Consigli per un colloquio

Pesca321
Buon pomeriggio,
a inizio febbraio dovrò sostenere un colloquio presso un ente di ricerca italiano per un assegno di ricerca in ambito fisico/informatico. Avendo una laurea in matematica, e quindi non essendo pienamente in linea con gli argomenti affrontati durante l'assegno, vorrei prepararmi al meglio.

Per esempio, secondo voi è bene dire che ho preparato una tesi in ricerca, ma non in fisica, bensì in Analisi Matematica?
Per quel che riguarda le conoscenze informatiche e di linguaggi di programmazione, secondo voi è meglio parlare solo di ciò che si conosce bene, oppure va bene citare anche i linguaggi di cui si conoscono solo le basi?
Io ho all'attivo anche molte esperienze di volontariato, mi consigliate di citarle o meglio evitare?

Risposte
socio1985
Ho riportato quanto mi è stato detto da chi di mestiere seleziona nel mio ambito lavorativo.

Ad ogni modo il concetto che volevo far passare prescinde dall'esempio specifico. Bisogna essere realisti, ma all'interno del realismo mantenersi un po' "larghi", questo perchè i più hanno questo approccio e lo scopo primario di un cv è portarti ad un colloquio. Meglio qualche colloquio in più con qualche figura "barbina" in più che starsene a casa. Se non altro così facendo si impara a gestire meglio questa fase successiva (il colloquio).

vict85
Ok, ma scrivere scolastico non è sottostimarsi, è non conoscere la terminologia appropriata. Avere una conoscenza scolastica vuol dire che lo hai studiato a scuola, non hai esperienza di viaggi all'estero e non hai mai allenato l'inglese al di fuori della scuola. Tenendo conto della qualità dell'insegnamento della lingua in Italia e che hai quasi 30 anni equivale a dire che sai a mala pena il significato di “The cat is on the table”. Insomma è equivalente a dire di avere una conoscenza elementare. Io però eviterei buono e fluente a meno che non sia il tuo reale livello. Io personalmente tendo a scrivere intermedio o intermedio avanzato (tra l'altro ho fatto l'IELTS più di due anni fa e il mio livello era quello[nota]I certificati troppo vecchi valgono nulla.[/nota]).

socio1985
Chiaro Vict, che bisogna restare nel ragionevole e saper motivare quanto scritto nel cv. Ma considerando l'esempio che hai fatto con l'inglese, io ho sempre scritto "scolastico" nel cv perchè in effetti l'ho studiato a scuola e non ho altri certificati. In più colloqui mi è stato fatto notare dall'H.R. che avrei dovuto scrivere "buono" o "fluente" perchè "scolastico" è sinonimo di non essere in grado di esprimersi in quella determinata lingua. Questo per dire che bisogna sempre considerare come gli altri che ambiscono alla tua stessa posizione vendono le proprie competenze. Se mediamente le abilità sono sovrastimate e tu ti tieni basso corri il rischio di non arrivare nemmeno al colloquio per poter dimostrare quello che sai fare.

vict85
"socio1985":
Tipicamente il problema di chi viene da facoltà scientifiche è quello opposto, mantengono un profilo troppo basso e si vendono peggio. Aspetti come il saper lavorare in team, apparire sicuri di se, essere proattivi etc sono ritenuti molto importanti. Poi è chiaro che possono esserci contesti sostanzialmente differenti.


Io sinceramente non penso. Se tu scrivi di avere “capacità di lavorare in gruppo” e poi non sai dare esempi in cui hai lavorato con altre persone allora non fai una buona figura. E allo stesso tempo è meglio dire di avere un inglese intermedio e poi averlo fluente che il contrario. Seppur avere una certificazione sia la cosa migliore in questo senso.

Io non ho avuto esperienza dall'altra parte come navigatore, ma penso che l'unico vantaggio di mettere attività extracurriculari sia quello di “mostrare” di possedere capacità non dimostrate altrove. Per esempio avere aiutato ad organizzare una sagra è senza dubbio una dimostrazione di saper lavorare in gruppo ed eventualmente anche capacità organizzativa. Ma quelle sono comunque capacità che nelle grandi aziende vengono spesso testate con colloqui specifici, oppure che possono essere esplorati con domande mirate nei colloqui standard. So per certo invece che nel settore della programmazione, ci sono aziende che ritengono importantissimo vedere codice scritto e sentire i tuoi commenti a riguardo. Insomma che vogliono un tuo portfolio come per gli artisti.

Sk_Anonymous
Non so se qualcuno che ti ha risposto abbia fatto esperienza "dall'altra parte" della scrivania, cioè dalla parte di chi ti sta intervistando.
Nella mia ormai passata vita di lavoro, ho fatto colloqui con numerosi laureati ingegneri. So bene che il settore non è simile a quello di un ente di ricerca scientifica, quindi gli scopi dell'intervista e della ricerca erano diversi. Però qualcosa vorrei dirti.
Certamente contano le conoscenze acquisite all'università. E sta tranquillo che chi ti intervista si rende conto ben presto di ciò che sai veramente, anche in un colloquio breve.
Ma io badavo anche, forse soprattutto, al modo di fare, all'atteggiamento che non deve essere da spaccone (" io so questo e io so quello"), alla modestia e consapevolezza di non avere esperienza, accompagnate al desiderio di imparare.
Non vendere il gatto se non l'hai nel sacco, si dice. Umiltà e sincerità, senza per questo sottovalutare te stesso.

Quando si inizia a lavorare, la musica è diversa dai banchi di scuola.

Gli interessi fuori della preparazione specifica contano poco.

In bocca al lupo per il futuro.

socio1985
"jitter":
E' soggettivo, dipende dalla persona che seleziona e dal ruolo per cui ti candidi. Comunque il problema, secondo me, non è il cv lungo o corto, ma il modo in cui ti descrivi, le frasi che scegli. E la lettera di presentazione. Personalmente mirerei dritto al cestino se trovassi frasi fatte e strafatte come "capacità di lavorare in team", "problem solving" (che però si usano, quindi il mio in questo caso non è un buon consiglio), mentre apprezzerei una descrizione personale, convincente e non pompata delle proprie capacità.
Comunque leggevo recentemente su Repubblica che moltissimi neolaureati vengono scartati per "spacconaggine"... Magari in buona fede, nel tentativo di far bella figura e mostrarsi esperti si esagera ottenendo l'effetto opposto. Per esempio, vengono scartati (giustamente!) molti candidati perché mentono sull'"inglese fluente". Ecco l'articolo:
http://www.repubblica.it/scuola/2014/12 ... 103000456/



Tipicamente il problema di chi viene da facoltà scientifiche è quello opposto, mantengono un profilo troppo basso e si vendono peggio. Aspetti come il saper lavorare in team, apparire sicuri di se, essere proattivi etc sono ritenuti molto importanti. Poi è chiaro che possono esserci contesti sostanzialmente differenti.

jitter1
E' soggettivo, dipende dalla persona che seleziona e dal ruolo per cui ti candidi. Comunque il problema, secondo me, non è il cv lungo o corto, ma il modo in cui ti descrivi, le frasi che scegli. E la lettera di presentazione. Personalmente mirerei dritto al cestino se trovassi frasi fatte e strafatte come "capacità di lavorare in team", "problem solving" (che però si usano, quindi il mio in questo caso non è un buon consiglio), mentre apprezzerei una descrizione personale, convincente e non pompata delle proprie capacità.
Comunque leggevo recentemente su Repubblica che moltissimi neolaureati vengono scartati per "spacconaggine"... Magari in buona fede, nel tentativo di far bella figura e mostrarsi esperti si esagera ottenendo l'effetto opposto. Per esempio, vengono scartati (giustamente!) molti candidati perché mentono sull'"inglese fluente". Ecco l'articolo:
http://www.repubblica.it/scuola/2014/12 ... 103000456/

Ryukushi1
"Zero87":
[quote="vict85"]Metti il voto di laurea e l'argomento della tesi compreso di settore disciplinare: se non scrivi il voto penseranno che sia basso e se non scrivi la tesi è possibile che ti chiedono che cosa hai fatto. Quindi tanto vale scriverlo.

Dici davvero?
Io sul mio non l'ho fatto perché ho sempre sentito dire che bastava il minimo perché i curriculum non devono divagare troppo. Se poi me lo chiedono - e al colloquio nell'azienda presso cui lavoro l'hanno fatto - dico che vado orgoglioso del mio 105 e della tesi sulla RH. :-D
Ma sul curriculum non l'ho scritto, inoltre
"Intermat":
Svariati professori e alcune altre persone venute a farci dei seminari ci hanno detto che un neolaureato deve avere un curriculum di una pagina. Non di più.

pur non scrivendo nulla se non gli studi fatti - senza nemmeno tesi e altro - il mio curriculum di pagine ne aveva due. Inoltre mi sembra una stupidaggine parlare dei miei interessi come ho visto fare: non me ne vogliate ma se alla fine del curriculum scrivessi "nel tempo libero scrivo" morirei di vergogna se poi mi fanno domande anche se la risposta logica del (potenziale) datore di lavoro potrebbe essere "e a me che me ne frega?"
No?

Dimenticavo: in bocca al lupo per il tuo colloquio. :smt109
Quando ero alle prese con la laurea, nell'English Corner come augurio mi scrissero "break a leg" che francamente mi sembra insolito ma non è male. Te lo giro! :)[/quote]

In realtà da quello che ho capito io dalle varie informaizoni esterne, è positive mettere questioni OT se rappresentano aspetti della tua personalità che potrebbero rispecchiarsi utilmente nel lavoro che chiedi. Per esempio, è utile mettere: "appassionato del gioco degli scacchi o vincitore del torneo xy di scacchi" se cerchi un lavoro in cui è richiesta molta concentrazione.

Ad esempio una mia amica brasiliana dell'erasmus, in cerca di tirocinio, mise che aveva giocato a palla a mano da professionista prima di un infortunio al ginocchio, e questo fatto al colloquio, mi pare per Procter and Gamble a Parigi come responsabile logistica, fu visto postivamente per la capacità di impegnarsi e mantenersi costanti dietro ad una passione come quella sportiva, ad un livello alto.

vict85
"Zero87":
[quote="vict85"]Metti il voto di laurea e l'argomento della tesi compreso di settore disciplinare: se non scrivi il voto penseranno che sia basso e se non scrivi la tesi è possibile che ti chiedono che cosa hai fatto. Quindi tanto vale scriverlo.

Dici davvero?
Io sul mio non l'ho fatto perché ho sempre sentito dire che bastava il minimo perché i curriculum non devono divagare troppo. Se poi me lo chiedono - e al colloquio nell'azienda presso cui lavoro l'hanno fatto - dico che vado orgoglioso del mio 105 e della tesi sulla RH. :-D [/quote]

Sul voto ho sentito voci non sempre concordanti ma penso che possa essere meglio metterlo. La tesi in genere non ha senso metterla, ma qui si sta parlando di un posto di ricerca e quindi i tuoi “lavori di ricerca” sono il punto focale. La tesi è, probabilmente, il più importante prodotto scritto fatto finora dal candidato.

Zero87
"Intermat":
Non so come tu abbia fatto a fare due pagine, non credo sia un dramma...però le informazioni minime necessarie entrano tranquillamente in una pagina. Basta vedere i pdf che crea almalaurea.

Lo so però sono sempre stato tempestato dall'idea che il curriculum deve essere corto.
I pdf di almalaurea comunque non sono affatto corti perché ti stampa tutte quelle caselline dove dici se vuoi restare in provincia, se vuoi lavorare fuori, ecc... Comunque almalaurea la ignoro da un anno e mezzo, magari ora è cambiata! :-D

Intermat
Non so come tu abbia fatto a fare due pagine, non credo sia un dramma...però le informazioni minime necessarie entrano tranquillamente in una pagina. Basta vedere i pdf che crea almalaurea.

Zero87
"vict85":
Metti il voto di laurea e l'argomento della tesi compreso di settore disciplinare: se non scrivi il voto penseranno che sia basso e se non scrivi la tesi è possibile che ti chiedono che cosa hai fatto. Quindi tanto vale scriverlo.

Dici davvero?
Io sul mio non l'ho fatto perché ho sempre sentito dire che bastava il minimo perché i curriculum non devono divagare troppo. Se poi me lo chiedono - e al colloquio nell'azienda presso cui lavoro l'hanno fatto - dico che vado orgoglioso del mio 105 e della tesi sulla RH. :-D
Ma sul curriculum non l'ho scritto, inoltre
"Intermat":
Svariati professori e alcune altre persone venute a farci dei seminari ci hanno detto che un neolaureato deve avere un curriculum di una pagina. Non di più.

pur non scrivendo nulla se non gli studi fatti - senza nemmeno tesi e altro - il mio curriculum di pagine ne aveva due. Inoltre mi sembra una stupidaggine parlare dei miei interessi come ho visto fare: non me ne vogliate ma se alla fine del curriculum scrivessi "nel tempo libero scrivo" morirei di vergogna se poi mi fanno domande anche se la risposta logica del (potenziale) datore di lavoro potrebbe essere "e a me che me ne frega?"
No?

Dimenticavo: in bocca al lupo per il tuo colloquio. :smt109
Quando ero alle prese con la laurea, nell'English Corner come augurio mi scrissero "break a leg" che francamente mi sembra insolito ma non è male. Te lo giro! :)

Camillo
Secondo me un breve accenno nel CV ad eventuali attività (di volontariato od altro-hobby ad esempio ) è positivo perché mostra una persona che ha interessi in più campi e non solo nello studio o nel lavoro.

Intermat
Svariati professori e alcune altre persone venute a farci dei seminari ci hanno detto che un neolaureato deve avere un curriculum di una pagina. Non di più. Insomma, scrivere che ti piaccioo i cani è inutile come anche scrivere che ogni giovedì giochi a calcetto, per dire!
Solitamente nel CV si accenna alle attività di volontariato però, dovendo rimanere entro la pagina (il consiglio è stato vivissimo!), direi di non perderci troppe righe!
Comunque dai un occhiata ad almalaurea, molte università ti fanno registrare al momento della laurea, lì ti fanno una bozza di curriculum in diverse versioni magari vedi le varie voci presenti!

vict85
Seppur non possa considerarmi un esperto di queste cose, provo a dire la mia.

Relativamente al CV, non devi mai mentire, e omettere equivale a mentire o a voler nascondere — nessuna delle due cose è auspicabile in un colloquio di lavoro. Metti il voto di laurea e l'argomento della tesi compreso di settore disciplinare: se non scrivi il voto penseranno che sia basso e se non scrivi la tesi è possibile che ti chiedono che cosa hai fatto. Quindi tanto vale scriverlo.

Sulla programmazione se conosci le basi allora perché no, scrivilo puro. Ma devono essere le basi e non un cantiere che ancora non ha ricevuto tutti i permessi. Insomma io ho, per gioco, fatto un po' di danese su duolinguo ma sapere che “Jeg er en mænd” significa “Io sono un uomo” non mi autorizza a scrivere che conosco le basi del danese. Stessa cosa per la programmazione, sapere le basi significa essere in grado di scrivere programmi semplici seppur non si conoscano bene le librerie standard e alcune cose più avanzate. Per esempio, nel C++ va bene non conoscere a fondo i template e le STL, ma devi essere in grado di implementare programmi di una certa complessità.
Se hai fatto corsi che usavano quei linguaggi allora sei autorizzato a scrivere che ne conosci le basi. Se ti chiederanno dirai che hai usato quel linguaggio in un particolare corso.

Le esperienze di volontariato vanno bene ma non abbondare, insomma secondo me è meglio non abbondare con le pagine e scrivere un curriculum che sia mirato.

Venendo al colloquio, se hai fatto una tesi di Analisi allora preparati qualche applicazione fisica del tuo argomento di tesi. Sperando ovviamente che ce ne siano. Per quanto riguarda la programmazione, non sono tanto i linguaggi ad essere importanti ma la tua dimestichezza con la programmazione. Immagino inoltre che una conoscenza della programmazione parallela possa essere conveniente, ma ovviamente non posso sapere se ce l'hai o meno.

In generale non penso che un matematico sia tagliato fuori da una ricerca di fisica computazionale. La capacità di gestire e semplificare il problema fisico è importante quando avere una buona conoscenza teorica dell'argomento fisico. Inoltre il calcolo in se non è tanto fatto sul concetto fisico quanto sul modello matematico che lo modella. Pertanto comprendere a fondo il modello è una componente essenziale nell'invenzione di nuovi algoritmi.

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