Test per concorso a cattedre docenti

simfanc
Il MIUR ha reso noti i test per la prova preselettiva del concorso a cattedre:

http://concorsodocenti.miur.it/esercita ... sersel=20&

Stendiamo un velo pietoso sull'opportunità di selezionare in questo modo gli insegnanti. In questo intervento vorrei soffermarmi sui quesiti di logica proposti.

Una domanda assai frequente è quella di completare correttamente la seguente una successione numerica.

Ad esempio: 42;86;74;32;?;?;22;66

Cosa vuol dire completare correttamente una successione? Dal punto di vista MATEMATICO la cosa non ha alcun senso. Una successione numerica infatti altro non è che una legge che ad ogni numero naturale associa uno ed un solo numero reale. Per cui, a meno che non sia specificato che la successione sia di un tipo particolare (cosa che perònon avviene nei quesiti proposti dal Ministero), al posto dei punti interrogativi può essere inserito, CON UGUALE DIRITTO, qualunque numero reale.

E' evidente che la domanda invita il candidato a scoprire il giochino seguito da chi ha predisposto il test. Nel caso in oggetto infatti bisognerebbe rispondere "76; 64".

Ma per quale motivo però questa risposta dovrebbe essere più valida di qualunque altra?
Non esiste alcun motivo di tipo matematico o comunque di tipo logico per giustificare ciò, visto che con uguale diritto chiunque potrebbe inventarsi dei giochini simili, magari meno intuitivi di quelli pensati dall'autore del test, ma comunque altrettanto validi. Oppure, più correttamente, il generico riferimento al concetto matematico di successione impedisce che vi siano dei numeri, per così dire, privilegiati rispetto ad altri.

In conclusione un test siffatto è profondamente diseducativo, perchè si tratta di un elogio della ruffianeria. Si pretende infatti che il candidato non risponda in maniera logica, ma sia invece costretto (se vuole superare la prova) a cercare di capire come può aver ragionato un'altra persona, quasi che la risposta di quest'ultima sia davvero l'unica possibile.

Risposte
@melia
"gio73":
Io sono contenta di non essere MAI stata valutata attraverso quiz.

Anch'io perché, nonostante abbia 4 abilitazioni e sia in ruolo da 1987, non sono in grado di completare l'ennupla proposta da enomis.

gio73
Io sono contenta di non essere MAI stata valutata attraverso quiz.

@melia
Io, invece, sono d'accordo con enomis, anche nel link postato da Obidream ho risolto tre quesiti in modo diverso da come proposto nelle soluzioni, tuttavia assolutamente in linea con le spiegazioni dell'autore.

Obidream
"enomis":
[quote="Obidream"]Insomma, si tratta pur sempre di un test preselettivo... un po come i test universitari.. è normale che siano anche domande di " logica" e non prettamente matematiche, secondo me


Il fatto che la domanda debba essere sensata e la possibile risposta unica è un requisito di natura giuridica, non certo una prerogativa delle domande prettamente matematiche. Se viene a mancare tale requisito la procedura è, a mio parere, passibile di annullamento.[/quote]
Quindi tutti i test universitari secondo questo ragionamento sarebbero passibili di annullamento...
Comunque su questo punto sono d'accordo con Gugo, ed inoltre esistono anche delle guide per questo tipo di esercizi:
http://www.edises.it/demo/1000000047/Ca ... review.pdf
Questa, dando uno sguardo superficiale, sembra anche abbastanza rigorosa e credo risponda al requisito di risposta unica...
Sul senso delle domande, non pretendo di convincere nessuno, anche se a mio avviso per un neolaureato in matematica imparare a svolgere esercizi del genere per una preselezione ( credo che la selezione vera sia più stimolante :-D ) non è assolutamente impegnativo... Purtroppo questi sono i criteri che ci vengono dettati dall'alto e se un giorno ci sarà la possibilità di cambiarli realmente ( dubito ma non si sa mai) allora sarò favorevole, ma al momento bisogna fare questo sacrificio...

simfanc
"Obidream":
Insomma, si tratta pur sempre di un test preselettivo... un po come i test universitari.. è normale che siano anche domande di " logica" e non prettamente matematiche, secondo me


Il fatto che la domanda debba essere sensata e la possibile risposta unica è un requisito di natura giuridica, non certo una prerogativa delle domande prettamente matematiche. Se viene a mancare tale requisito la procedura è, a mio parere, passibile di annullamento.

Obidream
Insomma, si tratta pur sempre di un test preselettivo... un po come i test universitari.. è normale che siano anche domande di " logica" e non prettamente matematiche, secondo me

simfanc
Basta fare domande del tipo:

"Quanti sono i numeri di 6 cifre che contengono: 2 volte esatte la cifra 1, 2 volte esatte la cifra 3 e non contengono la cifra 0?"

In questo modo sei sicuro:

- di valutare l'intuito matematico del candidato;
- che la domanda posta sia sensata;
- che esista un'unica risposta possibile.

gugo82
Esempio, please... Al momento non mi viene nulla in mente.

simfanc
"gugo82":
Bene.
Insomma, mi stai dicendo che qualsiasi test volto a sapere se un futuro insegnante ha un buon intuito matematico è impugnabile al TAR... :lol:

Peccato che Turing non sia vissuto in Italia; avrebbe potuto fare ricorso e vincere la sua borsa di studio con un anno di sforzi in meno.


No, per testare l'intuito matematico basterebbe predisporre delle domande idonee, formulandole in forma chiara e rigorosa (e sai bene che la cosa è possibile), senza chiedere cose prive di significato del tipo "completa correttamente la seguente successione numerica" o "Individua il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati".

gugo82
Bene.
Insomma, mi stai dicendo che qualsiasi test volto a sapere se un futuro insegnante ha un buon intuito matematico è impugnabile al TAR... :lol:

Peccato che Turing non sia vissuto in Italia; avrebbe potuto fare ricorso e vincere la sua borsa di studio con un anno di sforzi in meno.

simfanc
gugo, l'intuito è fondamentale ed un approccio basato su di esso è anche didatticamente assai efficace. Ma in un concorso pubblico le cose sono diverse, perché vi deve essere la certezza che le domande siano ben formulate e che la risposte ad esse siano univoche. Non è corretto, né giuridicamente né culturalmente, sostenere che per fornire la risposta esatta occorra adottare lo stesso ragionamento seguito dal redattore del test, quando si sa benissimo che esso, pur essendo per certi versi il più "naturale" non è l'unico possibile e che comunque la domanda non è posta poi in forma così rigorosa (ad un giudice del Tar che chiedesse lumi sul significato di "completare la successione", che risposta formale daresti? Sei così sicuro che "indovinare il giochino seguito dall'autore del test nel disporre quei numeri" risponda ai requisiti giuridici di legittimità che dovrebbero caratterizzare una procedura amministrativa di qualunque tipo?

gugo82
Come ho detto, alcune domande sono poste male e ciò non è conveniente per un concorso.
Quindi non credo che convenga insistere su questo punto, enomis.

Per il resto, è più ammaestrato chi capisce solo il rigore assoluto o chi ha un intuito allenato?
Io ritengo che lo sia più il primo; tu la pensi altrimenti.
Ma ricordiamo tutti l'osservazione del famoso matematico russo V. Arnold sulle abilità matematiche di base degli studenti parigini formatisi sui testi "bourbakisti".

Inoltre, non sta scritto da nessuna parte che:
"enomis":
le persone debbano soltanto afferrare il "pattern"

Questa è una lettura massimalista ed insulsa del significato di un test preselettivo (e soprattutto del mio post precedente, ma vabbé...).
Un test è mirato a valutare solo alcune capacità, in particolare le consoscenze di base e l'intuito matematico (qualunque cosa ciò voglia dire). Non c'è nulla di sbagliato in ciò: è una scelta.
Altre qualità verranno valutate con altri metodi in un secondo momento, i.e.: l'abilità espositiva con una prova scritta e con una prova orale; l'impegno scientifico/didattico con la valutazione dei titoli. Anche questa è una scelta.
Il concorso funziona così perché così è stato ritenuto opportuno.

Le obiezioni alla procedura avrebbero dovuto essere (e sicuramente saranno state) presentate prima della pubblicazione del bando; se non sono state ritenute valide, significa che i rappresentanti degli insegnanti non hanno saputo far valere le proprie rispettabilissime opinioni di fronte alle altrettanto rispettabili opinioni degli addetti ministeriali.
Preso atto di ciò, l'esaminando deve prepararsi a svolgere ciò che il concorso richiede nella maniera migliore che può, anche mettendo in conto eventuali errori nelle prove.
Se il candidato non concordava con l'organizzazione della prova o con la sua filosofia, poteva anche non partecipare: dopotutto, non glielo ha ordinato il medico di andare a fare il "quizzone".

Per quanto riguarda il:
"enomis":
pensare che le successioni debbano per forza essere costruite attraverso "giochini" è un errore grave, e non è corretto alimentare ulteriormente questo modo di pensare.

come ho già detto, credo che chiunque partecipi al concorso sappia che una successione è un'applicazione e, come tale, del tutto arbitraria. Quindi non vedo "cosa" quella domanda stia ad alimentare in "chi".
Insomma, questa è una polemica inutile.

simfanc
Io non credo che sia tollerabile la presenza di domanda mal poste in un concorso pubblico, sia perché in questo modo si rischia di imbattersi in scontati ricorsi ai tribunali amministrativi ma anche per questioni di natura culturale.
Quando io ho usato il termine "diseducativo" non mi riferivo solo ai bambini o ai ragazzi in età scolare, perché il rigore concettuale e logico è fondamentale per l'intera società. Pensare che le persone debbano soltando afferrare il "pattern" non è culturalmente sostenibile, perché significa pensare ai cittadini come a delle scimmie ammaestrate.
Nel caso specifico pensare che le successioni debbano per forza essere costruite attraverso "giochini" è un errore grave, e non è corretto alimentare ulteriormente questo modo di pensare.
Il fatto poi che chi dinnanzi ad una domanda formulata male l'esaminando possa facilmente intuire cosa gli si volesse realmente chiedere, non è un buon motivo per giustificare questa assurda prassi. Parlare ad esempio di relazione insiemistica fra "termini" e non fra "insiemi" è un errore gravissimo che ci fa capire che chi ha formulato la domanda non ha ben chiaro l'argomento. Quel quesito quindi è privo di significato e in quanto tale non merita alcuna risposta. Il rigore concettuale non è un optional del quale possiamo fare facilmente a meno, per cui ribadisco che si tratta di questioni sostanziali e non di lana caprina.

gugo82
"enomis":
[quote="gugo82"]Stesse obiezioni di Turing allo stesso tipo di test, ma per l'ammissione al college (il Trinity a Cambridge) con borsa di studio.
Il primo anno Turing fu scartato alla selezione; passò i test solo secondo tentativo.

Sarò diretto: sinceramente, non vedo perché nei paesi anglosassoni nessuno si lamenti di questo tipo di test (che addirittura vengono usati per limitare l'accesso all'istruzione superiore), mentre qui succede un putiferio ogni qual volta si dimostra che un insegnante non sa fare $2+2$.

Le obiezioni di Turing erano fondate (e Turing non era certo uno che non sapeva fare 2+2).

A te, che sei laureato in matematica, sembra sensato chiedere di "completare la successione", quasi che la cosa abbia matematicamente un senso?

A me sinceramente NO.[/quote]
Che una successione possa essere continuata in maniera arbitraria lo sappiamo bene tutti.

Però sappiamo benissimo tutti anche che chi insegna deve essere allenato a riconoscere dei pattern; anzi, ciò è massimamente importante soprattutto per chi insegna Matematica (la quale, per usare il titolo di un testo abbastanza noto di Devlin, è la "scienza del pattern").
Perciò queste domande sono calibrate per valutare l'allenamento a riconoscere "sentieri"*.

Non ha molto senso chiedersi se tali domande siano morali o no: esse sono pensate per valutare se il concorrente ha delle abilità o non ce le ha.

"enomis":
Lo trovo persino culturalmente diseducativo perché si ingenera la falsa idea che si possa definire una successione solo se esiste un giochino dietro.

Scusa, "culturalmente diseducativo" per chi?
Non mi risulta che ci siano bambini in età scolare tra i partecipanti al concorso...

Insomma, si suppone che chi partecipa al concorso abbia già un bagaglio culturale talmente forte da capire perché gli vengono poste certe domande.
Se non ce l'ha, meglio che rimanga precario; anzi, meglio che trovi un altro lavoro.
Gente così rozza nella scuola che pago con le mie tasse non ce la voglio.

"enomis":
Passiamo ad un' altra domanda.

"Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Telefoni, Telefoni Cellulari, Auricolari".

(Seguono una serie di diagrammi di Eulero-Venn).

La domanda, così come è formulata, è un'enorme bestialità.
Le relazioni insiemistiche esistono fra insiemi, non certo fra termini! E mi pare che confondere un insieme con i suoi elementi sia un errore concettuale piuttosto grave.
E' evidente che l'autore del test si riferisce all'"Insieme dei telefoni", all'"Insieme dei Telefoni Cellulari" e all'"Insieme delle auricolari" e fra questi viene richiesto di trovare le eventuali relazioni di inclusione. Ma fra quello che intende l'autore e quello che di fatto si chiede esiste una bella differenza.

Certo, la domanda è posta in maniera orrenda; ma siamo sempre a sindacare su questioni di lana caprina.
Proprio come il "problema del cubo" nel test TFA... Però, mentre nell'ultimo caso la cosa poteva essere giustificabile (perché il TFA non è necessariamente rivolto a chi ha esperienza di insegnamento), nel caso in esame proprio non lo è.
Spiego.

A mio parere, un insegnante deve esser capace di ed anche esser abituato a rispondere a domande "mal poste": infatti, le domande poste dagli studenti, mediamente, non sono mai formalizzate come si deve. Ed il rispondere a queste domande è un tipico esempio di riconoscimento di pattern e di immedesimazione nelle difficoltà del discente, doti che dovrebbero essere proprie di ciascun insegnante.
Nell'esempio riportato, l'intento della domanda è facilmente intuibile, proprio come lo è quello di una domanda posta "alla sonfrasò" da uno studente non abilissimo; quindi l'aspirante professore, che ha anni di insegnamento ed una buona preparazione sulle spalle, deve essere comunque in grado di trovare facilmente la risposta dopo un attimo di riflessione.

Se però l'aspirante insegnante non è capace di rispondere anche a domande mal poste, è meglio che vada a meditare su questo fatto e non entri di ruolo finché non abbia allenato questa abilità.


__________
* Non mi viene in mente una traduzione decente di pattern ed odio ripetermi; perciò passatemi la traduzione pedante.

simfanc
"gio73":
Se non ho capito male è una prova di preselezione: quelli che passano vanno a fare il concorso vero e proprio; è così?
C'è per caso un numero chiuso per quelli che devono passare la preselezione o la selezione la si fa esclusivamente in base al punteggio ottenuto?


Si, è una preselezione. Chi non la passa è fuori dal concorso vero e proprio.
Per superarla occorre ottenere 35 punti.
Le domande sono 50. La risposta corretta viene valutata 1 punti, quella errata -0,5 punti, quella non data 0 punti.

gio73
Se non ho capito male è una prova di preselezione: quelli che passano vanno a fare il concorso vero e proprio; è così?
C'è per caso un numero chiuso per quelli che devono passare la preselezione o la selezione la si fa esclusivamente in base al punteggio ottenuto?

simfanc
"gugo82":
Stesse obiezioni di Turing allo stesso tipo di test, ma per l'ammissione al college (il Trinity a Cambridge) con borsa di studio.
Il primo anno Turing fu scartato alla selezione; passò i test solo secondo tentativo.

Sarò diretto: sinceramente, non vedo perché nei paesi anglosassoni nessuno si lamenti di questo tipo di test (che addirittura vengono usati per limitare l'accesso all'istruzione superiore), mentre qui succede un putiferio ogni qual volta si dimostra che un insegnante non sa fare $2+2$.


Le obiezioni di Turing erano fondate (e Turing non era certo uno che non sapeva fare 2+2).

A te, che sei laureato in matematica, sembra sensato chiedere di "completare la successione", quasi che la cosa abbia matematicamente un senso?

A me sinceramente NO.

Lo trovo persino culturalmente diseducativo perché si ingenera la falsa idea che si possa definire una successione solo se esiste un giochino dietro.

Passiamo ad un' altra domanda.

"Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Telefoni, Telefoni Cellulari, Auricolari".

(Seguono una serie di diagrammi di Eulero-Venn).

La domanda, così come è formulata, è un'enorme bestialità.
Le relazioni insiemistiche esistono fra insiemi, non certo fra termini! E mi pare che confondere un insieme con i suoi elementi sia un errore concettuale piuttosto grave.
E' evidente che l'autore del test si riferisce all'"Insieme dei telefoni", all'"Insieme dei Telefoni Cellulari" e all'"Insieme delle auricolari" e fra questi viene richiesto di trovare le eventuali relazioni di inclusione. Ma fra quello che intende l'autore e quello che di fatto si chiede esiste una bella differenza.

gugo82
Stesse obiezioni di Turing allo stesso tipo di test, ma per l'ammissione al college (il Trinity a Cambridge) con borsa di studio.
Il primo anno Turing fu scartato alla selezione; passò i test solo secondo tentativo.

Sarò diretto: sinceramente, non vedo perché nei paesi anglosassoni nessuno si lamenti di questo tipo di test (che addirittura vengono usati per limitare l'accesso all'istruzione superiore), mentre qui succede un putiferio ogni qual volta si dimostra che un insegnante non sa fare $2+2$.

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