Le banche si preparano per il fallimento dell'euro?
Carissimi ragazzi, credo che anche voi abbiate sentito della notizia pubblicata dal NYTimes, circa l'imminente fallimento dell'Euro e, a seguire, dell'Euro-zona. Non crediate che sia una trovata molto americana, della serie estrema difesa del dollaro? Comunque l'articolo imputato è il seguente: http://www.nytimes.com/2011/11/26/busin ... &ref=world !
Risposte
Questa tua visione, Quinzio, non è di certo criticabile.
Le banche sono industrie che devono produrre utile.
Detto questo, chiunque pensi che siano al servizio dei clienti o dei risparmiatori si sbagliano di grosso! Diciamo che per usare un modo matematico: se gli interessi della banca hanno intersezioni con quelli dei clienti, allora vediamo una trasposizione della famosa "cliente ben trattato dalla banca", altrimenti "il cliente è scontento".
Chiaramente una banca cerca dei clienti (o meglio delle persone giuridiche o fisiche che diano loro del denaro) che abbiano il massimo di intersezione con i propri interessi (e quindi nascono le varie catalogazioni di banca del territorio, di investimento et similia) giusto per rendere ben fondato il loro capitale iniziale.
Una volta avuto il capitale iniziale dai clienti, questi ultimi "beneficiano" di un piccolo interesse (sia siano investiti che solo depositati) dipendente dalla categoria della banca. La banca, nel frattempo, prende gran parte degli introiti derianti dall'utilizzo dei capitali.
Fermo restando questo breve schema di come funzionano gli istituti di credito, buona parte delle nostre banche è proprietaria di gran parte del debito pubblico italiano, per impedire di crollare insieme all'economia di stato ha l'occasione di spartirle ai suoi clienti giusto per poter garantire un minor rischio a sè (Parmalat è stato un buon esempio -se ve lo ricordate- che oggi si segue ancora con dovizia) magari con qualche bello slogan del tipo "ora ci salviamo" ed inoltre ha la possibilità di garantirsi un utile in più "giocando al ribasso" su quanto sta succedendo.
L'Europa è vicina al baratro, è più conveniente ottenere utile da un default o un utile da un recupero di dette economie che comunque avverrebbe dopo il sopracitato default?
P.S. solo i dirigenti delle banche e le società che le controllano ale volte, sono quelle che non risentiranno mai della crisi, quale che sia la crisi di cui si parla.
Detto questo, chiunque pensi che siano al servizio dei clienti o dei risparmiatori si sbagliano di grosso! Diciamo che per usare un modo matematico: se gli interessi della banca hanno intersezioni con quelli dei clienti, allora vediamo una trasposizione della famosa "cliente ben trattato dalla banca", altrimenti "il cliente è scontento".
Chiaramente una banca cerca dei clienti (o meglio delle persone giuridiche o fisiche che diano loro del denaro) che abbiano il massimo di intersezione con i propri interessi (e quindi nascono le varie catalogazioni di banca del territorio, di investimento et similia) giusto per rendere ben fondato il loro capitale iniziale.
Una volta avuto il capitale iniziale dai clienti, questi ultimi "beneficiano" di un piccolo interesse (sia siano investiti che solo depositati) dipendente dalla categoria della banca. La banca, nel frattempo, prende gran parte degli introiti derianti dall'utilizzo dei capitali.
Fermo restando questo breve schema di come funzionano gli istituti di credito, buona parte delle nostre banche è proprietaria di gran parte del debito pubblico italiano, per impedire di crollare insieme all'economia di stato ha l'occasione di spartirle ai suoi clienti giusto per poter garantire un minor rischio a sè (Parmalat è stato un buon esempio -se ve lo ricordate- che oggi si segue ancora con dovizia) magari con qualche bello slogan del tipo "ora ci salviamo" ed inoltre ha la possibilità di garantirsi un utile in più "giocando al ribasso" su quanto sta succedendo.
L'Europa è vicina al baratro, è più conveniente ottenere utile da un default o un utile da un recupero di dette economie che comunque avverrebbe dopo il sopracitato default?
P.S. solo i dirigenti delle banche e le società che le controllano ale volte, sono quelle che non risentiranno mai della crisi, quale che sia la crisi di cui si parla.
"Quinzio":
In effetti è un po' strano sentire parlare di crisi e poi vedere i palazzi delle banche, i Mercedes che girano, i centri commerciali pieni di gente (che compra), gli alberghi prenotati per le settimane bianche.
Forse la "maggioranza silenziosa" si è trasformata in "minoranza rumorosa".

Vorrei dire una cosa: passeggiando per la città oggi ho visto la sede di una banca, neanche molto nota a dire la verità, il banco di Desio. Praticamente occupa un intero palazzo nelle vicinanze del centro della città. Il palazzo, probabilmente dell'800, è completamente ristrutturato e pitturato. Intorno c'è uno splendido giardino curatissimo. Io non sono un esperto immobiliare, ma solo il palazzo vale diversi milioni, secondo me.
Un'altra banca della zona, ha la sede principale direttamente nel palazzo che si affaccia sulla piazza centrale di Modena. Davanti c'è il duomo e la Ghirlandina, per chi è della zona.
Ma voglio dire: se le banche sono in difficoltà vendono poi il loro patrimonio mobiliare e immobiliare.
Ma stiamo scherzando o ci prendiamo in giro ? le banche occupano palazzi prestigiosi nel centro delle città e poi vengono a pingere miseria, si parla di banche che falliscono e che licenziano e altre amenità del genere.....
Secondo me sono tutte colossali prese in giro.
La crisi c'è solo per i poveretti come al solito.
L'unica cosa sensata che ho sentito dire da Berlusconi è stato quando ha detto (pochi giorni prima di dimettersi*) che i ristoranti sono pieni, gli aeroporti sono affollati e durante i ponti ci sono code dappertutto. In effetti ha ragione.
E' vero, probabilmente sono pieni i ristoranti da soldi che frequenta lui e Fiumicino è frequentata da quelli come lui che vivono sulla pelle degli altri. Però è l'unica volta che mi sono sentito di dire: "Ha ragione".
In effetti è un po' strano sentire parlare di crisi e poi vedere i palazzi delle banche, i Mercedes che girano, i centri commerciali pieni di gente (che compra), gli alberghi prenotati per le settimane bianche.
Come sempre, ci raccontano un sacco di balle.
* Evidentemente il nano, che tutto è fuorchè un idiota, aveva già capito il destino che lo attendeva, per cui si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, sapendo che oramai non aveva nella da perdere. Che uomo, capace di raccontare balle per 24 ore al giorno, davanti a milioni di persone, e poi capace anche, al momento buono, di sputare la verità in faccia davanti ai pensionati davanti al televisore.
Un'altra banca della zona, ha la sede principale direttamente nel palazzo che si affaccia sulla piazza centrale di Modena. Davanti c'è il duomo e la Ghirlandina, per chi è della zona.
Ma voglio dire: se le banche sono in difficoltà vendono poi il loro patrimonio mobiliare e immobiliare.
Ma stiamo scherzando o ci prendiamo in giro ? le banche occupano palazzi prestigiosi nel centro delle città e poi vengono a pingere miseria, si parla di banche che falliscono e che licenziano e altre amenità del genere.....
Secondo me sono tutte colossali prese in giro.
La crisi c'è solo per i poveretti come al solito.
L'unica cosa sensata che ho sentito dire da Berlusconi è stato quando ha detto (pochi giorni prima di dimettersi*) che i ristoranti sono pieni, gli aeroporti sono affollati e durante i ponti ci sono code dappertutto. In effetti ha ragione.
E' vero, probabilmente sono pieni i ristoranti da soldi che frequenta lui e Fiumicino è frequentata da quelli come lui che vivono sulla pelle degli altri. Però è l'unica volta che mi sono sentito di dire: "Ha ragione".
In effetti è un po' strano sentire parlare di crisi e poi vedere i palazzi delle banche, i Mercedes che girano, i centri commerciali pieni di gente (che compra), gli alberghi prenotati per le settimane bianche.
Come sempre, ci raccontano un sacco di balle.
* Evidentemente il nano, che tutto è fuorchè un idiota, aveva già capito il destino che lo attendeva, per cui si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, sapendo che oramai non aveva nella da perdere. Che uomo, capace di raccontare balle per 24 ore al giorno, davanti a milioni di persone, e poi capace anche, al momento buono, di sputare la verità in faccia davanti ai pensionati davanti al televisore.
Davvero carina questa. Chissà quanto ci discosteremo da tale possibilità.
"menale":
e poi....
...tutti a zappare...

L'Homme à la houe di Jean-François Millet
Se dovesse crollare l'euro credo che crollerebbero tutti i titoli di stato, e poi....Boh...
Grazie Sergio

"Sergio":
[quote="mistake89"]Sempre da profano, una domanda: Ma non è che questa crisi sta rivelando la pochezza della politica europea, che da 60 anni si è aggregata solo attorno a questioni economiche e mai politiche?
Non è che forse, l'introduzione dell'euro, doveva essere uno degli aspetti di questa politica globale e non solo l'aspetto principe e cardine?
Purtroppo sì.
Il problema è che un'unione monetaria funziona solo se c'è anche un'unione politica e soprattutto fiscale.
Ti faccio un esempio. Secondo il prof. Dirk Meyer (Amburgo), è meglio per la Germania perdere circa 300 miliardi di euro in una botta sola (minore export, svalutazione di depositi e investimenti tedeschi all'estero) che sopportare 80 miliardi all'anno per "aiuti" ai paesi deboli (http://www.repubblica.it/economia/2011/11/27/news/berlino_chiede_pi_severit_in_cambio_del_via_libera_agli_aiuti-25689491/, ultimo capoverso).
La cosa è paradossale perché, come sottolinea il Sole 24 Ore, «L'economia della Grecia rappresenta il 2% dell'eurozona e il suo debito il 3%. Fosse stato ben gestito in famiglia, un problema quasi irrilevante. Tra il settembre 2008 e il dicembre 2010, invece, nel tentativo di stabilizzare un settore investito dalla bufera finanziaria, i 27 dell'Unione hanno mobilitato ben 4.285 miliardi di euro a sostegno degli istituti di credito, cioè il 36% del Pil dell'Unione europea e il 10% del totale degli attivi bancari. Con Germania e Gran Bretagna con una quota ciascuno superiore ai 500 miliardi».
Si vede che 80 miliardi all'anno sarebbero un'inezia, se non fosse che ai tedeschi non piace "aiutare".
Non solo questo contrasta un po' con l'andamento effettivo delle cose in Europa (la Germania è riuscita a pagare i costi enormi della sua riunificazione proprio grazie alle esportazioni, e ora dimentica che se sta bene lo deve al fatto che altri, i cosiddetti paesi "deboli", si sono ridotti male proprio per aver importato troppo), ma contrasta con l'esperienza delle unioni monetarie che hanno funzionato: USA e Canada.
In quei paesi esiste una "fiscalità federale" (NB: è il contrario di quello a cui pensa Bossi!). Questo vuol dire, ad esempio, che la costituzione canadese affida espressamente al governo federale il compito di trasferire ricchezza dalle province ricche a quelle povere in modo da assicurare gli stessi servizi pubblici con analoghe aliquote fiscali.
Più in dettaglio, in USA e in Canada sono previsti sia interventi di lungo periodo (riequilibrio tra regioni tradizionalmente "ricche" e regioni tradizionalmente "povere"), sia risposte di breve termine a congiunture economiche temporanee sfavorevoli per alcune regioni più che per altre.
Negli USA i trasferimenti del primo tipo ammontano al 22% del bilancio federale, quelli del secondo tipo al 31%. In Canada le percentuali sono 39% e 17%. Cifre enormi rispetto all'Europa, che prevede solo trasferimenti del primo tipo e in misura nettamente minore [1].
Anche quegli 80 miliardi di euro all'anno che danno tanto fastidio al prof. Meyer sarebbero poca cosa rispetto a quello che avviene in USA e in Canada. Ma riusciresti a immaginare una costituzione europea analoga a quella canadese?
Purtroppo gli stati europei sono nettamente più eterogenei, anche e forse soprattutto a causa di motivi culturali (non ultima la lingua), degli stati USA o delle province canadesi.
Si è voluto cominciare da un'unione solo monetaria (che ha arrecato enormi benefici alla Germania e, grazie al contenimento dell'inflazione, ai detentori di ricchezza finanziaria), nella speranza che la sua evidente assurdità e insostenibilità "costringesse" ad arrivare a un'unione anche politica e fiscale.
Non è successo; assurdità e insostenibilità stanno prevalendo.
-----------------------------------
[1] T. Bayoumi e P.R. Masson, «Fiscal flows in the United States and Canada: Lessons for monetary union in Europe, European Economic Review, 1995, vol. 39, n. 2, pp. 253-274.[/quote]
Ti ringrazio per questo intervento puntuale Sergio. Praticamente stai un po' confermando quello che pensavo da tempo!
Paradossalmente è, della crisi, l'aspetto che temo di più e quello che sento sottolineato poco.
Chi vivrà vedrà
"Sergio":
[quote="Meringolo"]Domanda da profano: Se dovesse crollare l'euro, cosa accadrebbe ai risparmi depositati in una banca con un vincolo di tempo? E in generale: visto come si stanno mettendo le cose, quali sono i reali rischi di vincolare del denaro?
Il problema di fondo, quello che sta alla base di tutto, è che in alcuni paesi, tra cui l'Italia, c'è un tasso di inflazione basso, ma più alto di quello tedesco. Questo fa sì che il tasso di cambio reale tra Italia e Germania non sia uguale a quello nominale, che è ovviamente 1 visto che abbiamo la stessa moneta.
Il fatto che abbiamo la stessa moneta tende a "nascondere" gli effetti dell'anomalia e forse si capisce meglio se si immagina che noi abbiamo ancora la lira, i tedeschi il marco e che esiste un cambio fisso tra lira e marco. È come se la lira fosse sopravvalutata rispetto al marco, oppure (è la stessa cosa) se il marco fosse sottovalutato rispetto alla lira.
Se si passasse a cambi flessibili (cioè se si rompesse l'unità monetaria), la lira si svaluterebbe rispetto al marco oppure il marco si rivaluterebbe rispetto alla lira (il tasso di cambio è un rapporto con un numeratore e un denominatore) e si ripristinerebbe l'equilibrio. Altra cosa è quello che succederebbe rispetto ad altre monete.
Se si guarda ai tassi di inflazione di altri paesi, alcuni hanno valori minori del nostro (USA: 1,6%), altri valori molto simili (Cina: 3,2%), altri maggiori (India: 12%, Russia: 7%, Brasile: 5%, Argentina: 22%). Quindi non dovrebbero aversi grandi oscillazioni verso "il resto del mondo".
In effetti, il piano elaborato dal prof. Dirk Meyer prevede una rivalutazione del 25% del nuovo marco e una conseguente diminuzione delle esportazioni tedesche (che Meyer considera recuperabile nel medio periodo).
Sempre secondo quel piano, si potrebbe arrivare a un "nord-euro" per Germania e altri paesi (Olanda, Austria, Finlandia, Svezia, Danimarca) e gli altri resterebbero nell'euro attuale. Se fosse davvero così, in teoria cambierebbe ben poco tranne i rapporti con i paesi del "nord-euro": tutto quello che è "nordico" per noi costerebbe di più, ma aumenterebbero le nostre esportazioni.
In pratica, se davvero si arrivasse all'attuazione del piano Meyer, lo scossone immediato sarebbe forte per la Germania (minori esportazioni, minor valore dei titoli di stato detenuti dalle banche ecc.), ma anche per noi: mentre appaiono favorevoli le prospettive anche nel breve (maggiori esportazioni), nell'immediato incombe la necessità di collocare nuove emissioni di titoli pubblici.
Soprattutto, rimane l'incertezza di fondo: succederà davvero? quando?
Se perdurasse l'attuale situazione, rischiamo di finire come la Grecia: nonostante tante lacrime e sangue, la situazione della Grecia è fin qui peggiorata, non migliorata. Non è un caso che nell'ultimo anno sono aumentati sensibilmente gli acquisti dall'estero, anche da Grecia e Italia, di immobili in Inghilterra: in tanta incertezza molti preferiscono il "mattone", e lo preferiscono fuori dell'area euro. Altri, che conosco personalmente, hanno comprato una casa a Berlino (io a Pisa, perché mia figlia studia lì).
Vedi tu

Già...e purtroppo credo che, finire come la Grecia, sarà quello che succederà!!:(
Sempre da profano, una domanda: Ma non è che questa crisi sta rivelando la pochezza della politica europea, che da 60 anni si è aggregata solo attorno a questioni economiche e mai politiche?
Non è che forse, l'introduzione dell'euro, doveva essere uno degli aspetti di questa politica globale e non solo l'aspetto principe e cardine?
Non è che forse, l'introduzione dell'euro, doveva essere uno degli aspetti di questa politica globale e non solo l'aspetto principe e cardine?
Domanda da profano: Se dovesse crollare l'euro, cosa accadrebbe ai risparmi depositati in una banca con un vincolo di tempo?
E in generale: visto come si stanno mettendo le cose, quali sono i reali rischi di vincolare del denaro?
E in generale: visto come si stanno mettendo le cose, quali sono i reali rischi di vincolare del denaro?
Secondo te, un'uscita dall'euro per il nostro paese non significherebbe sciagura?
Caro Sergio, secondo te è plausibile un'uscita dall'euro?
Devo dire che nell'articolo non si fa menzione di un fatto che per me è molto importante. Non vengono menzionati i tassi reali di cambio esterni. Visto che il mercato è ormai globale anche i Paesi con moneta forte, nel tentativo di "proteggersi", potrebbero risentire gli effetti negativi di una eccessiva inflazione dei prezzi.
Se la situazione di debito dei paesi più deboli è difficilmente recuperabile, a maggior ragione con una deflazione dei prezzi, la soluzione che vedo è o un salto di qualità nell'economia dei Paesi più deboli o trovare dei compromessi sui debiti. Non ha molto senso mantere il debito da una parte e rifinanziare dall'altra a meno che da parte dei creditori non ci sia l'intenzione di mantenere questa situazione di debito per usufruirne in caso di estrema necessità.
Perchè invece dei debitori non si rifinanziano i creditori riducendo il debito?
Se la situazione di debito dei paesi più deboli è difficilmente recuperabile, a maggior ragione con una deflazione dei prezzi, la soluzione che vedo è o un salto di qualità nell'economia dei Paesi più deboli o trovare dei compromessi sui debiti. Non ha molto senso mantere il debito da una parte e rifinanziare dall'altra a meno che da parte dei creditori non ci sia l'intenzione di mantenere questa situazione di debito per usufruirne in caso di estrema necessità.
Perchè invece dei debitori non si rifinanziano i creditori riducendo il debito?
Chissà dove andremo a finire?
"Sergio":
a) chiunque sappia un po' di economia sa bene che molti economisti hanno ripetuto per decenni che l'euro non poteva stare in piedi (ne avevo sintetizzato i motivi in un topic di un anno e mezzo fa: post392600.html);.
domanda un po' da bar: e se tornassimo al vecchio conio, la Lira?
Non ci vedo nulla di strano sul fatto che le banche si stiano preparando a quell'eventualità. Mi preoccuperei se venisse fuori che cercassero di provocarla. L'unica differenza tra noi e loro è che noi a quell'eventualità non ci possiamo preparare (anche se dubito che il sistema bancario possa riuscire a tenere davvero in quell'eventualità.
"nato_pigro":
[quote="menale"]Personalmente, credo che la finanza sia il lato sporco della società contemporanea.
Mi piacciono un sacco queste verità in pillole.[/quote]
Ahimè sono verità, tristi verità.
"menale":
Personalmente, credo che la finanza sia il lato sporco della società contemporanea.
Mi piacciono un sacco queste verità in pillole.