Professore universitario (non trovo per lui un aggettivo)

smaug1
Salve. Sto seguendo il corso di Fisica 2 con un professore che spiega davvero male. Non voglio discutere se è competente o meno perché in fondo non posso davvero stabilirlo e neanche mi permetterei di farlo. A parte la didattica, In ogni lezione mentre scrive alla lavagna, se qualcuno fiata, si gira, minaccia di andarsene, si arrabbia, e interrompe la lezione offeso per qualche minuto. Oggi è successo che è entrato, ha letto un esercizio che voleva spiegarci, si gira verso di noi dicendo che si è stancato di sentici, ha ripreso la sua borsa e se ne è andato dopo 5 minuti! Dicendo ci vediamo la settimana prossima!

Vi pare normale? Cosa dovrei fare?

Risposte
fab_mar9093
"enomis":
... Il fatto che la giornata scolastica di un diciottenne che frequenta la quinta superiore sia organizzata allo stesso modo di quella di un ragazzino di prima media, può avere come effetto la deresponsabilizzazione di molti giovani, che arrivati all'università non si sono ancora resi conto di essere diventati degli uomini.
Si obietterà che anche prima era così, eppure durante le lezioni universitarie non volava una mosca. Questo è sicuramente vero, però la società era anche diversa e c'erano comunque altri fattori che portavano alla maturazione del ragazzo.


Secondo me conta anche molto quel fattore descritto da quel pofessore in cui si faceva riferimento qualche post
indietro (citato da Gugo);
cioé immaturità conseguente dal fatto di vivere ancora con i genitori o essere comunque
cresciuti come bamboccioni, all'italiana insomma.

EDIT: ho letto l'articolo, non è che sia molto d'accordo
Il diciottenne/diciannovenne italiano che frequenta la quinta di una scuola secondaria italiana ha in mente soprattutto due cose: l’esame di stato e il suo futuro. Diventa dunque difficile comprendere perché la scuola non lo aiuti a lavorare attorno a questi due obiettivi e lo costringa a rimanere tuttologo...
per me invece è un bene, per dare l'opportunità di confrontarsi con materie che difficilmente si avrebbe mai affrontato autonomamente, per avere un'idea di cosa sia la cultura e di quanto possa essere varia (ma questa è un'opinione, ricordo thread in cui se ne è parlato lungamente).
In caso contrario ci sono gli istituti professionali, anche se andrebbero riformati.
Secondo me invece non è un male scindere le due cose, scuole superiori e università;
quelli delle superiori sono gli ultimi anni che si possono vivere con una certa spensieratezza,
non so quanto sia positivo negarla, togliere anni che non torneranno più..
Io ho avuto molto piacere di conoscere la matematica al liceo e per come la cosa era soft
è nato in me anche un certo interesse; non dovevo pensare a un esame da preparare
immenentemente, non c'erano ansie, era solo per il piacere di apprendere.
Poi mi sono comnque reso conto che la "matematica del liceo" ha poco a che fare
con la matematica dell'università, ma questo per me ha un'aspetto secondario.
Per iniziare a dare un pò di serietà alle scuole superiori bisognerebbe almeno
partire dal rendere l'esame di stato una cosa seria, senza lasciare liberi gli studenti di scopiazzare.

simfanc
Quello che mi lascia sconvolto è che si sia arrivati a dover discutere di come un docente dovrebbe comportarsi con degli studenti di 19-20 anni che si recano alle lezioni universitarie per chiacchierare o comunque per disturbare, quasi che tutto ciò abbia una qualche logica o possa comunque essere in qualche modo giustificabile.
Dispiace soprattutto che ad avere comprtamenti così infantili siano persone che appartengono ad una generazione che, purtroppo, avrà molte più difficoltà a trovare un'occupazione di quante ne abbiano avute le generazioni precedenti.
Servirebbe quindi una maggiore maturità per rispondere al difficile momento storico, eppure vedo ragazzi che scelgono la sede universitaria sulla base di criteri che nulla hanno a che fare con il percorso culturale che si vuole intraprendere (si sceglie spesso la città che può offrire più occasioni di divertimento) e quindi il brusio durante le lezioni è solo uno dei tanti sintomi di un problema più ampio. Non voglio ovviamente fare di tutta un'erba un fascio, perché vi sono fortunatamente tanti diciottenni che mostrano una grande maturità, sia nei rapporti interpersonali, sia in quelli verso lo studio.
Esiste però il problema di un certo infantilismo diffuso, problema che fino a pochi anni fa era totalmente sconosciuto. Occorrerebbe pensare a come porvi rimedio.

Qualche giorno fa ho avuto modo di leggere questo articolo:

http://www.tecnicadellascuola.it/index. ... ction=view

Vi ho trovato molte osservazioni interessanti, che a mio parere spiegano il fenomeno che si sta vivendo. Il fatto che la giornata scolastica di un diciottenne che frequenta la quinta superiore sia organizzata allo stesso modo di quella di un ragazzino di prima media, può avere come effetto la deresponsabilizzazione di molti giovani, che arrivati all'università non si sono ancora resi conto di essere diventati degli uomini.
Si obietterà che anche prima era così, eppure durante le lezioni universitarie non volava una mosca. Questo è sicuramente vero, però la società era anche diversa e c'erano comunque altri fattori che portavano alla maturazione del ragazzo.

Luca.Lussardi
Verissimo, io intendevo che il docente non può cacciare, le forze dell'ordine sì.

simfanc
"Luca.Lussardi":
Per altro faccio notare che non è invece consentito costringere uno studente che disturba ad abbandonare la lezione: le lezioni universitarie sono pubbliche e devono avvenire a porte aperte, per cui un professore non può cacciare uno studente dalla lezione.


Però chi disturba una lezione universitaria commette il reato di "interruzione di pubblico servizio" (art. 340 c.p.) e quindi può essere cacciato, se non dal docente, almento dalla forza pubblica.

gugo82
"smaug":
[quote="gugo82"][quote="gio73"]Allora il pennarello non lo hai portato?

Sono ormai pochi gli studenti seri... :lol:[/quote]

:-D

Seriamente non l'ho portato perché in realtà non credo sia mio dovere farlo, ma credo anche che i il corso non mi interessi moltissimo e questo è un altro motivo. Comunque se vado al cinema pagando il biglietto ed il film fa schifo non ci posso fare nulla sono io che l'ho scelto, (ho scelto l'università ma non il professore in realtà). Tuttavia se pago il biglietto, entro in sala, e il film non viene proiettato ecc ecc l'audio non funziona ecc ecc non è che è devo portare la pellicola nuova, o devo ripararla, al massimo potrei pretendere il rimborso del biglietto. L'università è statale per cui non è il mio dovere. Ammetto che se il prof fosse diverso e la materia fosse un'altra magari lo avrei anche portato. ;-)[/quote]
Appunto, non è un tuo dovere.
Ma non è nemmeno un dovere del docente.

Quello di fornire materiali didattici adatti allo svolgimento regolare delle lezioni è un dovere dell'università, per l'espletamento del quale voi pagate fior di quattrini (visto che, ultimamente, le tasse universitarie hanno subito un'impennata paurosa).

Allora, chi è a non essere serio? Tu, il docente, o l'università?

Inoltre, non credo sia vero che i docenti non si lamentino delle suppellettili; anzi, in generale penso proprio lo facciano, soprattutto quelli che a fare lezione in maniera sensata ci tengono.
Infatti, mi è capitato diverse volte di discutere con docenti e colleghi di quanto facciano schifo queste o quelle nuove lavagne, o di come siano sistemati male i banchi; e se è capitato a me, che sono l'ultima ruota del carro, credo che capiti anche sopra di me.
Il problema, però, è che non sono i docenti a pagare le suppellettili di tasca propria.
Fossero gli studenti a chiedere suppellettili migliori (al limite, minacciando di non pagare l'iscrizione), probabilmente l'università gli darebbe maggiore ascolto.

smaug1
"giuscri":
Mi viene da dire che proprio perché l'università è statale sia "bello" aiutarla personalmente. Per tenermi in linea con il tuo paragone, se tu fossi uno dei gestori del cinema forse andresti a cambiarla la pellicola.


Certo la discussione non deve indirizzarsi sul pennarello, però volevo dire che io dò il mio contributo con le tasse universitarie. Il tuo magari è un discorso più filosofico. :-D

giuscri
"smaug":
Tuttavia se pago il biglietto, entro in sala, e il film non viene proiettato ecc ecc l'audio non funziona ecc ecc non è che è devo portare la pellicola nuova, o devo ripararla, al massimo potrei pretendere il rimborso del biglietto. L'università è statale per cui non è il mio dovere.


Sul fatto che l'università sia statale quindi non sia tuo dovere avrei qualche riserva, ma puramente personale.
In teoria è come dici tu, anche se d'altro canto trovo che gran parte della differenza nell'ambiente universitario la facciano gli studenti -anche stimolando la voglia d'insegnare, a volte assopita, nei professori.
Mi viene da dire che proprio perché l'università è statale sia "bello" aiutarla personalmente. Per tenermi in linea con il tuo paragone, se tu fossi uno dei gestori del cinema forse andresti a cambiarla la pellicola.

Ora spero che la discussione non vìri sul pennarello che non hai portato a lezione perché non credo sia quello il punto. :wink:

smaug1
"gugo82":
[quote="gio73"]Allora il pennarello non lo hai portato?

Sono ormai pochi gli studenti seri... :lol:[/quote]

:-D

Seriamente non l'ho portato perché in realtà non credo sia mio dovere farlo, ma credo anche che i il corso non mi interessi moltissimo e questo è un altro motivo. Comunque se vado al cinema pagando il biglietto ed il film fa schifo non ci posso fare nulla sono io che l'ho scelto, (ho scelto l'università ma non il professore in realtà). Tuttavia se pago il biglietto, entro in sala, e il film non viene proiettato ecc ecc l'audio non funziona ecc ecc non è che è devo portare la pellicola nuova, o devo ripararla, al massimo potrei pretendere il rimborso del biglietto. L'università è statale per cui non è il mio dovere. Ammetto che se il prof fosse diverso e la materia fosse un'altra magari lo avrei anche portato. ;-)

A questo punto potrei essere uno studente non serio?

Sk_Anonymous
"giuliofis":
Da me durante le lezioni non vola quasi mai una mosca. [...]

La stessa cosa da me. C'è quasi sempre un silenzio religioso. Forse perché magari qualcuno a cui interessa imparare qualcosa esiste, ma magari non è neppure unico.

gugo82
"gio73":
Allora il pennarello non lo hai portato?

Sono ormai pochi gli studenti seri... :lol:

gio73
Allora il pennarello non lo hai portato?

smaug1
Oggi comunque ha visto che il pennarello non funzionava e ha optato per le slides, finendo la lezione con 30 minuti di anticipo facendoci anche un discorsetto su quello che è successo l'altra volta.

retrocomputer
"JoJo_90":

Ovviamente dei disturbatori. Ma su questo non mi pare ci fossero dubbi.

Hai fatto comunque bene a ribadirlo :wink:

"JoJo_90":

P.S. Per "terrore" intendo un clima di giusto rispetto e sana soggezione (non paura) verso il docente.

Così va meglio. Io personalmente alleggerirei anche il termine "soggezione" che nella mia idea di "rispetto" ci sta un po' stretto. Ma insomma, siamo alle rifiniture :)

peppe.carbone.90
"retrocomputer":
Dunque dimmi, se l'insegnante viene disturbato da studenti particolarmente rumorosi e non riesce a concentrarsi sulla lezione, di chi è la colpa? Chi è, secondo te, il responsabile del servizio carente e/o interrotto?


Ovviamente dei disturbatori. Ma su questo non mi pare ci fossero dubbi.

"retrocomputer":
Secondo te un insegnante che instaura un clima di "terrore" si fa rispettare, giusto?
Se è così, o mi spieghi cosa intendi con "terrore", oppure io e te abbiamo un'idea di "farsi rispettare" molto diversa :-D


Per "farsi rispettare" io intentevo precedentemente qualcosa di molto riduttivo, ovvero il semplice far stare zitti gli studenti. In questo senso la risposta è si: il clima di terrore fa si che gli studenti stiano zitti.

Nel senso più ampio e comune dell'espressione, non saprei dirti cosa deve fare un docente anche perché non credo ci sia una "ricetta".

P.S. Per "terrore" intendo un clima di giusto rispetto e sana soggezione (non paura) verso il docente.

retrocomputer
"JoJo_90":

L'implicazione sottolineata è una tua conclusione; non mi sembra infatti di aver scritto nulla del genere nella porzione di messaggio che hai quotato, né di averlo fatto intendere (anche perché non lo penso).

Mi fa piacere che non lo pensi (e che mi sono sbagliato :wink: )
Dunque dimmi, se l'insegnante viene disturbato da studenti particolarmente rumorosi e non riesce a concentrarsi sulla lezione, di chi è la colpa? Chi è, secondo te, il responsabile del servizio carente e/o interrotto?

"JoJo_90":

Scusa ma non ho capito la domanda. L'esempio della prof l'ho fatto per ribattere a Luca che ci si può far rispettare anche quando si hanno molti studenti e quindi il farsi rispettare dipende molto dalla personalità del docente.

Eh, allora questa volta forse ho capito bene... Secondo te un insegnante che instaura un clima di "terrore" si fa rispettare, giusto?
Se è così, o mi spieghi cosa intendi con "terrore", oppure io e te abbiamo un'idea di "farsi rispettare" molto diversa :-D

peppe.carbone.90
Certamente. Infatti ho scritto dipende "molto" (e non "solo"), perché capisco che è un insieme di più fattori, quindi sono d'accordissimo con te.


P.S. Pur essendo ingegneri civili/edili, le lezioni di meccanica erano seguite in silenzio, ma con non molto interesse...

Luca.Lussardi
Dipende anche dall'interesse che hanno per la materia: se hai davanti 120 matematici/fisici che seguono meccanica razionale è una cosa, se hai davanti 150 ingegneri gestionali che seguono analisi 2 (come era il mio caso) è una cosa diversa. Io ritengo di essere abbastanza capace di farmi rispettare perché ho insegnato parecchi anni in diverse università sempre con questi numeri, ma solo a Milano la cosa degenerava.

peppe.carbone.90
"retrocomputer":
A me invece questa storia del "viene pagato per fare una cosa e quindi è responsabile anche dei danni che gli altri arrecano alla stessa" non mi convince


L'implicazione sottolineata è una tua conclusione; non mi sembra infatti di aver scritto nulla del genere nella porzione di messaggio che hai quotato, né di averlo fatto intendere (anche perché non lo penso).

"retrocomputer":
L'esempio della tua prof di meccanica razionale non è un esempio di "farsi rispettare", vero?


Scusa ma non ho capito la domanda. L'esempio della prof l'ho fatto per ribattere a Luca che ci si può far rispettare anche quando si hanno molti studenti e quindi il farsi rispettare dipende molto dalla personalità del docente.

retrocomputer
"JoJo_90":

Concordo poi appieno con giuliofis e gli altri utenti che hanno ribadito il fatto che il docente è pagato per offrire un servizio (di cui fanno parte le lezioni), pertanto pretendo che tale servizio venga svolto nel massimo della correttezza e della serietà, indipendentemente dal fatto che il docente sia obbligato o meno a fare lezioni frontali.

A me invece questa storia del "viene pagato per fare una cosa e quindi è responsabile anche dei danni che gli altri arrecano alla stessa" non mi convince... Cioè, non stiamo mica parlando di vigilantes...

"JoJo_90":

Il farsi rispettare dipende più dalla personalità del docente, che dal numero di studenti, secondo me.
La mia prof di meccanica razionale ad esempio, teneva in pugno all'incirca 120 studenti, nessuno fiatava, nessuno quasi respirava per il "terrore" instaurato.

L'esempio della tua prof di meccanica razionale non è un esempio di "farsi rispettare", vero?

theras
@Gugo82.
Alla terza pagina di questo interessantissimo thread ho letto un paio di tuoi interventi che reputo davvero eccezionali,
per i loro contenuti civici ancor prima che didattici
(non intendendo certo con ciò che questi ultimi siano secondari,
sopratutto nel passo in cui rimarchi la necessità,
per qualunque docente che voglia davvero lasciare il segno nello svolgimento delle propria Professione intellettuale,
di non fare della disciplina oggetto del suo insegnamento una sorta di paravento delle sue paure e difficoltà nell'adeguarsi,
in una fase iniziale,
al livello di quella variegata ed informe moltitudine che è la sua platea,
in modo da trovare quel difficilissimo verso che permetta ad essa,nella massima percentuale possibile,
d'elevarsi al livello di formazione che è il Fine ultimo d'ogni insegnamento..):
non dico siano da manuale quelle tue parole,
anche perché ogni bravo insegnante deve sviluppare un suo stile che lo caratterizzi e non necessariamente deve arrivarci seguendo paro paro i consigli di altri,
ma quanto meno andrebbe sempre tenuto nel dovuto conto il loro enorme peso e valore..
Detto questo,
e ribadito che siamo in un periodo storico nel quale non se sia giusto sperare che un Prof del tuo Talento prosegua verso la strada per la quale è nato
(dura ed incerta,
e certo non devo dirtelo io..)
o venga a dare un minimo di ossigeno a quest'agonizzante Scuola Media Superiore,
permettimi d'esprimere il mio disaccordo su certi tuoi
(e non solo..)convincimenti che deduco da quegli stessi post:
dovresti tenere maggiormente in conto che gli studenti precocemente maturi com'eri tu sono un'eccezione,
e non la regola che in un mondo perfetto dovrebbero essere,
e dunque è un Dovere dell'Università pubblica
(in modo certo meno morbido di quello,nei fatti inidoneo se non dannoso,dei livelli d'Istruzione precedenti..),
per svolgere in pieno quel ruolo che dà un senso a quell'aggettivo,
non perder di vista,per i suoi tanti guai,
la centralità della formazione anche caratteriale dei suoi allievi..
Saluti dal web.

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