Dottorato o Azieda: continuare?
Salve, sono un nuovo utente, mi chiamo Marco.
Vi racconto brevemente: Sono laureato sia triennale che magistrale in Fisica, ho anche un master di 2 livello preso poco dopo.
Ho 28 anni ed ho appena cominciato un dottorato nella mia vecchia Università, sempre in Fisica, con un buon gruppo di ricerca che fa molte pubblicazioni in riviste anche di un certo livello.
Una volta entrato nel dottorato, il supervisor mi ha evidenziato come io iniziando questo dottorato abbia preso un impegno di 3 anni. Ha rimarcato più volte questa cosa, perchè altrimenti la borsa di studio si perderebbe.
Ho già ricevuto qualche offerta da qualche azienda, ma per motivi logistici ho rifiutato. Tuttavia mi sto guardando attorno e credo continuerò a farlo, perchè immagino sia giusto vagliare tutte le possibilità. Per alcune analisi, ho già avuto modo di ordinare anche dei materiali (non particolarmente costosi) tramite il supervisor.
Se dovessi ottenre un'offerta di lavoro "della vita" secondo voi sarebbe giusto lasciare o dovrei rispettare gli accordi con il supervisor che mi ha più volte evidenziato l'impegno ormai preso?
Vi racconto brevemente: Sono laureato sia triennale che magistrale in Fisica, ho anche un master di 2 livello preso poco dopo.
Ho 28 anni ed ho appena cominciato un dottorato nella mia vecchia Università, sempre in Fisica, con un buon gruppo di ricerca che fa molte pubblicazioni in riviste anche di un certo livello.
Una volta entrato nel dottorato, il supervisor mi ha evidenziato come io iniziando questo dottorato abbia preso un impegno di 3 anni. Ha rimarcato più volte questa cosa, perchè altrimenti la borsa di studio si perderebbe.
Ho già ricevuto qualche offerta da qualche azienda, ma per motivi logistici ho rifiutato. Tuttavia mi sto guardando attorno e credo continuerò a farlo, perchè immagino sia giusto vagliare tutte le possibilità. Per alcune analisi, ho già avuto modo di ordinare anche dei materiali (non particolarmente costosi) tramite il supervisor.
Se dovessi ottenre un'offerta di lavoro "della vita" secondo voi sarebbe giusto lasciare o dovrei rispettare gli accordi con il supervisor che mi ha più volte evidenziato l'impegno ormai preso?
Risposte
il collegio docenti può decidere di interrompere il tuo dottorato per inadempienze varie (se per esempio non ti presenti, ti giri i pollici tutto il giorno ecc). Ma non possono mandarti via e rimpiazzarti sul momento, perché il bando è annuale ed inoltre è possibile che al prossimo giro probabilmente il dottorando spetterà ad un altro gruppo, poi sono logiche interne - di conseguenza non gli conviene più di tanto mandarti via in questa fase -
Ecco perché nasce il dilemma morale o come vogliamo chiamarlo !
Certamente però possono mandarti via dopo il dottorato o tenerti per un post-doc...
Questo perché per il dottorato la borsa è ministeriale (non paga l'università e anzi lavori "gratis" per loro) mentre per il post-doc i fondi vanno cercati e quindi c'è una responsabilità economica nel tenerti o meno, di conseguenza se non lavori bene hanno tutto l'interesse a non tenerti e/o pagare un altro post-doc al posto tuo
Ecco perché nasce il dilemma morale o come vogliamo chiamarlo !
Certamente però possono mandarti via dopo il dottorato o tenerti per un post-doc...
Questo perché per il dottorato la borsa è ministeriale (non paga l'università e anzi lavori "gratis" per loro) mentre per il post-doc i fondi vanno cercati e quindi c'è una responsabilità economica nel tenerti o meno, di conseguenza se non lavori bene hanno tutto l'interesse a non tenerti e/o pagare un altro post-doc al posto tuo
@hidgi @Raptorista: mi domandavo, la cosa è reciproca giusto?
Mi spiego meglio. Se il supervisore di hidgi dovesse trovare uno più bravo di lui a parità di salario, o uno bravo come lui che chiede un salario minore, il supervisore non dovrebbe avere alcun problema etico/morale a mandare via hidgi il giorno dopo per dare il posto all'altro studente (ok, problemi che deve formare l'altro studente, problemi amministrativi, ecc., ma nessun problema etico/morale).
Corretto?
Mi spiego meglio. Se il supervisore di hidgi dovesse trovare uno più bravo di lui a parità di salario, o uno bravo come lui che chiede un salario minore, il supervisore non dovrebbe avere alcun problema etico/morale a mandare via hidgi il giorno dopo per dare il posto all'altro studente (ok, problemi che deve formare l'altro studente, problemi amministrativi, ecc., ma nessun problema etico/morale).
Corretto?
"hidgi":
iSte, si chiaramente non ho iniziato il dottorato come passatempo, anche perché ho avuto proposte concrete in azienda già da prima.
Semplicemente però le cose nel corso del tempo possiamo cambiare, possono presentarsi opportunità interessanti, possiamo cambiare modo di pensare e altre mille cose.
Lo so che non ha nessun senso, anche perché nessuno può affermare che quell'altro avrebbe concluso il dottorato..Non è mica scontato!
Vi riporto però le cose che mi sono state dette, anche con un certa determinazione !
Confrontarsi fa bene e anche condividere i propri punti di vista, in maniera tale da valutare se si è gli unici a fare determinati pensieri...
Vedo che in maggioranza il pensiero predominante è "Fai ciò che ti senti"...e come si può dare torto ?
Certo, assolutamente. Decidi in serenita'.
In bocca al lupo,
Stefano
iSte, si chiaramente non ho iniziato il dottorato come passatempo, anche perché ho avuto proposte concrete in azienda già da prima.
Semplicemente però le cose nel corso del tempo possiamo cambiare, possono presentarsi opportunità interessanti, possiamo cambiare modo di pensare e altre mille cose.
Lo so che non ha nessun senso, anche perché nessuno può affermare che quell'altro avrebbe concluso il dottorato..Non è mica scontato!
Vi riporto però le cose che mi sono state dette, anche con un certa determinazione !
Confrontarsi fa bene e anche condividere i propri punti di vista, in maniera tale da valutare se si è gli unici a fare determinati pensieri...
Vedo che in maggioranza il pensiero predominante è "Fai ciò che ti senti"...e come si può dare torto ?
Semplicemente però le cose nel corso del tempo possiamo cambiare, possono presentarsi opportunità interessanti, possiamo cambiare modo di pensare e altre mille cose.
Lo so che non ha nessun senso, anche perché nessuno può affermare che quell'altro avrebbe concluso il dottorato..Non è mica scontato!
Vi riporto però le cose che mi sono state dette, anche con un certa determinazione !
Confrontarsi fa bene e anche condividere i propri punti di vista, in maniera tale da valutare se si è gli unici a fare determinati pensieri...
Vedo che in maggioranza il pensiero predominante è "Fai ciò che ti senti"...e come si può dare torto ?
Il discorso più che altro è: una scelta dovrebbe essere presa eticamente e a valle di una valutazione attenta e consapevole. Se, allora, tu hai preso la scelta del Dottorato con l'intenzione seria di concluderlo, non hai sbagliato. La critica del "eh ma allora prendevamo un altro" non ha nessun senso in nessuna nazione e/o sistema solare. Le persone bisogna anche saperle tenere eh.
Quindi, detto questo, fai quel che conviene a te. E' in gioco il tuo futuro.
Se proprio siamo in vena di sofie civiche, io la penso così: siate un po' egoisti, almeno ogni tanto. Altrimenti finirete per frustrarvi; e il senso civico andrà pian piano a quel paese.
Quindi, detto questo, fai quel che conviene a te. E' in gioco il tuo futuro.
Se proprio siamo in vena di sofie civiche, io la penso così: siate un po' egoisti, almeno ogni tanto. Altrimenti finirete per frustrarvi; e il senso civico andrà pian piano a quel paese.
no no, è chiaro che la promessa mi pesa, altrimenti non avrei scritto questo post 
si certo ovvio che è mia, volevo sentire altri pareri e come altre persone avrebbero interpretato una situazione simile.
Bha penso che se mi prendessero, non avrebbe senso parlare con il supervisore se non per comunicargli una decisione già presa, perchè come detto non sarebbe felice.

si certo ovvio che è mia, volevo sentire altri pareri e come altre persone avrebbero interpretato una situazione simile.
Bha penso che se mi prendessero, non avrebbe senso parlare con il supervisore se non per comunicargli una decisione già presa, perchè come detto non sarebbe felice.
Io, al bando parteciperei, poi se andasse tutto bene, ne parlerei col supervisore, soppeserei pro e contro e deciderei ... insomma tutto "...erei"
... lo so, è facile parlare al condizionale ...
Anche se i tuoi post fanno pensare al contrario, la "promessa" che hai fatto ti pesa, ti lega, è evidente, altroché ...
Il che è anche una buona cosa, come minimo signfica che non sei superficiale ... però la scelta finale è tua, noi non possiamo prenderla per te ...
Cordialmente, Alex


Anche se i tuoi post fanno pensare al contrario, la "promessa" che hai fatto ti pesa, ti lega, è evidente, altroché ...

Il che è anche una buona cosa, come minimo signfica che non sei superficiale ... però la scelta finale è tua, noi non possiamo prenderla per te ...

Cordialmente, Alex
Alex, grazie per il tuo contributo 
Non ci sono promesse particolari, tranne il fatto che sono scelto perchè sono stato uno degli studenti migliori ed essendo che a questo giro toccava al mio gruppo avere un dottorando, hanno scelto me con la promessa di non lasciare prima dei tre anni perchè altrimenti la borsa si perde. Credo rientri tutto in una logica del "ti abbiamo lasciato un dottorando quest'anno non vorremmo che lasci, altrimeti ne scegliavano uno dei nostri".
Voi cosa avreste detto: No grazie, rifiuto perchè nei trei anni c'è il rischio che mi si prospetti un'occasione migliore e potrei avere intenzione di lasciare?
Questa è l'unica promessa, o accordo o come vuoi chiamarlo.
Naturalmente uno all'inizio però anche se stipula un accordo verbale non può minimamente sapere quello che succederà in futuro.
Naturalmente non è che sia proprio un regalo. Alla fine loro non pagano nulla e hanno una persona in più che lavora per loro e che può portare ad eventuali pubblicazioni anche a loro nome. Non è che sia una cosa disinteressata ragazzi !
Questo è l'unico dilemma morale. Da regolamento non ho però nessun vincolo.
Quindi il mio quesito è se posso effettivamente lasciare in casi particolari, come la vittoria di un bando che non è cosa da tutti i giorni. Non vorrei pentirmene in futuro.

Non ci sono promesse particolari, tranne il fatto che sono scelto perchè sono stato uno degli studenti migliori ed essendo che a questo giro toccava al mio gruppo avere un dottorando, hanno scelto me con la promessa di non lasciare prima dei tre anni perchè altrimenti la borsa si perde. Credo rientri tutto in una logica del "ti abbiamo lasciato un dottorando quest'anno non vorremmo che lasci, altrimeti ne scegliavano uno dei nostri".
Voi cosa avreste detto: No grazie, rifiuto perchè nei trei anni c'è il rischio che mi si prospetti un'occasione migliore e potrei avere intenzione di lasciare?
Questa è l'unica promessa, o accordo o come vuoi chiamarlo.
Naturalmente uno all'inizio però anche se stipula un accordo verbale non può minimamente sapere quello che succederà in futuro.
Naturalmente non è che sia proprio un regalo. Alla fine loro non pagano nulla e hanno una persona in più che lavora per loro e che può portare ad eventuali pubblicazioni anche a loro nome. Non è che sia una cosa disinteressata ragazzi !
Questo è l'unico dilemma morale. Da regolamento non ho però nessun vincolo.
Quindi il mio quesito è se posso effettivamente lasciare in casi particolari, come la vittoria di un bando che non è cosa da tutti i giorni. Non vorrei pentirmene in futuro.
Beh, porsi dei dilemmi "morali" la ritengo cosa buona e giusta, soprattutto nel mondo attuale che non sa più cosa siano
Porsi il problema non implica però che la conclusione sia univoca ovvero che fino alla fine del dottorato il resto del mondo non esista; non è così, solo tu puoi valutare come realmente stiano i rapporti col tuo "datore di lavoro", cosa vi siete effettivamente "promessi", ecc.
Non ho riletto il thread ma mi pare che qualcuno (Raptorista?) avesse sottolineato il fatto che non è un "regalo" quello che ti è stato dato ed esistono interessi da entrambe le parti.
Quindi sta a te valutare alla fin fine, però nel frattempo seguirei il suggerimento di Raptorista: partecipa al bando, hai solo da guadagnare (comunque vada) e senza "danneggiare" nessuno ... poi deciderai ... IMHO
Cordialmente, Alex

Porsi il problema non implica però che la conclusione sia univoca ovvero che fino alla fine del dottorato il resto del mondo non esista; non è così, solo tu puoi valutare come realmente stiano i rapporti col tuo "datore di lavoro", cosa vi siete effettivamente "promessi", ecc.
Non ho riletto il thread ma mi pare che qualcuno (Raptorista?) avesse sottolineato il fatto che non è un "regalo" quello che ti è stato dato ed esistono interessi da entrambe le parti.
Quindi sta a te valutare alla fin fine, però nel frattempo seguirei il suggerimento di Raptorista: partecipa al bando, hai solo da guadagnare (comunque vada) e senza "danneggiare" nessuno ... poi deciderai ... IMHO
Cordialmente, Alex
Considera che per moltissimi concorsi nei bandi si richiede o il phd o tre anni di ricerca in un certo ambito... Quindi fatti tre anni da assegnista avrei le stesse o quasi prerogative di un dottore. Lavorare in un istituto di ricerca inoltre mi sembra una carta in più per poter partecipare ad eventuali bandi futuri, perchè concorreresti come interno, conoscendo già l'ambiente ecc..
I miei quesiti nascono più che altro da dilemmi "morali", anche se forse dovrei mettermi a ridere per questa affermazione visto che in una situazione normale credo sia leggittimo guardarsi attorno. Secondo alcuni utenti però sembra non sia giusto e in quanto bisogna essere riconoscenti e attenti a non urtare il gentilissimo supervisore che ti ha fatto offerto questa possibilità
Un mio amico non ha il phd ma ha fatto questi tre anni e ora li può spendere nei concorsi pubblici...Difatti lavora in un centro di ricerca.
Se vogliono parlare di legalità o di giustizia, neanche il supervisore ha diritto di vincolarti per un accordo sottobanco in quanto il regolamento parla chiaro e non esiste nessun tipo di vincolo legale.
A mio modo di vedere la vita è fatta di rischi. Può capitare che per motivi di lavoro (migliore offerta), motivazione, salute, familiare, si cambi idea lungo il percorso.
Nel mio caso ci sarebbe la prima opzione, migliore offerta..ovviamente la cosa è tutta da vedere.
Naturalmente non voglio essere sprezzante o non grato, ho cmq la fortuna di avere un buon supervisore che mi aiuta e non mi posso lamentare, ma reputo che ognuno debba pensare per il meglio.
I miei quesiti nascono più che altro da dilemmi "morali", anche se forse dovrei mettermi a ridere per questa affermazione visto che in una situazione normale credo sia leggittimo guardarsi attorno. Secondo alcuni utenti però sembra non sia giusto e in quanto bisogna essere riconoscenti e attenti a non urtare il gentilissimo supervisore che ti ha fatto offerto questa possibilità
Un mio amico non ha il phd ma ha fatto questi tre anni e ora li può spendere nei concorsi pubblici...Difatti lavora in un centro di ricerca.
Se vogliono parlare di legalità o di giustizia, neanche il supervisore ha diritto di vincolarti per un accordo sottobanco in quanto il regolamento parla chiaro e non esiste nessun tipo di vincolo legale.
A mio modo di vedere la vita è fatta di rischi. Può capitare che per motivi di lavoro (migliore offerta), motivazione, salute, familiare, si cambi idea lungo il percorso.
Nel mio caso ci sarebbe la prima opzione, migliore offerta..ovviamente la cosa è tutta da vedere.
Naturalmente non voglio essere sprezzante o non grato, ho cmq la fortuna di avere un buon supervisore che mi aiuta e non mi posso lamentare, ma reputo che ognuno debba pensare per il meglio.
"hidgi":
Secondo voi, è sbagliato partecipare ad un bando dell'enea per vincere un assegno di ricerca nel frattempo? Paga molto più alta (circa 500 euro in più mese) e avrei chi lo sa la possibilità in futuro di fare carriera li...d'altronde è la stessa cosa che farei dopo aver finito il dottorato ( come il 90% dei dottori che non riescono per ovvi motivi a rimanere nel mondo accademico), ma se riuscissi ad entrare ora risparmierei un bel pò di tempo...
Se la paga è migliore per un lavoro simile, non vedo perché non considerare la cosa.
La paga, tuttavia, non è tutto: la durata del contratto è un altro fattore importante, ma la cosa che più di tutte valuterei, se fossi in te, è la possibilità di fare carriera senza un dottorato. Questa mi sembra la grande differenza tra le due strade: una delle due si conclude con un titolo di dottore di ricerca, l'altra no: cosa implica questa differenza nei due casi? Se per fare carriera nel senso che intendi tu un dottorato non è richiesto, tanto meglio, altrimenti devi pensarci bene.
"hidgi":
Naturalmente, se dovessi vincere (cosa difficile ovviamente, non sono dell'ambiente eh) comunicherei la decisione una volta preso il posto per i motivi già esposti nel post, lavoro normalmente nel frattempo senza destare sospetti e non credo sia cosa buona e giusta comunicare al mio supervisore questa possibilià..
Io farei domanda in ogni caso, anche solo per vedere il risultato: ti da una misura di quanto il tuo profilo professionale sia forte ed è tutta esperienza che accumuli per quando ti servirà in futuro.
Credo sia una pratica comune mandare CV ad insaputa del proprio datore di lavoro, dubito tu abbia alcun obbligo di comunicare questa cosa.
Sono passati vari mesi...bè il lavoro con il dottorato tutto sommato non è male e ho già avuto modo di fare una brevissima esperienza all'estero, anche il lavoro stenta a procedere per cause non solo mie...
Secondo voi, è sbagliato partecipare ad un bando dell'enea per vincere un assegno di ricerca nel frattempo? Paga molto più alta (circa 500 euro in più mese) e avrei chi lo sa la possibilità in futuro di fare carriera li...d'altronde è la stessa cosa che farei dopo aver finito il dottorato ( come il 90% dei dottori che non riescono per ovvi motivi a rimanere nel mondo accademico), ma se riuscissi ad entrare ora risparmierei un bel pò di tempo...
Naturalmente, se dovessi vincere (cosa difficile ovviamente, non sono dell'ambiente eh) comunicherei la decisione una volta preso il posto per i motivi già esposti nel post, lavoro normalmente nel frattempo senza destare sospetti e non credo sia cosa buona e giusta comunicare al mio supervisore questa possibilià..
Con "possibilità interessanti" intendevo roba del genere, concorsi pubblici ecc
Naturalmente non lascio per andare nella prima aziendina che trovo..
Intermat sei sempre della stessa idea o secondo te per il sacro patto dovrei bendarmi e non valutere neanche cose che potrebbero darmi una svolta per non far dispiacere e deludere il mio supervisore?
il progetto intoltre è molto molto simile..
Secondo voi, è sbagliato partecipare ad un bando dell'enea per vincere un assegno di ricerca nel frattempo? Paga molto più alta (circa 500 euro in più mese) e avrei chi lo sa la possibilità in futuro di fare carriera li...d'altronde è la stessa cosa che farei dopo aver finito il dottorato ( come il 90% dei dottori che non riescono per ovvi motivi a rimanere nel mondo accademico), ma se riuscissi ad entrare ora risparmierei un bel pò di tempo...
Naturalmente, se dovessi vincere (cosa difficile ovviamente, non sono dell'ambiente eh) comunicherei la decisione una volta preso il posto per i motivi già esposti nel post, lavoro normalmente nel frattempo senza destare sospetti e non credo sia cosa buona e giusta comunicare al mio supervisore questa possibilià..
Con "possibilità interessanti" intendevo roba del genere, concorsi pubblici ecc
Naturalmente non lascio per andare nella prima aziendina che trovo..
Intermat sei sempre della stessa idea o secondo te per il sacro patto dovrei bendarmi e non valutere neanche cose che potrebbero darmi una svolta per non far dispiacere e deludere il mio supervisore?
il progetto intoltre è molto molto simile..
"hidgi":
Le mie sono solo ipotesi e la scelta è influenzata da vari fattori: per me fare il dottorato vuol dire produrre, fare lavori, pubblicare. Se vedrò per esempio che la produzione è scarsa (ovviamente non dopo pochi mesi ma dopo un tempo considerevole) credo sia più utile spendere meglio il proprio tempo. Il titolo in sè non mi interessa poi tanto particolarmente anche considerando che nel mondo privato non è minimamente considerato.
Il numero di pubblicazioni che riuscirai a fare dipende molto anche dal settore nel quale stai facendo ricerca. Ci sono persone che terminano un PhD con un articolo solo. Tra l'altro nel primo anno è logico che tu non abbia pubblicazioni su riviste, magari qualche atto di conferenza sì (ma neppure questo è scontato). Quindi dovresti comunque iniziare il secondo anno (o pensi già di ritirarti al primo?) per poi trarre le conclusioni alla fine. Una volta finito il secondo anno (a meno di non essersi accorto di non aver fatto assolutamente nulla e quindi di non poter continuare) ha senso completare comunque il ciclo, non fosse altro per giustificare i due anni (altrimenti) buttati. Detto questo il PhD fuori dall'università è visto (spesso) come superfluo però di certo sempre meglio poter dire "negli ultimi tre anni ho conseguito un PhD" piuttosto che dire "negli ultimi due ho iniziato un dottorato ma poi ho deciso di smettere perché sono incapace a fare ricerca".
"hidgi":
Per quanto riguarda l'impegno morale e tutto quello che dici è vero, tuttavia non vedo perchè debba essere colpa mia o un problema mio se il dipartimento perdesse dei fondi: io devo pensare al mio futuro scusami, come chi ho di fronte non esiterebbe a fare se trovasse di meglio. Sono legalmente uno studente e questa storia del vincolo morale è una cosa abbastanza triste scusami. Poi sembra che il mio dipartimento stia pagando la mia borsa...è il Miur che lo fa ! E' perfettamente lecito che una persona nel corso del tempo possa cambiare idea per milioni di motivi e nel regolamento del dottorato non si pone nessun vincolo legale, basta comunicarlo al cordinatore e la cosa è fatta. Pure un azienda potrebbe avere dei danni se un un dipendente molto bravo e capace se ne va perchè deve subito attrezzarsi per formare (e costa) un altro dipendente sperando che diventi affidabile quanto il primo.
E' vero quello che dici ma, dato che la situazione dell'università italiana è ben nota, sono d'accordo con il professore che ti chiedeva se eri veramente certo di voler fare il dottorato. Ognuno di noi, legittimamente, ha il diritto di pensare al proprio futuro ma, dato che viviamo in società, dovremmo anche cercare di non arrecare danni evitabili agli altri. Secondo me, nella selezione dei nuovi dottorandi, andrebbe valutata, prima ancora della bravura dello studente, la determinazione e la responsabilità.
Il confronto con le aziende, lo ripeto, non ha senso. Le aziende fanno (o meglio, dovrebbero fare) profitti e si possono permettere di "perdere" parte dei propri investimenti. L'università non ha questa funzione, investe non per fare profitti ma per produrre ricerca. Che senso avrebbe investire in una persona scarsamente motivata?
Tra l'altro molte aziende quando investono (ad esempio pagando PhD, Master o corsi vari) ti fanno firmare delle clausole che dicono che dovrai lavorare lì per almeno tot anni pena il rimborso (almeno parziale) dei costi sostenuti per la tua formazione. Questo l'università non lo fa.
"hidgi":
Poi da cosa è evidente che non è la mia strada? Io ho cominciato da pochissimi mesi e credo che il 99% delle persone abbiano i miei dubbi, nessuno può sapere se è portato per la ricerca se non spende del tempo considerevole per poterlo capire. Detto questo spero di rimanere e produrre tanto.
Le motivazioni te le ho dette prima (il discorso del posto fisso, che poi hai spiegato). Detto ciò ti auguro di avere successo nel tuo dottorato. Ovvio, nessuno di noi può sapere se è veramente portato per la ricerca. Detto ciò, secondo me, ha senso portare a termine il percorso iniziato (a meno di casi particolari), non fosse altro per avere la certezza di essere/non-essere in grado di fare ricerca.
"hidgi":
A questo punto se esistono tutte queste cose al di fuori di quello che cita il bando facciamo una cosa. Eliminiano i concorsi e guardiamoci in faccia come fanno in molti paesi esteri.
Su questo sono d'accordo. I bandi per i PhD sono anacronistici, esistono praticamente solo in Italia. La spartizione dei posti, mediamente, è fatta in base ai gruppi di ricerca a rotazione quindi tanto vale dare dei budget ai singoli gruppi mirati all'assunzione (o meglio alla copertura di un assegno di ricerca) di un dottorando. Non ci sarebbe nulla di male, tanto anche oggi se hai un professore "forte" alle spalle entri con la borsa. Quindi tanto vale rendere limpido il tutto. In questo modo, come diceva in parte Raptorista, diventerebbe anche sensato il discorso "il gruppo di ricerca X si fa sfuggire sempre i dottorandi, smettiamo di dargli fondi". Avrebbe molto più senso rispetto al penalizzare l'intero dipartimento (in verità, corso di dottorato).
Ok. Aspetto la risposta sul primo messaggio
"hidgi":
Hai rifiutato il doppio, cioe' 2000 euro al mese ? Be', non mi permetto di entrare nelle scelte personali, pertanto non lo faro'
Sì, circa. Però avevo interesse a fare il dottorato e quindi ho lasciato stare.
Rettifico allora...mi riferivo ad una buona/grande opportunita'. Il tempo indeterminato al momento non mi interessa neppure non avendo famiglia ne intenzioni immediate di averla. Hai rifiutato il doppio, cioe' 2000 euro al mese ? Be', non mi permetto di entrare nelle scelte personali, pertanto non lo faro'
"hidgi":
Poi non capisco perchè mi debba sentire in colpa per il fatto che un altro ragazzo poteva avere la mia borsa. Sono stato scelto io e tanto basta e nulla conferma che l'altro ragazzo avesse in mente di lasciarla a sua volta. I processi alle intenzioni non si possono fare. Se ti offrissero un lavoro in cui prendi il 50% in più di quello che guadagni ora, cosa faresti? Non ne voglio fare solo un discorso economico, però anche.
Io ho rifiutato uno stipendio di circa il doppio, non me ne pento. Perché la mia idea è fare il dottorato. Detto questo tu parlavi di "posto indeterminato" non di grande opportunità. È lì che ci vedo proprio la mancanza di motivazione per fare il dottorato. Se il tuo desiderio è il posto a tempo indeterminato, semplicemente hai sbagliato scelta. Poi ovviamente ti auguro di avere successo nel dottorato, però, a mio modesto parere, le motivazioni per farlo non mi sembrano fortissime. Di difficoltà, nei prossimi anni, ne troverai tante. Più andrai avanti e più rimpiangerai il posto "tranquillo" a tempo indeterminato, se quello era il tuo vero desiderio!
Stasera ti rispondo anche al primo messaggio con ciò che io penso. In parte condivido pure quello che dici.
Poi non capisco perchè mi debba sentire in colpa per il fatto che un altro ragazzo poteva avere la mia borsa. Sono stato scelto io e tanto basta e nulla conferma che l'altro ragazzo avesse in mente di lasciarla a sua volta. I processi alle intenzioni non si possono fare. Se ti offrissero un lavoro in cui prendi il 50% in più di quello che guadagni ora, cosa faresti? Non ne voglio fare solo un discorso economico, però anche.
"Intermat":
Io sinceramente la vedo in maniera diversa da quella di Raptorista ed iSte.
Quando Raptorista dice che il tuo tutor è il tuo "datore di lavoro" sbaglia. Almeno in Italia, all'estero (in alcuni posti) è sicuramente vero. In Italia il tuo tutor semplicemente deve coordinare la tua attività di ricerca aiutandoti ad imparare a fare ricerca in maniera autonoma e matura. Ovviamente, in molti casi, ti potrebbe mettere pressione perché ti ritroveresti a lavorare su paper di cui lui è co-author. In ogni caso lui non potrà mai toglierti i fondi, la tua borsa è ministeriale (a meno che tu non abbia un assegno di ricerca) ed è valida per tre anni (te la potrebbero interrompere solo nel caso in cui tu non fossi ammesso all'anno successivo). Quindi non si può ragionare come se si vivesse in azienda, la situazione è diversa.
Detto questo, il tuo professore ci ha tenuto a sottolineare il fatto che ti stai impegnando per tre anni perché le conseguenze di un tuo ritiro potrebbero essere rilevanti sul dipartimento, sul gruppo di ricerca e anche sugli altri studenti non ammessi (almeno con borsa). Questo perché: i corsi di dottorato sono valutati ciclicamente e quindi le rinunce degli studenti hanno un peso non positivo. La tua rinuncia potrebbe far ridurre i fondi che il MIUR assegna al tuo dipartimento obbligando quest'ultimo a ridurre il numero di borse bandite negli anni successivi (ovviamente meno dottorandi, meno produzione scientifica, valutazione ancora peggiore, potenziale nuova riduzione di fondi). Inoltre, dato che le borse sono poche, spesso i dipartimenti le assegnano "a giro" fra i diversi gruppi di ricerca. Questo vuol dire che non è detto che tu fossi più bravo di quelli rimasti senza borsa ma semplicemente che era previsto che il gruppo del tuo professore avesse un nuovo dottorando. Sembra brutto ma, spesso, funziona così. Questo vuol dire che il gruppo del tuo prof. non avrà nuovi dottorandi, molto probabilmente, l'anno prossimo e forse per un paio di anni. Capisci che per lui sarebbe un bel problema. Terzo aspetto: la borsa, essendo ministeriale, è tua e solo tua. Se ti ritiri il ministero smette di pagarla. Questo vuol dire che, di fatto, hai tolto ad un altro ragazzo la possibilità di fare il dottorato durante il tuo ciclo. Infatti il MIUR non destinerà a nessun altro i tuoi soldi, al massimo li aggiungerà al budget per il nuovo ciclo (ma non è per nulla scontato che vadano alla tua università perché la divisione dei fondi si basa sulla valutazione complessiva del dottorato, dei dipartimenti e dell'università).
Detto ciò, ormai il danno è fatto. Una volta che tu hai accettato la borsa, questa è tua e sei l'unico che può decidere cosa farne. Io ti inviterei a pensarci bene prima di interrompere gli studi. Onestamente il tuo atteggiamento mi sembra sbagliato, il discorso "potrei trovare un posto fisso" e quindi rinunciare al dottorato è un ragionamento che trovo profondamente sbagliato. Effettivamente tu hai preso un impegno per tre anni e dovresti mantenerlo, il posto fisso lo potevi cercare prima o potrai cercarlo dopo. Non scappano mica!
Detto questo è logico che potresti andare in contro ad occasioni uniche che, giustamente, vorresti non perdere. In questo caso, logicamente, dovresti riflettere bene e scegliere cosa è meglio per il tuo futuro. Ma queste opzioni dovrebbero essere veramente incredibili, non "il posto fisso".
Per concludere, sei ovviamente libero di fare le scelte che vuoi ma moralmente hai preso un impegno con delle persone (come minimo il tuo gruppo di ricerca). Secondo me dovresti decidere di rinunciare al dottorato solamente se ti dovessi accorgere che quella non è proprio la tua strada (il che a me sembra abbastanza evidente). In quel caso lo dovresti spiegare onestamente al tuo professore prima ancora di fare la rinuncia (ci vogliono circa 5 minuti a farla e, tipicamente, è tutta online).
Le mie sono solo ipotesi e la scelta è influenzata da vari fattori: per me fare il dottorato vuol dire produrre, fare lavori, pubblicare. Se vedrò per esempio che la produzione è scarsa (ovviamente non dopo pochi mesi ma dopo un tempo considerevole) credo sia più utile spendere meglio il proprio tempo. Il titolo in sè non mi interessa poi tanto particolarmente anche considerando che nel mondo privato non è minimamente considerato. Per quanto riguarda l'impegno morale e tutto quello che dici è vero, tuttavia non vedo perchè debba essere colpa mia o un problema mio se il dipartimento perdesse dei fondi: io devo pensare al mio futuro scusami, come chi ho di fronte non esiterebbe a fare se trovasse di meglio. Sono legalmente uno studente e questa storia del vincolo morale è una cosa abbastanza triste scusami. Poi sembra che il mio dipartimento stia pagando la mia borsa...è il Miur che lo fa ! E' perfettamente lecito che una persona nel corso del tempo possa cambiare idea per milioni di motivi e nel regolamento del dottorato non si pone nessun vincolo legale, basta comunicarlo al cordinatore e la cosa è fatta. Pure un azienda potrebbe avere dei danni se un un dipendente molto bravo e capace se ne va perchè deve subito attrezzarsi per formare (e costa) un altro dipendente sperando che diventi affidabile quanto il primo. Poi da cosa è evidente che non è la mia strada? Io ho cominciato da pochissimi mesi e credo che il 99% delle persone abbiano i miei dubbi, nessuno può sapere se è portato per la ricerca se non spende del tempo considerevole per poterlo capire. Detto questo spero di rimanere e produrre tanto. A questo punto se esistono tutte queste cose al di fuori di quello che cita il bando facciamo una cosa. Eliminiano i concorsi e guardiamoci in faccia come fanno in molti paesi esteri.
"Intermat":
Io sinceramente la vedo in maniera diversa da quella di Raptorista ed iSte.
Intermat, da te una frase del genere non me la sarei mai aspettata

"Intermat":
Quando Raptorista dice che il tuo tutor è il tuo "datore di lavoro" sbaglia. Almeno in Italia, all'estero (in alcuni posti) è sicuramente vero. In Italia il tuo tutor semplicemente deve coordinare la tua attività di ricerca aiutandoti ad imparare a fare ricerca in maniera autonoma e matura.
In ogni caso lui non potrà mai toglierti i fondi, la tua borsa è ministeriale (a meno che tu non abbia un assegno di ricerca) ed è valida per tre anni (te la potrebbero interrompere solo nel caso in cui tu non fossi ammesso all'anno successivo). Quindi non si può ragionare come se si vivesse in azienda, la situazione è diversa.
Non è il relatore che ti paga lo stipendio, così come in un'azienda non è il capo che ti paga lo stipendio. Entrambi però possono decidere di licenziarti [o di non ammetterti all'anno successivo, che è la stessa cosa].
Il relatore ti deve insegnare a fare ricerca, sì, ma non lo fa per bontà d'animo. Lo fa perché può averne un tornaconto, come è giusto che sia. Infatti
"Intermat":
Ovviamente, in molti casi, ti potrebbe mettere pressione perché ti ritroveresti a lavorare su paper di cui lui è co-author.
non succede per pura coincidenza.
"Intermat":
Detto questo, il tuo professore ci ha tenuto a sottolineare il fatto che ti stai impegnando per tre anni perché le conseguenze di un tuo ritiro potrebbero essere rilevanti sul dipartimento, sul gruppo di ricerca e anche sugli altri studenti non ammessi (almeno con borsa). Questo perché: i corsi di dottorato sono valutati ciclicamente e quindi le rinunce degli studenti hanno un peso non positivo. La tua rinuncia potrebbe far ridurre i fondi che il MIUR assegna al tuo dipartimento obbligando quest'ultimo a ridurre il numero di borse bandite negli anni successivi (ovviamente meno dottorandi, meno produzione scientifica, valutazione ancora peggiore, potenziale nuova riduzione di fondi). Inoltre, dato che le borse sono poche, spesso i dipartimenti le assegnano "a giro" fra i diversi gruppi di ricerca. Questo vuol dire che non è detto che tu fossi più bravo di quelli rimasti senza borsa ma semplicemente che era previsto che il gruppo del tuo professore avesse un nuovo dottorando. Sembra brutto ma, spesso, funziona così. Questo vuol dire che il gruppo del tuo prof. non avrà nuovi dottorandi, molto probabilmente, l'anno prossimo e forse per un paio di anni. Capisci che per lui sarebbe un bel problema. Terzo aspetto: la borsa, essendo ministeriale, è tua e solo tua. Se ti ritiri il ministero smette di pagarla. Questo vuol dire che, di fatto, hai tolto ad un altro ragazzo la possibilità di fare il dottorato durante il tuo ciclo. Infatti il MIUR non destinerà a nessun altro i tuoi soldi, al massimo li aggiungerà al budget per il nuovo ciclo (ma non è per nulla scontato che vadano alla tua università perché la divisione dei fondi si basa sulla valutazione complessiva del dottorato, dei dipartimenti e dell'università).
Questa che descrivi non è altro che selezione naturale.
Non è scritto da nessuna parte che un dipartimento debba ricevere fondi per la ricerca: vanno meritati. Se un dipartimento fa scappare i propri dottorandi, probabilmente è giusto che chiuda e che le persone che lo gestiscono si trovino un altro lavoro. Se invece un dipartimento tiene contenti i propri dottorandi e fa loro produrre molta scienza, probabilmente è giusto che riceva più fondi e prosperi.
La storia sull'assegnazione ciclica ai vari gruppi suona come un tentativo di aggirare questa selezione naturale, che invece prevederebbe che i gruppi con i progetti più promettenti ricevano più attenzione. D'altro canto, non vedo perché il dottorando di turno debba toccare ad un dipartimento piuttosto che ad un altro per una questione di turni anziché di merito.
[Come nota a margine, questa cosa succede anche fuori dall'Italia].
"Intermat":
Per concludere, sei ovviamente libero di fare le scelte che vuoi ma moralmente hai preso un impegno con delle persone (come minimo il tuo gruppo di ricerca).
Io non sono d'accordo su questo. Il gruppo che ti assume non ti fa un favore, ma compra il tuo tempo [e, di solito, nemmeno per una buona somma]. Non credo che ci sia alcun freno morale che impedisca ad una persona di fare quello che vuole.
Ovviamente stiamo tutti parlando sotto ipotesi molto forti, nel mio caso che l'utente in questione si trovi troppo male nella sua posizione attuale ed abbia la possibilità di scegliere tra continuare o cambiare per una dove, suppone, si troverebbe meglio. In uno scenario più realistico, l'alternativa, verosimilmente, non sarebbe sufficientemente migliore da giustificare la decisione di lasciare.