L'esperimento EPR
Vorrei esprimere il mio parere su molti punti trattati in varie parti di questo forum, ma qui mi limito a cogliere un'osservzione di Giannilor nel suo intervento del 4/2/05 ore 8,58,34, e poi di Sasso, a proposito del famoso esperimento EPR relativamente alle due particelle, con spin opposti, che all'inizio dell'esperimento erano riunite e poi via via allontanatesi indefinitamente, il punto era: cosa unisce le due particelle perchè dal comportamento dell'una sempra si evince quello dell'altra "istantaneamente" o quasi? Io mi permetto di rispondere che il legame tra le particelle c'è ed è la conoscenza che aveva l'osservatore sin dall'istante di avvio dell'esperimento:
1) le due particelle erano parte di uno stesso sistema;
2) la legge che governava e rendeva, appunto, "sistema" la coppia di particelle (non importa se la legge è corretta o contenga errori);
vi pare poco? Vorrei solo ricordare che in altre parti di questo forum mi sono fatto difensore ad oltranza dell'inalienabilità e della assoluta priorità dell'Osservatore in qualsiasi esperimento scientifico e no, pena l'inesistenza (anzi, l'impossibilità) sia dell'esperimento che dell'universo; l'Osservatore è, inoltre, unico e la sua funzione non è delegabile ad "altri"; se questa delega sembrasse, ad una apparenza ingenua, possibile e comunemente osservabile, allora faccio osservare che l'"altro" o gli "altri" non sono che alcuni degli oggetti (sottosistemi) osservabili dell'universo e vanno a far parte della lunghissima catena strumentale dell'Osservatore.
Questa constatazione dovrebbe essere tenuta presente quando si volessero muovere critiche o formulare giudizi in merito ai famosi esperimenti mentali di Einstein, il quale notoriamente edinizialmente contrario alla interpretazione quantistica dei fenomuni sub atomici, con tutta disinvoltura, faceva uso di "diversi" osservatori situati su altrettanti sistemi di riferimento che osservano, dalle loro visuali, un certo fenomeno fisico in istudio; il fatto importante è che Einstein, con apparente (spero) inconsapevolezza, si poneva come Osservatore globale dell'insieme dei sistemi in esame senza assegnarsi esplicitamente e, quindi, consapevolmente, né la funzione propria dell'Osservatore unico, né riconoscendo l'influenza perturbatrice di questo alle conclusioni dell'esperimento mentale.
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mario1
1) le due particelle erano parte di uno stesso sistema;
2) la legge che governava e rendeva, appunto, "sistema" la coppia di particelle (non importa se la legge è corretta o contenga errori);
vi pare poco? Vorrei solo ricordare che in altre parti di questo forum mi sono fatto difensore ad oltranza dell'inalienabilità e della assoluta priorità dell'Osservatore in qualsiasi esperimento scientifico e no, pena l'inesistenza (anzi, l'impossibilità) sia dell'esperimento che dell'universo; l'Osservatore è, inoltre, unico e la sua funzione non è delegabile ad "altri"; se questa delega sembrasse, ad una apparenza ingenua, possibile e comunemente osservabile, allora faccio osservare che l'"altro" o gli "altri" non sono che alcuni degli oggetti (sottosistemi) osservabili dell'universo e vanno a far parte della lunghissima catena strumentale dell'Osservatore.
Questa constatazione dovrebbe essere tenuta presente quando si volessero muovere critiche o formulare giudizi in merito ai famosi esperimenti mentali di Einstein, il quale notoriamente edinizialmente contrario alla interpretazione quantistica dei fenomuni sub atomici, con tutta disinvoltura, faceva uso di "diversi" osservatori situati su altrettanti sistemi di riferimento che osservano, dalle loro visuali, un certo fenomeno fisico in istudio; il fatto importante è che Einstein, con apparente (spero) inconsapevolezza, si poneva come Osservatore globale dell'insieme dei sistemi in esame senza assegnarsi esplicitamente e, quindi, consapevolmente, né la funzione propria dell'Osservatore unico, né riconoscendo l'influenza perturbatrice di questo alle conclusioni dell'esperimento mentale.
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mario1
Risposte
sembrerò sciocco, ma non credo di aver capito dove sta il problema. sarà che il libro in cui per la prima volta ho letto dell'entanglement dava anche la spiegazione dell'assenza di paradosso, che ho cercato di esemplificare attraverso l'esempio dei due guanti, ma non ho capito da dove si origini e su cosa verta l'osservazione di Giannilor e Sasso...
quote:Rispondo a Elijah82 e a Eafkuor.
Originally posted by Elijah82
a me pare che nell'entanglement non ci sia trasmissione di informazione. semplicemente si ha che un evento in A è collegato a quello che accade in B, ma dal punto di vista informativo la situazione non è diversa dal fatto che, spediti per posta due guanti, che X riceva il sinistro e possa dunque dedurre che Y ha ricevuto il destro, non significa trasmettere tra i due alcuna informazione.
Per Elijah dico che, nel suo duplice intervento, prima dice di non aver afferrato bene il problema da me posto riguardo all’EPR, ma egli stesso, nel secondo intervento, si dà proprio quella risposta che io stesso avrei dato a lui al suo primo intervento: una risposta tanto banale da sembrare irriverente nei confronti di Eintein a cui, certo, non sono certamente io degno di allacciargli i calzari. Tale risposta è semplicemente quella che il sistema della duplice particella potrebbe benissimo essere assimilata a quella dei due guanti che Elijah stesso cita nel suo secondo intervento. Semmai ci sarebbe da porsi la domanda piuttosto imbarazzante: ma è possibile che Einstein fosse così sprovveduto da non capire tanta banalità? No, Einstein non era uno sprovveduto, solo che non aveva ancora avuto il tempo di “digerire” il significato del termine “Osservatore” (non dimentichiamo che Einstein dovrebbe essere considerato l’ultimo strenuo difensore della fisica classica ma anche il primo maggiordomo che fu pronto ad accogliere l’ospite quantistico inchinandosi al suo arrivo e prendendogli cappello e il soprabito). Il termine di Osservatore evidenzia il suo pieno significato solo se ci spostiamo dal contesto di SPAZIO/TEMPO/MATERIA a quello di CONOSCENZA/TEMPO/EVENTO: gli eventi distanti nello S/T/M possono essere vicinissimi (anzi, coincidenti) nel contesto C/T/E, così come mi è conoscitivamente molto più prossimo il percorso di Venere intorno al Sole (di cui so o potrei comunque documentarmi sulle coordinare di quell’orbita di giorno i giorno) che non su cosa farà domattina mia moglie, che pure dorme, ogni notte da tempo, nel mio stesso letto. Questo per dire che la “distanza” spazio temporale è cosa diversa dalla distanza nello spazio della conoscenza.
Quanto a Eafkuor mi limito a dire che il “sistema” di cui parlo è formato dalle seguenti cose: le particelle “prima” e “dopo” e da “le leggi del sistema” e l’ “Osservatore
mario1
a me pare che nell'entanglement non ci sia trasmissione di informazione. semplicemente si ha che un evento in A è collegato a quello che accade in B, ma dal punto di vista informativo la situazione non è diversa dal fatto che, spediti per posta due guanti, che X riceva il sinistro e possa dunque dedurre che Y ha ricevuto il destro, non significa trasmettere tra i due alcuna informazione.
"le particelle erano parte di uno stesso sistema"
ma ora lo sono ancora? scusa la mia ignoranza
comunque anche se lo sono sembra strano che l' informazione si trasmetta cosi' velocemente, almeno ad un comune mortale come me
comunque quoto Elijah82
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Il bello di essere intelligente e' che puoi divertirti a fare l' imbecille, ma se sei un imbecille non puoi fare il contrario.
Woody Allen
ma ora lo sono ancora? scusa la mia ignoranza
comunque anche se lo sono sembra strano che l' informazione si trasmetta cosi' velocemente, almeno ad un comune mortale come me
comunque quoto Elijah82
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Il bello di essere intelligente e' che puoi divertirti a fare l' imbecille, ma se sei un imbecille non puoi fare il contrario.
Woody Allen
non credo di aver capito il punto della discussione, forse anche perché non ho letto il topic cui ti riferisci. però mi interessa molto quanto dici. potresti provare a rispiegare tutto un po' più in dettaglio? grazie