Teoria musicale

Sk_Anonymous
Quando preparavo l'esame di solfeggio cercavo su internet qualche materiale di Teoria, ma purtroppo non si trova praticamente niente di abbastanza approfondito.
Riflettevo, poi, sulla scarsità di materiale sufficientemente dettagliato per chi approda agli studi musicali da autodidatta, così è balenata in me l'idea di scrivere una piccola dispensa che contenga quello che io ritengo assolutamente indispensabile.
È nato, così, questo mio piccolo lavoro di Introduzione alla Grammatica della Musica [QUARTA CORREZIONE], che contiene pochi argomenti scelti (ovvero: la notazione musicale in chiave di Violino e Basso, i tempi semplici e composti, spostamenti d'accento e ritmi irregolari, le alterazioni, le scale e le tonalità, gli accordi a tre e quattro voci e cenni di acustica. Per quest'ultimo argomento ho attinto fortemente da una sintesi della sintesi dell'Enciclopedia della Musica, tranne che per gli armonici che ho scritto attingendo unicamente dagli appunti delle lezioni del mio prof). Vorrei chiedervi aiuto per terminare il lavoro, ovvero:
i) Riuscite a trovare qualche errore che mi è sfuggito?
ii) Secondo voi gli argomenti sono stati scelti bene, oppure è stato omesso qualcosa di importante o inserito qualcosa di superfluo?
Grazie a tutti.

Risposte
Sk_Anonymous
Ho aggiornato il lavoro.

Sk_Anonymous
"retrocomputer":
Non so se l'hai corretto nella nuova versione, ma in quella che ho scaricato io tempo fa, nella prima riga del capitolo 4 c'è scritto "gerarchici" in modo strano.

Sì. LaTex che non mi prende i caratteri "... L'ho corretto eliminando le virgolette. :-D
Ho inserito ieri (o oggi, non ricordo... Sto messo bene!) le ultime (per ora...) correzioni!

retrocomputer
Non so se l'hai corretto nella nuova versione, ma in quella che ho scaricato io tempo fa, nella prima riga del capitolo 4 c'è scritto "gerarchici" in modo strano.

Sk_Anonymous
Hai ragione, forse sono solo pippe mentali.

giuscri
"giuliofis":
[quote="giuscri"][quote="giuliofis"]
Per piccole oscillazioni... Ma allora tanto vale... No?


Ho l'impressione che tu ti riferisca all'oscillatore armonico come ad un unico oggetto fisico e non ad un oggetto astratto -che descrive una grande varietà di sistemi diversi, fra cui anche il pendolo.
Sbaglio?[/quote]
No. Voglio dire che una molla attaccata al soffitto con sotto una masserella sia più "semplice" del pendolo, perché non c'è da considerare piccole oscillazioni o roba varia (entro i limiti di Hooke).[/quote]

E la massa della molla? Boh. Sinceramente non credo ci sia un grande differenza di complessità fra i due sistemi. Vedi tu. A me piace di più il pendolo (della molla, eh; in generale mi sembrano due sistemi noiosissimi). :)

Sk_Anonymous
"giuscri":
[quote="giuliofis"]
Per piccole oscillazioni... Ma allora tanto vale... No?


Ho l'impressione che tu ti riferisca all'oscillatore armonico come ad un unico oggetto fisico e non ad un oggetto astratto -che descrive una grande varietà di sistemi diversi, fra cui anche il pendolo.
Sbaglio?[/quote]
No. Voglio dire che una molla attaccata al soffitto con sotto una masserella sia più "semplice" del pendolo, perché non c'è da considerare piccole oscillazioni o roba varia (entro i limiti di Hooke).

giuscri
"giuliofis":
[quote="giuscri"][quote="giuliofis"]Ora che ci penso... Nell'Enciclopedia della Musica (o almeno così diceva la fonte che la citava) vi è scritto che il più semplice dispositivo per studiare i fenomeni periodici è il pendolo. Io non sono d'accordo! Secondo me è l'oscillatore armonico semplice (dopotutto, l'equazione del pendolo semplice viene linearizzata ottenendo un'equazione del tutto simile a quella dell'oscillatore...). Che ne pensate?


Ma gli oscillatori armonici non rappresentano una categoria di sistemi a cui appartiene a pieno diritto il pendolo*? :roll:

* entro (bla, bla) <<1[/quote]
Per piccole oscillazioni... Ma allora tanto vale... No?[/quote]

Ho l'impressione che tu ti riferisca all'oscillatore armonico come ad un unico oggetto fisico e non ad un oggetto astratto -che descrive una grande varietà di sistemi diversi, fra cui anche il pendolo.
Sbaglio?

Sk_Anonymous
"giuscri":
[quote="giuliofis"]Ora che ci penso... Nell'Enciclopedia della Musica (o almeno così diceva la fonte che la citava) vi è scritto che il più semplice dispositivo per studiare i fenomeni periodici è il pendolo. Io non sono d'accordo! Secondo me è l'oscillatore armonico semplice (dopotutto, l'equazione del pendolo semplice viene linearizzata ottenendo un'equazione del tutto simile a quella dell'oscillatore...). Che ne pensate?


Ma gli oscillatori armonici non rappresentano una categoria di sistemi a cui appartiene a pieno diritto il pendolo*? :roll:

* entro (bla, bla) <<1[/quote]
Per piccole oscillazioni... Ma allora tanto vale... No?

giuscri
"giuliofis":
Ora che ci penso... Nell'Enciclopedia della Musica (o almeno così diceva la fonte che la citava) vi è scritto che il più semplice dispositivo per studiare i fenomeni periodici è il pendolo. Io non sono d'accordo! Secondo me è l'oscillatore armonico semplice (dopotutto, l'equazione del pendolo semplice viene linearizzata ottenendo un'equazione del tutto simile a quella dell'oscillatore...). Che ne pensate?


Ma gli oscillatori armonici non rappresentano una categoria di sistemi a cui appartiene a pieno diritto il pendolo*? :roll:

* entro (bla, bla) <<1

Sk_Anonymous
Ho corretto nuovamente il lavoro (e siamo alla terza! :-) ), ma vorrei richiedervi alcuni consigli... :-D

"giuliofis":
Ora che ci penso... Nell'Enciclopedia della Musica (o almeno così diceva la fonte che la citava) vi è scritto che il più semplice dispositivo per studiare i fenomeni periodici è il pendolo. Io non sono d'accordo! Secondo me è l'oscillatore armonico semplice (dopotutto, l'equazione del pendolo semplice viene linearizzata ottenendo un'equazione del tutto simile a quella dell'oscillatore...). Che ne pensate?

"giuliofis":
Seguendo il consiglio di Zero87 (via MP) ho tentato di esporre meglio il concetto di risoluzione. Ho provato con questa formula a rendere il tutto il meno formale e più comprensibile possibile:
il settimo grado [della scala diatonica maggiore] è detto sensibile perché ha un carattere di tensione, di movimento, e dunque tende a ricadere sull'ottavo grado. Questa tendenza ad essere chiamati da qualcos'altro è detta tendenza risolutiva.

Che ve ne pare? Funziona?

Sk_Anonymous
"retrocomputer":
All'inizio del capitolo 3, riga 14, c'è scritto "entrabi".
Poi dove viene definita la sincope, forse la frase andrebbe rivista, magari con qualcosa tipo

Se invece le note si susseguono nelle parti deboli avviene uno spostamento d’accento; tale effetto ritmico può
presentarsi in due varianti: con la sincope, cioè con il procedimento di una nota che inizia
nella parte debole di una misura e che si prolunga sulla parte forte, oppure con il controtempo...

Ho corretto l'errore di battitura e quello di grammatica così
Se invece le note si susseguono nelle parti deboli avviene uno spostamento d’accento; tale effetto ritmico può presentarsi in due varianti: con la sincope, cioè con il procedimento di una nota che inizia
nella parte debole di una misura e che si prolunga sulla parte forte,

IMMAGINE DELLA SINCOPE
oppure con il controtempo[...]

retrocomputer
All'inizio del capitolo 3, riga 14, c'è scritto "entrabi".
Poi dove viene definita la sincope, forse la frase andrebbe rivista, magari con qualcosa tipo

Se invece le note si susseguono nelle parti deboli avviene uno spostamento d’accento; tale effetto ritmico può
presentarsi in due varianti: con la sincope, cioè con il procedimento di una nota che inizia
nella parte debole di una misura e che si prolunga sulla parte forte, oppure con il controtempo...

Sk_Anonymous
Seguendo i vostri consigli ho fatto le prime correzioni al documento e l'ho inserito nel primo messaggio.

Sk_Anonymous
Ora che ci penso... Nell'Enciclopedia della Musica (o almeno così diceva la fonte che la citava) vi è scritto che il più semplice dispositivo per studiare i fenomeni periodici è il pendolo. Io non sono d'accordo! Secondo me è l'oscillatore armonico semplice (dopotutto, l'equazione del pendolo semplice viene linearizzata ottenendo un'equazione del tutto simile a quella dell'oscillatore...). Che ne pensate?

Sk_Anonymous
Seguendo il consiglio di Zero87 (via MP) ho tentato di esporre meglio il concetto di risoluzione. Ho provato con questa formula a rendere il tutto il meno formale e più comprensibile possibile:
il settimo grado [della scala diatonica maggiore] è detto sensibile perché ha un carattere di tensione, di movimento, e dunque tende a ricadere sull'ottavo grado. Questa tendenza ad essere chiamati da qualcos'altro è detta tendenza risolutiva.

Che ve ne pare? Funziona?

retrocomputer
"giuliofis":
Grazie, ha funzionato!

Prego, grazie a te per avere condiviso il documento :smt023

Sk_Anonymous
"retrocomputer":
Potresti provare la documentclass "report" invece di "book".

Grazie, ha funzionato!

retrocomputer
Potresti provare la documentclass "report" invece di "book".

Sk_Anonymous
"giuscri":

EDIT: poi, idea personale, trovo dovresti cambiare l'impostazione di LaTeX che stampa una pagina bianca alla fine di ogni capitolo. E' molto probabile che il tuo testo venga consultato principalmente su computer o simili: in questi casi mi sembra un'inutile interruzione. Anche se questa non è molto costruttiva come critica, me ne rendo conto. :roll:

Ci provai di già, ma non sono capace di farlo!
Qualcuno sa come?

retrocomputer
"giuliofis":

Le avevo inserite nella versione non-Latex, qui le avevo tolte. In effetti, è bene rimettercele... Dici di inserire solo il sistema anglosassone (C, D, E, F, G, A, B) o anche quelli francese (ut, re, mi, fa sol, la, si) e tedesco (C, D, E, F, G, A, B, H)?

Giustamente la notazione anglosassone è la più diffusa, ma io, per completezza, le citerei tutte.
Poi evidenzierei in qualche modo le definizioni (grassetto o corsivo), cioè i termini tecnici, quando vengono introdotti per la prima volta.
Comunque mi pare un buon lavoro! :smt023

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