Dottorato o Azieda: continuare?

daniele3000-votailprof
Salve, sono un nuovo utente, mi chiamo Marco.
Vi racconto brevemente: Sono laureato sia triennale che magistrale in Fisica, ho anche un master di 2 livello preso poco dopo.
Ho 28 anni ed ho appena cominciato un dottorato nella mia vecchia Università, sempre in Fisica, con un buon gruppo di ricerca che fa molte pubblicazioni in riviste anche di un certo livello.
Una volta entrato nel dottorato, il supervisor mi ha evidenziato come io iniziando questo dottorato abbia preso un impegno di 3 anni. Ha rimarcato più volte questa cosa, perchè altrimenti la borsa di studio si perderebbe.
Ho già ricevuto qualche offerta da qualche azienda, ma per motivi logistici ho rifiutato. Tuttavia mi sto guardando attorno e credo continuerò a farlo, perchè immagino sia giusto vagliare tutte le possibilità. Per alcune analisi, ho già avuto modo di ordinare anche dei materiali (non particolarmente costosi) tramite il supervisor.
Se dovessi ottenre un'offerta di lavoro "della vita" secondo voi sarebbe giusto lasciare o dovrei rispettare gli accordi con il supervisor che mi ha più volte evidenziato l'impegno ormai preso?

Risposte
Intermat
Io sinceramente la vedo in maniera diversa da quella di Raptorista ed iSte.

Quando Raptorista dice che il tuo tutor è il tuo "datore di lavoro" sbaglia. Almeno in Italia, all'estero (in alcuni posti) è sicuramente vero. In Italia il tuo tutor semplicemente deve coordinare la tua attività di ricerca aiutandoti ad imparare a fare ricerca in maniera autonoma e matura. Ovviamente, in molti casi, ti potrebbe mettere pressione perché ti ritroveresti a lavorare su paper di cui lui è co-author. In ogni caso lui non potrà mai toglierti i fondi, la tua borsa è ministeriale (a meno che tu non abbia un assegno di ricerca) ed è valida per tre anni (te la potrebbero interrompere solo nel caso in cui tu non fossi ammesso all'anno successivo). Quindi non si può ragionare come se si vivesse in azienda, la situazione è diversa.

Detto questo, il tuo professore ci ha tenuto a sottolineare il fatto che ti stai impegnando per tre anni perché le conseguenze di un tuo ritiro potrebbero essere rilevanti sul dipartimento, sul gruppo di ricerca e anche sugli altri studenti non ammessi (almeno con borsa). Questo perché: i corsi di dottorato sono valutati ciclicamente e quindi le rinunce degli studenti hanno un peso non positivo. La tua rinuncia potrebbe far ridurre i fondi che il MIUR assegna al tuo dipartimento obbligando quest'ultimo a ridurre il numero di borse bandite negli anni successivi (ovviamente meno dottorandi, meno produzione scientifica, valutazione ancora peggiore, potenziale nuova riduzione di fondi). Inoltre, dato che le borse sono poche, spesso i dipartimenti le assegnano "a giro" fra i diversi gruppi di ricerca. Questo vuol dire che non è detto che tu fossi più bravo di quelli rimasti senza borsa ma semplicemente che era previsto che il gruppo del tuo professore avesse un nuovo dottorando. Sembra brutto ma, spesso, funziona così. Questo vuol dire che il gruppo del tuo prof. non avrà nuovi dottorandi, molto probabilmente, l'anno prossimo e forse per un paio di anni. Capisci che per lui sarebbe un bel problema. Terzo aspetto: la borsa, essendo ministeriale, è tua e solo tua. Se ti ritiri il ministero smette di pagarla. Questo vuol dire che, di fatto, hai tolto ad un altro ragazzo la possibilità di fare il dottorato durante il tuo ciclo. Infatti il MIUR non destinerà a nessun altro i tuoi soldi, al massimo li aggiungerà al budget per il nuovo ciclo (ma non è per nulla scontato che vadano alla tua università perché la divisione dei fondi si basa sulla valutazione complessiva del dottorato, dei dipartimenti e dell'università).

Detto ciò, ormai il danno è fatto. Una volta che tu hai accettato la borsa, questa è tua e sei l'unico che può decidere cosa farne. Io ti inviterei a pensarci bene prima di interrompere gli studi. Onestamente il tuo atteggiamento mi sembra sbagliato, il discorso "potrei trovare un posto fisso" e quindi rinunciare al dottorato è un ragionamento che trovo profondamente sbagliato. Effettivamente tu hai preso un impegno per tre anni e dovresti mantenerlo, il posto fisso lo potevi cercare prima o potrai cercarlo dopo. Non scappano mica!
Detto questo è logico che potresti andare in contro ad occasioni uniche che, giustamente, vorresti non perdere. In questo caso, logicamente, dovresti riflettere bene e scegliere cosa è meglio per il tuo futuro. Ma queste opzioni dovrebbero essere veramente incredibili, non "il posto fisso".
Per concludere, sei ovviamente libero di fare le scelte che vuoi ma moralmente hai preso un impegno con delle persone (come minimo il tuo gruppo di ricerca). Secondo me dovresti decidere di rinunciare al dottorato solamente se ti dovessi accorgere che quella non è proprio la tua strada (il che a me sembra abbastanza evidente). In quel caso lo dovresti spiegare onestamente al tuo professore prima ancora di fare la rinuncia (ci vogliono circa 5 minuti a farla e, tipicamente, è tutta online).

daniele3000-votailprof
Intendo per esempio vincere un concorso a tempo indeterminato da qualche parte...ecc

daniele3000-votailprof
Bè capitano le proposte interessante, magari se ne arriva una prima della fine evito di "perdere" tempo, tutto qua. Io chiedo consigli, e vi ringrazio per i vostri punti di vista, per questo ho scritto nel forum

daniele3000-votailprof
Il colloquio era per titoli e l'orale: di partenza avevo un punteggio alto sia per i voti di laurea che per il master. Inoltre il progetto era relativo a quello che già stavo facendo alla magistrale, e uno dei prof si occupava di quello.

Si è chiaro che in caso lo direi, semplicemente volevo sapere se può bastare in certi casi una lettera per avvisarlo.
D'altronde in altre parti ti lincenziano anche con una lettera volendo.
Il mio discorso è di prospettiva in ogni caso. Ovviamente al momento non sospetta nulla, e dovrei dirglielo da un giorno all'altro all'improvviso. Spesso umanamente diventa complicamento anche se so che è una stupidaggine, una vera stupidaggine e non è certo il più rilevante dei problemi.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Parole sacrosante, Raptorista.
Detto questo, se ti piace, non farti troppe seghe mentali. Sinceramente non credo che, le "proposte della vita", cadano dal cielo. Magari ti arriva un'ottima proposta. Perchè non dovrebbe arrivare anche una volta concluso il Ph.D.?
Piuttosto spingerei su altre cose. Farti fare un periodo all'estero, ad esempio.

Per quanto riguarda lettera/non lettera, vedo un controsenso. Dici di sentirti dispiaciuto a rinunciare per una sorta di riconoscenza verso il tuo supervisor. Però, non vuoi neanche comunicargli di persona la tua eventuale decisione. Secondo me sì, è di cattivo gusto.

Raptorista1
"hidgi":
non intendo dire che sono "stato raccomandato", anche perchè sono uscito con 110 e lode in tutte e due le lauree, e quindi svogliato non sono..ma che ha privilegiato me rispetto a persone di altri dipartimenti che potevano ottenerla

Questa frase ha una contraddizione interna: esclusivamente o la posizione te la sei meritata, senza se e senza ma, o sei stato privilegiato.
"hidgi":
facendo anche riferimento al fatto che una persona in passato aveva lasciato

Brutto segno, forse c'è da farsi qualche domanda.
"hidgi":
e che voleva valutare solo gente che fosse rimasta,

Leggasi: pressione psicologica per avere delle garanzie indebite. Questo si avvicina ai confini dell'illegalità.
"hidgi":
perchè magari per accordi con altri prof sarebbe passato un altro progetto di ricerca con un altro studente.

Questo invece suona decisamente illegale, ma non sarebbe una novità purtroppo. Scandali di questo tipo ce ne sono già stati.
"hidgi":
Ovviamente io vorrei continuare qui, ma se mi dovesse capitare un'offerta imperdibile devo fare delle valutazioni serie.

Certo, e in confronto alla posizione di dottorando non faccio fatica a immaginare proposte migliori.
"hidgi":

In ogni caso sarebbe scomodo o di non buon gusto in caso mandare una lettera in cui dichiaro di rinunciare la posizione? Presentarmi di persona e dirglielo potrebbe non essere comodo per me, anche perchè qualche altro prof farebbe pressione e non sarebbe una bella situazione.

Se mai la cosa dovesse succedere, ritengo che l'etichetta imporrebbe prima di parlarne con il professore in privato. Se lo venisse a sapere da altri o per ultimo ci rimarrebbe male, al di fuori di tutto il resto.

daniele3000-votailprof
ovviamente non è un favore in senso stretto, devo lavorare su dei progetti di suo interesse, sia chiaro

daniele3000-votailprof
Hai perfettamente ragione, ti ringrazio per avermi fatto luce su questi aspetti.
Quanto dico che me l'ha permesso, non intendo dire che sono "stato raccomandato", anche perchè sono uscito con 110 e lode in tutte e due le lauree, e quindi svogliato non sono..ma che ha privilegiato me rispetto a persone di altri dipartimenti che potevano ottenerla, anche perchè durante la tesi ho lavorato con lui. Ovviamente non voglio drammatizzare, sono dei paletti che mi ha esplicitato all'inzio facendo anche riferimento al fatto che una persona in passato aveva lasciato e che voleva valutare solo gente che fosse rimasta, perchè magari per accordi con altri prof sarebbe passato un altro progetto di ricerca con un altro studente. Ovviamente io vorrei continuare qui, ma se mi dovesse capitare un'offerta imperdibile devo fare delle valutazioni serie.
Credo abbia fiducia in me. In ogni caso sarebbe scomodo o di non buon gusto in caso mandare una lettera in cui dichiaro di rinunciare la posizione? Presentarmi di persona e dirglielo potrebbe non essere comodo per me, anche perchè qualche altro prof farebbe pressione e non sarebbe una bella situazione.

Raptorista1
"hidgi":
mi sento un pò emotivamente in ostaggio di questa cosa

Questo è proprio quello che il datore di lavoro vuole: che l'impiegato si senta in debito per il fatto di svolgere un lavoro. Non so se noti la contraddizione in questo.
"hidgi":
perchè è lui che mi ha permesso di ottenere il dottorato.

Lui non te l'ha permesso, non ti ha fatto un favore. Aveva bisogno di uno studente per svolgere un progetto e tu sei stato il miglior candidato, il che significa che ti sei aggiudicato il posto e tutti i diritti che ciò comporta, incluso il diritto di lasciare la posizione se ne hai voglia. Più volte ho visto la scuola italiana mortificare gli studenti, anche bravi, per il solo fatto di aver ottenuto qualcosa, e non è giusto.
"hidgi":
E' un dottorato, quindi percepisco una borsa di studio, non credo si possano ottenere cose migliorari da questo punto di vista, decide il Miur.

E allora ti sei risposto da solo.

"hidgi":
Il problema appunto è che siccome ho una borsa di studio, se me ne dovessi andare, questa sarebbe persa (magari poteva a qualcun altro questo intendo).

Questo non ti deve fermare: è un tuo diritto. Il denaro sarà riciclato e riusato per qualcos'altro, mentre il signor "qualcun altro" la prossima volta si da una svegliata e vince lui la borsa di studio. Questo non è un tuo problema.

"hidgi":
Tecnicamente sono ancora uno studente con una borsa di studio

Una rosa chiamata letame è sempre una rosa col suo profumo e altro bla bla shakespeariano :D
Sei al pari - se non superiore - al signor "qualcun altro" di cui sopra, che probabilmente adesso lavora in qualche società di consulenza facendo più soldi e meno fatica. Quindi sei un professionista.

daniele3000-votailprof
Tecnicamente sono ancora uno studente con una borsa di studio

daniele3000-votailprof
Grazie per la risposta.
In effetti quoto ciò che dici, non avendo molta alternativa, ti dico mi sento un pò emotivamente in ostaggio di questa cosa, perchè è lui che mi ha permesso di ottenere il dottorato. Per ora quello che faccio mi piace, ma devo guardarmi attorno.
E' un dottorato, quindi percepisco una borsa di studio, non credo si possano ottenere cose migliorari da questo punto di vista, decide il Miur. Sto valutando appunto cosa fare nel lungo termine, ogni strada ha dei pro e dei contro. Il problema appunto è che siccome ho una borsa di studio, se me ne dovessi andare, questa sarebbe persa (magari poteva andare a qualcun altro questo intendo).

Raptorista1
Il tuo supervisore non è altro che un altro datore di lavoro ed è ovvio che faccia pressione su di te affinché tu rimanga al suo seguito, perché nessuno vuole perdere un dipendente. D'altro canto tu non sei più uno studente, da quando hai in mano una laurea sei diventato un professionista, e ben titolato, ed è giusto che tu segua il miglior offerente, soprattutto considerato che le condizioni dei dottorandi in Italia non sono esattamente invidiabili.
È chiaro che "miglior offerente" non significa solo "maggior stipendio": dipende da quello che ti piace fare e che vuoi ottenere, così come dalle possibilità a lungo termine che una determinata strada ti apre.

In ogni caso il mio punto è che tu non devi nulla al tuo supervisore per averti assunto per il dottorato: lui punta a guadagnare dalla tua produzione scientifica mentre tu punti a conseguire un titolo di studio spendibile in seguito. Non farti assolutamente scrupoli a decidere di lasciare la posizione per una migliore, o a contrattare migliori condizioni del tuo contratto per non farti scappare da un miglior offerente.

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