Leggende
Ciao a tutti,
volevo evidenziare una questione abbastanza curiosa.
Confrontandomi con i miei coetanei venticinquenni, ho riscontrato che frasi del tipo:
- ci vediamo a Filippi;
- come Attilio Regolo;
- parola di Muzio Scevola;
- In hoc signo vinces;
ecc...
e nomi del tipo:
- Cornelia
- Matilde di Canossa
- Oriazi e Curiazi
ecc...
appaiono sconosciuti, o al massimo sentiti dire così per caso da “voci di corridoio”.
Nella scuola di oggi raramente vengono "insegnate" le storie leggendarie... vi siete chiesti come mai?
Un tempo, oltre allo studio “normale” impartito dagli insegnanti, venivano “tramandati” anche in maniera simpatica i racconti leggendari dei quali spesso si traeva la storia dalle versioni di greco e latino... Infatti i nomi che poco fa ho accennato sono comuni e familiari a chi proviene da una formazione classica, e si ritrova ad avere un'età media di 50 anni. Meno comuni, o addirittura sconosciuti, sono alla nuova generazione, dei ventenni o trentenni, pur venendo anch'essi da una formazione classica.
Secondo voi come mai si sono "perse" queste tradizioni? è un bene o un male? qual è il vero valore di tali leggende... tra l'altro pure simpatiche?
Grazie
a presto
volevo evidenziare una questione abbastanza curiosa.
Confrontandomi con i miei coetanei venticinquenni, ho riscontrato che frasi del tipo:
- ci vediamo a Filippi;
- come Attilio Regolo;
- parola di Muzio Scevola;
- In hoc signo vinces;
ecc...
e nomi del tipo:
- Cornelia
- Matilde di Canossa
- Oriazi e Curiazi
ecc...
appaiono sconosciuti, o al massimo sentiti dire così per caso da “voci di corridoio”.
Nella scuola di oggi raramente vengono "insegnate" le storie leggendarie... vi siete chiesti come mai?
Un tempo, oltre allo studio “normale” impartito dagli insegnanti, venivano “tramandati” anche in maniera simpatica i racconti leggendari dei quali spesso si traeva la storia dalle versioni di greco e latino... Infatti i nomi che poco fa ho accennato sono comuni e familiari a chi proviene da una formazione classica, e si ritrova ad avere un'età media di 50 anni. Meno comuni, o addirittura sconosciuti, sono alla nuova generazione, dei ventenni o trentenni, pur venendo anch'essi da una formazione classica.
Secondo voi come mai si sono "perse" queste tradizioni? è un bene o un male? qual è il vero valore di tali leggende... tra l'altro pure simpatiche?
Grazie
a presto
Risposte
Raccolgo l'invito.
Di seguito la leggenda di Muzio Scevola, avevo pensato di iniziare con il 1 cap della mia autobiografia non autorizzata...sarà per un'altra volta.
Muzio Scevola (Mutius Scaevola), il cui vero nome era Muzio Cordo, è il protagonista di una famosa leggenda romana. Si narra che nel 508 AC, durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l’autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche e, armato di un pugnale, raggiunse l’accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo obiettivo rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma purtroppo sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del locumone etrusco.
Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e, portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: "Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore". Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata.
Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di Muzio Scevola (il mancino).
Porsenna rimase così tanto impressionato da questo gesto, che decise di liberare il giovane.
Muzio, allora, sfoggiò la sua astuzia e disse: "Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo, e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell’intento". Questa falsa rivelazione spaventò così tanto il principe e tutta l'aristocrazia etrusca al punto di far loro considerare molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini.
Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i romani, colpito positivamente del loro valore.
Se non ricordo male la figura di Muzio Scevola dovrebbe comparire anche nel Paradiso di Dante.
Notte
Di seguito la leggenda di Muzio Scevola, avevo pensato di iniziare con il 1 cap della mia autobiografia non autorizzata...sarà per un'altra volta.
Muzio Scevola (Mutius Scaevola), il cui vero nome era Muzio Cordo, è il protagonista di una famosa leggenda romana. Si narra che nel 508 AC, durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l’autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche e, armato di un pugnale, raggiunse l’accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo obiettivo rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma purtroppo sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del locumone etrusco.
Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e, portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: "Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore". Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata.
Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di Muzio Scevola (il mancino).
Porsenna rimase così tanto impressionato da questo gesto, che decise di liberare il giovane.
Muzio, allora, sfoggiò la sua astuzia e disse: "Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo, e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell’intento". Questa falsa rivelazione spaventò così tanto il principe e tutta l'aristocrazia etrusca al punto di far loro considerare molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini.
Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i romani, colpito positivamente del loro valore.
Se non ricordo male la figura di Muzio Scevola dovrebbe comparire anche nel Paradiso di Dante.
Notte
Raccolgo l'invito.
Di seguito la leggenda di Muzio Scevola, avevo pensato di iniziare con il 1 cap della mia autobiografia non autorizzata...sarà per un'altra volta.
Muzio Scevola (Mutius Scaevola), il cui vero nome era Muzio Cordo, è il protagonista di una famosa leggenda romana. Si narra che nel 508 AC, durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l’autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche e, armato di un pugnale, raggiunse l’accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo obiettivo rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma purtroppo sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del locumone etrusco.
Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e, portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: "Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore". Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata.
Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di Muzio Scevola (il mancino).
Porsenna rimase così tanto impressionato da questo gesto, che decise di liberare il giovane.
Muzio, allora, sfoggiò la sua astuzia e disse: "Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo, e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell’intento". Questa falsa rivelazione spaventò così tanto il principe e tutta l'aristocrazia etrusca al punto di far loro considerare molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini.
Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i romani, colpito positivamente del loro valore.
Se non ricordo male la figura di Muzio Scevola dovrebbe comparire anche nel Paradiso di Dante.
Notte
Di seguito la leggenda di Muzio Scevola, avevo pensato di iniziare con il 1 cap della mia autobiografia non autorizzata...sarà per un'altra volta.
Muzio Scevola (Mutius Scaevola), il cui vero nome era Muzio Cordo, è il protagonista di una famosa leggenda romana. Si narra che nel 508 AC, durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l’autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche e, armato di un pugnale, raggiunse l’accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo obiettivo rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma purtroppo sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del locumone etrusco.
Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e, portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: "Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore". Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata.
Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di Muzio Scevola (il mancino).
Porsenna rimase così tanto impressionato da questo gesto, che decise di liberare il giovane.
Muzio, allora, sfoggiò la sua astuzia e disse: "Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo, e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell’intento". Questa falsa rivelazione spaventò così tanto il principe e tutta l'aristocrazia etrusca al punto di far loro considerare molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini.
Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i romani, colpito positivamente del loro valore.
Se non ricordo male la figura di Muzio Scevola dovrebbe comparire anche nel Paradiso di Dante.
Notte
tino..preoccupati!!! :D
Francescoilbelga:
Chi se la sente di fare ogni mese la: leggenda del mese?
Potrebbe essere d'interesse per molti in questo meraviglioso mondo di ignoranza...anche per chi fa il pezzo...
Se ti prendi la briga di inziare e perseverare...
perché no?!!!
l'idea è simpatica! :wink:
carina questa idea della leggenda del mese!
ma si dovrebbe scopiazzare da qualche parte,no? :mrgreen:
ma si dovrebbe scopiazzare da qualche parte,no? :mrgreen:
Non saprei, fai tu...
io non le conosco affatto tali legende, devo preoccuparmi?
Inizierei con la mia vita se non dovessi finire ..l'autobiografia :lol:
Chi se la sente di fare ogni mese la: leggenda del mese?
Potrebbe essere d'interesse per molti in questo meraviglioso mondo di ignoranza...anche per chi fa il pezzo...
Potrebbe essere d'interesse per molti in questo meraviglioso mondo di ignoranza...anche per chi fa il pezzo...
Wlf84:
[quote=marja]
Secondo voi come mai si sono "perse" queste tradizioni? è un bene o un male? qual è il vero valore di tali leggende... tra l'altro pure simpatiche?
Il vero valore non è un segreto, credo basti un minimo di conoscenza della storia, della letteratura..
Si sono perse fondamentalmente perchè la gente è ignorante e il ricambio culturale che sta coprendo quello pre-esistente è molto scadente.[/quote]
La penso come te
marja:
Secondo voi come mai si sono "perse" queste tradizioni? è un bene o un male? qual è il vero valore di tali leggende... tra l'altro pure simpatiche?
Il vero valore non è un segreto, credo basti un minimo di conoscenza della storia, della letteratura..
Si sono perse fondamentalmente perchè la gente è ignorante e il ricambio culturale che sta coprendo quello pre-esistente è molto scadente.
sono d'accordo con lupetto.. :(
le conosco anche se credo che ormai siano...quasi del tutto dimenticate
io le conosco :wink:
vediamo che dicono gli altri cosi facciamo un minisondaggio....
Ok, chi di voi conosce le legende in oggetto?
Ok, chi di voi conosce le legende in oggetto?
Apparentemente lo sono, però credimi: sono in molti a non averne la più pallida idea! Magari si conoscono i nomi tanto per sentito dire (chi non conosce Costantino? Matilde di Canossa? Ecc.) ma di rado se ne conosce la storia... che in ogni caso ha pure una valenza morale (vedi Attilio Regolo per esempio).
Ma non è che sono d'accordo...
Le frasi che hai citato sono di uso coumne e ben conosciuto..non credo che ci siano molti che non sanno di Costantino (non c'entra con Filippi e De Filippi :mrgreen: ) della storia dei rivali orazi/curiazi eccc.....
Sbaglio?
Le frasi che hai citato sono di uso coumne e ben conosciuto..non credo che ci siano molti che non sanno di Costantino (non c'entra con Filippi e De Filippi :mrgreen: ) della storia dei rivali orazi/curiazi eccc.....
Sbaglio?