La matematica è ovunque
non ci rendiamo caonto che la metematica la applichiamo dappertutto, e che senza alcune leggi scientifiche o matematiche, noi non potremmo fare molte cose che ormai per noi sono abitudini, quando guardiamo la tv satellitare o digitale, il micronde, ci spostiamo in automobile o in aereo, perfino quando scendiamo per una discesa, o saliamo per una salita, applichiamo la fisica anche quando spostiamo i mobili, w ci possono essere ancora molti esempi.
so che queste cose possono essere scontate o banali, ma conosco molta gente che non capisce tutto ciò.
datemi la vostra opinione
so che queste cose possono essere scontate o banali, ma conosco molta gente che non capisce tutto ciò.
datemi la vostra opinione
Risposte
..bhè..se la vedi da quel punto di vista siamo immersi nella matematica e nella fisica come nell'italiano, nell'inglese, nella filosofia e nella storia..quindi..
Ottima puntualizzazione, Fredericlet. Grazie a tutti e ciao.
Ciao
mi pare che i toni un po' accesi sottendano precomprensioni diamentralmente opposte circa quello che chiamero l'appercezione matematica della vita (del mondo, dell'esistente, o quel che volete). Non son qui per fare l'avvocato di nessuno, quindi dico la mia.
La questione posta col dire "la matematica é ovunque", a mio avviso implica una ben chiara gnoseologia, direi un realismo forte, nel senso che quello che esiste matematicamente nel pensiero é anche nelle cose. Reichenbach, filosofo della scienza della prima metà del XX secolo sosteneva che la conoscenza matematica é come un'estensione vastissima dei dati sensibili. C'è in altri termini una capacità di insight che a chi ha la predisposizione per la matematica (la fisica, la logica, la filosofia, insomma qualche forma teoretica del sapere) permette di esperire il mondo se così si può dire "a grana fine". Di opinione analoga era Einstein. Ed effettivamente, nel caso di Einstein per esempio, che la conoscenza matematica dello spazio-tempo fosse in qualche modo conoscenza della natura lo stanno a dimostrare le "non falsificazioni" della sua teoria allorché predisse la curvatura della luce stellare prodotta dal Sole, e le variazioni orbitali di Mercurio. Credo l'argomento più forte a favore dell'effettiva conoscenza del mondo per via matematica sia il carattere predittivo ed empiricamente constatabile delle teorie. Come nel caso per esempio delle cd variabili / particelle nascoste della Meccanica Quantistica.
Una posizione più moderata potrebbe essere quella che dice "tutto va come se ci fosse la matematica ovunque". E tuttavia quel come se non inteso in senso probabilistico, ma piuttosto come diverso linguaggio che traduce per il pensiero il linguaggio originario della Natura.
Personalmente sono per questa posizione più moderata che nulla toglie al valore della conoscenza matematica. Semplicemente intende rispettare la priorità ontologica del reale rispetto al pensiero. E questo per evitare una forma di riduzionismo della Natura / dell'Universo nel loro complesso al linguaggio matematico, e d'altra parte dal circoscrivere la matematica all'ambito fisico ed empirico, con grave danno per le sue formulazioni astratte. E' inoltre probabile quando soprattutto si ha ache fare con la vita, la materia vivente, che la Natura realizzi in modo molto peculiare basandosi su proteine, DNA, membrane, differenze di potenziale, sinapsi chimiche ed elettroniche, quel che può essere simulato da sistemi di equazioni alle derivate parziali, o dalla reiterazione di semplici algoritmi. Forse per essere più precisi andrebbe introdotto un fattore di scala entro cui l'asserto "la matematica é ovunque" sia sempre valido, mentre ad altre scale e/o livelli di complessità valga sempre "tutto va come se la matematica fosse ovunque".
Un tema quello proposto, decisamente affascinante!
Complimenti all'ideatore
ciao
mi pare che i toni un po' accesi sottendano precomprensioni diamentralmente opposte circa quello che chiamero l'appercezione matematica della vita (del mondo, dell'esistente, o quel che volete). Non son qui per fare l'avvocato di nessuno, quindi dico la mia.
La questione posta col dire "la matematica é ovunque", a mio avviso implica una ben chiara gnoseologia, direi un realismo forte, nel senso che quello che esiste matematicamente nel pensiero é anche nelle cose. Reichenbach, filosofo della scienza della prima metà del XX secolo sosteneva che la conoscenza matematica é come un'estensione vastissima dei dati sensibili. C'è in altri termini una capacità di insight che a chi ha la predisposizione per la matematica (la fisica, la logica, la filosofia, insomma qualche forma teoretica del sapere) permette di esperire il mondo se così si può dire "a grana fine". Di opinione analoga era Einstein. Ed effettivamente, nel caso di Einstein per esempio, che la conoscenza matematica dello spazio-tempo fosse in qualche modo conoscenza della natura lo stanno a dimostrare le "non falsificazioni" della sua teoria allorché predisse la curvatura della luce stellare prodotta dal Sole, e le variazioni orbitali di Mercurio. Credo l'argomento più forte a favore dell'effettiva conoscenza del mondo per via matematica sia il carattere predittivo ed empiricamente constatabile delle teorie. Come nel caso per esempio delle cd variabili / particelle nascoste della Meccanica Quantistica.
Una posizione più moderata potrebbe essere quella che dice "tutto va come se ci fosse la matematica ovunque". E tuttavia quel come se non inteso in senso probabilistico, ma piuttosto come diverso linguaggio che traduce per il pensiero il linguaggio originario della Natura.
Personalmente sono per questa posizione più moderata che nulla toglie al valore della conoscenza matematica. Semplicemente intende rispettare la priorità ontologica del reale rispetto al pensiero. E questo per evitare una forma di riduzionismo della Natura / dell'Universo nel loro complesso al linguaggio matematico, e d'altra parte dal circoscrivere la matematica all'ambito fisico ed empirico, con grave danno per le sue formulazioni astratte. E' inoltre probabile quando soprattutto si ha ache fare con la vita, la materia vivente, che la Natura realizzi in modo molto peculiare basandosi su proteine, DNA, membrane, differenze di potenziale, sinapsi chimiche ed elettroniche, quel che può essere simulato da sistemi di equazioni alle derivate parziali, o dalla reiterazione di semplici algoritmi. Forse per essere più precisi andrebbe introdotto un fattore di scala entro cui l'asserto "la matematica é ovunque" sia sempre valido, mentre ad altre scale e/o livelli di complessità valga sempre "tutto va come se la matematica fosse ovunque".
Un tema quello proposto, decisamente affascinante!
Complimenti all'ideatore
ciao

Per nato_pigro: se ci mettevi un qualche panno sotto i piedi del mobile avresti diminuito l'attrito ed evitato che si bloccasse contro le piastrelle.
Il nostro corpo è un programma in grado di risolvere le equazioni fisiche necessarie al nostro moto autonomamente. Mi sembra esagerato pensare alla fisica quando scendi le scale. E ancora di più parlare di applicare la fisica. La fisica è la scienza, noi la applichiamo quando descriviamo il moto ma quando scendiamo le scale noi stiamo solamente sentendo il fenomeno fisico e i nostri muscoli stanno reagendo a quelli stimoli. Quando guidiamo un'auto non ci mettiamo a calcolare la forza centripeta necessaria per curvare ma usiamo la nostra esperienza di guidatori per farla. La matematica, la fisica, l'ingegneria sono stati usati per permetterci di guidare una macchina ma l'oggetto finito non viene usato da una persona "istruita" sulle leggi che governano il moto dell'automobile.
Le frasi mi sembrano un po' di un esaltato che vede num3rs... Cioè è vero che è stata usata ad un certo punto del processo e anche massicciamente ma mi sembra esagerato dire che una persona effettivamente usi la fisica tutti i giorni, se fosse così il nostro corpo non reagirebbe abbastanza velocemente agli stimoli.
ah, ok

ok, ma da come si è espresso m94co il concetto risultava un po' troppo generale e vago...

Non c'è bisogno di lottare con morsi e insulti per muovere qualcosa che già si muove. In fisica sono noti fenomeni di permanenza assoluta? [Se sì, approfitto per imparare qualcosa e aspetto di sapere]. Da un vero nato_pigro che crede nella fisica mi aspetto che lasci stare il mobile, ch'è appunto 'mobile'.
Sulle tue puntualizzazioni concordo, ma non credo che m94co volesse intendere in particolare che matematica e fisica ci spiegano fenomeni altrimenti incomprensibili. Mi pareva volesse dire che siamo immersi in un mondo in cui non possiamo non trovare costantemente, siano esse creazione, scoperta, invenzione o quel che si voglia dire, strutture 'matematiche' in tutto il circondario e questo senza essere laureati in matematica o fisica, e che questo è ragione, a voler ben vedere, di profonda meraviglia.
Ciao.
"oruam":
Come fai a dire che credi nella fisica se sposti i mobili? Se c'è vera fede, si muovono da sé.
Grazie delle puntualizzazioni.
non ho ben capito...
Come fai a dire che credi nella fisica se sposti i mobili? Se c'è vera fede, si muovono da sé.
Grazie delle puntualizzazioni.
mi vedo costretto ad ammettere di aver spostato un mobile, e sebbene io creda nella fisica in questa mia esperienza ho duvuto pure insultare e mordere il mobile prima che si decidesse a muoversi
"oruam":
[quote="nato_pigro"]io quando sposto un mobile non applico alcuna teoria fisica. Spingo e basta.
Dubito fortemente che tu possa evitare di porti delle questioni di carattere fisico-geometrico nello spingere il tuo mobile.[/quote]
La mi affermazione un po' ironica era per "abbassare il tiro" della tua affermazione.

Nel senso che quando c'è da spostare il mobile a me interessa spostare il mobile e non mi pongo il problema di quale sia la legge fisica che governa ciò. Io spingo e basta, spingo come meglio mi viene stando attento che il mobile non cada, che non si rovini troppo strisciando per terra. Posso anche sapere che per spostare un oggetto su una superfice piana con meno lavoro possibile mi conviene applicare una forza parallela al piano di scorrimento, il problema è che ciò non può essere applicato perfettamente. Il mobile non è omogeno, le mie braccia non producono un vettore ma appoggiano su due spalle le quali appoggiano su due gambe per cui risulterà più comodo spingere in avanti ma anche verso l'alto piuttosto che perfettamente in orizzontale. Può essere che il mobile si pianti tra due piastrelle e se spingo orozzontale il mobile mi si impunti e si capovolga. Inoltre lo sforzo del momento non è proprio l'ideale per pensare alle nostre care leggi fisiche... Il senso comune e l'esperienza in questi casi vince contro la fisica.
E con questo non dico che la fisica non sia in grado di governare anche completamente il fenomeno, solo che se mi metto a studiare il pavimento, la superficie di scorrimento del mobile, la sua disposizione della massa, le mie braccia e il mio corpo in generale, l'attrito delle mie scarpe e tutto il resto mi accorgo che il fenomeno diventa complesso e che non ne vale più la pena, ergo mi metto a spingere. Mi posso chiedere quale sia l'ideale a cui avvicinarmi nello spingere, la realtà poi è che spingo come meglio mi riesce e basta.
Nessuno quando deve spingere un mobile pensa alla fisica e applica esattemente quello che ha dedotto.
Quindi non è vero che la matematica la applichiamo dappertutto, quando accendo la tv non penso ai lavori del signor Perrin, schiaccio il pulsante e basta.
Che la matematica sia dappertutto è un'altro discorso.

Uhm, dal nick e dalla firma, mi sa che nato_pigro non abbia mai vissuto quell'esperienza che descrive

Quindi, caro ouram, visto che ex falso sequitur quodlibet, dubito che riuscirai a smentire l'affermazione che ha fatto nato_pigro.
Tornando in topic, vorrei dire a m94co che effettivamente si puo' vedere matematica in moltissimi contesti. E uno dei "divertimenti" piu' belli e' andare a scoprirla laddove meno uno se l'aspetta. Oppure rendersi conto che la stessa "parte" di matematica funziona in contesti diversissimi tra loro.
Un po' come chi non ha avuto una educazione musicale (\me, per esempio) non riesce ad apprezzare certi aspetti della musica, una cosa simile avviene per chi non e' stato educato a "vedere" la matematica.
"nato_pigro":
io quando sposto un mobile non applico alcuna teoria fisica. Spingo e basta.
Dubito fortemente che tu possa evitare di porti delle questioni di carattere fisico-geometrico nello spingere il tuo mobile.
io quando sposto un mobile non applico alcuna teoria fisica. Spingo e basta.
Se quello che volevi dire è che la matematica spiega molte cose ed è servita per diverse tecnologie allora ok, hai ragione, è banale.
Se quello che volevi dire è che la matematica spiega molte cose ed è servita per diverse tecnologie allora ok, hai ragione, è banale.
