Ingegneria Matematica al politecnico di Milano?
Salve a tutti!
Sono nuovo in questo forum! Ci tengo a presentarmi! Mi chiamo Alessio ed abito a Manfredonia! Ho appena finito l'immatricolazione ad ingegneria matematica al politecnico di Milano! Volevo chiedervi...cosa ne pensate di quella facoltà?
Grazie in anticipo!
Sono nuovo in questo forum! Ci tengo a presentarmi! Mi chiamo Alessio ed abito a Manfredonia! Ho appena finito l'immatricolazione ad ingegneria matematica al politecnico di Milano! Volevo chiedervi...cosa ne pensate di quella facoltà?
Grazie in anticipo!
Risposte
@Raptorista Dato che sono un tuo quasi-collega non posso che quotare tutto ciò che hai detto. Il nostro corso è zeppo di esami ingegneristici che ci vengono impartiti così come sono impartiti agli altri corsi, senza quindi un particolare taglio "matematico". Basterebbe poco, per esempio, ad improntare il corso di Elettrotecnica sui grafi, le matrici di incidenza e la trasformata di Steinmetz. O uno di Chimica utilizzando matrici e algebra lineare per la descrizione delle reazioni (riprendendo il tuo esempio).
Il problema però, come si è già notato, non è interno al CdS ma è esterno. Prima di tutto il 3+2 che richiede dopo soli 3 anni un laureato "già pronto". Secondo il MIUR (o chi per esso) che impone che vi siano un tot di crediti ingegneristici (per anno accademico?!). Il terzo problema credo sia la totale indipendenza dei professori ai quali nessuno può imporre il programma da svolgere.
Confermo poi, come dicono, che c'è uno spirito di competizione, di fretta e di "faccio-solo-esercizi-che-l'esame-lo-passo" che, per me, è parecchio fastidioso.
Detto tutto ciò, però, (forse perché sono più indietro negli studi) non mi considero deluso. Anche se mi costa parecchia fatica, studiare elettrotecnica, elettronica, chimica, fisica tecnica e in genere tutti gli esami ingegneristici (economia devo ancora darla!
), sono contento di farli perché credo che mi possano aiutare a capire il mondo che mi circonda e che non è sempre fatto di calcoli esatti e teoremi di esistenza e unicità. Passare dal rigore matematico dell'analisi trovandosi l'ora dopo un ingegnere che parla con estrema esaltazione delle macchine per lo stampaggio dei circuiti integrati a volte ti fa tornare alla realtà.
Forse il problema di fondo è nel come si vede il corso. Io sinceramente non ho mai pensato, prima di iscrivermi all'università di fare matematica. Volevo fare ingegneria dell'informazione e poi mi sono innamorato di ingegneria matematica (lo sappiamo che potere di attrazione abbia lo stand e la presentazione di Salsa all'open day
). Il mio punto di vista quindi è forse diverso dal tuo o da quello di altri che finiscono a ing mat come alternativa a matematica.
Devo dire però che durante questi 2 anni mi sono redento e mi sono innamorato perdutamente della matematica. E ora sì a volte penso al CdL di matematica con un po' di ammirazione, anche se dopo la spropositata quantità di dimostrazioni e corsi a me poco affini come Algebra mi fanno passare la voglia.
Cercando di riassumere credo che ingegneria matematica al Polimi sia un corso esattamente a metà tra matematica e ingegneria (industriale e dell'informazione), con i suoi pro e i suoi contro. Altri corsi con denominazioni simili (vedesi Torino o Roma) sono magari più matematici o più ingegneristici e non nascondo che forse potrebbero essere una scelta più azzeccata.
Per quanto riguarda invece il nostro ventaglio di indirizzi per la magistrale (considerando anche i PAA) sono molto contento e anche guadando gli esami si nota matematica che altro. Chiaramente il tutto, come ricorda Luca, molto orientato verso il tipo di matematica in cui eccelle il Polimi, ovvero la modellistica.
So che sei in rapporti con il Politecnico/MOX e in particolare nel gruppo SIAM. Non so come funzionino queste cose, ma hai per caso conosciuto/collaborato con ingegneri matematici? Se sì, come li hai trovati professionalmente parlando?
Insomma, siamo un sorta di matematici con dei grandi paraocchi
Il problema però, come si è già notato, non è interno al CdS ma è esterno. Prima di tutto il 3+2 che richiede dopo soli 3 anni un laureato "già pronto". Secondo il MIUR (o chi per esso) che impone che vi siano un tot di crediti ingegneristici (per anno accademico?!). Il terzo problema credo sia la totale indipendenza dei professori ai quali nessuno può imporre il programma da svolgere.
Confermo poi, come dicono, che c'è uno spirito di competizione, di fretta e di "faccio-solo-esercizi-che-l'esame-lo-passo" che, per me, è parecchio fastidioso.
Detto tutto ciò, però, (forse perché sono più indietro negli studi) non mi considero deluso. Anche se mi costa parecchia fatica, studiare elettrotecnica, elettronica, chimica, fisica tecnica e in genere tutti gli esami ingegneristici (economia devo ancora darla!

Forse il problema di fondo è nel come si vede il corso. Io sinceramente non ho mai pensato, prima di iscrivermi all'università di fare matematica. Volevo fare ingegneria dell'informazione e poi mi sono innamorato di ingegneria matematica (lo sappiamo che potere di attrazione abbia lo stand e la presentazione di Salsa all'open day

Devo dire però che durante questi 2 anni mi sono redento e mi sono innamorato perdutamente della matematica. E ora sì a volte penso al CdL di matematica con un po' di ammirazione, anche se dopo la spropositata quantità di dimostrazioni e corsi a me poco affini come Algebra mi fanno passare la voglia.

Cercando di riassumere credo che ingegneria matematica al Polimi sia un corso esattamente a metà tra matematica e ingegneria (industriale e dell'informazione), con i suoi pro e i suoi contro. Altri corsi con denominazioni simili (vedesi Torino o Roma) sono magari più matematici o più ingegneristici e non nascondo che forse potrebbero essere una scelta più azzeccata.
Per quanto riguarda invece il nostro ventaglio di indirizzi per la magistrale (considerando anche i PAA) sono molto contento e anche guadando gli esami si nota matematica che altro. Chiaramente il tutto, come ricorda Luca, molto orientato verso il tipo di matematica in cui eccelle il Polimi, ovvero la modellistica.
"Luca.Lussardi":
Diciamo che ingegneria matematica mira a formare persone che sappiano fare qualcosa di molto specifico, cioè quello che si fa al MOX di Milano.
So che sei in rapporti con il Politecnico/MOX e in particolare nel gruppo SIAM. Non so come funzionino queste cose, ma hai per caso conosciuto/collaborato con ingegneri matematici? Se sì, come li hai trovati professionalmente parlando?
Insomma, siamo un sorta di matematici con dei grandi paraocchi


Concordo. Confrontando i crediti tra Ing Matematica del Polimi e il cdl triennale in matematica del mio ateneo ho trovato 90 crediti nei settori MAT al Polimi e 108 crediti nel settore MAT da me.
"Luca.Lussardi":
Se quando hai detto che il numero di esami del settore MAT per Scienze ti riferisci al cdl in matematica faccio fatica a credere che a matematica ci siano meno esami del settore MAT: nella triennale, a parte le fisiche generali, tutti gli esami sono del settore MAT...
E a parte uno o due corsi di informatica.
Però sì sono d'accordo, anche io faccio molta fatica... Anche perchè se così fosse sarebbe indubbiamente un pessimo corso di laurea in ingegneria.
Se quando hai detto che il numero di esami del settore MAT per Scienze ti riferisci al cdl in matematica faccio fatica a credere che a matematica ci siano meno esami del settore MAT: nella triennale, a parte le fisiche generali, tutti gli esami sono del settore MAT...
Sono pienamente d'accordo con Intermat sul fatto che Raptorista avrebbe apprezzato il triennio in scienze matematiche di Torino (Politecnico) e, secondo me, rappresenta la scelta ottima per proseguire con il biennio magistrale di Milano. Probabilmente non è un caso che le due strutture abbiano scelto un percorso differente per il triennio ma accessibile senza debiti in entrambi i casi. Personalmente dopo la triennale in matematica ho scelto la laurea magistrale del politecnico per il piano di studi che propone, a mio avviso molto valido. Fermo restando che nel "3+2" matematico del politecnico si fanno quantitativamente un numero di esami del settore MAT uguali o in molti casi superiori a quello di scienze, ritengo che quanto detto nel post precedente sia non del tutto vero.
E' innegabile che il corso triennale del polimi sia carente di algebra e geometria ma è altrattanto vero che in ambito magistrale si possono scegliere corsi di istituzioni di algebra, istituzioni di geometria, algebra 2 e geometria 2, geometria differenziale. Questo non succede nel corso in mateamtica per l'ingegneria di Torino vista la buona preparazione che offre nel triennio.
Sono d'accordo con Raptorista sul fatto che l'ingegnere matematico non sia un ingegnere. Non a caso la classe di riferimento è quella in modellistica matematico fisica per l'ingegneria. In questo contesto ritengo che il triennio di Milano sia un' anomalia (visti gli argomenti di tesi anche puramente mateamtici che propone) e quello di Torino Politecnico, che se potessi tornare indietro sceglierei, molto coerente.
In virtù del fatto che la formazione algebrico-geometrica viene completata anche ad ingegneria matematica a Milano durante il biennio magistrale, si può notare come alcuni ingegneri matematici dottorandi o post doc siano coinvolti nella ricerca non soltanto al MOX, ma anche nei gruppi di calcolo delle variazioni e "geometria differenziale" per citarne due.
E' innegabile che il corso triennale del polimi sia carente di algebra e geometria ma è altrattanto vero che in ambito magistrale si possono scegliere corsi di istituzioni di algebra, istituzioni di geometria, algebra 2 e geometria 2, geometria differenziale. Questo non succede nel corso in mateamtica per l'ingegneria di Torino vista la buona preparazione che offre nel triennio.
Sono d'accordo con Raptorista sul fatto che l'ingegnere matematico non sia un ingegnere. Non a caso la classe di riferimento è quella in modellistica matematico fisica per l'ingegneria. In questo contesto ritengo che il triennio di Milano sia un' anomalia (visti gli argomenti di tesi anche puramente mateamtici che propone) e quello di Torino Politecnico, che se potessi tornare indietro sceglierei, molto coerente.
In virtù del fatto che la formazione algebrico-geometrica viene completata anche ad ingegneria matematica a Milano durante il biennio magistrale, si può notare come alcuni ingegneri matematici dottorandi o post doc siano coinvolti nella ricerca non soltanto al MOX, ma anche nei gruppi di calcolo delle variazioni e "geometria differenziale" per citarne due.
Non tutto quello che luccica è oro: sarà anche vero che i corsi di analisi sono tanti (io quando ho studiato matematica ho fatto 4 corsi e mezzi di analisi e non 7....) ma è anche vero che oltre analisi e un po' di calcolo numerico e probabilità non si va: la matematica, e per matematica intendo la matematica che serve per attaccare un problema serio, è molto più che l'analisi, servono la geometria, l'algebra e tante altre branche poco sviluppate in un corso di ingegneria. Diciamo che ingegneria matematica mira a formare persone che sappiano fare qualcosa di molto specifico, cioè quello che si fa al MOX di Milano.
Quello che dice Ryukushi è un po' quello che penso anche io. Detto questo, da voi è una ing. matematica molto spinta sulla matematica, da noi, leggendo il piano di studi, è una ing. matematica molto orientata alla fisica con più "specializzazioni" (tipo teoria dei giochi, automazione ecc...) però fondamentalmente rimangono pur sempre 33 cfu di materie che studiano la fisica. Quindi quel ingegnere matematico che esce da Tor Vergata è un ingegnere matematico completamente diverso da quello che esce dal politecnico...proprio per le diverse basi che ha. Per questo dico che il filo è sottile...da noi si è più sulla ingegneria, come dici tu, per costruire (anche in ingegneria matematica) mentre da voi (e forse è più vicino alla denominazione del corso) è più incentrata sulla matematica. Detto questo però un ingegnere, per definizione, progetta...poi tradizionalmente il progetto è qualcosa di materiale ma ciò non esclude che possa anche non esserlo. Cioè un gestionale, a seconda delle scelte fatte, lavora su logistica, produzione ecc.. un meccanico sulla progettazione di un oggetto, un civile su un edificio, e via dicendo...ma resta pur sempre un progetto. Un matematico, un fisico, a meno che non lavorino in campo industriale (e allora come lavoro ricadono in quello dell'ingegnere), più che progettare fanno ricerca...quindi un ing. matematico, anche secondo la tua definizione, resta pur sempre un ingegnere.
Sul discorso della chimica condivido a pieno...è un corso buttato li al primo anno tanto per occupare un semestre...ma del tutto inutile per qualsiasi altro fine.
PS: Ti lamenti che ci sia poca matematica dopo aver fatto 7 corsi che la trattano?!? E' come se io mi lamentassi di gestionale dicendo che in tre anni ci sono solo 7 corsi di economia e ottimizzazione...
Sul discorso della chimica condivido a pieno...è un corso buttato li al primo anno tanto per occupare un semestre...ma del tutto inutile per qualsiasi altro fine.
PS: Ti lamenti che ci sia poca matematica dopo aver fatto 7 corsi che la trattano?!? E' come se io mi lamentassi di gestionale dicendo che in tre anni ci sono solo 7 corsi di economia e ottimizzazione...

"Raptorista":
[quote="Intermat"]Detto così sembra che ingegnere e "ingegnere matematico" siano due cose completamente diverse!
E infatti lo sono!
L'ingegnere è, per sua natura, addestrato a progettare oggetti del mondo reale, siano essi processori, motori, macchine, aerei, ponti, strade, software, impianti chimici, generatori elettrici, scambiatori di calore, case, polimeri...
L'ingegnere matematico non fa nulla di tutto questo, non progetta un oggetto tangibile, nessuno va da un ing mtm e gli dice "costruiscimi questa cosa". A meno che non vogliamo dire che i modelli matematici sono oggetti del mondo reale, ma qui è un senso un po' troppo lato.
Nella maggioranza dei casi, un ingegnere normale segue analisi 1 e 2 [il che significa ODE, le serie e le trasformate - il numero effettivo dei corsi dipende dal piano di studi] e, se serve, uno o due corsi di numerica; noi abbiamo fino a [dipende dalla specialistica scelta] 7 [SETTE] corsi grossi di analisi [che significa analisi 1 e 2, variabili complesse, integrazione secondo Lebesgue, distribuzioni, analisi reale funzionale, PDE 1 e 2 e Calcolo delle Variazioni] più almeno 4 corsi di numerica. Direi che questo basta per dire che abbiamo scopi ben diversi.
Non siamo nemmeno così simili ai matematici: per usare le parole di un mio esercitatore [matematico], «i matematici sono addestrati per fare dimostrazioni», ed è questa la grossa differenza. Agli esami di matematica si chiede di dimostrare teoremi [mi dicono, smentite se è falso] e a lezione si fanno _tante_ dimostrazioni; io ho visto poche dimostrazioni, conosco le idee di fondo di alcune ma quelle che saprei fare in questo momento sono davvero pochissime.
Nei nostri esami viene chiesto di risolvere esercizi, quasi mai di fare una dimostrazione. Questa è una pesante differenza di impostazione, perché poi per noi dovrebbe [in teoria] essere più facile mettere le mani nel mondo reale, se siamo già stati abituati durante la laurea. Per la cronaca, ci dicono che, rispetto ai nostri colleghi del resto del mondo, il nostro corso è addirittura eccessivamente teorico.
La differenza tra un ing mtm finanziere ed un matematico con specialistica in finanziaria è che il primo si butta sulle equazioni, il secondo sui teoremi [detto molto alla buona].
Io sono favorevole ad una preparazione eterogenea, ma la cosa andrebbe fatta in maniera drasticamente diversa: anziché fare un corso di chimica alla cacchio, facciamolo piuttosto al terzo anno e buttiamoci dentro un po' di chimica computazionale, tanto non dovremo fare i chimici nella vita;
invece di fare un corso di scienza delle costruzioni in cui si devono bilanciare le travi con metodi da scimmie, è preferibile un corso che faccia vedere un po' di calcolo delle strutture con elementi finiti, tanto non dovremo fare i civili nella vita;
invece che un corso di fisica tecnica in cui si insegna a progettare un condizionatore d'aria, un corso pesante sulla trasmissione del calore partendo dall'equazione del calore, tanto non dovremo fare gli energetici nella vita, e così via...[/quote]
Magari quello che dici tu viene fatto poi alla magistrale. Probabilmente per le tue esigenze sarebbe stata più opportuna la triennale al polito di matematica per l'ingegneria.
"Intermat":
Detto così sembra che ingegnere e "ingegnere matematico" siano due cose completamente diverse!
E infatti lo sono!
L'ingegnere è, per sua natura, addestrato a progettare oggetti del mondo reale, siano essi processori, motori, macchine, aerei, ponti, strade, software, impianti chimici, generatori elettrici, scambiatori di calore, case, polimeri...
L'ingegnere matematico non fa nulla di tutto questo, non progetta un oggetto tangibile, nessuno va da un ing mtm e gli dice "costruiscimi questa cosa". A meno che non vogliamo dire che i modelli matematici sono oggetti del mondo reale, ma qui è un senso un po' troppo lato.
Nella maggioranza dei casi, un ingegnere normale segue analisi 1 e 2 [il che significa ODE, le serie e le trasformate - il numero effettivo dei corsi dipende dal piano di studi] e, se serve, uno o due corsi di numerica; noi abbiamo fino a [dipende dalla specialistica scelta] 7 [SETTE] corsi grossi di analisi [che significa analisi 1 e 2, variabili complesse, integrazione secondo Lebesgue, distribuzioni, analisi reale funzionale, PDE 1 e 2 e Calcolo delle Variazioni] più almeno 4 corsi di numerica. Direi che questo basta per dire che abbiamo scopi ben diversi.
Non siamo nemmeno così simili ai matematici: per usare le parole di un mio esercitatore [matematico], «i matematici sono addestrati per fare dimostrazioni», ed è questa la grossa differenza. Agli esami di matematica si chiede di dimostrare teoremi [mi dicono, smentite se è falso] e a lezione si fanno _tante_ dimostrazioni; io ho visto poche dimostrazioni, conosco le idee di fondo di alcune ma quelle che saprei fare in questo momento sono davvero pochissime.
Nei nostri esami viene chiesto di risolvere esercizi, quasi mai di fare una dimostrazione. Questa è una pesante differenza di impostazione, perché poi per noi dovrebbe [in teoria] essere più facile mettere le mani nel mondo reale, se siamo già stati abituati durante la laurea. Per la cronaca, ci dicono che, rispetto ai nostri colleghi del resto del mondo, il nostro corso è addirittura eccessivamente teorico.
La differenza tra un ing mtm finanziere ed un matematico con specialistica in finanziaria è che il primo si butta sulle equazioni, il secondo sui teoremi [detto molto alla buona].
Io sono favorevole ad una preparazione eterogenea, ma la cosa andrebbe fatta in maniera drasticamente diversa: anziché fare un corso di chimica alla cacchio, facciamolo piuttosto al terzo anno e buttiamoci dentro un po' di chimica computazionale, tanto non dovremo fare i chimici nella vita;
invece di fare un corso di scienza delle costruzioni in cui si devono bilanciare le travi con metodi da scimmie, è preferibile un corso che faccia vedere un po' di calcolo delle strutture con elementi finiti, tanto non dovremo fare i civili nella vita;
invece che un corso di fisica tecnica in cui si insegna a progettare un condizionatore d'aria, un corso pesante sulla trasmissione del calore partendo dall'equazione del calore, tanto non dovremo fare gli energetici nella vita, e così via...
"Raptorista":
Per quelli non necessari si potrebbe invece impostare il corso in modo utile per chi deve fare modellistica, anziché fare una copia di quello che fanno gli ingegneri.
Detto così sembra che ingegnere e "ingegnere matematico" siano due cose completamente diverse!
Il fatto è che seguendo questo forum e leggendo varie cose sul corso di studi di matematica (non ing. matematica) ho superato l'idea dall'equazione $text(matematico)=text(professore di liceo (precario)) vv text(ricercatore (precario)) $ quindi a questo punto, per me, è molto sottile il filo che separa un matematico che si specializza in finanza (o cose simili) e un ing. Matematico che decide di specializzarsi in finanza. Inoltre un ulteriore divisione tra primi anni (= quasi solo matematica) e gli ultimi due (="specializzazione" in un particolare settore) potrebbe rendere ancora più affini i due corsi di laurea generando due figure professionali molto simili. Il tutto, a mio avviso, a vantaggio del laureato in matematica che ovviamente avrebbe delle basi più forti. Dico questo solo per sottolineare come un bilanciamento fra materie vare di stampo prettamente ingegneristico e matematico sia importante e forse sia la carta diversa che l'ing matematico ha in più rispetto al matematico. Ad esempio da noi Ing. Matematica è quasi tutta incentrata su fisica e poco sulla modellistica. Cioè da noi alla specialista ing. matematica prevede materie tipo Fisica dei Materiali, Meccanica dei Materiali e delle Strutture e Meccanica del Continuo che pesano per 18+9+6 CFU...ovvero 33 CFU su 96 (18+6 sono di tesi e attività varie) quindi la modellistica e la matematica "vera e propria" sono nettamente in minoranza.
PS: Io intendevo OT perchè qui si parlava di Ing. Matematica al Politecnico...mentre il mio discorso era generale!
Anche quello è un problema, perché non esiste la classe di laurea triennale equivalente di quella che è la magistrale [che è, per la cronaca, modellistica matematico-fisica per l'ingegneria]. Questo significa che bisogna stare al gioco del miur per la triennale.
Tuttavia, i corsi si potrebbero certo architettare in maniera migliore: stamattina ho preso le tabelle del miur e non tutti i mali sono necessari. Per quelli non necessari si potrebbe invece impostare il corso in modo utile per chi deve fare modellistica, anziché fare una copia di quello che fanno gli ingegneri.
Non siamo offtopic, quello di cui stiamo parlando È il corso di studi, molto più di quanto non lo sia l'elenco degli esami.
Tuttavia, i corsi si potrebbero certo architettare in maniera migliore: stamattina ho preso le tabelle del miur e non tutti i mali sono necessari. Per quelli non necessari si potrebbe invece impostare il corso in modo utile per chi deve fare modellistica, anziché fare una copia di quello che fanno gli ingegneri.
Non siamo offtopic, quello di cui stiamo parlando È il corso di studi, molto più di quanto non lo sia l'elenco degli esami.
Raptorista...però le lauree 3+2 implicano che alla fine della triennale uno sia un ingegnere (junior, o come si chiama)...quindi certi corsi "base" di tipo ingegneristico li devi fare...altrimenti sarebbe una sorta di corso di Matematica per aspiranti ingegneri...
PS: Credo stiamo però andando OT...
PS: Credo stiamo però andando OT...
"Intermat":
e alla triennale mediamente tutte le materie sono, per quanto riguarda la matematica, ad un livello base.
Questo è vero, ma la mia idea è che non debba per forza essere così, anzi! Dovremmo fare più matematica prima, e vedere l'ingegneria fatta bene dopo, con una matematica superiore.
"Raptorista":
Credo che si perda troppo tempo a fare cose inutili: nel nostro cds sono inseriti, tra gli altri, il primo corso caratterizzante degli elettronici [elettrotecnica], dei civili [scienza delle costruzioni], degli energetici [fisica tecnica], degli automatici [fondamenti di automatica] e dei gestionali [economia aziendale]. Tutto ciò è fatto con una matematica di basso livello [nulla che ecceda analisi 2] ed in maniera estremamente schematica, e quindi risulta in patetici esami dove il risultato numerico conta più del procedimento.
Premetto che non faccio ing. Matematica e tanto più non frequento il Politecnico di Milano. Quello che dice Raptorista però credo sia un problema di molti corsi di laurea, soprattutto nuovi (o relativamente nuovi). Infatti io frequento gestionale a Tor Vergata e ho fatto mediamente gli stessi esami di Raptorista (Elettrotecnica, Automatica) e ovviamente Economia Aziendale (che però per me è caratterizzante) oltre ad altri esami che in teoria sono propri di altri indirizzi come ad esempio Macchine (Energetica) oppure Teoria dei Fenomeni Aleatori (ex Telecomunicazioni). Questo per dire che "il miscuglio" di esami è classico di moltissimi indirizzi...quindi forse non sarà il discriminante che ti farà dire "questo corso mi piace" oppure no. Anche perchè credo che Ing. Matematica la matematica la dovrà applicare da qualche parte e alla triennale mediamente tutte le materie sono, per quanto riguarda la matematica, ad un livello base.
Diciamo che chi arriva a metà arriva in fondo, più o meno...
Io non sono rimasto contento del corso di studi: secondo me è fatto male ed andrebbe pesantemente rivisto. Tuttavia, io non sono Salsa e quindi la mia opinione conta ben poco...
Credo che si perda troppo tempo a fare cose inutili: nel nostro cds sono inseriti, tra gli altri, il primo corso caratterizzante degli elettronici [elettrotecnica], dei civili [scienza delle costruzioni], degli energetici [fisica tecnica], degli automatici [fondamenti di automatica] e dei gestionali [economia aziendale]. Tutto ciò è fatto con una matematica di basso livello [nulla che ecceda analisi 2] ed in maniera estremamente schematica, e quindi risulta in patetici esami dove il risultato numerico conta più del procedimento.
Sull'ambiente, ho sentito più di una persona lamentarsi che sia troppo competitivo, troppo frenetico ed opprimente quasi. Personalmente, non mi sono accorto di questa cosa, ma credo che sia perché io stesso sono di natura competitivo e quindi ho un po' il callo.
Una cosa che ti posso dire è che, nella maggior parte dei casi, alla fine delle lezioni si va tutti a casa: chi è pendolare corre a prendere il treno, chi ha la casa magari si ferma ma, per lo più, a studiare.
Io non sono rimasto contento del corso di studi: secondo me è fatto male ed andrebbe pesantemente rivisto. Tuttavia, io non sono Salsa e quindi la mia opinione conta ben poco...
Credo che si perda troppo tempo a fare cose inutili: nel nostro cds sono inseriti, tra gli altri, il primo corso caratterizzante degli elettronici [elettrotecnica], dei civili [scienza delle costruzioni], degli energetici [fisica tecnica], degli automatici [fondamenti di automatica] e dei gestionali [economia aziendale]. Tutto ciò è fatto con una matematica di basso livello [nulla che ecceda analisi 2] ed in maniera estremamente schematica, e quindi risulta in patetici esami dove il risultato numerico conta più del procedimento.
Sull'ambiente, ho sentito più di una persona lamentarsi che sia troppo competitivo, troppo frenetico ed opprimente quasi. Personalmente, non mi sono accorto di questa cosa, ma credo che sia perché io stesso sono di natura competitivo e quindi ho un po' il callo.
Una cosa che ti posso dire è che, nella maggior parte dei casi, alla fine delle lezioni si va tutti a casa: chi è pendolare corre a prendere il treno, chi ha la casa magari si ferma ma, per lo più, a studiare.
"Raptorista":
Non voglio esprimermi a riguardo. Un dato certo che posso dare, però, è che dei 150 del primo anno quasi 90 arrivano in fondo alla triennale, e circa 20 si laureano alla specialistica ogni anno in ciascuno dei tre indirizzi.
Aggiungere più studenti meno preparati potrebbe significare solamente aumentare la scrematura...
Il grosso della scrematura è nel primo anno?
Tu invece ne sei rimasto contento? Com'è l'ambiente?
Scusa per le varie domande... Cerco di raccogliere il maggior numero di impressioni per farmi un'idea

Non voglio esprimermi a riguardo. Un dato certo che posso dare, però, è che dei 150 del primo anno quasi 90 arrivano in fondo alla triennale, e circa 20 si laureano alla specialistica ogni anno in ciascuno dei tre indirizzi.
Aggiungere più studenti meno preparati potrebbe significare solamente aumentare la scrematura...
Aggiungere più studenti meno preparati potrebbe significare solamente aumentare la scrematura...
"Raptorista":
No, vogliono tenere il corso a scaglione unico, seguendo un idealistico principio di "pochi ma buoni".
Secondo me è una grossa limitazione per un corso che c'è in sole due università in tutta italia.
No, vogliono tenere il corso a scaglione unico, seguendo un idealistico principio di "pochi ma buoni".
"Raptorista":
È già andata bene! L'anno scorso siamo stato l'unico [:-D] corso di studi a finire tutti i posti prima delle immatricolazioni di settembre.
potevano aumentarli se ci sono così tante richieste.