Qual è la ragione per cui si scrive in prima persona plurale?

Avrei una curiosità: è una cosa che ho sempre fatto, che ho sempre visto fare, e che mi hanno "insegnato" a fare, ma non mi sono mai posto il perché, ne tanto meno da dove arriva.
Spesso e volentieri quando si legge un paper oppure una dimostrazione in matematica questa è scritta in prima persona plurale anche se l'autore è una persona sola. Qual'è, dunque, la ragione di questa usanza?

Risposte
gabriella127
Bella riflessione, vict.

A scuola ci dicevano anche che il plurale è una forma di modestia, per non dire "io, io,io,..".
Questo è vero anche nella comunicazione culturale, dove esiste un sapere condiviso, ed è opportuna una comunicazione più impersonale.

Una cosa è dire "Io so che Giuseppe ieri è andato al bar", una cosa è dire:

"Come io so, Napoleone è nato il 5 maggio...",
"Dal teorema di Weierstrass, so che...".

Suona abbastanza ridicolo, e al lettore viene spontaneo pensare "Mica lo sai solo tu, lo sanno cani e porci".

vict85
Queste caratteristiche sono comuni a tutta la saggistica e sono questioni di comunicazione. La prima persona singolare crea distacco tra te e il lettore, e a seconda del resto del testo potrebbe sembrare troppo aggressiva o troppo insicura.
Al contrario, usare la terza persona singolare (specialmente in inglese) o la forma riflessiva dell'italiano (insomma l'uso del "si") crea distacco tra te e il tuo lavoro cercando di dargli un alone di oggettività e scientificità. Ovvero non risulta né aggressivo, né insicuro, seppur continui a mantenere il distacco con il lettore.
Per quanto riguarda la prima persona plurale, ne esistono due: quella inclusiva e quella esclusiva a seconda se il lettore è incluso o meno nel noi. Se il lettore è escluso, il discorso è simile alla prima persona singolare, con la differenza che la pluralità da forza e autorità. Se il lettore è incluso, si crea una connessione tra l'autore e il lettore e al contempo si toglie autorità al lettore.

Detto questo, la maggior parte degli autore usa queste forme semplicemente perché vede altri usarle.

"gabriella127":


https://www.treccani.it/enciclopedia/pl ... 27Italiano)/


[edit] per motivi che non so il link non si incolla bene, viene nera la parentesi e slash finale, e non si apre alla pagina giusta, comunque è la voce 'Plurale maiestatis' dell'Enciclopedia dell'italiano Treccani.


Grazie, comunque il link non lo prende bene perché non sa come interpretare \ ) tutto attaccato, se parte del link o se chiusura di scrittura per LaTeX sul forum. Se lo metti tra [ url ] e [ \ url ] (tutto attaccato) lo prende!
https://www.treccani.it/enciclopedia/plurale-maiestatis_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/

gabriella127
Manco io, lo conoscevo solo in letteratura, ma è così. Vedi Enciclopedia Treccani.

p.s. ecco un caso dove non bisogna guardare Wikipedia, voce fatta malissimo.

gugo82
"Plurale didattico" non l'avevo mai sentito...

gabriella127
Per aggiungere qualcosa alle risposte alla domanda iniziale di 3m0o, l'uso del 'noi' negli scritti matematici è comunque una forma di plurale maiestatis, che ora non sta più ad indicare solo quello usato dai re e dai papi.
Come dicono gugo e solaàl, nel caso della matematica sta ad indicare che ci rivolge a una collettività, che c'è una condivisione. Viene chiamato anche plurale didattico , e non è che sia specifico del linguaggio matematico, ma si usa in tutte le discipline.

Un uso del plurale simile c'è anche in letteratura, quando in una narrazione l'autore fa sentire la sua voce ma non vuole intervenire in prima persona, il 'noi' serve a mantenere un tono impersonale.
Secondo me, in ambito didattico-scientifico ha, anche, una funzione analoga, come nella narrativa: ossia una forma impersonale per mettere in primo piano il contenuto, piuttosto che chi parla.

Metto qui sotto un link alla voce del dizionario Treccani dove se ne parla:
https://www.treccani.it/enciclopedia/plurale-maiestatis_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/

kaspar1
[ot]
"solaàl":
[...] ma non si dovrebbe inserire punteggiatura alla fine delle equazioni centrate. [...]
Scusa, ma con un diagramma commutativo come si fa? O spemplicemente fai tutto il possibile perché non finisca centrato in coda ad un periodo?[/ot]

@3m0o
È un caso di nicchia forse, ma il noi ha l'effetto di scaricare la responsabilità non su un solo ma su più individui, come a suddividere un "peso". Quale peso? Se è una ricerca, qualcosa di nuovo, può darsi che allo stato germinale ci siano errori e molti anche "fatali". Si parlava su MSE/MathOverflow (appena lo trovo, vi metto il link) di come convivere con il terrore di pubblicare qualcosa che si rivela in parte (col rischio che lo sia in tutto) sbagliato.

gabriella127
"gugo82":

La punteggiatura nelle equazioni fuori corpo l'ho sempre inserita.
Le equazioni fuori corpo fanno parte del testo (pur essendo una parte "evidenziata" rispetto al resto) e per questo trovo giusto punteggiale.


Comunque, anche io la punteggiatura dopo le formule l'ho sempre messa. Mi sembra la scelta più valida, anche da un punto di vista estetico: a guardarla complessivamente la pagina senza punti dopo le formule centrate appare sciatta, non c'è un punto e subito dopo ti ritrovi una maiuscola.

Non a caso, credo, gli editori quando devono fare un prodotto di qualità (anche costoso) mettono la punteggiatura, troverei poco concepibile libri costosi quali La matematica di Einaudi senza punteggiatura dopo le formule.

gugo82
Giorni fa ascoltavo un webinar, in cui una scrittrice ed ex-matematica affermava una cosa molto connessa all'idea di solaàl (cito a memoria, non alla lettera):
I matematici fanno parte di una comunità e vi lavorano, una comunità fatta da individui vivi e morti, con i quali c'è un continuo confronto.


Per il resto, my two cents.

1. Non è vero che in generale non si insegna a scrivere Matematica. Allo scientifico, si scrive (almeno io mi sforzo a farla scrivere, così come parecchi colleghi) a volte con risultati gradevoli; altrove, meno e con risultati mediamente peggiori.
Questo dipende essenzialmente da un "peccato originale" della scuola italiana, progettata da signori che negavano qualsiasi potere conoscitivo alla Matematica e perciò pensarono bene di relegarla a materia di "secondo ordine", dopo le lettere classiche ed altre amenità.[nota]Più o meno, dobbiamo ringraziare l'idealismo tedesco e l'idiotismo italiano per questo.[/nota]
Oggigiorno il più delle volte, mi pare che il grosso problema sia alle scuole medie, in cui parecchi docenti non hanno né idea della matematica "superiore" (globalmente, sia a livello tecnico, sia a livello contenutistico, ma anche a livello di linguaggio) né di come si insegni quella "elementare"... Si dovrebbe metter mano complessivamente ai meccanismi di reclutamento, che sono un problema più fondamentale della carenza di banchi monoposto, ma per ora tutto tace.

2. La punteggiatura nelle equazioni fuori corpo l'ho sempre inserita.
Le equazioni fuori corpo fanno parte del testo (pur essendo una parte "evidenziata" rispetto al resto) e per questo trovo giusto punteggiale.

3. La lezione di J. P. Serre non riesco a seguirla. Inglese parlato con pesante accento francese ed audio troppo traballante...
Dovrò provare con le cuffie.

4. Un riferimento sensato per chi voglia imparare a scrivere la Matematica è un libretto di Krantz, A Primer of Mathematical Writing, o il più agile scritto breve di Halmos, How to Write Mathematics.

gabriella127
"3m0o":

[quote="solaàl"]
Ad esempio, non si ima non si dovrebbe inserire punteggiatura alla fine delle equazioni centrate. Per quale motivo?

Non sapevo del punto nelle equazioni centrate e non ho idea del motivo. A mio parere potrebbe essere solo una questione di forma.
[/quote]

Mettere il punto o meno dopo le equazioni centrate penso sia una scelta tipografica che varia da editore a editore.
Per esempio Springer mette il punto dopo l'equazione, così come Boringhieri, altri editori no.

Il motivo per non metterlo, credo, ma non è che lo so per certo, è non complicare formule già di per sé piene di simboli, non mischiare simboli matematici con simboli di altro tipo.

Il motivo per metterlo probabilmente è avere una forma più 'pulita', più classica, dal punto di vista tipografico e grammaticale.

p.s. vedo che anche Einaudi mette il punto dopo le formule centrate.

j18eos
Nella letteratura matematica ho trovato entrambe le forme;

io ad esempio, nei miei scritti, utilizzo solo la prima forma singolare quando mi rivolgo a me stesso. 0:)

Sì ho visto l'edit dopo. Capito.


"solaàl":

Ad esempio, non si inizi mai una frase con un glifo matematico che non sia in alfabeto latino; ma non si dovrebbe inserire punteggiatura alla fine delle equazioni centrate. Per quale motivo?

Non sapevo del punto nelle equazioni centrate e non ho idea del motivo. A mio parere potrebbe essere solo una questione di forma.

"solaàl":

In ogni caso, il "noi" si usa perché il teorema non l'ho dimostrato "io"; lo abbiamo dimostrato "noi", la mente-alveare, con uno sforzo collettivo e nello spazio (magari) di diverse generazioni.

:-D

"solaàl":
[...] In ogni caso, il "noi" si usa perché il teorema non l'ho dimostrato "io"; lo abbiamo dimostrato "noi", la mente-alveare, con uno sforzo collettivo e nello spazio (magari) di diverse generazioni.

Peccato non si possano dare i +1, qui.

solaàl
(ho editato.) Indubbiamente; ed è tanto più difficile quanto più si procede nell'imparare, perché aumentano le regole di stile non scritte, e quelle idiomatiche, e diminuiscono le regole chiare e generali.

Ad esempio, non si inizi mai una frase con un glifo matematico che non sia in alfabeto latino; ma non si dovrebbe inserire punteggiatura alla fine delle equazioni centrate. Per quale motivo?

In ogni caso, il "noi" si usa perché il teorema non l'ho dimostrato "io"; lo abbiamo dimostrato "noi", la mente-alveare, con uno sforzo collettivo e nello spazio (magari) di diverse generazioni.

"solaàl":
Perché ben pochi lo sanno fare. https://www.youtube.com/watch?v=ECQyFzzBHlo

A maggior ragione mi sembra una buona idea per insegnarlo.
Ad esempio prima ti insegnano a leggere e a scrivere poi ti insegnano a usare la lingua italiana per analizzare un testo. Mentre, a me sembra, che in matematica ti insegnano direttamente a "usarla" senza che nessuno ti dica come leggerla e scriverla. È un linguaggio settoriale ed è tutt'altro che scontato, inoltre secondo me, ma è solo una mia ipotesi, molti studenti hanno difficoltà in matematica perché non è a loro chiaro cosa stanno leggendo e come scrivere la loro idea.

solaàl
Perché non viene insegnato "come scrivere" matematica ad esempio nei licei?
Perché ben pochi insegnanti lo sanno fare. https://www.youtube.com/watch?v=ECQyFzzBHlo

"gugo82":
[...] Per me, invece, è un invito a fare un percorso insieme. [...]

Ricordo una volta che confessai al mio supervisor che la soluzione di un esercizio per casa (per cui mi voleva dare un punto bonus all'esame) non era solamente farina del mio sacco, ma che avevo ottenuto vari suggerimenti proprio dal forum. Mi rispose laconico "D., le cose si fanno insieme".

"gugo82":
Per alcune persone che conosco, è un pluralis maiestatis.
Per me, invece, è un invito a fare un percorso insieme.

Grazie, effettivamente ho trovato questa guida del MIT in cui c'è scritto

Be forthright: write in an unhesitating, straightforward, and friendly style, riddingyour language of needless and bewildering formality. Be wary of awkward and inefficientpassive constructions. Often the passive voice is used simply to avoid the first person.However, the pronoun “we” is now generally considered acceptablein contexts where itmeans the author and reader together, or less often, the author with the reader lookingon. Still, “we” should not be used as a formal equivalent of “I,” and “I” should be usedrarely, if at all.


http://www.math.uchicago.edu/~may/VIGRE/VIGRE2010/piiUJM2up.pdf

Aggiungo una curiosità. Perché non viene insegnato "come scrivere" matematica ad esempio nei licei?

"gugo82":

P.S.: Ti prego, “qual è” senza apostrofo… :cry:


"axpgn":
Beh, 3m0o non è italiano, qualche bonus dobbiamo lasciarglielo :D

Corretto :wink: :-D

axpgn
Beh, 3m0o non è italiano, qualche bonus dobbiamo lasciarglielo :D

sempronino
"gugo82":
Per me, invece, è un invito a fare un percorso insieme.


Che bella risposta :)

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.