Tesi magistrale pubblicabile in matematica: possibile?
Qualcuno potrebbe chiedermi perché mettersi a pensare alla tesi della laurea magistrale se si è appena completata quella della triennale: il fatto è che 2 anni (sperando che siano 2) passano in fretta.
Nel passaggio qui sopra gugo82 afferma a chiare lettere che la tesi magistrale dovrebbe essere originale e pubblicabile.
Ciò mi ha stupito e colpito. Più volte in questo forum si è detto che scrivere qualcosa di pubblicabile come tesi magistrale (in matematica) è quasi impossibile.
Esaminiamo, per esempio, il piano di studi che mi aspetta qui a L'Aquila per la magistrale. Premetto che vorrei specializzarmi in algebra (ormai si sarà capito
).
Durante il primo anno dovrò sostenere esami obbligatori di base (di base per chi fa ricerca, ovviamente) un po' in tutte le materie, di cui uno anche in algebra.
Esaminiamo il primo semestre del secondo anno: un esame obbligatorio di analisi numerica, un esame di algebra "avanzata" (corso di letture) e 9 crediti a scelta che supporremo di algebra.
Passiamo al secondo semestre del secondo anno: un esame di geometria "avanzata" (è un corso di letture, è riempibile come si vuole, dipende dal professore scelto per sostenere l'esame) più la tesi.
Tutti questi esami sono obbligatori e prestabiliti, posso solo scegliermi i 9 crediti liberi e come riempire i corsi di letture (nei limiti dei professori disponibili per quei corsi, e delle loro aree di specializzazione).
Se qualcuno volesse ulteriori informazioni può guardare qui.
Tutto questo sproloquio serviva solamente a convincere chi sta leggendo che, SE voglio mantenermi nei due anni canonici, ho un semestre scarso per scrivere una tesi di ricerca originale.
Perfetto, no? A cosa serve, allora, il dottorato?
A questo punto devo pensare che o non sia possibile completare la laurea magistrale in due anni o che per tesi originale e pubblicabile si intenda un articolo di assai basso livello, pubblicato su qualche rivista semisconosciuta, oppure che la scoperta originale sia dovuta quasi totalmente al relatore della tesi magistrale che la condivide con il tesista.
Dove sbaglio?
Non dimentichiamo che se uno dopo la laurea vuole provare ad ottenere un dottorato all'estero deve anche conseguire importanti certificazioni per la lingua inglese (TOEFL o IELTS con voti più che decenti), per non parlare del test GRE, richiesto da molte università americane, e di tutte le rogne burocratiche richieste per le domande di dottorato.
Tutto questo in due anni?
Grazie a chiunque voglia aiutarmi a dipanare i miei dubbi.
"gugo82":
Per quanto riguarda chi vuole fare ricerca, il discorso è un po' diverso.
Con le restrizioni imposte al turn-over dalla riforma, ormai si assume sempre meno. Quindi, per massimizzare le chances di trovarsi un posto "decente", ritengo sia ormai necessario cominciare ad entrare nell'ottica del ricercatore il prima possibile, sia necessario ottenere e pubblicare risultati già dalla tesi magistrale, sia necessario trovarsi in un ambiente aperto al nuovo e non chiuso, perchè troppo "lottizzato".
Perciò suggerivo di andare a studiare in scuole d'eccellenza.
Nel passaggio qui sopra gugo82 afferma a chiare lettere che la tesi magistrale dovrebbe essere originale e pubblicabile.
Ciò mi ha stupito e colpito. Più volte in questo forum si è detto che scrivere qualcosa di pubblicabile come tesi magistrale (in matematica) è quasi impossibile.
Esaminiamo, per esempio, il piano di studi che mi aspetta qui a L'Aquila per la magistrale. Premetto che vorrei specializzarmi in algebra (ormai si sarà capito

Durante il primo anno dovrò sostenere esami obbligatori di base (di base per chi fa ricerca, ovviamente) un po' in tutte le materie, di cui uno anche in algebra.
Esaminiamo il primo semestre del secondo anno: un esame obbligatorio di analisi numerica, un esame di algebra "avanzata" (corso di letture) e 9 crediti a scelta che supporremo di algebra.
Passiamo al secondo semestre del secondo anno: un esame di geometria "avanzata" (è un corso di letture, è riempibile come si vuole, dipende dal professore scelto per sostenere l'esame) più la tesi.
Tutti questi esami sono obbligatori e prestabiliti, posso solo scegliermi i 9 crediti liberi e come riempire i corsi di letture (nei limiti dei professori disponibili per quei corsi, e delle loro aree di specializzazione).
Se qualcuno volesse ulteriori informazioni può guardare qui.
Tutto questo sproloquio serviva solamente a convincere chi sta leggendo che, SE voglio mantenermi nei due anni canonici, ho un semestre scarso per scrivere una tesi di ricerca originale.
Perfetto, no? A cosa serve, allora, il dottorato?
A questo punto devo pensare che o non sia possibile completare la laurea magistrale in due anni o che per tesi originale e pubblicabile si intenda un articolo di assai basso livello, pubblicato su qualche rivista semisconosciuta, oppure che la scoperta originale sia dovuta quasi totalmente al relatore della tesi magistrale che la condivide con il tesista.
Dove sbaglio?
Non dimentichiamo che se uno dopo la laurea vuole provare ad ottenere un dottorato all'estero deve anche conseguire importanti certificazioni per la lingua inglese (TOEFL o IELTS con voti più che decenti), per non parlare del test GRE, richiesto da molte università americane, e di tutte le rogne burocratiche richieste per le domande di dottorato.
Tutto questo in due anni?
Grazie a chiunque voglia aiutarmi a dipanare i miei dubbi.

Risposte
Grazie Rigel, ciò che dici mi sembra molto ragionevole.
Secondo me passare un anno in più sulla magistrale solo per cercare di scrivere una tesi che forse può contenere risultati pubblicabili non ha molto senso (altro discorso è farlo senza aumentare i tempi di laurea).
Ha più senso entrare un anno prima al dottorato; eventualmente si pubblica in quella sede (tanto, pubblicare prima se poi non si fa un dottorato non ha molto senso).
Ha più senso entrare un anno prima al dottorato; eventualmente si pubblica in quella sede (tanto, pubblicare prima se poi non si fa un dottorato non ha molto senso).
@Lorin
Capisco perfettamente, se ci sono problemi economici non discuto.
Studiando nella città dove sono nato ho la fortuna di non dover lavorare per mantenermi agli studi.
Concordo anche sul fatto che il tempo non è tutto, ma non è neanche irrilevante.
@gugo82
Penso di capire cosa vuoi dire.
Piuttosto, hai un PM.
Capisco perfettamente, se ci sono problemi economici non discuto.
Studiando nella città dove sono nato ho la fortuna di non dover lavorare per mantenermi agli studi.
Concordo anche sul fatto che il tempo non è tutto, ma non è neanche irrilevante.
@gugo82
Penso di capire cosa vuoi dire.

Mah, guarda Leo... Ti dico che secondo me ce la si può anche fare.
Certo, i risultati che puoi tirar fuori non sono "enormi" però, se il relatore vuole, lo spazio sul mercato si trova.
Certo, i risultati che puoi tirar fuori non sono "enormi" però, se il relatore vuole, lo spazio sul mercato si trova.
Il discorso di completare la laurea magistrale in 2 anni secondo me resta relativo. Ci sono tanti fattori, al di fuori di ciò di cui stiamo discutendo, che non permettono ad uno studente di laurearsi in tempo...come ad esempio il lavoro. Lavorare oggi per uno studente non è più una semplice scusa per mettere da parte qualche soldino ma è diventata una necessità per vivere e non gravare sul bilancio familiare, che come sappiamo è parecchio instabile. Ti parlo in prima persona quando dico questo, perchè ad esempio io per mantenermi faccio ripetizioni private e, a differenza di quello che molti pensano, non è solo un hobby, ma un vero e proprio lavoro, dato che non mi limito a spiegare le espressioni ai bimbi delle medie, ma preparo i ragazzi sia liceali che universitari e non è per nulla facile, anzi porta via tantissimo tempo. Ovviamente tutto il tempo che dedico alle ripetizioni si sottrae allo studio, il che comporta un continuo posticipare gli esami e le varie scadenze che l'università impone, ma non posso fare altrimenti, se non le facessi non potrei nemmeno stare qui a scrivere in questo momento.
Pensa a quanti ragazzi bravi e talentuosi si trovano in questa situazione...finiranno gli studi più tardi, ma pazienza. Non è il tempo a quantificare la tua bravura, anche perchè sai quanti "deficienti" ci sono in giro che per fare presto accettano tutti i voti, si laureano con un voto basso, solo perchè devono fare la corsa....ma la corsa a cosa poi?!
Per come la vedo io, oggigiorno, la vita è una giungla e bisogna prima capire come sopravvivere e poi si pensa al resto...il futuro è davvero troppo imprevedibile.
Pensa a quanti ragazzi bravi e talentuosi si trovano in questa situazione...finiranno gli studi più tardi, ma pazienza. Non è il tempo a quantificare la tua bravura, anche perchè sai quanti "deficienti" ci sono in giro che per fare presto accettano tutti i voti, si laureano con un voto basso, solo perchè devono fare la corsa....ma la corsa a cosa poi?!
Per come la vedo io, oggigiorno, la vita è una giungla e bisogna prima capire come sopravvivere e poi si pensa al resto...il futuro è davvero troppo imprevedibile.
Grazie a tutti! 
Lorin e Luca concordo in pieno con ciò che dite: è ciò che io stesso, nella mia ignoranza, temevo, ma dato che c'è chi sostiene il contrario...
Naturalmente, se poi uno decide di impiegare 2 anni e mezzo o 3 per la magistrale allora il discorso comincia, forse, un po' a cambiare, a sembrare un po' meno impossibile, ma ne vale la pena?
Ovviamente qualsiasi altro parere è benvenuto!

Lorin e Luca concordo in pieno con ciò che dite: è ciò che io stesso, nella mia ignoranza, temevo, ma dato che c'è chi sostiene il contrario...
Naturalmente, se poi uno decide di impiegare 2 anni e mezzo o 3 per la magistrale allora il discorso comincia, forse, un po' a cambiare, a sembrare un po' meno impossibile, ma ne vale la pena?
Ovviamente qualsiasi altro parere è benvenuto!

Ciao Luca,
da matematico concordo pienamente con te, la piccatina dei 10000 articoli era riferita ad altri...studiosi.
Andrea
da matematico concordo pienamente con te, la piccatina dei 10000 articoli era riferita ad altri...studiosi.
Andrea
In genere i lavori dei matematici non superano i 2 o 3 nomi; ci sono ovviamente dei casi particolari in cui si fanno lavori in cui entrano diverse competenze (io ho un paio di pubblicazioni a 5 nomi, ma 2 di essi sono ingegneri che hanno scritto una parte modellistico-numerica affiancata alla parte analitica del lavoro). Quindi il problema delle 10.000 pubblicazioni a parecchi nomi non riguarda la matematica.
Per quanto riguarda Galois e Abel bisogna anche inserirli nel loro contesto: quello, e ancor di più gli anni precedenti, era un periodo in cui un matematico in gamba poteva ancora riuscire a raggiungere risultati originali anche da giovanissimo. Oggi la matematica è arrivata ad un livello di complessità tale che solo con una estrema specializzazione si può ragionevolmente sperare di portare un contributo significativo; ma per specializzarsi occorre tanto tempo, e tanto studio.
Per quanto riguarda Galois e Abel bisogna anche inserirli nel loro contesto: quello, e ancor di più gli anni precedenti, era un periodo in cui un matematico in gamba poteva ancora riuscire a raggiungere risultati originali anche da giovanissimo. Oggi la matematica è arrivata ad un livello di complessità tale che solo con una estrema specializzazione si può ragionevolmente sperare di portare un contributo significativo; ma per specializzarsi occorre tanto tempo, e tanto studio.
Son contento di vedere che c'è gente (matematici) che hanno piena coscienza della propria "scienza".
Sulla questione delle pubblicazioni agli albori della propria carriera concordo pienamente con quanto detto sopra (qualche eccezione c'è stata nella storia: Galois (non so se sia stato più precoce di Gauss), oppure Abel), anche perchè ormai basta internet per mettere a disposizione di tutti le proprie idee e vantarsi o millantarsi "ricercatori".
Secondo me un matematico dovrebbe sempre provare a produrre ogni volta qualcosa di originale e che non sia una semplice "parafrasi" di un lavoro precedente o una riscrittura del lavoro di un altro, altrimenti si sminuisce il proprio lavoro oltre che la "matematica"; per esempi del genere vedere pubblicazioni in altri campi "pseudo scientifici".
Inoltre mi diverte sempre vedere il vanto di quelli che hanno 10000 publlicazioni con scritto il proprio nome "et al." e in quel "et al." comparire una lista di nomi più lunga dell'articolo stesso.
Sulla questione delle pubblicazioni agli albori della propria carriera concordo pienamente con quanto detto sopra (qualche eccezione c'è stata nella storia: Galois (non so se sia stato più precoce di Gauss), oppure Abel), anche perchè ormai basta internet per mettere a disposizione di tutti le proprie idee e vantarsi o millantarsi "ricercatori".
Secondo me un matematico dovrebbe sempre provare a produrre ogni volta qualcosa di originale e che non sia una semplice "parafrasi" di un lavoro precedente o una riscrittura del lavoro di un altro, altrimenti si sminuisce il proprio lavoro oltre che la "matematica"; per esempi del genere vedere pubblicazioni in altri campi "pseudo scientifici".
Inoltre mi diverte sempre vedere il vanto di quelli che hanno 10000 publlicazioni con scritto il proprio nome "et al." e in quel "et al." comparire una lista di nomi più lunga dell'articolo stesso.
È molto difficile che un laureando in matematica possa arrivare a scrivere una tesi di laurea specialistica pubblicabile. Il motivo è che per arrivare ad avere competenza e maturità necessaria per affrontare problematiche di frontiera ci vuole molto tempo e molto studio, molto più di ciò che possono dare due anni di laurea specialistica, specie se il secondo anno si passa a fare la tesi per l'appunto. Possono comunque succedere casi di tesi da cui si estrae un lavoro pubblicabile, ne ho viste ancora, ma forse la fortuna sta nel trovare un professore, come diceva Lorin, che ha per le mani qualche problema che non pretende l'uso di una matematica molto avanzata e che sia disposto a guidare lo studente riga per riga, altrimenti la maturità giusta non c'è ancora, quella arriva solo alla fine di un dottorato.
Questo è un discorso che vale per la matematica; mi è capitato invece raramente di assistere, quando sono in commissione di laurea in fisica, a discussioni di tesi specialistiche in fisica non originali o che comunque non contengono risultati già pubblicati, specie se si tratta di fisica sperimentale, ma anche teorica. La ricerca in matematica richiede molto più tempo che in ogni altra disciplina scientifica.
Questo è un discorso che vale per la matematica; mi è capitato invece raramente di assistere, quando sono in commissione di laurea in fisica, a discussioni di tesi specialistiche in fisica non originali o che comunque non contengono risultati già pubblicati, specie se si tratta di fisica sperimentale, ma anche teorica. La ricerca in matematica richiede molto più tempo che in ogni altra disciplina scientifica.
Come idee sono molto d'accordo con te...per raggiungere un risultato del genere e conseguire anche la laurea magistrale in tempo è un cosa davvero impossibile. Tieni conto che spesso chi inizia un dottorato di ricerca raggiunge un risultato originale in tutto l'arco del dottorato; scrivere qualcosa di originale non è per niente facile.
Secondo me per fare qualcosa di importante per la tesi magistrale diverse sono le strade, che non dipendono direttamente dalle nostre scelte, ad esempio:
1)Potresti iniziare a lavorare su qualcosa che già esiste per la magistrale ed approfondire alcuni aspetti che ti porteranno di lì a poco a scrivere qualcosa di tuo.
2)Iniziare sin da subito a prendere padronanza con alcune tecniche di ricerca e quindi iniziare a padroneggiare alcuni argomenti abbastanza complessi...ma questa è una cosa che ti porta via parecchio tempo, quindi le speranze di laurearsi in 2 anni si riducono.
3)Avere la fortuna di avere un relatore "con le palle" accanto che magari ha già qualcosa in mente e vuole puntare su di te...ma questo è davvero difficile che accada. Al massimo puoi trovare un relatore che pubblica ad alti livelli in un settore appena nato o sconosciuto e magari ti può suggerire cosa fare...perchè secondo me pubblicare in settori nati agli albori della ricerca non è proprio possibile per la magistrale, perchè ci sono delle tecniche troppo sofisticate dietro e un'esperienza che uno studente di 23 anni di certo non ha.
..tanto per dirne qualcuna...
Secondo me per fare qualcosa di importante per la tesi magistrale diverse sono le strade, che non dipendono direttamente dalle nostre scelte, ad esempio:
1)Potresti iniziare a lavorare su qualcosa che già esiste per la magistrale ed approfondire alcuni aspetti che ti porteranno di lì a poco a scrivere qualcosa di tuo.
2)Iniziare sin da subito a prendere padronanza con alcune tecniche di ricerca e quindi iniziare a padroneggiare alcuni argomenti abbastanza complessi...ma questa è una cosa che ti porta via parecchio tempo, quindi le speranze di laurearsi in 2 anni si riducono.
3)Avere la fortuna di avere un relatore "con le palle" accanto che magari ha già qualcosa in mente e vuole puntare su di te...ma questo è davvero difficile che accada. Al massimo puoi trovare un relatore che pubblica ad alti livelli in un settore appena nato o sconosciuto e magari ti può suggerire cosa fare...perchè secondo me pubblicare in settori nati agli albori della ricerca non è proprio possibile per la magistrale, perchè ci sono delle tecniche troppo sofisticate dietro e un'esperienza che uno studente di 23 anni di certo non ha.
..tanto per dirne qualcuna...