Informazione e aumento dei prezzi
INFORMAZIONE E AUMENTO DEI PREZZI.
Secondo voi c’è correlazione?
Voglio dire l’informazione martellante sull’aumento dei prezzi, aiuta a tenerli bassi, o contribuisce a farli lievitare.
Io faccio questo ragionamento;
mi metto nei panni di un commerciante di provincia, per esempio un fruttivendolo,
Vendo i carciofi a 40 centesimi l’uno, e il costo di acquisto è pari al costo di acquisto di un commerciante di altre località, e sento continuamente attraverso i mezzi di informazione che nelle altre località li vendono oggi a 90 centesimi domani a un euro dopodomani a un euro e dieci e via discorrendo. Ma, dopo un po’ penso che mi viene spontaneo dirmi, ma sono stupido a vendere a 40 centesimi? Quasi quasi aumento i carciofi di dieci centesimi, la gente non penserà nulla, anzi si sentirà fortunata di non abitare nelle località dove li vendono a 100, e aumenta un poco oggi , un poco domani, alla fine diventa un circolo vizioso.
Se vi và, provate a continuare.
Secondo voi c’è correlazione?
Voglio dire l’informazione martellante sull’aumento dei prezzi, aiuta a tenerli bassi, o contribuisce a farli lievitare.
Io faccio questo ragionamento;
mi metto nei panni di un commerciante di provincia, per esempio un fruttivendolo,
Vendo i carciofi a 40 centesimi l’uno, e il costo di acquisto è pari al costo di acquisto di un commerciante di altre località, e sento continuamente attraverso i mezzi di informazione che nelle altre località li vendono oggi a 90 centesimi domani a un euro dopodomani a un euro e dieci e via discorrendo. Ma, dopo un po’ penso che mi viene spontaneo dirmi, ma sono stupido a vendere a 40 centesimi? Quasi quasi aumento i carciofi di dieci centesimi, la gente non penserà nulla, anzi si sentirà fortunata di non abitare nelle località dove li vendono a 100, e aumenta un poco oggi , un poco domani, alla fine diventa un circolo vizioso.
Se vi và, provate a continuare.
Risposte
Caro kidwest, questo è un problema grosso.
Non tutti gli aventi diritto al voto sono laureati in economia (ovviamente non sono tenuti).
Il punto è la trasparenza dell'informazione.
Lo scopo dell'informazione è mettere chiunque in condizioni di poter decidere sulla base della propria convenienza.
Negli ultimi 15 anni, l'informazione nella politica italiana ha giocato un ruolo chiave ed è tutt'altro che trasparente.
Non credo sia un caso.
Da laureato in economia, affermo senza dubbio che sento troppe, troppe bugie; buona parte di queste bugie vengono dette in malafede con la precisa intenzione di ingannare le persone. Cioè, far credere a Tizio che per lui Caio sia meglio di Sempronio quando in realtà è il contrario.
Ad esempio, ieri sera, in una nota trasmissione televisiva, ho sentito un candidato premier affermare che se i lavoratori muoiono sul lavoro è colpa dei sindacati.
Evidentemente, questa persona non ha mai messo piede su un posto di lavoro. Poco dopo, infatti, lo ha affermato.
Tuttavia, continuava, con forza, a sostenere questa sua tesi piuttosto bizzarra.
Magia della politica...
Non tutti gli aventi diritto al voto sono laureati in economia (ovviamente non sono tenuti).
Il punto è la trasparenza dell'informazione.
Lo scopo dell'informazione è mettere chiunque in condizioni di poter decidere sulla base della propria convenienza.
Negli ultimi 15 anni, l'informazione nella politica italiana ha giocato un ruolo chiave ed è tutt'altro che trasparente.
Non credo sia un caso.
Da laureato in economia, affermo senza dubbio che sento troppe, troppe bugie; buona parte di queste bugie vengono dette in malafede con la precisa intenzione di ingannare le persone. Cioè, far credere a Tizio che per lui Caio sia meglio di Sempronio quando in realtà è il contrario.
Ad esempio, ieri sera, in una nota trasmissione televisiva, ho sentito un candidato premier affermare che se i lavoratori muoiono sul lavoro è colpa dei sindacati.
Evidentemente, questa persona non ha mai messo piede su un posto di lavoro. Poco dopo, infatti, lo ha affermato.
Tuttavia, continuava, con forza, a sostenere questa sua tesi piuttosto bizzarra.
Magia della politica...
“ citazione di SnakePlinsky “
Se i cittadini fossero razionali, essendo i poveri in quantità maggiori dei ricchi, si coalizzerebbero per la redistribuzione.
Certo oggi molti votano quello colla R moscia, ma non tanti come il livello di disuguaglianza sociale farebbe presagire. In mezzo a questo conto che non torna ci sono i problemi della razionalità limitata e delle asimmetrie informative (e anche la stupidità umana).
Strano, vero?
Domanda - ipotesi;
non potrebbe essere utile, per tutti, “ricominciare fortemente” ( perché mi sembra che si stanno perdendo di vista) proprio con ” l’obbligarsi ” tutti i partiti, a riportare a grandi lettere, in modo sintetico, ma preciso, reale, quale è l’obbiettivo “ principale “ magari a lungo termine che si prefiggono? Quale è appunto l’ideale di vita sociale che “vorrebbero” perseguire? Prima ancora del solito programmino turafalle pre-elettorale, specificando quale è il loro motivo di “essere”, oltre i soliti manifesti, i soliti slogan, i soliti ragionamenti tappabuchi?
“ Forse” tanti nuovi, piccoli, e piccolissimi partiti, probabilmente non avrebbero più nemmeno motivo di “essere”, che “a mio avviso”, servono solo a disperdere la “ folla “, la “ forza “, è già sarebbe qualcosa.
Fosse anche, per ricordare a loro stessi, il motivo della loro esistenza.
Citazione di Cheguevilla ”
Per quanto riguarda il libero mercato, ha i suoi pregi e i suoi difetti, con punte forse più accentuate rispetto al sistema socialdemocratico.
A favore c'è uno sviluppo più rapido e un maggior potenziale di arricchimento individuale
Tuttavia, gli esempi esistenti dicono chiaramente che i riflessi negativi di questo modello sono notevoli (a mio parere insostenibili in una società moderna); questi vanno dall'elevata concentrazione del reddito (che è un fenomeno autoindotto e difficilmente reversibile ed è a sua volta causa dell'aumento del numero di persone al di sotto della soglia di povertà) alla diminuzione della qualità delle condizioni lavorative.
Da qui, l’”impressione” personalissima, che c’è ancora tanta gente, che vota, ma che “forse“ in realtà non sa bene per cosa vota, per quali ideali di vita sociale futura vota, mentre se informati come si deve, votando questo o quello, “forse” possono “ipotizzare” che vita sociale aspettarsi, magari per i propri figli, e forse “ipotizzare” le conseguenze future,“inevitabili”, dell’una o dell’altra strada.
Sembra un po’ come il gioco d’azzardo, in un paese, in uno stato, più si è poveri, più si gioca, si vive di speranza, senza rendersi conto della conseguenza che; la stragrande maggioranza diventa sempre più povera, e solo i gestori del gioco si arricchiscono, più pochi fortunati, rispetto alla massa.
(non so se ci vedete il nesso? )
Se i cittadini fossero razionali, essendo i poveri in quantità maggiori dei ricchi, si coalizzerebbero per la redistribuzione.
Certo oggi molti votano quello colla R moscia, ma non tanti come il livello di disuguaglianza sociale farebbe presagire. In mezzo a questo conto che non torna ci sono i problemi della razionalità limitata e delle asimmetrie informative (e anche la stupidità umana).
Strano, vero?
Domanda - ipotesi;
non potrebbe essere utile, per tutti, “ricominciare fortemente” ( perché mi sembra che si stanno perdendo di vista) proprio con ” l’obbligarsi ” tutti i partiti, a riportare a grandi lettere, in modo sintetico, ma preciso, reale, quale è l’obbiettivo “ principale “ magari a lungo termine che si prefiggono? Quale è appunto l’ideale di vita sociale che “vorrebbero” perseguire? Prima ancora del solito programmino turafalle pre-elettorale, specificando quale è il loro motivo di “essere”, oltre i soliti manifesti, i soliti slogan, i soliti ragionamenti tappabuchi?
“ Forse” tanti nuovi, piccoli, e piccolissimi partiti, probabilmente non avrebbero più nemmeno motivo di “essere”, che “a mio avviso”, servono solo a disperdere la “ folla “, la “ forza “, è già sarebbe qualcosa.
Fosse anche, per ricordare a loro stessi, il motivo della loro esistenza.
Citazione di Cheguevilla ”
Per quanto riguarda il libero mercato, ha i suoi pregi e i suoi difetti, con punte forse più accentuate rispetto al sistema socialdemocratico.
A favore c'è uno sviluppo più rapido e un maggior potenziale di arricchimento individuale
Tuttavia, gli esempi esistenti dicono chiaramente che i riflessi negativi di questo modello sono notevoli (a mio parere insostenibili in una società moderna); questi vanno dall'elevata concentrazione del reddito (che è un fenomeno autoindotto e difficilmente reversibile ed è a sua volta causa dell'aumento del numero di persone al di sotto della soglia di povertà) alla diminuzione della qualità delle condizioni lavorative.
Da qui, l’”impressione” personalissima, che c’è ancora tanta gente, che vota, ma che “forse“ in realtà non sa bene per cosa vota, per quali ideali di vita sociale futura vota, mentre se informati come si deve, votando questo o quello, “forse” possono “ipotizzare” che vita sociale aspettarsi, magari per i propri figli, e forse “ipotizzare” le conseguenze future,“inevitabili”, dell’una o dell’altra strada.
Sembra un po’ come il gioco d’azzardo, in un paese, in uno stato, più si è poveri, più si gioca, si vive di speranza, senza rendersi conto della conseguenza che; la stragrande maggioranza diventa sempre più povera, e solo i gestori del gioco si arricchiscono, più pochi fortunati, rispetto alla massa.
(non so se ci vedete il nesso? )
Certo oggi molti votano quello colla R moscia, ma non tanti come il livello di disuguaglianza sociale farebbe presagire.Probabilmente perché non riesce a rappresentare adeguatamente questo bisogno...
"kidwest":
"citazione"
(Possiamo dire che questo genererebbe una discesa dei prezzi? Se la disinformazione li fa alzare l'informazione può farli abbassare (anche in misura diversa) o perlomeno fissarli? )
Nemmeno io, ci capisco, ragiono da ignorante in materia, e attraverso il ragionamento, provo a trarre delle conclusioni ,
per cui appunto, credo che è sempre l’informazione che può, sia far aumentare, che far diminuire i prezzi di un prodotto.
La disinformazione, cioè l’assenza di informazione, “forse” potrebbe influire sulla stabilizzazione.
Un po’ come una rivolta, se non c’è chi informa, chi aggrega, chi fomenta, quale rivolta ci può essere?
Oppure potremmo metterla anche in questi termini; se ad ogni azione corrisponde una reazione, al silenzio, che pure è un azione, quale reazione dovrebbe corrispondere?
Però SnakePlinsky, che è del settore, ci dice che non c'è nulla da fare.
Aspetta, non affrettiamo conclusioni: in italia c'è stata una precisa volontà politica sul non controllare i prezzi (e oltre al danno, la beffa: pochi giorni fà sentivo Egli che dava la colpa di questo al Mortadella. Se non ci fosse gente che ci crede farebbe ridere...), mentri in altri paesi gli aumenti sono stati molto più contenuti:
Dopo 7 anni, un tasso di inflazione annuo all'1,5% da un aumento dei prezzi pari all'11% ( $ 1,015^7 =1,11$) mentre al 3% il livello dei prezzi aumenta del 23% ($ 1,03^7=1,23$), un tasso pari al 4% annuo provoca un aumento del 31,5% in 7 anni ($ 1.04^7=1,315$).
Quindi quelle che sembrano piccole divergenze, dopo anni sono voragini.
Poi che ci sia le tendenza all'inflazione secolare, non significa che possano esserci periodi con stabilità.
Tornando al discorso dell'entropia: ci sono similitudini (per esempio l'inflazione è irreversibile, o quasi: la deflazione è un fenomeno raro), non bisogna però dimenticare che l'inflazione è una cosa semplicissima: ovvero la moneta che cresce più velocemente della ricchezza.
Rispondo a SnakePlinsky, veramente un po’ arrabbiato lo sono, ma, no, non me la prendo con gli economisti, e poi dai ragionamenti che fai, “più o meno”, mi sembra che siamo sulla stessa linea, è solo un po’ di risentimento verso tutto il sistema politico, che non mi piace, che non funziona, un sistema che, al contrario di come dovrebbe essere, sembra fare di tutto per favorire la corruzione, la disonestà, la speculazione, dove la gente che lavora, che produce, la gente onesta, istruiti e non, a stento riescono a vivere, e gli opportunisti, gli affaristi, gli speculatori, i mafiosi, si arricchiscono.
Secondo me questo è il vero problema. Anche per una questione demografica, la gente non si ribella.
Il “libero mercato”, purtroppo in alcuni casi, e per alcune categorie, è una realtà, in nero, illegale, ma è una realtà, fra cui, il mercato della manodopera, ( edilizia, agricoltura, ecc..) che con l’ingresso degli extracomunitari, si è allargato, siamo ritornati alla tratta degli schiavi.
Mi ricordo che; prima che gli extracomunitari diventassero tanti, almeno nel sud Italia, con la bella stagione c’erano tantissime donne che per necessità, andavano a raccogliere fragole, pomodori ecc…e già allora erano sfruttate, ma poi hanno dovuto cominciare a competere anche con gli extracomunitari, disposti ( purtroppo anche loro per necessità ) a lavorare per due soldi, e pian piano si è arrivati al punto che non ci vanno più, ma non perché è un lavoro duro, come molti vorrebbero far credere, ma per non essere sfruttate, umiliate, . C’è chi dice che i giovani di oggi, non vogliono lavorare, io invece credo che si rifiutano di essere umiliati, almeno fino a che gli è possibile, e che se ricompensati come si dovrebbe, lavorano volentieri.
Quello che volevo dire nel precedente intervento è che è comprensisbile che ci sia una data disuguaglianza in USA dove la struttura produttiva è privata, non in Italia dove è prevalentemente, in un modo o nell'altro, pubblica. Non ha senso, a meno che non si spieghi il tutto con la presenza di un'oligarchia all'interno del settore pubblico, quella che oggi viene chiamata "la casta".
Devo dire anche che, al contrario di come può sembrare da come scrivo, non sono invidioso della gente ricca, a me basta poco per vivere bene, è solo che mi fa rabbia l’ingiustizia, vedere degli emeriti imbecilli, che si arricchiscono alle spalle degli altri, rubando ed approfittando della posizione che occupano, ( e che chissà come? sono riusciti ad occupare! per merito? Pochissimi.) e che ti guardano dall’alto in basso, pensando di essere chissà che cosa.
( Sono per l’uguaglianza socioeconomica, che non vuol dire essere contro la piccola proprietà, da qualunque parte questa idea possa provenire), ma idealmente, forse mi andrebbe anche bene, uno stato basato su una “vera, sana, e onesta meritocrazia”, purché appunto come detto, vi siano dei limiti all’arricchimento. In questo modo credo che; “forse” si potrebbe accettare, di vedere persone che vivono meglio, ma per “meriti veri “, e non per discendenza, per sopraffazione, o per altro.
È logico che implica una stato che funziona, una giustizia che funziona, con “diritti e doveri” e non come oggi, che sembra fatto di soli diritti, guai a parlare di “dovere”, di lavoro, e chiunque va in un ufficio “ pubblico ” se ne rende conto. Sembrano fare a gara, a chi meno può fare.
Parliamo di ideali politici, ma credete che ci sono ancora politici che diventano tali, per perseguire “veramente” un ideale di vita sociale? Personalmente sono molto sfiduciato, ormai ( eccetto qualcuno, tra cui quel tipo con la R “ moscia “ , se ho capito bene di chi parli.) li vedo un po’ tutti come dei “parassiti ”, che vivono approfittando degli altri. A mio modestissimo avviso, è da qui che nascono tutti i problemi della nostra società, fino a che, a governarci ci saranno, affaristi, speculatori, e chissà che altro, che degli ideali in realtà se ne fregano, che vogliamo aspettarci? E nei piccoli paesi, possiamo vederlo tutti, persone che si fanno e si dicono di tutto, ma, non per ideali, solo per interessi, per loro in sostanza, un’idea vale l’altra, basta che possono fare parte della spartizione.
Dovremmo costringerli a fare voto di povertà per stare tranquilli, almeno così se sbagliano, forse possiamo dire che hanno sbagliato in buona fede.
Questa è, più o meno la mia opinione, nel caso che non si fosse capito. Statalista? Si, ma a queste condizioni.
Ciao, ciao.
Concordo con molte cose che scrivi, sono tuttavia pessimista per una questione demografica (non riesco ad immaginare una folla di pensionati con forconi in mano che assaltano Montecitorio e Arcore

La questione della validità tra i due modelli si riduce ad un giudizio di valore, ad una pura questione ideologica personale.
Mai cosa fu più falsa: la questione si riduce ad interesse personale, niente di più, niente di meno.
Se i cittadini fossero razionali, essendo i poveri in quantità maggiori dei ricchi, si coalizzerebbero per la redistribuzione. Ma proprio da questa constatazione si capisce come l'assunto della razionalità degli operatori economici è fallace.
Certo oggi molti votano quello colla R moscia, ma non tanti come il livello di disuguaglianza sociale farebbe presagire. In mezzo a questo conto che non torna ci sono i problemi della razionalità limitata e delle asimmetrie informative (e anche la stupidità umana).
No, non era una battuta.
Tuttavia, è presto per festeggiare, io ho solo fatto richiesta...
Tuttavia, è presto per festeggiare, io ho solo fatto richiesta...
"Cheguevilla":
P.S.: Oggi ho fatto richiesta di trasferimento in Danimarca.
Se non era una battuta... beato te! Presto me ne andrò anch'io...
La “socialdemocrazia”, l’idea di “ togliere “ pacificamente e progressivamente ai ricchi e dare ai proletari, oggi è ancora cosi? O meglio, ma è mai stato così? A giudicare dai fatti, a me non sembra proprio.In Italia c'è un sistema che non funziona a dovere, ma questo non significa che il modello socialdemocratico non funzioni.
I paesi con il più alto livello di benessere sociale, non a caso, sono paesi con un modello socialdemocratico (Svezia, Danimarca, Germania, Norvegia, ecc.).
Per quanto riguarda il libero mercato, ha i suoi pregi e i suoi difetti, con punte forse più accentuate rispetto al sistema socialdemocratico.
A favore c'è uno sviluppo più rapido e un maggior potenziale di arricchimento individuale.
Tuttavia, gli esempi esistenti dicono chiaramente che i riflessi negativi di questo modello sono notevoli (a mio parere insostenibili in una società moderna); questi vanno dall'elevata concentrazione del reddito (che è un fenomeno autoindotto e difficilmente reversibile ed è a sua volta causa dell'aumento del numero di persone al di sotto della soglia di povertà) alla diminuzione della qualità delle condizioni lavorative.
La questione della validità tra i due modelli si riduce ad un giudizio di valore, ad una pura questione ideologica personale.
Per quello che può valere la mia opinione, io sono fortemente propenso verso il modello socialdemocratico, ma le motivazioni di questa scelta sono basate sul mio modo di pensare e sui miei assunti di base che possono essere diversi da quelli delle altre persone.
P.S.: Oggi ho fatto richiesta di trasferimento in Danimarca.
"citazione"
(Possiamo dire che questo genererebbe una discesa dei prezzi? Se la disinformazione li fa alzare l'informazione può farli abbassare (anche in misura diversa) o perlomeno fissarli? )
Nemmeno io, ci capisco, ragiono da ignorante in materia, e attraverso il ragionamento, provo a trarre delle conclusioni ,
per cui appunto, credo che è sempre l’informazione che può, sia far aumentare, che far diminuire i prezzi di un prodotto.
La disinformazione, cioè l’assenza di informazione, “forse” potrebbe influire sulla stabilizzazione.
Un po’ come una rivolta, se non c’è chi informa, chi aggrega, chi fomenta, quale rivolta ci può essere?
Oppure potremmo metterla anche in questi termini; se ad ogni azione corrisponde una reazione, al silenzio, che pure è un azione, quale reazione dovrebbe corrispondere?
Però SnakePlinsky, che è del settore, ci dice che non c'è nulla da fare.
L’informazione la vedo un po’, come un’arma, e come tale, andrebbe usata con cautela e consapevolezza delle conseguenze.
Questo però, mi fa venire un dubbio! pensare anche ad un’altra cosa, mi fa pensare male, ( e se, consapevole delle conseguenze, fosse tutta una strategia di Bonaparte ? “ vedi, pose, atteggiamenti, statura, e sai chi è “. La possibilità, e devo dire anche l’intelligenza c’e l’ha, per cui, chissà?
"Citazione"
(Volevo aggiungere solo una cosa che forse è una fesseria. Ho sempre pensato alla svalutazione della moneta in atto più o meno da quando esiste la moneta simile al principio di entropia ben noto in fisica. Non so se è azzardato ma mi sembra che come l'energia di un sistema perde "efficacia" e si disperde così la ricchezza si disperde e la moneta che è una misura della ricchezza nel momento in cui viene immessa in circolo in un momento successivo non rappresenta più la quantità effettiva di ricchezza "utile", "efficace". Però la mia è forse un'idea dell'economia fatta con i lego...)
Bella questa interpretazione.
Rispondo a SnakePlinsky, veramente un po’ arrabbiato lo sono, ma, no, non me la prendo con gli economisti, e poi dai ragionamenti che fai, “più o meno”, mi sembra che siamo sulla stessa linea, è solo un po’ di risentimento verso tutto il sistema politico, che non mi piace, che non funziona, un sistema che, al contrario di come dovrebbe essere, sembra fare di tutto per favorire la corruzione, la disonestà, la speculazione, dove la gente che lavora, che produce, la gente onesta, istruiti e non, a stento riescono a vivere, e gli opportunisti, gli affaristi, gli speculatori, i mafiosi, si arricchiscono.
In quanto al saccheggio della cosa pubblica, credo che anche tu, come me, devi ringraziare i tuoi concittadini, credo che non sono cose che si possono fare da soli, diciamo che abbiamo contribuito tutti che è meglio.
La “socialdemocrazia”, l’idea di “ togliere “ pacificamente e progressivamente ai ricchi e dare ai proletari, oggi è ancora cosi? O meglio, ma è mai stato così? A giudicare dai fatti, a me non sembra proprio.
Il “libero mercato”, purtroppo in alcuni casi, e per alcune categorie, è una realtà, in nero, illegale, ma è una realtà, fra cui, il mercato della manodopera, ( edilizia, agricoltura, ecc..) che con l’ingresso degli extracomunitari, si è allargato, siamo ritornati alla tratta degli schiavi.
Mi ricordo che; prima che gli extracomunitari diventassero tanti, almeno nel sud Italia, con la bella stagione c’erano tantissime donne che per necessità, andavano a raccogliere fragole, pomodori ecc…e già allora erano sfruttate, ma poi hanno dovuto cominciare a competere anche con gli extracomunitari, disposti ( purtroppo anche loro per necessità ) a lavorare per due soldi, e pian piano si è arrivati al punto che non ci vanno più, ma non perché è un lavoro duro, come molti vorrebbero far credere, ma per non essere sfruttate, umiliate, . C’è chi dice che i giovani di oggi, non vogliono lavorare, io invece credo che si rifiutano di essere umiliati, almeno fino a che gli è possibile, e che se ricompensati come si dovrebbe, lavorano volentieri.
Fino a che gli è possibile, perché la realtà è che; lavoro bello, pulito, poco faticoso, per tutti non c’è,
e tanti prima o poi , sono costretti a entrare in questo “mercato” del lavoro.
Mi chiedo: ma, in uno stato che funziona così, cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli? Ad essere onesti? O come fare a diventare ricchi? ad essere mafiosi, speculatori, insegnargli a sapersi approfittare delle debolezze degli altri?
Almeno ci fosse una regola irremovibile, che imponesse un limite di arricchimento, (accettabile e non troppo mortificante per gli altri), a chiunque, qualunque cosa abbia fatto o rappresenti, forse già sarebbe qualcosa.
Devo dire anche che, al contrario di come può sembrare da come scrivo, non sono invidioso della gente ricca, a me basta poco per vivere bene, è solo che mi fa rabbia l’ingiustizia, vedere degli emeriti imbecilli, che si arricchiscono alle spalle degli altri, rubando ed approfittando della posizione che occupano, ( e che chissà come? sono riusciti ad occupare! per merito? Pochissimi.) e che ti guardano dall’alto in basso, pensando di essere chissà che cosa.
( Sono per l’uguaglianza socioeconomica, che non vuol dire essere contro la piccola proprietà, da qualunque parte questa idea possa provenire), ma idealmente, forse mi andrebbe anche bene, uno stato basato su una “vera, sana, e onesta meritocrazia”, purché appunto come detto, vi siano dei limiti all’arricchimento. In questo modo credo che; “forse” si potrebbe accettare, di vedere persone che vivono meglio, ma per “meriti veri “, e non per discendenza, per sopraffazione, o per altro.
È logico che implica una stato che funziona, una giustizia che funziona, con “diritti e doveri” e non come oggi, che sembra fatto di soli diritti, guai a parlare di “dovere”, di lavoro, e chiunque va in un ufficio “ pubblico ” se ne rende conto. Sembrano fare a gara, a chi meno può fare.
Parliamo di ideali politici, ma credete che ci sono ancora politici che diventano tali, per perseguire “veramente” un ideale di vita sociale? Personalmente sono molto sfiduciato, ormai ( eccetto qualcuno, tra cui quel tipo con la R “ moscia “ , se ho capito bene di chi parli.) li vedo un po’ tutti come dei “parassiti ”, che vivono approfittando degli altri. A mio modestissimo avviso, è da qui che nascono tutti i problemi della nostra società, fino a che, a governarci ci saranno, affaristi, speculatori, e chissà che altro, che degli ideali in realtà se ne fregano, che vogliamo aspettarci? E nei piccoli paesi, possiamo vederlo tutti, persone che si fanno e si dicono di tutto, ma, non per ideali, solo per interessi, per loro in sostanza, un’idea vale l’altra, basta che possono fare parte della spartizione.
Dovremmo costringerli a fare voto di povertà per stare tranquilli, almeno così se sbagliano, forse possiamo dire che hanno sbagliato in buona fede.
Questa è, più o meno la mia opinione, nel caso che non si fosse capito. Statalista? Si, ma a queste condizioni.
Ciao, ciao.
(Possiamo dire che questo genererebbe una discesa dei prezzi? Se la disinformazione li fa alzare l'informazione può farli abbassare (anche in misura diversa) o perlomeno fissarli? )
Nemmeno io, ci capisco, ragiono da ignorante in materia, e attraverso il ragionamento, provo a trarre delle conclusioni ,
per cui appunto, credo che è sempre l’informazione che può, sia far aumentare, che far diminuire i prezzi di un prodotto.
La disinformazione, cioè l’assenza di informazione, “forse” potrebbe influire sulla stabilizzazione.
Un po’ come una rivolta, se non c’è chi informa, chi aggrega, chi fomenta, quale rivolta ci può essere?
Oppure potremmo metterla anche in questi termini; se ad ogni azione corrisponde una reazione, al silenzio, che pure è un azione, quale reazione dovrebbe corrispondere?
Però SnakePlinsky, che è del settore, ci dice che non c'è nulla da fare.
L’informazione la vedo un po’, come un’arma, e come tale, andrebbe usata con cautela e consapevolezza delle conseguenze.
Questo però, mi fa venire un dubbio! pensare anche ad un’altra cosa, mi fa pensare male, ( e se, consapevole delle conseguenze, fosse tutta una strategia di Bonaparte ? “ vedi, pose, atteggiamenti, statura, e sai chi è “. La possibilità, e devo dire anche l’intelligenza c’e l’ha, per cui, chissà?
"Citazione"
(Volevo aggiungere solo una cosa che forse è una fesseria. Ho sempre pensato alla svalutazione della moneta in atto più o meno da quando esiste la moneta simile al principio di entropia ben noto in fisica. Non so se è azzardato ma mi sembra che come l'energia di un sistema perde "efficacia" e si disperde così la ricchezza si disperde e la moneta che è una misura della ricchezza nel momento in cui viene immessa in circolo in un momento successivo non rappresenta più la quantità effettiva di ricchezza "utile", "efficace". Però la mia è forse un'idea dell'economia fatta con i lego...)
Bella questa interpretazione.
Rispondo a SnakePlinsky, veramente un po’ arrabbiato lo sono, ma, no, non me la prendo con gli economisti, e poi dai ragionamenti che fai, “più o meno”, mi sembra che siamo sulla stessa linea, è solo un po’ di risentimento verso tutto il sistema politico, che non mi piace, che non funziona, un sistema che, al contrario di come dovrebbe essere, sembra fare di tutto per favorire la corruzione, la disonestà, la speculazione, dove la gente che lavora, che produce, la gente onesta, istruiti e non, a stento riescono a vivere, e gli opportunisti, gli affaristi, gli speculatori, i mafiosi, si arricchiscono.
In quanto al saccheggio della cosa pubblica, credo che anche tu, come me, devi ringraziare i tuoi concittadini, credo che non sono cose che si possono fare da soli, diciamo che abbiamo contribuito tutti che è meglio.
La “socialdemocrazia”, l’idea di “ togliere “ pacificamente e progressivamente ai ricchi e dare ai proletari, oggi è ancora cosi? O meglio, ma è mai stato così? A giudicare dai fatti, a me non sembra proprio.
Il “libero mercato”, purtroppo in alcuni casi, e per alcune categorie, è una realtà, in nero, illegale, ma è una realtà, fra cui, il mercato della manodopera, ( edilizia, agricoltura, ecc..) che con l’ingresso degli extracomunitari, si è allargato, siamo ritornati alla tratta degli schiavi.
Mi ricordo che; prima che gli extracomunitari diventassero tanti, almeno nel sud Italia, con la bella stagione c’erano tantissime donne che per necessità, andavano a raccogliere fragole, pomodori ecc…e già allora erano sfruttate, ma poi hanno dovuto cominciare a competere anche con gli extracomunitari, disposti ( purtroppo anche loro per necessità ) a lavorare per due soldi, e pian piano si è arrivati al punto che non ci vanno più, ma non perché è un lavoro duro, come molti vorrebbero far credere, ma per non essere sfruttate, umiliate, . C’è chi dice che i giovani di oggi, non vogliono lavorare, io invece credo che si rifiutano di essere umiliati, almeno fino a che gli è possibile, e che se ricompensati come si dovrebbe, lavorano volentieri.
Fino a che gli è possibile, perché la realtà è che; lavoro bello, pulito, poco faticoso, per tutti non c’è,
e tanti prima o poi , sono costretti a entrare in questo “mercato” del lavoro.
Mi chiedo: ma, in uno stato che funziona così, cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli? Ad essere onesti? O come fare a diventare ricchi? ad essere mafiosi, speculatori, insegnargli a sapersi approfittare delle debolezze degli altri?
Almeno ci fosse una regola irremovibile, che imponesse un limite di arricchimento, (accettabile e non troppo mortificante per gli altri), a chiunque, qualunque cosa abbia fatto o rappresenti, forse già sarebbe qualcosa.
Devo dire anche che, al contrario di come può sembrare da come scrivo, non sono invidioso della gente ricca, a me basta poco per vivere bene, è solo che mi fa rabbia l’ingiustizia, vedere degli emeriti imbecilli, che si arricchiscono alle spalle degli altri, rubando ed approfittando della posizione che occupano, ( e che chissà come? sono riusciti ad occupare! per merito? Pochissimi.) e che ti guardano dall’alto in basso, pensando di essere chissà che cosa.
( Sono per l’uguaglianza socioeconomica, che non vuol dire essere contro la piccola proprietà, da qualunque parte questa idea possa provenire), ma idealmente, forse mi andrebbe anche bene, uno stato basato su una “vera, sana, e onesta meritocrazia”, purché appunto come detto, vi siano dei limiti all’arricchimento. In questo modo credo che; “forse” si potrebbe accettare, di vedere persone che vivono meglio, ma per “meriti veri “, e non per discendenza, per sopraffazione, o per altro.
È logico che implica una stato che funziona, una giustizia che funziona, con “diritti e doveri” e non come oggi, che sembra fatto di soli diritti, guai a parlare di “dovere”, di lavoro, e chiunque va in un ufficio “ pubblico ” se ne rende conto. Sembrano fare a gara, a chi meno può fare.
Parliamo di ideali politici, ma credete che ci sono ancora politici che diventano tali, per perseguire “veramente” un ideale di vita sociale? Personalmente sono molto sfiduciato, ormai ( eccetto qualcuno, tra cui quel tipo con la R “ moscia “ , se ho capito bene di chi parli.) li vedo un po’ tutti come dei “parassiti ”, che vivono approfittando degli altri. A mio modestissimo avviso, è da qui che nascono tutti i problemi della nostra società, fino a che, a governarci ci saranno, affaristi, speculatori, e chissà che altro, che degli ideali in realtà se ne fregano, che vogliamo aspettarci? E nei piccoli paesi, possiamo vederlo tutti, persone che si fanno e si dicono di tutto, ma, non per ideali, solo per interessi, per loro in sostanza, un’idea vale l’altra, basta che possono fare parte della spartizione.
Dovremmo costringerli a fare voto di povertà per stare tranquilli, almeno così se sbagliano, forse possiamo dire che hanno sbagliato in buona fede.
Questa è, più o meno la mia opinione, nel caso che non si fosse capito. Statalista? Si, ma a queste condizioni.
Ciao, ciao.
"kidwest":
Io faccio questo ragionamento;
mi metto nei panni di un commerciante di provincia, per esempio un fruttivendolo,
Vendo i carciofi a 40 centesimi l’uno, e il costo di acquisto è pari al costo di acquisto di un commerciante di altre località, e sento continuamente attraverso i mezzi di informazione che nelle altre località li vendono oggi a 90 centesimi domani a un euro dopodomani a un euro e dieci e via discorrendo. Ma, dopo un po’ penso che mi viene spontaneo dirmi, ma sono stupido a vendere a 40 centesimi? Quasi quasi aumento i carciofi di dieci centesimi, la gente non penserà nulla, anzi si sentirà fortunata di non abitare nelle località dove li vendono a 100, e aumenta un poco oggi , un poco domani, alla fine diventa un circolo vizioso.
Io non capisco tantissimo di economia a parte quello che leggo sull'Herald, sul sole24ore (ove non mi perdo in paroloni) e su altri giornali ma mi affascina molto. In effetti da questa tesi che pare essere confermata potrei provare ad estrarre una "contronominale" (per dirla in termini matematici). Voglio dire supponiamo che esista un'associazione dei consumatori o un'organizzazione statale che si occupi di censire regolarmente a vari livelli i prezzi dei vari prodotti del mercato nazionale e renda accessibili questi dati in maniera facile al consumatore. Ad esempio un sito internet, degli advert via tv ecc... Esistono siti del genere, basta digitare su google qualcosa tipo "confronto prezzi" ma ho visto che sono poco accessibili e poveri di dati. Supponiamo che si possa fare una cosa del genere. Possiamo dire che questo genererebbe una discesa dei prezzi? Se la disinformazione li fa alzare l'informazione può farli abbassare (anche in misura diversa) o perlomeno fissarli?
Volevo aggiungere solo una cosa che forse è una fesseria. Ho sempre pensato alla svalutazione della moneta in atto più o meno da quando esiste la moneta simile al principio di entropia ben noto in fisica. Non so se è azzardato ma mi sembra che come l'energia di un sistema perde "efficacia" e si disperde così la ricchezza si disperde e la moneta che è una misura della ricchezza nel momento in cui viene immessa in circolo in un momento successivo non rappresenta più la quantità effettiva di ricchezza "utile", "efficace". Però la mia è forse un'idea dell'economia fatta con i lego...
Dal punto di vista tecnico, qualsiasi settore con un forte impatto dei costi fissi, se regolato sotto forma di mercato aperto, fallisce.
Negare l'esistenza di settori a costi medi sempre decrescenti e l'inefficienza della gestione privata è un errore grave e ormai in malafede.
Negare l'esistenza di settori a costi medi sempre decrescenti e l'inefficienza della gestione privata è un errore grave e ormai in malafede.
È ancora più buffo che in questo stato i "comunisti" fanno le liberalizzazioni e i "liberisti" le contrastano fomentando la protesta e la disinformazione.
La farsa nella tragedia...
P.S.: Alla luce della "malasanità" italiana e del modello liberista, io (e molti economisti migliori di me) sostengo caldamente il modello pubblico in alcuni particolari settori.
Alla faccia del "privato è bello"!
La punizione divina si abbatte sulla città del peccato

A parte gli scherzi, anche io ritengo che molti settori debbano rimanere i mano pubblica: uno fra tutti quello dell'acqua, settore dove si stà in questo momento nel nostro paese perpetrando l'ennesimo furto. Le municipalizzate altro non sono che un modo per far passare da mano pubblica a privata (col compiacimento "remunerato" degli amministratori locali) servizi essenziali, con futuri certi innalzamenti dei prezzi (lo insegna l'esperienza europea).
E nessuno si lamenta, tranne un tipo con la R moscia, carismatico sicuramente, ma senza nessun potere reale.[/quote]
Liberismo: lo stato fornisce regole ferree alla competizione economica: la produzione è in mano a privati che agiscono nei limite delle ferree leggi dello stato.Specchietto molto riassuntivo, forse troppo.
Comunismo: lo stato gestisce direttamente la produzione.
Socialdemocrazia: competizione economica, ma redistribuzione forzata dai più ricchi ai più poveri.
Condizione necessaria di questi 3 sistemi è uno stato forte e funzionante.
In generale, lo stato funzionante è prerogativa di ogni sistema economico. È buffo pensare che il nostro modello dovrebbe essere lo stesso di Germania, Danimarca, Svezia...
Uno stato che non riesce a liberalizzare i taxi, non riesce a risolvere il problema monezza, e non riesce a fare tante altre cose.È ancora più buffo che in questo stato i "comunisti" fanno le liberalizzazioni e i "liberisti" le contrastano fomentando la protesta e la disinformazione.
Ho paura di essermi perso qualche particolare.
Ah, no. L'ho trovato...
P.S.: Alla luce della "malasanità" italiana e del modello liberista, io (e molti economisti migliori di me) sostengo caldamente il modello pubblico in alcuni particolari settori.
Alla faccia del "privato è bello"!
"kidwest":
Citazione:
Se vuoi coprirti dai rincari, compra opzioni Call sulle commodities alimentari .
Purtroppo, dopo una vita di lavoro, anzi fatica, l'unica cosa che sono riuscito ad accumulare, sono un pò di ernie.
Forse devo ringraziare la legge del libero mercato.
Opzioni, azioni, ci vedo solo un'altro bel modo per speculare sugli altri. Sbaglio? Può darsi.
Questa è la mia opinione.
Devi ringraziare i tuoi concittadini, per aver permesso il saccheggio della cosa pubblica, prendertela con gli analisti finanziari non serve a nulla.
In italia non esiste il libero mercato, non sanno nemmeno cosa sia: più della metà del PIL (la produzione nazionale) passa attraverso lo Stato.
Se a questo aggiungiamo le imprese "private", ma solo di facciata ( Fiat può definirsi un impresa privata con tutti gli aiuti statali presi? Mediaset, col padrone da 15 anni in politica e gli aiuti percepiti può definirsi impresa privata? Le Mafie unite di tutta italia, 10% del Pil, la cui maggior parte del fatturato deriva da appalti pubblici sono imprese (illecite) che possono definirsi private? Posso continuare ancora a lungo....)
L'altra sera a Ballarò, una sociologa (*) ci diceva che l'italia, insieme agli USA, è il paese con il maggior divario tra ricchi e poveri. Questo si può capire negli USA, dove l'apparato produttivo è in mano a privati, ma in italia no.
Abbiamo un paese che è (quasi) più statalista dell'Unione Sovietica, senza però il socialismo reale. Comunismo senza comunismo. Solo difetti e nessun pregio. Almeno là (e ancora oggi in Cina) se un amministratore pubblico governa male, gulag o esecuzione capitale. Draconiano ma efficace.
Da noi? L'amministratore che ha malversato si compra il Suv, o la Ferrari se è stato bravo nel latrocinio.
Liberismo: lo stato fornisce regole ferree alla competizione economica: la produzione è in mano a privati che agiscono nei limite delle ferree leggi dello stato.
Comunismo: lo stato gestisce direttamente la produzione.
Socialdemocrazia: competizione economica, ma redistribuzione forzata dai più ricchi ai più poveri.
Condizione necessaria di questi 3 sistemi è uno stato forte e funzionante.
Quando lo stato gestisce buona parte della produzione, non ci sono regole ferree, non c'è competizione, non c'è redistribuzione e manca lo stato forte, il futuro non appare roseo. Uno stato che non riesce a liberalizzare i taxi, non riesce a risolvere il problema monezza, e non riesce a fare tante altre cose.
Quindi ti inviterei a prendertela coi tuoi concittadini, che chini a 90 gradi nella amorevole cura del loro "particulare", non si accorgevano che dietro di loro c'erano malintenzionati con le braghe calate con intenzioni non pacifiche.
E meno male che c'è l'Europa (anche se la pazienza dei tedeschi ha un limite: pagano, pagano, ma "accà nissun è fess")...
(*)l'unica persona degna di stima tra tutti quei pagliacci che parlano di aborto quando fra poco la gente morirà di fame: ma mi spiegate a chi interessa il tema dell'aborto, quando il 25% dei bambini è a rischio miseria a causa delle precarie condizioni dei genitori. Poi sento bonus bebe, e mi chiedo: ma hanno mai aperto un libro, questi?
Citazione:
Se vuoi coprirti dai rincari, compra opzioni Call sulle commodities alimentari .
Purtroppo, dopo una vita di lavoro, anzi fatica, l'unica cosa che sono riuscito ad accumulare, sono un pò di ernie.
Forse devo ringraziare la legge del libero mercato.
Opzioni, azioni, ci vedo solo un'altro bel modo per speculare sugli altri. Sbaglio? Può darsi.
Questa è la mia opinione.
Se vuoi coprirti dai rincari, compra opzioni Call sulle commodities alimentari .
Purtroppo, dopo una vita di lavoro, anzi fatica, l'unica cosa che sono riuscito ad accumulare, sono un pò di ernie.
Forse devo ringraziare la legge del libero mercato.
Opzioni, azioni, ci vedo solo un'altro bel modo per speculare sugli altri. Sbaglio? Può darsi.
Questa è la mia opinione.
Se vuoi coprirti dai rincari, compra opzioni Call sulle commodities alimentari .Andrò subito a fare un future sulle fettine di vitello.
esiste la tendenza secolare, anche millenaria, al deprezzamento dell'unità di conto.Principalmente è dovuta al progresso scientifico e quindi all'elevazione della qualità del prodotto.
È un processo interessante, all'anima di chi nega l'evoluzionismo...
"kidwest":
Quindi, " potenzialmente " possono causare anche la reazione contraria, perchè non lo fanno?
Naturalmente ne sono coscienti.
In alternativa, perchè non la smettono di martellare la gente con questi aumenti?
Oppure, quale alternativa?
Le tue domande esprimono il modo di pensare tipicamente statalista. (*)
Spetta ai consumatori trovare e scegliere i posti coi prezzi minori. Questo significa economia di mercato.
(*) Non c'è nulla di male, purchè ci si applichi affinchè lo stato funzioni.
Quindi, " potenzialmente " possono causare anche la reazione contraria
No, oltre che agli economisti che dicono che la deflazione (il contrario dell'inflazione) è nociva, esiste la tendenza secolare, anche millenaria, al deprezzamento dell'unità di conto.
In parole povere, è da millenni che i soldi perdono valore, e non è possibile farci niente.
Se vuoi coprirti dai rincari, compra opzioni Call sulle commodities alimentari

Quindi, " potenzialmente " possono causare anche la reazione contraria, perchè non lo fanno?
Naturalmente ne sono coscienti.
In alternativa, perchè non la smettono di martellare la gente con questi aumenti?
Oppure, quale alternativa?
Naturalmente ne sono coscienti.
In alternativa, perchè non la smettono di martellare la gente con questi aumenti?
Oppure, quale alternativa?
"kidwest":
INFORMAZIONE E AUMENTO DEI PREZZI.
Secondo voi c’è correlazione?
Voglio dire l’informazione martellante sull’aumento dei prezzi, aiuta a tenerli bassi, o contribuisce a farli lievitare.
Io faccio questo ragionamento;
mi metto nei panni di un commerciante di provincia, per esempio un fruttivendolo,
Vendo i carciofi a 40 centesimi l’uno, e il costo di acquisto è pari al costo di acquisto di un commerciante di altre località, e sento continuamente attraverso i mezzi di informazione che nelle altre località li vendono oggi a 90 centesimi domani a un euro dopodomani a un euro e dieci e via discorrendo. Ma, dopo un po’ penso che mi viene spontaneo dirmi, ma sono stupido a vendere a 40 centesimi? Quasi quasi aumento i carciofi di dieci centesimi, la gente non penserà nulla, anzi si sentirà fortunata di non abitare nelle località dove li vendono a 100, e aumenta un poco oggi , un poco domani, alla fine diventa un circolo vizioso.
Se vi và, provate a continuare.

Poi esiste il modello italiano degli aumenti ingiustificati generalizzati. Il tutto si basa su scarsa concorrenza e mancanza di efficenza. Dal macro al micro le differenze sono tante.
Naturalmente si, i prezzi sono correlati con la disponibilità di informazioni. Non solo, sono in particolar modo correlati con l'asimmetria informativa tra domanda e offerta.