Domanda sui dottorati
Molti dottorandi/dottiri sono presenti in questo forum e volevo approfittarne per fare una domanda importante:
una persona che intraprende il dottorato di ricerca in genere riesce a mantenersi e ad essere indipendente economicamente, oppure si tratta di un ulteriore peso per la famiglia e bene o male si deve continaure a vivere coi genitori?
E' una domanda molto generale che vuole raccogliere esperienze differenti, da chi ha una borsa di ricerca dignitosa, ma anche di chi non ha una borsa di ricerca o di chi ha una borsa di ricerca misera.
Insomma: è un lavoro retribuito e considerabile come tale, oppure non ce la si fa a mantenersi?
una persona che intraprende il dottorato di ricerca in genere riesce a mantenersi e ad essere indipendente economicamente, oppure si tratta di un ulteriore peso per la famiglia e bene o male si deve continaure a vivere coi genitori?
E' una domanda molto generale che vuole raccogliere esperienze differenti, da chi ha una borsa di ricerca dignitosa, ma anche di chi non ha una borsa di ricerca o di chi ha una borsa di ricerca misera.
Insomma: è un lavoro retribuito e considerabile come tale, oppure non ce la si fa a mantenersi?
Risposte
vi ringrazio per le risposte, mi aiutano a farmi un'idea più precisa sul post-laurea. Per me è importante perché sto valutando se iniziare a frequentare fisica, ma a 22 anni ed è una di quelle facoltà dove moltissimi poi desiderano continuare nella ricerca pubblica. Tento di capire se a 27 anni un dottorato (qualora si abbia la possibilità di accedervi) voglia dire stare ancora a casa coi genitori e in generale non avere stabilità prima dei 35-40 anni, oppure se sia una scelta di vita "vivibile", con qualcosa che si può costruire oltre alla propria carriera.
E la risposta è ovviamente che dipende da tantissimi fattori.
E la risposta è ovviamente che dipende da tantissimi fattori.
Vado un po' off topic. Magari mi sbaglierò, però ho l'impressione che oggi più di ieri se una persona è davvero interessata per quello che ha studiato, farebbe meglio a continuare ad occuparsene. Ho parlato di recente con un mio amico che lavora in una prestigiosa azienda di consulenza quì in italia, e mi ha detto che un neo assunto a tempo determinato prende sui 1100 euro più 100 di buoni pasto al mese. Questo è uno dei principali sbocchi lavorativi per chi, dopo aver concluso il percorso di studi, decide di non fare ricerca. Alla fine si tratta di guadagnare due lire in più per fare lavori spesso molto noiosi. Un tempo non era così, chi veniva preso in posti di questo tipo aveva dei ritorni economici più significativi, insomma, sembra che ci sia stato un livellamento verso il basso.
"byro":Dipende, conosco dottorandi che ci hanno messo 3 anni, dottorandi che ce ne hanno messi 4. Se lavori bene tre anni ti bastano. Con mille euro al mese io riesco a mantenermi (sono dottorando all'ultimo anno). A quanto capisco per me i prossimi 4-5 anni consisteranno in un girare per il mondo per trovare la mia strada, voglio almeno provarci. Se fallisco cercherò un lavoro. Per quanto mi riguarda, il futuro non esiste ancora (nel senso che è ancora presto per fare previsioni catastrofiche). A me piace fare ricerca e sono ottimista.
La domanda però rimane: può il dottorato fornire una base su cui vivere dignitosamente già durante gli anni in cui lo si consegue? In italia sono 3 gli anni ufficiali e quindi 3 gli anni per la borsa di studio (come diceva gugo); solitamente si riesce a finire il proprio percorso in 3 anni, oppure è come per i dottorati americani dove leggevo che alla fine gli anni necessari sono generalmente (e quasi per tutti) molti di più? Questo perché fare un anno senza borsa è problematico per chi non ha soldi da parte, immagino.
"socio1985":
[quote="gugo82"] (dato che le aziende italiane non hanno bisogno di dottori di ricerca per farci alcunché).
Ho visto con i miei occhi che le banche cercano matematici/fisici con dottorato per la parte di ingegneria finanziaria. Certo, uno non può andare li forte del "solo" dottorato, ma deve essersi fatto per conto suo delle buone basi su quello che andrà a fare.[/quote]
il che non è male...la finanza non è decisamente la cosa a cui aspiro, ma un lavoro è un lavoro.
La domanda però rimane: può il dottorato fornire una base su cui vivere dignitosamente già durante gli anni in cui lo si consegue? In italia sono 3 gli anni ufficiali e quindi 3 gli anni per la borsa di studio (come diceva gugo); solitamente si riesce a finire il proprio percorso in 3 anni, oppure è come per i dottorati americani dove leggevo che alla fine gli anni necessari sono generalmente (e quasi per tutti) molti di più? Questo perché fare un anno senza borsa è problematico per chi non ha soldi da parte, immagino.
"gugo82":
(dato che le aziende italiane non hanno bisogno di dottori di ricerca per farci alcunché).
Ho visto con i miei occhi che le banche cercano matematici/fisici con dottorato per la parte di ingegneria finanziaria. Certo, uno non può andare li forte del "solo" dottorato, ma deve essersi fatto per conto suo delle buone basi su quello che andrà a fare.
pare una strada anche più elitaria del "necessario". O meglio: se vuoi fare un dottorato senza solide basi economiche alle spalle mi pare di capire che si debba già sapere che si dovrà avere la bravura/fortuna di prendere almeno la borsa di studio e in ogni caso rinunciare alla classica fase della vita in cui c'è chi ha figli e così via.
Il tutto si complica poi sempre di più quando da 24 anni si inizia il dottorato a 26-27-28 anni. Perché immagino che il non avere indipendenza economica pesi.
Il tutto si complica poi sempre di più quando da 24 anni si inizia il dottorato a 26-27-28 anni. Perché immagino che il non avere indipendenza economica pesi.
"Sergio":
Ehm... posso inserirmi?
Non per dare risposte, ma per allargare la domanda: qualcuno sa come funzionano i dottorati all'estero?
Lo chiedo pensando a mia figlia, ma forse la cosa potrebbe risultare interessante anche per byro o altri.
Beh, c'è Paola che sta facendo il PhD ad Helsinki, ed anche dissonance è fuori... Potranno risponderti sicuramente loro con più cognizione di causa, appena passano di qui.
Ad ogni modo, credo che fare un giro sui siti delle università che interessano sia una cosa da fare, indipendentemente dagli eventuali consigli.

"byro":
[il dottorato] è un lavoro retribuito e considerabile come tale, oppure non ce la si fa a mantenersi?
Il dottorato non è un lavoro.
Più che altro è un periodo di studi e di formazione in cui impari a fare ricerca nel settore che ti interessa.
"byro":
una persona che intraprende il dottorato di ricerca in genere riesce a mantenersi e ad essere indipendente economicamente, oppure si tratta di un ulteriore peso per la famiglia e bene o male si deve continaure a vivere coi genitori?
E' una domanda molto generale che vuole raccogliere esperienze differenti, da chi ha una borsa di ricerca dignitosa, ma anche di chi non ha una borsa di ricerca o di chi ha una borsa di ricerca misera.
Le borse di studio per il dottorato sono di circa 13mila euro l'anno, quindi poco più di mille euro al mese, e durano solo tre anni.
Solo gli specializzandi in medicina, non si sa perché, hanno una borsa più consistente (dovrebbe essere di circa 1500 euro al mese, se non ricordo male) ed hanno una specializzazione più lunga.
Per quanto riguarda l'indipendenza, essa dipende da come si usano i soldi della borsa.
Ad ogni modo, è un'indipendenza a termine, giacché dopo 3 anni o finisce tutto, oppure comincia il valzer dei miseri assegni di ricerca e dei corsi a contratto, ovvero (nella migliore e più auspicabile delle ipotesi) si va a finire all'estero con borse di ricerca dignitose.
Consiglio molto schietto: non intraprendere la strada del dottorato se hai in mente di stabilirti da qualche parte e viverci, o di metter su famiglia, a meno di dieci anni dalla laurea.
Se vuoi un po' di stabilità, fatti un master e poi cerca un lavoro... Anche perché dopo il dottorato sarà più dura farlo (dato che le aziende italiane non hanno bisogno di dottori di ricerca per farci alcunché).