Dubbi sui riferimenti bibliografici
Salve a tutti, ho dei dubbi da sottoporvi. Vorrei capire come bisogna gestire i riferimenti bibliografici quando si scrivono appunti/note/articoli/libri con argomento matematico. Mi spiego meglio, cerco di delineare una situazione concreta:
Supponiamo che Pierino (nome di fantasia) abbia deciso di scrivere delle note su qualche argomento di matematica che gli piace, ed esempio "Teoria dei Gruppi" oppure "Analisi funzionale" (tanto per dire...). Pierino ad un certo punto del testo ritiene opportuno inserire l'enunciato e la dimostrazione di un teorema o di un lemma che trova nel libro XXXX di Caio Sempronio. Domande
1) è sufficiente che Pierino inserisca il libro di Caio Sempronio nei riferimenti bibliografici delle sue note ?? Oppure deve dire "Per maggiori dettagli sul teorema blabla si veda XXXX di Caio Sempronio?" nel corpo principale del documento ?
2) con quanta precisione bisogna inserire questi riferimenti? Pierino deve specificare anche il capitolo/paragrafo/pagina/riga del libro XXXX dove ha reperito il teorema in questione?
3) nel trascivere il teorema Pierino può riportare la dimostrazione così comè ? (con modifiche minori per adattarla al contesto in cui la deve inserire). Oppure deve obbligatoriamente apportare delle modifiche nel flusso logico della dimostrazione oppure ancora deve rifiutare totalmente la strategia dimostrativa di Caio Sempronio e scervellarsi per trovarne una diversa?
4) la situazione è diversa a seconda che si tratti di un teorema noto e stranoto da almeno 50 anni oppure di un risultato recente e poco conosciuto ? Per esempio se Pierino deve dimostrare un famoso teorema di Tizio deve inserire nei riferimenti il foglio originale pubblicato da Tizio, anche se magari quel teorema è "un classico" presente già in tutti gli altri testi sull'argomento ??
Mi scuso anticipatamente se questi dubbi dovessero risultare puerili e\o assurdi. Grazie per l'attenzione.
Supponiamo che Pierino (nome di fantasia) abbia deciso di scrivere delle note su qualche argomento di matematica che gli piace, ed esempio "Teoria dei Gruppi" oppure "Analisi funzionale" (tanto per dire...). Pierino ad un certo punto del testo ritiene opportuno inserire l'enunciato e la dimostrazione di un teorema o di un lemma che trova nel libro XXXX di Caio Sempronio. Domande
1) è sufficiente che Pierino inserisca il libro di Caio Sempronio nei riferimenti bibliografici delle sue note ?? Oppure deve dire "Per maggiori dettagli sul teorema blabla si veda XXXX di Caio Sempronio?" nel corpo principale del documento ?
2) con quanta precisione bisogna inserire questi riferimenti? Pierino deve specificare anche il capitolo/paragrafo/pagina/riga del libro XXXX dove ha reperito il teorema in questione?
3) nel trascivere il teorema Pierino può riportare la dimostrazione così comè ? (con modifiche minori per adattarla al contesto in cui la deve inserire). Oppure deve obbligatoriamente apportare delle modifiche nel flusso logico della dimostrazione oppure ancora deve rifiutare totalmente la strategia dimostrativa di Caio Sempronio e scervellarsi per trovarne una diversa?
4) la situazione è diversa a seconda che si tratti di un teorema noto e stranoto da almeno 50 anni oppure di un risultato recente e poco conosciuto ? Per esempio se Pierino deve dimostrare un famoso teorema di Tizio deve inserire nei riferimenti il foglio originale pubblicato da Tizio, anche se magari quel teorema è "un classico" presente già in tutti gli altri testi sull'argomento ??
Mi scuso anticipatamente se questi dubbi dovessero risultare puerili e\o assurdi. Grazie per l'attenzione.
Risposte
"Rigel":
Non mi piace citare la pagina, poiché dipende spesso dalle edizioni (mentre, con un po' di fortuna, la numerazione dei teoremi può rimanere invariata).
Grazie, davvero.
Non avevo considerato la questione sotto questo punto di vista.

Dipende molto da cosa stai citando (e comunque non c'è uno stile univoco).
Ad esempio, se devi citare un teorema preciso, puoi scrivere qualcosa del tipo:
"Il seguente risultato è dimostrato in [5, Teorema 2.1.3]"
oppure, direttamente nell'enunciato del tuo teorema (cosa che a me non piace, ma è diffusa):
"Teorema [5, Teorema 2.1.3]. Sia \(f\) così e cosà. Allora questo questo e quest'altro."
Non mi piace citare la pagina, poiché dipende spesso dalle edizioni (mentre, con un po' di fortuna, la numerazione dei teoremi può rimanere invariata).
Ad esempio, se devi citare un teorema preciso, puoi scrivere qualcosa del tipo:
"Il seguente risultato è dimostrato in [5, Teorema 2.1.3]"
oppure, direttamente nell'enunciato del tuo teorema (cosa che a me non piace, ma è diffusa):
"Teorema [5, Teorema 2.1.3]. Sia \(f\) così e cosà. Allora questo questo e quest'altro."
Non mi piace citare la pagina, poiché dipende spesso dalle edizioni (mentre, con un po' di fortuna, la numerazione dei teoremi può rimanere invariata).
Ok. Grazie Rigel!!
"Rigel":
E' opportuno fare la citazione nel corpo principale del documento; è anche opportuno che la citazione sia precisa (vale a dire, se mi riferisco al Teorema X.XX cito il Teorema X.XX, se mi riferisco in generale agli argomenti trattati nel Capitolo X cito il capitolo X, etc.).
Volevo chiedere, quindi, qual era la scrittura più corretta.
- Teorema [
oppure
- Teorema [
o altre? (Per ora nella tesi sto usando la prima)
Do per scontato che nella bibliografia l'ordine è "Autore-titolo-edizione (se non è la prima)-casa editrice-luogo di pubblicazione-anno di pubblicazione".
E' opportuno fare la citazione nel corpo principale del documento; è anche opportuno che la citazione sia precisa (vale a dire, se mi riferisco al Teorema X.XX cito il Teorema X.XX, se mi riferisco in generale agli argomenti trattati nel Capitolo X cito il capitolo X, etc.). Più preciso è il riferimento e più facile sarà, per chi legge, rintracciare la fonte.
Per il resto, non mi risulta che nessuno sia mai stato citato in giudizio per aver riportato una dimostrazione pressoché identica all'originale (purché l'originale sia opportunamente citato).
Per il resto, non mi risulta che nessuno sia mai stato citato in giudizio per aver riportato una dimostrazione pressoché identica all'originale (purché l'originale sia opportunamente citato).