Domanda personale
ma come si fa a essere tanto bravi in matematica??????e poi quei test di logica, come fate a risorverli?????beati voi..sxo d diventare cm voi(e se è possibile anche meglio di gauss
)
un saluto a tutti

un saluto a tutti
Risposte
Ma se come dice "IgnoranteInMate" la matematica è così vasta come si fa ad imparare tutta?!?!?!?
Dev'essere difficilissimo, comunque Giuseppe87x, in che senso al triennio del liceo scientifico comincia a sentirsi la differenza tra la matematica del classico e dello scientifico? E' roba difficile?
Ciao,
matem.
........................Dal qual com'io un poco ebbi ritratto l'occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto.
Dante, Paradiso v. 19-21
Dev'essere difficilissimo, comunque Giuseppe87x, in che senso al triennio del liceo scientifico comincia a sentirsi la differenza tra la matematica del classico e dello scientifico? E' roba difficile?
Ciao,
matem.
........................Dal qual com'io un poco ebbi ritratto l'occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto.
Dante, Paradiso v. 19-21
Prometto che questo e' l'ultimo post (non voglio diventere pesante).
Non vedo come fai a parlare di fortuna.
La fortuna la si puo' attribuire ad un singolo caso; ma quando i casi sono centinai e centinaia... (la lotteria non puo' vincerla ogni anno la stassa persona!!)
Io credo che ci siano delle doti innate (a prescindere dal fatto che le si coltivino o meno).
Ne ho esperienza diretta con i normalisti. Alcuni sono strudenti modello; ma altri sono proprio fuori dal comune: sono proprio avanti.
Ora mi viene in mente un anedotto: nel leggere la biografia di Pascal rimasi colpito da questo fatto; egli decise di non dedicarsi piu' alla matematica e di pensare solo a salvarsi l'anima (e' famosissima l'esasperata fede di quest'uomo); una notte a causa di un fortissimo mal di testa decide di concentrare l'attenzione su qualcosa per non pensare al dolore: si mette a pensare alla cicloide e subbito ne risolve alcuni dei primcipali problemi inrisolti del tempo. Poi fortunatamente gli passa il mal di testa e si convince che era una cosa "buona" quella che stava facendo, e continua a lavorarci per tutta la notte. Al mattino aveva """praticamente risolto""" tutti i problemi e le proprieta' sulla cicloide, che da anni tormentavano tantissime menti matematiche.
Alla fine rimarra' sempre un'opinione: ma io non posso non vedere una prodittivita' cosi' feconda e acuta e in cosi' poco tempo, e il tutto nato quasi per gioco (avrebbe potuto anche fare un cruciverba per non pensare al mal di testa), soprattuto se confrontata a quella "degli altri uomini" (che cmq vivevano nello stesso periodo), come un'affascinante manifestazione del genio.
Platone
Non vedo come fai a parlare di fortuna.
La fortuna la si puo' attribuire ad un singolo caso; ma quando i casi sono centinai e centinaia... (la lotteria non puo' vincerla ogni anno la stassa persona!!)
Io credo che ci siano delle doti innate (a prescindere dal fatto che le si coltivino o meno).
Ne ho esperienza diretta con i normalisti. Alcuni sono strudenti modello; ma altri sono proprio fuori dal comune: sono proprio avanti.
Ora mi viene in mente un anedotto: nel leggere la biografia di Pascal rimasi colpito da questo fatto; egli decise di non dedicarsi piu' alla matematica e di pensare solo a salvarsi l'anima (e' famosissima l'esasperata fede di quest'uomo); una notte a causa di un fortissimo mal di testa decide di concentrare l'attenzione su qualcosa per non pensare al dolore: si mette a pensare alla cicloide e subbito ne risolve alcuni dei primcipali problemi inrisolti del tempo. Poi fortunatamente gli passa il mal di testa e si convince che era una cosa "buona" quella che stava facendo, e continua a lavorarci per tutta la notte. Al mattino aveva """praticamente risolto""" tutti i problemi e le proprieta' sulla cicloide, che da anni tormentavano tantissime menti matematiche.
Alla fine rimarra' sempre un'opinione: ma io non posso non vedere una prodittivita' cosi' feconda e acuta e in cosi' poco tempo, e il tutto nato quasi per gioco (avrebbe potuto anche fare un cruciverba per non pensare al mal di testa), soprattuto se confrontata a quella "degli altri uomini" (che cmq vivevano nello stesso periodo), come un'affascinante manifestazione del genio.
Platone
e allora mi c vuole ancora un ano visto che sto al 4°..
Luca ho postato solo un secondo dopo di te...[:D].
I logaritmi sono importantissimi (comunque credo che al classico si facciano in quinto). Ti conviene anche studiare le progressioni, sono molto belle.
Il calcolo dei logaritmi e' fondamentale; le progressioni meno, ma sono divertenti.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Luca Lussardi
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mille grazie a tutti!cercherò di aggiornarmi!!una domanda:i logaritmi e lòe progressioni sono importanti?così parto di lì...ciao!
Io ti consiglio di studiare sui libri di matematica del triennio del liceo scientifico.
Per quanti riguarda i programmi del biennio del liceo scientifico e del classico, sono sostanzialmente uguali, è al triennio che comincia a profilarsi la grande differenza tra liceo classico e scientifico in fatto di matematica.
Ciao
Per quanti riguarda i programmi del biennio del liceo scientifico e del classico, sono sostanzialmente uguali, è al triennio che comincia a profilarsi la grande differenza tra liceo classico e scientifico in fatto di matematica.
Ciao
Ah, non avevo idea che tu fossi cosi' giovane. Allora intanto ti conviene aspettare, magari leggere qualche libro divulgativo, o se proprio vuoi studiare almeno la parte in programma che ti manca per avere una preparazione da liceo scientifico.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Luca Lussardi
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mmm..vediamo...nn so come spiegarmi:a me la matemaica piace e vorrei approfondirla.ora il problema è:se è così vasta, da dove iniziare?io frequento il liceo classico e nn è che sappia molto di matematica anche se il mio prof è bravo.vorrei delle dritte su cosa iniziare:dico che a me piace molto la teoria del numero(ovviamente soilo per sentito dire)..se c sono altri argomenti appassionanti vi prego di farmelo notare..grazie
Non e' detto che tu non possa diventare come Gauss; Gauss era un uomo, non una macchina. Ricorda che non sono le nostre capacita' che ci portano in alto, ma sono le nostre scelte. E' solo una questione di volonta'.
Per quanto riguarda i testi devi specificare meglio a cosa ti vuoi avvicinare.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Per quanto riguarda i testi devi specificare meglio a cosa ti vuoi avvicinare.
Luca Lussardi
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Wow!!!!nn credevo che una semplice curiosità accendesse un così ampio dibatto.Cmq ho capito che, genio o nn genio, nn potrò diventare come GAUSS(:D), però come si suol dire la speranza è l'ultima a morire..perciò cercherò di applicarmi!
Detto questo, vorrei chiedere a voi seguaci della Matematica dei testi facilmente comprensibili per avvicinarmi e capire un po' più da vicino quanto è vasta e quali sono le potenzialità(alquanto illimitate da quello che ho capito) di questa nuova "religione"(mi sento molto pitagorico oggi..).
ho letto "l'ultimo teorema di Fermat"(di Simon Singh, Bur saggi) e v posso dire che mi è piaciuto.a dir la verità nn ho ben capito come s sia riuscito a dimostrare che "X alla n +Y alla n=Z alla n" sia impossibile per tutti i valori di n>2..confido nel vostro buon cuore e nella semplicità(ma nn superficialità) dei testi che m consiglierete...
grazie mille^_^
Detto questo, vorrei chiedere a voi seguaci della Matematica dei testi facilmente comprensibili per avvicinarmi e capire un po' più da vicino quanto è vasta e quali sono le potenzialità(alquanto illimitate da quello che ho capito) di questa nuova "religione"(mi sento molto pitagorico oggi..).
ho letto "l'ultimo teorema di Fermat"(di Simon Singh, Bur saggi) e v posso dire che mi è piaciuto.a dir la verità nn ho ben capito come s sia riuscito a dimostrare che "X alla n +Y alla n=Z alla n" sia impossibile per tutti i valori di n>2..confido nel vostro buon cuore e nella semplicità(ma nn superficialità) dei testi che m consiglierete...
grazie mille^_^
Forse si', sono stati proprio piu' fortunati, e ritengo che la cosa piu' forte di tutte sia il fatto che hanno vissuto in un'epoca particolare, in cui si costruivano montangne di Matematica poco fondata.
No, io non credo che esista il genio matematico. Esistono persone che hanno una sensibilita' verso i numeri, questo si', ma ai livelli di ricerca no, non ci credo. E' una mia opinione, e sei liberissimo di pensarla come vuoi tu. Probabilmente per cause esterne o altro, il nostro cervello sviluppa delle capacita' che tornano utili quando si affrorntano certi problemi, non lo so. Non lo sanno nemmeno i medici come funziona la nostra mente.
Ma non credo esista la dote innata per la Matematica.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
No, io non credo che esista il genio matematico. Esistono persone che hanno una sensibilita' verso i numeri, questo si', ma ai livelli di ricerca no, non ci credo. E' una mia opinione, e sei liberissimo di pensarla come vuoi tu. Probabilmente per cause esterne o altro, il nostro cervello sviluppa delle capacita' che tornano utili quando si affrorntano certi problemi, non lo so. Non lo sanno nemmeno i medici come funziona la nostra mente.
Ma non credo esista la dote innata per la Matematica.
Luca Lussardi
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Io ritengo che di tutti igrandi nomi che ci sono stati in quei deu secoli, ce ne sono stati tanti altri nel 900 e ce ce ne saranno ancora tanti in futuro. Nel secolo appena passato ci sono state tante menti come quelle qualla di Lagrange, Cauchy, Sylvester, Abel, Cantor, ecc ; e questo perchè il genio esiste e ovviamente non c'è stata nessun ondata particolare. Ora che male c'è se tra i geni uno era più genio degli altri?
Ora, è vero che prima cera meno rigore (anche se per quanto mi risulta Gauss fu uno dei primi a pretenderlo nei suoi lavori), ma io credo che il ricore sia solo un impiccio in più, e non un freno alla creatività matematica.
Tu dici che non credi che esista il genio in matematica.
Allora i tanti nomi che conosciamo sono stati semplicemente più "fortunati" di tanti altri ricercatori.
Il genio esiste; non se che natura abbia (biologica, culturale, dono di Dio, casualità), ma sta di fatto che esiste.
Gauu diede prova del suo genio per la prima volta a 3 anni, e ottenne i primi "risultati propri" a partire dagli 8; Mozart compose il suo primo minuetto a 4 anni!!; Newton durante l'infanzia progettava e costruiva strumenti meccanici (utilizzando alle volte come forza motrice dei topi); Leopardi a 6 anni conosceva correttamente latino e greco antico e a 8 decide di abbandonare le istituzioni scilastiche perchè ne sapeva molto più dei gesuiti; Golois per entrare al politecnico tra i 16 e i 18 anni ha elaborato degli scritti i cui contenuti oggi sono dei classici della matematica, e a 21, la notte prima di andare a moriere ha scritto due cose: una lettera al fratello e una delle fiù eleganti e potenti teorie algebriche. E potrei cintinuare con altri nomi (Da Vinci, Turing, Galileo,...).
Come fai a dire che in loro non viveva il genio.
Ok, avranno anche fatto degli errori, ma non mi sembra un motivo per ricredersi sulle loro facoltà. Poi dici anche che gli errori venivano da una mancanza di rigore: credi che oggi i matematici non prendano mai uno stivale per un tonno!??
Platone
Ora, è vero che prima cera meno rigore (anche se per quanto mi risulta Gauss fu uno dei primi a pretenderlo nei suoi lavori), ma io credo che il ricore sia solo un impiccio in più, e non un freno alla creatività matematica.
Tu dici che non credi che esista il genio in matematica.
Allora i tanti nomi che conosciamo sono stati semplicemente più "fortunati" di tanti altri ricercatori.
Il genio esiste; non se che natura abbia (biologica, culturale, dono di Dio, casualità), ma sta di fatto che esiste.
Gauu diede prova del suo genio per la prima volta a 3 anni, e ottenne i primi "risultati propri" a partire dagli 8; Mozart compose il suo primo minuetto a 4 anni!!; Newton durante l'infanzia progettava e costruiva strumenti meccanici (utilizzando alle volte come forza motrice dei topi); Leopardi a 6 anni conosceva correttamente latino e greco antico e a 8 decide di abbandonare le istituzioni scilastiche perchè ne sapeva molto più dei gesuiti; Golois per entrare al politecnico tra i 16 e i 18 anni ha elaborato degli scritti i cui contenuti oggi sono dei classici della matematica, e a 21, la notte prima di andare a moriere ha scritto due cose: una lettera al fratello e una delle fiù eleganti e potenti teorie algebriche. E potrei cintinuare con altri nomi (Da Vinci, Turing, Galileo,...).
Come fai a dire che in loro non viveva il genio.
Ok, avranno anche fatto degli errori, ma non mi sembra un motivo per ricredersi sulle loro facoltà. Poi dici anche che gli errori venivano da una mancanza di rigore: credi che oggi i matematici non prendano mai uno stivale per un tonno!??
Platone
Io ritengo che la Matematica possa essere consideratoa sia un'invenzione che una scoperta. Alla base di tutto sta l'invenzione ed il genio. Una volta che uno e' riuscito ad inventare uno strumento di calcolo o altro, allora si apre tutta la scoperta delle proprieta' e delle regole possibili. Non credo si possa parlare solo di invenzione, ne' si possa parlare solo di scoperta. Insomma, secondo me la Matematica non e' gia' dentro di noi, e' un nostro prodotto. Forse siamo gia' programmati per le basi concettuali della Matematica, ma il software poi ce lo costruiamo noi.
Quanto a Gauss, io condivido quanto dice Archimede: per carita', riconosco che Gauss e' stato un "genio" (anche se non credo che il genio matematico esista), ma se vivesse oggi un altro Gauss sarebbe proprio un bravo professore universitario, un bravo ricercatore e nulla piu'. Infatti il tutto va messo in relazione all'epoca in cui si vive e produce. Vi siete mai chiesti perche' dal 700 in poi fin verso la fine dell'800 ci sono stati quei grandissimi nomi che tutti sappiamo? Non e' che c'e' stata l'ondata di geni, c'e' stata l'invenzione giusta da parte di Leibniz e Newton, e poi ci sono stati a seguire molti personaggi che ne hanno colto le proprieta' del calcolo. Oggi invece tantissima Matematica e' stata gia' fatta, e molta e' ancora da fare, ma ormai il sapere matematico e' talmente vasto che e' inconcepibile che una persona riesca a lavorare contemporaneamente in piu' settori, come facevano Gauss, Eulero o altri.
Infine, se mi e' permesso, vorrei dire una mia opinione: e' vero che Gauss, Eulero e altri sapevano e usavano moltissimi Teoremi che oggi usiamo noi e che magari riteniamo piu' recenti. Pero' all'epoca il rigore non esisteva. Newton sviluppava in serie di potenze senza sapere cosa fosse una serie...
Quindi cio' che voglio sottolineare e' che spesso succedeva che uno intuisse i Teoremi, cosa che non necessita un "genio" matematico, e che quindi li usasse di conseguenza per i propri lavori, arrivando in breve a risultati. Oggi invece a causa del nostro stretto rigore, la strada e' molto piu' difficile, magari uno intuisce rapidamente le idee, ma dall'intuito alla dimostrazione di cui oggi si necessita, ne passa molto.
E poi non tutto quello intuito potrebbe essere vero, credete che i grandi non sbagliavano? Newton ha commesso moltissimi errori nelle sue pubblicazioni, senza anulla togliere al suo operato. Il problema era appunto l'assenza di rigore, che da un lato spingeva piu' rapidamente la ricerca, ma dall'altro lato faceva correre il rischio di prendere delle grosse cantonate, cantonate che puntualmente sono arrivate.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Quanto a Gauss, io condivido quanto dice Archimede: per carita', riconosco che Gauss e' stato un "genio" (anche se non credo che il genio matematico esista), ma se vivesse oggi un altro Gauss sarebbe proprio un bravo professore universitario, un bravo ricercatore e nulla piu'. Infatti il tutto va messo in relazione all'epoca in cui si vive e produce. Vi siete mai chiesti perche' dal 700 in poi fin verso la fine dell'800 ci sono stati quei grandissimi nomi che tutti sappiamo? Non e' che c'e' stata l'ondata di geni, c'e' stata l'invenzione giusta da parte di Leibniz e Newton, e poi ci sono stati a seguire molti personaggi che ne hanno colto le proprieta' del calcolo. Oggi invece tantissima Matematica e' stata gia' fatta, e molta e' ancora da fare, ma ormai il sapere matematico e' talmente vasto che e' inconcepibile che una persona riesca a lavorare contemporaneamente in piu' settori, come facevano Gauss, Eulero o altri.
Infine, se mi e' permesso, vorrei dire una mia opinione: e' vero che Gauss, Eulero e altri sapevano e usavano moltissimi Teoremi che oggi usiamo noi e che magari riteniamo piu' recenti. Pero' all'epoca il rigore non esisteva. Newton sviluppava in serie di potenze senza sapere cosa fosse una serie...
Quindi cio' che voglio sottolineare e' che spesso succedeva che uno intuisse i Teoremi, cosa che non necessita un "genio" matematico, e che quindi li usasse di conseguenza per i propri lavori, arrivando in breve a risultati. Oggi invece a causa del nostro stretto rigore, la strada e' molto piu' difficile, magari uno intuisce rapidamente le idee, ma dall'intuito alla dimostrazione di cui oggi si necessita, ne passa molto.
E poi non tutto quello intuito potrebbe essere vero, credete che i grandi non sbagliavano? Newton ha commesso moltissimi errori nelle sue pubblicazioni, senza anulla togliere al suo operato. Il problema era appunto l'assenza di rigore, che da un lato spingeva piu' rapidamente la ricerca, ma dall'altro lato faceva correre il rischio di prendere delle grosse cantonate, cantonate che puntualmente sono arrivate.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Per archimede
Non volevo accusarti di ignoranza; non sta scritto da nessuna parte che una persona brava a cmq appassionata di matematica debbe per forza anche essere informato sulla sua storia o sulla vita dei suoi "grandi uomini".
Ma non riesco a capire cosa centri il fatto che non egli non conosceva la matematica moderna: sulla base di questo ragionamento la genialita' non esiste (a meno che uno non conosca tutta la matematica possibile ed immaginabile, che ritengo sia infinita), perche' una persono che magari oggi viene riconosciuta da tutt la comunita' scentifica come genio, fra 60 anni si cambia idea sulla base del fatto che egli non sapeva le cose che sappiamo oggi!?!
Mi sembra un po folle come ragionamento.
La genialita' non la si stabilisce sulla quantita' di conoscenze.
Gauss deduceva teoremi ogni giorno e nelle situazioni piu' assurde, mentre parlava con la gente, mentre mangiava, ecc. Era anche una persona molto umile e non cercava ne fama ne gloria, era un semplice servo della scienza; pubblicava solo quando riusciva ad organizzare un corpo teorico "sufficentemente" completo ed interessante.
Alcume delle dscoperte fatte nella seconda meta' del secolo scorso, e che ora portano il nome di tizio o di caio, si e' scoperto negli anni novanta che Gauss gia' le conosceva e le usava come "semplici" strumenti per i suoi lavori.
Davvero, non riesco a capire cosa ti faccia dubitare della genialita' di Gauss.
Se Gauss non era un genio, allora chi lo era?
Fammi un esempio: chi e' stato per te un genio?
Per Giuseppe87x e per Luca:
anche a me e' piaciuta e concordo con la frase di Luca (tranne per il primo verso; di la verita' Luca, non hai ricevuto nessuma bestemia da parte di qualche ghimico: altro che laboratorio, loro vedono la chimica in ogni secondo della loro vita: mentre respirano, mangiano, scrivono,"pensano", cucinano. ecc ecc ecc; questi per loro sono eventi chimici).
Tuttavia, si la matematica vive dentro di noi, sono daccordissimo, ma questo non vuol dire che e' il frutto della mente umana. Dici di aver assunto un atteggiamento piu' platonico, ebbene allora la spiegazione "platonica" e' che la matematica e' come il Vero, esiste di per se, come principio primo, come Bene, come Uno, come "Dio";
in noi c'e' il seme di questo perfezione, us seme che in se racchiude tutta la matematica possibile, e che quindi e' gia' tutta presente nella nostra mente, e quando noi la SCOPRIAMO, lo facciamo "cercando" nella nostra mente, e non altrove. Ma questo non vuol dire che sia un' invenzione: quando una cosa si inventa ha sempre un qualcosa dell'autore in se: l'ultima cena di Leonardo sara' necessariamente diversa da un qualsia altro dipinto raffigurante la stessa scena, cosi' come mai nessuno scrivera' mai (a meno che non si tratti di plagio) una Divina Commedia!
Per la matematica non funziona cosi': sono addirittura ridondanti nella storia esempi di matematici sparsi per il mondo, in maniera del tutto autonoma errivano agli stessi ed identici risultati (il caso piu' eclatante e', probabilmente, la scoperta del calcolo differenziale fatta negli stassi anni ma in maniera del tutto autonoma da Newton e da Leibinitz).
Platone
Non volevo accusarti di ignoranza; non sta scritto da nessuna parte che una persona brava a cmq appassionata di matematica debbe per forza anche essere informato sulla sua storia o sulla vita dei suoi "grandi uomini".
Ma non riesco a capire cosa centri il fatto che non egli non conosceva la matematica moderna: sulla base di questo ragionamento la genialita' non esiste (a meno che uno non conosca tutta la matematica possibile ed immaginabile, che ritengo sia infinita), perche' una persono che magari oggi viene riconosciuta da tutt la comunita' scentifica come genio, fra 60 anni si cambia idea sulla base del fatto che egli non sapeva le cose che sappiamo oggi!?!
Mi sembra un po folle come ragionamento.
La genialita' non la si stabilisce sulla quantita' di conoscenze.
Gauss deduceva teoremi ogni giorno e nelle situazioni piu' assurde, mentre parlava con la gente, mentre mangiava, ecc. Era anche una persona molto umile e non cercava ne fama ne gloria, era un semplice servo della scienza; pubblicava solo quando riusciva ad organizzare un corpo teorico "sufficentemente" completo ed interessante.
Alcume delle dscoperte fatte nella seconda meta' del secolo scorso, e che ora portano il nome di tizio o di caio, si e' scoperto negli anni novanta che Gauss gia' le conosceva e le usava come "semplici" strumenti per i suoi lavori.
Davvero, non riesco a capire cosa ti faccia dubitare della genialita' di Gauss.
Se Gauss non era un genio, allora chi lo era?
Fammi un esempio: chi e' stato per te un genio?
Per Giuseppe87x e per Luca:
anche a me e' piaciuta e concordo con la frase di Luca (tranne per il primo verso; di la verita' Luca, non hai ricevuto nessuma bestemia da parte di qualche ghimico: altro che laboratorio, loro vedono la chimica in ogni secondo della loro vita: mentre respirano, mangiano, scrivono,"pensano", cucinano. ecc ecc ecc; questi per loro sono eventi chimici).
Tuttavia, si la matematica vive dentro di noi, sono daccordissimo, ma questo non vuol dire che e' il frutto della mente umana. Dici di aver assunto un atteggiamento piu' platonico, ebbene allora la spiegazione "platonica" e' che la matematica e' come il Vero, esiste di per se, come principio primo, come Bene, come Uno, come "Dio";
in noi c'e' il seme di questo perfezione, us seme che in se racchiude tutta la matematica possibile, e che quindi e' gia' tutta presente nella nostra mente, e quando noi la SCOPRIAMO, lo facciamo "cercando" nella nostra mente, e non altrove. Ma questo non vuol dire che sia un' invenzione: quando una cosa si inventa ha sempre un qualcosa dell'autore in se: l'ultima cena di Leonardo sara' necessariamente diversa da un qualsia altro dipinto raffigurante la stessa scena, cosi' come mai nessuno scrivera' mai (a meno che non si tratti di plagio) una Divina Commedia!
Per la matematica non funziona cosi': sono addirittura ridondanti nella storia esempi di matematici sparsi per il mondo, in maniera del tutto autonoma errivano agli stessi ed identici risultati (il caso piu' eclatante e', probabilmente, la scoperta del calcolo differenziale fatta negli stassi anni ma in maniera del tutto autonoma da Newton e da Leibinitz).
Platone
Personalmente ritengo anche io come molti che la Matematica sia ormai la chiave per leggere quello che ci circonda e per spiegarlo in modo esauriente. Ciononostante rimane il fatto che essa, nella sua purezza, rimane solo dentro la mente di ciascuno di noi, la si vede solamente all'azione, per cosi' dire.
Mi piace molto il paragone con la musica: una persona comune quando vede uno spartito musicale vede solo una pagina di strani simboli disposti su righe, ma nella mente del musicista quei simboli diventano musica.
La stessa identica cosa vale per una pagina di Matematica: quando la legge un profano sembra una pagina di strani segni uno dopo l'altro, ma nella mente del matematico essa "diventa" la vera Matematica.
Luca Lussardi
http://www.lussardi.tk
Mi piace molto il paragone con la musica: una persona comune quando vede uno spartito musicale vede solo una pagina di strani simboli disposti su righe, ma nella mente del musicista quei simboli diventano musica.
La stessa identica cosa vale per una pagina di Matematica: quando la legge un profano sembra una pagina di strani segni uno dopo l'altro, ma nella mente del matematico essa "diventa" la vera Matematica.
Luca Lussardi
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Anch'io a questo sito sono arrivata per puro caso.. La matematica non è il mio forte, ma da un annetto a questa parte sono passata dall'odiarla all'amarla!! Non so perchè, cosa sia successo, ma adesso le sue varie sfaccettature mi affascinano.Peccato che l'ho scoperto troppo tardi..in questi anni non me ne mai interessato niente di matematica, forse per la mia giovane età e adesso che cerco di buttarmici dentro rimpiango gli anni passati in cui avrei avuto piu scians di farmela amica.Però non perdo le speranze perchè la passione combatte ogni ostacolo si possa presentare!!Quindi affido le mie speranze agli studi universitari (fra due anni,prima il diploma!!)in cui potrò davvero avvelermi delle solide basi per poter costruire il mio castello di scienza!!
beh scopriremo la verità quando incontreremo degli alieni e così potremo confrontare la lor matematica con la nostra e vedere se sono "isomorfe" (azzardo un parolone e spero che non sia usato a sproposito).
Sicuramente mi sono spiegato male.
Secondo me la matematica è una chiave. Le scienze sono le porte che noi dobbiamo aprire per conoscere la realtà. Ma anche se l'uomo non avesse mai avuto la chiave queste porte sarebbero esistite ugualmente, solo sarebbero tutte chiuse.
Le leggi della fisica, della chimica esistono da sempre e continueranno ad esistere con o senza la matematica. Con la matematica riusciamo a formalizzarle e a manipolarle in nostro favore, ma la matematica di per sè non è una scienza, come la fisica che esiste al di fuori della nostra mente, ma è qualcosa che permette ad essa di focalizzare le relazioni casuali che esistono tra i fenomeni naturali.
Sicuramente senza la matematica come dici tu ritorneremo ai tempi di Leonardo da Vinci, degli alchimisti, ma hai detto bene, noi ritorneremo, infatti le leggi della fisica e quelle della chimica non cambiano..(quelle porte di cui ti parlavo sono ancora chiuse).
Oggi vedo un aeroe volare grazie al principio di Bernoulli, credo però che ci siano abbastanza motivazioni per ritenere che esso avrebbe potuto volare anche ai tempi di Leonardo da Vinci (quando Bernoulli non era ancora neanche nato).
Anche per te vale il solito discorso: è semplicemente una mia idea.
Secondo me la matematica è una chiave. Le scienze sono le porte che noi dobbiamo aprire per conoscere la realtà. Ma anche se l'uomo non avesse mai avuto la chiave queste porte sarebbero esistite ugualmente, solo sarebbero tutte chiuse.
Le leggi della fisica, della chimica esistono da sempre e continueranno ad esistere con o senza la matematica. Con la matematica riusciamo a formalizzarle e a manipolarle in nostro favore, ma la matematica di per sè non è una scienza, come la fisica che esiste al di fuori della nostra mente, ma è qualcosa che permette ad essa di focalizzare le relazioni casuali che esistono tra i fenomeni naturali.
Sicuramente senza la matematica come dici tu ritorneremo ai tempi di Leonardo da Vinci, degli alchimisti, ma hai detto bene, noi ritorneremo, infatti le leggi della fisica e quelle della chimica non cambiano..(quelle porte di cui ti parlavo sono ancora chiuse).
Oggi vedo un aeroe volare grazie al principio di Bernoulli, credo però che ci siano abbastanza motivazioni per ritenere che esso avrebbe potuto volare anche ai tempi di Leonardo da Vinci (quando Bernoulli non era ancora neanche nato).
Anche per te vale il solito discorso: è semplicemente una mia idea.