Che cosa succede all'Università italiana?

pizzico85-votailprof
The Times ha pubblicato anche quest'anno il suo ranking delle migliori 200 università del mondo e come molti osservatori hanno sottolineato in queste ore l'Italia mostra ancora una volta la sua debolezza con un solo ateneo in classifica, l'Università di Bologna al centonovantaduesimo posto.

:evil:

Risposte
Benny24
Premetto che non credo molto a questo genere di classifiche, per quanto mi renda conto sia inevitabile farne uso soprattutto al momento del primo approccio all'orientamento universitario (se non altro se si progetta di studiare all'estero).

Quello che intendo dire è che un ranking del genere ha valore di confronto solo tra università su posizioni molto distanti fra loro. Non fosse altro perchè il voto globale all'università non rispecchia il valore di tutte le singole facoltà (per esempio è unanimemente noto come Berkeley e il MIT siano migliori di Harvard e Yale in ambito tecnologico). Inoltre, se si confronta quelle tabelle nelle posizioni più basse, dove si trovano anche le università italiane, è evidente come la gerarchia che noi italiani diamo alle nostre università per certe materie viene stravolta: ad esempio avevo visto nel ranking di un istituto di Shanghai (che assieme al Times crea la graduatoria più diffusa e condivisa) che i politecnici non venivano stimati come le migliori univesità italiane per ingegneria (scusate se mi limito all'ambito che conosco meglio). Mi sorge naturale un po' di scetticismo nella verità delle valutazioni di questi "esperti".

Per quanto riconosca l'arretratezza delle istituzioni italiane rispetto a quelle estere, vorrei far notare come questa graduatoria sia stilata da un giornale britannico. Ora, avete in mente quali siano i guadagni, in termini monetari e di sviluppo tecnico e culturale, che America e Regno Unito ricavano dall'avere gli studenti più bravi (o i più facoltosi)? La richiesta di posti è talmente alta che possono permettere di chiedersi tasse esorbitanti e, di conseguenza, di avere fondi per avere alti standard di qualità nell'insegnamento, nei servizi, nella ricerca.
In poche parole, questa non è altro che una forma pubblicitaria per garantire lo status attuale al sistema educativo anglosassone. Vi basti pensare che sul ranking che ho menzionato poco fa, Oxford, Cambridge e l'UCL sono moolto più indietro. Tutto questo ovviamente IMHO.

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