Ricercatrice scrive a Napolitano: scappo dall'Italia

Steven11
Parole molto pesanti quelle di Rita Clementi, che si trasferisce a Boston, nella lettera a Napolitano (di seguito alcune frasi)

Vado via con l’intento di chie­dere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinuncian­do ad essere italiana.

La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denun­ciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è auto­maticamente espulso dal «siste­ma » indipendentemente dai ri­sultati ottenuti.

[...]Ta­le scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decade­re non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ri­cerca stranieri hanno conferma­to la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti

Con molta amarezza, signor presidente, la saluto.

Qui la lettere intera
http://www.corriere.it/cronache/09_giug ... aabc.shtml

Risposte
Cheguevilla
"GIBI":
Rimango un po’ perplesso nel leggere la missiva della ricercatrice, da quel poco che ho visto della vita se uno è bravo può raggiungere il suo scopo anche in Italia, farà più fatica ma alla fine la spunta.
Certo.
Soprattutto se può godere di un finanziamento misterioso e di qualcuno al governo che gli scriva leggi all'occorrenza.
Facile, basta appartenere entrambi alla stessa bocciofila.

Certo, chiunque può diventare un ottimo ricercatore anche in Italia.
Con molti meno mezzi, uno stipendio molto più basso ed una condizione di precarietà che dura 20 anni se va bene.
La domanda "chi gliela fa fare?" potrebbe essere non del tutto fuori luogo.
E si badi bene che un passaggio di quella lettera è fondamentale:
il sistema antimeri­tocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiuta­re a crescere; per questo moti­vo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, han­no ritenuto di aumentare i fi­nanziamenti per la ricerca.

Ma in fondo, da quel poco che GIBI ha visto della vita, non c'è molta differenza tra l'Italia e i paesi civilizzati.
Quindi, è del tutto casuale che l'Italia sia in fondo ad ogni classifica in cui si parli di ricerca.

irenze
"GIBI":
Rimango un po’ perplesso nel leggere la missiva della ricercatrice, da quel poco che ho visto della vita se uno è bravo può raggiungere il suo scopo anche in Italia, farà più fatica ma alla fine la spunta.

è vero, a volte si va avanti anche senza spinte. ma non basta che uno sia bravo, deve anche essere in un settore "vincente" o più che altro "di moda". se fai ricerca su una cosa che non si vuole spingere per quanto bravo tu sia ti troverai prima o poi col sedere per terra. purtroppo.

GIBI1
Rimango un po’ perplesso nel leggere la missiva della ricercatrice, da quel poco che ho visto della vita se uno è bravo può raggiungere il suo scopo anche in Italia, farà più fatica ma alla fine la spunta.

Mi auguro che da Boston, presto, giunga qualche sua strabiliante scoperta.

Lorin1
Davvero ben fatto.
Ecco che dall'italia fugge un altro ricercatore, l'ennesimo. Ho letto per intero la sua lettera e l'ammiro parecchio come persona....anzi la invidio più che altro, perchè ha le competenze giuste per scappare via da questo paese di m****a.
Personalmente spero un giorno di poter fare lo stesso, se le cose non cambieranno. Ultimamente ho parlato con qualche mio professore (algebra, analisi...) e tutti mi hanno spinto ad andare all'estero perchè per quello che vorrei, e sopratutto senza raccomandazione, a quanto pare in italia per me non ci sarà spazio.
Che schifo!

Fioravante Patrone1
E non è certo l'unica, come ben sappiamo.

Testimonianza diretta: il mio migliore "allievo" ha trovato un ottimo posto a Paigi, al CNRS. Dove prenderà servizio in ottobre. Lì hanno molto apprezzato i suoi contributi innovativi e il forte carattere inter- e pluri-disciplinare delle sue ricerche...

Ora, il fatto è che non ci sarebbe niente di male se tanti nostri buoni cervelli andassero all'estero.
Basterebbe che noi ne prendessimo altrettanti ed altrettanto buoni!

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.