Studio e depressione.

turtle87crociato
Mi rendo conto che l'argomento è delicatissimo, e che forse i termini usati saranno, oltre che forti, impropri.

Mi piacerebbe semplicemente sapere, dall'esperienza di qualcuno di voi, come lo studio possa, sempre che possa, convivere con la depressione di chi vi si dedica. Per depressione, in questa sede, intendo tutti i disturbi nervosi e comportamentali, oltre che psicologi e psichici che possono attanagliare una persona che soffre per motivi solo in parte riconducibili a cause organiche (nelle forme più serie).

In particolare, è interessante capire come la"matematica" possa distinguersi tra tutte le altre materie in tale discorso.

Risposte
retrocomputer
Credo che siano abbastanza normali degli alti e bassi in relazione ai progressi in una attività come lo studio scolastico, che impegna gran parte della propria giornata. Il segreto per migliorare la propria vita (e forse anche il rendimento) sta nel non abbattersi quando i risultati sono inferiori alle attese e considerare gli insuccessi come delle esperienze, non come dei fallimenti. Quindi non bisogna essere depressi quando le cose danno male: forse non si è studiato nel modo giusto (non tutte le materie richiedono lo stesso metodo di studio), forse le troppe aspettative hanno condizionato il rendimento, forse si sta attraversando un periodo difficile, forse serve più tranquillità, forse basta "cambiare aria" (io sono riuscito a superare un esame semplicemente andando a studiare per un periodo ai giardini, perché in casa mi sentivo troppo distratto)... Bisogna sempre tenere la mente aperta e cercare soluzioni.

Sk_Anonymous
io vado molto a momenti, capita che in un giorno attraverso 1000 stati di animo differenti....quando sento di aver fatto progressi nello studio mi sento felice altrimenti depresso....non ho un umore stabile e posso aff ermare con certezza che esso è funzione dei progressi fatti nello studio.

La Piccirella1
Questa discussione è la più bella mai fatta in un blog

Gargaroth
"turtle87":
4- Il cervello bloccato di J. M. Schartz


Mi incuriosisce molto il titolo di questo libro. Sai, è proprio la sensazione che ho quando mi dedico a certe attività. Non è un "credere la propria intelligenza superiore a quella che in realtà è", o meglio, non sono sicuro che sia questo, poichè tale sensazione di "blocco" mi capita anche quando rifaccio attività che prima riuscivo a fare, e che in alcuni momenti mi si rivelano praticamente impossibili.

Che mi sai dire a proposito di questo libro?



ascoltami... posso farti una recensione, ma non puoi proiettare tutto su un libro...
Ogni persona potrebbe attribuire alla espressione "cervello bloccato" un proprio stato d'animo.
Io ho consigliato dei titoli per chi fosse incuriosito dall'argomento.

Il testo comunque tratta, sulla scorta della esperienza dell'autore, un modo di curare i disturbi ossessivo-compulsivi.

ora parlo in linea del tutto generale, senza riferirmi a te :-) :

Ogni problema che venga avvertito come tale comporta, nella soggettivita' di ciascuno di noi, l'instaurazione di un percorso (qualsiasi esso sia) la cui lunghezza non è in alcun modo accorciabile ed è funzione di CHI SPERIMENTA la sensazione di disagio.
Spesso ci si nasconde dietro a dei "ce la faccio da solo\a" ma tale strada, sovente, porta ad un vicolo sbarrato.

Quindi possiamo parlare dello studio come causa che PALESA (o nasconde) la "depressione" (metto le virgolette perche' a volte si usa questo termine in modo un po' "leggero") ma in realta' i problemi sono DENTRO di noi. Evitarli puo' essere una soluzione... ma è quella duratura?
PS

questa è per te:
se avverti disagio perche' non provi a fare 2 chiacchiere con uno psicoterapeuta? (presso i consultori o presso gli ospedali le sedute sono gratuite o -per gli ospedali- dispensate dal S.S.N.)

remo2
io non vorrei fare il semplicista,anche perchè ti capisco bene...il tuo sembrerebbe più un problema di insicurezza!prima cerca di capire ciò che davvero vuoi,poi agisci di conseguenza!
lo studio,può portare alla depressione nel momento in cui diventa una preoccupazione costante!ogni tanto esci con gli amici,fatti due risate a sgombra il cervello!vedrai che il giorno dopo(sempre se non fai troppi stravizi!)tutto ti riuscirà più semplice!

turtle87crociato
4- Il cervello bloccato di J. M. Schartz


Mi incuriosisce molto il titolo di questo libro. Sai, è proprio la sensazione che ho quando mi dedico a certe attività. Non è un "credere la propria intelligenza superiore a quella che in realtà è", o meglio, non sono sicuro che sia questo, poichè tale sensazione di "blocco" mi capita anche quando rifaccio attività che prima riuscivo a fare, e che in alcuni momenti mi si rivelano praticamente impossibili.

Che mi sai dire a proposito di questo libro?

Gargaroth


Grazie per il link e per i consigli. :-)
Sto approfondendo questo tema per interesse personale; la psicologia mi ha sempre affascinato e molti mi trovano strana per questo. :rolleyes:



in molti hanno il LIMITE di vedere strani ("minacciosi") quelli che si interessano al mondo della psicologia, putroppo l'ignoranza rispetto al tema è diffusissima.
Complimenti per la tua curiosita' :-).

Fataleggera.9
"Gargaroth":

una domanda se posso: cosa ti spinge ad approfondire tale tema: interesse personale o ricerca della soluzione di un problema?


Grazie per il link e per i consigli. :-)
Sto approfondendo questo tema per interesse personale; la psicologia mi ha sempre affascinato e molti mi trovano strana per questo. :rolleyes:

"Gargaroth":

"Il male che ci tormenta non e' nel luogo in cui ci troviamo, ma e' in noi stessi. Noi siamo senza forze per sopportare una qualsiasi contrarieta', incapaci di tollerare il dolore, impotenti a gioire delle cose piacevoli, sempre scontenti di noi stessi." (Seneca)


E molto bella! La si può inserire nelle perle di saggezza! :wink:

Ciao :D

Gargaroth
"Fataleggera.9":
[quote="Gargaroth"]di nulla, ci mancherebbe :-)
Diciamo che Freud è interessante ma la sua teoria è completamente criticata, superata, e, in molti casi, messa da parte.
Ne esistono alcuni aspetti ancora validi ed attuali ma altri sono figli di un patriarcalismo estremo (esempio: Freud vedeva la donna come un uomo evirato, il cui ruolo era legato solo alla soddisfazione della pulsione sessuale maschile, sulla scorta di questo, secondo lui, la donna non aveva una propria sessualita').

L'attuale approccio psicoanalitico Freudiano si basa sulle critiche suddette e sul superamento dei limiti stessi della teoria Freudiana, che tra l'altro è, per molti versi, conforme al pensiero di Schopenhauer.

Rappresenta comunque un ottimo punto di partenza. Se ti interessa qualche tema particolare legato alla psicologia puoi postarlo qui, vedro' di darti qualche consiglio in merito a testi o documenti da consultare :-).



Mi potresti consigliare qualche buon libro esplicativo sui disturbi della personalita? :D :rolleyes:
Ti ringrazio in anticipo! :-)[/quote]


Premetto che sono "fortemente di parte" in merito a questi argomenti: propendo per Fromm o Jung...
In particolare, in merito a quello che mi chiedi, devo fare una premessa: esiste una differenza sostanziale tra approccio psichiatrico ed approccio psicoterapeutico (aime' questi due punti di vista, sovente, sembrano essere posti in competizione l'uno con l'altro).
Libro esplicativo sui disturbi della personalita...
-Se vuoi una classificazione medica ed un catalogo delle nevrosi o di altre perturbazioni dell'animo umano allora siamo nell'ambito medico (ma ti SCONSIGLIO vivamente di prendere AUTONOMAMENTE una strada del genere che è MEDICA, e come tale va lasciata al medico).
-Se invece vuoi (come del resto fa la maggior parte delle persone che si avvicinano a tale tipo di pensiero) cercare di "empatizzare" il problema attraverso una guida e l'autoriflessione, allora posso proporti i seguenti testi e soprattutto consigliarti di tenere conto del NUCLEO di tutti i discorsi che in essi vengono affrontati:

"Il male che ci tormenta non e' nel luogo in cui ci troviamo, ma e' in noi stessi. Noi siamo senza forze per sopportare una qualsiasi contrarieta', incapaci di tollerare il dolore, impotenti a gioire delle cose piacevoli, sempre scontenti di noi stessi." (Seneca)

1- (questo è abbastanza tecnico e schematico e si avvicina a quello che chiedi) Opere. Vol. 3: Psicogenesi delle malattie mentali di Carl G. Jung
2- L'arte di ascoltare e L'arte di vivere di Erich Fromm
3- I cosiddetti sani di Erich Fromm
4- Il cervello bloccato di J. M. Schartz
5- La salute della mente di D. e R. Hales
6- Un buco nell’anima di F. Rovera
7- La felicità difficile di E. Wurtzel
8- Percorsi della sofferenza psichica di Aldo Carotenuto


capirai come non sia praticamente possibile trovare un testo che tratti contemporaneamente di tutte le turbe dell'animo...


ti segnalo anche questo link sulla coazione (o coercizione) a ripetere

http://www.psychomedia.it/neuro-amp/99- ... rrante.htm

ciao :-)


una domanda se posso: cosa ti spinge ad approfondire tale tema: interesse personale o ricerca della soluzione di un problema?

Fataleggera.9
"Gargaroth":
di nulla, ci mancherebbe :-)
Diciamo che Freud è interessante ma la sua teoria è completamente criticata, superata, e, in molti casi, messa da parte.
Ne esistono alcuni aspetti ancora validi ed attuali ma altri sono figli di un patriarcalismo estremo (esempio: Freud vedeva la donna come un uomo evirato, il cui ruolo era legato solo alla soddisfazione della pulsione sessuale maschile, sulla scorta di questo, secondo lui, la donna non aveva una propria sessualita').

L'attuale approccio psicoanalitico Freudiano si basa sulle critiche suddette e sul superamento dei limiti stessi della teoria Freudiana, che tra l'altro è, per molti versi, conforme al pensiero di Schopenhauer.

Rappresenta comunque un ottimo punto di partenza. Se ti interessa qualche tema particolare legato alla psicologia puoi postarlo qui, vedro' di darti qualche consiglio in merito a testi o documenti da consultare :-).



Mi potresti consigliare qualche buon libro esplicativo sui disturbi della personalita? :D :rolleyes:
Ti ringrazio in anticipo! :-)

Gargaroth
di nulla, ci mancherebbe :-)
Diciamo che Freud è interessante ma la sua teoria è completamente criticata, superata, e, in molti casi, messa da parte.
Ne esistono alcuni aspetti ancora validi ed attuali ma altri sono figli di un patriarcalismo estremo (esempio: Freud vedeva la donna come un uomo evirato, il cui ruolo era legato solo alla soddisfazione della pulsione sessuale maschile, sulla scorta di questo, secondo lui, la donna non aveva una propria sessualita').

L'attuale approccio psicoanalitico Freudiano si basa sulle critiche suddette e sul superamento dei limiti stessi della teoria Freudiana, che tra l'altro è, per molti versi, conforme al pensiero di Schopenhauer.

Rappresenta comunque un ottimo punto di partenza. Se ti interessa qualche tema particolare legato alla psicologia puoi postarlo qui, vedro' di darti qualche consiglio in merito a testi o documenti da consultare :-).

Fataleggera.9
"Gargaroth":


ciao,
in letteratura in realta' si parla di "isterismo" (isteria) riferendosi ad una nevrosi (prescindiamo dalla definizione perche' ne esistono tantissime) e non ad una alterazione dell'umore, cosa che la depressione è.
Tra i sintomi (non somatici) dell'isterismo c'e' la depressione, che in questo caso ritengo "secondaria", ovvero indotta da altro (ma è una mia personalissima visione).
A suffragare cio' che dico sta il fatto che la terapia dell'isterismo prevede, oltre che L'IMPORTANTISSIMO approccio psicoterapeutico, anche la cura, mediante farmaci, degli altri disturbi ad esso connessi: ansiolitici (in caso di ansia), antidepressivi (in caso di depressione).
Quindi risponderei che non è la depressione che porta all'isterismo, semmai il contrario.


Ciao :-)


Grazie per le risposte! :D
P.S
ho letto alcuni capitoli di un libro di Freud e credo sia molto interessante. O:)

velenoxxx
penso che lo studio sia più facile e meno noioso se ci si applica in una materia o argomento che interessa e piace. Qui siamo in un forum di matematica e quindi mi sembra ovvio che a tutti noi affascini particolarmente questa materia, perciò cresce anche sia la voglia sia il piacere nell'affrontarla. A me ad esempio piace anche molto il latino, e sinceramente non mi sento mai depresso o stressato quando lo studio (a meno che non debba farlo in vista di una prova importante.....). Più una materia ci annoia e non ci interessa, più cresce la noia nello studio e la difficoltà nell'apprendimento....

Gargaroth
ti incollo un estratto di quello che dice Freud in merito alle nevrosi (una delle definizioni piu' complete secondo me).

"La nevrosi è quel malessere della psiche che insorge quando ci nascondiamo un trauma. Fatti e accadimenti spiacevoli sono infatti spesso oggetto di rimozione, ovvero di una dimenticanza impostaci dalla nostra mente: tali fatti spiacevoli vengono stipati allora nell'inconscio, e, nel loro tentativo inesausto di riaffiorare, vengono sublimati (trasformati in energia e comportamenti positivi) o dolorosamente castrati dalla mente cosciente (e in questo caso assumono le forme negative di compulsioni, ovvero atti illogici, tic nervosi, ai quali non ci possiamo sottrarre, e ossessioni, corto circuiti mentali, che ci costringono a tormentarci attorno a un'idea fissa)."

Gargaroth
"Fataleggera.9":
Sapete se la depressione porta anche all' isterismo?
:-k



ciao,
in letteratura in realta' si parla di "isterismo" (isteria) riferendosi ad una nevrosi (prescindiamo dalla definizione perche' ne esistono tantissime) e non ad una alterazione dell'umore, cosa che la depressione è.
Tra i sintomi (non somatici) dell'isterismo c'e' la depressione, che in questo caso ritengo "secondaria", ovvero indotta da altro (ma è una mia personalissima visione).
A suffragare cio' che dico sta il fatto che la terapia dell'isterismo prevede, oltre che L'IMPORTANTISSIMO approccio psicoterapeutico, anche la cura, mediante farmaci, degli altri disturbi ad esso connessi: ansiolitici (in caso di ansia), antidepressivi (in caso di depressione).
Quindi risponderei che non è la depressione che porta all'isterismo, semmai il contrario.


Ciao :-)

Fataleggera.9
Sapete se la depressione porta anche all' isterismo?
:-k

Gatto891
Grazie per la risposta ;)

Personalmente, al liceo trovavo molto pesante studiare materie come latino e arte e quindi ero spesso nervoso/depresso quando avevo da studiare molto (e in effetti spesso proprio per non esserlo non le studiavo proprio)... passato all'università, corso di laurea in matematica, questi problemi sono praticamente scomparsi, anzi si sono capovolti: lo studio è diventato un piacere che serve a distrarsi dal nervosismo accumulato per altri motivi.

matemix1
"RodEz":
le giornate in cui mi vedo produttivo a livello di studio aiutano a farmi sentire + sereno,quando invece mi vedo inproduttivo mi demoralizzo e non combino più niente.Quindi per certi aspetti lo studio mi gratifica ma molte volte diventa anche fonte di stress o sensi di colpa per non avere studiato ecc


credo che sia stato d'animo comune a quasi tutti gli studenti

RodEz
le giornate in cui mi vedo produttivo a livello di studio aiutano a farmi sentire + sereno,quando invece mi vedo inproduttivo mi demoralizzo e non combino più niente.Quindi per certi aspetti lo studio mi gratifica ma molte volte diventa anche fonte di stress o sensi di colpa per non avere studiato ecc

Gargaroth
"turtle87":
Rispondo a Gatto89:

E' come se avessi posto entrambe le domande.

In effetti, io tendo sempre ad avere un comportamento che molti tendono a inquadrare in quello di una persona depressa(anche se la vera depressione forse è un'altra cosa).
Credo che il tutto sia causato dal contrasto derivante dal fatto che il mondo in cui viviamo asservisce anche lo studio al concetto di utile. Non "anche a quello" ma in molti casi "solo a quello". Vedere quindi determinati comportamenti mi travia dallo stato ideale di profonda fanciullezza che è basilare per uno studio ricco, soddisfacente, bello.
In tali casi allora in me scatta uno stato "particolare" che non solo è deleterio per la mia salute, ma anche per il mio rendimento negli studi: la cosa più bella allora diventa quella più brutta, proprio in virtù di questo contrasto.


mi permetto di consigliarti due libri: L'arte di VIVERE e " i cosiddetti sani" entrrambi di Erich Fromm: colui che PERSONALMENTE ritengo essere il vero fondatore (sulla scorta di Jung) del moderno approccio psicoanalitico alle tematiche di cui tu parli.

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