Sull'h index

Luca.Lussardi
Vorrei aprire questo topic solo perchè la questione h index è stata sollevata in un altro topic e da quanto esposto in altra sede sembra che l'h index classifichi correttamente anche i matematici, ma forse non tutti sanno che per i matematici è un indice non attendibile.

L'h index, o indice di Hirsch, è un indice numerico che dovrebbe valutare la rilevanza di uno scienziato basandosi sul numero delle pubblicazioni ed il numero di citazioni ricevute. Per valutare un matematico l'h index non è un indice attendibile (e di questo anche il CUN ne ha preso atto di recente durante la revisione della riforma del reclutamento dei ricercatori) dal momento che ci sono eminenti matematici che hanno h index molto basso.

In propositio Alessandro Figà Talamanca, noto matematico italiano, professore di Analisi a Roma1, nel dicembre 2008, ha scritto:

Anche i matematici, in modo meno scientifico e completo, hanno svolto un'indagine sull'indice H. Ecco i risultati: "Per i matematici l'indice H assume valori molto bassi. Ad esempio in diversi settori MAT, per la maggioranza dei vincitori di concorsi di prima fascia degli ultimi 10 anni è minore o uguale a 4; nel 2006 due dei quattro vincitori della medaglia Fields (equivalente al Nobel) avevano indice H pari a 5; nel 2002 i due vincitori avevano indice 3 e 7, nel 1998 uno dei vincitori aveva indice 2. A causa di questi bassi valori l'indice H risulta poco discriminante e poco attendibile, varia bruscamente anche per poche citazioni, è facilmente modificabile, e il suo uso per la valutazione potebbe indurre distorsioni nei comportamenti dei matematici". E' interessante che risultati analoghi portino matematici e economisti a conclusioni così diverse. Forse perché in matematica è maggiore il consenso nazionale ed internazionale su che cosa sia valida ricerca.

Risposte
vict85
"Fioravante Patrone":

Dubito che sia l'interpretazione corretta. Le tematiche di "mechanism design" sono ben note agli economisti (cfr. Hurwicz, Maskin, Myerson). Così come è ben noto a loro il problema di avere metodi "non truccabili" o difficilmente truccabili.


Stavo un po' esagerando... E comunque mi riferivo principalmente al modo in cui viene insegnata economia in molte facoltà non di economia (e forse anche in alcune di economia). Esistono ovviamente molti economisti seri anche se, se non ricordo male, c'era stato un caso in cui un nobel in economia era stato contraddetto da un matematico perché non aveva generalizzato abbastanza da capire che funzionava solo al livello da loro preso in considerazione... Non ricordo minimamente però su che cosa...

La frase sugli economisti iniziale comunque credo fosse più che altro legata a quegli economisti che si occupano delle politiche economiche e che consigliano i ministeri... Quindi secondo me era più legato a quello che dicevano i politici più che la scienza economica...

Fioravante Patrone1
"vict85":

E poi diciamolo... gli economisti amano ridurre al minimo le complicazioni e quindi avranno analizzato la questione ignorando assolutamente la facilità con cui si può aumentare il proprio punteggio senza in realtà fare nulla di che... Sempre che non siano partiti dall'assioma che chi pubblica tanto è più bravo e ci abbiano semplicemente ricamato sopra... Quanto sono cattivo... :p

Dubito che sia l'interpretazione corretta. Le tematiche di "mechanism design" sono ben note agli economisti (cfr. Hurwicz, Maskin, Myerson). Così come è ben noto a loro il problema di avere metodi "non truccabili" o difficilmente truccabili.


E' evidente che:
- l'indice "h" è un misuratore grossolano, che richiede altri riscontri
- è quindi più adatto a valutare un dipartimento o in genere una istituzione, che non un singolo
- ovvio che le tradizioni variano al variare delle discipline, per cui "h indexes" richedono "fattori di conversione" per passare da una disciplina ad un'altra
- esistono difficoltà di valutazione intrinseche per ricerche interdisciplinari, di frontiera (a questo mi riferivo nell'altro post per la difficoltà di misurazione del "mio h")
- ci sono difficoltà legate alla variabile "tempo", come per il "citation index" (ovvio che uno giovane è svantaggiato con l'indice "h")

Tuttavia, secondo me ogni prof ord di mate che a 50 anni si ritrova con un h-index basso (diciamo minore o uguale a tre?) merita di essere sottoposto ad un esame accurato e potrebbe essere un gran bene per l'Università (intesa come la sua, o globalmente come istituzione) cacciarlo via a seguito di questa accurata indagine successiva.

vict85
Secondo me in parte è perché in matematica è più chiaro quanto una particolare pubblicazione/risultato sia importante e quanto invece altri lo siano molto meno e quindi la fama di un matematico che pubblica molte cose inutili rimane quella di uno che gioca più che lavorare (anche se poi in futuro alcune ricerche apparentemente secondarie possano risultare invece centrali)...
Inoltre raggiungere risultati centrali nella ricerca può richiedere un lavoro molto intenso e quindi non permettere la matematico in questione di pubblicare molto altro. In economia invece a mio avviso un lavoro molto importante può richiedere uno sforzo non molto superiore a risultati che lo sono molto meno se non addirittura minore.

E poi diciamolo... gli economisti amano ridurre al minimo le complicazioni e quindi avranno analizzato la questione ignorando assolutamente la facilità con cui si può aumentare il proprio punteggio senza in realtà fare nulla di che... Sempre che non siano partiti dall'assioma che chi pubblica tanto è più bravo e ci abbiano semplicemente ricamato sopra... Quanto sono cattivo... :p

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