Domande tecnica industriale
Quale potrebbe essere una risposta alla domanda "perchè distinguere le funzioni d'impresa dalle finalità imprenditoriali?" e "cosa determina secondo la teoria della sopravvivenza aziendale la dissociazione tra proprietà e governo d'impresa?"
Grazie
Grazie
Risposte
sono d'accordo: seguire e naturalmente studiare costantemente :)
come sarà strutturata la prova?
come sarà strutturata la prova?
juan1234;223226:
Ti ringrazio per la tua spiegazione, molto esaustiva... diciamo che più o meno era quello che pensavo io, adesso però ho sicuramente le idee molto più chiare. Comunque sono con Dagnino, mi sembra abbastanza bravo... e vorrei tentare la prova interna che fa fare a fine corso...pensi che si possa fare senza grosse difficoltà?
La prova interna,studiando pari passo e seguendo le lezioni,è senza dubbio fattibile.
Ti ringrazio per la tua spiegazione, molto esaustiva... diciamo che più o meno era quello che pensavo io, adesso però ho sicuramente le idee molto più chiare. Comunque sono con Dagnino, mi sembra abbastanza bravo... e vorrei tentare la prova interna che fa fare a fine corso...pensi che si possa fare senza grosse difficoltà?
Non ti ho risposto prima, sperando che lo facesse qualcun altro, perché io non ho mai studiato questa parte dal testo di Sciarelli (uno dei migliori testi) e, dalla impostazione delle domande, sembra invece che queste siano nate seguendo il percorso logico di quel testo.
Tornando alla tua domanda, posto che la massimizzazione del profitto è riconosciuta come l'obiettivo primario della proprietà dell'impresa, vi sono diversi autori che hanno analizzato le diverse funzioni obiettivo della proprietà e del management. Fra questi, Baumol sostiene che i manager siano orientati alla massimizzazione delle vendite, tale da spingere alla crescita dimensionale, attraverso politiche di prezzo che possono rivelarsi poco soddisfacenti sul piano redditizio. Anche secondo Marris, i manager sono spinti alla massimizzazione del fatturato ma attraverso la diversificazione dei prodotti e la penetrazione in nuovi mercati (arrivando quindi sempre a realizzare una crescita dimensionale). Per i manager la realizzazione di una crescita dimensionale porta a remunerazione e stipendi di entità più elevata. In una visione più ampia Williamson sostiene che i manager trovano soddisfazione dei loro obiettivi nella discrezionalità di comportamento nell'impresa; tale potere si traduce in uno status esclusivo, nella sicurezza della loro posizione e nel prestigio del ruolo rivestito. Sono elementi di massimizzazione che Williamson inserisce nel concetto di expense preference, ovvero la possibilità di cui godono i manager di aumentare il livello delle spese. Naturalmente profili di expense preference sono ravvisabili anche nell'impostazione degli autori precedenti perché trattano dell'uso che i manager fanno delle risorse perseguendo obiettivi diversi da quello della massimizzazione del profitto.
Tutte queste considerazioni valgono per l'impresa ad azionariato diffuso, in cui manca un soggetto (azionista di maggioranza) in grado di esercitare una qualche forma di vincolo e controllo sull'attività del management.
Questa parte, a suo tempo, era inserita nella dispensa di tecnica, Fortuna F. (2001), Corporate Governance - Soggetti modelli e sistemi, Franco Angeli, pagg. 25 - 30.
Più cauto sarei nel discorso dell'obiettivo massimizzazione del profitto - sopravvivenza aziendale. Intanto ricorda sempre di dire che l'obiettivo è quello dalla massimizzazione del profitto e non del profitto. Ai manager generalmente è sempre assegnato come obiettivo una soglia minima di profitto, quindi anche i manager fra i loro obiettivi hanno quello di raggiungere questa soglia. Come detto sopra, non è loro interesse massimizzarla.
Poi, credo che a lezione (ma anche sulla dispensa) il discorso sull'obiettivo della sopravvivenza aziendale sia stato trattato diffusamente. Senza conoscere entrambe le cose (contenuti delle lezioni e dispensa), se per principio di sopravvivenza intendiamo il principio di vita duratura dell'impresa, mi pare che debba essa considerato come un obiettivo comune e anzi sovraordinato rispetto a quello della massimizzazione del profitto. Sarebbe bello aprire un confronto su questo aspetto :)
Spero che tu stia trovando soddisfacente il corso di Tecnica industriale e commerciale, sia per i contenuti sia per il modo in cui vengono trattati. Per me è stata una delle materie più belle. Con chi sei? Con Faracio Dagnino?
Tornando alla tua domanda, posto che la massimizzazione del profitto è riconosciuta come l'obiettivo primario della proprietà dell'impresa, vi sono diversi autori che hanno analizzato le diverse funzioni obiettivo della proprietà e del management. Fra questi, Baumol sostiene che i manager siano orientati alla massimizzazione delle vendite, tale da spingere alla crescita dimensionale, attraverso politiche di prezzo che possono rivelarsi poco soddisfacenti sul piano redditizio. Anche secondo Marris, i manager sono spinti alla massimizzazione del fatturato ma attraverso la diversificazione dei prodotti e la penetrazione in nuovi mercati (arrivando quindi sempre a realizzare una crescita dimensionale). Per i manager la realizzazione di una crescita dimensionale porta a remunerazione e stipendi di entità più elevata. In una visione più ampia Williamson sostiene che i manager trovano soddisfazione dei loro obiettivi nella discrezionalità di comportamento nell'impresa; tale potere si traduce in uno status esclusivo, nella sicurezza della loro posizione e nel prestigio del ruolo rivestito. Sono elementi di massimizzazione che Williamson inserisce nel concetto di expense preference, ovvero la possibilità di cui godono i manager di aumentare il livello delle spese. Naturalmente profili di expense preference sono ravvisabili anche nell'impostazione degli autori precedenti perché trattano dell'uso che i manager fanno delle risorse perseguendo obiettivi diversi da quello della massimizzazione del profitto.
Tutte queste considerazioni valgono per l'impresa ad azionariato diffuso, in cui manca un soggetto (azionista di maggioranza) in grado di esercitare una qualche forma di vincolo e controllo sull'attività del management.
Questa parte, a suo tempo, era inserita nella dispensa di tecnica, Fortuna F. (2001), Corporate Governance - Soggetti modelli e sistemi, Franco Angeli, pagg. 25 - 30.
Più cauto sarei nel discorso dell'obiettivo massimizzazione del profitto - sopravvivenza aziendale. Intanto ricorda sempre di dire che l'obiettivo è quello dalla massimizzazione del profitto e non del profitto. Ai manager generalmente è sempre assegnato come obiettivo una soglia minima di profitto, quindi anche i manager fra i loro obiettivi hanno quello di raggiungere questa soglia. Come detto sopra, non è loro interesse massimizzarla.
Poi, credo che a lezione (ma anche sulla dispensa) il discorso sull'obiettivo della sopravvivenza aziendale sia stato trattato diffusamente. Senza conoscere entrambe le cose (contenuti delle lezioni e dispensa), se per principio di sopravvivenza intendiamo il principio di vita duratura dell'impresa, mi pare che debba essa considerato come un obiettivo comune e anzi sovraordinato rispetto a quello della massimizzazione del profitto. Sarebbe bello aprire un confronto su questo aspetto :)
Spero che tu stia trovando soddisfacente il corso di Tecnica industriale e commerciale, sia per i contenuti sia per il modo in cui vengono trattati. Per me è stata una delle materie più belle. Con chi sei? Con Faracio Dagnino?
Le ho fatte più o meno... :) Comunque volevo chiedere anche quali sono i principali "obiettivi" e "interessi" della proprietà e del management? La proprietà il profitto...e il management la sopravvivenza aziendale e lo sviluppo dimensionale...no?
ehi juan chi non muore si risente :)
le hai già fatte?
le hai già fatte?