Non so studiare
Salve ragazzi vi scrivo perché ho un grande problema di metodo di studio. Frequento il 4 anno del liceo scientifico e il mio problema è che in pratica non riesco a studiare con costanza, continuità e concentrazione. Io ho sempre avuto questo problema ma ultimamente si sta facendo sempre più marcato. Il fatto è che non riesco a studiare più di 10/15 minuti di fila. Dopo quel tempo la testa inizia ad andare altrove e non sono più concentrato. Allora inizio a fare altro e poi ciao ciao. Il problema non è di rendimento qui al liceo, perché ho sempre avuto la media sopra il 9 e ce l'ho tuttora evidentemente in quei 10 minuti che studio al giorno colgo le cose giuste, boh . Il fatto è che sono pienamente consapevole che così all'università non si può fare. Li ci vogliono ore di studio costante tutti i giorni. Non 10 minuti qua, 10 là e una riletturina l'ora prima della verifica. E lo stesso vale per il seguire le lezioni. I primi 10 minuti sto attento e prendo magari anche appunti. Poi inizio a disegnare, a guardare in giro o cose così.
Sono sempre stato innamorato della matematica e della filosofia, hanno entrambe un qualcosa di magico ed hanno in comune più di quanto si possa pensare. Però anche qui, tutte le volte che mi sono messo seriamente a studiare qualcosa, mi sono immediatamente perso. Faccio un esempio. Ho comprato recentemente un libro P. Di Martino, Algebra, Pisa University Press, 2013, perché volevo capire se matematica è qualcosa che davvero mi interesserebbe studiare all'università. Però anche qui dopo 10 minuti che lo leggo mi perdo. E non è perché non capisco il libro, tutt'altro. Se mi impegno e sto concentrato, lo capisco benissimo e capisco anche quanto sia bellissima la matematica. Lo stesso con la filosofia. Ho comprato dei libri semplici da leggere, per iniziare, ma niente, ho letto 3 pagine e li ho messi da parte.
Ora mi chiedo, come faccio a uscire da questa situazione? I miei compagni non hanno questi problemi perché sono abituati a studiare duramente anche qui al liceo, quindi immagino non si faranno problemi a farlo anche all'università. Dite che l'università non è posto che fa per me ed è meglio che vada a tirar fuori vanga e piccone oppure devo solo acquisire un metodo e poi non mi peserà più studiare? Cioè proprio solo all'idea di concentrarmi e studiare mi viene male, devo proprio avere lo stimolo della verifica l'ora dopo per farmi aprire il libro e leggerlo. Forse è meglio che lascio stare e faccio qualcosa di più "pratico"...
Sono sempre stato innamorato della matematica e della filosofia, hanno entrambe un qualcosa di magico ed hanno in comune più di quanto si possa pensare. Però anche qui, tutte le volte che mi sono messo seriamente a studiare qualcosa, mi sono immediatamente perso. Faccio un esempio. Ho comprato recentemente un libro P. Di Martino, Algebra, Pisa University Press, 2013, perché volevo capire se matematica è qualcosa che davvero mi interesserebbe studiare all'università. Però anche qui dopo 10 minuti che lo leggo mi perdo. E non è perché non capisco il libro, tutt'altro. Se mi impegno e sto concentrato, lo capisco benissimo e capisco anche quanto sia bellissima la matematica. Lo stesso con la filosofia. Ho comprato dei libri semplici da leggere, per iniziare, ma niente, ho letto 3 pagine e li ho messi da parte.
Ora mi chiedo, come faccio a uscire da questa situazione? I miei compagni non hanno questi problemi perché sono abituati a studiare duramente anche qui al liceo, quindi immagino non si faranno problemi a farlo anche all'università. Dite che l'università non è posto che fa per me ed è meglio che vada a tirar fuori vanga e piccone oppure devo solo acquisire un metodo e poi non mi peserà più studiare? Cioè proprio solo all'idea di concentrarmi e studiare mi viene male, devo proprio avere lo stimolo della verifica l'ora dopo per farmi aprire il libro e leggerlo. Forse è meglio che lascio stare e faccio qualcosa di più "pratico"...
Risposte
La mia situazione è simile a quella di Nasmil, ma un po' più drammatica: io ormai sono al terzo anno fuori corso di una triennale di Chimica Industriale e noto con notevole rammarico che ormai la mente è finita a dir poco in altri lidi (tanto che non nascondo la mia vergogna nell'ammettere che l'ultimo esame superato risale a Luglio dell'anno scorso e che durante l'esame mostravo chiaramente segni di acuta stanchezza mentale, seppur il risultato sia stato tra il discreto e l'eccellente; è l'unico esame che ho sostenuto in quella sessione, ed era considerabile il tipico "malloppone", e prevedeva anche una rilevante parte di laboratorio che ho regolarmente svolto e relazionato in piena autonomia), perciò il progetto di vita è dovuto necessariamente cambiare (rimane solo l'orgoglio di portare a termine quello che ho iniziato e che comunque sono prossimo a finire, mancando soli 3 esami al traguardo ed è solo per questo che non ho ancora fatto rinuncia agli studi, ma ormai ho deciso di imparare una terza lingua, considerata anche la Brexit che potrebbe complicare tutto e vanificare la mia conoscenza a livelli quasi madrelingua dell'Inglese e la difficoltà di entrare in qualunque comunità anglofona in cui serva il visto, dagli USA alla Nuova Zelanda, e guardare subito all'estero, in modo perlomeno da non dover patire la situazione lavorativa italiana). Tutto questo seppur abbia sempre studiato o comunque mi sia in qualche modo occupato della mia carriera universitaria, anche tendendomi in contatto con i docenti, con regolarità (ma anche qualche pausa lunga ahimé necessaria). In pratica studio, ma è come se non studiassi. Un problema di misunderstanding con un docente ha inoltre reso le cose ancora più difficili.
Nel mio caso purtroppo è una situazione che ha iniziato a presentarsi da quando ho iniziato ad affrontare i corsi più teorici, quindi presumo sia dovuta a un notevole stress che in qualche modo mi mette seriamente in crisi. Probabilmente avranno influito i ritmi da vero e proprio carroarmato mantenuti durante le superiori, che in qualche modo mi hanno fatto arrivare all'Università ormai quasi privo di forze mentali, e sono stati proprio corsi come Analisi 2, Fisica 2 e Chimica Fisica 2 (e le ultime due sono fra l'altro le materie rimanenti), pieni zeppi di calcolo infinitesimale e algebra lineare, a mandarmi letteralmente al tappeto (con tutti gli altri corsi, invece, nessun problema, anzi, persino risultati brillanti). Sarà magari anche il modo scrupoloso e pedante in cui tendo ad affrontare i miei studi. Dopo aver superato Analisi 2, fra l'altro, ho trascorso qualche mese in cui ho persino notato di non riuscire a memorizzare in nessun modo quanto studiassi. La situazione, poi, si è per fortuna risolta.
Nel mio caso il problema si manifesta non tanto con una mancanza di concentrazione ma con un fatto più subdolo: riesco a rimanere concentrato sullo studio di queste materie per 15 (a volte anche meno) o, se va bene, 30 minuti a volta, comprendendone il senso, e poi d'un tratto non comprendo più nulla di quello che leggo, proprio zero. Diventa solo una distesa di simboli priva di alcun significato logico. Sono quindi costretto a interrompere momentaneamente e fare altro, e riprendere mediamente dopo altri 15 minuti. Nessun pensiero parassita, solo un terrificante crollo verticale della capacità di comprensione del testo.
Purtroppo ho dovuto accettare gli svantaggi di un corso di studi molto più lungo del normale e ora peraltro comincia a terrificarmi la cd. decadenza degli studi prevista da tutti i corsi di nuovo ordinamento compreso il mio, che comporta, in seguito a una richiesta di reintegro negli studi, una riapprovazione discrezionale da parte del Consiglio di Studi della validità della propria carriera, in base all'obsolescenza o attualità dei contenuti dei programmi degli esami illo tempore sostenuti (ho persino fatto in modo di "catalogarmi" tutti i programmi degli esami che ho sostenuto in modo da potermi rendere conto da solo e in anticipo di cosa vada eventualmente integrato nel caso malaugurato dovessi raggiungere il limite di tempo previsto).
Approfondisco personalmente svariati argomenti sovente ingegneristici e giurisprudenziali (nello studio dei quali noto di riuscire a mantenere mediamente più a lungo la mia concentrazione) in modo da garantire una qualche forma di valore aggiunto.
Più di raccontare la mia deludente e deprimente esperienza, sinceramente non mi sento di dire altro, perché ritengo che ognuno sia un caso a se stesso. Mi sento solamente di dire che purtroppo il metodo di studio adottato può non essere assolutamente il problema.
Nel mio caso purtroppo è una situazione che ha iniziato a presentarsi da quando ho iniziato ad affrontare i corsi più teorici, quindi presumo sia dovuta a un notevole stress che in qualche modo mi mette seriamente in crisi. Probabilmente avranno influito i ritmi da vero e proprio carroarmato mantenuti durante le superiori, che in qualche modo mi hanno fatto arrivare all'Università ormai quasi privo di forze mentali, e sono stati proprio corsi come Analisi 2, Fisica 2 e Chimica Fisica 2 (e le ultime due sono fra l'altro le materie rimanenti), pieni zeppi di calcolo infinitesimale e algebra lineare, a mandarmi letteralmente al tappeto (con tutti gli altri corsi, invece, nessun problema, anzi, persino risultati brillanti). Sarà magari anche il modo scrupoloso e pedante in cui tendo ad affrontare i miei studi. Dopo aver superato Analisi 2, fra l'altro, ho trascorso qualche mese in cui ho persino notato di non riuscire a memorizzare in nessun modo quanto studiassi. La situazione, poi, si è per fortuna risolta.
Nel mio caso il problema si manifesta non tanto con una mancanza di concentrazione ma con un fatto più subdolo: riesco a rimanere concentrato sullo studio di queste materie per 15 (a volte anche meno) o, se va bene, 30 minuti a volta, comprendendone il senso, e poi d'un tratto non comprendo più nulla di quello che leggo, proprio zero. Diventa solo una distesa di simboli priva di alcun significato logico. Sono quindi costretto a interrompere momentaneamente e fare altro, e riprendere mediamente dopo altri 15 minuti. Nessun pensiero parassita, solo un terrificante crollo verticale della capacità di comprensione del testo.
Purtroppo ho dovuto accettare gli svantaggi di un corso di studi molto più lungo del normale e ora peraltro comincia a terrificarmi la cd. decadenza degli studi prevista da tutti i corsi di nuovo ordinamento compreso il mio, che comporta, in seguito a una richiesta di reintegro negli studi, una riapprovazione discrezionale da parte del Consiglio di Studi della validità della propria carriera, in base all'obsolescenza o attualità dei contenuti dei programmi degli esami illo tempore sostenuti (ho persino fatto in modo di "catalogarmi" tutti i programmi degli esami che ho sostenuto in modo da potermi rendere conto da solo e in anticipo di cosa vada eventualmente integrato nel caso malaugurato dovessi raggiungere il limite di tempo previsto).
Approfondisco personalmente svariati argomenti sovente ingegneristici e giurisprudenziali (nello studio dei quali noto di riuscire a mantenere mediamente più a lungo la mia concentrazione) in modo da garantire una qualche forma di valore aggiunto.
Più di raccontare la mia deludente e deprimente esperienza, sinceramente non mi sento di dire altro, perché ritengo che ognuno sia un caso a se stesso. Mi sento solamente di dire che purtroppo il metodo di studio adottato può non essere assolutamente il problema.
A me capita a periodi questa cosa, periodi di forte stress (e sono all'università).
Quello che mi succede è che tipo dopo un'oretta-due di studio perdo voglia e voglio fare altro.
Ciò che noto, osservandomi dall'interno è che il perder tempo ruota tutto intorno a delle piccole scuse che ci creiamo per giustificare la nostra perdita di tempo.
Sotto esame ovviamente la cosa deve annullarsi, perché non hai scuse, devi andare avanti e se hai motivazioni giuste fidati che riesci a studiare costantemente. Per studiare costantemente non devi essere incollato sui libri: datti un obiettivo giornaliero (più sei veloce più l'obiettivo deve essere elevato), portalo a termine, ma intervalla lo studio con delle paure brevi-medie. Se le pause sono troppo alte perdi la concentrazione.
Per verificare la durata di una pausa devi guardare te stesso. Quando passa ad esempio più di un quarto d'ora di pausa chiediti: "sto cercando scuse per non studiare in questo momento?". Se la risposta è sì la pausa deve cessare perché non è più una pausa.
Infine contano le motivazioni. Quelle che trovo io sono: passione per la materia, voler terminare presto il proprio corso di studi perché si proviene da una famiglia che per mantenerti fa tanti sacrifici e quindi non è proprio conveniente perder tempo (poi se provieni da famiglie ricche non è una motivazione, ma per me lo è).
Quello che mi succede è che tipo dopo un'oretta-due di studio perdo voglia e voglio fare altro.
Ciò che noto, osservandomi dall'interno è che il perder tempo ruota tutto intorno a delle piccole scuse che ci creiamo per giustificare la nostra perdita di tempo.
Sotto esame ovviamente la cosa deve annullarsi, perché non hai scuse, devi andare avanti e se hai motivazioni giuste fidati che riesci a studiare costantemente. Per studiare costantemente non devi essere incollato sui libri: datti un obiettivo giornaliero (più sei veloce più l'obiettivo deve essere elevato), portalo a termine, ma intervalla lo studio con delle paure brevi-medie. Se le pause sono troppo alte perdi la concentrazione.
Per verificare la durata di una pausa devi guardare te stesso. Quando passa ad esempio più di un quarto d'ora di pausa chiediti: "sto cercando scuse per non studiare in questo momento?". Se la risposta è sì la pausa deve cessare perché non è più una pausa.
Infine contano le motivazioni. Quelle che trovo io sono: passione per la materia, voler terminare presto il proprio corso di studi perché si proviene da una famiglia che per mantenerti fa tanti sacrifici e quindi non è proprio conveniente perder tempo (poi se provieni da famiglie ricche non è una motivazione, ma per me lo è).
Sopprattutto le piccole pause sono importanti.
Grazie mille a tutti, proverò a mettere in pratica ciò che avete consigliato, vi faccio sapere come va, cerco di iniziare con mezz'ora consecutiva al giorno, vediamo se almeno quello riesco a farlo
Mi permetto di segnalare la possibilità che, in generale, questi comportamenti possano non essere causati da mancanze nel metodo di studio o da scarso impegno, quanto piuttosto da altro, come un disturbo dell'attenzione.
Non credo proprio sia il caso, ma provate a documentarvi in merito.
Non credo proprio sia il caso, ma provate a documentarvi in merito.
@Iperuranio ero/sono come te. Anche io dopo 15/20 minuti mi perdo. Al liceo tutto easy come te, quando sono arrivato all'università ho preso una batosta assurda ahahahah Fortunatamente non ho mai bocciato esami, ma ho raccattato una sfilza di 18 che potrebbe fare invidia ad un collezionista! 
Io ho risolto chiudendomi letteralmente in università durante il periodo di esami. In biblioteca 0 distrazioni, anche se la mente ti viaggia prima o poi deve tornare! Poi faccio tantissime pause: ogni 20/30 minuti faccio una pausa di almeno 10/15. Purtroppo in questo modo passo un sacco di tempo in università (pomeriggio interi e anche dopo cena), ma non è che abbia mote alternative perché se no il mio cervello non vuole funzionare!
Poi quando non riesco proprio a capire qualcosa allora stacco e poi cerco di pensarci durante la giornata magari anche quando faccio la doccia o quando vado a dormire o mentre mangio... di solito dopo un paio di giorni l'illuminazione arriva... altrimenti chiedo sul forum!
Per le lezioni purtroppo non ho risolto... non riesco a stare ad ascoltare qualcuno per più di 20/30 minuti. Menomale c'è la pausa ogni ora quindi alla fine su un'ora e mezza di lezione un'oretta scorsa la riesco a seguire.

Io ho risolto chiudendomi letteralmente in università durante il periodo di esami. In biblioteca 0 distrazioni, anche se la mente ti viaggia prima o poi deve tornare! Poi faccio tantissime pause: ogni 20/30 minuti faccio una pausa di almeno 10/15. Purtroppo in questo modo passo un sacco di tempo in università (pomeriggio interi e anche dopo cena), ma non è che abbia mote alternative perché se no il mio cervello non vuole funzionare!
Poi quando non riesco proprio a capire qualcosa allora stacco e poi cerco di pensarci durante la giornata magari anche quando faccio la doccia o quando vado a dormire o mentre mangio... di solito dopo un paio di giorni l'illuminazione arriva... altrimenti chiedo sul forum!

Per le lezioni purtroppo non ho risolto... non riesco a stare ad ascoltare qualcuno per più di 20/30 minuti. Menomale c'è la pausa ogni ora quindi alla fine su un'ora e mezza di lezione un'oretta scorsa la riesco a seguire.
@Iperuranio: Scusa la domanda, ma ti è sempre successo di deconcentrarti in questa maniera? Oppure è solo un periodo?
In ogni caso, devi allenarti.
Per fare ciò, considera di organizzarti il lavoro come segue:
In ogni caso, devi allenarti.
Per fare ciò, considera di organizzarti il lavoro come segue:
[*:6vmcw1yk] arrangiati lo spazio dove studi cercando di eliminare tutte le possibili fonti di distrazione (cellulare, tablet, computer, tv, videogiochi, etc...);
[/*:m:6vmcw1yk]
[*:6vmcw1yk] lavora per tempi brevi, con pause frequenti;
[/*:m:6vmcw1yk]
[*:6vmcw1yk] fissati degli obiettivi facilmente raggiungibili (e.g., non pensare di leggere tutto un capitolo in una volta, ma concentrati su un singolo paragrafo o un teorema alla volta) e, quando li raggiungi, concediti una gratificazione che non richieda troppo tempo (e.g., non un giro in moto, ma una fetta di pane e Nutella!

[/*:m:6vmcw1yk]
[*:6vmcw1yk] quando prendi appunti, usa parole chiave, mappe concettuali, e cose così.[/*:m:6vmcw1yk][/list:u:6vmcw1yk]
Chiaramente, all’inizio è molto difficile, ma ti assicuro che, con la passione che hai, una volta cominciato non ti fermi!

È una giustissima domanda, me la sono chiesta più volte pure io. La risposta è sì, ma sono tutte cose che non richiedono alcun tipo di concentrazione o troppo impegno. Tipo andare in moto. Finché non mi fa male la schiena io continuerei ad andare, però non è un'attività paragonabile allo studiare matematica. Per quanto riguarda attività "intellettuali" diciamo di no, non ha mai trovato nulla che mi prendesse per più di un'ora. Mi stufo di tutto troppo in fretta, ed è un problema grave che devo cercare di risolvere. Magari non sono fatto per questo genere di cose ed è meglio che mi dedichi a cose più semplici e pratiche. Mi piace molto stare a contatto con la gente, forse è per questo che non riesco a studiare da solo per troppo tempo. Però è anche vero che la matematica è una materia che ben poco si adatta allo studio di gruppo. O magari sono solo un enorme pelandrone che non ha voglia di fare nulla ma è stato abbastanza fortunato da riuscire a cavarsela egregiamente a scuola fino ad ora grazie a qualche strana dote nascosta, sicuramente non grazie all'impegno che ci ha messo.
Una domanda che sembra una battuta ma non lo è: dopo 15 minuti che stai facendo la cosa che ha causato la tua distrazione ti distrai di nuovo su qualcos'altro?
In altre parole: esiste una cosa nella tua vita che cattura la tua attenzione per (diciamo) più di un'ora?
In altre parole: esiste una cosa nella tua vita che cattura la tua attenzione per (diciamo) più di un'ora?
"Iperuranio":
Poi si le cose le riprendo ma dopo giorni, quando mi prende un'ondata di entusiasmo, ma subito svanisce, specialmente se incontro qualcosa che non capisco. Magari una dimostrazione che non so fare e invece che dire "dai ora mi impegno finché non riesco a farla" dico "ma si ci provo un'altra volta, tanto non sono capace".
Cosa credi?

"Iperuranio":
(...) tutti sanno che 3>2, ma io ti faccio vedere davvero perché è così, tutta la costruzione che c'è dietro. (...)
Continua pure con questo approccio...

PS:
"Iperuranio":
Comunque si capisco ciò che intendi con inutile, ma sai è proprio quello ciò che le rende bellissime. Non mi piace molto risolvere equazioni con 50 radici dentro, perché intanto una volta che hai capito quelle quattro regole è sempre tutto uguale (nonostante vadano avanti per 4 anni di liceo a fare solo cose così, che alla fine sono tutte le stesse, con qualche variante.... ). Non è ciò che mi piace della matematica.
Io stesso dico che la matematica e la filosofia sono inutili...(Qualcuno obietterà, ma mi posso confidare in questo piccolo spazio...) Quindi...
No non c'è nulla che mi condiziona. I miei appoggerebbero qualsiasi mia scelta, non è quello il problema. Forse il fatto è che non mi trovo in un ambiente stimolante. Nel senso, magari in un ambiente universitario la voglia mi verrebbe, sapendo che ci sono gli esami, i professori e le lezioni da seguire. Mi sentirei più motivato magari. Non saprei.
Mi distrae qualsiasi cosa, non persone o oggetti esterni. Mi distraggo da solo in pratica. O vado fuori a prendere il sole o faccio un giro in moto o cose così. Poi si le cose le riprendo ma dopo giorni, quando mi prende un'ondata di entusiasmo, ma subito svanisce, specialmente se incontro qualcosa che non capisco. Magari una dimostrazione che non so fare e invece che dire "dai ora mi impegno finché non riesco a farla" dico "ma si ci provo un'altra volta, tanto non sono capace". Lo stesso per i libri di filosofia. Avevo iniziato a leggere la critica della ragion pura ( si, so che è una pessima scelta per uno che si approccia alla filosofia, però è uno di quei testi che ti apre la mente, mi piaceva troppo), ma nonostante riuscivo nei limiti della mia conoscenza a capire un po', alla fine l'ho abbandonata. Poi son passato alla ragion pratica (non so neanche io perché, ma evidentemente mi piace iniziare le cose e non finirle mai) e ho lasciato li pure quella.
Comunque si capisco ciò che intendi con inutile, ma sai è proprio quello ciò che le rende bellissime. Non mi piace molto risolvere equazioni con 50 radici dentro, perché intanto una volta che hai capito quelle quattro regole è sempre tutto uguale (nonostante vadano avanti per 4 anni di liceo a fare solo cose così, che alla fine sono tutte le stesse, con qualche variante.... ). Non è ciò che mi piace della matematica. Ciò che adoro è come descriva tutto con assoluta precisione, cosa che la filosofia non riesce sempre a fare e sicuramente non riescono per niente a fare le altre discipline (leggi quei libri di storia dell'arte o di letteratura, non si capisce niente di cosa vogliano veramente dire...). Quindi mi piace per esempio parlare delle relazione d'ordine ecc. Cioè tutti sanno che 3>2, ma io ti faccio vedere davvero perché è così, tutta la costruzione che c'è dietro.
Ah se posso dire un libro che veramente ho letto con estremo piacere senza fermarmi ecc sono I pensieri di Pascal. Non so aveva un qualcosa di speciale, non era complicato, ero d'accordo con tutto ciò che diceva (finché non ci sbatte dentro dio, va be. .. ma tutta la discussione sul divertissement ecc.). Ma appunto era semplice, la critica della ragion pura è tutto tranne che semplice.
Mi distrae qualsiasi cosa, non persone o oggetti esterni. Mi distraggo da solo in pratica. O vado fuori a prendere il sole o faccio un giro in moto o cose così. Poi si le cose le riprendo ma dopo giorni, quando mi prende un'ondata di entusiasmo, ma subito svanisce, specialmente se incontro qualcosa che non capisco. Magari una dimostrazione che non so fare e invece che dire "dai ora mi impegno finché non riesco a farla" dico "ma si ci provo un'altra volta, tanto non sono capace". Lo stesso per i libri di filosofia. Avevo iniziato a leggere la critica della ragion pura ( si, so che è una pessima scelta per uno che si approccia alla filosofia, però è uno di quei testi che ti apre la mente, mi piaceva troppo), ma nonostante riuscivo nei limiti della mia conoscenza a capire un po', alla fine l'ho abbandonata. Poi son passato alla ragion pratica (non so neanche io perché, ma evidentemente mi piace iniziare le cose e non finirle mai) e ho lasciato li pure quella.
Comunque si capisco ciò che intendi con inutile, ma sai è proprio quello ciò che le rende bellissime. Non mi piace molto risolvere equazioni con 50 radici dentro, perché intanto una volta che hai capito quelle quattro regole è sempre tutto uguale (nonostante vadano avanti per 4 anni di liceo a fare solo cose così, che alla fine sono tutte le stesse, con qualche variante.... ). Non è ciò che mi piace della matematica. Ciò che adoro è come descriva tutto con assoluta precisione, cosa che la filosofia non riesce sempre a fare e sicuramente non riescono per niente a fare le altre discipline (leggi quei libri di storia dell'arte o di letteratura, non si capisce niente di cosa vogliano veramente dire...). Quindi mi piace per esempio parlare delle relazione d'ordine ecc. Cioè tutti sanno che 3>2, ma io ti faccio vedere davvero perché è così, tutta la costruzione che c'è dietro.
Ah se posso dire un libro che veramente ho letto con estremo piacere senza fermarmi ecc sono I pensieri di Pascal. Non so aveva un qualcosa di speciale, non era complicato, ero d'accordo con tutto ciò che diceva (finché non ci sbatte dentro dio, va be. .. ma tutta la discussione sul divertissement ecc.). Ma appunto era semplice, la critica della ragion pura è tutto tranne che semplice.
Ciao!
Anch'io sono in quarta liceo scientifico.
Bravo!
Posso farti delle domande? In che senso "leggo 10 minuti e mi perdo"? A cosa pensi? Cosa ti distrae? (Puoi anche non dirmelo, eh) Hai un'idea del perché ti distrai? C'è qualcosa di esterno che ti condiziona o ti turba? Perché molli quei libri? Ti annoiano? Poi riprendi le cose che hai lasciato? Se sì, dopo quanto? O forse semplicemente ti manca un po' d'ansia... Da quanto scrivi, sembra che te la passi comoda, che con piccoli sforzi riesci ad andare (molto) bene. E - come dire? - ti adagi sugli allori e, per la facilità dei risultati, ti annoi e cerchi qualcosa di più stimolante? Oppure stai cercando qualcosa di più compatibile ai tuoi interessi? A questo punto: cosa vuoi fare dopo il liceo?
Ritorno ad una delle domande che ti ho fatto. C'è qualcosa di esterno che ti condiziona o che ti scoraggia in quello che fai? Genitori, amici o che altro? Diciamocelo pure chiaramente: matematica e filosofia sono un'accoppiata di cose inutili[nota]Tu sai cosa intendo con "inutile", no?[/nota]. E questo non è che sia ben visto dai genitori che vorrebbero medici, ingegneri, avvocati o altro. Boh, magari mi sbaglio...

"Iperuranio":
Sono sempre stato innamorato della matematica e della filosofia, hanno entrambe un qualcosa di magico ed hanno in comune più di quanto si possa pensare.
Bravo!

"Iperuranio":
Però anche qui, tutte le volte che mi sono messo seriamente a studiare qualcosa, mi sono immediatamente perso. Faccio un esempio. Ho comprato recentemente un libro P. Di Martino, Algebra, Pisa University Press, 2013, perché volevo capire se matematica è qualcosa che davvero mi interesserebbe studiare all'università. Però anche qui dopo 10 minuti che lo leggo mi perdo. E non è perché non capisco il libro, tutt'altro. Se mi impegno e sto concentrato, lo capisco benissimo e capisco anche quanto sia bellissima la matematica. Lo stesso con la filosofia.
Posso farti delle domande? In che senso "leggo 10 minuti e mi perdo"? A cosa pensi? Cosa ti distrae? (Puoi anche non dirmelo, eh) Hai un'idea del perché ti distrai? C'è qualcosa di esterno che ti condiziona o ti turba? Perché molli quei libri? Ti annoiano? Poi riprendi le cose che hai lasciato? Se sì, dopo quanto? O forse semplicemente ti manca un po' d'ansia... Da quanto scrivi, sembra che te la passi comoda, che con piccoli sforzi riesci ad andare (molto) bene. E - come dire? - ti adagi sugli allori e, per la facilità dei risultati, ti annoi e cerchi qualcosa di più stimolante? Oppure stai cercando qualcosa di più compatibile ai tuoi interessi? A questo punto: cosa vuoi fare dopo il liceo?
"Iperuranio":
Ora mi chiedo, come faccio a uscire da questa situazione? I miei compagni non hanno questi problemi perché sono abituati a studiare duramente anche qui al liceo, quindi immagino non si faranno problemi a farlo anche all'università. Dite che l'università non è posto che fa per me ed è meglio che vada a tirar fuori vanga e piccone oppure devo solo acquisire un metodo e poi non mi peserà più studiare? Cioè proprio solo all'idea di concentrarmi e studiare mi viene male, devo proprio avere lo stimolo della verifica l'ora dopo per farmi aprire il libro e leggerlo. Forse è meglio che lascio stare e faccio qualcosa di più "pratico"...
Ritorno ad una delle domande che ti ho fatto. C'è qualcosa di esterno che ti condiziona o che ti scoraggia in quello che fai? Genitori, amici o che altro? Diciamocelo pure chiaramente: matematica e filosofia sono un'accoppiata di cose inutili[nota]Tu sai cosa intendo con "inutile", no?[/nota]. E questo non è che sia ben visto dai genitori che vorrebbero medici, ingegneri, avvocati o altro. Boh, magari mi sbaglio...