La scuola e i gggiovani di oggi e quelli di ieri e l'altro ieri.
Avendo a che fare con la scuola, e quindi con la formazione, spero questo topic sia meno fuori luogo qui degli ultimi argomenti (anche se non esistono argomenti fuori luogo in questa sezione come si diceva recentemente).
Quando andavo a scuola io ricordo che ne ho/abbiamo combinate, anche con qualche presa in giro "cattiva" verso qualche professore, ma sinceramente oggi i ragazzi mi sembra siano ad un livello di cattiveria e soprattutto sfacciataggine diverso (io sono X generation: ho fatto le scuole medie superiori a cavallo tra fine anni 80 e primi anni 90).
Mi riferisco a questo.
Anche questo altro episodio secondo me rientra nello stesso ambito.
Non posso esserne del tutto sicuro, ma da quello che vedo e immagino quello che sostengono i ragazzi è ampiamente fuori luogo e dal poco che si vede l'intervento dei poliziotti non mi sembra affatto oltre il limite (detto da uno che da ragazzo non dico fosse un acab ma insomma non aveva simpatie per le forze dell'ordine). Che poi dover essere separati da poliziotti mi pare assurdo, ai tempi in cui andavo a scuola io alla vista di una divisa ci saremmo immobilizzati, dentro la scuola poi...
Ho forse io una visione distorta? Può essere che i miei ricordi mi traggano in inganno? Vabbè forse, anzi sicuramente, la cattiveria allora pure c'era (una sana cattiveria fa parte di quell'età), ma verso le autorità adulte (professori, forze dell'ordine) quanto meno c'era un poco di timore, non dico di rispetto diffuso.
Quindi secondo voi, primo: esiste il fenomeno o mi sbaglio e sono episodi che in maniera paragonabile accadevano lo stesso, ma solo con meno risonanza?
Secondo: se sì a cosa sarà dovuto? Ad una educazione sbagliata da parte di genitori e insegnanti fin dai primi anni che si fonda su una sensibilità diversa da un tempo (non dovrebbe essere un pregio?), ma che forse ha perso di vista altro? A ultrastimoli diversi (visibilità nel mondo dei socials e affini)? A altro?
Sono curioso anche di sentire il punto di vista di genitori e insegnanti che qui ci sono credo.
Spero i mei non siano solo discorsi da anziano ormai
...o forse spero lo siano...
Quando andavo a scuola io ricordo che ne ho/abbiamo combinate, anche con qualche presa in giro "cattiva" verso qualche professore, ma sinceramente oggi i ragazzi mi sembra siano ad un livello di cattiveria e soprattutto sfacciataggine diverso (io sono X generation: ho fatto le scuole medie superiori a cavallo tra fine anni 80 e primi anni 90).
Mi riferisco a questo.
Anche questo altro episodio secondo me rientra nello stesso ambito.
Non posso esserne del tutto sicuro, ma da quello che vedo e immagino quello che sostengono i ragazzi è ampiamente fuori luogo e dal poco che si vede l'intervento dei poliziotti non mi sembra affatto oltre il limite (detto da uno che da ragazzo non dico fosse un acab ma insomma non aveva simpatie per le forze dell'ordine). Che poi dover essere separati da poliziotti mi pare assurdo, ai tempi in cui andavo a scuola io alla vista di una divisa ci saremmo immobilizzati, dentro la scuola poi...
Ho forse io una visione distorta? Può essere che i miei ricordi mi traggano in inganno? Vabbè forse, anzi sicuramente, la cattiveria allora pure c'era (una sana cattiveria fa parte di quell'età), ma verso le autorità adulte (professori, forze dell'ordine) quanto meno c'era un poco di timore, non dico di rispetto diffuso.
Quindi secondo voi, primo: esiste il fenomeno o mi sbaglio e sono episodi che in maniera paragonabile accadevano lo stesso, ma solo con meno risonanza?
Secondo: se sì a cosa sarà dovuto? Ad una educazione sbagliata da parte di genitori e insegnanti fin dai primi anni che si fonda su una sensibilità diversa da un tempo (non dovrebbe essere un pregio?), ma che forse ha perso di vista altro? A ultrastimoli diversi (visibilità nel mondo dei socials e affini)? A altro?
Sono curioso anche di sentire il punto di vista di genitori e insegnanti che qui ci sono credo.
Spero i mei non siano solo discorsi da anziano ormai

Risposte
Penso che si tratti di una discussione molto interessante, una cosa che magari in tanti ci siamo chiesti. Non discuto delle vostre tesi - sono un impiegato in mezzo a tanti insegnanti
- e credo di aver letto molti spunti interessanti.
Voglio solo aggiungere che, quello che mi ha colpito di più, è questo passaggio in cui credo ci sia una verità
è che quando andavo alle superiori io (primi anni 2000, vedere numero sul nick per l'età
) eravamo teste calde ma la trasgressione più grande che ci permettevamo era di fumare nei bagni, spacciare sigarette o organizzare gare di salto in alto con le sedie e/o i banchi nelle ore di buca. Oggi si gira armati e/o si organizzano guerriglie e atti vandalici di chissà quale tipo con i social che fungono da catalizzatori del lato peggiore di noi.

Voglio solo aggiungere che, quello che mi ha colpito di più, è questo passaggio in cui credo ci sia una verità
"Faussone":
Ci tengo a sottolineare che in ogni caso non pensavo che i giovani di ieri fossero più buoni o in alcun modo migliori di quelli di oggi, figuriamoci. Penso che se io e la mia generazione fossimo giovani oggi, non saremmo di certo diversi dai "veri giovani", quelli di di oggi.
Il punto è proprio capire se ci sia una differenza sensibile in alcuni aspetti, ovviamente dovuta al modo in cui si cresce oggi e all'ambiente in cui si è immersi.
è che quando andavo alle superiori io (primi anni 2000, vedere numero sul nick per l'età

"Faussone":
Ci tengo a sottolineare che in ogni caso non pensavo che i giovani di ieri fossero più buoni o in alcun modo migliori di quelli di oggi, figuriamoci. Penso che se io e la mia generazione fossimo giovani oggi, non saremmo di certo diversi dai "veri giovani", quelli di di oggi.
Il punto è proprio capire se ci sia una differenza sensibile in alcuni aspetti, ovviamente dovuta al modo in cui si cresce oggi e all'ambiente in cui si è immersi.
Vista la mia lunga esperienza in classe, 40 anni non sono bruscolini, posso limitarmi all'esperienza da docente. Primi anni supplente in scuole varie, poi 24 anni ai geometri e infine 11 al Liceo.
Ho cominciato che, quando entravo, i miei studenti si alzavano in piedi e dicevano Buongiorno, e ho finito che, quando entravo, i miei studenti si alzavano in piedi e dicevano Buongiorno.
Il cambiamento più grosso è stata la necessità di controllare l'uso degli smartphone in classe, distinguendo il lecito dall'illecito. Abbiamo fatto esperimenti di laboratorio con i telefonini, li usavamo in classe quando dovevo distribuire esercizi diversi da quelli del libro, ma, soprattutto con le classi prime del Liceo non scientifico, bisognava fare molta attenzione che non filmassero o fotografassero cose non autorizzate, tipo la compagna che scoppia in pianto dopo un'insufficienza o l'insegnante che si arrabbia per mancate consegne o perché la classe disturba.
La cosa più deleteria è il desiderio di apparire nei social mettendo filmati, cose che si traducono in operazioni di vero e proprio bullismo spinto all'estremo.
Le classi peggiori per me sono sempre state quelle tutte o quasi femminili. Le problematiche sono le stessa, ma amplificate dai social. Ho iniziato in un Liceo linguistico con alcune classi tutte femminili e ho terminato con alcune classi dello Scientifico e una classe del Linguistico quasi tutta femminile (28 ragazze su 30). La mia lotta, sia nel primo anno di insegnamento che nell'ultimo, è stata quella di contrastare il bullismo femminile contro quelle ragazze che non erano particolarmente brave e non avevano le scarpe giuste, il trucco giusto, i vestiti giusti. Il problema era lo stesso identico, ma i risvolti, attraverso i social, diventano più devastanti per le bullizzate. I cattivi comportamenti maschili sono più facili da individuare e da punire, i cattivi comportamenti femminili sono più subdoli e difficilmente individuabili.
Lo dicevo anche alle mie studentesse: "Dai 13 ai 18 anni avete tutti i difetti delle bambine e tutti quelli delle donne, senza avere le doti delle une e delle altre. Il mio lavoro, oltre ad insegnare matematica e fisica, è quello di aiutarvi a crescere tirando fuori da ciascuna di voi le doti della donna che è in lei."
"Faussone":
Da quello che capisco dalla maggior parte degli interventi un cambiamento in effetti c'è stato
Il problema più crosso è l'inserimento potente dei genitori. Questo ha avuto conseguenze, ovviamente, anche sugli alunni, che di per sé non credo siano diversi da come eravamo noi.
@Faussone Io ho solo capìto che quelle due classi non volevano affatto dialogare, dato che, ripeto: dopo aver interrotto ogni forma di dialogo non didattico, non sapevano come contestarmi!
Nella classe prima andarono in tilt, peggiorando il casìno, mentre io stavo in cattedra a sorvegliarli come se fossero ore di supplenza; d'altra parte, nelle sedi ufficiali inoltrarono lamentele che io non spiegavo più, a cui seguitavo coll'affermare che gli obiettivi minimi previsti dal programma di matematica per il primo anno erano stato raggiunti, come certificato dai cómpiti in classe e dal regìstro di classe.
Nella classe seconda non ebbi alcuna reazione apparente; da parte mia mi limitai a rispondere ai saluti (se mi salutavano), e di non chiamarle\i "signorine"\"signori". Si sentivano soddisfatte\i... e io me ne sbattevo, tanto che in sede di scrutinio finale non ho speso una sola parola; per chiarezza, mi sono limitato a presentare i voti e basta. Avrei potuto spendere qualche parola buona, ma preso atto che il dialogo era un modo per attaccarmi: mi sono attenuto alle votazioni date (e in coscienza ho sempre dato voti il più giusti possibili!)
Sempre in coscienza, io ho sempre cercato di svolgere il mio dovere di docente, sempre, ovunque e comunque; ma ho dovuto prendere atto delle loro decisioni e mi sono adeguato ad esse. Se poi, dall'altra parte, non si sono trovate\i bene con la mia reazione: amen!
Nella classe prima andarono in tilt, peggiorando il casìno, mentre io stavo in cattedra a sorvegliarli come se fossero ore di supplenza; d'altra parte, nelle sedi ufficiali inoltrarono lamentele che io non spiegavo più, a cui seguitavo coll'affermare che gli obiettivi minimi previsti dal programma di matematica per il primo anno erano stato raggiunti, come certificato dai cómpiti in classe e dal regìstro di classe.
Nella classe seconda non ebbi alcuna reazione apparente; da parte mia mi limitai a rispondere ai saluti (se mi salutavano), e di non chiamarle\i "signorine"\"signori". Si sentivano soddisfatte\i... e io me ne sbattevo, tanto che in sede di scrutinio finale non ho speso una sola parola; per chiarezza, mi sono limitato a presentare i voti e basta. Avrei potuto spendere qualche parola buona, ma preso atto che il dialogo era un modo per attaccarmi: mi sono attenuto alle votazioni date (e in coscienza ho sempre dato voti il più giusti possibili!)
Sempre in coscienza, io ho sempre cercato di svolgere il mio dovere di docente, sempre, ovunque e comunque; ma ho dovuto prendere atto delle loro decisioni e mi sono adeguato ad esse. Se poi, dall'altra parte, non si sono trovate\i bene con la mia reazione: amen!
Ci tengo a sottolineare che in ogni caso non pensavo che i giovani di ieri fossero più buoni o in alcun modo migliori di quelli di oggi, figuriamoci. Penso che se io e la mia generazione fossimo giovani oggi, non saremmo di certo diversi dai "veri giovani", quelli di di oggi.
Il punto è proprio capire se ci sia una differenza sensibile in alcuni aspetti, ovviamente dovuta al modo in cui si cresce oggi e all'ambiente in cui si è immersi.
Da quello che capisco dalla maggior parte degli interventi un cambiamento in effetti c'è stato, anche se poi valutarne l'entità è molto soggettivo ed è diffcile generalizzare.
C'è da considerare anche che il paragone non va fatto soltanto pensando agli episodi peggiori di ieri e di oggi che probabilmente alla fine non sono così diversi, ma confrontando la frequenza di certi episodi (ammesso che ci sia una differenza in tal senso e che sia facile misurarla).
Notevoli comunque gli interventi e i racconti delle esperienze personali dei docenti intervenuti!
@j18eos non ho capito bene i contorni dell'esperienza personale di insegnamento che hai descritto, in particolare quale sia stata la causa dello smettere di comunicare e in cosa sia consistito questo, intendi dire che hai cancellato ogni dialogo che non fosse strettamente legato all'insegnamento della materia, senza alcuna concessione a altro?
Ovviamente se ti va di chiarire eh....
Comunque mi pare di notare che oggi sia anche diverso il rapporto con l'affettività e con il sesso, certi argomenti io mai avrei sognato di condividerli in famiglia, mentre invece adesso dal poco che mi capita di vedere, mi pare che questo sia affrontato in modo molto più naturale, almeno mediamente.
Non so se anche questo sia solo una mia impressione o abbia un oggettivo fondamento comunque.
Il punto è proprio capire se ci sia una differenza sensibile in alcuni aspetti, ovviamente dovuta al modo in cui si cresce oggi e all'ambiente in cui si è immersi.
Da quello che capisco dalla maggior parte degli interventi un cambiamento in effetti c'è stato, anche se poi valutarne l'entità è molto soggettivo ed è diffcile generalizzare.
C'è da considerare anche che il paragone non va fatto soltanto pensando agli episodi peggiori di ieri e di oggi che probabilmente alla fine non sono così diversi, ma confrontando la frequenza di certi episodi (ammesso che ci sia una differenza in tal senso e che sia facile misurarla).
Notevoli comunque gli interventi e i racconti delle esperienze personali dei docenti intervenuti!
@j18eos non ho capito bene i contorni dell'esperienza personale di insegnamento che hai descritto, in particolare quale sia stata la causa dello smettere di comunicare e in cosa sia consistito questo, intendi dire che hai cancellato ogni dialogo che non fosse strettamente legato all'insegnamento della materia, senza alcuna concessione a altro?
Ovviamente se ti va di chiarire eh....
Comunque mi pare di notare che oggi sia anche diverso il rapporto con l'affettività e con il sesso, certi argomenti io mai avrei sognato di condividerli in famiglia, mentre invece adesso dal poco che mi capita di vedere, mi pare che questo sia affrontato in modo molto più naturale, almeno mediamente.
Non so se anche questo sia solo una mia impressione o abbia un oggettivo fondamento comunque.
Io se tornassi a scuola, per prima cosa mi farei denunziare per aggressione contro un genitore (maschio)!
...sono "persone" che perdono il senno e la ragione, il sogno e la fantasia, pur di difendere la prole dinanzi ai fatti quali compiti in bianco, assenze registrate e non giustificate, rissa (separati da me in una classe non mia...).
Penso che la scuola debba tornare ad essere una democratura, dove la platea scolastica abbia i suoi diritti e i suoi doveri ben chiari; esempi scemi: puntualità (docente o discente che sia), buona educazione reciproca, rispetto del proprio ruolo e di quello altrui; fermo restando, sempre ad esempio, che i voti sono decisi dalle\dai docenti, e le contestazioni debbano essere sempre argomentate da dati oggettivi e non da letture soggettive della realtà!
...sono "persone" che perdono il senno e la ragione, il sogno e la fantasia, pur di difendere la prole dinanzi ai fatti quali compiti in bianco, assenze registrate e non giustificate, rissa (separati da me in una classe non mia...).
Penso che la scuola debba tornare ad essere una democratura, dove la platea scolastica abbia i suoi diritti e i suoi doveri ben chiari; esempi scemi: puntualità (docente o discente che sia), buona educazione reciproca, rispetto del proprio ruolo e di quello altrui; fermo restando, sempre ad esempio, che i voti sono decisi dalle\dai docenti, e le contestazioni debbano essere sempre argomentate da dati oggettivi e non da letture soggettive della realtà!
I genitori sono la cosa peggiore, io sono stato aggredito quasi un'ora in consiglio di classe dai rappresentanti genitori, perché ovviamente le insufficienze le diamo quasi solo noi di matematica e fisica.
Ho frequentato medie e superiori negli anni 70, a parte i 4 anni di università non sono sono mai veramente uscita dalla scuola fino all'anno scorso che sono andata in pensione.
I ragazzi sono cambiati, non c'è dubbio, ma con gli anni si impara a gestirli e grossi problemi con loro non ne ho mai avuti. Più difficili da gestire sono stati i genitori perché se sono cambiati i ragazzi, sono cambiati anche i genitori, però di genitori che difendono a spada tratta i figli ce ne sono sempre stati.
Ricordo una volta, anni '90, ho telefonato a casa di uno studente perché lo avevo visto scendere dall'autobus, ma non era in classe per il compito. La madre mi ha riempito di insulti, dicendomi che stressavo troppo il ragazzo e che non erano fatti miei perché il comportamento del figlio era un problema suo.
Altra scena, anni 2000, una madre arriva a scuola (eravamo verso fine aprile) inviperita, mi trova all'ingresso e me ne dice di tutti i colori, perché non avevamo ancora aperto il ricevimento genitori del secondo quadrimestre. Solo che il ricevimento era aperto da due mesi. Il figlio aveva modificato la pagella del primo quadrimestre, mettendosi tutte sufficienze. Per non farsi scoprire continuava a comunicare ai genitori che il ricevimento era ancora sospeso.
Altro caso, anni '10, ricevimento genitori. Mostro al padre di un ragazzo il compito, quasi in bianco, solo con un po' di cose fuori contesto. Il padre mi toglie il compito di mano e comincia ad appallottolarlo, intanto mi aggredisce verbalmente, ma, visto che a parole gli tenevo testa e continuavo a chiedere la restituzione dell'elaborato, butta il foglio appallottolato nel cestino e cerca di aggredirmi fisicamente, un collega di ginnastica ha capito la situazione e con un balzo si è messo in mezzo tra di noi.
Ultimi casi con i genitori, attorno agli anni '20, subito prima e durante la pandemia, la cosa più antipatica erano i gruppi Whatsapp delle mamme. Un giorno una signora, commessa di negozio, mi ha detto che mi spiegava lei come dovevo insegnare a sua figlia. Un'altra volta, quando ho dovuto telefonare a casa perché il figlio era stato bocciato, un padre me ne ha dette così tante che mi ha tenuto al telefono quasi un'ora. Quando gli ho messo giù il telefono ha richiamato lui, sentivo la sua voce anche da fuori della portineria, che avrebbe chiamato i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i pompieri, il sindaco,... se non tornavo al telefono. Alla fine mi ha detto che non avrei più lavorato, mi sono messa a ridere e gli ho risposto: "Ha ragione, fra due giorni vado in pensione, credo che non lavorerò più." E ho messo giù il telefono definitivamente.
I ragazzi sono cambiati, non c'è dubbio, ma con gli anni si impara a gestirli e grossi problemi con loro non ne ho mai avuti. Più difficili da gestire sono stati i genitori perché se sono cambiati i ragazzi, sono cambiati anche i genitori, però di genitori che difendono a spada tratta i figli ce ne sono sempre stati.
Ricordo una volta, anni '90, ho telefonato a casa di uno studente perché lo avevo visto scendere dall'autobus, ma non era in classe per il compito. La madre mi ha riempito di insulti, dicendomi che stressavo troppo il ragazzo e che non erano fatti miei perché il comportamento del figlio era un problema suo.
Altra scena, anni 2000, una madre arriva a scuola (eravamo verso fine aprile) inviperita, mi trova all'ingresso e me ne dice di tutti i colori, perché non avevamo ancora aperto il ricevimento genitori del secondo quadrimestre. Solo che il ricevimento era aperto da due mesi. Il figlio aveva modificato la pagella del primo quadrimestre, mettendosi tutte sufficienze. Per non farsi scoprire continuava a comunicare ai genitori che il ricevimento era ancora sospeso.
Altro caso, anni '10, ricevimento genitori. Mostro al padre di un ragazzo il compito, quasi in bianco, solo con un po' di cose fuori contesto. Il padre mi toglie il compito di mano e comincia ad appallottolarlo, intanto mi aggredisce verbalmente, ma, visto che a parole gli tenevo testa e continuavo a chiedere la restituzione dell'elaborato, butta il foglio appallottolato nel cestino e cerca di aggredirmi fisicamente, un collega di ginnastica ha capito la situazione e con un balzo si è messo in mezzo tra di noi.
Ultimi casi con i genitori, attorno agli anni '20, subito prima e durante la pandemia, la cosa più antipatica erano i gruppi Whatsapp delle mamme. Un giorno una signora, commessa di negozio, mi ha detto che mi spiegava lei come dovevo insegnare a sua figlia. Un'altra volta, quando ho dovuto telefonare a casa perché il figlio era stato bocciato, un padre me ne ha dette così tante che mi ha tenuto al telefono quasi un'ora. Quando gli ho messo giù il telefono ha richiamato lui, sentivo la sua voce anche da fuori della portineria, che avrebbe chiamato i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i pompieri, il sindaco,... se non tornavo al telefono. Alla fine mi ha detto che non avrei più lavorato, mi sono messa a ridere e gli ho risposto: "Ha ragione, fra due giorni vado in pensione, credo che non lavorerò più." E ho messo giù il telefono definitivamente.
Aggiungo che ogni classe è un "organismo" a sé stante, che si evolve di anno in anno. Le dinamiche interne, poi, mutano a una velocità prossima a quella della luce.
Per quanto riguarda la mia esperienza da studente, la situazione era piuttosto imbarazzante: ho visto gente che portava in classe il proprio motorino, per dirne una. Insomma non penso che la mia generazione fosse migliore di quella attuale.
Per quanto riguarda la mia esperienza da studente, la situazione era piuttosto imbarazzante: ho visto gente che portava in classe il proprio motorino, per dirne una. Insomma non penso che la mia generazione fosse migliore di quella attuale.
"ElementareWatson":
però si c'erano professori che gestivano bene le classi e altri che non ci riuscivano. Questo per me sarebbe un fattore molto importante per la selezione degli insegnanti, non so se lo fanno.
No, perché non è misurabile. Dopo essere assunti ci fanno dei corsi fuffologici sulla gestione della classe.
"gio73":
[quote="ElementareWatson"]
però si c'erano professori che gestivano bene le classi e altri che non ci riuscivano. Questo per me sarebbe un fattore molto importante per la selezione degli insegnanti, non so se lo fanno.
Dunque
L'insegnante colpita dai pallini non sapeva gestire la classe?[/quote]
Ma quello è un episodio isolato che non è indicativo, va punito e stop. Io parlo in modo generico, poi non so voi che esperienze avete avuto alle scuole superiori, io vi ho riportato le mie conclusioni generate dalla mia esperienza. Mi pare sia stato anche buono nel parlare degli insegnanti, perché se ne potrebbe aprire un capitolo a parte.
"ElementareWatson":
però si c'erano professori che gestivano bene le classi e altri che non ci riuscivano. Questo per me sarebbe un fattore molto importante per la selezione degli insegnanti, non so se lo fanno.
Dunque
L'insegnante colpita dai pallini non sapeva gestire la classe?
"j18eos":
Quando una studentessa\uno studente "la commette grossa", io non sento più di decisioni punitive col fine ri-educativo della persona, ma solo discorsi da "accendiamo un fuoco, parliamo, beviamo, mangiamo e cantiamo attorno ad esso"... ma che razza di insegnamento si impartisce così? Sei libera\o di sbagliare, tanto non esistono le punizioni? Non studiare, perché tanto ti promuoviamo lo stesso?
Anche quando andavo a scuola io non ci sono mai state punizioni, la sospensione era solo un miraggio che gli studenti più diligenti aspettavano nei confronti di certi soggetti, ma che non arrivava mai. l'unico provvedimento era la bocciatura, è brutto da dire ma una mela marcia contamina anche le altre, alla fine gli studenti ''problematici'' rimanevano ancora di più a scuola, certo che il rimedio non è non bocciare, però il problema non è risolvibile nemmeno così.
Professori alla figli dei fiori come descrivi almeno nel mio percorso non ne ho mai incontrati, non so come è cambiata la scuola negli ultimi anni, però si c'erano professori che gestivano bene le classi e altri che non ci riuscivano. Questo per me sarebbe un fattore molto importante per la selezione degli insegnanti, non so se lo fanno. Però i tempi della psicologia sono lunghi, non puoi inquadrare la persona giusta se non la esamini sul lungo termine. E dopo? poi chi licenzierebbe uno che dopo anni di studio ed anni di lavoro scolastico alla fine si ritrova con la possibilità di ricevere il suo posto fisso? (come direbbe Zalone)

Per me per risolvere il problema interno alla scuola bisogna agire dall'esterno, dalla fonte, dalle famiglie e dai media, quando uno dice: ''si stava meglio quando si stava peggio", avete mai visto video cinematografici tipo quelli che produceva luce ai tempi del fascismo? E per tornare ai nostri tempi i documentari come Quark?
I media offrono più spazio a spazzatura e se vivo sento mangio spazzatura poi i risultati si ripercuotono anche sulla scuola per esempio.
Quando una studentessa\uno studente "la commette grossa", io non sento più di decisioni punitive col fine ri-educativo della persona, ma solo discorsi da "accendiamo un fuoco, parliamo, beviamo, mangiamo e cantiamo attorno ad esso"... ma che razza di insegnamento si impartisce così? Sei libera\o di sbagliare, tanto non esistono le punizioni? Non studiare, perché tanto ti promuoviamo lo stesso?

Per me gli anni della scuola superiore e media sono stati difficili, il problema è per maggior misura dei genitori secondo me, ma non mi riferisco solo ai genitori degli allievi ''problematici'' ma più in generale e meno controllabile ai genitori del gruppo di amici che gli studenti frequentano, ai modelli di comportamento sgarbati che hanno anche i personaggi pubblici a cui i giovani si interfacciano (dico giovani ma non è che sia un anziano io). Basta, per me il resto è un contorno, derivante dal fatto che i ragazzi giovani e i bambini sono ''stupidi''; in senso buono ovviamente. Senza delle guide giuste deragliano facilmente e lo fanno anche gli adulti.
Poi il web ed il facile accesso alle comunicazioni a distanza fa solo da cassa di risonanza di un fenomeno umano che in forme più o meno lievi c'è sempre stato e penso ci sarà sempre.
Una parola la vorrei spendere anche sugli insegnanti, perchè anche loro sono figure di riferimento, che io ricordi c´erano insegnanti che riuscivano a controllare le classi ed altri che non ne erano capaci, nel peggiore dei casi c´erano anche insegnanti "bulli" e a me ne è capitato almeno uno.
Purtroppo per i ragazzi è più importante avere una guida che un insegnante preparatissimo, ma poi si entra in questioni abbastanza difficili, come il merito, chi merita A che si è laureato con 110L o B che non ha fatto altrettanto? Ovviamente per selezionare si deve andare sul concreto ed A è più competente di B, ma d'altro canto magari B dal punto di vista delle relazioni con gli studenti meriterebbe di più e la questione si riflette anche dall'altra parte della cattedra (quella degli insegnanti)
Poi il web ed il facile accesso alle comunicazioni a distanza fa solo da cassa di risonanza di un fenomeno umano che in forme più o meno lievi c'è sempre stato e penso ci sarà sempre.
Una parola la vorrei spendere anche sugli insegnanti, perchè anche loro sono figure di riferimento, che io ricordi c´erano insegnanti che riuscivano a controllare le classi ed altri che non ne erano capaci, nel peggiore dei casi c´erano anche insegnanti "bulli" e a me ne è capitato almeno uno.
Purtroppo per i ragazzi è più importante avere una guida che un insegnante preparatissimo, ma poi si entra in questioni abbastanza difficili, come il merito, chi merita A che si è laureato con 110L o B che non ha fatto altrettanto? Ovviamente per selezionare si deve andare sul concreto ed A è più competente di B, ma d'altro canto magari B dal punto di vista delle relazioni con gli studenti meriterebbe di più e la questione si riflette anche dall'altra parte della cattedra (quella degli insegnanti)
Le cose sono sicuramente cambiate, in peggio.
Lo constato anche io, che sono in un liceo scientifico, che il livello di disciplina e rispetto delle regole è drasticamente calato, specialmente in alcuni indirizzi di recente attivazione.
Il problema è che la dirigenza spesso non aiuta, minimizza tutto, fa passare tutto, e i colleghi che "non credono nelle note" rendono il tutto ancora più difficile, perché neanche rimane scritto nulla.
Il risultato è mandare avanti ragazzi totalmente inabili alla futura vita civile, e li destiniamo consapevolmente a prendere sonore sberle in faccia dalla vita "vera" che c'è fuori dalla scuola.
Da parte mia continuerò a fare quel che faccio, compreso mettere note disciplinari a più che maggiorenni, perché per non avere rotture io non posso contribuire a non educare ragazzi che, là fuori, saranno totalmente sprovvisti degli strumenti necessari a sopravvivere. Anche questa è dispersione scolastica, ben peggiore di quella esplicita.
Lo constato anche io, che sono in un liceo scientifico, che il livello di disciplina e rispetto delle regole è drasticamente calato, specialmente in alcuni indirizzi di recente attivazione.
Il problema è che la dirigenza spesso non aiuta, minimizza tutto, fa passare tutto, e i colleghi che "non credono nelle note" rendono il tutto ancora più difficile, perché neanche rimane scritto nulla.
Il risultato è mandare avanti ragazzi totalmente inabili alla futura vita civile, e li destiniamo consapevolmente a prendere sonore sberle in faccia dalla vita "vera" che c'è fuori dalla scuola.
Da parte mia continuerò a fare quel che faccio, compreso mettere note disciplinari a più che maggiorenni, perché per non avere rotture io non posso contribuire a non educare ragazzi che, là fuori, saranno totalmente sprovvisti degli strumenti necessari a sopravvivere. Anche questa è dispersione scolastica, ben peggiore di quella esplicita.
Per mia esperienza, giunto alla fine dell'anno scolastico 2018/2019, constato che ben due (2) classi sulle cinque (5) assegnatemi non ne volevano sapere di dialogare con me (la classe prima in maniera "irrequieta", per non dire da bravi figli di p...apà; la classe seconda in maniera educata, lo ammetto): mi sono rifiutato anch'io di dialogare con loro, con le genitrici e i genitori, ed anche nei rispettivi consigli di classe.
Risultato: non sapevano più come contestarmi!, dato che avevo, letteralmente, la burocrazia in regola, e non ero\sono obbligato a parlare di nulla, al di fuori della matematica!
Proposta: non dialogare!, queste sono le regole, e se le violi, ti becchi una punizione senza sconti!
...parola di uno che si è sentito minacciato più volte da dei quattordicenni di 'sto piffero con parole del tipo "Ti denunzio!" o "Ti faccio licenziare!" perché così loro (elle senza apostrofo oro) avevano deciso, senza alcun fondamento nel diritto vigente; a seguire: nessun intervento della dirigenza, se non quello di consigliarmi di continuare a dialogare!
Ovviamente LA[nota]Essendo una donna, anche se voleva essere chiamata col genere grammaticale maschile[/nota] dirigente scolastico non m'ha richiamato l'anno seguente, e chissà che faccia fece nel sapere che ebbi il mio primo incarico in università...
Risultato: non sapevano più come contestarmi!, dato che avevo, letteralmente, la burocrazia in regola, e non ero\sono obbligato a parlare di nulla, al di fuori della matematica!
Proposta: non dialogare!, queste sono le regole, e se le violi, ti becchi una punizione senza sconti!
...parola di uno che si è sentito minacciato più volte da dei quattordicenni di 'sto piffero con parole del tipo "Ti denunzio!" o "Ti faccio licenziare!" perché così loro (elle senza apostrofo oro) avevano deciso, senza alcun fondamento nel diritto vigente; a seguire: nessun intervento della dirigenza, se non quello di consigliarmi di continuare a dialogare!
Ovviamente LA[nota]Essendo una donna, anche se voleva essere chiamata col genere grammaticale maschile[/nota] dirigente scolastico non m'ha richiamato l'anno seguente, e chissà che faccia fece nel sapere che ebbi il mio primo incarico in università...
Bof, stiamo parlando di Rovigo, praticamente la Louisiana del veneto profondo, terra di queste e altre meraviglie; io ricordo che l'evento di punta del mio primo anno di liceo fu uno stronzo definito dai rappresentanti di classe "un'anaconda" che fu deposto in uno dei lavandini del bagno dei maschi. Non è come sparare a una professoressa con la pistola a pallini, ma non è nemmeno un gesto gentile nei confronti dell'isitituzione.
E poi boh, la gente che pippava in bagno o sul retro della scuola, e tante altre cose, insomma non è che fosse un clima dei più gioviali anche nel primo quinquennio dei 2000. E' che non c'era internet, le famiglie erano cattoliche, conservatrici, e molto preoccupate di quel che la gente pensa (heh, erano...). Quindi si parlava poco di quel che tizio o caio stavano passando e di come l'angustia dell'avere 14-18 anni esacerbasse fino a diventare violenza.
E poi boh, la gente che pippava in bagno o sul retro della scuola, e tante altre cose, insomma non è che fosse un clima dei più gioviali anche nel primo quinquennio dei 2000. E' che non c'era internet, le famiglie erano cattoliche, conservatrici, e molto preoccupate di quel che la gente pensa (heh, erano...). Quindi si parlava poco di quel che tizio o caio stavano passando e di come l'angustia dell'avere 14-18 anni esacerbasse fino a diventare violenza.