Credere, convincere, discutere" vi consiglio questo lin
"Credere, convincere, discutere. Ho perso un round sulla Legge Alfano"
Questo il titolo dell'articolo che ho appena letto reperibile qui
http://www.democrazialegalita.it/marco/ ... re2008.htm
Io mi sono rispecchiato totalmente nelle riflessioni dell'autore, dato che vengo spesso assalito da questo stesso senso di "alienazione" dal mondo. Cosa ne pensate?
Questo il titolo dell'articolo che ho appena letto reperibile qui
http://www.democrazialegalita.it/marco/ ... re2008.htm
Io mi sono rispecchiato totalmente nelle riflessioni dell'autore, dato che vengo spesso assalito da questo stesso senso di "alienazione" dal mondo. Cosa ne pensate?
Risposte
"Cheguevilla":
[quote="Fioravante Patrone"][quote="Megan00b"] Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perchè mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri
Domanda scema: Uòlter?[/quote]No, Ratzinger.

[/quote]
NO, ovviamente parlavo di me stesso

Scherzi a parte, l'uomo in questione mi convince perchè negli ultimi 15 anni di storia ha sempre dato prova di capire prima degli altri quello che stava succedendo. Nemmeno io credo all'uomo della provvidenza, è una bufala tremenda, ma credo che ogni uomo abbia delle capacità maggiori degli altri in un determinato ambito e che sia giusto affidare un ruolo di coordinazione, di guida (non di comando o di profezia) a chi mostra queste capacità. Inoltre condivido la sua tesi: "berlusconi è un male dell'Italia, non è IL male dell'Italia e non è l'Italia". Io la penso così da tempo e lui è stato il primo dirigente ad andare in quella direzione. In ogni caso il tema di questo topic non era una campagna elettorale.
E' vero che bisogna credere nella crescita complessiva della società, ma perchè questo avvenga tutti si devono muovere e ci vogliono idee che si tramutino in fatti. Il ruolo che ha avuto quell'uomo è stato quello di dare alcune idee piuttosto dritte.
Noto, un po' vigliaccamente, che tu parli di "scendere", di "mettersi sullo tesso piano".
Certo, ho usato volutamente il termine. Siamo un po' tutti arroccati in queste benedette torri, è inutile negarlo, ci sentiamo migliori. E' invece non esiste al mondo un'idea, una convinzione morale, etica, politica, religiosa, sportiva che renda un uomo migliore di un altro uomo. Secondo me. Non ci sono buoni e cattivi, ci sono tante particelle di gas che urtano fra di loro. Qualcuna più leggera si fa condizionare maggiormente dagli urti, qualcuna più pesante tenta in tutti i modi di condizionare le traiettorie di quelle più leggere. E poi ci sono gli intellettuali che si mettono nell'angolino e criticano gli altri, come se non fossero particelle anche loro.
Il paragone come sempre non vuol dire niente ma magari dà una vaga idea.
"Fioravante Patrone":
[quote="Megan00b"] Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perchè mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri
Domanda scema: Uòlter?[/quote]No, Ratzinger.

Uomo o non uomo, il problema è che la sinistra italiana è allo sbando.
Quello che Meganoob chiama "uomo" si può chiamare anche "convergenza di intenti ed azioni".
Inutile dire che il discorso di molti leghisti ad analisi degli ultimi risultati elettorali è corretto: la sinistra ha perso la base popolare.
Mentre il vecchio PCI era fortemente radicato sul territorio, con gli esponenti politici che avevano un contatto diretto e con parlamentari e amministratori locali che devolvevano il gettone di presenza al partito, la nuova sinistra si è involuta ed è diventata la parte meno peggiore della DC.
Gli esponenti della sinistra "di vecchio stampo" sono rimasti in pochi, ed al loro posto c'è la Lega adesso, che cavalca il tema populistico dell'immigrazione.
Questa è una delle cause della deriva sociale che sta vivendo l'Italia, ma non è assolutamente la più grave.
Sono e resto però convinto che una componente importante del razzismo a livello di massa sia proprio l'ignoranza.Naturalmente.
Il razzismo nasce in un ambiente colto, ma necessita di molta ignoranza per diffondersi.
E diciamo che la televisione aiuta molto nell'opera di diffusione; sia dell'ignoranza che del razzismo.
Solo un’integrazione al bel commento di Fioravante su Megan00b.
“Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perché mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri”
NO, ho sempre avversato l’uomo della provvidenza, è nella crescita complessiva della società che si deve credere, in un uomo NO proprio NO.
“Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perché mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri”
NO, ho sempre avversato l’uomo della provvidenza, è nella crescita complessiva della società che si deve credere, in un uomo NO proprio NO.
@Megan00b
Intervento interessante, del quale condivido buona parte. Qualche breve risposta, come "contribbuto al dibbattito".
Spezzetto il tuo intervento per comodità di risposta e taglio, lasciando solo riferimenti essenziali per capire a cosa rispondo.
Concordo sul fatto che non vale l'implicazione "intelligente => non razzista". C'è sempre la ideologia (in senso marxiano) che fa da stampella alle faccende più disumane, per poterle rendere accettabili, per evitare sensi di colpa. E questo non vale solo per il passato. I nostri posteri guarderanno con raccapriccio alcune delle convinzioni ed usanze che oggi abbiamo e che sono dominanti.
Sono e resto però convinto che una componente importante del razzismo a livello di massa sia proprio l'ignoranza.
Noto, un po' vigliaccamente, che tu parli di "scendere", di "mettersi sullo tesso piano".
Comunque, concordo con te. La sinistra in Italia deve recuperare un rapporto con vasti stati di popolazione. Sapendo ascoltare i loro problemi e punti di vista. Senza condividere, per questo, ricette semplificate che magari li affascinino (tipo "cacciare gli extracomunitari a calci in culo").
Non mi nascondo che non è facile, anche perché chi fa questi discorsi è anche abituato a comportamenti "furbi" (evasione, lavoro in nero, raccomandazioni) e il non voler pensare in gande è anche un modo per evitare di mettersi in discussione.
E, per tornare sul tema del razzismo e della xenofobia, molta sinistra intellettualoide può fare discorsi così evangelici perché non sta lì dove l'immigrazione va ad impattare la vita di tutti i giorni.
Chiudo in "bellezza"
Intervento interessante, del quale condivido buona parte. Qualche breve risposta, come "contribbuto al dibbattito".
Spezzetto il tuo intervento per comodità di risposta e taglio, lasciando solo riferimenti essenziali per capire a cosa rispondo.
"Megan00b":Ogni perfidia ha dietro di sé una teoria, supportata da "intellettuali",
Come diceva Fioravante alla base del razzismo c'è l'ignoranza ed il razzismo si mostra agli occhi degli uomini intelligenti come un insieme di ingiustizie compiute a danno del diverso per sopraffarlo.
A mio umile parere niente di più sbagliato.
...
dall'alba dei tempi.
Concordo sul fatto che non vale l'implicazione "intelligente => non razzista". C'è sempre la ideologia (in senso marxiano) che fa da stampella alle faccende più disumane, per poterle rendere accettabili, per evitare sensi di colpa. E questo non vale solo per il passato. I nostri posteri guarderanno con raccapriccio alcune delle convinzioni ed usanze che oggi abbiamo e che sono dominanti.
Sono e resto però convinto che una componente importante del razzismo a livello di massa sia proprio l'ignoranza.
"Megan00b":Su questo sono ovviamente d'accordo.
Tornando allora alla questione della base del razzismo: ciò che deriva dall'ignoranza è la xenofobia,
"Megan00b":Vero, ma neanche così innaturale, eh!
Se non si riesce a convincere queste persone di una cosa naturale come può essere il rispetto per il prossimo, figuriamoci se si può ragionare con loro sulla legalità di una legge.
Il problema è che il rispetto per il prossimo non è per niente una cosa naturale.
"Megan00b":
fare formazione ... Insegnare ... a pensare con la propria testa innanzitutto, ad apprezzare la diversità e a considerarla un valore.
La diffusione del nostro modo di pensare può avvenire solo per confronto, mettendosi allo stesso piano intellettuale di chi non la pensa come noi. Infatti imporre l'ideologia razzista da un gradino più alto è facile, basta fare leva sulla naturale paura del diverso e dell'estraneo. Comunicare l'ideologia opposta da un gradino più alto è impossibile, perchè si assume la veste di esaltato incomprensibile e forse anche nemico. Bisogna invece scendere allo stesso livello dell'interlocutore, prenderlo per mano e farlo ragionare affidandosi alla capacità razionale che ogni individuo, se pur nascosta o anchilosata, possiede.
Mi sono messo allo stesso livello dei miei interlocutori cercando di capire le loro paure, i loro risentimenti. Sono entrato nel loro mondo e ho cominciato a limare dal di dentro i loro preconcetti. Non è facile, si tratta di combattere contro una sedimentazione di secoli di oppressione culturale rafforzata da una colata di cemento di idiozie televisive e uno strato di titanio dovuto alla precarietà sociale delle nostre società occidentali.
Alla fine ho ottenuto dei risultati.
In sostanza io accuso la sinistra italiana, come classe politica, come movimento culturale, di aver chiuso in uno sgabuzzino polveroso l'arma della ragione e quella del confronto tra individui per arrocarsi in tante torri d'avorio. Al diavolo la costituzione e i bei discorsi.
...
E' invece OVVIO e NATURALE che quest'uomo creda alle lucette colorate e alle vallette disnude che qualcuno spara a raffica sul teleschermo per coprire i propri loschi affari.
Noi, sinistra o non sinistra, dobbiamo lasciare alla storia i nostri "ismi", i nostri preconcetti. Dobbiamo preoccuparci di fare qualcosa di pratico, di allargare la partecipazione popolare. Dobbiamo buttare a mare i politicanti vecchi e ammanettati e mettere teste nuove e meritevoli al comando. Sapendo che non è facile. Io credo che ci sia in Italia un uomo
stringere il più possibile il brodo.
Noto, un po' vigliaccamente, che tu parli di "scendere", di "mettersi sullo tesso piano".

Comunque, concordo con te. La sinistra in Italia deve recuperare un rapporto con vasti stati di popolazione. Sapendo ascoltare i loro problemi e punti di vista. Senza condividere, per questo, ricette semplificate che magari li affascinino (tipo "cacciare gli extracomunitari a calci in culo").
Non mi nascondo che non è facile, anche perché chi fa questi discorsi è anche abituato a comportamenti "furbi" (evasione, lavoro in nero, raccomandazioni) e il non voler pensare in gande è anche un modo per evitare di mettersi in discussione.
E, per tornare sul tema del razzismo e della xenofobia, molta sinistra intellettualoide può fare discorsi così evangelici perché non sta lì dove l'immigrazione va ad impattare la vita di tutti i giorni.
Chiudo in "bellezza"

"Megan00b":Domanda scema: Uòlter?
Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perchè mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri
Non c'è che dire Meganoob, mi hai dato una risposta che certamente è molto completa e convincente. Hai perfettamente ragione quando dici che il razzismo di massa si basa sulla paura ma io ho sempre sostenutoche la paura deriva dall'ignoranza. Si può aver paura di qualcosa che non si conosce o non si sa come ostacolare. Il non conoscere porta alla paura di cui parli tu e porta le conseguenze da te citate. Condivido comunque perfettamente quanto hai detto rigurdo il vizio di arroccarsi sulla torre di avorio tipico di molte persone di sinistra; è necessario aprire la mente delle persone dialogando con loro in modo che ti possano capire. E' sicuramente un lavoro faticoso ma vale la pena farlo.
Chiedo scusa, preso come sono dal progetto del manuale mi sono letteralmente dimenticato di rispondere qui. Spero la risposta interessi ancora.
Quello che dico, ovviamente, è la mia umile opinione, basata però su attente riflessioni e letture. Durante il post cercherò di inserire qualche riferimento.
Partiamo da:
A mio umile parere niente di più sbagliato. Giusto per citare un esempio più sputtanato che celebre il razzismo dell'ideologia nazista nasce storicamente in ambienti tutt'altro che ignoranti. Ma voglio fare un piccolo passo indietro. Voglio tornare alla <> del razzismo.
In breve essa si situa a cavallo tra il 18° e il 19° secolo nell'ambito della forte espansione coloniale delle maggiori potenze dell'epoca. Fin dai tempi più remoti varie popolazioni dominanti avevano considerato le popolazioni esterne come inferiori, non per motivi di razza (impensabili prima della nascita della biologia) bensì per condizioni sociali, per stirpe, per motivi religiosi (in quest'ordine in riferimento particolare alla storia greca, romana, cristiano-medioevale). Dunque il tentativo di prevaricazione di certe popolazioni su altre fino alla metà dell'ottocento non si appoggiava su alcuna forma di razzismo.
La nascità dell'ideologia razzista si può considerare una controteoria ad alcune teorie del 700 e dell'800 (finite nel e/o emerse dal calderone di ideali dell'illuminismo come ad esempio il mito del "buon selvaggio"). Una colonna portante di questa fase della teoria razzista è il trattato "Diversità delle razze umane" del Gobineau nella metà dell'ottocento. Ne segue una fase "scientifica" (si parla appunto di <>) ed esistono alcuni scritti di medici che basandosi sui tratti somatici degli schiavi neri ne deducevano che essi dovevano necessariamente essere scimmie molto evolute e non esseri umani. (Si basavano su caratteristiche quali il colore della pelle, la disposizione della peluria, le dimensioni del sesso). Questa teoria rispecchiava fin qui la richiesta scientifica e solo più tardi il razzismo perde i connotati di scienza e diventa ideologia politica, nel frattempo si fa strada l'eugenetica.
Ciò avviene mezzo secolo più tardi quando una brutta copia delle teorie del razzismo scientifico viene adattata e impacchettata per giustificare guerre e conquiste. Dagli europei in Africa, dagli americani nei territori degli indiani d'America.
Andando ancora più avanti e saltando qualche passaggio si può arrivare al nazismo e <> al razzismo come lo conosciamo oggi: un'ideologia creata per giustificare la prevaricazione di una <> su di un'altra identificate erroneamente come <> (basta ricordare che il nazismo ha perseguitato slavi, polacchi, ebrei, zingari ma anche omosessuali e disabili che risulta difficile catalogare per razza). Questa ideologia è stata inculcata dalla propaganda facendo breccia nel sentimento xenofobo che è naturale in qualunque popolazione umana (e non solo) dall'alba dei tempi.
Tornando allora alla questione della base del razzismo: ciò che deriva dall'ignoranza è la xenofobia, pienamente giustificabile in popolazioni antiche, assurda nel mondo odierno. Il razzismo è una sovrastruttura creata in ambienti tutt'altro che ignoranti e fissata nella mente di tanti. L'economia e le produzioni vanno male: sono gli ebrei che ci rubano i soldi. In una parola si può dire che il razzismo <> non si basa sull'ignoranza bensì sulla paura. (cfr. "Il razzismo spiegato a mia figlia" di Tahar Ben Jelloun)
Ora:
Il problema è che il rispetto per il prossimo non è per niente una cosa naturale. Lo sembra a noi che siamo cresciuti in un certo periodo, in una certa parte del mondo, secondo certi insegnamenti. Sarebbe sembrato assurdo fino a un secolo fa. E' ancora assurdo in gran parte del mondo.
Voglio stringere. Cosa possiamo fare allora, dato che nessuno di noi può accettare una tesi anche lontanamente razzista. Possiamo solo stringere i denti e fare formazione. Insegnare a chi viene dopo a pensare con la propria testa innanzitutto, ad apprezzare la diversità e a considerarla un valore. Tentare di convincere i nostri contemporanei che è il razzismo è sbagliato. Dimostrarglielo per via scientifica (la biologia moderna ha dimostrato la non esistenza di più razze umane), dimostrarglielo per via socio-economica (la diversità aumenta la capacità produttiva di un popolo e la sua capacità di adattarsi alle vicende della storia), se necessario fargli un disegnino.
La diffusione del nostro modo di pensare può avvenire solo per confronto, mettendosi allo stesso piano intellettuale di chi non la pensa come noi. Infatti imporre l'ideologia razzista da un gradino più alto è facile, basta fare leva sulla naturale paura del diverso e dell'estraneo. Comunicare l'ideologia opposta da un gradino più alto è impossibile, perchè si assume la veste di esaltato incomprensibile e forse anche nemico. Bisogna invece scendere allo stesso livello dell'interlocutore, prenderlo per mano e farlo ragionare affidandosi alla capacità razionale che ogni individuo, se pur nascosta o anchilosata, possiede.
Allo stesso modo trovo sbagliato il modo che sempre usiamo di contestare la politica berlusconiana. Ci si mette ad un gradino più alto: noi siamo quelli che hanno ragione, quelli bravi, "i buoni". Noi abbiamo le cifre, le teorie, la conoscenza. Al macellaio, il rigattiere, la casalinga che non hanno gli strumenti per seguire queste cifre i nostri discorsi appaiono evanescenti. Mi ricordo il periodo del governo Prodi, la dura lotta all'evasione fiscale. Tanti negozianti con cui parlavo all'interno della mia attività politica dell'epoca mi rispondevano: "perchè devo pagare gisute le tasse se gli altri poi non lo fanno, se le mie tasse vengono spese per pagare servizi pubblici scadenti e autoblu dei semprepiùricchi?". O mi dicevano "perchè io che sono sano devo pagare le tasse per finanziare l'assistenza sanitaria degli altri?". Io allora li consideravo <> di comprendere. Questo perchè per me è naturale pensare che se tutti pagano le tasse e tutti si interessano che le tasse pagate vengano ben spese tutti sono più felici. Non riuscivo a convincerli. Poi mi sono reso conto che in realtà questo modo di rapportarsi a loro non è che una versione incredibilmente evoluta e intellettuale della stessa xenofobia di cui ho parlato su. Mi sono messo in discussione. Ho passato molte ore, ho scritto degli articoli, dei volantini. Mi sono messo allo stesso livello dei miei interlocutori cercando di capire le loro paure, i loro risentimenti. Sono entrato nel loro mondo e ho cominciato a limare dal di dentro i loro preconcetti. Non è facile, si tratta di combattere contro una sedimentazione di secoli di oppressione culturale rafforzata da una colata di cemento di idiozie televisive e uno strato di titanio dovuto alla precarietà sociale delle nostre società occidentali.
Alla fine ho ottenuto dei risultati. Delle persone hanno cominciato a fare politica. Non nel senso comune, non si sono candidati per alcuna carica. Hanno semplicemente incominciato ad informarsi, a parlare, a cercare di capire cosa stesse succedendo intorno a loro. Persone che prima giudicavo <> e intellettualmente inferiori hanno cominciato DA SOLI a rendersi conto di dettagli e sotterfugi della politica che spesso a me, che ho letto e studiato tanto più di loro, passavano inosservate. Sono riuscite ad unire l'esperienza pratica del tirare a campare, la furbizia da commerciante, la capacità di arrangiarsi con l'esperienza politica reale. E qualche volta mi hanno aiutato a realizzare situazioni che non avevo nemmeno immaginato.
In sostanza io accuso la sinistra italiana, come classe politica, come movimento culturale, di aver chiuso in uno sgabuzzino polveroso l'arma della ragione e quella del confronto tra individui per arrocarsi in tante torri d'avorio. Al diavolo la costituzione e i bei discorsi. Non ci si può aspettare che una persona che deve aspettare mesi per un esame medico fatto male o un intervento possa preoccuparsi di salvaguardare la libertà scientifica della ricerca e dell'università. Non si può pensare che in un uomo che manda avanti un piccolo negozio per dare da mangiare alla sua famiglia esploda improvvisamente dal nulla il senso civico e si impegni per mantenere viva l'indipendenza della magistratura e l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
E' invece OVVIO e NATURALE che quest'uomo creda alle lucette colorate e alle vallette disnude che qualcuno spara a raffica sul teleschermo per coprire i propri loschi affari.
Noi, sinistra o non sinistra, dobbiamo lasciare alla storia i nostri "ismi", i nostri preconcetti. Dobbiamo preoccuparci di fare qualcosa di pratico, di allargare la partecipazione popolare. Dobbiamo buttare a mare i politicanti vecchi e ammanettati e mettere teste nuove e meritevoli al comando. Sapendo che non è facile. Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perchè mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri. Ma un uomo da solo non ce la può fare, ha bisogno di braccia e teste che collaborino. E francamente penso che ce ne sia anche uno in America e spero davvero che quest'ultimo sia il prossimo presidente degli Stati.
Chiedo scusa per la lunghezza del post ma davvero non sapevo come sintetizzare ulteriormente. Mi piacerebbe molto ricevere risposte e critiche e spero di essere stato chiaro nell'esporre il mio pensiero nonostante la necessità di stringere il più possibile il brodo.
A.
Quello che dico, ovviamente, è la mia umile opinione, basata però su attente riflessioni e letture. Durante il post cercherò di inserire qualche riferimento.
Partiamo da:
Come diceva Fioravante alla base del razzismo c'è l'ignoranza ed il razzismo si mostra agli occhi degli uomini intelligenti come un insieme di ingiustizie compiute a danno del diverso per sopraffarlo.
A mio umile parere niente di più sbagliato. Giusto per citare un esempio più sputtanato che celebre il razzismo dell'ideologia nazista nasce storicamente in ambienti tutt'altro che ignoranti. Ma voglio fare un piccolo passo indietro. Voglio tornare alla <
In breve essa si situa a cavallo tra il 18° e il 19° secolo nell'ambito della forte espansione coloniale delle maggiori potenze dell'epoca. Fin dai tempi più remoti varie popolazioni dominanti avevano considerato le popolazioni esterne come inferiori, non per motivi di razza (impensabili prima della nascita della biologia) bensì per condizioni sociali, per stirpe, per motivi religiosi (in quest'ordine in riferimento particolare alla storia greca, romana, cristiano-medioevale). Dunque il tentativo di prevaricazione di certe popolazioni su altre fino alla metà dell'ottocento non si appoggiava su alcuna forma di razzismo.
La nascità dell'ideologia razzista si può considerare una controteoria ad alcune teorie del 700 e dell'800 (finite nel e/o emerse dal calderone di ideali dell'illuminismo come ad esempio il mito del "buon selvaggio"). Una colonna portante di questa fase della teoria razzista è il trattato "Diversità delle razze umane" del Gobineau nella metà dell'ottocento. Ne segue una fase "scientifica" (si parla appunto di <
Ciò avviene mezzo secolo più tardi quando una brutta copia delle teorie del razzismo scientifico viene adattata e impacchettata per giustificare guerre e conquiste. Dagli europei in Africa, dagli americani nei territori degli indiani d'America.
Andando ancora più avanti e saltando qualche passaggio si può arrivare al nazismo e <
Tornando allora alla questione della base del razzismo: ciò che deriva dall'ignoranza è la xenofobia, pienamente giustificabile in popolazioni antiche, assurda nel mondo odierno. Il razzismo è una sovrastruttura creata in ambienti tutt'altro che ignoranti e fissata nella mente di tanti. L'economia e le produzioni vanno male: sono gli ebrei che ci rubano i soldi. In una parola si può dire che il razzismo <
Ora:
Se non si riesce a convincere queste persone di una cosa naturale come può essere il rispetto per il prossimo, figuriamoci se si può ragionare con loro sulla legalità di una legge.
Il problema è che il rispetto per il prossimo non è per niente una cosa naturale. Lo sembra a noi che siamo cresciuti in un certo periodo, in una certa parte del mondo, secondo certi insegnamenti. Sarebbe sembrato assurdo fino a un secolo fa. E' ancora assurdo in gran parte del mondo.
Voglio stringere. Cosa possiamo fare allora, dato che nessuno di noi può accettare una tesi anche lontanamente razzista. Possiamo solo stringere i denti e fare formazione. Insegnare a chi viene dopo a pensare con la propria testa innanzitutto, ad apprezzare la diversità e a considerarla un valore. Tentare di convincere i nostri contemporanei che è il razzismo è sbagliato. Dimostrarglielo per via scientifica (la biologia moderna ha dimostrato la non esistenza di più razze umane), dimostrarglielo per via socio-economica (la diversità aumenta la capacità produttiva di un popolo e la sua capacità di adattarsi alle vicende della storia), se necessario fargli un disegnino.
La diffusione del nostro modo di pensare può avvenire solo per confronto, mettendosi allo stesso piano intellettuale di chi non la pensa come noi. Infatti imporre l'ideologia razzista da un gradino più alto è facile, basta fare leva sulla naturale paura del diverso e dell'estraneo. Comunicare l'ideologia opposta da un gradino più alto è impossibile, perchè si assume la veste di esaltato incomprensibile e forse anche nemico. Bisogna invece scendere allo stesso livello dell'interlocutore, prenderlo per mano e farlo ragionare affidandosi alla capacità razionale che ogni individuo, se pur nascosta o anchilosata, possiede.
Allo stesso modo trovo sbagliato il modo che sempre usiamo di contestare la politica berlusconiana. Ci si mette ad un gradino più alto: noi siamo quelli che hanno ragione, quelli bravi, "i buoni". Noi abbiamo le cifre, le teorie, la conoscenza. Al macellaio, il rigattiere, la casalinga che non hanno gli strumenti per seguire queste cifre i nostri discorsi appaiono evanescenti. Mi ricordo il periodo del governo Prodi, la dura lotta all'evasione fiscale. Tanti negozianti con cui parlavo all'interno della mia attività politica dell'epoca mi rispondevano: "perchè devo pagare gisute le tasse se gli altri poi non lo fanno, se le mie tasse vengono spese per pagare servizi pubblici scadenti e autoblu dei semprepiùricchi?". O mi dicevano "perchè io che sono sano devo pagare le tasse per finanziare l'assistenza sanitaria degli altri?". Io allora li consideravo <
Alla fine ho ottenuto dei risultati. Delle persone hanno cominciato a fare politica. Non nel senso comune, non si sono candidati per alcuna carica. Hanno semplicemente incominciato ad informarsi, a parlare, a cercare di capire cosa stesse succedendo intorno a loro. Persone che prima giudicavo <
In sostanza io accuso la sinistra italiana, come classe politica, come movimento culturale, di aver chiuso in uno sgabuzzino polveroso l'arma della ragione e quella del confronto tra individui per arrocarsi in tante torri d'avorio. Al diavolo la costituzione e i bei discorsi. Non ci si può aspettare che una persona che deve aspettare mesi per un esame medico fatto male o un intervento possa preoccuparsi di salvaguardare la libertà scientifica della ricerca e dell'università. Non si può pensare che in un uomo che manda avanti un piccolo negozio per dare da mangiare alla sua famiglia esploda improvvisamente dal nulla il senso civico e si impegni per mantenere viva l'indipendenza della magistratura e l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
E' invece OVVIO e NATURALE che quest'uomo creda alle lucette colorate e alle vallette disnude che qualcuno spara a raffica sul teleschermo per coprire i propri loschi affari.
Noi, sinistra o non sinistra, dobbiamo lasciare alla storia i nostri "ismi", i nostri preconcetti. Dobbiamo preoccuparci di fare qualcosa di pratico, di allargare la partecipazione popolare. Dobbiamo buttare a mare i politicanti vecchi e ammanettati e mettere teste nuove e meritevoli al comando. Sapendo che non è facile. Io credo che ci sia in Italia un uomo che ci sta provando e che forse riuscirà a posare la prima pietra di questo edificio, ci credo perchè mi sembra uno dei pochi che ha capito la situazione e che tenta di convincere gli altri. Ma un uomo da solo non ce la può fare, ha bisogno di braccia e teste che collaborino. E francamente penso che ce ne sia anche uno in America e spero davvero che quest'ultimo sia il prossimo presidente degli Stati.
Chiedo scusa per la lunghezza del post ma davvero non sapevo come sintetizzare ulteriormente. Mi piacerebbe molto ricevere risposte e critiche e spero di essere stato chiaro nell'esporre il mio pensiero nonostante la necessità di stringere il più possibile il brodo.
A.
Tranquillo non la prendo assolutamente come una provocazione
Fioravante Patrone ti ha dato una rsiposta che è estremamente simile alla mia. In poche parole io non mi credo assolutamente superiore a nessuno, credo soltanto che certi valori come l'uguaglianza, il rispetto per il prossimo e l'aiuto per coloro che sono in difficoltà dovrebbero essere alla base di una società. Posso dire questo perchè sono i valori che mi sono stati trasmessi da i miei genitori ed anche dagli insegnanti e dai professori che ho avuto, fossero essi cattolici (8anni di suore
) o laici (altri 8 anni). La mente di un giovane è facilmente malleabile, soprattutto se vogliono sentirsi forti o mettersi in mostra o sono vittima di disagio o siono molto ignoranti, un'idea di violenza è più facile che venga accettata. Odiare il prossimo è un modo facile per poter scaricare su di loro la propria rabbia ed i propri problemi, un paio di esempi: "ci sono molti disoccupati perchè gli stranienri ci fregano il lavoro" e questa cosa piace anche ai nostri politici, la colpa infatti non è più loro ma dei neri, "l'economia va male perchè i neri vendono gli oggetti contraffatti"; "la criminalità è alle stelle perche gli extracomunitari rubano e aggrediscono le nostre donne". Se per anni la gente si sente continuamente dire questo genere di cose è normale che alla fine non insegni ai propri figli ideali di tolleranza e pace, e i figli crescono con queste convinzioni che sopra ho detto. Persone intelligenti o per lo meno sveglie riescono a vedere come stanno realmente le cose e soprattutto persone che sanno un pò di storia si ricorderanno che anche i nostri nonni e bisnonni sono stati "immigrati clandestini". Prima di dire Italia agli italiani dovrebbero chiedersi se sanno la colossale differenza fra patriottismo e nazionalismo e credo che la lettura di qualche buon libro non possa fare certamente loro male.
Come diceva Fioravante alla base del razzismo c'è l'ignoranza ed il razzismo si mostra agli occhi degli uomini intelligenti come un insieme di ingiustizie compiute a danno del diverso per sopraffarlo.
ps: aspetto con interesse la seconda parte


Come diceva Fioravante alla base del razzismo c'è l'ignoranza ed il razzismo si mostra agli occhi degli uomini intelligenti come un insieme di ingiustizie compiute a danno del diverso per sopraffarlo.
ps: aspetto con interesse la seconda parte

Megan00b,
direi che puoi passare subito alla parte 2. Visti i discorsi di quei giovini rampanti, non mi sembra proprio che nox89 debba perdere del suo tempo a rispondere.
Ti do io alcune risposte possibili:
- cultura?
- genitori o comunque ambiente familiare in cui si ragiona?
- cervello abituato ad essere usato?
Il razzismo è alcune "piccole" cose: ignoranza, ingiustizia e sopraffazione.
- ignoranza perché è una semplificazione. Problemi di culture, abitudini, religioni diverse che non sono facili da integrarsi o tollerarsi fa loro esistono. Ma non si risolvono pensando in termini di "negro di merda" o "terrone".
- ingiustizia perché... Lascio a chiunque passi di qui completare la frase come gli sembra più appropriato.
- sopraffazione, perché si sfrutta il fatto di essere in tanti contro pochi, che sono in una condizione di difficoltà. Un po' come quando i ragazzini di una classe prendono in giro il loro compagno balbuziente.
E, per tornare al tema del topic, è difficile articolare un ragionamento con chi non è disposto a riflettere su questi aspetti. A loro mancano alcune categorie concettuali.
direi che puoi passare subito alla parte 2. Visti i discorsi di quei giovini rampanti, non mi sembra proprio che nox89 debba perdere del suo tempo a rispondere.
Ti do io alcune risposte possibili:
- cultura?
- genitori o comunque ambiente familiare in cui si ragiona?
- cervello abituato ad essere usato?
Il razzismo è alcune "piccole" cose: ignoranza, ingiustizia e sopraffazione.
- ignoranza perché è una semplificazione. Problemi di culture, abitudini, religioni diverse che non sono facili da integrarsi o tollerarsi fa loro esistono. Ma non si risolvono pensando in termini di "negro di merda" o "terrone".
- ingiustizia perché... Lascio a chiunque passi di qui completare la frase come gli sembra più appropriato.
- sopraffazione, perché si sfrutta il fatto di essere in tanti contro pochi, che sono in una condizione di difficoltà. Un po' come quando i ragazzini di una classe prendono in giro il loro compagno balbuziente.
E, per tornare al tema del topic, è difficile articolare un ragionamento con chi non è disposto a riflettere su questi aspetti. A loro mancano alcune categorie concettuali.
Caro nox, provo a risponderti e permettimi di farlo con una domanda.
Secondo te: perchè quei ragazzi di cui hai parlato:
"Proprio qualche giorno fa sull'autobus ho visto due ragazzi di 15 anni, forse 16 che parlavano fra di loro e ho sentito quello che stavano dicendo. Parlavano di andare a menare un gruppo di 4 ragazzi orientali di 12 o 13 anni che stavano sull'autobus e che stavano giocando con le suonerie del cellulare perchè quelle musichette davano loro fastidio. Detto questo hanno rincarato la dose facendo la lista fra di loro di tutte le "razze" che odiavano: cinese-giapponese -filippini da loro definite "musi gialli" in generale. Odiavano poi gli africani e i neri in generale definiti"negracci di merda puzzolenti e sporchi" che rubano il lavoro, e così via i polacchi, i rumeni, gli albanesi e perfino i francesi.
Concludevano il loro bel discorsetto dicendo che in un paese che si chiama "ITALIA" ci devono vivere SOLO gli ITALIANI."
la pensano così?
Mi spiego meglio: loro la pensano così, io e te diversamente. Cosa abbiamo noi due più di loro?
Ti pongo la domanda per risponderti meglio, non per provocare, sia ben chiaro! Se mi rispondi ciò che pensi ti dico la parte 2.
Secondo te: perchè quei ragazzi di cui hai parlato:
"Proprio qualche giorno fa sull'autobus ho visto due ragazzi di 15 anni, forse 16 che parlavano fra di loro e ho sentito quello che stavano dicendo. Parlavano di andare a menare un gruppo di 4 ragazzi orientali di 12 o 13 anni che stavano sull'autobus e che stavano giocando con le suonerie del cellulare perchè quelle musichette davano loro fastidio. Detto questo hanno rincarato la dose facendo la lista fra di loro di tutte le "razze" che odiavano: cinese-giapponese -filippini da loro definite "musi gialli" in generale. Odiavano poi gli africani e i neri in generale definiti"negracci di merda puzzolenti e sporchi" che rubano il lavoro, e così via i polacchi, i rumeni, gli albanesi e perfino i francesi.
Concludevano il loro bel discorsetto dicendo che in un paese che si chiama "ITALIA" ci devono vivere SOLO gli ITALIANI."
la pensano così?
Mi spiego meglio: loro la pensano così, io e te diversamente. Cosa abbiamo noi due più di loro?
Ti pongo la domanda per risponderti meglio, non per provocare, sia ben chiaro! Se mi rispondi ciò che pensi ti dico la parte 2.
Fondamentalmente Megan00b non è che io ne sia contento della cosa e sono perfettamente cosciente della gravità della situazione. Ho però visto che le poche volte che ho provato a parlare in modo ragionevole con uno di loro ho sempre rischiato di beccarci le botte e una volta è quasi andata a finire così. Ho capito quindi che parlando con loro non risolvo assolutamente niente, forse è colpa mia non sono un abile oratore o diplomatico
, Proprio qualche giorno fa sull'autobus ho visto due ragazzi di 15 anni, forse 16 che parlavano fra di loro e ho sentito quello che stavano dicendo. Parlavano di andare a menare un gruppo di 4 ragazzi orientali di 12 o 13 anni che stavano sull'autobus e che stavano giocando con le suonerie del cellulare perchè quelle musichette davano loro fastidio. Detto questo hanno rincarato la dose facendo la lista fra di loro di tutte le "razze" che odiavano: cinese-giapponese -filippini da loro definite "musi gialli" in generale. Odiavano poi gli africani e i neri in generale definiti"negracci di merda puzzolenti e sporchi" che rubano il lavoro, e così via i polacchi, i rumeni, gli albanesi e perfino i francesi.
Concludevano il loro bel discorsetto dicendo che in un paese che si chiama "ITALIA" ci devono vivere SOLO gli ITALIANI. Ora vorrei sapere se secondo te avrei dovuto sprecarci il fiato a parlare con loro per cercare di far loro capire che ciò che hanno inculcato nella loro testa è sbagliato. Io credo che la verità è che ai politici non importa niente del clima di odio diffuso nel paese e nemmeno la scuola fa niente per arginarlo: creare classi diverse per gli stranieri è certamente una cosa che accentuerà ancora di più l' odio per gli extracomunitari vista la situazione attuale in Italia.
Chiedo scusa per l'OT immenso ma ritenevo opportuno precisare meglio ciò che ho scritto prima. Se non si riesce a convincere queste persone di una cosa naturale come può essere il rispetto per il prossimo, figuriamoci se si può ragionare con loro sulla legalità di una legge. Voglio comunque precisare che il mio non è un attacco nei confronti di Azioni Giovani ma una critica della situazione in cui oggi ci troviamo: quei due ragazzi (dell'autobus) certamente non appartenevano a nessuna formazione politica ma erano fortemente imbevuti da una xenofobia che ormai in Italia è dilagante, scatenata negli anni dalla continua azioni infervoratrice di certi media.

Concludevano il loro bel discorsetto dicendo che in un paese che si chiama "ITALIA" ci devono vivere SOLO gli ITALIANI. Ora vorrei sapere se secondo te avrei dovuto sprecarci il fiato a parlare con loro per cercare di far loro capire che ciò che hanno inculcato nella loro testa è sbagliato. Io credo che la verità è che ai politici non importa niente del clima di odio diffuso nel paese e nemmeno la scuola fa niente per arginarlo: creare classi diverse per gli stranieri è certamente una cosa che accentuerà ancora di più l' odio per gli extracomunitari vista la situazione attuale in Italia.
Chiedo scusa per l'OT immenso ma ritenevo opportuno precisare meglio ciò che ho scritto prima. Se non si riesce a convincere queste persone di una cosa naturale come può essere il rispetto per il prossimo, figuriamoci se si può ragionare con loro sulla legalità di una legge. Voglio comunque precisare che il mio non è un attacco nei confronti di Azioni Giovani ma una critica della situazione in cui oggi ci troviamo: quei due ragazzi (dell'autobus) certamente non appartenevano a nessuna formazione politica ma erano fortemente imbevuti da una xenofobia che ormai in Italia è dilagante, scatenata negli anni dalla continua azioni infervoratrice di certi media.
Il problema è che "gente come quella" è la maggioranza degli italiani. Forse, anzi, i due balilla di cui parla l'articolo possono essere considerati degli intellettuali in confronto alla media. L'atteggiamento sprezzante del messaggio di nox, che ad essere sincero viene spontaneo anche a me, non risolve il problema anzi lo accentua. La strada deve essere un'altra, altrimenti ci ritroveremo sempre più arroccati in torri d'avorio senza la possibilità nè la capacità di agire e cambiare lo stato delle cose. L'andamento della sinistra italiana degli ultimi anni ne è una prova. E l'aspetto più tragico della faccenda è che dall'altra parte l'hanno capito benissimo da tempo e ci scialano.
La mia opinione è molto semplice: non vale nemmeno la pena di sprecarci il fiato con gente come quella, ti ripetono a pappagallo quello che gli hanno detto e se osi contraddirli ti rispondono che stai mentendo.
Ecco cosa intendevo nel topic sulla legge 133 nelle mie critiche al modo di operare la lotta contro quella e altre leggi. Cito l'articolo:
"Noi “buoni” abbiamo fatto, tanto per limitarsi agli ultimi dieci anni, centinaia di convegni, di presentazioni di libri, di manifestazioni, di cortei, di proclami alle piazze e di comizi, abbiamo convocato gruppi, singoli, associazioni, abbiamo tirato fuori pedantemente tutti i nostri dati, tutti i nostri fogliettini con le citazioni, abbiamo tutti picchiato i nostri pugni sul tavolo con documentatissima, precisissima, inattaccabile indignazione.
E cosa è successo, cosa abbiamo prodotto, cosa ha prodotto questo decennio di saccenti in cattedra?
Un parlamento come questo, una maggioranza come questa, un governo come questo.
Abbiamo tutti bisogno di un bel bagno di realismo. Senza abbandonare i ragionamenti scientifici ed i dati, ma con un pizzico in meno di convinzione di parlare per tutti."
E io aggiungerei che prendere il problema come si sta facendo ottiene in generale l'effetto contrario a quello che si desidera, finendo come la mosca che cerca di uscire dalla finestra chiusa e continua a sbattere contro il vetro.
"Noi “buoni” abbiamo fatto, tanto per limitarsi agli ultimi dieci anni, centinaia di convegni, di presentazioni di libri, di manifestazioni, di cortei, di proclami alle piazze e di comizi, abbiamo convocato gruppi, singoli, associazioni, abbiamo tirato fuori pedantemente tutti i nostri dati, tutti i nostri fogliettini con le citazioni, abbiamo tutti picchiato i nostri pugni sul tavolo con documentatissima, precisissima, inattaccabile indignazione.
E cosa è successo, cosa abbiamo prodotto, cosa ha prodotto questo decennio di saccenti in cattedra?
Un parlamento come questo, una maggioranza come questa, un governo come questo.
Abbiamo tutti bisogno di un bel bagno di realismo. Senza abbandonare i ragionamenti scientifici ed i dati, ma con un pizzico in meno di convinzione di parlare per tutti."
E io aggiungerei che prendere il problema come si sta facendo ottiene in generale l'effetto contrario a quello che si desidera, finendo come la mosca che cerca di uscire dalla finestra chiusa e continua a sbattere contro il vetro.
"Fioravante Patrone":
E tu t’agiti, gridi ti muovi
e gli urli che stanno affondando
ma ti guardano tutti ridendo
non è cosa che faccia per lor
Interventi devo dire sempre di un certo stile.
E tu t’agiti, gridi ti muovi
e gli urli che stanno affondando
ma ti guardano tutti ridendo
non è cosa che faccia per lor
e gli urli che stanno affondando
ma ti guardano tutti ridendo
non è cosa che faccia per lor