Divorzio breve e il valore del matrimonio:che relazione c'è?

_prime_number
Recentemente la Commissione Giustizia della Camera ha approvato un disegno di legge a favore del divorzio breve.
Per chi non lo sapesse, al momento il divorzio è un vero e proprio calvario: per prima cosa bisogna presentare l'istanza di separazione di fronte ad un giudice (già passa qualche settimana di attesa per l'udienza). Se la separazione è consensuale, la via è più facile, altrimenti passano mesi (o anni) di lotta per trovare un accordo di separazione. Una volta certificata la separazione, devono passare ALMENO 3 anni per potere RICHIEDERE il divorzio. Se poi ci sono dei figli, la durata del processo di divorzio può prendere tranquillamente dieci anni. Oltre ai tempi, bisogna considerare anche le spese processuali, che su lungo periodo hanno un peso considerevole.
In ultimo, faccio notare un aspetto della legge italiana: sebbene separati, i coniugi rimangono tali, con conseguenti diritti (ad esempio ereditari). Nei tempi così lunghi di attesa, una persona non può rifarsi una vita.
Il divorzio breve accorcerebbe i tempi ad un anno o due in caso di figli.

Appena uscita questa notizia i preti dal pulpito hanno iniziato ad inneggiare alla perdita dei valori e simili.

Io sono una persona con un'altissima considerazione del matrimonio: credo che sia un legame sacro (Dio a parte, sono atea) e vivrei il divorzio come un grandissimo fallimento personale se mi capitasse... tuttavia non credo affatto che sia giusto ostacolare in questo modo le persone che vogliono divorziare. Oltretutto, la legge attuale favorisce chi non prende sul serio il matrimonio: se io mi sposassi, poi iniziassi a fare una vita libertina o chissà che altro... cosa dovrebbe fare il mio povero marito? Sopportare? Anche se la colpa è palesemente di uno dei due, i tempi rimangono quelli. Io trovo questa legge barbara e bigotta... e controproducente!!! In tutto il resto d'Europa i tempi di attesa sono di un anno, anche meno.

E' vero che le percentuali di divorzio sono pericolosamente in aumento rispetto al passato, ma io credo che la via da percorrere sia un'altra. Perché la Chiesa non scende dal pulpito e non organizza punti di ascolto per i coniugi, invece? (Dico la Chiesa perché ha a cuore il problema più dello Stato) Come al solito, credo che la soluzione sia l'educazione delle persone.

Cosa ne pensate? Sarebbe bello anche sentire il punto di vista di persone che hanno vissuto il divorzio nella loro esperienza o nell'esperienza di persone a loro vicine.

Paola

Risposte
retrocomputer
"prime_number":
No sinceramente, non ricordo dove l'ho letto. Inoltre credo di essermi espressa male, con "divorzio automatico" intendo che è possibile chiederlo senza il consenso dell'altro coniuge.


Ah, ho capito, bisogna comunque tornare in tribunale... Io invece auspicherei la possibilità di non doverci tornare una seconda volta...

_prime_number
No sinceramente, non ricordo dove l'ho letto. Inoltre credo di essermi espressa male, con "divorzio automatico" intendo che è possibile chiederlo senza il consenso dell'altro coniuge.

Paola

retrocomputer
"prime_number":
Il divorzio automatico scatta, per quanto io ricordi, dopo 10 anni che i coniugi sono separati legalmente...


Ah, questa non la sapevo... Sai per caso dove posso averne una conferma?

_prime_number
Il divorzio automatico scatta, per quanto io ricordi, dopo 10 anni che i coniugi sono separati legalmente... di modo che se uno scompare per qualche motivo (anche per evitare il divorzio stesso!) l'altro possa essere libero dopo un po'. Anche questo mi sembra assurdo, ma lasciamo perdere...
Aggiungo anche una cosa: se il giudice non ti concede la separazione o il divorzio, sei costretto a stare sposato. Alcuni giudici fanno il bello e il cattivo tempo, dicendo ad esempio "siete troppo giovani per divorziare". Real story.

Paola

retrocomputer
"prime_number":
Sono d'accordo con te, retrocomputer. Cosa pensi del divorzio breve?


Devo dirti che non ho mai compreso del tutto il senso della distinzione tra separazione e divorzio, per cui il divorzio breve mi lascia un po' freddo.

Mi rendo conto che la separazione sia da ritenere una fase di meditazione, ma nel frattempo non mi pare che sia difficile (legalmente parlando) riconciliarsi, quindi secondo me il divorzio dovrebbe scattare automaticamente se entro un certo periodo di tempo (e un anno mi sembra più che sufficiente per meditare) i due coniugi non prendono iniziative in senso contrario: una sorta di decadenza del matrimonio. Cioè, non vedo perché si debba tornare in tribunale (e spendere altri soldi) per una cosa (peraltro spiacevole) già fatta. Inoltre, non ho dati a disposizione e cerco anch'io riscontri statistici, ma penso che le riconciliazioni non siano un evento così frequente da giustificare due ricorsi al tribunale.

_prime_number
Ciao Sergio, la tua è una domanda più che legittima. Credo che un piccolo periodo di tempo sia necessario proprio per lasciare uno spiraglio di speranza aperta. Considera che il divorzio breve richiederebbe comunque un anno di tempo, tempistica che trovo eccellente da tutti i punti di vista, sia per lasciare alla coppia un tempo ragionevolmente lungo per ripensarci, sia per permettere a due individui convinti della decisione di rifarsi una nuova vita.
Sarà interessante leggere qualche statistica, se ne troverai!

Paola

_prime_number
Sono d'accordo con te, retrocomputer. Cosa pensi del divorzio breve?

Approfitto per inserire il link della lega italiana per il divorzio breve. Chi è interessato può aderire all'appello.
http://www.divorziobreve.org/node/33

Paola

retrocomputer
"prime_number":
ma io sarei più interessata a sapere le vostre opinioni sul matrimonio e sul divorzio.


Io penso che il matrimonio (inteso come unione civile) sia una importante presa di responsabilità nei confronti del partner e di eventuali figli.

Per quanto riguarda il divorzio, penso che divorziare sia meglio che farsi le corna, meglio che essere picchiati e/o seviziati, meglio che litigare dalla mattina alla sera... Insomma, il divorzio è meglio di cose davvero squallide, comunque non mi piace.

_prime_number
Caro 3.1415, il tuo punto di vista a mio parere è troppo rigido. Il mondo (purtroppo :D ) non è un libro di Matematica, fatto di teoremi e rigide definizioni. Il cambiamento fa parte della vita e dell'umanità. La Chiesa ha delle regole da lungo tempo che in larga parte sono ormai anacronistiche... fatica anche "lei" ad accettarlo, ma se ne sta lentamente rendendo conto. A cosa credi sia dovuta la crisi della fede? Non certo al fatto che gli uomini abbiano un minore bisogno di credere in Dio o in qualcosa (cosa che è e sempre sarà, fa parte dell'uomo stesso), ma al fatto che non si rispecchiano più in un'istituzione che dovrebbe rappresentarLo.
Io ho citato in mezzo la Chiesa perché lei stessa ha a cuore che matrimoni, civili e non, vadano a buon fine se possibile... e certamente ha a cuore - come tutti noi - che si riprendano in mano certi valori sani e che non possono che migliorare la vita delle persone... la mia era un'idea, tanto per dire. Voglio riportare l'attenzione sul centro del discorso, però, che era totalmente laico nelle sue intenzioni. L'unico aspetto non laico è il fatto che purtroppo in politica c'è lo zampino della Chiesa anche se non dovrebbe... ma io sarei più interessata a sapere le vostre opinioni sul matrimonio e sul divorzio.

Paola

Sk_Anonymous
prime credo tu parta da presupposti differenti a quelli della Chiesa : il divorzio non ha effetto sul matrimonio celebrato in Chiesa , è l'annullamento della Sacra Rota casomai che comporta pure l'annullamento del matrimonio civile ...asimmetria inconcepibile considerando che si può ottenere l'annullamento del matrimonio religioso per motivazioni che non comporterebbero mai l'annullamento di quello civile .

se due cattolici italiani divorziano civilmente nulla cambia per la Chiesa cattolica , sono ancora sposati e tali rimarranno , può preoccupare la separazione dei due e la nascita di nuovi legami che comportano un peccato per la morale cattolica , ma questo solo se si sono sposati con rito cattolico ; quindi come puoi pretendere che i preti aprano consultori per aiutare chi si è sposato in municipio ? per loro sono 2 peccatori come chi convive , la loro unione civile non ha alcun valore .

garnak.olegovitc1
Salve prime_number,
personalmente non mi sposerei mai anche con rito religioso, così facendo faccio sì che i preti (o le parti eclessiastiche) non si intromettano e ognuno si fa i cavoletti suoi, quindi in tal caso sono per il rito civile il quale non è altro che una ratifica dei diritti e doveri, o altro, della coppia (uomo e donna di natura, non mi prolungo su altro) presa in questione.
Penso che il divorzio breve è positivo in parte, ovvero per alcuni casi, mentre negativo in altra parte; cioè, se vi sono figli allora è meglio che la pratica di divorzio si prolunghi, di proposito, sino alla maggiore età di questi proprio per garatire la crescita del padre e "l'amore" della madre, anche viventi in posti diversi, il figlio deve percepire una seppur banale unione dei genitori.... se, invece, figli non vi sono allora prima è meglio è, proprio per dare possibilità alle parti della coppia di rifarsi una vita con altri...
Il problema si complica se la coppia si sposa anche con rito religioso con l'intervento del tribunale religioso e via dicendo...
Questo è quello che penso io.
Cordiali saluti

P.S.= Preciso che non condivido il matrimonio nè civile nè religioso, se una coppia vuole stare insieme perchè mai bisogna ratificare ciò, tipo una patente di coppia. Una soluzione la mia che taglia parecchi nodi gordiani che non stò qui a citare in quanto è l'argomento meno adatto.

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.