
Tutto questo non è nient'altro che rappresentanza di qualcosa che in Italia funziona davvero e sta funzionando di anno in anno sempre meglio. E' un ateneo che comunque ha ancora tanto su cui lavorare, che ha molti difetti, ma che quantomeno assicura un futuro ed è basato su un sistema premiante.
Studiare è per tutti una fatica, ovunque, c'è bisogno in questo paese di realtà come queste, dove la meritocrazia esiste, dove la fatica premia.
Detto questo, la scelta è vostra soltanto, andate a fondo nelle questioni, pensate con la vostra testa, informatevi a dovere.
E non fatevi troppo influenzare da quello che la gente scrive su un forum, me compreso.
Spero soltanto che questo post sia più uno stimolo per chi una scelta la deve ancora prendere e un po' meno materiale di flame, specialmente per quel paio di frustrati seriali che mi aspetto, in tempo zero, si adopereranno a formulare una risposta provocatoria.
C'è differenza sia per quanto riguarda le possibilità di dottorato all'estero, sia per quanto riguarda le possibilità lavorative.
Alcuni grandi nomi della consulenza (McKinsey e BCG in cima), colossi energetici (Exxon Mobil, Eni, General Electric, Rolls Royce) e alcuni istituti bancari assumono in maniera privilegiata dal Polimi e con criteri del tutto differenti.
In alcuni casi la fonte sono gli stessi consulenti che vengono a fare presentazioni in ateneo (quasi sempre alumni Polimi, in rari casi Polito) o persone che ho conosciuto uscite dal Polimi, che sono entrate in questi macro-sistemi e hanno confermato tutto questo.
Nomi a parte, ogni mese vengono pubblicati decine (se non centinaia) offerte di stage, una decina di queste per l'estero.
Per quanto riguarda le possibilità di tesi e PhD stesso discorso: uscire con un voto sopra il 105 con un anno abbondante di ritardo ti permette comunque di fare domanda per un dottorato e avere ottime possibilità di essere preso. E' il caso di un compagno di classe che molto probabilmente verrà preso all'Imperial College di Londra o all'EPFL.
Una buona metà di compagni sono in giro per il mondo a fare tesi.
Detto questo, le magistrali sono tutte obbligatoriamente (se non poche eccezioni) interamente in lingua inglese. Esami, orali, lavori di gruppo, assignments, tesi. Abbiamo il 10-15% in classe di studenti stranieri (a Gestionale sale quasi a 25%), alcuni studenti Erasmus, altri iscritti all'MSc.
Il Polimi vanta anche il più alto numero di studenti fuori sede d'Italia, sopratutto in magistrale. Nessuno si sposta dal Polimi ad altre parti d'Italia a meno che non sia per motivi di mancati requisiti per accesso alla magistrale o per eccessivo stress.
Non è un post "simpatico", non è mio spirito classificare le persone in base al voto o all'ateneo di provenienza, ma questo è quanto. E mi chiedo il senso di raccontarsela, di fare disinformazione, di tentare di tirare acqua al proprio mulino solo per convincersi di aver fatto la scelta giusta ad essere rimasti nella propria università di paese. "Tanto la preparazione è buona anche qui". Senza dubbio.
Ma le possibilità, non sono ahimè le stesse.
Tutto questo non è nient'altro che rappresentanza di qualcosa che in Italia funziona davvero e sta funzionando di anno in anno sempre meglio. E' un ateneo che comunque ha ancora tanto su cui lavorare, che ha molti difetti, ma che quantomeno assicura un futuro ed è basato su un sistema premiante.
Studiare è per tutti una fatica, ovunque, c'è bisogno in questo paese di realtà come queste, dove la meritocrazia esiste, dove la fatica premia.
Detto questo, la scelta è vostra soltanto, andate a fondo nelle questioni, pensate con la vostra testa, informatevi a dovere.
E non fatevi troppo influenzare da quello che la gente scrive su un forum, me compreso.
Spero soltanto che questo post sia più uno stimolo per chi una scelta la deve ancora prendere e un po' meno materiale di flame, specialmente per quel paio di frustrati seriali che mi aspetto, in tempo zero, si adopereranno a formulare una risposta provocatoria.
"diplomyx":
Avete notato che il Politecnico di Torino è più caro di quello di Milano?
Ti ripeto, hai considerato la possibilità di partecipare al bando per la borsa di studio Adisu/Edisu? Ti coprono le tasse, basta che risulti idoneo (si basa su reddito e cfu conseguiti), e se vinci ti danno (da fuorisede) fino a circa 5000€/anno. Insomma, se sei bravo, la differenza di costo delle tasse non ti dovrebbe preoccupare più di tanto. Ovviamente a patto di avere un ISEE di circa 20.000€ ma se hai di più, immagino, che quei 50/100€ di differenza (all'anno) non farebbero troppa differenza!
Avete notato che il Politecnico di Torino è più caro di quello di Milano?
Ogni volta che lo sento è un colpo al cuore

I politecnici offrono sicuramente un ottimo biglietto da visita per un potenziale percorso formativo o lavorativo all'estero oltre che in Italia.
Ingegneria fisica e ingegneria matematica sono nate perché ormai l'ingegneria deve affrontare studi e ricerche di frontiera in cui spesso e volentieri si oltrepassa il confine.
A dir la verità i primi ingegneri matematici e fisici erano presenti già a fine 700...
Ingegneria fisica e ingegneria matematica sono nate perché ormai l'ingegneria deve affrontare studi e ricerche di frontiera in cui spesso e volentieri si oltrepassa il confine.
A dir la verità i primi ingegneri matematici e fisici erano presenti già a fine 700...
"diplomyx":
In poche parole volevo sapere se ci sono aziende che cercano "esclusivamente" laureati presso i politecnici, oppure se presentarsi con una laurea del politecnico, possa essere visto dai datori di lavoro come una cosa in più.
Che cerchino esclusivamente ex studenti del politecnico la vedo dura. Al massimo direi che ci sono aziende che usano il sistema di placement del politecnico per trovare stagisti. Ovviamente questo avviene anche in altre università ma magari quello del politecnico è un po' migliore (anche se non ne ho dati che lo dimostrano) ed inoltre le aziende che, tipicamente, usano il placement dell'università X sono aziende che si trovano in quella zona. Per dire, da me, molte aziende che pubblicano posti per stagisti per tesi o per neolaureati sono multinazionali che hanno sedi nell'Italia centrale ad esempio P&G, E&Y, Deloitte, Aptar, GSK ed altre. Difficilmente si vede qualcosa con Mapei, Brembo ed altre aziende che hanno stabilimenti al Nord. Mi sembra anche logico, solitamente il placement universitario fornisce stage o contratti di apprendistato e, quelli più propensi ad accettare, sono gli studenti già residenti in quella zona. Ovviamente perché per uno stage si viene pagati tra i 500 e gli 800€/mese (come rimborso spese $=>$ niente contributi!).
A parte il fatto che i politecnici non sono privati.
Si questo lo so, tuttavia spesso sui giornali le università si classificano in : Privarti, Statali e Politecnici.
Non so perché viene fatta questa distinzione.
Non so a livello organizzativo ma a livello di ricerca e didattica offrono qualcosa in piú.
Ecco una conferma che volevo avere, a livello didattico sono un passettino avanti.
Questo ovviamente non significa che tutte le altre università statali siano di basso livello.
Un ulteriore surplus é quello dell'alta scuola politecnica.
Non conoscevo l'esistenza dell'alta scuola politecnica, grazie per l'informazione.
Tralasciano le varie ingegnerie "particolari" se così le possiamo chiamare, come ingegneria fisica e ingegneria matematica ( che non capisco il motivo per cui siano state fondate, dato che il lavoro che un laureato uscito di qui può fare è sempre simile a quello di altre banche), volevo sapere se magari a un colloquio di lavoro, avere il titolo di laureato al politecnico può dare vantaggi.
In poche parole volevo sapere se ci sono aziende che cercano "esclusivamente" laureati presso i politecnici, oppure se presentarsi con una laurea del politecnico, possa essere visto dai datori di lavoro come una cosa in più.
Io dall'estero, dovendo dare un giudizio da persona che non ha frequentato, né visitato nessun politecnico, mi sembra che effettivamente offra una preparazione di una qualità superiore.
Ovviamente cosa ha gentilmente detto l'utente Intermat, ciò non toglie che ci possano essere altri atenei che diano comunque una buona preparazione.
Certamente, l'esame dovrebbe essere suddiviso nel modo che hai descritto in tutte le facoltà di ingegneria. Parlando con studenti di Bologna (ing civile) ad esempio, riferivano che nella facoltà emiliana si da piú spazio al lato progettuale delle materie caratterizzanti rispetto al politecnico.
"civamb":
Chi ha frequentato nei politecnici e nelle diverse facoltà di ingegneria italiane dice che l'approccio al politecnico é piú teorico. Ma anche qui siamo nel campo delle (poche) opinioni.
Io ti posso dire che, da me, tutti gli esami hanno uno scritto in cui ci sono gli esercizi e un'orale in cui si chiedono le dimostrazioni di ogni cosa. Più teorico ancora penso non sia veramente possibile. Proprio per questo motivo, almeno valutando l'ateneo in cui ho studiato, sono convinto che andare al politecnico solo in quanto tale non ha molto senso. Lo ha se si vuole studiare una cosa che altri non propongono oppure se l'ateneo nel quale si sta studiando ha dei seri problemi (non è il mio caso ma, immagino, ci potrebbero essere università particolarmente scadenti per taluni cdl).