Oggettività della matematica e delle scienze
Salve ragazzi.
Sono venuto per porvi delle domande, forse un po' metafisiche, ma che sicuramente vi riguardano tutti.
Secondo voi la matematica è oggettiva? Si può dire lo stesso per la scienza? Perché?
Forse è un po' affrettato aprire un thread come primo post, senza nemmeno presentarsi, ma sono davvero curioso di sentire le vostre risposte. Fatemi sapere
Sono venuto per porvi delle domande, forse un po' metafisiche, ma che sicuramente vi riguardano tutti.
Secondo voi la matematica è oggettiva? Si può dire lo stesso per la scienza? Perché?
Forse è un po' affrettato aprire un thread come primo post, senza nemmeno presentarsi, ma sono davvero curioso di sentire le vostre risposte. Fatemi sapere

Risposte
In effetti mi aspettavo più flessibilità nelle risposte. Vabbè, sono in un forum di matematici sino al midollo... Mi sa che ho sbagliato l'approccio 
Allora vi espongo come la penso io, così da dare un'incipit e da rendere meglio l'idea di cosa intendo con le mie domande.
Oggettivo è qualcosa di concreto, fondato su dati e cose sperimentabili, che si attiene ai fatti e che non dipende dal soggetto esaminatore. La definizione che ho dato è quella generalmente diffusa e riportata sui dizionari, tuttavia diverse persone tendono ad obbiettare dicendo che oggettivo sia sinonimo di realtà assoluta, intendendo qualcosa che addirittura potrebbe essere oltre gli esseri umani e la loro mente. Se si parte da un presupposto simile, allora ci si sta agganciando ad un concetto doppiamente inutile. Inutile dal punto di vista pratico, perché da qualcosa di totalmente irraggiungibile non si hanno conseguenze, e inutile anche dal punto di vista concettuale, perché non puoi discutere di qualcosa che per definizione è inconcepibile. Si tratta un significato irrazionale e fine a se stesso, per questo mi rifiuto di considerarlo valido. Chiariti questi punti è già più facile affrontare il discorso senza incomprensioni.
Ora la matematica e le scienze si fondano su assiomi che, sino a prova contraria, sono regole indiscutibili. Definite le basi si va via via costruendo quei mattoncini, le cosiddette leggi, che vanno a formare interi campi di studio. C'è però una differenza nel metodo con cui vengono elaborate. Nella matematica il processo avviene per deduzione, ed è quindi inconfutabile, mentre nelle scienze si procede per induzione. Nel secondo caso esiste sempre e comunque un determinato margine di errore, che però, attraverso il metodo sperimentale e la convalidazione delle comunità scientifiche, viene ridotto ad un numero talmente infinitesimale da essere generalmente considerato certo. Per quanto piccola, questa minuscola possibilità esiste ed è pertanto tecnicamente improprio parlare di certezza assoluta nella scienza.
A questo proposito ci sarebbe la metafora del tacchino di Russel. In questa storia a un tacchino veniva dato del cibo ogni giorno alle 9 del mattino, così che, avendo potuto constatare più volte questo fenomeno, l'animale arrivò a trarre una conclusione: "Ogni giorno alle 9 del mattino mi viene dato da mangiare". Peccato però che alla vigilia di Natale ciò non accadde, infatti, al posto di essere nutrito come di consueto, il povero tacchino fu sgozzato!
Fortunatamente noi non siamo animali all'ingrasso, spero
Il motivo per cui ho voluto trattare l'argomento della certezza scientifica è perché voglio chiarire come oggettività e verità assoluta siano due concetti diversi, che non vanno confusi, né tantomeno usati come sinonimi.
Dunque, ormai ho già scritto parecchio, perciò vedo di concludere questo post. Matematica e scienza sono oggettive, in quanto concrete, fondate su fatti e imparziali, ma non per questo indubitabili.
Ovviamente potrei sbagliarmi, del resto non credo di avere l'esperienza e gli studi di gran parte degli utenti di questo forum, quindi sono ben accette, anzi volute, delle critiche e delle considerazioni (o spiegazioni vere e proprie).

Allora vi espongo come la penso io, così da dare un'incipit e da rendere meglio l'idea di cosa intendo con le mie domande.
Oggettivo è qualcosa di concreto, fondato su dati e cose sperimentabili, che si attiene ai fatti e che non dipende dal soggetto esaminatore. La definizione che ho dato è quella generalmente diffusa e riportata sui dizionari, tuttavia diverse persone tendono ad obbiettare dicendo che oggettivo sia sinonimo di realtà assoluta, intendendo qualcosa che addirittura potrebbe essere oltre gli esseri umani e la loro mente. Se si parte da un presupposto simile, allora ci si sta agganciando ad un concetto doppiamente inutile. Inutile dal punto di vista pratico, perché da qualcosa di totalmente irraggiungibile non si hanno conseguenze, e inutile anche dal punto di vista concettuale, perché non puoi discutere di qualcosa che per definizione è inconcepibile. Si tratta un significato irrazionale e fine a se stesso, per questo mi rifiuto di considerarlo valido. Chiariti questi punti è già più facile affrontare il discorso senza incomprensioni.
Ora la matematica e le scienze si fondano su assiomi che, sino a prova contraria, sono regole indiscutibili. Definite le basi si va via via costruendo quei mattoncini, le cosiddette leggi, che vanno a formare interi campi di studio. C'è però una differenza nel metodo con cui vengono elaborate. Nella matematica il processo avviene per deduzione, ed è quindi inconfutabile, mentre nelle scienze si procede per induzione. Nel secondo caso esiste sempre e comunque un determinato margine di errore, che però, attraverso il metodo sperimentale e la convalidazione delle comunità scientifiche, viene ridotto ad un numero talmente infinitesimale da essere generalmente considerato certo. Per quanto piccola, questa minuscola possibilità esiste ed è pertanto tecnicamente improprio parlare di certezza assoluta nella scienza.
A questo proposito ci sarebbe la metafora del tacchino di Russel. In questa storia a un tacchino veniva dato del cibo ogni giorno alle 9 del mattino, così che, avendo potuto constatare più volte questo fenomeno, l'animale arrivò a trarre una conclusione: "Ogni giorno alle 9 del mattino mi viene dato da mangiare". Peccato però che alla vigilia di Natale ciò non accadde, infatti, al posto di essere nutrito come di consueto, il povero tacchino fu sgozzato!
Fortunatamente noi non siamo animali all'ingrasso, spero

Il motivo per cui ho voluto trattare l'argomento della certezza scientifica è perché voglio chiarire come oggettività e verità assoluta siano due concetti diversi, che non vanno confusi, né tantomeno usati come sinonimi.
Dunque, ormai ho già scritto parecchio, perciò vedo di concludere questo post. Matematica e scienza sono oggettive, in quanto concrete, fondate su fatti e imparziali, ma non per questo indubitabili.
Ovviamente potrei sbagliarmi, del resto non credo di avere l'esperienza e gli studi di gran parte degli utenti di questo forum, quindi sono ben accette, anzi volute, delle critiche e delle considerazioni (o spiegazioni vere e proprie).
"giuscri":
[quote="VMikle"]Salve ragazzi.
Sono venuto per porvi delle domande, forse un po' metafisiche, ma che sicuramente vi riguardano tutti.
Secondo voi la matematica è oggettiva? Si può dire lo stesso per la scienza? Perché?
Forse è un po' affrettato aprire un thread come primo post, senza nemmeno presentarsi, ma sono davvero curioso di sentire le vostre risposte. Fatemi sapere
Cosa intendi dire per oggettiva?
[/quote]
Nessun'altra risposta sensata è possibile.
Azzardo lo stesso, però, una mia risposta: è oggettiva entro i limiti sperimentali e la tua necessità. Per esempio, se te sei davanti ad un muro carico (di lato $100 \text{m}$ e spessore pochi centimetri) e vuoi misurare il campo elettrostatico a distanza $3 \text{mm}$ dal centro e entro un cerchio parallelo al piano di raggio $2 \text{cm}$ con il centro del piano come centro, il tutto con una precisione inferiore a quella dello strumento che vuoi usare, il modello del piano uniformemente carico è praticamente sempre più che accettabile.
Tenendo sempre a mente, quindi, che almeno in fisica, si costruiscono modelli della realtà.
"gio73":
[quote="Zero87"] Molte definizioni sembrano "comandamenti" (non sto scherzando, leggetene qualcuna!).
Sei sulla stessa lunghezza d'onda di lisdap[/quote]
Però nel mio caso intendo la forma di tali definizioni in sé e non quello che dicono. Cioè (forse mi spiego male, ci provo) io non intendo che sono comandamenti nel senso "fai questo fai quello", io intendo che mi sembra di leggere il libro di diritto.
Nel senso della rigidità della forma, non nel contenuto...
E io con "oggettività" (sono l'unico che ha risposto alla domanda iniziale

Mm, non so se mi sono spiegato...

"Zero87":
Molte definizioni sembrano "comandamenti" (non sto scherzando, leggetene qualcuna!).
Sei sulla stessa lunghezza d'onda di lisdap
"Delirium":
[quote="giuscri"][...] Contributo interessante...
Embé? Guarda che mi riferivo/riferisco alla domanda in capothread, qualora - e mi pare infatti il caso - non te ne fossi accorto. Del resto, è il contributo migliore che si possa fornire: una risposta inutile ad una domanda similmente inutile intorno alla quale si potrebbe stare a ciarlare per tutto il tempo che impiegherebbe il mio portatile a calcolare il determinante di una matrice \(\displaystyle 100 \times 100 \) ad entrate non nulle attraverso lo sviluppo di Laplace.
Ci sono miliardi di testi al riguardo, e basterebbe soltanto avere la voglia di aprirne uno e iniziare a riflettere piuttosto che fare domande completamente random sine cognitio causae ( - dal dizionario di Latino maccheronico) sul primo forum che capita tra i piedi.
Sempre meno in linea con la filosofia adottata in queste circostanze, mi eclisso, onde evitare ulteriore flame.[/quote]
Avevo inteso male.

Mi eclisso anche io dopo la figuraccia.
"giuscri":
[...] Contributo interessante...
Embé? Guarda che mi riferivo/riferisco alla domanda in capothread, qualora - e mi pare infatti il caso - non te ne fossi accorto. Del resto, è il contributo migliore che si possa fornire: una risposta inutile ad una domanda similmente inutile intorno alla quale si potrebbe stare a ciarlare per tutto il tempo che impiegherebbe il mio portatile a calcolare il determinante di una matrice \(\displaystyle 100 \times 100 \) ad entrate non nulle attraverso lo sviluppo di Laplace.
Ci sono miliardi di testi al riguardo, e basterebbe soltanto avere la voglia di aprirne uno e iniziare a riflettere piuttosto che fare domande completamente random sine cognitio causae ( - dal dizionario di Latino maccheronico) sul primo forum che capita tra i piedi.
Sempre meno in linea con la filosofia adottata in queste circostanze, mi eclisso, onde evitare ulteriore flame.
"Delirium":
[quote="giuscri"][...] Cosa intendi dire per oggettiva? [...]
Per la precisione. Domanda mal posta, o addirittura senza senso.[/quote]
Contributo interessante...
"giuscri":
[...] Cosa intendi dire per oggettiva? [...]
Per la precisione. Domanda mal posta, o addirittura senza senso.
"VMikle":
Forse è un po' affrettato aprire un thread come primo post, senza nemmeno presentarsi, ma sono davvero curioso di sentire le vostre risposte. Fatemi sapere
Allora benvenuto al forum e buona permanenza!
Secondo me la matematica è "piuttosto" oggettiva o almeno cerca di esserlo. E' ovvio che non esiste nulla di completamente oggettivo, proprio dal momento che siamo persone e non macchine!
La mia risposta sta nel metodo: nelle dimostrazioni si cerca sempre di dimostrare il più possibile, spesso evitando casi particolari e servendosi di tutte le metodologie più disparate per evitare di trovare controesempi a un dato risultato.
Poi nelle definizioni è parecchio informale: "si dice che...", "diremo che..."... avendo cura di utilizzare un linguaggio elaborato e imparziale. Molte definizioni sembrano "comandamenti" (non sto scherzando, leggetene qualcuna!).
Cioè, secondo me è proprio il "rigore" matematico che contribuisce a renderla oggettiva. Anche nei testi divulgativi, alla fine ci sono sempre quelle puntualizzazioni che sembrano dire "si, entusiasmo ragà, però ricordatevi che vale questo e questo...".
"VMikle":
Salve ragazzi.
Sono venuto per porvi delle domande, forse un po' metafisiche, ma che sicuramente vi riguardano tutti.
Secondo voi la matematica è oggettiva? Si può dire lo stesso per la scienza? Perché?
Forse è un po' affrettato aprire un thread come primo post, senza nemmeno presentarsi, ma sono davvero curioso di sentire le vostre risposte. Fatemi sapere
Cosa intendi dire per oggettiva?
Secondo me una delle grandi conquiste del pensiero scientifico moderno è quella di aver ben inteso che tutte le nostre conoscenze modellizzano la natura senza avere la presunzione di essere infallibili (i.e. ogni modello è una opinione, se era questo il senso della tua domanda). Questa è una cosa che da grande serenità e spensieratezza alla ricerca di oggi, a mio parere.
Per la matematica non vorrei esprimermi, però mi pare chiaro non si possa dire lo stesso.