Meglio laurearsi in tempo con un voto più basso o poco dopo con un voto più alto?
Salve a tutti,
ho cercato se questo argomento era già stato affrontato prima ma non ho trovato niente, quindi vi pongo questo "dilemma".
Volevo chiedere, sapendo che tra i frequentatori di questo sito ci sono oltre che studenti anche professori e persone con molta esperienza nell'università, se secondo voi, per facoltà come fisica e matematica, è più importante laurearsi in tempo ma accontentandosi di qualche voto molto poco soddisfacente, oppure massimo un anno dopo ma con un risultato e una preparazione migliore. Ovviamente c'è anche il discorso economico, nel senso che andare fuori corso anche un anno è molto costoso, ma non voglio toccare questo aspetto, vorrei solo sapere la vostra opinione su com'è visto un matematico o un fisico che si laurea subito ma con un voto più basso (quindi meno preparato) piuttosto che uno con un voto migliore ma un anno in ritardo. Certo che sarebbe meglio laurearsi in tempo e bene!! Ma non è per niente semplice.
Grazie in anticipo per le risposte!
Valentina
ho cercato se questo argomento era già stato affrontato prima ma non ho trovato niente, quindi vi pongo questo "dilemma".
Volevo chiedere, sapendo che tra i frequentatori di questo sito ci sono oltre che studenti anche professori e persone con molta esperienza nell'università, se secondo voi, per facoltà come fisica e matematica, è più importante laurearsi in tempo ma accontentandosi di qualche voto molto poco soddisfacente, oppure massimo un anno dopo ma con un risultato e una preparazione migliore. Ovviamente c'è anche il discorso economico, nel senso che andare fuori corso anche un anno è molto costoso, ma non voglio toccare questo aspetto, vorrei solo sapere la vostra opinione su com'è visto un matematico o un fisico che si laurea subito ma con un voto più basso (quindi meno preparato) piuttosto che uno con un voto migliore ma un anno in ritardo. Certo che sarebbe meglio laurearsi in tempo e bene!! Ma non è per niente semplice.
Grazie in anticipo per le risposte!
Valentina
Risposte
"smaug":
[quote="Delirium"]
Io sì, perché di lavoro non farò l'ingegnere.
Perchè dici così, puoi spiegarmi?

Sarcasticamente, feci riferimento alla nota e comprovata capacità di astrazione degli ingegneri.
ha risposto così a questa frase:
"Io non scomoderei la filosofia per il voto di un esame"
e mi piaceva sapere le motivazioni.
"Io non scomoderei la filosofia per il voto di un esame"
e mi piaceva sapere le motivazioni.
E' iscritto al cdl in matematica non a uno di ingegneria.
"Delirium":
Io sì, perché di lavoro non farò l'ingegnere.
Perchè dici così, puoi spiegarmi?

E' facile che le discussioni e le opinioni sostenute si basino sul vissuto di una persona, almeno è così nel mio caso.
Quando ho cominciato l'università avevo una mentalità ancora liceale, e studiavo a "groviera", poi andavo all'esame e mi lamentavo perchè "eh mi ha chiesto l'unica cosa che non ho studiato" "a me ha fatto la domanda più difficile, se mi avesse fatto le domande dell'altro prendevo 30" "ma questo scritto è più difficile di quello del precedente appello". Alcuni partono già impostati correttamente, per altri, come nel mio caso, serve del tempo. Per questo motivo quando sento certe argomentazioni mi viene da pensare che la persona in questione non sia soddisfatta dei propri risultati, e spesso ne ho la conferma, ma abbiamo appurato che non è il caso di Delirium.
Il mio invito a non fare filosofia su di una questione del genere, si riferiva anche al fatto che si trattava di filosofia spicciola. C'è un'incertezza nel giudizio perchè si tratta di un processo umano, e magari non ben codificato...va bene, ma un discorso del genere lo si può estendere praticamente a tutto, anche alla fondatezza di qualunque nostro pensiero.
Il voto ha unicamente una finalità utilitaristica, serve a dire ad uno studente se deve correggere la rotta o quanto gli manca per arrivare ad una comprensione buona di una materia. Questo giudizio di solito è espresso da una persona che ha molta più esperienza dello studente, non sarà perfetto, ma probabilmente è più affidabile del voto che lo studente stesso si assegnerebbe.
Quando ho cominciato l'università avevo una mentalità ancora liceale, e studiavo a "groviera", poi andavo all'esame e mi lamentavo perchè "eh mi ha chiesto l'unica cosa che non ho studiato" "a me ha fatto la domanda più difficile, se mi avesse fatto le domande dell'altro prendevo 30" "ma questo scritto è più difficile di quello del precedente appello". Alcuni partono già impostati correttamente, per altri, come nel mio caso, serve del tempo. Per questo motivo quando sento certe argomentazioni mi viene da pensare che la persona in questione non sia soddisfatta dei propri risultati, e spesso ne ho la conferma, ma abbiamo appurato che non è il caso di Delirium.
Il mio invito a non fare filosofia su di una questione del genere, si riferiva anche al fatto che si trattava di filosofia spicciola. C'è un'incertezza nel giudizio perchè si tratta di un processo umano, e magari non ben codificato...va bene, ma un discorso del genere lo si può estendere praticamente a tutto, anche alla fondatezza di qualunque nostro pensiero.
Il voto ha unicamente una finalità utilitaristica, serve a dire ad uno studente se deve correggere la rotta o quanto gli manca per arrivare ad una comprensione buona di una materia. Questo giudizio di solito è espresso da una persona che ha molta più esperienza dello studente, non sarà perfetto, ma probabilmente è più affidabile del voto che lo studente stesso si assegnerebbe.
Per la precisione, giuscri. Tra un po' saremo a parlare delle mia media, e di quel bel trenta che ho preso proprio nell'orale di Analisi II. Ah no, giusto: poi mi si accuserà di excusatio non petita, accusatio manifesta...
[ot]
Mi pare Delirium stesse cercando di evitare di metterla su questo piano fin dall'inizio --non sono uno studente frustrato; punto a laurearmi con il massimo-- ma alla fine si inciampa qui. E va be' ...
Con questi temi uno deve avere sempre paura di passare per quello che ne fa una questione personale.[/ot]
"socio1985":
Vedrai che quando farai le cose per bene i risultati arriveranno.
Mi pare Delirium stesse cercando di evitare di metterla su questo piano fin dall'inizio --non sono uno studente frustrato; punto a laurearmi con il massimo-- ma alla fine si inciampa qui. E va be' ...

"socio1985":
[...] Io non scomoderei la filosofia per il voto di un esame. [...]
Io sì, perché di lavoro non farò l'ingegnere.
"socio1985":
[...] Vedrai che quando farai le cose per bene i risultati arriveranno.
Questa è una crassa illazione, visto che non ho mai fatto riferimento al mio caso particolare.
Nella fattispecie, a onor del vero, si ha che non ho mai ridato un esame, giacché non ho mai avuto bisogno di farlo.
Delirium, dici che il giudizio è un'operazione umana ed è quindi soggetto ad incertezze: per questo motivo perderebbe di significato? possiamo ricondurre tutto ad un'operazione umana, anche il più banale ragionamento che facciamo.
Io non scomoderei la filosofia per il voto di un esame.
Ho visto gli studenti meticolosi uscire sempre con ottimi voti, tante volte poi ho visto che a lamentarsi dei giudizi erano quelli mal preparati. Vedrai che quando farai le cose per bene i risultati arriveranno.
Io non scomoderei la filosofia per il voto di un esame.
Ho visto gli studenti meticolosi uscire sempre con ottimi voti, tante volte poi ho visto che a lamentarsi dei giudizi erano quelli mal preparati. Vedrai che quando farai le cose per bene i risultati arriveranno.
Intendo esattamente quello che ho scritto: esistono i fatti, e poi esistono le intepretazioni dei fatti, ed il giudizio è l'interpretazione/la lettura di un fatto ( - oltretutto ho parlato di forma di torto e di incertezza intrinsecamente connessa, non di errore). Il problema, come ho già ribadito, è per me di natura filosofica, non utilitaristica (la questione è metafisica, non empirica direbbe Wittgenstein); siamo su piani completamente sfalsati e non comunicanti, anche se non necessariamente in contrasto. Il giudizio è un'operazione umana, ed in quanto tale è soggetta ad incertezza; i differenti sistemi di valutazione ne sono la prova.
Poi:
Ad un tizio l'altro dì hanno accreditato 70P di euro sul conto PayPal per sbaglio. Improbabile che avvenisse, ma è un evento che appartiene comunque allo spazio delle fasi. In realtà, del resto, non si bilancia un bel nulla perché, ripeto, non vado sostenendo una tesi utilitaristica: un bonus ed un malus di egual modulo per me fanno due "errori", non zero.
Questo nel migliore dei mondi possibili. La funzione (del tempo) "che stima la difficoltà dello scritto" di almeno la metà dei professori che ho avuto va all'infinito almeno come l'esponenziale.
Ma ora tutto ciò tende all'OT, quindi la faccio finita.
Poi:
"socio1985":
[...] perchè su 20-30 esami gli errori a torto e a favore tendono a bilanciarsi [...]
Ad un tizio l'altro dì hanno accreditato 70P di euro sul conto PayPal per sbaglio. Improbabile che avvenisse, ma è un evento che appartiene comunque allo spazio delle fasi. In realtà, del resto, non si bilancia un bel nulla perché, ripeto, non vado sostenendo una tesi utilitaristica: un bonus ed un malus di egual modulo per me fanno due "errori", non zero.
"socio1985":
[...] inoltre ripetere l'esame per ottimizzare il voto è quasi sempre possibile. [...]
Questo nel migliore dei mondi possibili. La funzione (del tempo) "che stima la difficoltà dello scritto" di almeno la metà dei professori che ho avuto va all'infinito almeno come l'esponenziale.
Ma ora tutto ciò tende all'OT, quindi la faccio finita.
"Delirium":
[quote="socio1985"][...] 1- La possibilità che l'esaminatore si sbagli [...]
No. Rileggi quanto ho scritto, prima di banalizzarlo.[/quote]
Ti cito
Vogliamo forse parlare dell'incertezza intrinsecamente connessa all'atto del giudicare? Una volta un professore esaminando mi disse, in separata sede: "Del resto, che ci vuoi fare? Il giudizio è in qualche modo una forma di torto: nei confronti dell'esaminato, quando il voto è troppo basso, nei confronti della nobiltà della materia, quando il voto è troppo alto."
Se non intendi un errore nella valutazione, ti riferisci ad una sorta di principio di indeterminazione della preparazione mediante un'esame? prova a chiarire meglio il concetto.
"Vikhr":
Per esperienza di alcuni miei colleghi (io conto fino a 100 prima di iscrivermi a un esame) ci sono alcuni professori che non vedono molto di buon occhio il rifiuto del loro voto all'esame, specie per chi ha voti comunque discreti (diciamo dal 22 in sù, in un CdL scientifico).
A me capitò con analisi 1 che volevo ripetere, ma il professore mi fece capire che era meglio se lo tenevo...faceva così con tutti perchè voleva perdere il minor tempo possibile con gli esami. Può succedere anche di aver a che fare con delle persone poco corrette, va messo in conto, però solo lui tra triennale e specialistica....
"socio1985":
[...] 1- La possibilità che l'esaminatore si sbagli [...]
No. Rileggi quanto ho scritto, prima di banalizzarlo.
Per esperienza di alcuni miei colleghi (io conto fino a 100 prima di iscrivermi a un esame) ci sono alcuni professori che non vedono molto di buon occhio il rifiuto del loro voto all'esame, specie per chi ha voti comunque discreti (diciamo dal 22 in sù, in un CdL scientifico).
"Delirium":
Sta di fatto che le osservazioni che ho fatto sono tutt'altro che inconsistenti. Tutto qui.
Le osservazioni che hai fatto sono due:
1- La possibilità che l'esaminatore si sbagli
2- L'errore sistematico dovuto al riscalamento o al non riscalamento a seconda dell'università
Il punto 1 ritengo che sia trascurabile perchè su 20-30 esami gli errori a torto e a favore tendono a bilanciarsi, inoltre ripetere l'esame per ottimizzare il voto è quasi sempre possibile.
Sul secondo punto effettivamente bisogna starci attenti, tendenzialmente la modalità dipende dalla nazione. In Italia, che io sappia, la rinormalizzazione è presente solo in Bocconi, ma li è tutto diverso. A mio avviso questo modo di dare i voti tende ad essere penalizzante, sopratutto alla magistrale dove i più, nelle altre facoltà, escono con la lode, mentre in Bocconi questo è difficile. Comunque a livello occupazionale non credo che i bocconiani abbiano queste grosse difficoltà rispetto ai laureati degli altri atenei.
Non propongo alternative perché non le ho. Come disse Churchill (?) per la democrazia: "La democrazia è la peggior forma di governo, ma non ne conosco una migliore." Sta di fatto che le osservazioni che ho fatto sono tutt'altro che inconsistenti. Tutto qui.
Le tue argomentazioni possono anche essere valide, ma restano molto deboli se non proponi un'alternativa che ritieni funzionale. Io insegno in università da 13 anni e ho sperimentato con mano il sistema di valutazione, e secondo me è statisticamente affidabile.
"Delirium":
[quote="socio1985"]Delirium, secondo te il voto è o non è correlato con la preparazione/conoscenza della materia?
Lo è, ovviamente. Ma è palese che non si sta cogliendo il senso dei miei interventi.[/quote]
Credo di aver capito il senso dei tuoi interventi. Ci sono tanti paradossi relativi ai criteri di valutazione di un'esame, così come di un film, di un ristorante etc. Però se una cosa non è perfetta, può comunque essere funzionale.
"socio1985":
Delirium, secondo te il voto è o non è correlato con la preparazione/conoscenza della materia?
Lo è, ovviamente. Ma è palese che non si sta cogliendo il senso dei miei interventi.
Delirium, secondo te il voto è o non è correlato con la preparazione/conoscenza della materia?