Simbolo \(\ni\)
Sergio, quello è sempre il simbolo d'appartenenza, solo "a rovescio" per particolari esigenze tipografiche.
Insomma, è lo stesso scrivere \(x\in X\) o \(X\ni x\), proprio come per \(A\subseteq B\) e \(B\supseteq A\).
Ad esempio, si può usare il simbolo rovesciato per scrivere una funzione su una stessa linea, tipo:
\[
\phi : [-1,1]\ni x \mapsto \arcsin^2 x \in [0,\pi/2]\; .
\]
Insomma, è lo stesso scrivere \(x\in X\) o \(X\ni x\), proprio come per \(A\subseteq B\) e \(B\supseteq A\).
Ad esempio, si può usare il simbolo rovesciato per scrivere una funzione su una stessa linea, tipo:
\[
\phi : [-1,1]\ni x \mapsto \arcsin^2 x \in [0,\pi/2]\; .
\]
Risposte
In rete qualcuno ne parla e sembra che sia effettivamente usato a volte come "tale che". Io in realtà ricordavo vagamente l'uso di un segno un po' diverso, praticamente una parentesi tonda chiusa barrata in mezzo e in effetti l'ho rivisto cercando in rete.
Da noi alcuni professori lo usano, ma per evitare confusione mettono un " ' " alla fine: cioè [tex]\ni '[/tex]
"PZf":
Posso confermare che alcuni testi utilizzano il simbolo \(\ni\) con il significato di "tale che".
Mai letta cosa del genere, in verità.
Posso confermare che alcuni testi utilizzano il simbolo \(\ni\) con il significato di "tale che".