Come tradurre questo quesito in equazione?
Ciao a tutti,
prima di tutto voglio dire che questo è il mio primo post e per questo voglio ringraziarvi e poi voglio dirvi che matematicamente parlando sono una frana ma ho tutte le intenzioni di imparare e sarebbe fantastico cominciare da qui (purtroppo durante i miei studi non ho avuto grandi insegnanti, sicuramente grandi matematici in ogni caso);
Comunque, veniamo al punto, anche se forse puo senbrare strano, mentre facevo una considerazione ho sentito la necessità di mettere questo pensiero in forma scritta ma non avevo la minima idea di come fare, sentivo solo che doveva essere sotto forma di equazione.
Poniamo che io A e il mio collega B abbiamo una società di servizi e facciamo due lavori diversi (ma entrambi necessari) per il raggiungimento del medesimo profitto P e che vogliamo calcolare quanto spetta ad A e quanto a B.
ora, considerando che P deriva ovviamente dalla vendita di servizi S che a sua volta deriva dal tempo T impiegato da me e il mio collega (più un ulteriore addendum arbitrario) e che il medesimo T impiegato nella produzione dei servizi da A e B non è esattamente quantificabile ho deciso che, dati questi fattori, P deve essere diviso in parti uguali e cioè 50 e 50
la mia domanda è come posso rappresentare/riassumere questo ragionamento con una equazione?
vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
prima di tutto voglio dire che questo è il mio primo post e per questo voglio ringraziarvi e poi voglio dirvi che matematicamente parlando sono una frana ma ho tutte le intenzioni di imparare e sarebbe fantastico cominciare da qui (purtroppo durante i miei studi non ho avuto grandi insegnanti, sicuramente grandi matematici in ogni caso);
Comunque, veniamo al punto, anche se forse puo senbrare strano, mentre facevo una considerazione ho sentito la necessità di mettere questo pensiero in forma scritta ma non avevo la minima idea di come fare, sentivo solo che doveva essere sotto forma di equazione.

Poniamo che io A e il mio collega B abbiamo una società di servizi e facciamo due lavori diversi (ma entrambi necessari) per il raggiungimento del medesimo profitto P e che vogliamo calcolare quanto spetta ad A e quanto a B.
ora, considerando che P deriva ovviamente dalla vendita di servizi S che a sua volta deriva dal tempo T impiegato da me e il mio collega (più un ulteriore addendum arbitrario) e che il medesimo T impiegato nella produzione dei servizi da A e B non è esattamente quantificabile ho deciso che, dati questi fattori, P deve essere diviso in parti uguali e cioè 50 e 50
la mia domanda è come posso rappresentare/riassumere questo ragionamento con una equazione?
vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
Risposte
grazie della displonibiltà e della chiacchierata non sarebbe stato male continuare... Orazio, te lo dicevo che la pensiamo allo stesso modo! 
"Tutti nascono umani, ma pochi muoiono umani." amen
chioserei giusto ribadendo il concetto che dipende da ognuno di noi, perche Tutti possono fare qualcosa ma pochi lo fanno, è solo una scelta, essere troppo negativi non porta mai niente di buono, bisogna concentrarsi sulle cose positive più che su quelle negative; io non sono particolarmente religiosa, o per lo meno non nell'accezine comune, ma mi colpì molto una frase di Maria Teresa di Calcutta, te la posto qui sotto perchè credo che riassuma il concetto.
ciao e a presto!
Qualcuno mi ha chiesto
perche' non partecipo
a manifestazioni contro la guerra.
Ho risposto che non lo faro' mai.
Ma sono pronta a partecipare
a qualunque manifestazione
per la pace.

"Tutti nascono umani, ma pochi muoiono umani." amen
chioserei giusto ribadendo il concetto che dipende da ognuno di noi, perche Tutti possono fare qualcosa ma pochi lo fanno, è solo una scelta, essere troppo negativi non porta mai niente di buono, bisogna concentrarsi sulle cose positive più che su quelle negative; io non sono particolarmente religiosa, o per lo meno non nell'accezine comune, ma mi colpì molto una frase di Maria Teresa di Calcutta, te la posto qui sotto perchè credo che riassuma il concetto.
ciao e a presto!

Qualcuno mi ha chiesto
perche' non partecipo
a manifestazioni contro la guerra.
Ho risposto che non lo faro' mai.
Ma sono pronta a partecipare
a qualunque manifestazione
per la pace.
Non saprei ora dire circa un libro con cui iniziare lo studio dell'"algebra".
Io al Liceo avevo lo "Zwirner" -ed il titolo lo ricordo vagamente! mi sembra "Algebra e complementi di Analisi Matematica".
oppure solo "complementi" etc.
Comunque è un'ottimo testo.
Avevo scritto qualcosa circa quanto s'era detto _ ma mi è sembrato un discorso troppo lungo.
Giusto allora dico che quella mia considerazione va ben aldilà di un attrito personale; ma
viene dall'accertamento delle vere catene che ci imprigionano, che imprigionano l'animo umano.
E le peggiori di queste sono la avidità e lo "schiavismo", come l'ho chiamato.
Tutti nascono umani, ma pochi muoiono umani.
Io al Liceo avevo lo "Zwirner" -ed il titolo lo ricordo vagamente! mi sembra "Algebra e complementi di Analisi Matematica".
oppure solo "complementi" etc.
Comunque è un'ottimo testo.
Avevo scritto qualcosa circa quanto s'era detto _ ma mi è sembrato un discorso troppo lungo.
Giusto allora dico che quella mia considerazione va ben aldilà di un attrito personale; ma
viene dall'accertamento delle vere catene che ci imprigionano, che imprigionano l'animo umano.
E le peggiori di queste sono la avidità e lo "schiavismo", come l'ho chiamato.
Tutti nascono umani, ma pochi muoiono umani.
ok, non vorrei andare off-topic ma dato che siamo in generale penso non ci sia nessun problema, inoltre la discussione si è fatta interessante ehehe, quindi...
come ti dicevo sono pienamente d'accordo con te, e posso capire benissimo quello che scrivi, tanto più che io personalmente ho lavorato nella ristorazione prima e dopo la laurea per ben 15 anni tra bar e sala!
prima di mettermi in proprio, e non posso non notare, ( non vorrei essere in errore quindi correggimi se sbaglio ) un risentimento personale verso, magari, un'esperienza personale negativa o semplicemente verso la cosidetta "realtà" spesso anch'essa negativa.
ora, dato che, come la mettiamo la mettiamo quello che pensiamo e diciamo rimane comunque solo un punto di vista tra milioni e visto che la realtà non cambia e continua a rimanere tale (superando, come sai, di gran lunga ogni fervida immaginazione), ti dirò qual'è il mio punto di vista.
Per come la vedo io nessuno ti costringe a fare niente, e quindi il "comando vocale" può essere percepito in diversi modi:
per esempio come l'estensione del potere esercitato su qualcuno che ha accettato un compromesso (accezione negativa), o come il normale esercizio dei propri compiti assegnatigli da un superiore (accezione neutra).
ora ti faccio questo esempio: il generale che ordina ad un soldato di uccidere un'altra persona, da un ordine ad un suo subordinato che ha accettato di averlo come suo capo, il soldato dal canto suo ha due scelte obbedire o non obbedire e quindi assecondare quel compromesso o no; quindi sara la sua scelta ad influenzare la realtà; se il tuo "padrone" o capo ti sembra ingiusto mandalo a c****e! ops si puo dire? lol
in sostanza non stiamo troppo a pensarci, agiamo di più secondo coscenza.
spero di non essermi dilungata troppo!
)
PS: puoi consigliarmi un libro o una risorsa su internet dove cominciare con le equazioni dalla ABC! grazie ancora.
come ti dicevo sono pienamente d'accordo con te, e posso capire benissimo quello che scrivi, tanto più che io personalmente ho lavorato nella ristorazione prima e dopo la laurea per ben 15 anni tra bar e sala!

ora, dato che, come la mettiamo la mettiamo quello che pensiamo e diciamo rimane comunque solo un punto di vista tra milioni e visto che la realtà non cambia e continua a rimanere tale (superando, come sai, di gran lunga ogni fervida immaginazione), ti dirò qual'è il mio punto di vista.
Per come la vedo io nessuno ti costringe a fare niente, e quindi il "comando vocale" può essere percepito in diversi modi:
per esempio come l'estensione del potere esercitato su qualcuno che ha accettato un compromesso (accezione negativa), o come il normale esercizio dei propri compiti assegnatigli da un superiore (accezione neutra).
ora ti faccio questo esempio: il generale che ordina ad un soldato di uccidere un'altra persona, da un ordine ad un suo subordinato che ha accettato di averlo come suo capo, il soldato dal canto suo ha due scelte obbedire o non obbedire e quindi assecondare quel compromesso o no; quindi sara la sua scelta ad influenzare la realtà; se il tuo "padrone" o capo ti sembra ingiusto mandalo a c****e! ops si puo dire? lol
in sostanza non stiamo troppo a pensarci, agiamo di più secondo coscenza.
spero di non essermi dilungata troppo!

PS: puoi consigliarmi un libro o una risorsa su internet dove cominciare con le equazioni dalla ABC! grazie ancora.
Certo la mia nota era generale.
Proprio perchè notai che la parola "servizio", non in ambito economico teorico,
ma come accade poi nel mercato, viene presa come "prestazione" (neppure si fosse prostitute!).
Vi è comunque un atteggiamento come: ti dò i soldi PER "possedere" il tuio tempo ed energie, a mio comando vocale.
L'atteggiamento invece che ribadivo è invece l'opposto. Da un certo punto di vista, chi ti vende qualcosa ti sta facendo un "favore". Ed è vero -d'altronde. Chi sono io per pretendere che il tale o tal altro si affatichi per il mio comodo?
Nella formalizzazione, $T_A$ e $T_B$ sono il tempo impiegato da $A$ e quello impiegato da $B$.
La somma di questi tempi è ovviamente il tempo totale.
L'idea era che, appunto, ciascuno avesse in proporzione a quanto tempo avesse impiegato sul tempo totale.
Così$P_A$, quanto spetti ad $A$ è uguale alla frazione di tempo impiegato da lui sul tempo totale per il profitto totale.
Questo, $P$, è uguale ad un fattore $k'$ per $S$, cioè è proporzionale ad $S$ secondo un fattore, più
un altro fattore che ho chiamato $\alpha$ per $S$: -quetso per quello che dicevi "ulteriore addendum arbitrario", se ho ben capito. "addendum" che comunque sia proporzionale ad $S$.
Quindi, $k'$ e $\alpha$ fanno un unico fattore di proporzionalità tra $P$ ed $S$, fattore che ho chiamato $k''$.
Siccome $S$ è a sua volta proporzionale al tempo totale secondo un fattore $k'''$, ho chiamato $k$ tutto il fattore di proporzionalità tra $P$ e $T$.
Quindi$k=P/T$
e$P_A=kT_A$e $P_B=kT_B$.
Si sarebbe potuto fare in modo più raffinato... introducendo invece di $T_a$ e $T_b$ delle funzioni
di questi tempi -per dire che non è tanto il tempo speso effettivo quale dall'uno, quale dall'altro, ma una "valutazione"
di quanto fatto durante quel tempo.
Proprio perchè notai che la parola "servizio", non in ambito economico teorico,
ma come accade poi nel mercato, viene presa come "prestazione" (neppure si fosse prostitute!).
Vi è comunque un atteggiamento come: ti dò i soldi PER "possedere" il tuio tempo ed energie, a mio comando vocale.
L'atteggiamento invece che ribadivo è invece l'opposto. Da un certo punto di vista, chi ti vende qualcosa ti sta facendo un "favore". Ed è vero -d'altronde. Chi sono io per pretendere che il tale o tal altro si affatichi per il mio comodo?
Nella formalizzazione, $T_A$ e $T_B$ sono il tempo impiegato da $A$ e quello impiegato da $B$.
La somma di questi tempi è ovviamente il tempo totale.
L'idea era che, appunto, ciascuno avesse in proporzione a quanto tempo avesse impiegato sul tempo totale.
Così$P_A$, quanto spetti ad $A$ è uguale alla frazione di tempo impiegato da lui sul tempo totale per il profitto totale.
Questo, $P$, è uguale ad un fattore $k'$ per $S$, cioè è proporzionale ad $S$ secondo un fattore, più
un altro fattore che ho chiamato $\alpha$ per $S$: -quetso per quello che dicevi "ulteriore addendum arbitrario", se ho ben capito. "addendum" che comunque sia proporzionale ad $S$.
Quindi, $k'$ e $\alpha$ fanno un unico fattore di proporzionalità tra $P$ ed $S$, fattore che ho chiamato $k''$.
Siccome $S$ è a sua volta proporzionale al tempo totale secondo un fattore $k'''$, ho chiamato $k$ tutto il fattore di proporzionalità tra $P$ e $T$.
Quindi$k=P/T$
e$P_A=kT_A$e $P_B=kT_B$.
Si sarebbe potuto fare in modo più raffinato... introducendo invece di $T_a$ e $T_b$ delle funzioni
di questi tempi -per dire che non è tanto il tempo speso effettivo quale dall'uno, quale dall'altro, ma una "valutazione"
di quanto fatto durante quel tempo.
ciao Orazio 
grazie per avermi risposto cosi prontamente, avrei un'altro favore da chiederti potresti dirmi di che tipo di equazione si tratta e come posso leggerla? nel senso come posso leggere i simboli?
Per quanto riguarda le tue idee, è un piacere che tu le abbia condivise con me!
posso dirti che la pensiamo praticamente allo stesso modo sul piano concettuale, d'altro canto, anche se può sembrare una "dichiarazione di schiavismo" non mi soffermerei troppo sulla parola "servizi" in quanto è vero che "servizio" fa etimologicamente riferimento ad "opera prestata al padrone in cambio di...", ma nell'accezione economia è l'equivalente non materiale della merce e quindi come dici tu dei prodotti.
Diciamo che la vedrei più come una distinzione piuttosto che un riferimento allo schiavismo.
( in linguistica questo fenomeno è largamente spiegato, nel senso di come la lingua si evolve.)

grazie per avermi risposto cosi prontamente, avrei un'altro favore da chiederti potresti dirmi di che tipo di equazione si tratta e come posso leggerla? nel senso come posso leggere i simboli?
Per quanto riguarda le tue idee, è un piacere che tu le abbia condivise con me!



$P_A= T_A/(T_A+T_B)*P$
e
$P_B=T_B/(T_B+T_B)*P$
Ma $P=k'S+\alphaS-=k''S-=k''(k'''T)-=kT$ _il profitto e direttamente proporzionale ai "servizi", e così direttamente proporzionale al tempo secondo il fattore $k$.
$k=P/T$.
Allora: $P_A=kT_A$ e $P_B=kT_B$.
post scriptum _idee mie sulla circolazione di moneta:
sono i PRODOTTI ad essere venduti, Dio Buono; non vuol dir
nulla, per me, "servizi": mi pare dichiarazione di schiavismo.
Io servo ai tavoli (è un esempio! -non lo faccio più per ora) -ti VENDO i piatti posti in un certo modo, il tavolo libero dai piatti usati, et cetera.
NON hai acquistato il mio lavoro -ma i prodotti del mio lavoro. Come se acquistassi un mio dipinto.
Importantissima distinzione, concettuale; affatto irrilevante (per me).
e
$P_B=T_B/(T_B+T_B)*P$
Ma $P=k'S+\alphaS-=k''S-=k''(k'''T)-=kT$ _il profitto e direttamente proporzionale ai "servizi", e così direttamente proporzionale al tempo secondo il fattore $k$.
$k=P/T$.
Allora: $P_A=kT_A$ e $P_B=kT_B$.
post scriptum _idee mie sulla circolazione di moneta:
sono i PRODOTTI ad essere venduti, Dio Buono; non vuol dir
nulla, per me, "servizi": mi pare dichiarazione di schiavismo.
Io servo ai tavoli (è un esempio! -non lo faccio più per ora) -ti VENDO i piatti posti in un certo modo, il tavolo libero dai piatti usati, et cetera.
NON hai acquistato il mio lavoro -ma i prodotti del mio lavoro. Come se acquistassi un mio dipinto.
Importantissima distinzione, concettuale; affatto irrilevante (per me).