Help ^^
Ciao a tutti :) ho bisogno di un aiutino..qualcuno sa dove posso trovare qualcosa sull'articolo 4 della Costituzione?( quello che è scritto nella costituzione lo so, mi serve qualche commento ben fatto) mi serve per inserirlo nella tesina...
Vi ringrazio tutti anticipatamente :)
Vi ringrazio tutti anticipatamente :)
Risposte
Ok, ho risolto.. grazie a tutti ugualmente :)
E complimenti per tutto quello che fate..siete mitici :D
E complimenti per tutto quello che fate..siete mitici :D
qual'è l'argomento centrale della tua tesina....
Ho praticamente finito la tesina, mi manca però il titolo, potete darmi una mano a trovare un titolo carino? grazie :)
Grande!!! Bravo così si fa!
Eh già...effettivamente ci sta meglio :D
Grazieee :D
Ormai comunque la dico tutta, cosi se qualcuno del mio stesso indirizzo di studi è ritardatario come me può trarne spunto :)
Anche se il collegamento con le lingue mi sembra un pò forzato...:dozingoff
Italiano: Rosso Malpelo
Storia: Rivoluzione industriale
Diritto: Diritti dei lavoratori ( Art.4 della Costituzione)
Finanza: Enti previdenziali
Economia Aziendale: Organizzazione di un'impresa
Inglese: Commercio
Francese: Commercio
Grazieee :D
Ormai comunque la dico tutta, cosi se qualcuno del mio stesso indirizzo di studi è ritardatario come me può trarne spunto :)
Anche se il collegamento con le lingue mi sembra un pò forzato...:dozingoff
Italiano: Rosso Malpelo
Storia: Rivoluzione industriale
Diritto: Diritti dei lavoratori ( Art.4 della Costituzione)
Finanza: Enti previdenziali
Economia Aziendale: Organizzazione di un'impresa
Inglese: Commercio
Francese: Commercio
direi piuttosto l'organizzazione di un'impresa dal punto di vista della suddivisone del lavoro delle risorse umane.
www.dea.unipi.it/db/UtentiEA/lmarchi/Economia%20aziendale%2022%20Processi%20lavoro_2.ppt
www.dea.unipi.it/db/UtentiEA/lmarchi/Economia%20aziendale%2022%20Processi%20lavoro_2.ppt
Grazie 1000 :D
Posso approfittare della tua gentilezza chiedendoti un consiglio sulla tesina? ( visto il tuo indirizzo di studi) Parlando dei diritti dei lavoratori, mi collego a scienza delle finanze con gli enti previdenziali, per il collegamento all'economia aziendale tu che mi suggerisci? parlare delle imprese può andare bene?
Posso approfittare della tua gentilezza chiedendoti un consiglio sulla tesina? ( visto il tuo indirizzo di studi) Parlando dei diritti dei lavoratori, mi collego a scienza delle finanze con gli enti previdenziali, per il collegamento all'economia aziendale tu che mi suggerisci? parlare delle imprese può andare bene?
Articolo n.4
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società"
COMMENTO
Viene sviluppato il principio enunciato dall'art.1 dandogli una connotazione programmatica e di indirizzo politico per i governanti. Dichiarando il diritto al lavoro non si vuole creare un diritto soggettivo in capo ai cittadini, come qualcuno erroneamente crede; un disoccupato non può far causa allo Stato perché privo di occupazione. Con questa dichiarazione si impegna la Repubblica a favorire con ogni mezzo l'accesso al lavoro e l'impiego delle attività produttive, quindi anche incentivando con politiche mirate i settori economico-produttivi che hanno maggior capacità di creare occupazione, giacché il lavoro è il mezzo attraverso il quale ciascun cittadino può procurarsi il necessario per mantenere sé stesso e la propria famiglia.
Nel 60° della Costituzione stiamo osservando come questo principio cardine della vita associata sia bistrattato e talvolta tradito, giacché l'eccessiva fiscalità, che negli anni è stata imposta in capo alle aziende, sta impedendo di mantenere quel necessario livello di concorrenzialità sul mercato internazionale che consenta una crescita dei profitti, da reinvestire in innovazione e in aumento dei salari; la conseguenza è il fenomeno tristissimo dell'insufficienza di salari e stipendi a far fronte al crescente costo della vita e la situazione di alienazione sociale che vivono le nuove generazioni, alle quali spesso non è garantita nemmeno la stabilità dell'occupazione a causa di provvedimenti normativi mirati a risolvere i problemi di breve termine anziché quelli strutturali. In questo ambito emerge in maniera eclatante la pochezza della classe politica italiana e il basso livello della politica in genere nel cosiddetto Belpaese.
Interessante è anche il secondo comma, che definisce un "dovere" del cittadino quello di svolgere un'attività o di avere un'occupazione di utilità comune. Non si tratta dell'obbligo a lavorare, nemmeno vengono limitate le possibili scelte del cittadino; si tratta invece di negare il riconoscimento a ogni comportamento parassitario che possa indurre lo Stato a forme di esagerato assistenzialismo. La solidarietà sociale, come vedremo più avanti, è infatti riservata a chi effettivamente dimostri di essere incapace di autosostentamento perché versa in condizioni di estrema povertà o di salute troopo precaria, oppure a causa di evidenti handicaps di varia natura.
Imponendo questo obbligo, che non è giuridico ma morale, la Repubblica responsabilizza i cittadini rendendoli partecipi di una missione comune verso la crescita e il progresso della società.
Pensando a come sia la situazione sociale in Italia oggi, nel 2008, vien da dire che questo articolo è stato poco propagandato, oppure spiegato male e recepito peggio.
ANALISI DEL TESTO
1) "Attività o funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società"
Si intende qualsiasi lavoro, occupazione, prestazione d'opera di tipo sia manuale, sia intellettuale o artistico, senza distinzione fra lavori retribuiti o volontari, da dipendenti o da autonomi, nel pubblico come nel privato, e in qualsiasi settore economico.
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società"
COMMENTO
Viene sviluppato il principio enunciato dall'art.1 dandogli una connotazione programmatica e di indirizzo politico per i governanti. Dichiarando il diritto al lavoro non si vuole creare un diritto soggettivo in capo ai cittadini, come qualcuno erroneamente crede; un disoccupato non può far causa allo Stato perché privo di occupazione. Con questa dichiarazione si impegna la Repubblica a favorire con ogni mezzo l'accesso al lavoro e l'impiego delle attività produttive, quindi anche incentivando con politiche mirate i settori economico-produttivi che hanno maggior capacità di creare occupazione, giacché il lavoro è il mezzo attraverso il quale ciascun cittadino può procurarsi il necessario per mantenere sé stesso e la propria famiglia.
Nel 60° della Costituzione stiamo osservando come questo principio cardine della vita associata sia bistrattato e talvolta tradito, giacché l'eccessiva fiscalità, che negli anni è stata imposta in capo alle aziende, sta impedendo di mantenere quel necessario livello di concorrenzialità sul mercato internazionale che consenta una crescita dei profitti, da reinvestire in innovazione e in aumento dei salari; la conseguenza è il fenomeno tristissimo dell'insufficienza di salari e stipendi a far fronte al crescente costo della vita e la situazione di alienazione sociale che vivono le nuove generazioni, alle quali spesso non è garantita nemmeno la stabilità dell'occupazione a causa di provvedimenti normativi mirati a risolvere i problemi di breve termine anziché quelli strutturali. In questo ambito emerge in maniera eclatante la pochezza della classe politica italiana e il basso livello della politica in genere nel cosiddetto Belpaese.
Interessante è anche il secondo comma, che definisce un "dovere" del cittadino quello di svolgere un'attività o di avere un'occupazione di utilità comune. Non si tratta dell'obbligo a lavorare, nemmeno vengono limitate le possibili scelte del cittadino; si tratta invece di negare il riconoscimento a ogni comportamento parassitario che possa indurre lo Stato a forme di esagerato assistenzialismo. La solidarietà sociale, come vedremo più avanti, è infatti riservata a chi effettivamente dimostri di essere incapace di autosostentamento perché versa in condizioni di estrema povertà o di salute troopo precaria, oppure a causa di evidenti handicaps di varia natura.
Imponendo questo obbligo, che non è giuridico ma morale, la Repubblica responsabilizza i cittadini rendendoli partecipi di una missione comune verso la crescita e il progresso della società.
Pensando a come sia la situazione sociale in Italia oggi, nel 2008, vien da dire che questo articolo è stato poco propagandato, oppure spiegato male e recepito peggio.
ANALISI DEL TESTO
1) "Attività o funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società"
Si intende qualsiasi lavoro, occupazione, prestazione d'opera di tipo sia manuale, sia intellettuale o artistico, senza distinzione fra lavori retribuiti o volontari, da dipendenti o da autonomi, nel pubblico come nel privato, e in qualsiasi settore economico.