Doppia laurea?

FeliceASfregola
Leggendo altri argomenti nel forum sono venuto a conoscenza della possibilità di conseguire doppie lauree (per esempio in matematica ed informatica oppure fisica ed ingegneria) però non mi è ben chiaro come. Qualcuno sa spiegarmi se ho capito male io o se esistono veramente corsi che portano a doppie lauree. Nel caso sarei interessato al dove e alla validità in ambito lavorativo di queste. Grazie a tutti per l'attenzione:)

Risposte
Intermat
"FeliceASfregola":

Ovviamente non potrei mai sapere già da ora come questo lavoro potrebbe essere ma mi sorge un dubbio. L'ambiente naturale, se vogliamo, dell'ingegnere è la fabbrica, questo posto sarebbe però adatto ad un fisico teorico o sperimentale? In tal caso sarebbero necessari master professionalizzanti o dottorati, oppure già dopo la laurea è consigliato cercare lavoro?

Per le aziende la soluzione giusta è "dopo la laurea è consigliato cercare lavoro". Tranne per cose molto particolari in cui è ben visto un dottorato (ma in Italia sono casi rari!).

L'ambiente dell'ingegnere non è necessariamente la fabbrica. Moltissimi rami portano a lavori più "da ufficio" basti pensare a tutto il ramo dell'ingegneria dell'informazione che va da una parte di gestionale fino a telecomunicazioni e altre mille mila varianti che le università si sono inventate nel corso degli anni.

FeliceASfregola
Mi piace aver coinvolto tante persone nel dibattito, è bello sentire opinioni ed esperienze personali!
Comunque non ho mai presunto di voler rimanere nel mio 'paesello', anzi, preferirei andar via. Diversa sarebbe la situazione se dovessi andare all'estero, per quanto ho capito leggendo su forum americani la situazione non è così florida come vogliano farci credere e non sarebbe strano fare all'estero lavori poco gratificanti già disponibili in Italia. Se poi si riuscisse a trovare il lavoro 'ideale' all'estero sarebbe un altro paio di maniche!
Ovviamente non potrei mai sapere già da ora come questo lavoro potrebbe essere ma mi sorge un dubbio. L'ambiente naturale, se vogliamo, dell'ingegnere è la fabbrica, questo posto sarebbe però adatto ad un fisico teorico o sperimentale? In tal caso sarebbero necessari master professionalizzanti o dottorati, oppure già dopo la laurea è consigliato cercare lavoro?

Intermat
"Luca.Lussardi":
Infatti, punti di vista, secondo me quello stipendio e' ben commisurato all'impiego. Il vero problema italiano non e' lo stipendio, ma il numero di posizioni, che paradossalmente dovrebbe essere piu' alto rispetto all'estero visto che ci pagano meno... invece non lo e', e questo e' il vero problema, non vengono banditi posti a sufficienza.

Questo sicuramente. A sentire diversi professori dei diversi dipartimenti della mia università un po' tutti sono (decisamente) sotto organico. Il problema direi che sono i fondi che non bastano (non credo basti il discorso degli sprechi, credo siano comunque pochi). Ovviamente sarebbe logico che, avendo stipendi mediamente più bassi (a guardare le statistiche non dovrebbe però essere vero per ordinari e associati con parecchi anni di anzianità), ci fossero più posti ma così non è.

Credo che stiamo andando decisamente OT, comunque in futuro dovranno per forza bandire un numero maggiore di posti dato che nel 2025 saranno 15 anni dalla riforma Gelmini e già prima di questa data moltissimi rischierebbero di essere espulsi dal mondo accademico poiché non potrebbero più stipulare contratti a tempo determinato (mi pare il limite sia di 15 anni). Forse il sovraffollamento di precari sarà leggermente limitato nel, quasi immediato, futuro a causa del drastico calo di dottori di ricerca che si sta avendo negli ultimi anni (secondo l'ADI -44% in meno di 5 anni). Comunque concordo con te che il mondo accademico dia più incertezze in termini di stabilità piuttosto che di guadagno. In fondo quest'ultimo è noto a priori e dunque una persona sa a cosa va incontro mentre l'instabilità del posto è un qualcosa che non è ben prevedibile e dipende molto dalle politiche di assunzione che sono influenzate da n-mila parametri.

"Albesa81":
In generale io penso che se uno crede in ciò che fa e non si tira indietro davanti alle (inevitabili) difficoltà, è praticamente impossibile che non trovi delle possibilità lungo la strada.
Certo, però, che se ci si iscrive all'università credendo che, una volta usciti, una laurea scientifica dia automaticamente un lavoro solido con uno stipendio medio/alto senza bisogno di muoversi dal paesello, ci si è proprio presi un bell'abbaglio (ho voluto usare un'espressione gentile, dopotutto è primavera... :-D ).

Si, in parte condivido. Quello che dicevo io è leggermente diverso, se uno sceglie ingegneria gestionale/meccanica/informatica è molto facile che venga tempestato di chiamate nel primo anno dopo la laurea magistrale, questo (a sentire dei conoscenti, ovviamente non fa statistica) non avviene per i neolaureati in matematica/fisica/biologia etc...
Ovviamente nel medio/lungo periodo se uno si da fare troverà qualcosa ma, con alcune lauree, è oggettivamente più facile.

PS: In tutto ciò ho dato per scontato che in ogni caso si dia la disponibilità a muoversi per l'Italia (quindi anche oltre il paesello) e tutto ciò non c'entra niente con la soddisfazione lavorativa che si può raggiungere. Avere 10/15 possibilità non vuol dire che si trovi il lavoro che si vorrebbe fare mentre avere poche alternative ma, magari, affini al titolo conseguito potrebbero permetterlo.

Albesa81
"Intermat":
[quote="Albesa81"][quote="FeliceASfregola"]È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.

Togliti dalla testa queste sciocchezze: il tuo destino non dipende da ciò che studierai ma da quanto sarai disposto a investire su te stesso e metterti in gioco, soprattutto DOPO la laurea.[/quote]
Magari lui è stato troppo drastico però va anche detto che, oggettivamente, alcune lauree sono decisamente più richieste sul mercato. Questo non vuol dire che ci si diventi ricchi ma almeno che non si deve praticamente muovere un dito per trovare uno stage o un apprendistato nei primi mesi. Detto questo sicuramente anche con una laurea (puramente) scientifica si trova lavoro, senza dubbio.
[/quote]
In generale io penso che se uno crede in ciò che fa e non si tira indietro davanti alle (inevitabili) difficoltà, è praticamente impossibile che non trovi delle possibilità lungo la strada.
Certo, però, che se ci si iscrive all'università credendo che, una volta usciti, una laurea scientifica dia automaticamente un lavoro solido con uno stipendio medio/alto senza bisogno di muoversi dal paesello, ci si è proprio presi un bell'abbaglio (ho voluto usare un'espressione gentile, dopotutto è primavera... :-D ).

Luca.Lussardi
Infatti, punti di vista, secondo me quello stipendio e' ben commisurato all'impiego. Il vero problema italiano non e' lo stipendio, ma il numero di posizioni, che paradossalmente dovrebbe essere piu' alto rispetto all'estero visto che ci pagano meno... invece non lo e', e questo e' il vero problema, non vengono banditi posti a sufficienza.

Intermat
"Albesa81":
[quote="FeliceASfregola"]È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.

Togliti dalla testa queste sciocchezze: il tuo destino non dipende da ciò che studierai ma da quanto sarai disposto a investire su te stesso e metterti in gioco, soprattutto DOPO la laurea.[/quote]
Magari lui è stato troppo drastico però va anche detto che, oggettivamente, alcune lauree sono decisamente più richieste sul mercato. Questo non vuol dire che ci si diventi ricchi ma almeno che non si deve praticamente muovere un dito per trovare uno stage o un apprendistato nei primi mesi. Detto questo sicuramente anche con una laurea (puramente) scientifica si trova lavoro, senza dubbio.

"Luca.Lussardi":
[quote="FeliceASfregola"]È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.


Appunto, e' una credenza infondata: lauree come matematica o fisica portano facilmente ad un impiego, magari il primo impiego non e' il lavoro dei sogni ma matematici e fisici sono ricercati. E' pure credenza lo stipendio, un ricercatore a tempo determinatio non guadagna poco, magari non come un calciatore o una velina, ma il problema non e' che lo stipendio da ricercatore e' troppo basso, caso mai quello da calciatore o da velina sono troppo alti.[/quote]

Punti di vista, negli ultimi tempi ho avuto modo di parlare un po' più apertamente con alcuni miei professori (in realtà ricercatori) e non è che la vedano proprio allo stesso modo. Dopo almeno un dottorato, post dottorato e tremila contratti precari arrivare ad essere stabilizzati, tipicamente oltre i 35 anni se non oltre i 40, a neanche 2000€/mese non è il massimo. Logico che non si muoia di fame nel senso letterale del temine ma neppure si può negare che sia uno stipendio decisamente inferiore di quello che si può ottenere all'estero o in azienda (anche in Italia).

Luca.Lussardi
"FeliceASfregola":
È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.


Appunto, e' una credenza infondata: lauree come matematica o fisica portano facilmente ad un impiego, magari il primo impiego non e' il lavoro dei sogni ma matematici e fisici sono ricercati. E' pure credenza lo stipendio, un ricercatore a tempo determinatio non guadagna poco, magari non come un calciatore o una velina, ma il problema non e' che lo stipendio da ricercatore e' troppo basso, caso mai quello da calciatore o da velina sono troppo alti.

Albesa81
"FeliceASfregola":
È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.

Togliti dalla testa queste sciocchezze: il tuo destino non dipende da ciò che studierai ma da quanto sarai disposto a investire su te stesso e metterti in gioco, soprattutto DOPO la laurea.

FeliceASfregola
Questi ultimi commenti mi consolano parecchio! È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.

Luca.Lussardi
Non sono un ingegnere, ma non penso proprio che una scelta "sbagliata" tra ingegneria elettronica e ingegneria fisica ti possa condurre in modo irreversibile a certe difficolta' per l'impiego. Per quanto diversi siano stiamo parlando di corsi dell'area ingegneria con tanti esami in comune... posso capire mettere a paragone invece ingegneria elettronica con filosofia, allora si forse inserirsi nella tecnologia avanzata diventa piu' problematico con una laurea in filosofia.

FeliceASfregola
Spero sinceramente sia così, l'unico motivo per cui sono indeciso tra ingegneria elettronica e fisica risiede proprio nella preoccupazione di non riuscire a trovare un impiego nella tecnologia avanzata, non mi interessa di rimanere in Italia anche se non disprezzerei.

Sk_Anonymous
"FeliceASfregola":
[quote="Intermat"]
Al momento credo che quei temi siano trattati unicamente nella ricerca accademica e in poche aziende al top per la ricerca. Insomma non è un percorso facile!

La ricerca per quello che ho capito è prerogativa dei fisici, ma anche quella tecnologica? Perché è proprio l'ambito delle tecnologie avanzate che mi interessa in modo generale[/quote]
Purtroppo non esiste più, ma l'Unito aveva pubblicato un video di un fisico che era a capo del settore ricerca di una importante azienda elettronica europea, e raccontava di come nel suo team ci fossero fisici, chimici, scienziati dei materiali e ingegneri. Insomma, un po' tutte le figure, e ognuno darà un contributo che altri potrebbero dare più difficilmente!

FeliceASfregola
Mmhh interessante, vedrò di informarmi

Raptorista1
Alcune università, tramite convenzioni interne tra più facoltà o con facoltà di altre università, permettono di conseguire una seconda laurea magistrale scegliendo un piano di studi particolare e aggiungendo un solo anno di esami. Esempi di ciò sono le doppie lauree ing matematica-matematica [polimi-unimib] e ing matematica-ing civile [polimi-polimi].

FeliceASfregola
"Intermat":

Al momento credo che quei temi siano trattati unicamente nella ricerca accademica e in poche aziende al top per la ricerca. Insomma non è un percorso facile!

La ricerca per quello che ho capito è prerogativa dei fisici, ma anche quella tecnologica? Perché è proprio l'ambito delle tecnologie avanzate che mi interessa in modo generale

Intermat
"FeliceASfregola":
Credete sia consigliabile un percorso "misto" o mi troverei svantaggiato nel mondo del lavoro? Il mio sogno sarebbe quello di poter lavorare in team di ricerca tecnologica avanzata come i moderni quantum computer. In tal senso sarebbe più adatta una laurea in ingegneria o fisica?

Non si tratta di avere uno svantaggio. Si tratta di "perdere tempo" nel passaggio quando un percorso più lineare permetterebbe di essere più efficiente. Al momento credo che quei temi siano trattati unicamente nella ricerca accademica e in poche aziende al top per la ricerca. Insomma non è un percorso facile! Secondo me ti servirà un dottorato perché l'argomento è talmente nuovo e specifico che nessun CdL ti preparerà esattamente per quello. Questo vuol dire che sarà importante il dottorato più che la laurea. Ovviamente per farlo bisogna riuscire ad accedervi e un po' in questo incide il percorso fatto. Secondo me dovresti vedere, nell'Università in cui andrai a studiare, se il tema è trattato più a fisica o ad ingegneria. In base a quello sceglierei e, ovviamente, farei la tesi della magistrale in un settore affine.
Detto questo il cammino è lungo e magari fra 3/4/5 anni i tuoi interessi saranno diversi!

claudio862
Io ho partecipato ad un progetto di doppia laurea T.I.M.E. Ho studiato ing. informatica al Polimi e contemporaneamente matematica all'università di Lund (entrambe lauree specialistiche).
In teoria servono 120 ECTS in entrambe le università, però tesi e corsi in comune valgono in entrambe, quindi spesso si riesce a risparmiare un anno (tre anni invece di quattro per due lauree specialistiche). Solitamente si resta nello stesso ramo di ingegneria, ma dipende un po' da quanto riesci a convincere l'università partner (infatti io sono passato a matematica).
Il progetto T.I.M.E. è orientato a ingegneria, però dovrebbero esserci alternative per altre facoltà.

FeliceASfregola
Credete sia consigliabile un percorso "misto" o mi troverei svantaggiato nel mondo del lavoro? Il mio sogno sarebbe quello di poter lavorare in team di ricerca tecnologica avanzata come i moderni quantum computer. In tal senso sarebbe più adatta una laurea in ingegneria o fisica?

Intermat
"Luca.Lussardi":
Non e' possibile saperlo, la convalida degli esami dipende dal consiglio del corso di laurea che intendi sostenere avendo gia' una laurea, e che valuta caso per caso, e' anche possibile che non ti convalidano esami che hanno lo stesso nome, per esempio analisi 1 fatta a matematica non e' come analisi 1 fatta a ingegneria, oppure a volte potrebbero anche chiederti di fare un'integrazione invece che passarti per intero l'esame.

Comunque solitamente è più facile fare il passaggio (che poi tecnicamente non è un passaggio) tra triennale e magistrale rispetto a farlo durante una delle due. Almeno da me i recuperi sono dati un po' più "a spanne" quando ci si iscrive alla magistrale piuttosto che quando si fa il passaggio in corso (lì sono frequenti i recuperi anche per esami sostanzialmente simili). Tra l'altro conta anche l'ateneo da cui si proviene, a volte ci sono casi pregressi e quindi ci si attiene a quanto già fatto in precedenza. In ogni caso è una decisione del consiglio del cdl, a priori non si ha nessuna certezza!

PS: Per quanto ne sappia io il discorso "doppia laurea" o meglio "double degree" ha senso quando si fa con una università partner straniera. In questo caso non è impossibile ottenere un titolo in ingegneria qui e uno in matematica o fisica lì. Dipende sostanzialmente in che "facoltà" estera rientra il tuo cdl. Per dire in Italia non esiste un cdl in Ricerca Operativa ma viene trattata (molto spesso) nei cdl di gestionale o informatica, se invece all'estero (come accade) viene inserita in un cdl "applicato" di matematica non è impossibile che il double degree dia due titoli diversi tra Italia ed Estero. Almeno io ho letto solo di casi analoghi, in Italia non è ammesso (per dei regolamenti derivanti da una vecchia legge) essere iscritti a due CdL contemporaneamente.

Luca.Lussardi
Non e' possibile saperlo, la convalida degli esami dipende dal consiglio del corso di laurea che intendi sostenere avendo gia' una laurea, e che valuta caso per caso, e' anche possibile che non ti convalidano esami che hanno lo stesso nome, per esempio analisi 1 fatta a matematica non e' come analisi 1 fatta a ingegneria, oppure a volte potrebbero anche chiederti di fare un'integrazione invece che passarti per intero l'esame.

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.