Grossi dubbi su fisica (dottorato, lavoro, capacità)
Colgo innanzitutto l'occasione di presentarmi brevemente, essendo questo il mio primo post su questo forum.
Sin da bambino ho dimostrato un'intensa passione e attitudine verso il campo scientifico, spaziando principalmente tra fisica, chimica, astronomia ed elettronica. Ho coltivato questo interesse fino alle scuole medie, periodo in cui l'interesse nei confronti della materia è sceso radicalmente, probabilmente grazie ad una professoressa (di mate e scienze) non proprio eccelsa e a qualche difficoltà con il calcolo mentale. Alla fine della scuola media mi sono ritrovato a odiare completamente la matematica e le discipline correlate, intraprendendo quindi una strada liceale di impronta tutt'altro che scientifica.
Ad oggi, in procinto di affrontare l'ultimo anno delle superiori, l'interesse scientifico è riapparso come per magia, e in particolare nei confronti della fisica e dell'astrofisica, ma in parte anche per chimica e informatica: è per questo che sto seriamente pensando di iscrivermi ad un cdl in fisica e di prendere poi una laurea magistrale in fisica o, molto più probabilmente, in astrofisica. Il mio ideale sarebbe quello di diventare ricercatore, accogliendo senza troppi problemi la possibilità di dover andare all'estero, nel caso in cui qui in italia dovesse risultare troppo arduo.
La mia preoccupazione principale consiste nel fatto che, senza una buona media di laurea, (magari sotto il 100), l'accesso al dottorato sarebbe troppo difficile, se non impossibile (o meglio, questo è quello che ho capito leggendo qualche post qui nel forum). In particolare ho paura che i primi esami (analisi, meccanica, geometria ecc.) non andranno molto bene a causa delle grosse lacune che mi sto trascinando per tutto il periodo delle superiori, pregiudicandomi tutta la media.
La domanda che ora vi pongo è: accedere ad un corso di dottorato in fisica o in astrofisica è veramente così difficile con un voto di laurea inferiore al 100?
Nel caso in cui non riuscissi a prendere un dottorato, che sbocchi lavorativi potrei avere, inerenti al mio campo, oltre all'insegnamento? È possibile lavorare nell'ambito della ricerca con la sola laurea magistrale?
Forse una magistrale in fisica può permettermi più sbocchi occupazionali rispetto ad una in astrofisica?
Incollo qui le prospettive lavorative per un laureato in astrofisica secondo l'università di Bologna:
"Sbocchi occupazionali
PROFILO PROFESSIONALE:
Astrofisico / Astronomo
FUNZIONE IN UN CONTESTO DI LAVORO:
- promuove e conduce ricerche allo scopo di ampliare la conoscenza scientifica nel campo astrofisico e spaziale;
- conduce ricerche sui fenomeni astronomici, individua e applica metodi di indagine appropriati;
- formula teorie e leggi sulla base di osservazioni e di esperimenti, incrementa la conoscenza scientifica in materia;
- rende disponibili tali nuove conoscenze divulgandole e insegnandole in modo sistematico;
- utilizza tali conoscenze e le trasferisce al mondo dell'industria al fine di favorire e supportare la produzione di servizi, lo sviluppo tecnologico e l'esplorazione dello spazio;
- raccoglie ed interpreta dati sperimentali di carattere astronomico e non."
Nonostante qui sopra sembri che tutte queste cose siano fattibili senza un dottorato, mi chiedo però quanto queste lo siano all'atto, e non solo in potenza, sia nell'ambito italiano che estero.
Mi scuso per il post lungo e per le preoccupazioni manifestate che forse sono un po' precoci, ma penso che sia meglio risolvere tutti i dubbi prima di intraprendere un percorso così lungo e difficile.
Grazie per l'attenzione.
Sin da bambino ho dimostrato un'intensa passione e attitudine verso il campo scientifico, spaziando principalmente tra fisica, chimica, astronomia ed elettronica. Ho coltivato questo interesse fino alle scuole medie, periodo in cui l'interesse nei confronti della materia è sceso radicalmente, probabilmente grazie ad una professoressa (di mate e scienze) non proprio eccelsa e a qualche difficoltà con il calcolo mentale. Alla fine della scuola media mi sono ritrovato a odiare completamente la matematica e le discipline correlate, intraprendendo quindi una strada liceale di impronta tutt'altro che scientifica.
Ad oggi, in procinto di affrontare l'ultimo anno delle superiori, l'interesse scientifico è riapparso come per magia, e in particolare nei confronti della fisica e dell'astrofisica, ma in parte anche per chimica e informatica: è per questo che sto seriamente pensando di iscrivermi ad un cdl in fisica e di prendere poi una laurea magistrale in fisica o, molto più probabilmente, in astrofisica. Il mio ideale sarebbe quello di diventare ricercatore, accogliendo senza troppi problemi la possibilità di dover andare all'estero, nel caso in cui qui in italia dovesse risultare troppo arduo.
La mia preoccupazione principale consiste nel fatto che, senza una buona media di laurea, (magari sotto il 100), l'accesso al dottorato sarebbe troppo difficile, se non impossibile (o meglio, questo è quello che ho capito leggendo qualche post qui nel forum). In particolare ho paura che i primi esami (analisi, meccanica, geometria ecc.) non andranno molto bene a causa delle grosse lacune che mi sto trascinando per tutto il periodo delle superiori, pregiudicandomi tutta la media.
La domanda che ora vi pongo è: accedere ad un corso di dottorato in fisica o in astrofisica è veramente così difficile con un voto di laurea inferiore al 100?
Nel caso in cui non riuscissi a prendere un dottorato, che sbocchi lavorativi potrei avere, inerenti al mio campo, oltre all'insegnamento? È possibile lavorare nell'ambito della ricerca con la sola laurea magistrale?
Forse una magistrale in fisica può permettermi più sbocchi occupazionali rispetto ad una in astrofisica?
Incollo qui le prospettive lavorative per un laureato in astrofisica secondo l'università di Bologna:
"Sbocchi occupazionali
PROFILO PROFESSIONALE:
Astrofisico / Astronomo
FUNZIONE IN UN CONTESTO DI LAVORO:
- promuove e conduce ricerche allo scopo di ampliare la conoscenza scientifica nel campo astrofisico e spaziale;
- conduce ricerche sui fenomeni astronomici, individua e applica metodi di indagine appropriati;
- formula teorie e leggi sulla base di osservazioni e di esperimenti, incrementa la conoscenza scientifica in materia;
- rende disponibili tali nuove conoscenze divulgandole e insegnandole in modo sistematico;
- utilizza tali conoscenze e le trasferisce al mondo dell'industria al fine di favorire e supportare la produzione di servizi, lo sviluppo tecnologico e l'esplorazione dello spazio;
- raccoglie ed interpreta dati sperimentali di carattere astronomico e non."
Nonostante qui sopra sembri che tutte queste cose siano fattibili senza un dottorato, mi chiedo però quanto queste lo siano all'atto, e non solo in potenza, sia nell'ambito italiano che estero.
Mi scuso per il post lungo e per le preoccupazioni manifestate che forse sono un po' precoci, ma penso che sia meglio risolvere tutti i dubbi prima di intraprendere un percorso così lungo e difficile.
Grazie per l'attenzione.
Risposte
"Omar93":Ringrazio anche te per il consiglio. Per ora sto provvedendo ad approfondire aspetti del programma di matematica non affrontati a scuola (es: tutti i metodi per risolvere le eq esponenziali o problemi più complessi di trigonometria). Sto vedendo comunque che sul mio libro di fisica, in fondo, ci sono problemi presi da esami universitari (magari non proprio i più difficili) quindi penso di cominciare da lì.
Da fisico puoi fare un sacco di lavori, anche quelli in indurstrie tecnologiche. L'unica abilità che ti direi di migliorare ora è quella del problem solving. Ti aiuterà moltissimo, facendoti risparmiare un sacco di tempo(ore e ore a settimana). Le olimpiadi della fisica sono un ottimo allenamento. Se non ti va di partecipare, ti consiglio almeno di risolvere qualche problema per conto tuo. Una volta acquisita decentemente questa abilità ti assicuro che sarai ben superiore alla media degli altri, e avrai molte meno preoccupazioni per il tuo futuro.
Per quanto riguarda la prova di ammissione a fisica sapete darmi qualche info in più?
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Da fisico puoi fare un sacco di lavori, anche quelli in indurstrie tecnologiche. L'unica abilità che ti direi di migliorare ora è quella del problem solving. Ti aiuterà moltissimo, facendoti risparmiare un sacco di tempo(ore e ore a settimana). Le olimpiadi della fisica sono un ottimo allenamento. Se non ti va di partecipare, ti consiglio almeno di risolvere qualche problema per conto tuo. Una volta acquisita decentemente questa abilità ti assicuro che sarai ben superiore alla media degli altri, e avrai molte meno preoccupazioni per il tuo futuro.
Grazie per i consigli, cercherò di migliorare nel tempo il mio inglese e di prestare molta attenzione alla matematica della scuola.
A questo punto, però, mi chiedo quali siano effettivamente le strade occupazionali percorribili con la sola laurea magistrale, non essendo possibile fare ricerca. La pagina dal sito web dell'uni di bologna (citata nel post originale) adesso mi sembra più confusionaria di prima dato che include la ricerca e la sperimentazione tra gli sbocchi professionali.
Oltre alla ricerca, comunque, non disdegnerei lavorare in un qualche tipo di industria tecnologica per "progettare", ma forse quel lavoro si addice di più ad un ingegnere?
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A questo punto, però, mi chiedo quali siano effettivamente le strade occupazionali percorribili con la sola laurea magistrale, non essendo possibile fare ricerca. La pagina dal sito web dell'uni di bologna (citata nel post originale) adesso mi sembra più confusionaria di prima dato che include la ricerca e la sperimentazione tra gli sbocchi professionali.
Oltre alla ricerca, comunque, non disdegnerei lavorare in un qualche tipo di industria tecnologica per "progettare", ma forse quel lavoro si addice di più ad un ingegnere?
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Credo si sia fatta un po' di confusione su cosa significhi "fare ricerca".
Ci terrei a chiarire.
I primi passi verso il mondo della ricerca si fanno già in magistrale in un ateneo d'eccellenza. In particolar modo durante l'elaborazione della tesi magistrale.
Più importante della media o del voto di laurea (che sì, confermo in generale debba essere >100/110) è il lavoro di tesi e il rapporto col professore che ti farà da supervisore. Questo in verità è più o meno vero a seconda del livello della tesi. E' chiaro che se il tuo obiettivo è quello di proseguire verso un Ph.D, allora è chiaro che ambirai a svolgere un lavoro di tesi di livello.
Il lavoro di tesi magistrale, in ambito tecnico-scientifico, è un "piccolo" lavoro di ricerca.
La tesi di dottorato (Ph.D.) sarà invece una ricerca a tutti gli effetti. Il Ph.D. si concentra in effetti per il buon 80% dei 3 (o 4 anni) successivi alla laurea magistrale su un tema molto molto specifico. Estremamente specifico. La tesi di dottorato dovrà essere a tutti gli effetti un contributo vero e proprio alla letteratura scientifica. Qualcosa che nessuno ha fatto prima. E si traduce sempre in una pubblicazione scientifica.
Le pubblicazioni scientifiche si fanno in inglese.
Per quanto riguarda la lingua inglese, è un requisito fondamentale. Ti consiglio di non smettere mai di studiarla. La lingua non è qualcosa che s'improvvisa. Non devi solamente saperla "chiacchierare". Serve una conoscenza approfondita della terminologia, scritta e parlata. Una pubblicazione scientifica è, solitamente, una sorta di riassunto di non più di una decina di pagine (spesso meno) del tuo lavoro di ricerca. E' fondamentale essere puliti, sintetici, chiari e precisi. Anche in una lingua che non è la tua.
Per arrivare a questi livelli di conoscenza della lingua bisogna lavorarci costantemente e per anni. La curva di apprendimento non è così scontata.
Inseguire una carriera come ricercatore oggi è senz'altro un progetto ambizioso. Richiede talento, enorme impegno e davvero tante competenze.
E' una strada difficile ma che può dare molte soddisfazioni.
Tra le tante cose, vorrei anche fare una menzione alla questione remunerazione. Se rimani in Italia aspettati di non guadagnare più di 2000€-2400 al mese (netti) prima di 10 anni di esperienza post-dottorato.
All'estero la storia è molto diversa. Pur rimanendo in università gli stipendi sono buoni e possono essere buonissimi in università di eccellenza, sopratutto nel privato (United States in primis). Con le consulenze si può arrotondare anche non di poco.
Per raggiungere risultati di questo tipo ci vuole davvero molto impegno e molta molta attitudine.
Un'ultima cosa, questa forse è più un'opinione soggettiva, ma presta più attenzione alla matematica che alla fisica, quest'anno. Per due motivi. Primo, credo che studiare fisica all'università possa essere metodicamente più simile allo studio matematico. Secondo, la matematica è un'altra di quelle cose che non s'improvvisa. E' fondamentale avere una dimestichezza di un certo livello con l'Analisi (NB: l'Analisi è la branca della Matematica che affronterai nell'ultimo anno di liceo). Col liceo finisce il tempo dei pressapochismi: bisogna essere attenti ai dettagli, avere cura del processo logico, porsi domande autonomamente e riflettere a fondo sulle problematiche che si affrontano.
Ci terrei a chiarire.
I primi passi verso il mondo della ricerca si fanno già in magistrale in un ateneo d'eccellenza. In particolar modo durante l'elaborazione della tesi magistrale.
Più importante della media o del voto di laurea (che sì, confermo in generale debba essere >100/110) è il lavoro di tesi e il rapporto col professore che ti farà da supervisore. Questo in verità è più o meno vero a seconda del livello della tesi. E' chiaro che se il tuo obiettivo è quello di proseguire verso un Ph.D, allora è chiaro che ambirai a svolgere un lavoro di tesi di livello.
Il lavoro di tesi magistrale, in ambito tecnico-scientifico, è un "piccolo" lavoro di ricerca.
La tesi di dottorato (Ph.D.) sarà invece una ricerca a tutti gli effetti. Il Ph.D. si concentra in effetti per il buon 80% dei 3 (o 4 anni) successivi alla laurea magistrale su un tema molto molto specifico. Estremamente specifico. La tesi di dottorato dovrà essere a tutti gli effetti un contributo vero e proprio alla letteratura scientifica. Qualcosa che nessuno ha fatto prima. E si traduce sempre in una pubblicazione scientifica.
Le pubblicazioni scientifiche si fanno in inglese.
Per quanto riguarda la lingua inglese, è un requisito fondamentale. Ti consiglio di non smettere mai di studiarla. La lingua non è qualcosa che s'improvvisa. Non devi solamente saperla "chiacchierare". Serve una conoscenza approfondita della terminologia, scritta e parlata. Una pubblicazione scientifica è, solitamente, una sorta di riassunto di non più di una decina di pagine (spesso meno) del tuo lavoro di ricerca. E' fondamentale essere puliti, sintetici, chiari e precisi. Anche in una lingua che non è la tua.
Per arrivare a questi livelli di conoscenza della lingua bisogna lavorarci costantemente e per anni. La curva di apprendimento non è così scontata.
Inseguire una carriera come ricercatore oggi è senz'altro un progetto ambizioso. Richiede talento, enorme impegno e davvero tante competenze.
E' una strada difficile ma che può dare molte soddisfazioni.
Tra le tante cose, vorrei anche fare una menzione alla questione remunerazione. Se rimani in Italia aspettati di non guadagnare più di 2000€-2400 al mese (netti) prima di 10 anni di esperienza post-dottorato.
All'estero la storia è molto diversa. Pur rimanendo in università gli stipendi sono buoni e possono essere buonissimi in università di eccellenza, sopratutto nel privato (United States in primis). Con le consulenze si può arrotondare anche non di poco.
Per raggiungere risultati di questo tipo ci vuole davvero molto impegno e molta molta attitudine.
Un'ultima cosa, questa forse è più un'opinione soggettiva, ma presta più attenzione alla matematica che alla fisica, quest'anno. Per due motivi. Primo, credo che studiare fisica all'università possa essere metodicamente più simile allo studio matematico. Secondo, la matematica è un'altra di quelle cose che non s'improvvisa. E' fondamentale avere una dimestichezza di un certo livello con l'Analisi (NB: l'Analisi è la branca della Matematica che affronterai nell'ultimo anno di liceo). Col liceo finisce il tempo dei pressapochismi: bisogna essere attenti ai dettagli, avere cura del processo logico, porsi domande autonomamente e riflettere a fondo sulle problematiche che si affrontano.
"Omar93":Capito, quindi alla fine non è poi tanto inutile pensare a come avere buoni voti sin da subito. Per quanto riguarda l'inglese penso di stare ad un livello B1 o poco più, avendo varie difficoltà con l'ascolto, ma mi sembra una cosa risolvibile.
Ricerca pura sarebbe quando prendi un certo argomento e ti ci metti ad investigare, di solito senza alcuna idea applicativa in mente. Ad esempio potresti fare ricerca nel campo della fisica delle particelle, studiando qualche teoria particolare del modello standard della fisica(quello in cui ci sono i portatori di forze e la materia).
Il dottorato, da quello che ho capito, ti inizia alla ricerca. Il suo scopo è renderti indipendente come ricercatore, senza qualcuno che ti dica fai questo o fai quello. La differenza tra un semplice dottore e un semplice laureato magistrale è che il primo è ormai un ricercatore a tutti gli effetti ed ha delle competenze di più alto livello in certi campi specifici. Con una laurea magistrale è praticamente impossibile fare ricerca.
Un B2 credo che vada più che bene. Molti dei corsi in inglese sono fatti dai professori locali(=italiani) e ti assicuro che tutti li possono seguire.
Io comunque, se devi ancora fare l'ultimo anno di liceo, ti consiglio di studiarti qualcosa da solo di fisica, ad esempio partecipando alle olimpiadi della fisica.
Riguardo alle olimpiadi di fisica, non credo proprio di avere le competenze al momento né il tempo di prepararmi, dovendo avere a che fare anche con la maturità. La mia intenzione è quella di prestare particolare attenzione alla matematica e alla fisica di quest'ultimo anno limitandomi al programma scolastico (dovremmo cominciare con elettromagnetismo in fisica e con i limiti in mate) rivedermi qualcosa la prossima estate esercitandomi a fare qualche problema, e poi cercare di dare il massimo all'università sin da subito dato che, a quanto ho capito, con l'analisi e la fisica generale si riparte da 0.
Che tu sappia, su cosa è bene concentrarsi per prepararsi alla prova di verifica delle conoscenze del cdl in fisica? (Non è necessario per l'immatricolazione, lo so, ma superarlo sarebbe un buon inizio)
Si tratta di un test facile/elementare fattibile anche per chi non proviene dallo scientifico?
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Ricerca pura sarebbe quando prendi un certo argomento e ti ci metti ad investigare, di solito senza alcuna idea applicativa in mente. Ad esempio potresti fare ricerca nel campo della fisica delle particelle, studiando qualche teoria particolare del modello standard della fisica(quello in cui ci sono i portatori di forze e la materia).
Il dottorato, da quello che ho capito, ti inizia alla ricerca. Il suo scopo è renderti indipendente come ricercatore, senza qualcuno che ti dica fai questo o fai quello. La differenza tra un semplice dottore e un semplice laureato magistrale è che il primo è ormai un ricercatore a tutti gli effetti ed ha delle competenze di più alto livello in certi campi specifici. Con una laurea magistrale è praticamente impossibile fare ricerca.
Un B2 credo che vada più che bene. Molti dei corsi in inglese sono fatti dai professori locali(=italiani) e ti assicuro che tutti li possono seguire.
Io comunque, se devi ancora fare l'ultimo anno di liceo, ti consiglio di studiarti qualcosa da solo di fisica, ad esempio partecipando alle olimpiadi della fisica.
Il dottorato, da quello che ho capito, ti inizia alla ricerca. Il suo scopo è renderti indipendente come ricercatore, senza qualcuno che ti dica fai questo o fai quello. La differenza tra un semplice dottore e un semplice laureato magistrale è che il primo è ormai un ricercatore a tutti gli effetti ed ha delle competenze di più alto livello in certi campi specifici. Con una laurea magistrale è praticamente impossibile fare ricerca.
Un B2 credo che vada più che bene. Molti dei corsi in inglese sono fatti dai professori locali(=italiani) e ti assicuro che tutti li possono seguire.
Io comunque, se devi ancora fare l'ultimo anno di liceo, ti consiglio di studiarti qualcosa da solo di fisica, ad esempio partecipando alle olimpiadi della fisica.
Sì, forse hai ragione riguardo al pensare ai voti.
Ma per ricerca pura precisamente che intendi? Pensavo che il dottorato fosse una sorta di "requisito" per qualsiasi attività del genere.
Che differenza c'è tra un dottore e un semplice laureato (magistrale) in un contesto di ricerca?
Inoltre volevo approfittare per chiedere qual è, più o meno, il livello di inglese richiesto per la laurea magistrale, dato che molti corsi sono in inglese.
Si tratta di professori italiani che parlano inglese (in questo caso sarebbe forse più facile da comprendere) o di veri e propri madrelingua?
Ma per ricerca pura precisamente che intendi? Pensavo che il dottorato fosse una sorta di "requisito" per qualsiasi attività del genere.
Che differenza c'è tra un dottore e un semplice laureato (magistrale) in un contesto di ricerca?
Inoltre volevo approfittare per chiedere qual è, più o meno, il livello di inglese richiesto per la laurea magistrale, dato che molti corsi sono in inglese.
Si tratta di professori italiani che parlano inglese (in questo caso sarebbe forse più facile da comprendere) o di veri e propri madrelingua?
Impegno: tanto
Sbocchi lavorativi: molti, da ricerca pura a finanza a creare la propria azienda alla google, ed altro ancora
Per l'ammissione al dottorato la triennale può influire ma è più importante la magistrale.
Voglio solo dirti che è sbagliato pensare ai voti. Figuriamoci pensare ai voti prima di iniziare un corso.
Ti consiglio di concentrarti sui tuoi studi e di interessarti a vari argomenti(leggendo, guardando documentari, parlando con gente,....). Lascia perdere questa cosa del pensare a voti di triennale o magistrale.
Sbocchi lavorativi: molti, da ricerca pura a finanza a creare la propria azienda alla google, ed altro ancora
Per l'ammissione al dottorato la triennale può influire ma è più importante la magistrale.
Voglio solo dirti che è sbagliato pensare ai voti. Figuriamoci pensare ai voti prima di iniziare un corso.
Ti consiglio di concentrarti sui tuoi studi e di interessarti a vari argomenti(leggendo, guardando documentari, parlando con gente,....). Lascia perdere questa cosa del pensare a voti di triennale o magistrale.
Beh, ritengo molto importante cercare di capire il prima possibile le dinamiche di un corso di studi di questo tipo: quanto impegno bisogna metterci, quali sono gli sbocchi lavorativi, che tipo di rendimento verrà richiesto. Devo capire se effettivamente l'interesse per la materia può bastare o no. Meglio presto che tardi.
Per quanto riguarda il voto della laurea, ha peso solo quello della magistrale o anche quello della triennale per l'ammissione al dottorato?
So che il voto minimo non è un indicatore preciso dell'impegno che è richiesto per raggiungere certi scopi, ma almeno posso cercare di farmi un'idea, seppur vaga.
Per quanto riguarda il voto della laurea, ha peso solo quello della magistrale o anche quello della triennale per l'ammissione al dottorato?
So che il voto minimo non è un indicatore preciso dell'impegno che è richiesto per raggiungere certi scopi, ma almeno posso cercare di farmi un'idea, seppur vaga.
Aspè non ho capito... Tu ancora non hai finito il liceo e ti stai preoccupando del voto di laurea per fare il dottorato? Concentranti su quello che stai facendo e poi vediamo il resto.
P.S
Se t'interessa proprio, in genere sotto il 100 con una magistrale è difficile fare un dottorato.
P.S
Se t'interessa proprio, in genere sotto il 100 con una magistrale è difficile fare un dottorato.