Festival filosofia

Rule30
Vorrei esprimere tutta la mia frustrazione per l'assenza di un decente servizio di diretta streaming al Festival filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Qualcuno che si trova da quelle parti potrebbe recarvisi con una webcam in testa?
Grazie. :-D

Scherzi a parte, leggere il programma mi ha fatto rimpiangere di non essere andata - fermo restando l'ampissimo margine di critica della cultura da festival. Qualcuno ha assistito a qualche lezione?

Risposte
Sk_Anonymous
"Rule30":
Se Tommaso potesse leggerti, morirebbe una seconda volta. [...]

Pace all'anima sua.

Per il resto, appunto, hai ricondotto al sofisma: se non siamo più sicuri di nulla, tanto vale che stiamo a parlarne.
Ad ogni modo la "critica" di Wittgenstein si ritorce contro lui stesso: anch'egli fece della filosofia. Tentò nel Tractatus di procedere come Euclide fece negli Elementi ( - definisce il mondo come tutto ciò che accade), cercando di fornire definizioni universali degli oggetti in gioco... e nonostante tutto, si accorse che la parte più importante del suo lavoro è quella rimasta non scritta.

"Rule30":
[...] Dubito arriverà mai il filosofo capace di convincermi che le sue risposte siano quelle giuste e che il suo ordinamento del cosmo corrisponda a verità, neppure se la sua tesi fosse la negazione di qualsiasi verità o della possibilità di conoscerla.

Non sono un filosofo (e per fortuna!), e non è mia intenzione convincere chicchessia. Sta di fatto che le questioni sollevate da Wittgenstein ci portano a porci la seguente profonda domanda: dato un linguaggio \(L\), esiste un oggetto \(o\) tale che \(o\) non è esprimibile/descrivibile in \(L\)? In Matematica sono questioni tutt'altro che banali.

Sk_Anonymous
"Rule30":
Ad ogni modo, per me la filosofia è un puro esercizio, ma non per questo meno dotato di senso. Dubito arriverà mai il filosofo capace di convincermi che le sue risposte siano quelle giuste e che il suo ordinamento del cosmo corrisponda a verità, neppure se la sua tesi fosse la negazione di qualsiasi verità o della possibilità di conoscerla.

Didatticamente parlando, scopo della filosofia non è questo.

Rule30
Se Tommaso potesse leggerti, morirebbe una seconda volta.

Non è semplice controargomentare, ma provo a mettere sul piatto qualche spunto.
Innanzitutto, sarebbe necessario accordarsi sulla definizione di "mondo" - il che mi porta già a dubitare sull'esistenza di un isomorfismo tra linguaggio e...bè, ora non ho più una parola. Se parli di mondo in quanto esperienza che l'uomo fa delle cose (che è diverso dal mondo di un cane o di un leone) posso comprendere la tua posizione. Se vogliamo riferirci ad un concetto più "universale", che comprende dimensioni inferiori e superiori, oltre ad eventuali universi alternativi, ognuno dotato delle sue leggi matematiche e fisiche, potremmo ipotizzare che neanche un banale 2+2 sia ben definito.
Potresti ribattere che per ciò che ci è inconoscibile non esiste un linguaggio e che viceversa, ciò che è esprimibile attraverso il linguaggio sia necessariamente conoscibile (compresi concetti apparentemente trascendenti), quindi perché discuterne? Dio è dio, l'anima è l'anima e l'isomorfismo che collega il linguaggio al mondo è la funzione identità. E pur tuttavia, non stiamo entrambi compiendo quel genere di abuso per sostenere le nostre rispettive tesi?

Ad ogni modo, per me la filosofia è un puro esercizio, ma non per questo meno dotato di senso. Dubito arriverà mai il filosofo capace di convincermi che le sue risposte siano quelle giuste e che il suo ordinamento del cosmo corrisponda a verità, neppure se la sua tesi fosse la negazione di qualsiasi verità o della possibilità di conoscerla.

Sk_Anonymous
"Rule30":
[...]
Non ho mai approfondito Wittgenstein, provo ad interpretare; stai dicendo che, a tuo parere, la speculazione filosofica trova spazio solo nelle pieghe e nei malintesi del linguaggio e che se riuscissimo ad attenerci ai suoi esatti significati avremmo risolto ogni questione?

In qualche modo sì; e lui lo spiegherà certamente meglio di me.
Evitando di ricondurre tutto al sofisma (ché altrimenti non ci si muoverebbe di un passo, e qualsiasi cosa, in assoluto, sarebbe vana), troverai pareri discordanti, tra i matematici, intorno all'inserimento o meno di AC in ZF, e troverai diverse riformulazioni (comunque equivalenti) di AC (p.e. il lemma di Zorn), ma raramente troverai qualcuno che metterà in dubbio il linguaggio attraverso cui AC (o sue riformulazioni) è espresso.
Il fatto è che, per come la vide Wittgenstein (e per come la vedo io), linguaggio e mondo sono strutture (non canonicamente) isomorfe... e nel momento in cui facciamo riferimento a concetti non ben definiti di "amore", "dio" o "anima", stiamo compiendo un abuso di linguaggio; detta in termini matematici: se \(\varphi\) è la funzione che "collega" il linguaggio al mondo e \(a\) è la parola "anima", chi è \(\varphi(a)\)? Non esiste una risposta univoca.

L'archetipo riuscito dell'individuo wittgensteiniano è la Cecilia de La noia: una personaggio aberrante.
Di per me, contro il mio istinto, continuo a giocherellare con tali parole e con tali concetti (come suggerisce il "secondo" Wittgenstein)... ma mi scappa sempre un sorriso quando se ne parla, perché alla fine ne esce che si è discusso del nulla.

Rule30
"Delirium":

E' stato proprio in quei momenti che ho iniziato a maturare la convinzione che la filosofia non sia altro che un prodotto secondario di un malinteso linguaggio.


"Esigiamo aree di dubbio e di incertezza rigidamente definite!" :-D

Non ho mai approfondito Wittgenstein, provo ad interpretare; stai dicendo che, a tuo parere, la speculazione filosofica trova spazio solo nelle pieghe e nei malintesi del linguaggio e che se riuscissimo ad attenerci ai suoi esatti significati avremmo risolto ogni questione?

Sk_Anonymous
"Rule30":
La filosofia ha il suo linguaggio, come la matematica. [...]

Più che altro ogni filosofo ha il suo linguaggio

"Quinzio":
[...] Gli anni scorsi mi fermavo ed ero sempre stupito di come alla fine non avevo capito nulla di quello che dicevano. [...]

Idem. Ci sono stato tre anni fa con il mio professore di filosofia, e c'erano i soliti Bodei, Reale, Bauman e compagnia.
E' stato proprio in quei momenti che ho iniziato a maturare la convinzione che la filosofia non sia altro che un prodotto secondario di un malinteso linguaggio.

Rule30
La filosofia ha il suo linguaggio, come la matematica.

Lectiones a parte, se ti trovi a Modena, questa sera c'è un evento che varrebbe la pena andare a vedere: http://www.festivalfilosofia.it/2013/?mod=eventi&id=16572&key=Vinicio+Capossela+%0D%0AEnsemble+Micrologus%0D%0ABestiario+d%27amore

Mi raccomando, webcam in testa :-D

Quinzio
Ci sono passato un'ora fa mentre attraversavo il centro. Mi sono fermato 10 minuti ad ascoltare Bauman.
L'audio era pessimo (di solito non è così, si sente normalmente e bene), poi lui parlava in inglese e non c'era traduzione.
Ho tirato dritto e mi sono chiesto cosa ci capissero gli altri del pubblico.
Per lo streaming non saprei...
Ieri mi sono fermato ad ascoltare "Il sentimento del Bosone" con tale Katsanevas e Ferrero. L'unica lectio a carattere vagamente scientifico e che quindi riesco a seguire.Altrimenti io e la filosofia siamo due insiemi disgiunti. Gli anni scorsi mi fermavo ed ero sempre stupito di come alla fine non avevo capito nulla di quello che dicevano.
Mi fa piacere che lo trovi interessante.

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