Fini, sinistra e Tafazzi
Cito (da Repubblica.it) alcune frasi del discorso di Fini:
Chi è democratico "è a pieno titolo antifascista" e la destra deve riconoscersi nei valori dell'antifascismo.
"A Salò c'è stata buona fede, riconoscerla è in molti casi doveroso ma è altrettanto doveroso dire che non si può equiparare chi stava da una parte e dall'altra. Onestà storica e compito di una destra che vuole fare i conti con il passato è dire che non è equivalente chi combatteva per una parte giusta e chi, fatta salva la buona fede, combatteva dalla parte sbagliata. La destra deve ribadirlo in ogni circostanza non per archiviarlo ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti".
"la destra politica italiana e a maggior ragione i giovani devono senza ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori della nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o giustizia sociale. Sono tre valori che hanno guidato il cammino politico e ribadire che la destra vi si riconosce è un atto doveroso. Se in Italia non è stato così agevole, è perché non c'è stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori antifascisti".
Ovvio il motivo anche strumentale, per chetare le acque dopo le dichiarazioni di Alemanno e La Russa.
Ma le parole restano, pesano e sono ben contento che Fini le abbia dette.
Insomma, per me le ragioni circostanziali per cui sono state espresse sono ben poca cosa rispetto alla importanza storica di queste affermazioni. Mi verrebbe quasi voglia di sostituirle alla citazione di Boldrini che c'è nella mia firma.
E vengo alla domanda, implicita nel titolo del post. Ma perché, almeno da quello che appare dai giornali, la sinistra non lo capisce? Perché devo sentir dire da Capezzone, il Pecoraro Scanio della destra, delle cose più sensate di quelle che dice Veltroni?
O sono io che sbaglio?
Chi è democratico "è a pieno titolo antifascista" e la destra deve riconoscersi nei valori dell'antifascismo.
"A Salò c'è stata buona fede, riconoscerla è in molti casi doveroso ma è altrettanto doveroso dire che non si può equiparare chi stava da una parte e dall'altra. Onestà storica e compito di una destra che vuole fare i conti con il passato è dire che non è equivalente chi combatteva per una parte giusta e chi, fatta salva la buona fede, combatteva dalla parte sbagliata. La destra deve ribadirlo in ogni circostanza non per archiviarlo ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti".
"la destra politica italiana e a maggior ragione i giovani devono senza ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori della nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o giustizia sociale. Sono tre valori che hanno guidato il cammino politico e ribadire che la destra vi si riconosce è un atto doveroso. Se in Italia non è stato così agevole, è perché non c'è stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori antifascisti".
Ovvio il motivo anche strumentale, per chetare le acque dopo le dichiarazioni di Alemanno e La Russa.
Ma le parole restano, pesano e sono ben contento che Fini le abbia dette.
Insomma, per me le ragioni circostanziali per cui sono state espresse sono ben poca cosa rispetto alla importanza storica di queste affermazioni. Mi verrebbe quasi voglia di sostituirle alla citazione di Boldrini che c'è nella mia firma.
E vengo alla domanda, implicita nel titolo del post. Ma perché, almeno da quello che appare dai giornali, la sinistra non lo capisce? Perché devo sentir dire da Capezzone, il Pecoraro Scanio della destra, delle cose più sensate di quelle che dice Veltroni?
O sono io che sbaglio?
Risposte
"Fioravante Patrone":
Insomma, per me le ragioni circostanziali per cui sono state espresse sono ben poca cosa rispetto alla importanza storica di queste affermazioni.
O sono io che sbaglio?
Anch'io sono lieto di condividere pienamente l'affermazione di quel comunistaccio di Fioravante Patrone. Lo si candidi!
Purtoppo, come nota Camillo, per la base di AN si tratta di "quel comunista di Fini". Da qui la tangenza con Patrone che dunque potrebbe sedere tra i banchi del suo partito.
Comunque potrebbe essere di importanza enorme se riuscisse ad affrancare il partito dai modi di reclutamento delle giovani leve.
"Fioravante Patrone":
E vengo alla domanda, implicita nel titolo del post. Ma perché, almeno da quello che appare dai giornali, la sinistra non lo capisce? Perché devo sentir dire da Capezzone, il Pecoraro Scanio della destra, delle cose più sensate di quelle che dice Veltroni?
O sono io che sbaglio?
Veltroni è una rappresentazione straordinariamente esemplare della sinistra italiana. Una cosa che non si sa se esiste e se esiste non si sa cos'è. Il miglior portavoce di Berlusconi in assoluto.
Mi auguro che la sinistra non voglia far finta di credere che le colpe siano di Veltroni ma non sono ottimista.
Già.. alla "sinistra" odierna basterebbe attaccare la posizione disonorevole che occupa il nano per accaparrarsi voti.. sempre che non siano camuffati
anche quelli.. ma purtroppo una vera sinistra non esiste, Veltroni aveva stabilito un patto con Berlusconi già prima delle elezioni e così addio opposizione
e soprattutto addio democrazia!
anche quelli.. ma purtroppo una vera sinistra non esiste, Veltroni aveva stabilito un patto con Berlusconi già prima delle elezioni e così addio opposizione
e soprattutto addio democrazia!
La sinistra italiana ha delle grosse crisi identitarie e scarsa personalità.
In generale, finora ha dimostrato una grande paura nell'assumere una posizione distinta.
Ad esempio, sulla questione laicità.
Si teme di perdere una certa parte di elettorato, prendendo decisioni chiare.
Ma se non ci si differenzia dalla corrente Berlusconiana, la partita è persa in partenza.
Veltroni ha provato una tattica perdente, quella del "non attacchiamo Berlusconi", sperando che in questo modo, non ci fosse la guerra mediatica, nella quale questa sinistra non ha ancora capito come si combatte.
Questa tattica ha fatto enormi danni, alla sinistra e al paese, ad esempio sul caso Alitalia, dove di argomenti per attaccare Berlusconi ce ne sarebbero tanti.
Il problema è che questo "buonismo veltroniano" è di fatto l'incapacità di distinguersi, senza la quale una sinistra non può esistere.
La sinistra italiana è particolarmente indietro con le idee (che ha peraltro parecchio confuse), ad esempio sul tema del lavoro. Le politiche di Brunetta contro i fannulloni, qua in Danimarca sono praticate (in maniera più pragmatica) sia dalla destra, sia dalla sinistra, sia dai sindacati.
L'efficienza del settore pubblico è LA politica di sinistra, poichè il socialismo si basa necessariamente su uno stato efficiente. Questo la sinistra ed i sindacati non sembrano in grado di capirlo.
Sotto questo aspetto, la sinistra è rimasta ancorata alle idee degli anni 60/70, in cui c'era un certo tipo di bisogno da parte dei lavoratori. I bisogni di oggi sono diversi.
Ad esempio, la questione della flessibilità è una battaglia che la sinistra non è in grado di affrontare; la flessibilità è una caratteristica ormai importante nel mercato del lavoro, negarlo è stupido. Una sinsitra efficiente dovrebbe essere in grado di rendere flessibile il mercato del lavoro, senza incorrere nella precarietà. Il mercato italiano è completamente l'opposto: rigido e con molta precarietà. Comodo per gli interessi degli imprenditori, ma non per la base elettorale di quella che dovrebbe essere la sinistra.
Mi piace ciò che ha detto Camillo: "Ci vuole un uomo veramente nuovo che non è certo Veltroni".
La sinistra si rifà ad idee marxiste, e da li deve ripartire.
Marx è sempre attuale; egli sosteneva un continuo cambiamento, una rivoluzione dopo l'altra. La sinistra (che per sua natura dovrebbe essere progressista) si è fermata, non riesce a muoversi da un sistema di idee ormai superato, quindi non più di sinistra. Per questo motivo, perde.
Comprereste mai un vino che sa di aceto?
In parte, il problema è l'anzianità della classe politica. Difficilmente si può parlare di rinnovamento fatto da persone con ormai diversi lustri sulle spalle.
Basti ricordare che lo scorso governo stava in piedi grazie ad un certo Andreotti.
Certo, serve un uomo nuovo. O, perchè no, una donna nuova.
In generale, finora ha dimostrato una grande paura nell'assumere una posizione distinta.
Ad esempio, sulla questione laicità.
Si teme di perdere una certa parte di elettorato, prendendo decisioni chiare.
Ma se non ci si differenzia dalla corrente Berlusconiana, la partita è persa in partenza.
Veltroni ha provato una tattica perdente, quella del "non attacchiamo Berlusconi", sperando che in questo modo, non ci fosse la guerra mediatica, nella quale questa sinistra non ha ancora capito come si combatte.
Questa tattica ha fatto enormi danni, alla sinistra e al paese, ad esempio sul caso Alitalia, dove di argomenti per attaccare Berlusconi ce ne sarebbero tanti.
Il problema è che questo "buonismo veltroniano" è di fatto l'incapacità di distinguersi, senza la quale una sinistra non può esistere.
La sinistra italiana è particolarmente indietro con le idee (che ha peraltro parecchio confuse), ad esempio sul tema del lavoro. Le politiche di Brunetta contro i fannulloni, qua in Danimarca sono praticate (in maniera più pragmatica) sia dalla destra, sia dalla sinistra, sia dai sindacati.
L'efficienza del settore pubblico è LA politica di sinistra, poichè il socialismo si basa necessariamente su uno stato efficiente. Questo la sinistra ed i sindacati non sembrano in grado di capirlo.
Sotto questo aspetto, la sinistra è rimasta ancorata alle idee degli anni 60/70, in cui c'era un certo tipo di bisogno da parte dei lavoratori. I bisogni di oggi sono diversi.
Ad esempio, la questione della flessibilità è una battaglia che la sinistra non è in grado di affrontare; la flessibilità è una caratteristica ormai importante nel mercato del lavoro, negarlo è stupido. Una sinsitra efficiente dovrebbe essere in grado di rendere flessibile il mercato del lavoro, senza incorrere nella precarietà. Il mercato italiano è completamente l'opposto: rigido e con molta precarietà. Comodo per gli interessi degli imprenditori, ma non per la base elettorale di quella che dovrebbe essere la sinistra.
Mi piace ciò che ha detto Camillo: "Ci vuole un uomo veramente nuovo che non è certo Veltroni".
La sinistra si rifà ad idee marxiste, e da li deve ripartire.
Marx è sempre attuale; egli sosteneva un continuo cambiamento, una rivoluzione dopo l'altra. La sinistra (che per sua natura dovrebbe essere progressista) si è fermata, non riesce a muoversi da un sistema di idee ormai superato, quindi non più di sinistra. Per questo motivo, perde.
Comprereste mai un vino che sa di aceto?
In parte, il problema è l'anzianità della classe politica. Difficilmente si può parlare di rinnovamento fatto da persone con ormai diversi lustri sulle spalle.
Basti ricordare che lo scorso governo stava in piedi grazie ad un certo Andreotti.
Certo, serve un uomo nuovo. O, perchè no, una donna nuova.
Anch'io sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Fini che non possono essere solo strumentali, nette e chiare come sono .Devo riconoscere che ne ha fatta di strada ....
Non so quanto certa base del suo partito possa condividerle.
Quanto alla sinistra, è in un periodo di involuzione progressiva e si nasconde dietro una pretesa superiorità intellettuale .. che non porta a nulla di concreto e di nuovo.
Ci vuole un uomo veramente nuovo che non è certo Veltroni ( avevo pensato potesse esserlo e gli avevo dato fiducia, ma vedo che non ce la fa, probabilmente non ha la statura) e chi allora ? non lo vedo all'orizzonte purtroppo.
Moriremo con Berlusconi ? Eh no....
Non so quanto certa base del suo partito possa condividerle.
Quanto alla sinistra, è in un periodo di involuzione progressiva e si nasconde dietro una pretesa superiorità intellettuale .. che non porta a nulla di concreto e di nuovo.
Ci vuole un uomo veramente nuovo che non è certo Veltroni ( avevo pensato potesse esserlo e gli avevo dato fiducia, ma vedo che non ce la fa, probabilmente non ha la statura) e chi allora ? non lo vedo all'orizzonte purtroppo.
Moriremo con Berlusconi ? Eh no....