Università, i conti in rosso degli Atenei

Camillo
Interessante articolo sul Corriere della Sera

http://www.corriere.it/cronache/08_nove ... aabc.shtml

Risposte
RodEz
non ho ancora letto questo decreto ma se veramente le cose sono così c'è proprio da stare contenti,i tagli indiscriminati di prima mi erano risutati un po antipatici ma cmq li ritenevo abbastanza giusti visti i vari sprechi,adesso con questa modifica penso che "non ci si possa lamentare" anche se ovviamente ci sarà chi trovera moltissimo da lamentarsi!

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La migliore risposta alle parole di mirco e' costituita dai fatti del governo: e' stato approvato oggi dal consiglio dei ministri un nuovo decreto legge sull'universita'. Sono solo i primi passi, poi si avviera' il processo di riforma, secondo le linee guida approvate assieme al decreto.

Cito da Repubblica: http://www.repubblica.it/2008/11/sezion ... menti.html



Concorsi più trasparenti. Finora la commissione era formata da un membro interno e 4 membri eletti. Le nuove modalità prevedono che sarà eletto un pool molto ampio di professori all'interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudicherà.


Con conti in rosso niente assunzioni. Si pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università. Da oggi gli atenei con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo.


Dal 2009, tremila posti in più per ricecatori. Ci sono 150 milioni di euro per favorire il turn over.
L'obiettivo è quello di favorire l'assunzione di giovani e diminuire l'età media dei docenti italiani. Incentivi dunque alle Università per favorire il pensionamento e l'assunzione di giovani docenti. Gli atenei potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando quindi a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni devono essere destinate ai nuovi ricercatori e le università che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di età possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori.


Agli atenei migliori 500 milioni di euro. Cinquecento milioni di euro (cioè il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle Università migliori: quelle con produzione scientifica, organizzazione e qualità didattica migliori. Le università più virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali.


(...)


Per studenti meritevoli 135 milioni di euro. Un incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. Nel 2009-2010, con il nuovo finanziamento, tutti gli idonei in Italia avranno la borsa di studio e l'esonero dalle tasse. Sono 180 mila oggi i ragazzi idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono.

mircoFN1
evidentemente non sai un gran che!

Per esempio che la Scuola Normale centra ben poco con le Università da te citate (a parte la localizzazione geografica).
Anche la tua dichiarata ignoranza (senza offesa, in senso letterale del termine) sui soggetti in questione e sulla loro qualità, mi sorprende alquanto.

Se poi non ti vuoi fare una ragione della credibilità di tale istituzione e nel contempo prendi per oro colato quello che i nostri attuali governanti dicono, allora penso che siamo sintonizzati su lunghezze d'onda molto diverse e che la comunicazione non sia proprio possibile.


Comunque allego:


Per inciso Salvatore Settis è il rettore della Scuola Normale.....



di SALVATORE SETTIS


Repubblica 30 ottobre 2007


Che tempi mai sono questi, quando si parla di università ogni giorno
per denunciare scandali veri o presunti, e si continua a rimuovere
dalla coscienza pubblica il suo problema centrale, quello della
qualità?
È vero, ci sono in qualche università test truccati, lauree
honoris causa date con leggerezza, presidi e rettori intriganti,
carriere per gli amici degli amici e per i figli di (certi) papà e
mamme. È vero, tali nequizie vanno denunciate e rimosse. Ma se anche
si congegnasse il più drastico dei repulisti e lo si attuasse in un
mese, l'università italiana resterebbe drammaticamente lontana da
quella che vorremmo. Qualità della ricerca e degli studi e ricambio
generazionale nella docenza sono problemi che non stiamo affrontando,
che si vanno incancrenendo a ogni giorno che passa. Scandali e
disfunzioni piccole e grandi fanno parte del problema, aiutano a
diagnosticarlo: ma questa diagnosi non è la cura dell'università
italiana, e chi vuole illudersi che lo sia inganna colpevolmente sé
stesso e gli altri.
Nella ricerca come nell'alta formazione, si è creato un grande
circuito mondiale, che include i Paesi più avanzati (in prima linea
gli Stati Uniti) ma ormai anche Cina e India, regolato da una
durissima competizione: ognuno cerca di assicurarsi i migliori
talenti, offrendo loro le migliori condizioni, attraendoli e
reclutandoli il più presto possibile, nel loro periodo più creativo.
La nazionalità d'origine conta sempre meno, contano solo il merito e i
risultati conquistati sul campo. Questo circuito della ricerca
accelera il progresso degli studi e favorisce i giovani più brillanti,
proiettandoli sullo scenario mondiale delle loro discipline molto più
rapidamente che in passato. Quello che sta accadendo in Italia è
esattamente il contrario. Unico in Europa, il nostro sventurato Paese
ha bloccato da quasi due anni ogni nuovo reclutamento di professori
(prima e seconda fascia), obbligando i giovani più bravi a cercar
lavoro altrove: in tal modo, l'enorme investimento in denaro ed
energie che l'Italia ha fatto su di loro va a beneficio di altri e più
lungimiranti Paesi. Un sistema concorsuale fallimentare, imperniato su
scelte corporative e localistiche, ha finito col favorire l'anzianità
a scapito del merito, e ci ritroviamo oggi con la classe docente più
vecchia d'Europa: ma nulla si è fatto per correggere questa stortura,
che "Nature" ha bollato come reverse age discrimination, una
discriminazione a scapito dei giovani. La legge Moratti, approvata
nelle ultime settimane della scorsa legislatura, provò a introdurre un
reclutamento a livello nazionale, ma a un anno e mezzo di distanza non
esistono ancora i regolamenti applicativi, che qualsiasi buon
funzionario saprebbe scrivere in una settimana. C'è chi parla invece
di tornare al sistema concorsuale localistico, volendo contro ogni
evidenza ignorarne le storture; c'è chi sostiene che l'Italia (unica
in Europa) dovrebbe reclutare solo al terzo livello ("ricercatori"),
con promozioni interne ad personam, per anzianità: come se si
trattasse di impiegati delle Poste. C'è chi, dimentico dei guasti
provocati da altre "stabilizzazioni" ad personam nel 1980, invoca una
generalizzata stabilizzazione ope legis, in seconda terza o quarta
fascia, in nome della "lotta al precariato": senza voler vedere che,
più precari dei precari, abbondano in Italia giovani brillantissimi
ancora in cerca del loro primo lavoro di ricerca e d'insegnamento, e
che è su di loro che dobbiamo puntare.
Intanto il Consiglio Nazionale delle Ricerche boccheggia, i fondi
pubblici di ricerca e gli investimenti in ricerca delle imprese fanno
a gara nell'arretrare di anno in anno, gli stipendi di ricercatori e
docenti sono fra i più bassi d'Europa. Ai nostri giovani più dotati e
brillanti si apre una sola scelta, emigrare o giacere in una lunga e
frustrante anticamera. Per converso, mentre altri Paesi d'Europa (Gran
Bretagna, Francia e Germania, ma anche Belgio, Olanda, Spagna) hanno
elaborato strategie assai efficaci di attrazione dei migliori talenti,
pochissimi stranieri scelgono di trasferirsi in Italia. A noi toccherà
dunque celebrare in gran pompa i centenari di Galileo e di altri
grandi scienziati italiani del passato, e assistere impotenti alla
fuga dei nostri talenti migliori, autocondannandoci alla mediocrità?
Dovremo inchinarci al potere del Fato, quando veniamo a sapere che i
docenti oltre i 60 anni sono in Italia (in percentuale) il quintuplo
che negli Stati Uniti? Dovremo gioire quando ci vien detto che partono
finalmente (in ottobre!) i bandi di ricerca ministeriali per i
progetti di interesse nazionale per il 2007, e dimenticare che anche
col recentissimo aumento siamo comunque agli ultimi posti d'Europa?
Università e ricerca sono dappertutto uno dei principali motori dello
sviluppo, e camminano in tutto il mondo a ritmi serrati in un clima
sempre più competitivo, richiedono costanza degli investimenti e
qualità delle scelte. Interrompere anche per un solo anno il flusso
dei reclutamenti e dei finanziamenti può avere conseguenze
drammatiche: studiosi che emigrano attratti da migliori condizioni di
lavoro, gruppi di ricerca che si disfanno, progetti che si arenano,
energie che si disperdono, scoraggiamento e frustrazione diffusa,
demotivazione anche dei più tenaci. Questo è lo spettacolo che stiamo
offrendo oggi a noi stessi, in una paralisi senza precedenti, a cui né
la Finanziaria né altre leggi sembrano ad oggi voler rimediare. Fino a
quando? Che tempi sono questi?

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"mircoFN'":
parole, parole, parole (cantava Mina)


Certo, mirco, evidentemente quelle del governo ora sono solo parole.

Ma anche le tue sono solo parole. In particolare, si tratta della tua parola contro quella del governo. Hai la boccia di cristallo? Sei certo che le promesse non verranno mantenute? Un governo, all'inizio del proprio mandato, puo' solo promettere che fara' questo o quello: gli elettori giudicheranno alla fine del quinquiennio.



"mircoFN":
Comunque, se non vi fidate della mia 'impressione', come la mettiamo con la posizione di tutte le componenti della Scuola Normale (studenti, docenti, assegnisti...)?
Vorreste forse dirmi che sono la parte peggiore dell'università, un ricettacolo di baroni inefficienti e ignoranti, un covo di pericolosi comunisti, una congrega di persone non interessate al futuro della cultura o della ricerca, un manipolo di male informati?


Non so se siano male informati, se siano comunisti, se siano ignoranti; non so se protestino solo perche' le universita' toscane (Firenze, Pisa, Siena) hanno i conti piu' rossi e piu' malconci d'Italia; non se invece lo facciano per nobili ideali.

Francamente, nemmeno mi interessa. A me interessano solo le argomentazioni che il tal della Normale o di Pisa adduce. Se vuoi parlare di argomentazioni, invece che di dietrologia, ascoltiamo.

mircoFN1
parole, parole, parole (cantava Mina)


Su questi principi sono tutti d'accoro. E' come dire che tutti vogliamo che le cose vadano bene. Accidenti, proprio un bel programma, ci si devono essere impegnati parecchio!
Però, l'unica sostanza per ora è una legge che prevede che su 5 pensionamenti si possa bandire 1 posto.

Ma ancora ci credete nei proclami di certa gente che il giorno dopo vi dice che avete capito male anche 1+1=2?

Comunque, se non vi fidate della mia 'impressione', come la mettiamo con la posizione di tutte le componenti della Scuola Normale (studenti, docenti, assegnisti...)?

Vorreste forse dirmi che sono la parte peggiore dell'università, un ricettacolo di baroni inefficienti e ignoranti, un covo di pericolosi comunisti, una congrega di persone non interessate al futuro della cultura o della ricerca, un manipolo di male informati?

Prego risposte nel merito, se le avete

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"Fioravante Patrone":
fields, ogni ministro della (pubblica) istruzione ha sempre nel cassetto un progetto di riforma, pronto a tirarlo fuori e a metterlo sulla scrivania.

La questione è politica, di valutazione di priorità.


La volonta' politica sembra esserci. Sempre dal Corriere (5-11-2008):


Il vertice di mag-
gioranza ha confermato la li-
nea scelta in questi giorni dal
ministro Gelmini: la riforma
dell’università avverrà attraver-
so linee guida contenute in un
ampio disegno di legge sul qua-
le si cercherà il massimo di con-
senso possibile. Ma per i prov-
vedimenti urgenti, non rinvia-
bili, il governo potrebbe far ri-
corso allo strumento del decre-
to. Forse già nel prossimo con-
siglio dei ministri. Più soldi al-
le università virtuose, niente
assunzioni e niente concorsi
per gli atenei con i conti in ros-
so, incoraggiamento per i giovani
ricercatori che vogliono far carriera
nelle nostre universita'
ammorbidendo il blocco del turn
over per i ricercatori e, infine,
concorsi piu' trasparenti.

Fioravante Patrone1
"elgiovo":

Concordo. La mancanza di "apparizioni" mediatiche (ho davvero scritto apparizioni virgolettato? che stia improvvisamente diventando antiberlusconiano?) fa pensare che manchi ancora una precisa idea culturale di riforma dell'Università. Tuttavia, come ho detto prima, spero vivamente insieme a fields e a tutti gli altri che non sia così e che si faccia il possibile per togliere la gramigna e far crescere il grano buono invece di falcettare tutto ciecamente.


Anch'io lo spero. Mi piacerebbe tanto per le generazioni a venire (quelle che mi pagheranno la pensione dorata, per intenderci) che si facesse una volta tanto un qualcosa di serio.
E, tanto per farti contento, aggiungo che su questo serve anche il pungolo (magari quello elettrico, da bestiame) anche per l'opposizione.

elgiovo
"Fioravante Patrone":

Con tutti i media che ha a disposizione e che gli sono Fedeli, il Governo non è riuscito a dare l'impressione che si stesse impegnando in un progetto di riforma. Magari un "passaggio" dal maggiordomo Vespa a presentare questo importante progetto di ricerca se lo poteva concedere, se l'avesse davvero ritenuto prioritario.


Concordo. La mancanza di "apparizioni" mediatiche (ho davvero scritto apparizioni virgolettato? che stia improvvisamente diventando antiberlusconiano?) fa pensare che manchi ancora una precisa idea culturale di riforma dell'Università. Tuttavia, come ho detto prima, spero vivamente insieme a fields e a tutti gli altri che non sia così e che si faccia il possibile per togliere la gramigna e far crescere il grano buono invece di falcettare tutto ciecamente.

Fioravante Patrone1
"fields":
[quote="mircoFN"]Ma scusate, dove si è visto nell'intervento della gelmini un minimo accenno al criterio di razionalizzazione o di risparmio? Dov'è il progetto da condividere o da criticare per far funzionare meglio scuola e università?


Come ho detto, attualmente il progetto di riforma dell'universita' si trova sulla scrivania del ministro dell'istruzione ed e' in fase di elaborazione. Se avessi letto - e capito - quello che ho scritto, avresti evitato di porre una domanda a cui e' gia' stata data risposta :|[/quote]
fields, ogni ministro della (pubblica) istruzione ha sempre nel cassetto un progetto di riforma, pronto a tirarlo fuori e a metterlo sulla scrivania.

La questione è politica, di valutazione di priorità.
Con tutti i media che ha a disposizione e che gli sono Fedeli, il Governo non è riuscito a dare l'impressione che si stesse impegnando in un progetto di riforma. Magari un "passaggio" dal maggiordomo Vespa a presentare questo importante progetto di ricerca se lo poteva concedere, se l'avesse davvero ritenuto prioritario.

fields1
"mircoFN":
Ma scusate, dove si è visto nell'intervento della gelmini un minimo accenno al criterio di razionalizzazione o di risparmio? Dov'è il progetto da condividere o da criticare per far funzionare meglio scuola e università?


Come ho detto, attualmente il progetto di riforma dell'universita' si trova sulla scrivania del ministro dell'istruzione ed e' in fase di elaborazione. Se avessi letto - e capito - quello che ho scritto, avresti evitato di porre una domanda a cui e' gia' stata data risposta :|

Cheguevilla
"mircoFN":
[quote="GIBI"]Rimango a dir poco ri-esterrefatto a leggere certi interventi! Li posso comprendere solo come conseguenza di una miopia ideologica.


complimenti per l'impegno e la competenza che hai mostrato nell'argomentare a sostegno della tua posizione![/quote]Cerchi doti che non tutti hanno.
GIBI ci ha messo tutto il suo impegno.
Cerca almeno di apprezzare lo sforzo.

mircoFN1
"GIBI":
Rimango a dir poco ri-esterrefatto a leggere certi interventi! Li posso comprendere solo come conseguenza di una miopia ideologica.


complimenti per l'impegno e la competenza che hai mostrato nell'argomentare a sostegno della tua posizione!

GIBI1
Rimango a dir poco ri-esterrefatto a leggere certi interventi! Li posso comprendere solo come conseguenza di una miopia ideologica.

mircoFN1
Rimango a dir poco esterrefatto a leggere certi interventi! Li posso comprendere solo come conseguenza di una miopia ideologica.

Ma scusate, dove si è visto nell'intervento della gelmini un minimo accenno al criterio di razionalizzazione o di risparmio? Dov'è il progetto da condividere o da criticare per far funzionare meglio scuola e università? Parlo di atti, di norme anche solo di principi generali, non di proclami o lamentele.

Anzi, a me sembra che ora vi sia stato anche uno stop del capo in testa a possibili interventi (per altro solo annunciati o minacciati) perché la popolarità è leggermente incrinata (dal 70% al 69%???)! Ottimo esempio di serietà e buona volontà. Conclusione: rimangono solo i tagli a pioggia che non impediranno gli sprechi.

Non voglio difendere la scelta del quadro di Messina ma vi faccio solo notare:

quanto costa alla collettività una partita di calcio (magari se rinviata per motivi di ordine pubblico)?
quanto costa uno spot pubblicitario (magari sull'efficienza della gelmini) di 1 minuto in TV?
quanto costa mantenere in parlamento frotte di 'rappresentanti' ignoranti e inattivi (non per i loro interessi) perfettamente allineati e coperti?
quanto sono costate le 'nuove università' inventate da tremonti e pera l'altra volta?
quanto costano le università inutili volute dai potentati politici locali (anche dalla lega in Lombardia)?
.......

ovviamente potrei continuare.

Per favore, se siamo persone serie e senza preconcetti ideologici, guardiamo gli ordini di grandezza prima di arrivare a preoccuparci di un quadro d'autore oppure dell'ormai venerato 'asino dell'Amiata'!

Insomma, siamo tutti concordi che le ferrovie non sono il massimo, anche se molti vi lavorano seriamente e permettono una mobilità razionale e indispensabile. Ma nessuno penserebbe di risolvere il problema delle ferrovie con questo criterio di risparmio: vi do una ruota nuova quando se ne rompono cinque.
Sembra una barzelletta, lo so, ma è quello che tremonti e gelmini hanno pensato di fare per migliorare l'università.


alla prossima!

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"elgiovo":
[quote="fields"] I tagli attuali sono giusti, perche' verranno seguiti, a detta del ministro, da ridistribuzioni dei fondi risparmiati in base al merito. Spero che la Gelmini - e il governo - riesca a mantenere la propria rotta.


Speriamo che sia così... Io non avevo sentito queste affermazioni da parte del ministro (forse perchè interviene poco-niente e perchè i media sono più concentrati sulla protesta studentesca che sulla politica). Un'equa redistribuzione dei fondi servirebbe a migliorare almeno in parte la situazione lucidamente descritta da wedge poco sopra.[/quote]

Dal Corriere: http://www.corriere.it/politica/08_otto ... aabc.shtml

"Gelmini":
I primi a vivere il disagio della scuola esistente sono proprio i professori, pagati con stipendi da fame e proletarizzati da sinistra e sindacato. E poi, il 30% dei risparmi realizzati, 2 miliardi di euro, sarà utilizzato per pagare meglio i professori sulla base del merito

(...)

Me lo lasci dire: bisognava anche riportare tutti alla realtà. Dire che la gestione allegra del denaro pubblico è finita. E dunque, prima si eliminano gli sprechi. Poi, ma soltanto dopo, si potrà reinvestire in qualità. Questo per quanto riguarda la scuola. Per l'università il 2009 non prevede particolari tagli. Qualche problema potrà esserci dal 2010 ma abbiamo tempo sufficiente per discuterne con chi vuol farlo seriamente


Poi ho appreso su altri giornali piu' in dettaglio le idee della Gelmini, fra le quali il finanziamento delle universita' con i soldi risparmiati in base al merito e la riforma dei concorsi universitari. Lei aveva infatti annunciato entro pochi giorni un disegno di legge per la riforma dell'universita', ma il Berlusca ha pensato di ritardarla...

Insomma: la legge 133 non e' la fine della storia, come qualcuno demagogicamente vuole far credere, e la riforma vera che sistemera' le cose e' in fase di progettazione. Io sono d'accordissimo con la linea del governo, e staro' bene attento che venga davvero seguita.

Cheguevilla
si, i tagli a caso sarebbero la cosa peggiore che si potrebbe fare... concordo con wedge sul suo punto di vista.
Evidentemente, non siamo i soli a concordare sulla questione.

Altre considerazioni sulla negatività della riforma scolastica.

Una proposta molto interessante che io appoggio pienamente.

fu^2
si, i tagli a caso sarebbero la cosa peggiore che si potrebbe fare... concordo con wedge sul suo punto di vista.

elgiovo
"fields":
I tagli attuali sono giusti, perche' verranno seguiti, a detta del ministro, da ridistribuzioni dei fondi risparmiati in base al merito. Spero che la Gelmini - e il governo - riesca a mantenere la propria rotta.


Speriamo che sia così... Io non avevo sentito queste affermazioni da parte del ministro (forse perchè interviene poco-niente e perchè i media sono più concentrati sulla protesta studentesca che sulla politica). Un'equa redistribuzione dei fondi servirebbe a migliorare almeno in parte la situazione lucidamente descritta da wedge poco sopra.

fields1
"dissonance":
Però questi articoli buttati così come sassi non sono giornalismo serio.


Invece Stella è un ottimo giornalista ed ha semplicemente riportato un fatto: 80mila euro per un quadro nell'aula magna degli ingegneri dell'università di Messina. L'altro fatto è che l'università di Messina figura tra le università indebitate. Naturalmente tu sei libero di considerare i fatti - il tipo di verità più immediato e incontestabile - cattivo giornalismo :|

Una nota: con 80mila euro si pagano due dottorati di ricerca di 3 anni.

dissonance
Ma certo, wedge. Persino io, che sono solo uno studente, riesco a vedere sprechi vergognosi. Non ho mica detto di essere d'accordo con un'iniziativa del genere. Facevo solo una riflessione sul giornalismo: è facile rivoltare una frittata.

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