La chiave della felicit

fid-votailprof
Traendo spunto da una discussione con un amica vi pongo il seguente ragionamento:

Secondo alcuni l'intelligenza è la prima qualità che rende infelice l'uomo.Si può essere felici ed intelligenti ma secondo una certa corrente filosofica l'uomo che pensa è un uomo infelice.

Un po' come dire vivi di illusioni,vivi di superficialità e la vita ti sorriderà :roll:

Che ne pensate? :roll:

Risposte
spassusa-votailprof
avevo pensato anch'io a questa cosa... credo che la felicità sia dentro di noi...
Questo è un pezzetto di un discorso molto + ampio, tratto dal mio blog ...però credo che rendi perfettamente l'idea di cm la penso io in proposito...
"alla fin fine credo che come stiamo fuori, come affrontiamo chi ci circonda, è in base a come lo percepiamo da dentro... come siamo predisposti a rapportarcene noi... Spesso le stesse cose sono in grado di imprimere felicità o tristezza, senza che neanche me ne accorga..."
Sere

Semplicemente l'intelligenza è il fattore per cui si sviluppano i complessi.

Secondo me il problema di fondo e il non saper adoperare la propria testa.

La maggior parte delle persone mediamente intelligenti, tendono a vivere meglio di chi ha un intelligenza sopra la media.

Ma questo secondo me per un motivo preciso :

I Requisiti per usare un mezzo piu piccolo sono molto minori.

Quindi in fin dei conti, ch ha un cervello meno pesante in generale lo usa con piu semplicità.

Mentre avere un intelligenza molto avanzata, rende il cammino decisamente piu pesante e meno agevole.

Poi come diceva qualcuno, la sfera emotiva dell'intelligenza è quella che effettivamente influisce di piu sullo stato d'animo.

L'intelligenza non è solo sviluppare una formula matematica o fisica difficilissima ecc...L'intelligenza secondo è la capacità con cui un essere vivente riesce ad apprendere un determinato messaggio.

Per esempio una persona intelligente e in generale anche abbastanza empatica (come mi suona brutto sto termine, meglio dire sensibile), davanti a un opera d'arte che sia essa composizione musicale o un dipinto o un opera architettonica in genere, entrarà in sintonia con quello che il creatore di tale opera provava nel momento della realizzazione.

Per cui essere intelligenti significa essere fortemente ricettivi, ed elaborare questi messaggi per crearne uno proprio.

io credo che tutta la gente riesca a ricevere questi messaggi, solo che vengono interpretati in modo completo da pochi.Alcuni li interpretano male, alcuni non li interpretano proprio e ad alcuni non interessano.

A una persona intelligente diciamo che niente viene lasciato al caso, per cui si tende ad essere travolti da tutta questa quantità di emozioni.

In definitiva cmq, credo anche l'intelligernza oltre ad essere innata viene sviluppata soprattutto da persone disagiate da qualcosa (anche sentimentalmente).

La sensibilità arriva a far capire i problemi e a sviluppare soluzioni in modo molto accurato, appunto perchè si entra in simbiosi con il problema.

Cmq forse avrò detto un pò di cose astruse ma è quello che penso.

PS : Sinceramente senza voler offendere nessuno, per me le credenze religiose TUTTE sono solo una scusa per giustificare fatti (che poi di sti fatti non è che ne succedano molti) chiamati piu comunemente miracoli, o quella parte ignota dell'umanità a cui l'uomo non arriva.

Nel medioevo chi diceva "Un domani voleremo" veniva bruciato come eretico, oggi l'uomo vola.

Per cui l'evoluzione dell'uomo è quello che ci porta piu vicini ad essere divini, per me non c'è dio al di fuori dell'uomo.

holavez

fid-votailprof
è anche vero che chi si avvicina alla fede spesso è tormentato da un ambiguità insita nell'animo umano,ambiguità che tormenta il fedele facendolo spesso sentire in colpa e creando tormenti legati alla visione dell'inferno o alla paura di non raggiungere l' unità con Dio,unità quasi impossibile :roll:

battagliero-votailprof
cicciofarmaco:
[quote=battagliero]
Ciò vuol dire che chi non crede in Dio non ha possibilità alcuna di essere felice?


Beh io credo di si, cmq poi dipende dal senso che ciascuno da al termine "felicità"! :roll:[/quote]

Caspita, neanche Ruini si spingerebbe a tanto... :D Scherzo, ma il mio modo di vedere le cose è completamente opposto al tuo. Anzi, se proprio devo dire qualcosa sulla religione, spesso la ricerca di Dio è fonte di tormento interiore per i molti che non si fermano alla dottrina di questo o quel culto, per la impossibilità di dimostrare l'indimostrabile

fid-votailprof
non parlerei sicuramente di binomio credente-non credente = felice-non felice :roll:

Nel quotidiano conosco un infinità di credenti che sono profondamente infelici ed una quantità di atei tutt'altro che tristi

forse in età avanzata o di fronte a certi episodi la fede(tanta fede)può essere un mezzo che smussa le insicurezze ed i timori ed in pochi casi un qualcosa che sprigiona sicuramente molta felicità e gioia di vivere :roll:

cicciofarmaco-votailprof
battagliero:

Ciò vuol dire che chi non crede in Dio non ha possibilità alcuna di essere felice?


Beh io credo di si, cmq poi dipende dal senso che ciascuno da al termine "felicità"! :roll:

fid-votailprof
forse si :lol:

mason-votailprof
ah..per questo sono felice!! :D

fid-votailprof
NemoX351:
La felicità è solo uno stato mentale. Prima di tutto bisogna volere essere felici e avere abbastanza forza per esserlo.


condivido e a riguardo ti cito un bellissimo aforisma

"La gioia non è nelle cose, è in noi." Richard Wagner

nemox351-votailprof
La felicità è solo uno stato mentale. Prima di tutto bisogna volere essere felici e avere abbastanza forza per esserlo.

battagliero-votailprof
cicciofarmaco:
La piena felicità possiamo raggiungerla e pregustarla solo vivendo in comunione con Dio. Secondo me la condizione di in/felicità esula dalla intelligenza personale.

Ciò vuol dire che chi non crede in Dio non ha possibilità alcuna di essere felice?
Se parliamo di felicità terrena credo invece che conti, e tantissimo, ciò che la nostra mente riesce a concepire. Poi per molti anche l'aspetto religioso è fondamentale, ma non sarei d'accordo a farne una via obbligata.

cicciofarmaco-votailprof
La piena felicità possiamo raggiungerla e pregustarla solo vivendo in comunione con Dio. Secondo me la condizione di in/felicità esula dalla intelligenza personale.

tsukushi-votailprof
Concordo pienamente. L'intelligenza, ed in particolare quella emotiva, a mio avviso incide in modo assolutamente rilevante nell'amplificare l'esperienza sensibile, cognitiva ma anche nell'arrichimento ontologico della persona.
Credo che il prendere cognizione di alcune realtà possa il più delle volte condurre all'infelicità e solo raramente alla serienità e alla felicità.
Quando ci si rende conto dei propri limiti, della propria impotenza dinanzi a certi eventi,quando ci si rende conto che non tutto può stare sotto il nostro controllo, si sta male.
A volte penso che sarebbe meglio non pensare troppo e vivere la vita come viene perchè tanto è una sola ed è meglio viverla fino in fondo..infondo però non ne sono tanto convinta e chi è intelligente non può fare a meno di ignorare la realtà.

Ehm..rileggendo sembra scritto da una paranoica -.-
scusate eh? :lol:

marcoius-votailprof
Sono fortemente convinto che l'intelligenza possa influire negativamente sulla felicità.
Molto spesso la crescita mentale e culturale ti mette nella condizione di porti dei problemi anche molto complessi a cui si puo' soltanto assistere, lo considero un senso di "impotenza esistenziale".

grandeturco-votailprof
penso che in parte sia così..i più grandi geni della storia,dai poeti ai matematici sono stati infelici,spesso a causa della loro superiorità..
ma a parte questi casi estremi,in effetti l'intelligente è anche molto riflessivo,e ciò lo porta d analizzare delle problematiche che magari sfuggono ai più superficiali..

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.