Info su ingegneria...
Salve a tutti, sono un neoiscritto! Ho appena terminato il penultimo anno di liceo classico e ho scoperto di essere predisposto per matematica e fisica, in quanto ho trovato un insegnante che a differenza di quello che avevo prima ha lavorato molto bene. Così mi è venuto in mente che potrei iscrivermi a una facoltà scientifica. Nello specifico pensavo a ingegneria, soprattutto perché ho sentito che dà notevoli sbocchi sul lavoro (è brutto da dire, ma nella scelta dell’università conta anche questo). So che è una domanda generica perché di ingegnerie ne esistono tante, ma volevo sapere quanto peso matematica e fisica hanno, se bisogna avere una preparazione di base particolare per affrontare le materie tecniche e, dal momento che il mio livello di disegno tecnico è praticamente sotto zero, se ciò può costituire un ostacolo insormontabile. Ringrazio chiunque voglia provare a rispondermi

Risposte
"seven":
Ci avevo pensato, ho contattato i responsabili del corso al polito e mi hanno deto (giustamente) che occorre un'esame nel curriculum di analisi numerica e probabilità e statistica.
Non è moltissimo,potresti farla a mio parere se ne hai voglia!!
Ci avevo pensato, ho contattato i responsabili del corso al polito e mi hanno deto (giustamente) che occorre un'esame nel curriculum di analisi numerica e probabilità e statistica.
Questa è a Roma :
http://www.uniroma2.it/ppg/im/
Se non sbaglio c‘è un utente del forum che frequenta quel corso ( o si è laureato. li).
http://www.uniroma2.it/ppg/im/
Se non sbaglio c‘è un utente del forum che frequenta quel corso ( o si è laureato. li).
"seven":
La Sapienza di Roma, una sede distaccata a dire il vero, ma i professori sono di Roma e molti sono in comune, oppure alcuni che insegnano da noi qualche anno dopo insegnano a Roma o hanno già avuto corsi a Roma. Il corso è molto simile a quello di Roma (abbiamo 9 cfu di meccanica razionale invece che 6, ne abbiamo 6 di fisica tecnica invece che 9, a Roma puoi scegliere un corso tra analisi numerica e probabilità e statistica, corsi che da noi non fanno parte del regolamento didattico).
La cosa vantaggiosa è che ho l'università a due passi da casa, il rapporto con i professori è molto stretto, se vuoi parlarci non hai problemi, è facile seguire. Dall'altra ho avuto professori molto buoni, ma altri meno capaci, due in particolari che, nonostante i corsi ci fossero e i crediti fossero sufficienti, ci hanno lasciato lacune in fisica tecnica e scienza delle costruzioni. In realtà, di fatto, la mia scelta è stata in parte una scelta di comodo, invece che dettata dalla propensione personale e dagli interessi, ma penso che nel momento in cui ci si iscrive è difficile capire se quello che si è scelto fa per se, essendo al liceo insegnate solo la fisica e la matematica (e quindi solo per queste due materie sapevo di provare interesse). Per la specialistica, dovendo spostarmi a Roma, ero propenso a trasferrmi e cambiare ateneo. Come hai capito, in realtà cercavo qualcosa di molto più teorico, ma so già in partenza che ingegneria non mi può che deludere da questo punto di vista. In secondo luogo volevo trasferirmi per fare un'esperienza, stufo anche di un'ambiente molto piccolo e limitato. Non saprei se scegliere altri corsi un pò diversi, ad esempio a Roma c'è un corso in ingegneria delle naotecnologie, però rimane sempre un'ingegneria e non so quanto ci si possa fidare di questi corsi alternativi (di cui poi, non so nulla). Quindi, da quello che ho capito, ne vale la pena trasferirsi al politecnico (triennale un pò deludente, specialistica non deludente). Certo è che mi piace la matematica, vorrei non abbandonarla mai, uff..
Hai preso in considerazione l'idea di fare ingegneria matematica?
La Sapienza di Roma, una sede distaccata a dire il vero, ma i professori sono di Roma e molti sono in comune, oppure alcuni che insegnano da noi qualche anno dopo insegnano a Roma o hanno già avuto corsi a Roma. Il corso è molto simile a quello di Roma (abbiamo 9 cfu di meccanica razionale invece che 6, ne abbiamo 6 di fisica tecnica invece che 9, a Roma puoi scegliere un corso tra analisi numerica e probabilità e statistica, corsi che da noi non fanno parte del regolamento didattico).
La cosa vantaggiosa è che ho l'università a due passi da casa, il rapporto con i professori è molto stretto, se vuoi parlarci non hai problemi, è facile seguire. Dall'altra ho avuto professori molto buoni, ma altri meno capaci, due in particolari che, nonostante i corsi ci fossero e i crediti fossero sufficienti, ci hanno lasciato lacune in fisica tecnica e scienza delle costruzioni. In realtà, di fatto, la mia scelta è stata in parte una scelta di comodo, invece che dettata dalla propensione personale e dagli interessi, ma penso che nel momento in cui ci si iscrive è difficile capire se quello che si è scelto fa per se, essendo al liceo insegnate solo la fisica e la matematica (e quindi solo per queste due materie sapevo di provare interesse). Per la specialistica, dovendo spostarmi a Roma, ero propenso a trasferrmi e cambiare ateneo. Come hai capito, in realtà cercavo qualcosa di molto più teorico, ma so già in partenza che ingegneria non mi può che deludere da questo punto di vista. In secondo luogo volevo trasferirmi per fare un'esperienza, stufo anche di un'ambiente molto piccolo e limitato. Non saprei se scegliere altri corsi un pò diversi, ad esempio a Roma c'è un corso in ingegneria delle naotecnologie, però rimane sempre un'ingegneria e non so quanto ci si possa fidare di questi corsi alternativi (di cui poi, non so nulla). Quindi, da quello che ho capito, ne vale la pena trasferirsi al politecnico (triennale un pò deludente, specialistica non deludente). Certo è che mi piace la matematica, vorrei non abbandonarla mai, uff..
La cosa vantaggiosa è che ho l'università a due passi da casa, il rapporto con i professori è molto stretto, se vuoi parlarci non hai problemi, è facile seguire. Dall'altra ho avuto professori molto buoni, ma altri meno capaci, due in particolari che, nonostante i corsi ci fossero e i crediti fossero sufficienti, ci hanno lasciato lacune in fisica tecnica e scienza delle costruzioni. In realtà, di fatto, la mia scelta è stata in parte una scelta di comodo, invece che dettata dalla propensione personale e dagli interessi, ma penso che nel momento in cui ci si iscrive è difficile capire se quello che si è scelto fa per se, essendo al liceo insegnate solo la fisica e la matematica (e quindi solo per queste due materie sapevo di provare interesse). Per la specialistica, dovendo spostarmi a Roma, ero propenso a trasferrmi e cambiare ateneo. Come hai capito, in realtà cercavo qualcosa di molto più teorico, ma so già in partenza che ingegneria non mi può che deludere da questo punto di vista. In secondo luogo volevo trasferirmi per fare un'esperienza, stufo anche di un'ambiente molto piccolo e limitato. Non saprei se scegliere altri corsi un pò diversi, ad esempio a Roma c'è un corso in ingegneria delle naotecnologie, però rimane sempre un'ingegneria e non so quanto ci si possa fidare di questi corsi alternativi (di cui poi, non so nulla). Quindi, da quello che ho capito, ne vale la pena trasferirsi al politecnico (triennale un pò deludente, specialistica non deludente). Certo è che mi piace la matematica, vorrei non abbandonarla mai, uff..
"seven":
Sono molto felice di non essere l'unico! e posso ben capirti.. devo dire che per me è stata particolarmente dura
seguire e preparare l'esame per dei corsi come impianti industriali, perchè incosciamente li rifiutavo, nonostante per
tutti gli altri fosse semplicissimo (ed effettivamente è un corso che molti non seguono e passano brillantemente).
Sapevo che al politecnico di Milano fanno "meccanica razionale" come nozioni propedeutiche incluse al corso di meccanica applicata, infatti noi abbiamo usato il loro libro di testo (in cui secondo me mancavano un sacco di cose) "meccanica teorica e applicata": nei primi due capitoli si parla un pò della meccanica dell'elemento e del corpo rigido.
E' proprio quest'ultimo anno, per molti più facile, che a me da seri problemi, perchè purtroppo alcune cose non fanno proprio parte del mio modo di essere, non le digerisco, solo che accorgesene così tardi lascia un pò l'amaro in bocca.
E dentro di me si sta anche consolidando l'idea di non voler lavorare in un futuro in un'azienda, tutte queste cose
sinceramente mi spaventano e mi disorientano. Anche io incosciamente mi rifiutavo di studiare per i corsi, e quindi
o non studiavo, o studiavo altro, e il tutto mi faceva accorgere del tempo che stavo perdendo.
Comunque ti stimo per la scelta, non è semplice, soprattutto al secondo anno: la determinazione e il saper rimettersi in gioco sono belle virtù. Pensa che al momento della scelta dell'università ero indeciso se venire al politecnico, e deluso da aspetti della didattica, spesso ho avuto il rimorso per non essermi trasferito.
Una volta presa la laurea, non so proprio cosa fare, cambiare o tenere duro per altri due anni.
Avevo in mente di fare la specialistica a Torino, da quello che sai quale è la tua opinione, cosa si dice del corso in
questione?
Ti dirò, avessi continuato con ingegneria mi sarei iscritto anche io al Politecnico di Torino (finisco comunque a Torino per matematica, a mio parere la facoltà li ha la migliore organizzazione didattica in italia, a prescindere dai ranking).Il corso di laurea magistrale in meccanica lo trovo veramente valido, perchè a parte le solite materie imprescindibili, c'è un'ampia scelta di indirizzi (progettazione, automazione, produzione, trasporti, impianti, propulsione terrestre), vi è una tabella con materie di meccanica applicata superiore (trovo molto interessante il corso del professor Viktorov sull'automazione dei sistemi meccanici,dacci un'occhiata https://didattica.polito.it/pls/portal3 ... a_acc=2012 ), e la altre materie a scelta sono ricche (si va dalle già citate scienza delle costruzioni e meccanica analitica all'elettronica di potenza e alla meccanica dei fluidi applicata, ecc.), quindi la scelta è estremamente valida, vai tranquillo.Se posso chiedere, dove studi attualmente?
Sono molto felice di non essere l'unico! e posso ben capirti.. devo dire che per me è stata particolarmente dura
seguire e preparare l'esame per dei corsi come impianti industriali, perchè incosciamente li rifiutavo, nonostante per
tutti gli altri fosse semplicissimo (ed effettivamente è un corso che molti non seguono e passano brillantemente).
Sapevo che al politecnico di Milano fanno "meccanica razionale" come nozioni propedeutiche incluse al corso di meccanica applicata, infatti noi abbiamo usato il loro libro di testo (in cui secondo me mancavano un sacco di cose) "meccanica teorica e applicata": nei primi due capitoli si parla un pò della meccanica dell'elemento e del corpo rigido.
E' proprio quest'ultimo anno, per molti più facile, che a me da seri problemi, perchè purtroppo alcune cose non fanno proprio parte del mio modo di essere, non le digerisco, solo che accorgesene così tardi lascia un pò l'amaro in bocca.
E dentro di me si sta anche consolidando l'idea di non voler lavorare in un futuro in un'azienda, tutte queste cose
sinceramente mi spaventano e mi disorientano. Anche io incosciamente mi rifiutavo di studiare per i corsi, e quindi
o non studiavo, o studiavo altro, e il tutto mi faceva accorgere del tempo che stavo perdendo.
Comunque ti stimo per la scelta, non è semplice, soprattutto al secondo anno: la determinazione e il saper rimettersi in gioco sono belle virtù. Pensa che al momento della scelta dell'università ero indeciso se venire al politecnico, e deluso da aspetti della didattica, spesso ho avuto il rimorso per non essermi trasferito.
Una volta presa la laurea, non so proprio cosa fare, cambiare o tenere duro per altri due anni.
Avevo in mente di fare la specialistica a Torino, da quello che sai quale è la tua opinione, cosa si dice del corso in
questione?
seguire e preparare l'esame per dei corsi come impianti industriali, perchè incosciamente li rifiutavo, nonostante per
tutti gli altri fosse semplicissimo (ed effettivamente è un corso che molti non seguono e passano brillantemente).
Sapevo che al politecnico di Milano fanno "meccanica razionale" come nozioni propedeutiche incluse al corso di meccanica applicata, infatti noi abbiamo usato il loro libro di testo (in cui secondo me mancavano un sacco di cose) "meccanica teorica e applicata": nei primi due capitoli si parla un pò della meccanica dell'elemento e del corpo rigido.
E' proprio quest'ultimo anno, per molti più facile, che a me da seri problemi, perchè purtroppo alcune cose non fanno proprio parte del mio modo di essere, non le digerisco, solo che accorgesene così tardi lascia un pò l'amaro in bocca.
E dentro di me si sta anche consolidando l'idea di non voler lavorare in un futuro in un'azienda, tutte queste cose
sinceramente mi spaventano e mi disorientano. Anche io incosciamente mi rifiutavo di studiare per i corsi, e quindi
o non studiavo, o studiavo altro, e il tutto mi faceva accorgere del tempo che stavo perdendo.
Comunque ti stimo per la scelta, non è semplice, soprattutto al secondo anno: la determinazione e il saper rimettersi in gioco sono belle virtù. Pensa che al momento della scelta dell'università ero indeciso se venire al politecnico, e deluso da aspetti della didattica, spesso ho avuto il rimorso per non essermi trasferito.
Una volta presa la laurea, non so proprio cosa fare, cambiare o tenere duro per altri due anni.
Avevo in mente di fare la specialistica a Torino, da quello che sai quale è la tua opinione, cosa si dice del corso in
questione?
"seven":
No tranquillo!per niente ferito nell'orgogliosicuramente avendo frequentato sai di cosa stiamo parlando,
io non mi sbilancerei sui giudizi senza avere una riprova in prima persona. Io mi iscrissi a ingegneria probabilmente
con propositi sbagliati, perchè l'approccio che mi piace è quello della facoltà di scienze. Purtroppo me ne sono accorto tardi
(sic!), ovvero solo ora al terzo anno; perchè effetivamente i primi due sono stati un palliativo.
Ci tengo solo a far notare che l'ingegneria, per quanto teorica ci dicono che sia, rimane totalmente differente da un corso di laurea in matematica, non solo per gli argomenti trattati, ma soprattutto per il come. Lo preciso perchè è opinione comune, spesso si sente dire: "ti piace la matematica e la fisica? allora fai ingegneria".
Hai ragione anche col dire che il livello della didattica potrebbe essere indubbiamente migliore. Per mia fortuna ci è stato impartito il corso di meccanica razionale (un corso a mio parere bellissimo da 9cfu, impostato come si farebbe a matematica e che ha anche orientato i miei gusti ad un approccio differente) e vi è un corso di meccanica dei solidi (leggasi scienza delle costruzioni, 9cfu, purtroppo noi abbiamo avuto un professore pessimo, ma la materia è molto interessante).
Sinceramente sapevo che in molte università non esisteva più un corso a se stante di meccanica razionale, ma che in molte non esista più neanche quello di scienza delle costuzioni mi lascia davvero sorpreso (è un corso che penso abbia sempre contraddistinto la preparazione dell'ingegnere). Quello che sinceramente noto molto è che si tende a pensare sempre meno e che in molti imparano a risolvere esercizi meccanicamente.
Se posso chiederti, a che corso di studi intendi iscriverti? quali motivazioni ti hanno portato a questa scelta?
Sei stato parecchio fortunato dunque,pensa che al politecnico di Torino gli argomenti di meccanica razionale sono accorpati a meccanica applica alle macchine,una cosa aberrante(si salvano per un corso da 6 crediti di meccanica analitica alla magistrale,ma è facoltativo),e lo stesso a quello di Milano.Il corso di scienza diciamo che è andato via via smembrandosi,perdendo la trattazione di alcune cose,che forse si reputano non direttamente utili.Io ho scelto di cambiare facoltà perchè non mi piacevano estremamente gli argomenti più caratterizzanti (tipo la meccanica applicata),soffrendo nel seguire perchè volevo fare altro;e ho di fatto una tendenza all'astratto e al teorico,tant'è che mi sono ritrovato mesi fa a studiare della matematica che non aveva nulla a che fare con ingegneria e inconsciamente rifiutavo di studiare le materie previste (tranne analisi 2),quindi dall'anno prossimo sarò iscritto alla facoltà di scienze,in matematica precisamente.Una scelta difficile ma necessaria.
No tranquillo!per niente ferito nell'orgoglio
sicuramente avendo frequentato sai di cosa stiamo parlando,
io non mi sbilancerei sui giudizi senza avere una riprova in prima persona. Io mi iscrissi a ingegneria probabilmente
con propositi sbagliati, perchè l'approccio che mi piace è quello della facoltà di scienze. Purtroppo me ne sono accorto tardi
(sic!), ovvero solo ora al terzo anno; perchè effetivamente i primi due sono stati un palliativo.
Ci tengo solo a far notare che l'ingegneria, per quanto teorica ci dicono che sia, rimane totalmente differente da un corso di laurea in matematica, non solo per gli argomenti trattati, ma soprattutto per il come. Lo preciso perchè è opinione comune, spesso si sente dire: "ti piace la matematica e la fisica? allora fai ingegneria".
Hai ragione anche col dire che il livello della didattica potrebbe essere indubbiamente migliore. Per mia fortuna ci è stato impartito il corso di meccanica razionale (un corso a mio parere bellissimo da 9cfu, impostato come si farebbe a matematica e che ha anche orientato i miei gusti ad un approccio differente) e vi è un corso di meccanica dei solidi (leggasi scienza delle costruzioni, 9cfu, purtroppo noi abbiamo avuto un professore pessimo, ma la materia è molto interessante).
Sinceramente sapevo che in molte università non esisteva più un corso a se stante di meccanica razionale, ma che in molte non esista più neanche quello di scienza delle costuzioni mi lascia davvero sorpreso (è un corso che penso abbia sempre contraddistinto la preparazione dell'ingegnere). Quello che sinceramente noto molto è che si tende a pensare sempre meno e che in molti imparano a risolvere esercizi meccanicamente.
Se posso chiederti, a che corso di studi intendi iscriverti? quali motivazioni ti hanno portato a questa scelta?

io non mi sbilancerei sui giudizi senza avere una riprova in prima persona. Io mi iscrissi a ingegneria probabilmente
con propositi sbagliati, perchè l'approccio che mi piace è quello della facoltà di scienze. Purtroppo me ne sono accorto tardi
(sic!), ovvero solo ora al terzo anno; perchè effetivamente i primi due sono stati un palliativo.
Ci tengo solo a far notare che l'ingegneria, per quanto teorica ci dicono che sia, rimane totalmente differente da un corso di laurea in matematica, non solo per gli argomenti trattati, ma soprattutto per il come. Lo preciso perchè è opinione comune, spesso si sente dire: "ti piace la matematica e la fisica? allora fai ingegneria".
Hai ragione anche col dire che il livello della didattica potrebbe essere indubbiamente migliore. Per mia fortuna ci è stato impartito il corso di meccanica razionale (un corso a mio parere bellissimo da 9cfu, impostato come si farebbe a matematica e che ha anche orientato i miei gusti ad un approccio differente) e vi è un corso di meccanica dei solidi (leggasi scienza delle costruzioni, 9cfu, purtroppo noi abbiamo avuto un professore pessimo, ma la materia è molto interessante).
Sinceramente sapevo che in molte università non esisteva più un corso a se stante di meccanica razionale, ma che in molte non esista più neanche quello di scienza delle costuzioni mi lascia davvero sorpreso (è un corso che penso abbia sempre contraddistinto la preparazione dell'ingegnere). Quello che sinceramente noto molto è che si tende a pensare sempre meno e che in molti imparano a risolvere esercizi meccanicamente.
Se posso chiederti, a che corso di studi intendi iscriverti? quali motivazioni ti hanno portato a questa scelta?
"seven":
Cioè mi stai dicendo che per ovvi motivi la scienza delle costruzioni è importante in ingegneria navale, mentre per un meccanico non ci sono ovvi motivi e quindi è fatta in maniera scarna? ma lo sai che un ingegnere meccanico può andare comunque a lavorare in un cantiere navale?lo sai che l'ingegnere meccanico può essere anche uno strutturista? e poi perchè dici che la scienza delle costruzioni è stata disassemblata a me non risulta, e comunque è un esame propedeutico presente in tutte le ingegnerie del ramo industriale. Nel mio corso di studi N.S. sono state trattate nel secondo anno nel corso di fluidodinamica, e per chi voleva poteva anche studiare un'introduzione alla turbolenza. Il corso di fluidodinamica è un corso di fisica matematica, e come tale viene trattato (qui trovi le dispense del corso http://dma.ing.uniroma1.it/users/m_fluid_c1/index.html). Non posso negare che volendo puoi evitare gli altri esami di fluidodinamica, e che ogni università è diversa dall'altra (questo vale, più o meno, in generale); c'è chi sceglie un percorso molto diverso, indirizzato più verso la parte "organizzativa", dipende da quello che uno vuole fare e cosa gli interessa.
Se uno vuole fare l'ingegnere strutturista e vuole lavorare in un cantiere navale, può farlo anche se è un ingegnere meccanico.
Le differenze tra la preparazioni di due studenti possono essere più marcate all'interno di uno stesso corso di studi che tra un corso di studi ed un altro.
Mi pareva di aver esposto bene i concetti,ma mi sbagliavo.Tanto per la cronaca,la risposta a tutte le domande retoriche di sopra è si,lo so,ho studiato meccanica per 2 anni anche se a breve mi trasferirò nella facoltà di scienze,e mi interessa il confronto tra le varie offerte didattiche.Mi pare di non aver detto che ad un ingegnere meccanico non serva la scienza delle costruzioni,ho solo detto che non esiste l'esame intero denominato "scienza delle costruzioni" in molte università (la maggior parte),ma gli argomenti sono trattati in corsi detti "comportamento meccanico dei materiali" o simili (molte tematiche della materia vengono tralasciate per motivi di assegnazione dei crediti,e trovo che sia gravissimo).Ho detto che si studia per ovvi motivi a navale perchè nella progettazione di navi è indispensabile considerare le stesse come "palazzi" galleggianti,quindi tale materia è necessaria (tant'è che si studia la così detta architettura navale).Non ho detto che un ingegnere meccanico è limitato,ho detto solo che per i diversi ruoli che ricopre dovrebbe avere come supporto un'organizzazione didattica più solida a livello base,come avveniva in un passato nemmeno tanto remoto (e il discorso di scienza è il medesimo per la meccanica razionale).Riguardo le navier-stokes,ho detto che in alcuni casi non si fanno,non in tutti,quindi è una tua fortuna averle incontrate.Ma è da ribadire,i casi isolati non fanno le generalità.Mi pare che ti senta ferito nell'orgoglio perchè si è detto che meccanica è meno teorica di navale,ma credo che a meno di differenze tipiche siano corsi estremamente simili,quindi se ti fa piacere aggiungi meccanica alla lista.Anche se ammesso questo,tutti i corsi di laurea in ingegneria andrebbero aggiunti,tenendo conto di considerare le impostazioni didattiche migliori (per fare un esempio,al politecnico di Milano il corso di laurea in ingegneria civile ha un esame da 10 crediti sulle equazioni differenziali)
Cioè mi stai dicendo che per ovvi motivi la scienza delle costruzioni è importante in ingegneria navale, mentre per un meccanico non ci sono ovvi motivi e quindi è fatta in maniera scarna? ma lo sai che un ingegnere meccanico può andare comunque a lavorare in un cantiere navale?lo sai che l'ingegnere meccanico può essere anche uno strutturista? e poi perchè dici che la scienza delle costruzioni è stata disassemblata a me non risulta, e comunque è un esame propedeutico presente in tutte le ingegnerie del ramo industriale. Nel mio corso di studi N.S. sono state trattate nel secondo anno nel corso di fluidodinamica, e per chi voleva poteva anche studiare un'introduzione alla turbolenza. Il corso di fluidodinamica è un corso di fisica matematica, e come tale viene trattato (qui trovi le dispense del corso http://dma.ing.uniroma1.it/users/m_fluid_c1/index.html). Non posso negare che volendo puoi evitare gli altri esami di fluidodinamica, e che ogni università è diversa dall'altra (questo vale, più o meno, in generale); c'è chi sceglie un percorso molto diverso, indirizzato più verso la parte "organizzativa", dipende da quello che uno vuole fare e cosa gli interessa.
Se uno vuole fare l'ingegnere strutturista e vuole lavorare in un cantiere navale, può farlo anche se è un ingegnere meccanico.
Le differenze tra la preparazioni di due studenti possono essere più marcate all'interno di uno stesso corso di studi che tra un corso di studi ed un altro.
Se uno vuole fare l'ingegnere strutturista e vuole lavorare in un cantiere navale, può farlo anche se è un ingegnere meccanico.
Le differenze tra la preparazioni di due studenti possono essere più marcate all'interno di uno stesso corso di studi che tra un corso di studi ed un altro.
"seven":
Nella mia facoltà (corso di ingegneria meccanica) hai un esame di fluidodinamica alla triennale, e volendo altri due alla specialistica (tra cui uno di turbolenza), c'è poi un esame di simulazione numerica di fluidodnamica (possono essere scelti). Penso che ad aerospaziale invece ci siano anche un'esame di aerodinamica e uno di gasdinamica. Non c'è una grande differenza..
Idrodinamica non saprei, ma dire che navale è più teorica perchè c'è idrodinamica mi sembra avere poco senso.
Il fatto che ci siano più esami non vuol dire nulla; quello che per me conta è costruire un percorso solido, ovvero dare tutti i concetti e le nozioni di base necessarie, e non il toccare più argomenti possibili. Questo per avere le competenze per studiare e apprendere argomenti che non erano stati affronatati nel corso di studi.
Se si vuole fare il teorico e si sceglie ingegneria si sbaglia in partenza, perchè quello che cambia possono essere gli strumenti matematici usati (per esempio penso in teoria dei segnali serie di fourier, trasformate, distribuzioni etc..) più o meno sofisticati, ma rimane il fatto che non si fa matematica, si usa la matematica.
Il discorso della fluidodinamica studiata non è misurabile con la quantità di esami,ma con la qualità.A meccanica si studia la fluidodinamica,ovvio,ma non dimentichiamoci che ad aerospaziale e a navale tutto è fondato sulla reazione di una costruzione (mobile e non) agli effetti del moto in un fluido,quindi l'approfondimento è imparagonabile.E poi dici tu stesso che gli altri esami sull'argomento a meccanica sono a scelta,quindi teoricamente uno studente che non sceglie tali esami non arriverà nemmeno a cimentarsi con le equazioni di navier-stokes (si,in alcuni casi non vengono trattate),e la presenza di tale scelta è un caso isolato alla tua università.E non dimentichiamoci nemmeno che il famigerato esame di scienza delle costruzioni in quasi tutti i corsi di meccanica è stato smontato e riassemblato in maniera scarna in altre materie,mentre a navale è presente per ovvi motivi.Per il resto sono abbastanza d'accordo.
Nella mia facoltà (corso di ingegneria meccanica) hai un esame di fluidodinamica alla triennale, e volendo altri due alla specialistica (tra cui uno di turbolenza), c'è poi un esame di simulazione numerica di fluidodnamica (possono essere scelti). Penso che ad aerospaziale invece ci siano anche un'esame di aerodinamica e uno di gasdinamica. Non c'è una grande differenza..
Idrodinamica non saprei, ma dire che navale è più teorica perchè c'è idrodinamica mi sembra avere poco senso.
Il fatto che ci siano più esami non vuol dire nulla; quello che per me conta è costruire un percorso solido, ovvero dare tutti i concetti e le nozioni di base necessarie, e non il toccare più argomenti possibili. Questo per avere le competenze per studiare e apprendere argomenti che non erano stati affronatati nel corso di studi.
Se si vuole fare il teorico e si sceglie ingegneria si sbaglia in partenza, perchè quello che cambia possono essere gli strumenti matematici usati (per esempio penso in teoria dei segnali serie di fourier, trasformate, distribuzioni etc..) più o meno sofisticati, ma rimane il fatto che non si fa matematica, si usa la matematica.
Idrodinamica non saprei, ma dire che navale è più teorica perchè c'è idrodinamica mi sembra avere poco senso.
Il fatto che ci siano più esami non vuol dire nulla; quello che per me conta è costruire un percorso solido, ovvero dare tutti i concetti e le nozioni di base necessarie, e non il toccare più argomenti possibili. Questo per avere le competenze per studiare e apprendere argomenti che non erano stati affronatati nel corso di studi.
Se si vuole fare il teorico e si sceglie ingegneria si sbaglia in partenza, perchè quello che cambia possono essere gli strumenti matematici usati (per esempio penso in teoria dei segnali serie di fourier, trasformate, distribuzioni etc..) più o meno sofisticati, ma rimane il fatto che non si fa matematica, si usa la matematica.
"fractalius":
[quote="seven"]sentiamo, perchè navale sarebbe più teorica di ingegneria meccanica?
Credo perchè oltre al lavoro su macchine e meccanismi,ci sia l'impervio studio della fluidodinamica (in particolare idrodinamica),che di per se ha un formalismo matematico notevole.Certo,la fluidodinamica si studia anche a meccanica,ma non ai livelli di aerospaziale o navale.[/quote]
Esattamente. Senza considerare il maggior numero di esami presenti nei 5 anni.
"seven":
sentiamo, perchè navale sarebbe più teorica di ingegneria meccanica?
Credo perchè oltre al lavoro su macchine e meccanismi,ci sia l'impervio studio della fluidodinamica (in particolare idrodinamica),che di per se ha un formalismo matematico notevole.Certo,la fluidodinamica si studia anche a meccanica,ma non ai livelli di aerospaziale o navale.
sentiamo, perchè navale sarebbe più teorica di ingegneria meccanica?
"fractalius":
L'affermazione,se noti,era una risposta alla domanda "quali corsi di laurea in ingegneria sono più teorici rispetto ad altri" non "che differenza c'è tra corsi definibili teorici nelle varie università",perchè a meno di differenze di impostazione,nomenclature,appartenenza a classi di laurea differenti,si tratta di cose simili.E se qualcuno le classifica come ingegnerie (o attinenti) e non scienze pure ci sarà un motivo.
Il mio non era un puntiglio, ho soltanto preso spunto dalla tua risposta per sviluppare l'argomento.
Fra i cdl che ho citato sopra come non "ingeneristici" (matematica per l'ingegneria + ingegneria matematica e ingegneria fisica +fisica dei sistemi complessi) ho soltanto precisato che al Polito, nel primo caso, parliamo di un corso in scienze matematiche e non è una differenza di poco conto rispetto al corso di Milano.
Detto questo, per quello che ho potuto capire, parlando con diversi ingegneri e leggendo a suo tempo i vari piani di studio, i corsi di ingegneria "classica" (cioè che permettono di fare l'ingegnere nella sezione A dell'albo) più teorici ed a forte contenuto matematico sono :
Ingegneria Nucleare
Ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie
Ingegneria informatica/automazione
Ingegneria aerospaziale/spaziale
Ingegneria navale
Inegneria elettronica (vedi l'orientamento elettronica fisica)
"tecnos":
[quote="fractalius"]Credo che le tipologie di ingegneria definibili "teoriche" sono principalmente quelle dell'informazione,maggiormente ingegneria informatica,e poi ingegneria fisica ed ingegneria matematica.Si parla di facoltà relativamente teoriche,parecchio diverse da altre come fisica ad esempio.Ma comunque non credo che il tuo approccio sia dei migliori,non sai nemmeno cosa si faccia ad ingegneria e vorresti iscrivertici?Tenterei al posto tuo di far domande dopo una presa visione degli argomenti studiati nei vari corsi di laurea,non è un gran cosa aspettare che siano totalmente gli altri ad indirizzarti verso il futuro,scegli con cognizione di fatto.
Tenendo conto che ingegneria fisica+fisica dei sistemi complessi nel PoliTo non è ingegneria pura ma ingegneria dell'informazione+modellistica matematico fisica , mentre per il corso matematico parliamo addirittura di scienze matematiche+modellistica matematico fisica, quindi non stiamo parlando di ingegneria

Al PoliMi questi corsi sono molto più "ingegneristici".[/quote]
L'affermazione,se noti,era una risposta alla domanda "quali corsi di laurea in ingegneria sono più teorici rispetto ad altri" non "che differenza c'è tra corsi definibili teorici nelle varie università",perchè a meno di differenze di impostazione,nomenclature,appartenenza a classi di laurea differenti,si tratta di cose simili.E se qualcuno le classifica come ingegnerie (o attinenti) e non scienze pure ci sarà un motivo.
Per esperienza personale ti posso dire che Ingegneria delle Telecomunicazioni è abbastanza teorica: ovviamente molta matematica per la trattazione dei segnali, ed abbastanza fisica elettromagnetica per le applicazioni.