Ops, mi ero scordato di rimetterti in liberta...fa nulla.

beltipo-votailprof
Da CORRIERE.IT



«Milano e Catania, scarcerazioni dimenticate»
Inchiesta disciplinare per i detenuti rimasti agli arresti fuori tempo massimo. Accuse a 20 magistrati.
MILANO - Scarcerazioni fuori tempo massimo, di qualche settimana ma anche di 240 giorni, seppure quasi sempre dagli arresti domiciliari e non dal carcere, per lo più nel caso di indagati poi condannati a pene assai superiori al supplemento di custodia cautelare patita, spesso con la «collaborazione» di avvocati ugualmente disattenti alle sorti dei loro clienti. Il maglio delle ispezioni del ministero della Giustizia si abbatte su 20 magistrati delle Procure della Repubblica e dei Tribunali di Milano e Catania, messi sotto inchiesta disciplinare dalla Procura generale della Corte di Cassazione per aver appunto rimesso in libertà i loro arrestati quando il termine di custodia cautelare era già scaduto.

14 GIP E 6 PM - In base agli elementi raccolti due anni fa nelle cancellerie di Catania e l’anno scorso in quelle di Milano dagli ispettori amministrativi del ministro Castelli, e dopo una prima scrematura che ha riguardato in tutto oltre 60 magistrati, la Procura generale della Cassazione (che con il ministro è uno dei due titolari dell’azione disciplinare) ha fatto notificare dai procuratori generali dei due distretti giudiziari, Cacciatore e Blandini, un «capo di incolpazione» (l’equivalente nel settore disciplinare di quello che l’avviso di garanzia è nel penale) a 12 giudici delle Indagini preliminari di Catania, nonché a 6 pubblici ministeri e a 2 gip di Milano, tutti accusati di avere tra il 1998 e il 2001 «gravemente mancato, nell’esercizio delle proprie funzioni, al dovere di diligenza, così compromettendo il prestigio e la credibilità dell’Ordine giudiziario». Dopo aver svolto gli ultimi interrogatori fissati per gennaio, la Procura generale della Cassazione terminerà (in alcuni casi l’ha già fatto) di chiedere o l’archiviazione o il rinvio a giudizio disciplinare delle toghe davanti all’apposita Sezione del Csm, che potrà o assolverli o infliggere sanzioni quali l’ammonimento o la censura.


GIP O PM, CHI SBAGLIA? - Nei farraginosi meccanismi che hanno reso possibili le scarcerazioni fuori termine sono peraltro incorsi gli stessi ispettori, che in alcune occasioni sembrano a loro volta aver commesso una svista, cioè aver addebitato a un gip l’errore che eventualmente sarebbe stato invece da contestare a un pm, e viceversa: non a caso, dei 12 gip etnei sinora rinviati a giudizio davanti al Csm, già 7 sono stati prosciolti (compreso un caso di 203 giorni) dalla Sezione disciplinare dell’organo di autogoverno della magistratura, che si è attenuto alla giurisprudenza fissata dalla sentenza-pilota nel 2003 delle Sezioni unite civili della Cassazione: quella secondo la quale la responsabilità disciplinare per una scarcerazione fuori termine non va automaticamente ricondotta al gip, benché questi sia il titolare delle misure restrittive della libertà personale, ma va attribuita caso per caso al gip o al pm a seconda di chi dei due disponesse materialmente del fascicolo nella fase in cui si assume che sia mancata la tempestiva scarcerazione.

L'articolo prosegue qui : http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/12_Dicembre/24/scarcerazioni.shtml

Risposte
beltipo-votailprof
Bravo sono d'accordo...chi sbaglia paga, nessuno deve essere intoccabile :wink:

fid-votailprof
mi auguro che da qlk qualunquista o da qlk filo-delinquente qst articolo non sia interpretato con "tutti i giudici sono dei farabutti"


L' articolo dimostra come un magistrato non è un intoccabile e nel caso in cui sia mancata la professionalità anke lui dev'essere soggetto alla legge ed ai procedimenti giudiziari o disciplinari come ogni comune cittadino :roll:
Se chi vigilerà o giudicherà sul loro operato li riconoscerà colpevoli è giusto ke siano su di loro irrogate sanzioni.

Uno stato democratico funziona cosi':c'è un giudice che giudica e c'è un imputato che si difende,solo i disonesti,i delinquenti e chi crede a loro pensano che i processi siano degli strumenti di lotta politica o delle farse x fare incriminare innocenti

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