E' proprio "lapalissiano" che la scienza è tale ..
.....solo se corroborata (sto continuando dal titolo di questa discussiome) dalla conferma sperimentale operata sulla realtà fisica offerta dalla osservazione, che poi è la cos' detta "misurazione"?
Io rispondo SI e NO. Il SI sembra non aver bisogno del mio avallo per essere considerata la risposta giusta, il NO, invece, sembra più che un'errore una vera stupidaggine; ma possiamo veramente star tranquilli di questo?.
Spero che si capisca che la la domanda e le considerazioni di cui sopra siano una provocazione. Non mi sogno neppure di mettere in dubbio che la scienza procede per teorie e loro conferma sperimentale, ma pure ritengo possibili certe osservazioni che facciano riflettere sui significati di questa buona "pratica professionale", voglio dire della "teoria" e della "verifica sperimentale".
"TEORIA"
Possiamo definirla pressapoco così: costruzione di una catena logica mediante la quale l'Osservatore spiega un effetto B a partire da una condizione iniziale costituita da un evento complesso A, sperimentalmente osservato, oppure solo ipotizzato come oggettivmente dato, e dall'effetto B che è un'altro evento (osservato o saolo ipotizzato).
"VERIFICA SPERIMENTALE"
Due tipi di verifiche, l'una è la realiazione fisica di quella stessa catena teorica di collegamento tra A(verificato) e B(verificato) sopra detta; l'altra conferma sperimentale di tipo statistico del verificarsi di B contestualmente al verificarsi dell'evento A.
Lascio qui aperta la discussione a successivi interventi, anche perchè, purtroppo, tecnicamente questo forum limita, da qualche tempo, la estensione dei post. Spero che il Moderatore possa spiegare questo inghippo o, almeno, giustificarlo. L'inghippo consiste nella impossibilità di vedere cosa si scrive dopo circa una ventina di righe scritte.
Io rispondo SI e NO. Il SI sembra non aver bisogno del mio avallo per essere considerata la risposta giusta, il NO, invece, sembra più che un'errore una vera stupidaggine; ma possiamo veramente star tranquilli di questo?.
Spero che si capisca che la la domanda e le considerazioni di cui sopra siano una provocazione. Non mi sogno neppure di mettere in dubbio che la scienza procede per teorie e loro conferma sperimentale, ma pure ritengo possibili certe osservazioni che facciano riflettere sui significati di questa buona "pratica professionale", voglio dire della "teoria" e della "verifica sperimentale".

"TEORIA"
Possiamo definirla pressapoco così: costruzione di una catena logica mediante la quale l'Osservatore spiega un effetto B a partire da una condizione iniziale costituita da un evento complesso A, sperimentalmente osservato, oppure solo ipotizzato come oggettivmente dato, e dall'effetto B che è un'altro evento (osservato o saolo ipotizzato).
"VERIFICA SPERIMENTALE"
Due tipi di verifiche, l'una è la realiazione fisica di quella stessa catena teorica di collegamento tra A(verificato) e B(verificato) sopra detta; l'altra conferma sperimentale di tipo statistico del verificarsi di B contestualmente al verificarsi dell'evento A.
Lascio qui aperta la discussione a successivi interventi, anche perchè, purtroppo, tecnicamente questo forum limita, da qualche tempo, la estensione dei post. Spero che il Moderatore possa spiegare questo inghippo o, almeno, giustificarlo. L'inghippo consiste nella impossibilità di vedere cosa si scrive dopo circa una ventina di righe scritte.


Risposte
"Sergio":Mi preme, prima di tutto, sottolineare che le argomentazioni trattate nel post in questione sono coerenti in pieno col tema della sezione e molto meno di quanto lo sarebbe in altre, ciò indipendentemente dall'essere o no d'accordo con quanto vi si dice. Quanto alla tua critica sulla presunta "ripartenza da zero", credo non sia giusto dire questo per almeno un motivo, quello che l'eventuale partenza da posizioni arretrate (che non mi sembra riguardare questo il caso) può servire per portare avanti un certo filo di discorso nello sforzo di far emergere qualche diverso punto di vista e, perchè no, anche qualche tesi modificata rispetto alla corrente.
Ho cercato più volte di invitare a proporre argomenti coerenti con il tema della sezione. Questo vuol dire, tra l'altro, che sarebbe bene che anche qui, come in altre sezioni, non si proponesse di ripartire ogni volta dall'età della pietra ma si tenesse conto di quanto è stato elaborato fin qui. Come in "Analisi matematica" si richiede che si sia un po' studiata analisi, come in "Geometria e algebra lineare" si richiede che si sia un po' studiata la materia, mi sembrerebbe normale che anche qui si avesse il pudore di intervenire dopo aver studiato un po'.
(CITAZ. DAL PRECEDENTE POST DI SERGIO)
I modelli possono essere (e spesso sono) elaborati in piena indipendenza da osservazioni o ipotesi sui fenomeni cui vengono applicati. Non è affatto necessario che nascano dall'osservazione di un evento e di un altro evento . E aggiungere che si può ipotizzare invece che osservare non cambia nulla.
Non ne sei convinto?
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Mi pare che l'osservazione di Sergio, da me sottolineata nello stralcio del suo ultimo post di cui sopra, è inequivocabilmente in accordoin accordo con quanto dico nel mio precedente post.
Infatti riporto lo stralcio del mio post a cui Sergio risponde:
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"TEORIA"
Possiamo definirla pressapoco così: costruzione di una catena logica mediante la quale l'Osservatore spiega un effetto B a partire da una condizione iniziale costituita da un evento complesso A, sperimentalmente osservato, oppure solo ipotizzato come oggettivmente dato, e dall'effetto B che è un'altro evento (osservato o solo ipotizzato). "
(le parole sottolineate mostrano che, almeno su questo punto, Sergio è in accordo con me. Quanto al resto penso che tra me e Sergio ci sono solo incomprensioni dovuti un po' al linguaggio ed un po' alla diversa prspettiva con cui ciascuno di noi affronta queste problematiche. Voglio dire, in buona sostanza, molta incomprensione e poche vere antitesi (che pure ci saranno):
Sicuramente non condivido il fatto che questo argomento è "fuori" rispetto alla temetica di questa sezione del forum "Filosofia della scienza".
Spero che Sergio non me ne voglia.
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I modelli possono essere (e spesso sono) elaborati in piena indipendenza da osservazioni o ipotesi sui fenomeni cui vengono applicati. Non è affatto necessario che nascano dall'osservazione di un evento e di un altro evento . E aggiungere che si può ipotizzare invece che osservare non cambia nulla.
Non ne sei convinto?
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Mi pare che l'osservazione di Sergio, da me sottolineata nello stralcio del suo ultimo post di cui sopra, è inequivocabilmente in accordoin accordo con quanto dico nel mio precedente post.
Infatti riporto lo stralcio del mio post a cui Sergio risponde:
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"TEORIA"
Possiamo definirla pressapoco così: costruzione di una catena logica mediante la quale l'Osservatore spiega un effetto B a partire da una condizione iniziale costituita da un evento complesso A, sperimentalmente osservato, oppure solo ipotizzato come oggettivmente dato, e dall'effetto B che è un'altro evento (osservato o solo ipotizzato). "
(le parole sottolineate mostrano che, almeno su questo punto, Sergio è in accordo con me. Quanto al resto penso che tra me e Sergio ci sono solo incomprensioni dovuti un po' al linguaggio ed un po' alla diversa prspettiva con cui ciascuno di noi affronta queste problematiche. Voglio dire, in buona sostanza, molta incomprensione e poche vere antitesi (che pure ci saranno):
Sicuramente non condivido il fatto che questo argomento è "fuori" rispetto alla temetica di questa sezione del forum "Filosofia della scienza".
Spero che Sergio non me ne voglia.
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