Problemi con i calcoli?
Beh ciao a tutti ragazzi! Mercoledì ho fatto l esame di analisi 1 e ieri sono uscite le soluzioni ( non ancora i voti).. Beh credevo di averlo fatto davvero bene.. Invece mi sono impappinato su cose elementari!!!
Ho sbagliato
1-proprietà delle potenze(vi pare possibile sbagliare uno studio di funzione per le proprietá delle potenze???? Che tra l'altro so benissimo)
2- ho scritto la formula giusta.. Ed era qualcosa elevato al cubo.. Poi a destra dell uguale non ho elevato al cubo!
3-dovevo fare un integrale che poi andava moltiplicato per pi greco.. Ovviamente ho fatto l integrale giusto e non ho moltiplicato per pi greco!!
Sono davvero deluso perché adesso forse ho preso 18!
Sono stufo di spaccarmi di studio per gli esami(faccio ingegneria, quindi questi errori li posso fare in qualsiasi esame) e poi non passarli o prendere un voto basso per stupidi errori di distrazione!!
Voi avete un metodo per stare più attenti? Per non fare queste cavolata che poi ti fregano!? Grazie mille ragazzi.. Scusate lo sfogo ma solo qui sul forum potete capirmi!
Non ditemi di rifare le cose e riguardale.. La derivata l ho rifatta almeno 5 volte.. Sempre lo stesso errore.. Ieri non ci volevo credere a quello che avevo fatto..
Grazie a tutti per i consigli che mi darete !
Ho sbagliato
1-proprietà delle potenze(vi pare possibile sbagliare uno studio di funzione per le proprietá delle potenze???? Che tra l'altro so benissimo)
2- ho scritto la formula giusta.. Ed era qualcosa elevato al cubo.. Poi a destra dell uguale non ho elevato al cubo!
3-dovevo fare un integrale che poi andava moltiplicato per pi greco.. Ovviamente ho fatto l integrale giusto e non ho moltiplicato per pi greco!!
Sono davvero deluso perché adesso forse ho preso 18!
Sono stufo di spaccarmi di studio per gli esami(faccio ingegneria, quindi questi errori li posso fare in qualsiasi esame) e poi non passarli o prendere un voto basso per stupidi errori di distrazione!!
Voi avete un metodo per stare più attenti? Per non fare queste cavolata che poi ti fregano!? Grazie mille ragazzi.. Scusate lo sfogo ma solo qui sul forum potete capirmi!
Non ditemi di rifare le cose e riguardale.. La derivata l ho rifatta almeno 5 volte.. Sempre lo stesso errore.. Ieri non ci volevo credere a quello che avevo fatto..
Grazie a tutti per i consigli che mi darete !

Risposte
Giusto Gugo, anch'io se fossi un professore di matematica affosserei un esame (mai uno studente come persona, sotto ripetuti fallimenti può nascondersi ben altro che la pigrizia o la mancanza di basi e questo lo dico da studente che "arranca" pur impegnandosi) senza pietà di fronte a ripetuti errori banali, ripetuti al punto di suggerire una mancanza di basi algebriche. Metterebbe in discussione tutto il resto, che pur se giusto sembrerebbe così tutto imparato a memoria. Lo ripeto, sta allo studente gestirsi nel modo che reputa corretto anche di fronte a dei fallimenti ripetuti, è così che si cresce. Si ritiene di avere problemi di basi? Le si studiano anche se significa rispolverare i libri delle elementari. Si ritiene che il problema sia poco studio e/o pochi esercizi? Si studia di più e con più costanza e/o si fanno più esercizi. Ma se il motivo è un altro ancora, francamente la soluzione deve trovarla lo studente perché non esiste una soluzione valida per tutti, diversamente dai due casi precedenti.
Personalmente, essendo una persona distratta per natura, sono molto prono a questo tipo di errori. perciò ho dovuto trovare un modo per correre ai ripari! in aggiunta agli ottimi consigli riportato sopra, nel mio piccolo ti posso suggerire una strategia che, almeno per me, funziona.
Innanzitutto devi metterti in testa che la distrazione non è una scusa. è una cosa che mi disse un professore a mo' di consiglio per l'esame e che io ritengo molto azzeccata e molto vera. il succo è: tu sei lì a scrivere, in un'aula perfettamente silenziosa, e hai un unico obiettivo: fare l'esame. che spazio ha la distrazione in tutto questo?
stai concentrato, non pensare a nulla, tara i tuoi sensi sull'esercizio che hai di fronte! il resto del mondo non esiste.
Prenditi i tuoi tempi, pensa a fondo, scrivi con calma. Non perdere la concentrazione e (importante) non inserire il pilota automatico. Mentre scrivi ogni singolo passaggio, chiediti se quello che stai facendo è coerente col passaggio immediatamente prima. Scrivi come se il procedimento lo stessi spiegando a qualcuno. Io, spesso, parlo ad alta voce per costringermi a rimanere più consapevole
ovviamente all'esame non si può fare, ma si può sussurrare fra se e se, o parlare nella mente.
Un'altro procedimento simile: dopo ogni passaggio, ritorna brevemente a quello precedente, e ricontrolla che tutto torni. Controlla che le operazioni siano state eseguite su entrambi i membri. Ripercorri mentalmente le formule nella loro interezza e chiediti se non ti sei scordato qualche pezzo per strada.
In questo modo si è più lenti nello svolgimento dell'esercizio, ma si acquisisce più sicurezza e consapevolezza del metodo. Nel senso: dopo aver finito un esercizio sei sicuro di averlo svolto, almeno metodologicamente, abbastanza bene, perciò spesso il tempo necessario a ricontrollare i passaggi è molto minore. Alla fine il tempo necessario, globalmente, può essere addirittura minore (considera tutto il tempo perso a correggere passaggi sbagliati o a ripercorrere mentalmente l'intero filo logico, a causa di quel passaggino che non ci convince del tutto).
Innanzitutto devi metterti in testa che la distrazione non è una scusa. è una cosa che mi disse un professore a mo' di consiglio per l'esame e che io ritengo molto azzeccata e molto vera. il succo è: tu sei lì a scrivere, in un'aula perfettamente silenziosa, e hai un unico obiettivo: fare l'esame. che spazio ha la distrazione in tutto questo?

Prenditi i tuoi tempi, pensa a fondo, scrivi con calma. Non perdere la concentrazione e (importante) non inserire il pilota automatico. Mentre scrivi ogni singolo passaggio, chiediti se quello che stai facendo è coerente col passaggio immediatamente prima. Scrivi come se il procedimento lo stessi spiegando a qualcuno. Io, spesso, parlo ad alta voce per costringermi a rimanere più consapevole

Un'altro procedimento simile: dopo ogni passaggio, ritorna brevemente a quello precedente, e ricontrolla che tutto torni. Controlla che le operazioni siano state eseguite su entrambi i membri. Ripercorri mentalmente le formule nella loro interezza e chiediti se non ti sei scordato qualche pezzo per strada.
In questo modo si è più lenti nello svolgimento dell'esercizio, ma si acquisisce più sicurezza e consapevolezza del metodo. Nel senso: dopo aver finito un esercizio sei sicuro di averlo svolto, almeno metodologicamente, abbastanza bene, perciò spesso il tempo necessario a ricontrollare i passaggi è molto minore. Alla fine il tempo necessario, globalmente, può essere addirittura minore (considera tutto il tempo perso a correggere passaggi sbagliati o a ripercorrere mentalmente l'intero filo logico, a causa di quel passaggino che non ci convince del tutto).
"faby94":
Mercoledì ho fatto l esame di analisi 1 e ieri sono uscite le soluzioni ( non ancora i voti).. Beh credevo di averlo fatto davvero bene.. Invece mi sono impappinato su cose elementari!!!
Ho sbagliato
1-proprietà delle potenze(vi pare possibile sbagliare uno studio di funzione per le proprietá delle potenze???? Che tra l'altro so benissimo)
2- ho scritto la formula giusta.. Ed era qualcosa elevato al cubo.. Poi a destra dell uguale non ho elevato al cubo!
Troppa foga?
"faby94":
3-dovevo fare un integrale che poi andava moltiplicato per pi greco.. Ovviamente ho fatto l integrale giusto e non ho moltiplicato per pi greco!!
Questo è veniale.
"faby94":
Sono davvero deluso perché adesso forse ho preso 18!
Saresti fortunato: a chi sbaglia le proprietà delle potenze (ripetutamente) io l'esame non lo faccio passare per principio.
Lo trovo un po' come se uno pretendesse di scrivere un romanzo senza mostrare di aver chiara la differenza tra "è" ed "e"...
"faby94":
Sono stufo di spaccarmi di studio per gli esami(faccio ingegneria, quindi questi errori li posso fare in qualsiasi esame) e poi non passarli o prendere un voto basso per stupidi errori di distrazione!!
Voi avete un metodo per stare più attenti? Per non fare queste cavolata che poi ti fregano!? [...]
Non ditemi di rifare le cose e riguardale.. La derivata l ho rifatta almeno 5 volte.. Sempre lo stesso errore.. Ieri non ci volevo credere a quello che avevo fatto..
Per prima cosa, chiediti perché di quegli errori ti sei accorto così in ritardo.
Il mio prof. di Matematica del liceo (ultimi tre anni) ci dceva sempre di svolgere di nuovo il compito a casa -a mente fresca-, il che è un consiglio saggio (in quanto l'autovalutazione aiuta a non creare false aspettative)... Da quel che scrivi, invece, si direbbe tu ti sia accorto degli errori solo dopo aver visto le soluzioni del compito.
Inoltre, chiediti perchè hai commesso quegli errori in sede d'esame: sono errori troppo banali e denotano o troppa foga, troppa ansia, troppa sbadatagine, oppure profonde lacune di base.
In ogni caso, il rimedio c'è, ma attuarlo richiede tempo.
Ad ogni buon conto, mi pare che non stia dando alla tua prova scritta ed alla sua (auto)valutazione l'importanza che meritano, oppure che gliene stia dando troppa.
Devi cercare il tuo balance.
Seppur sono spesso il primo a non fare queste cose aggiungo alcune cose rispetto ad @melia. Lo spirito di questo messaggio è: “non sempre si ha il tempo di fare due volte il compito, quindi devi identificare i possibili errori prima di rifare l'esercizio”. Posso dire con certezza che non farlo, non paga
. In ogni caso conviene che ricontrolli i procedimenti di tutti i problemi.
I modi per identificare possibili errori li classificherei in (1) teorici e basati sulle ipotesi, (2) verosimiglianza e (3) numerici.
I primi andrebbero sempre fatti. Il principio su cui si basano è che se il risultato possiede delle proprietà allora la soluzione che hai trovato deve soddisfarle. Per esempio se hai calcolato un integrale potresti calcolarti la derivata per trovare il risultato (il procedimento inverso è meno praticabile). Se ti chiede di trovare una retta parallela ad un piano e passante per un punto dovresti controllare che ciò che trovi sia una retta, passi per quel punto e sia parallela al piano dato. Può sembrare una cosa banale, ma tantissima gente non fa questo tipo di test. Anche io non sempre l'ho fatto nella mia carriera universitaria.
Il secondo è già citato da Amelia, il nome ha un suo senso ma è messo abbastanza a caso. Sostanzialmente anche io consiglio di iniziare un calcolo aspettandosi sempre un risultato. Nel caso dell'analisi della funzione, è molto utile visualizzare il grafico della funzione mentre procedi con l'analisi. Seppur sia meglio non farsi influenzare troppo dalle proprie aspettative. Questo, come il precedente, richiede di conoscere bene l'argomento su cui si sta dando l'esame.
Il terzo è banale, la sua applicabilità è piuttosto variabile, ma non richiede alcuna conoscenza teorica per essere applicato. Il sostanza si tratta di controllare con la calcolatrice che uno zero sia effettivamente uno zero, che in un intervallo la funzione cresca, che il limite sia soddisfatto e così via.

I modi per identificare possibili errori li classificherei in (1) teorici e basati sulle ipotesi, (2) verosimiglianza e (3) numerici.
I primi andrebbero sempre fatti. Il principio su cui si basano è che se il risultato possiede delle proprietà allora la soluzione che hai trovato deve soddisfarle. Per esempio se hai calcolato un integrale potresti calcolarti la derivata per trovare il risultato (il procedimento inverso è meno praticabile). Se ti chiede di trovare una retta parallela ad un piano e passante per un punto dovresti controllare che ciò che trovi sia una retta, passi per quel punto e sia parallela al piano dato. Può sembrare una cosa banale, ma tantissima gente non fa questo tipo di test. Anche io non sempre l'ho fatto nella mia carriera universitaria.
Il secondo è già citato da Amelia, il nome ha un suo senso ma è messo abbastanza a caso. Sostanzialmente anche io consiglio di iniziare un calcolo aspettandosi sempre un risultato. Nel caso dell'analisi della funzione, è molto utile visualizzare il grafico della funzione mentre procedi con l'analisi. Seppur sia meglio non farsi influenzare troppo dalle proprie aspettative. Questo, come il precedente, richiede di conoscere bene l'argomento su cui si sta dando l'esame.
Il terzo è banale, la sua applicabilità è piuttosto variabile, ma non richiede alcuna conoscenza teorica per essere applicato. Il sostanza si tratta di controllare con la calcolatrice che uno zero sia effettivamente uno zero, che in un intervallo la funzione cresca, che il limite sia soddisfatto e così via.
Due cosette, in aggiunta ai validi consigli di @melia, avendo la mia esperienza sugli esami non passati pur dopo tanto studio o passati con voti bassi e dovendo essere prossimo alla laurea se non per questi esami non passati identici per tipologia di contenuto. Forse sarà una doccia fredda ma ogni tanto anche le docce fredde fanno bene:
1)Succede, del resto siamo umani e non macchine e a volte è anche una questione di fortuna e lune storte. Devi farci il callo. L'importante è averci messo l'impegno e non aver "provato" l'esame. Chiaramente se i problemi riscontrati derivano dal non avere fatto nessun esercizio e dall'avere studiato tutto poche settimane o pochi giorni prima dell'esame l'impegno manca e l'esame l'hai solo "provato", ma questo lo sai solamente tu.
2)Quando fai questo tipo di errori estesi all'intero compito o colloquio, mai sperare nel 18. Rischi cocenti delusioni. Semplicemente, una volta che hai studiato tutto l'esame e ti sei impegnato, lo riprovi finché non lo passi, ti mantieni in allenamento facendo gli esercizi (ricordando che conta di più la qualità che la quantità) e se è una materia che non ti piace o che ti crea difficoltà in fase di esame accetti qualsiasi voto >=18.
Io l'ho fatto con Matematica 2 e, dopo due mesi di ripasso e centinaia di esercizi, dopo un'oretta di speranzosa attesa, altro che 18. Ho preso 8/30.
Risultato? L'ho presa con filosofia e sono andato in vacanza, non potendo dare altri esami per problemi di propedeuticità. Andrò fuoricorso? Pazienza, ritengo di aver fatto tutto quello che potevo fare, a questo punto non può andare diversamente, rivedrò le mie aspirazioni lavorative, magari fino al punto di dover accontentarmi di un lavoro non qualificato, e cercherò di giustificare correttamente e onestamente il fuoricorso di fronte all'eventuale domanda. Però per me il fuoricorso è da condannare solo quando dovuto alla pigrizia. Mai quando è dovuto a delle difficoltà di ogni genere, che siano intellettuali, familiari, economiche, con la legge, burocratiche, di salute et cetera, anzi, un fuoricorso per difficoltà, se riesce a laurearsi grazie alle sue sole forze è solo da lodare.
Pochi peli sulla lingua, quando viene il momento di abbandonare bisogna abbandonare e provare a dare un altro esame (come ho fatto le prime 4 volte) o, in mancanza dello stesso, riposarsi e magari pensare a togliersi qualche sfizio che ci si voleva togliere da una vita (io ho fatto così esattamente una settimana dopo l'esame fallito), l'importante è rimanere convinti delle proprie scelte e poi tornarci la sessione prossima ancora più convinti di prima. Io l'ho fatto 5 volte senza risultati, con impegno costante e sempre crescente, ma dentro di me sento che non mollerò mai, solamente ora sono esausto ed è giusto che mi riposi, contrariamente a quanto possono pensare i miei familiari, che sicuramente mai mi vedranno abbandonare l'Università per esasperazione e mai mi vedranno soffrire psicologicamente per colpa di un esame, se dovrò abbandonare abbandonerò solo per gravi problemi economici o cause di forza maggiore.
Sei libero di ritentare l'esame se dovessi essere bocciato, ma io personalmente se ci avessi dedicato tanto tempo lascerei per un momento perdere l'esame o la sessione, perché a quel punto non sarebbe più un problema dovuto allo studio insufficiente, inoltre la Matematica, così come tutte le cose matematiche come la Fisica o la Teoria dei Gruppi o la Termodinamica, è una materia che si studia solo fino a un certo punto, dopodiché va capita e quest'ultimo obiettivo varia moltissimo di difficoltà a seconda dell'individuo, e all'Università giustamente pretendono che venga capita e quindi all'esame è facilissimo e anche giusto che i docenti siano rigorosi e puntigliosi e che valutino scritti e orali di conseguenza. Sta allo studente non perdersi d'animo, giudicarsi fino in fondo, fare le scelte giuste di fronte a ogni evento dopo averlo analizzato criticamente in tutte le sue caratteristiche e portarle avanti senza perdere di coerenza.
1)Succede, del resto siamo umani e non macchine e a volte è anche una questione di fortuna e lune storte. Devi farci il callo. L'importante è averci messo l'impegno e non aver "provato" l'esame. Chiaramente se i problemi riscontrati derivano dal non avere fatto nessun esercizio e dall'avere studiato tutto poche settimane o pochi giorni prima dell'esame l'impegno manca e l'esame l'hai solo "provato", ma questo lo sai solamente tu.
2)Quando fai questo tipo di errori estesi all'intero compito o colloquio, mai sperare nel 18. Rischi cocenti delusioni. Semplicemente, una volta che hai studiato tutto l'esame e ti sei impegnato, lo riprovi finché non lo passi, ti mantieni in allenamento facendo gli esercizi (ricordando che conta di più la qualità che la quantità) e se è una materia che non ti piace o che ti crea difficoltà in fase di esame accetti qualsiasi voto >=18.
Io l'ho fatto con Matematica 2 e, dopo due mesi di ripasso e centinaia di esercizi, dopo un'oretta di speranzosa attesa, altro che 18. Ho preso 8/30.
Risultato? L'ho presa con filosofia e sono andato in vacanza, non potendo dare altri esami per problemi di propedeuticità. Andrò fuoricorso? Pazienza, ritengo di aver fatto tutto quello che potevo fare, a questo punto non può andare diversamente, rivedrò le mie aspirazioni lavorative, magari fino al punto di dover accontentarmi di un lavoro non qualificato, e cercherò di giustificare correttamente e onestamente il fuoricorso di fronte all'eventuale domanda. Però per me il fuoricorso è da condannare solo quando dovuto alla pigrizia. Mai quando è dovuto a delle difficoltà di ogni genere, che siano intellettuali, familiari, economiche, con la legge, burocratiche, di salute et cetera, anzi, un fuoricorso per difficoltà, se riesce a laurearsi grazie alle sue sole forze è solo da lodare.
Pochi peli sulla lingua, quando viene il momento di abbandonare bisogna abbandonare e provare a dare un altro esame (come ho fatto le prime 4 volte) o, in mancanza dello stesso, riposarsi e magari pensare a togliersi qualche sfizio che ci si voleva togliere da una vita (io ho fatto così esattamente una settimana dopo l'esame fallito), l'importante è rimanere convinti delle proprie scelte e poi tornarci la sessione prossima ancora più convinti di prima. Io l'ho fatto 5 volte senza risultati, con impegno costante e sempre crescente, ma dentro di me sento che non mollerò mai, solamente ora sono esausto ed è giusto che mi riposi, contrariamente a quanto possono pensare i miei familiari, che sicuramente mai mi vedranno abbandonare l'Università per esasperazione e mai mi vedranno soffrire psicologicamente per colpa di un esame, se dovrò abbandonare abbandonerò solo per gravi problemi economici o cause di forza maggiore.
Sei libero di ritentare l'esame se dovessi essere bocciato, ma io personalmente se ci avessi dedicato tanto tempo lascerei per un momento perdere l'esame o la sessione, perché a quel punto non sarebbe più un problema dovuto allo studio insufficiente, inoltre la Matematica, così come tutte le cose matematiche come la Fisica o la Teoria dei Gruppi o la Termodinamica, è una materia che si studia solo fino a un certo punto, dopodiché va capita e quest'ultimo obiettivo varia moltissimo di difficoltà a seconda dell'individuo, e all'Università giustamente pretendono che venga capita e quindi all'esame è facilissimo e anche giusto che i docenti siano rigorosi e puntigliosi e che valutino scritti e orali di conseguenza. Sta allo studente non perdersi d'animo, giudicarsi fino in fondo, fare le scelte giuste di fronte a ogni evento dopo averlo analizzato criticamente in tutte le sue caratteristiche e portarle avanti senza perdere di coerenza.
Questo consiglio, di solito, lo do ai miei studenti di prima superiore, ma vale per tutti.
Mai correggere un esercizio ricontrollando i calcoli, ma rifarlo su un altro foglio, possibilmente usando passaggi diversi, e poi confrontare i passaggi se i risultati non sono uguali.
Nei limiti del possibile, non rifare un'esercizio immediatamente, ma metterci in mezzo qualcos'altro, altrimenti rischi di non rifare l'esercizio, ma di scrivere quello che ricordi a memoria dello sviluppo precedente, con gli stessi errori.
Prima di svolgere l'esercizio, analizzando i dati e utilizzando l'esperienza, farsi un'idea di quello che dovrà essere il risultato.
(Ricordo un esame di probabilità in cui ho sbagliato una sottrazione nelle prime righe, l'errore alla fine del problema veniva di un fattore $10^2$, tipo mi veniva 3,15 e invece la soluzione era 315. In coda al problema ho scritto che 3,15 non poteva essere il risultato, ma che non avevo trovato l'errore e che, secondo me, il risultato doveva essere 315. Nell'esercizio il professore mi ha dato 9 punti sui 10 previsti.)
Mai correggere un esercizio ricontrollando i calcoli, ma rifarlo su un altro foglio, possibilmente usando passaggi diversi, e poi confrontare i passaggi se i risultati non sono uguali.
Nei limiti del possibile, non rifare un'esercizio immediatamente, ma metterci in mezzo qualcos'altro, altrimenti rischi di non rifare l'esercizio, ma di scrivere quello che ricordi a memoria dello sviluppo precedente, con gli stessi errori.
Prima di svolgere l'esercizio, analizzando i dati e utilizzando l'esperienza, farsi un'idea di quello che dovrà essere il risultato.
(Ricordo un esame di probabilità in cui ho sbagliato una sottrazione nelle prime righe, l'errore alla fine del problema veniva di un fattore $10^2$, tipo mi veniva 3,15 e invece la soluzione era 315. In coda al problema ho scritto che 3,15 non poteva essere il risultato, ma che non avevo trovato l'errore e che, secondo me, il risultato doveva essere 315. Nell'esercizio il professore mi ha dato 9 punti sui 10 previsti.)